sabato 6 dicembre 2008

Non consentiamo che la si butti in caciara



di Stefano Racheli
(Sostituto Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Roma)



Chiedo scusa se torno sul tema, ma credo che il “caso Catanzaro” sia – come lo fu il “caso De Magistris” – un accadimento il cui nome è del tutto riduttivo, dato che la posta in gioco non si limita a Catanzaro e tanto meno alla Procura della Repubblica di Catanzaro, ma coinvolge il rapporto politica-magistratura fino a ricomprendere il corretto funzionamento di un organo di rilevanza costituzionale quale è il CSM.

Si tratta, in altri termini di una metastasi periferica di un cancro che ha il suo epicentro in luoghi vitali per la Nazione.

Dunque occorre meditare seriamente su ciò che sta accadendo. E occorre parlarne.

Ed è necessario far correre le voci, perché la trasparenza è la maggior nemica del Palazzo.

“Buttarla in caciara” significa, dalle mie parti, fare né più né meno quello che fanno una seppia o un polpo degni della loro specie: quando non hanno speranza di affrontare il nemico, si mimetizzano e se neppure questo basta, schizzano molto inchiostro e chi s’è visto s’ è visto.

E’ così anche nei mini-gruppi di cui è composta la società (associazioni, partiti, “correnti” dell’ANM, etc): quando una contrapposizione tocca un punto vitale per la sopravvivenza del sistema, si mettono in movimento i “pacieri”.

Essi non vogliono risolvere i problema, ma mettere la sporcizia sotto il tappeto perché sanno benissimo che il venire allo scoperto della questione, in tutti i suoi termini, sarebbe dirompente per il gruppo e ne causerebbe la scomparsa, chiunque sia il vincitore.

Non sempre i “pacieri” appartengono, nel gruppo, alla parte “cattiva”: sempre però traggono, oggettivamente, un vantaggio dalla loro appartenenza e dunque hanno un’innata vocazione a risolvere il problema delle malefatte nel loro foro interno, disapprovando fermamente col loro cuore ciò che non riescono a biasimare con la bocca, specie se questa dovesse agire in pubblico.

I “pacieri” hanno una tecnica raffinata e collaudata nei secoli dal potere sia laico che curiale. Innanzitutto hanno atteggiamenti seriosi e linguaggio apocalittico come se effettivamente si stesse trattando del problema che ha dato luogo allo scontro.

In secondo luogo equiparano tra loro, sin da subito, le parti in causa.

Ciò ha l’oggettivo effetto sia di confondere le idee all’auditorio, non essendo chiaro che reclama per cosa e chi si oppone al reclamo sia di intimorire chi, avendo denunziato le malefatte, si vede collocato sullo stesso piano di chi le ha commesse.

In terzo luogo, ineluttabilmente, i “pacieri” chiedono ai contendenti di fare “un passo indietro”, facendo chiaramente intendere che il non farlo significherebbe manifestare una rissosità non solo sgradita, ma soprattutto, da eliminare in quanto perniciosa per l’unità e la sopravvivenza del gruppo.

L’approdo formale è uno zero a zero, in cui la sconfitta dei “buoni” viene camuffata da pareggio, ancorché – rimanendo invariati i malanni che condussero al conflitto – non si capisco proprio di quale pareggio possa parlarsi.

Quanto ai tempi i “pacieri” sono seguaci fedeli del molierano Briglialoca: “Io considero Signori che il tempo matura ogni cosa e col tempo tutte le cose vengono in chiaro, e il tempo è padre della Verità (…). E per questo appunto, come fate voi, Signori, io soprassiedo, diluisco e differisco il giudizio: affinché il processo, ben ventilato, crivellato e dibattuto, arrivi in prosieguo di tempo alla sua maturità”.

Se, invece di gruppi sociali, si tratta di quel gruppo che chiamiamo Nazione, il metodo è del tutto invariato nella sostanza e dunque dobbiamo aspettarci che si mettono al lavoro i “pacieri” di turno e, per la verità, già si intravede, appena abbozzata, una strategia.

Non ci giurerei, ovviamente, ma mi sembra proprio di intravederla e dunque scrivo queste poche righe per contribuire a risvegliare le coscienze di che legge.

Si parla di lotta tra P.M. Troppo comodo.

Anche quando il ladro è inseguito da un carabiniere si potrebbe parlare di cittadini che si inseguono, ma la dizione sarebbe del tutto fuorviante.

Non c’è lotta tra P.M.: c’è un organo giudiziario che indaga su alcuni cittadini i quali, di professione fanno i magistrati.

Non si litigano per fatti privati o per gelosie professionali, ma perché alcuni (Salerno) sono stati obbligati da una denuncia ad accertare se siano stati commessi reati.

Il fatto che alcuni adempiano al loro dovere non consente a nessuno, allo stato, di affermare che i reati furono commessi, ma consente a tutti di affermare con forza che non c’è in corso una guerra, ma un’indagine giudiziaria.

Quali che siano i contendenti, ciò che interessa sapere è il motivo della contesa.

Ma chi la butta in caciara è esattamente di ciò che non desidera sin parli: più si parla dei contendenti, meno si parla di ciò che alcuni addebitano (in ipotesi) ad altri.

Chiedo dunque: cos’è che Salerno imputa a Catanzaro (ove Salerno e Catanzaro sono, ovviamente, metafore).

E poiché il tutto sottintende che “questo matrimonio non s’ha da fare” (del merito cioè non si deve parlare), occhio ai giornalisti che hanno diffuso la notizia: non vorrei che pian piano si congedassero (o meglio: fossero congedati) per la comune.

La butto lì, ovviamente, ma come diceva quel tale a pensar male si fa peccato ma ci si indovina quasi sempre.


Possiamo far qualcosa di rilevante? Sì e no.

Non possiamo far nulla, anzi non dobbiamo far nulla ovviamente, non essendo noi i giudici di questa vicenda, se per “far qualcosa” si intende usurpare le funzioni di chi istituzionalmente è chiamato a pronunziarsi.

Possiamo far molto invece per costringere chi di dovere a parlare del merito della questione e non, come già accadde nel caso De Magistris, di altro (si è parlato e straparlato di De Magistris, ma chi conosce i fatti su cui indagava?).

Possiamo cioè evitare che la si butti in caciara.

Provate a pensare: se ognuno che legge si impegna a chiarire le idee a cinque persone e ciascuno dei cinque, a sua volta, le chiarisce ad altre cinque e così via …

Come il mercante della legenda che inventò il gioco degli scacchi in breve tempo i pacieri si troverebbero in seria difficoltà.

Provare per credere. Anche (soprattutto?) le utopie talvolta funzionano.

Datevi da fare, cercate cinque amici e dite loro che la vogliono buttare in caciara.

Vedrete che non gradiranno.


16 commenti:

Anonimo ha detto...

Concordo perfettamente.
Tutto questo non deve essere buttato in caciara.
Resta però evidente l'esistenza di un problema di modalità di esercizio di poteri che spinge inevitabilmente alla caciara.
Però a me interessa capire la "regia" di tutto questo.....
Forse il voler "affrettare" una riforma della giustizia già decisa?
Devo dire che nella vicenda ci sono delle note stonate: mi appare strano che persone non proprio trasparenti nell'operato ( e non sono soltanto io a dirlo e poterlo provare...e non mi riferisco a catanzaro...)abbiano guidato azioni di tal fatta.
Per carità : è giusto che si indaghi anche ( e direi soprattutto e comunque) su magistrati, ma a chi serve questa attenzione mediatica? A noi cittadini non credo.....a chi governa forse? Per poter varare una ben appropriata riforma della giustizia? Ne esaminerei appunto l'appropriatezza......ma a noi cittadini non è dato farlo....Abbiamo menti "elette" che pensano al bene della Nazione...o no?
Mathilda

Vittorio Ferraro ha detto...

L'intento era ed è chiaro: mettere in primo piano - offrire in pasto all'opinione pubblica - lo scontro tra le procure ("la forma": il dito) e nascondere - distogliere l'attenzione - l'oggetto delle indagini ("la sostanza": la luna).

Così il gioco è fatto: si tratta di una guerra tra magistrati.

In questo modo sarà più facile giustificare - agli occhi dei rispettivi elettori - le prossime riforme costituzionali che riguarderanno il settore della Giustizia.

Trovo ottimo questo intervento. Bisogna informare e fare luce.

Anonimo ha detto...

Concordo perfettamente.
Questa INCHIESTA non s'ha da fare!
E con qualunque mezzo.
Anche se chi di dovere sa che non tutti ci cascano, possono dire quello che vogliono e fare quello che credono.
Il momento è critico e delicato.
Ieri ho sentito un giornalista che chiedeva al Ministro se questa reazione fosse dipesa dal fatto che nell'inchiesta c'era di mezzo la politica.
La pronta risposta è stata: che c'entra la politica Questa è uno scontro fra magistrati.
E per questo è necessaria la riforma della giustizia ed il PD collabori a votarla.
E tutti sappiamo quale riforma si vuole fare.
Adesso fateci capire cosa possiamo fare perchè non si svuoti la Costituzione.
Ieri ho anche sentito l'intervento della Corte dei Conti per la prima volta alla radio che segnalava all'opinione pubblica i paventati cambiamenti (controlli) da parte della politica.
E' un momento molto delicato e questo vostro blog è veramente molto importante per capire cosa sta avvenendo in Italia per tutti noi cittadini.
Alessandra

baron litron ha detto...

verissimo, questo non è uno scontro tra magistrati, ma l'azione di alcuni magistrati per capire se altre persone (nella fattispecie, e per puro caso anch'essi magistrati) abbiano o no commesso i reati dei quali sono accusati.

così come una qualsiasi inchiesta su un qualsiasi politico non è lo scontro tra politica e magistratura, ma il tentativo, doveroso e ineludibile, di capire se quella persona (nella fattispecie, e per puro caso un uomo politico), accusata di furto sia effettivamente un ladro o meno.

il fatto che sia un politico (e nel caso di SA/CZ il fatto che siano coinvolti dei magistrati) servirà poi ai magistrati inquirenti a meglio definire il quadro accusatorio, e a quelli giudicanti a meglio soppesare le circostanze aggravanti dei reati commessi, sempre che si riescano a dimostrare.

e bisogna ragionare così sempre, per qualsiasi procedimento giudiziario, perché la tendenza alla partigianeria, allo spirito di corpo, alla protezione ad oltranza dei membri di qualsiasi conventicola, in Italia è troppo forte e radicata, alimentata e pompata dal "culturame" e dai media.

gli unici casi nei quali si possa parlare di guerra o di scontro tra magistratura e qualche altra organizzazione sono quelli che riguardano mafia e terrorismo, perché in queli casi l'"avversario" non è tanto un singolo (o un gruppetto) inserito in una struttura per definizione e concettualmente "sana" come un partito politico, un sindacato, la magistratura stessa, un corpo di polizia, che magari usa e abusa del proprio ruolo e della propria posizione per meglio delinquere (e qui si possono pesare le eventuali aggravanti), quanto un gruppo organizzato decisamente dedito ad attività criminose, con finalità diverse per mafiosi e terroristi, ma con metodi simili, e con medesima pericolosità per i cittadini. e a quelle organizzazioni è doveroso muovere una vera e propria guerra, combattuta con qualsiasi arma a disposizione.

purtroppo, il buttarla in caciara è diventato sport nazionale, almeno negli ultimi secoli, e nel polverone sollevato ad arte è sempre molto difficile rimanere "al pian dei babi" come si dice dalle mie parti, e cioè con i pedi per terra.... soprattutto quando si vede che dall'attività di far volare gli stracci non sono affatto immuni membri anche molto autorevoli della magistratura stessa.

baron litron

Anonimo ha detto...

Può una Procura sequestrare atti oggetto di sequestro di un'altra Procura?
Il sequestro ordinato da Salerno era indispensabile per accertare elementi determinanti per l'indagine affidata, per legge, a Salerno.
Poteva Salerno omettere quel sequestro senza evitare di essere poi accusata di aver fatto morire la sua indagine perchè riguardava colleghi magistrati?
In quale altro modo avrebbe potuto Salerno leggere le carte se non sequestrandole? Ossia ponendo in essere l'unico atto che, per legge, consente ad un magistrato di appropriarsi, a fini di indagine, di un documento?
Chi avrebbe garantito a Salerno che l'apprensione dei documenti tramite altre procedure informali sarebbe stata una apprensione di TUTTI I DOCUMENTI RILEVANTI?
Può Catanzaro bloccare l'indagine in corso a Salerno? Quella sì che è una interferenza che interrompe un procedimento penale in corso.
Può il Ministro mandare gli ispettori? E per cosa li manda?
Può il capo del CSM convocare con urgenza, chiedere gli atti e quant'altro a due Procure?
Ed allora facciano tutti un esame di coscienza. I giudici di Catanzaro leggano le carte insieme a Salerno, al capo del CSM ed al Ministro. Cos'è tutto questo mistero? Tutta questa protezione verso questi documenti?
Queste estreme pagliacciate di credersi i padroni assoluti di carte e di fatti diffonde come un virus nella gente la opinione che il Giudice non è terzo, non è equidistante, non è serio. O non appare tale.
La segretezza delle indagini va tutelata, ma quando un'altra Procura ti chiede le carte per una sua indagine in corso, devi dargliele, se non hai nulla da nascondere.
Bene fa Salerno a non rilasciare interviste, dichiarazioni di stampa, etc.
La procura di Salerno è nota in tutta italia per la sua serità e per la professionalità dei suoi magistrati e la gente saprà giudicare, anche solo guardando chi in questi giorni si diletta a lasciare interviste come se fosse all'isola dei famosi.
Grazie.
Maurizio

Cinzia ha detto...

Mi piacerebbe se Mathilda sviluppasse meglio il suo pensiero esposto sia qui che sotto il post precedente. I suoi dubbi sono estremamente interessanti e ho l'impressione che dietro quei dubbi ci sia un'idea precisa, o mi sbaglio?

Anonimo ha detto...

Ma senza coraggio non si va da nessuna parte. Mancanza di coraggio da parte della magistratura catanese, che magari frequenta questo blog, è occuparsi di questioni, legittime, ma lontane, trascurando i casi di casa propria. Già un commento, anzi molto più di uno, è stato censurato. La magistratura catanese mi fa paura

Anonimo ha detto...

"Per carità : è giusto che si indaghi anche ( e direi soprattutto e comunque) su magistrati, ma a chi serve questa attenzione mediatica? A noi cittadini non credo...".

Ragionamento alquanto singolare, soprattutto se si considera, allora, a cosa è servito mettere in piazza i nomi di tanti pretesi corrotti e corruttori, "sputtanandoli" per anni e anni a mezzo stampa, specie quando, non di rado, si è poi scoperto che non lo erano. E che i grandi corruttori rimanevano immuni.

Lo so che non è giuridicamente corretto, ma questa sembra quasi la conferma dell'antico detto: "Hodie mihi, cras tibi" !

Anonimo ha detto...

"Concordo perfettamente.
Questa INCHIESTA non s'ha da fare!
E con qualunque mezzo".

Anche questo sembra un commento molto equilibrato e, soprattutto, strettamente imparziale ...

Mah, se è questo il senso della giustizia che muove taluni, tanto varrebbe far tornare, a scelta, "baffone" o "baffetti", scegliete voi.

Ma, per piacere, cari "pretendenti insabbiatori", almeno piantatela di scandalizzarvi tanto e di invocare il tintinnio delle manette soltanto per chi vi sta antipatico !

E ricordate che l'inchiesta, pardon, il matrimonio, alla fine si è fatto, e che alcuni dei "bravi" hanno invece fatto, loro, una bruttissima fine.

Anonimo ha detto...

Per Anonimo delle 12,26
Proprio oggi il Procuratore di Salerno, Apicella, ha dichiarato che la decisione di effettuare il sequestro dei documenti delle inchieste Poseidon e Why Not è stata presa dopo tante inutili richieste di acquisizione di documenti.
Infatti, fin dallo scorso febbraio la Procura di Salerno ha chiesto gli atti, ma questo ha dato luogo solo ad un susseguirsi di lettere e di riunioni che non hanno portato a nulla di concreto. È per questo che nella motivazione del sequestro attuato dalla Procura di Salerno è stato scritto che “a fronte di tali ostative condotte la doverosa attività accertativa di questa procura ha inteso seguire diverse e più fattivi percorsi"

Anonimo ha detto...

Ancora per Anonimo delle 12,26
Li spiega anche Pierpaolo Bruni (ex PM di WY NOT, subentrato a De Magistris) i motivi per cui si è arrivati al sequestro :
leggere qui

Anonimo ha detto...

Caro dr. Lima suppongo che Lei già ha letto:
ROMA (6 dicembre) - La prima commissione del Csm all'unanimità ha aperto la procedura di trasferimento d'ufficio per incompatibilità ambientale e funzionale nei confronti del procuratore di Salerno Luigi Apicella e del procuratore generale di Catanzaro Enzo Iannelli. La decisione è stata presa a conclusione delle audizioni dei vertici dei due uffici giudiziari. Nella sede del Csm si erano svolte oggi le audizioni dei vertici delle procure di Salerno e Catanzaro, per lo scontro sulle indagini dell'ex pm Luigi De Magistris.

Alfano, bene il Csm. Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha così commentato all?Ansa la decisione del Csm: «Apprezzo la tempestività del Csm, spero che con altrettanta tempestività mi inviino le documentazione per i profili di mia competenza». Il Guardasigilli, titolare dell'azione disciplinare assieme al pg della Cassazione, chiede dunque al Csm di avere le trascrizioni delle audizioni di oggi per decidere su eventuali atti di incolpazione.

Sono emerse «cose sconcertanti». Questo il giudizio espresso dal vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, dopo le audizioni dei vertici degli uffici giudiziari di Salerno e Catanzaro.

Pg Catanzaro: denudati per perquisizioni. In mattinata erano stati ascoltati il procuratore generale di Salerno Lucio Di Pietro e di Catanzaro Enzo Jannelli. Proprio quest'ultimo ha raccontato le modalità "sconcertanti" con le quali venivano eseguite le perquisizioni ordinate dalla Procura di Salerno nelle abitazioni dei pm di Catanzaro. Alcuni di loro sarebbero stati addirittura denudati. Questo trattamento sarebbe stato riservato al pm di Catanzaro Salvatore Curcio. E, sempre nella sua abitazione, la perquisizione - cominciata alle sei del mattino - avrebbe riguardato persino gli zainetti dei suoi bambini.

Apicella: ho la coscienza a posto. Prima della decisione del Csm il procuratore Luigi Apicella aveva commentato la sua decisione di procedere al sequestro degli atti: «Quando si ha la coscienza tranquilla si è sereni. Non abbiamo violato alcuna norma né aperto alcun conflitto con la procura generale di Catanzaro, non contestando la competenza di quell'ufficio a trattare il procedimento Why Not. Questa procura della Repubblica ha disposto il sequestro penale del procedimento Why Not al solo fine di acquisire copia di atti in esso contenuti che, secondo elementi già in nostro possesso potevano essere rilevanti in ordine a reati contestati ai magistrati che gestivano quel fascicolo processuale».

Gli atti del decreto di perquisizione e sequestro Sul tavolo dei consiglieri c'erano oggi 5 fascicoli (3 volumi grossi e due più piccoli) con gli atti del decreto di perquisizione e sequestro disposto il 2 dicembre scorso dalla procura di Salerno nei confronti della procura di Catanzaro in merito alle inchieste Why not e Poseidone.

Anonimo ha detto...

Qualcuno nutre ancora dei dubbi?

Il dubbio che chi si azzarda a toccare le tre inchieste di Luigi De Magistris e, ancor peggio, chi OSA dare ascolto alle sue ragioni, finisce in Siberia?

A questo punto cosa resta da fare?

Cosa "costituzionalmente" possiamo fare?

Io davvero non lo so.

Luciana

"Uguale per tutti" ha detto...

Per Anonimo delle 13.27.

Gentile Anonimo,

i Suoi commenti non sono stati "censurati", come sostiene Lei.

E' accaduto solo che Lei ha inviato dei commenti che, se pubblicati, avrebbero integrato gli estremi del delitto di diffamazione.

Quanto, poi, all'accusa di non avere coraggio, siamo contenti che, per fortuna, c'è Lei che ne ha per tutti.

Accetti solo una piccola precisazione: farsi fare un processo per diffamazione e farsi chiudere il blog a noi non sembra "coraggio", ma "stupidità".

Cordiali saluti.

La Redazione

Anonimo ha detto...

Che piacere rileggere questo amato blog!
Grazie di vero cuore.

Anonimo ha detto...

(1) Sul sito www.quirinale.it è riportata la lettera che il Segretario Generale, su incarico del Presidente, ha inviato al Procuratore Generale presso la Corte di appello di Salerno in cui si parla di "gravi implicazioni di carattere istituzionale, primo tra tutti quello di determinare la paralisi della funzione processuale" citando la Corte costituzionale sul "bene costituzionale dell’efficienza del processo".
Sarebbe il caso che si dicesse chiaramente che l'intervento del Presidente e le odierne decisioni del CSM di azioni giudiziare ne paralizzano DUE ?.
(2) Il Csm avvia i trasferimenti per i capi delle procure rivali, titolano i giornali.
Sarebbe il caso che si dicesse chiaramente che così facendo SICURAMENTE si fa un torto ad UNA procura e ALTRETTANTO SICURAMENTE lo si fa a tutto il popolo italiano che avrebbe diritto alla verità ?
(3) Oggi, a proposito dell'inchiesta di Firenze per cui Berlusconi ha parlato di "questione morale" nel PD, Bobo Craxi ha detto: "La questione morale che sta emergendo nel Pd sul piano politico è assai più grave di quella che colpì a suo tempo il Psi - dovrebbero chiedere scusa a mio padre".
Sarebbe il caso di gridare alla classe politica che abbiamo capito da tempo che TUTTI i giorni sono buoni per ricoprili di monetine ?