sabato 6 dicembre 2008

La posizione della Procura di Salerno



da Reuters del 6 dicembre 2008


Napoli (Reuters) - La procura della repubblica di Salerno ha dichiarato oggi di non aver voluto creare “alcuno scontro” con i colleghi di Catanzaro nel disporre il sequestro degli atti dell’inchiesta “Why not”.

E’ quanto si legge in un comunicato che la procura di Salerno ha diffuso alla stampa, intervenendo direttamente nello scontro giudiziario senza precedenti finito anche davanti al Consiglio superiore della magistratura, che per oggi ha convocato i magistrati coinvolti.

“La procura della Repubblica di Salerno ritiene doveroso comunicare per una esatta e chiara informazione della opinione pubblica che questo ufficio non ha aperto alcun conflitto, né alcuno scontro con la procura generale di Catanzaro, non contestando la competenza di quell’ufficio a trattare il procedimento Why Not”, si legge nella nota.

“Questa procura della Repubblica si è determinata a disporre il sequestro penale di detto procedimento al solo fine di acquisire copia di atti in esso contenuti che, secondo elementi già in suo possesso, potevano essere rilevanti in ordine ai reati contestati ai magistrati che gestivano quel fascicolo processuale”, scrive l’ufficio guidato dal procuratore capo Luigi Apicella.

Secondo la procura di Salerno, i pm di Catanzaro “erano tenuti secondo le norme processuali a trasmettere di loro iniziativa, quegli atti a questo ufficio che procedeva per ragioni di competenza funzionale, già prima delle richieste avanzate dal febbraio 2008 in poi”.

“Appare opportuno ricordare che il nostro sistema processuale penale, in conformità dell’articolo 111 della Costituzione, nel caso di provvedimenti ritenuti illegittimi, garantisce i diritti dei cittadini indagati anche se magistrati con l’impugnazione nelle sedi giudiziarie competenti”.

Definendo “senza precedenti” il clima tra le due procure, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che è anche capo del Csm, ha chiesto ai due uffici di trasmettere “ogni notizia o atto utile” per cercare di risolvere l’impasse.

Dopo che gli sono state tolte le inchieste “Why not” e “Poseidone”, in cui erano indagati tra gli altri l’ex Guardasigilli Clemente Mastella e l’ex premier Romano Prodi, De Magistris – che è stato successivamente allontanato da Catanzaro e trasferito a Napoli – ha presentato una denuncia alla procura di Salerno su presunti illeciti nella procedura di avocazione.

In seguito all’inchiesta, martedì scorso i magistrati campani hanno disposto perquisizioni e sequestri presso la procura calabrese. La procura di Catanzaro ha a sua volta sequestrato gli atti e iscritto nel registro degli indagati sette pm salernitani.



9 commenti:

Anonimo ha detto...

Alla luce di "una chiara ed esatta informazione dell'opinione pubblica", segnalo la storiella del denudamento dei magistrati di Catanzaro durante le perquisizioni della Procura di Salerno, da cui oggi siamo stati bombardati dai media, come se si trattasse di chissà quale scandalo o violazione, quasi a voler mettere in cattiva luce la Procura di Salerno.
Ma perchè, le perquisizioni come si fanno ? o forse i magistrati sottoposti a perquisizioni, sono diversi dai normali cittadini? Cosa c'è di tanto scandaloso ? O forse ciò serve a delegittimare anche la coraggiosa Procura di Salerno, in procinto di essere sottoposta a numerosi trasferimenti ?

Anonimo ha detto...

Ora qualcuno spieghi, per favore, perchè il Procuratore di Salerno dovrebbe subire il provvedimento di trasferimento da Salerno. Cosa ha fatto di così grave? Assolutamente nulla. Anzi, una cosa grave l'ha fatta. Ha fatto il suo dovere fino in fondo, da uomo libero, magistrato senza padroni e con una sola stella polare: LA LEGGE!
Consentitemi lo sfogo, ma una cosa è non inviare atti che andavano inviati di propria iniziativa, non rispondere a 7 richieste formalizzate, trattenerli durante il sequestro e, forse, addirittura nasconderseli in casa
e
altra cosa è dar retta ad una chiacchierata perquisizione con strip tease di un pm, che forse andrebbe lui trsferito per aver occultato sulla propria persona atti importantissimi. Questa cosa o non è vera oppure, se lo è, è grave per l'occultamento non per l'ordine di fornire quegli atti tirandoli fuori da qualunque posto essi siano stati messi.
Ancora una volta, l'arbitro senza coraggio, per lavarsi le mani, ha espulso entrambi i calciatori. E la Procura di Salerno, lo ripeto, ha fatto solo il suo dovere, ricordandosi che esiste ancor l'art. 3 della Costituzione che dice che TUTTI SONO UGUALI DAVANTI ALLA LEGGE, magistrati compresi.
O il lodo Alfano è stato modificato? Se così è me ne scuso per tutto ciò che ho scritto.

Besugo ha detto...

Grazie a questo caso disperante (De Magistris et All), con la collaborazione dei dotti "blogger" di questo sito, mi rendo conto, che sto seguendo mio malgrado, un corso accelerato, teorico pratico, di Scienze Giuridiche.
Questo corso, è puntualmente confortato dall'ineguagliabile e tempestiva informazione cogente, dei casi (o forse meglio definiti casini) della mala giustizia contemporanea.

Fraterni saluti

Stefano
Genova

Anonimo ha detto...

Cosa c'è di vero nei particolari delle perquisizioni: indagato denudato e perquisizione nello zainetto del figlio?
Mi auguro che siano eccessi giornalistici; in caso contrario forse siamo già abboncantemente alla frutta..

Anonimo ha detto...

"Mi auguro che siano eccessi giornalistici; in caso contrario forse siamo già abboncantemente alla frutta.."

Abbiamo passato da tempo "la frutta".

Anche il dolce e il caffé.

Ormai non resta che l "ammazzacaffé" ... e il conto !

Besugo ha detto...

Perbacco, anche mia moglie si è scandalizzata dalle illazioni distribuite dai mass media (prendendole per buone).

Allora ho tentato di fornirle una versione dei fatti (puramente fantasiosa), che ritengo verosimile.

Ho immaginiamo che in un certo paese, una procura, indagando su un filone d'inchiesta, arrivasse a formulare degli avvisi ad attori iscritti nel registro degli indagati.

La procura era gia in possesso dellle prove documentate ma i documenti risultavano in buona parte fotocopie di documenti originali. Tali prove documentali, per essere esibite in dibattimento debbono essere autenticate oppure esibite in originale (mi pare che le testimonianze a carico debbano essere rese direttamente dal teste nel dibattimento).

Ipotizziamo sempre, che il Procuratore di quel paese, non riuscisse a reperire (con atto formale) la presenza di alcuni documenti, custoditi per legge dall'attore, nel luogo deputato alla loro conservazione e, quindi irreperibili presso tale luogo.

Penso che il Procuratore in tale circostanza, ovvero contestualmente all'indagine di sua competenza, sia legittimato:

> a far eseguire la perquisizione corporale dell'indagato al fine di verificare se i documenti introvabili, non si trovino celati sotto i suoi paludamenti;

> a far eseguire la perquisizione nella magione dell'indagato e nelle, di lui, pertinenze.

Dobbiamo pure immaginare che in un contesto molto corrotto di quel paese, i procuratori che indagano, dopo aver scritto circa 1700 pagine, abbiano confortato il loro agire con profonda riflessione ed altrettanto profondo pragmatismo formale.

Se ciò non è avvenuto, allora debbo dare ragione ad un certo Silvio di mia conoscenza, il quale sostiene che “i magistrati:

> per fare questo lavoro bisogna essere malati di mente;

> se fanno questo lavoro è perché sono antropologicamente diversi dal resto della razza umana”;

> i magistrati sono la metastasi della democrazia.

_____ _____

Besugo è sinonimo di scarso comprendonio, non me ne vanto, ma sono costretto a prenderne atto.

Un caro saluto

Anonimo ha detto...

anonimo delle 20.41, vedi che non stiamo a guantanamo... cmq la vera posizione della procura di salerno è corso garibaldi

Anonimo ha detto...

La procura di Salerno è competente per quanto riguarda le indagini su i magistrati di Catanzaro, lo dice una legge.
Come possono indagare se non possono accedere ad atti che ritengono indispensabili per procedere, cosa debbono fare se non usare i mezzi che la legge mette a loro disposizione?
Perché i magistrati di Catanzaro non si sono rivolti alla procura competente per indagare sui magistrati di Salerno, ma hanno agito di senza seguire quella via?
Io modestamente non capisco cosa succede.

Anonimo ha detto...

Scusate se mi intrometto ma a me pare che le perquisizioni "corporali" nel senso di denudare il malcapitato e le ricerche negli zainetti dei figli non dovrebbero suscitare il benché minimo segno di reazione nei cittadini onesti!

Io mi preoccuperei se fossero accompagnate da torture, financo psicologiche, come spesso si vede nei film (tipo "tira fuori la roba, bestia! Ricordati che sei una m***a e se voglio ti schiaccio in un istante... e se non tiri fuori il dischetto coi documenti appendo tuo figlio nudo al balcone!"). O comunque fisiche (tipo botte, calci, o quant'altro vi venga in mente).

Ma se tu investigatore ti trovi a tu per tu con un INDAGATO, cioè una persona che non sai se è colpevole ma ci sono elementi sufficienti a renderlo più che possibile: probabile. Questo ha buoni motivi per nascondere un oggetto delle dimensioni di un accendino (una chiavetta USB o simili). Gli intimi di vuotare le tasche e non ne esce niente. Non cerchi tu stesso tra le sue tasche? Non lo fai spogliare per cercare se ha una cucitura nascosta? Non pensi che sicuramente lo avrà nascosto in un posto dove tu non ti saresti permesso di cercare, tipo nello zaino di suo figlio, coinvolgendo magari anche il disgraziato bambino che non c'entra niente, dicendogli "fai un regalino a papà tesoro, nascondi questo dove vuoi, ma non dirlo a nessuno che te l'ho dato, è un segreto! Lo tieni un segreto per il tuo papà, vero?"????

Poi magari si scopre nel corso delle indagini che era un innocente, e in quel caso tu hai fatto solo il tuo dovere, dato che in quel momento era indagato. A patto di averlo fatto comunque nel rispetto della persona, per quanto consentito dalla situazione (come i bravi poliziotti dei telefilm, "mi disiace signora, capisco che non è piacevole ma devo farlo, è il mio lavoro!"). E se invece per sfiga risultasse colpevole, risultasse che la pen drive ce l'aveva davvero e tu non sei stato capace di trovarla? Saresti tacciato di inettitudine o addirittura sospettato di complicità, perché in fondo sei solo entrato in casa, hai chiesto "avete i documenti?" e alla risposta negativa ti sei affrettato a dire "porca miseria, va beh, pazienza. Saranno da qualche altra parte. Grazie, arrivederci... e scusate il disturbo"???
Avresti fatto davvero il tuo dovere? Se poi risultasse che in fondo li avevano nascosti in un posto così banale... bastava guardare nello zainetto del figlio e li avreste trovati!

Ma lo sapete o no che in casi eccezionali, cioè quelli in cui la situazione è talmente grave o assurda da non consentire altri comportamenti, ci sono addirittura rei che nascondono oggetti all'interno del proprio corpo? Tipo gli ovuli di droga nello stomaco, o altro e altrove?

Io qui parlo di film e telefilm per fare degli esempi, prima che qualcuno ci sputi sopra preciso che non sono i polizieschi i miei generi preferiti, e che non guardo tanta tv. Ho solo voluto usare degli esempi accessibili a tutti per ricordare non solo che certe cose esistono e sono sacrosante, ma addirittura che se prescindiamo dall'identità eccellente dell'indagato e pensiamo ai ladruncoli comuni (cui soli -per la maggior parte- sono concessi gli onori cinematografici) si tratta di pratiche che comunemente avalliamo senza nemmeno pensarci, convinti della loro correttezza.

Sempre due pesi e due misure? Ma perché?

Silvia.