sabato 13 giugno 2009

Noi magistrati abbiamo tanti difetti, ma non siamo affatto una “ultracasta”






di Nicola Saracino
(Magistrato)






E’ nelle librerie da qualche giorno il “saggio” dal titolo “Magistrati l’ultracasta” scritto da Stefano Livadiotti, giornalista in forza a L’Espresso, 246 pagine, editore Bompiani, prezzo di copertina 17 euro.

Nei toni somiglia alle invettive che quotidianamente da molti anni raggiungono la magistratura, usata ormai da certa stampa e dalla politica come il pugile percuote il sacco: colpisci duro tanto lui non risponde.

A zittire i magistrati è intervenuto persino il Capo dello Stato, nel suo ultimo discorso nella veste di Presidente del C.S.M..


Un concorso facile.

La selezione dei magistrati avviene con un concorso pubblico nazionale riservato ai laureati in giurisprudenza, muniti di ulteriori requisiti per l’acquisizione dei quali servono almeno altri due anni, dopo i cinque del corso universitario. Vi partecipano in massa i laureati di tutta l’Italia, di ogni provenienza. Consiste nel superamento di tre diverse prove scritte (caratterizzate dall’anonimato) e di una prova orale vertente praticamente su tutto il corso di laurea. Dietro all’ultimo dei vincitori vi sono migliaia di esclusi.
Chi ha un’idea migliore per selezionare i magistrati si faccia avanti.


Una categoria di impuniti.

La tecnica adottata da Livadiotti non si segnala per arguzia. L’autore, infatti, scorre alcune vicende disciplinari, circa una decina, relative a fatti che partono dagli anni settanta.
Bene: i magistrati ordinari sono più di diecimila e se in quarant’anni di attività tutto quello che può loro rimproverarsi sono quegli episodi avremmo da rallegrarcene.
Del resto è un po’ come se, nel giudicare la categoria dei giornalisti esaminassimo solo i casi di coloro che nascondono i fatti ai loro lettori, vendendosi a questo o a quel padrone; o come se, nel valutare la classe degli ingegneri, si prendessero ad esempio solo quelli che hanno fatto cadere ponti e palazzi; o ancora, se nel catalogare i professori si additassero quei pochi pedofili che la cronaca ha smascherato; la sanità italiana sarebbe, di questo passo, rappresentata solo dalle morti dei pazienti e non dalle loro guarigioni ; le forze dell’ordine dagli isolati collusi con la delinquenza anziché dai loro martiri; gli avvocati solo dagli azzeccagarbugli e così via.
La realtà è diversa. La Sezione Disciplinare del CSM è uno dei giudici disciplinari più severi che esistano (con circa il 30% di condanne), spesso troppo severo, proprio perché condizionato dall’esigenza “politica” di assecondare l’empito giustizialista anti-magistrato.


Eccoli i fannulloni.

Purtroppo il gossip è ben presto divenuto il metro dell’agire giornalistico, il massimo che oggi sembra in grado di offrire chi, invece, lo spaccia per “inchiesta”.
Il messaggio che se ne ricava non è nuovo, ma perentorio e senza appello: i magistrati guadagnano troppo e lavorano poco. I dati, sgangherati, che sorreggono la demagogica affermazione si possono leggere, ad esempio, a pagina 40.
Nell’assumere a pretesto una lontana decisione disciplinare che dirimeva in un caso concreto la questione relativa a quanto lavoro potesse pretendersi dal magistrato (dato che la sua attività non è assoggettata ad un orario di ufficio predeterminabile) il relatore aveva ipotizzato un monte ore annuo di 1560. Ebbene il matematico Livadiotti che cosa fa? Lo divide per 365, quanti sono i giorni dell’anno,ricavandone lo strabiliante risultato secondo cui i magistrati lavorano mediamente 4 ore al giorno. Peccato che se i giorni sono 365, le settimane sono 52, proprio come le domeniche; senza contare che essendo stata abolita la schiavitù, devono sottrarsi anche i 30 giorni di ferie (gli ulteriori 15 giorni sono solo nominalmente definite ferie, ma servono a smaltire l’arretrato, cioè a scrivere i provvedimenti incamerati nelle ultime settimane di effettivo servizio e vanno considerati a tutti gli effetti giorni di lavoro). Il conto della serva è dunque smentito: dividendo quel monte ore (la cui esattezza nessuno potrà mai verificare sul campo, può aggiungersi essendo onesti intellettualmente) per il giusto quoziente si ottiene il risultato medio di circa 6 ore giornaliere di lavoro. Esattamente corrispondente alle 36 ore settimanali richieste a qualsiasi altra categoria.


I ritardatari.

Se l’inaugurazione dell’anno giudiziario è avvenuta il 23 gennaio 2009 mentre i francesi l’hanno fatta prima, lo si deve al ritardo col quale il Ministro ha presentato al parlamento la sua relazione sulla giustizia (art. 86 dell’ordinamento giudiziario). Cosa lasci supporre che i tribunali fossero chiusi prima di quella data resta un autentico mistero non rivelato da Livadiotti: è semplicemente una balla, e si sa, alle balle non è possibile applicare il braccialetto elettronico, ahinoi, esse girano liberamente e nessuno le ferma più. Non era, dunque, un magistrato quello che Livadiotti ha visto sciare nelle settimane precedenti al 23 gennaio 2009. Se li ha visti c’è, comunque, la prova che lui era in montagna ed il libro lo ha scritto ad alta quota!


I paperoni.

Guadagniamo troppo. Per fare due calcoli ed assumere a riferimento “prestazioni” paragonabili ho già detto che bastano due o tre parcelle in favore degli avvocati che difendono parti ammesse al patrocino a spese dello Stato a coprire interamente lo stipendio di un magistrato. Un giudice civile definisce in media ogni mese non meno di 30 processi, con sentenze ed altri provvedimenti.
Lo stipendio del magistrato è dominato dal principio della onnicomprensività, vale a dire che vi è uno “sconto” forfettario per chi paga, e cioè per lo Stato, discendente dal fatto che per i magistrati, a differenza di qualunque altra categoria di lavoratori dipendenti, non è previsto alcun compenso per lo “straordinario” o per la “reperibilità” e se si ammalano viene loro decurtata notevolmente la retribuzione.
Le pantagrueliche entrate extra alle quali viene fatto riferimento sono semplicemente risibili, dato che i pochi incarichi non giudiziari interessano un’esigua minoranza di magistrati (circa il 10%) e riguardano per lo più l’insegnamento per poche ore all’anno, come ognuno potrà verificare sul sito http://www.csm.it/ dove sono pubblicizzati i nomi dei magistrati con compensi da “paperoni” (in genere ben al di sotto dei mille euro all’anno).


Le “promozioni” immeritate.

Un ulteriore aspetto che fa inalberare Livadiotti è che lo stipendio cresce, nel tempo, anche se il magistrato, nel tempo, continua a fare ... il magistrato! Ebbene, il responsabile di questo “scempio” Livadiotti poteva anche individuarlo, sol che avesse indagato un po’ più a fondo. Fu il Costituente, infatti, ad imporre che i magistrati si distinguano, tra loro, solo per le funzioni svolte. Questo perché un magistrato troppo ambizioso è anche incline al compromesso se all’agognato grado sia eventualmente collegato un aumento dello stipendio; così l’art. 107 Cost. ha cautamente sollevato il magistrato dal peso eccessivo del carrierismo, contrastante con la serenità che deve distinguerne il lavoro, ponendolo al riparo dall’esigenza di assecondare i voleri di questo o di quello, si dà rendere plausibile anche la prospettiva di rimanere giudice di un tribunale di provincia (ma a Livadiotti la provincia italiana, così bella e popolata da gente meravigliosa, fa poi così schifo? Forse che i provinciali non meritano buoni giudici? Boh ...).
Proprio perché i magistrati si distinguono solo per la diversità delle funzioni svolte quelle che Livadiotti chiama “promozioni” sono, in realtà, semplici verifiche della professionalità che si succedono al ritmo di quattro anni: ogni magistrato è sottoposto ad uno screening sulla quantità e qualità del suo lavoro, i suoi provvedimenti vengono esaminati “a campione”, cioè a caso, e se non ha demeritato supera la verifica. La progressione economica collegata all’acquisizione di maggiore esperienza professionale è nella natura delle cose; un professionista con maggiore esperienza solitamente guadagna molto di più di uno alle prime armi. Lo stesso Livadiotti omette di dirci quanto lui guadagnasse dieci anni fa e quanto guadagna oggi (libro a parte, da me acquistato “in promozione” a 14 euro).


Il bilancio della giustizia e la geografia giudiziaria.

L’autore ricorda che la maggior parte dei fondi stanziati per il funzionamento della giustizia sono impiegati nel pagamento degli stipendi e delle spese del patrocinio a spese dello Stato, lasciando al lettore l’idea della netta preponderanza della prima sulla seconda voce. Personalmente liquido mensilmente tre o quattro parcelle agli avvocati delle parti ammesse al patrocinio a spese dello Stato per un importo non inferiore a quello dello stipendio di un uditore giudiziario.
Per carità, la difesa dei non abbienti è sacra, ma Livadiotti omette di dire che nel nostro paese l’evasione fiscale è talmente diffusa che l’evasore, oltre a non contribuire secondo le proprie capacità al bene comune, vampirizza le risorse pubbliche ed è quindi sensato supporre che a fruire di quel costoso beneficio sia molto spesso chi non ne avrebbe titolo, a scapito delle famiglie realmente in difficoltà e delle scarse risorse destinate al funzionamento degli uffici giudiziari.
Che la geografia giudiziaria italiana sia assolutamente arcaica, e quindi inefficiente, è cosa risaputa alla classe politica, l’unica che può intervenire, con legge, per ridisegnarla; da tempo i magistrati segnalano che la dimensione minima di un ufficio giudiziario non dovrebbe essere inferiore a 20 magistrati ma, si sa, sopprimere un tribunale fa guadagnare denaro ma perdere troppi voti. Ed i voti servono ai politici, non ai magistrati (almeno per ora!).


I giudici che giudicano i giudici.

Livadiotti, visto che mi conosci così bene e ti sei preso una bella confidenza verso di me ed i miei colleghi, mi sento autorizzato a darti del tu. E quindi mi permetti una domandina? Ma se io fossi talmente arrabbiato per tutte le inesattezze che hai scritto su di me e volessi deferirti alla “disciplinare” tu da chi saresti giudicato? Forse dai veterinari?
Guarda che in ogni settore i giudici disciplinari sono espressione della stessa categoria professionale del giudicabile; e questo perché le regole deontologiche e quelle tecniche di ogni professione devono essere amministrate dall’ordine di appartenenza. Perché non hai paragonato le statistiche con quelle della tua categoria? Credo che più d’un cittadino sia piuttosto deluso per come funziona l’informazione in questo paese, non meno di quanto si lamenti per la giustizia, per la sanità o per l’istruzione (per non parlare di banche ed assicurazioni).


Le degenerazioni correntizie.

Nessuno è perfetto. Anche noi abbiamo i vostri difetti.
Le famigerate “correnti” sono delle associazioni private esterne ed autonome rispetto all’ANM (che raccoglie circa il 90% dei magistrati italiani), con propri statuti ed organi gestionali, alle quali sono iscritti una minoranza di colleghi; esse, tuttavia, riescono ad assumere la gestione dell’ANM ed anche a determinare l’elezione dei loro aderenti al CSM.
L’esasperante importanza assunta dall’appartenenza di un magistrato a questa o a quella corrente nell’attribuzione dei più diversi incarichi (dai posti direttivi a quelli presso i ministeri, dove troppi magistrati sono distolti dai loro compiti) è oggi al centro dell’attenzione critica dell’opinione pubblica ed anche di parte della magistratura e sembra di poter cogliere qualche possibilità di auto correggere la rotta.
La cosa disdicevole è che il magistrato privo di “targa” è sostanzialmente tagliato fuori da ogni possibilità di “carriera” e, come dice Livadiotti con disprezzo, magari resta a vita a fare il giudice nel fatidico tribunale … di provincia!
Non è un mistero che Livadiotti abbia tratto ispirazione anche dagli scritti di Felice Lima pubblicati in questo blog per stigmatizzare questa pratica. Essa è oggettivamente riscontrabile giacché i dirigenti (i presidenti di tribunale ed i procuratori della Repubblica) quando non sono designati all’unanimità, riportano maggioranze “riconoscibili”, nel senso che essi sono votati da tutti i consiglieri di questa o quella corrente. In sostanza scelte di carattere tecnico si prestano ad essere intese come frutto di precostituita diffidenza verso chi non veste, nell’occasione, la giusta casacca.
Il fenomeno attenta gravemente alla credibilità del sistema tanto da aver allarmato il capo dello Stato (che del CSM è presidente) ed il problema si è acuito con l’aumento della discrezionalità conferita al CSM, non più vincolato dal criterio dell’anzianità nella scelta dei dirigenti e quindi del tutto libero di preferire un giovincello ad un magistrato di esperienza, con motivazioni sempre più spesso vagliate negativamente dal giudice amministrativo.



136 commenti:

Scettico ha detto...

Più che tornare al libro, peraltro almeno stavolta non propriamente filo-governativo (il giornalista è de "L'Espresso", vale a dire quanto di più anti-governativo esista attualmente), mi sembra che questa "difesa d'ufficio" della categoria corrisponda a quello che accade sempre in Italia, vale a dire che anche da questo sito, fondato per la maggior parte da magistrati "dissenzienti" e che più volte ha criticato il CSM e l'ANM, pare rispettata la regola "aurea": che a criticare i magistrati possono essere soltanto altri magistrati!

E già, perché quando si rischia di toccare (in senso lato) il portafoglio e tutti i privilegi, le ideologie vengono meno e lo "spirito di corpo" prevale.

Sempre.

Anonimo ha detto...

Sono un avvocato. Mi accingevo a preparare una comparsa.

Ma ho letto quello che Lei ha scritto e non c'è l'ho fatta a resistere a risponderLe.

Non sono d'accordo con quello che Lei scrive se non in minima parte.

Primo. Lo sanno tutti coloro che partecipano ai concorsi che i vincitori vengono divisi per un terzo: un terzi pro politici, uno ai figli e parenti di magistrati, un terzo a quelli bravi per davvero. Verifichi il cognome dei magistrati e troverà tanti aventi solo meriti... genitali.

Secondo. Non si limiti a confrontare il numero dei condannati con quello degli imputati ma vi consideri pure coloro che vengono salvati in forza del potere di "cestinazione" che ha la commissione disciplinare. Verifichi il numero alla luce degli esposti e ci dica la differenza che c'è fra gli esposti e le condanne e tenga pure conto dell'enorme sforzo psicologico che deve fare un cittadino o un avvocato nel produrre un esposto contro un Magistrato. Provi Lei a fare l'avocato in un foro in cui ha denunciato un giudice, gli avrà tutti contro. Pure i colleghi. (per maledetta esperienza personale). Mentre se un giudice attacca un avvocato troverà sempre qualcuno del CdO pronto a porgergli il fazzoletto.

Terzo. La gran parte delle motivazioni sono solo apparecchiature frastiche riempite con il sistema del copia-appiccica. Vi sono poi motivazioni risibili a fronte di questioni complesse, che hanno comportato sangue e lacrime agli avvocati. Domandi in giro e chieda di quante sentenze hanno errori di nomi, di date, ecc. e riferimenti giurisprudenziali che non si reggono in alcun modo ma che vengono reperti per impreziosire motivazioni inconsistenti con qualche perla di massima della Cassazione.

Quarto. I denai. Il problema non è quanto si guadagna ma quanto si merita del proprio guadagno. Ed alcuni magistrati (ovviamente non tutti) non fanno altro che passeggiare in Tribunale e, guarda caso, sono proprio coloro che, avendo appreso in anni di apprendistato giurisdizionale l'arte del "corridoglione", fanno più carriera ed in modo più veloce. Per una avvocato ogni causa è un esame mentre i giudici non vengono sottoposti mai al alcun esame.


Quinto... basta.. sono fuori tempo massimo. Mi ero promesso di non dedicare più di 30 minuti per rispmderLe.

Putroppo non posso permettermi il lusso di sprecare più tempo. Mi alzo ongi mattina alla 4:00 e vado a letto alle 22:00, tranne il sabato e la domenica. Sono un avvocato. Ora sto preparando una comparsa di costituzione per una opposizione agli atti esecutivi in cui un giudice ha disposto procedersi alla vendita immobiliare id un immobile diverso per cui ha fatto la pubblicità.

Spero solo di vivere abbastanza per pubblicare anch'io un giorno tutte le sentenze vomitevoli che conservo in un armadio. Per ora sono in guerra e non posso permettermi il lusso di narrarla.

Lei è in buona fede... ma vede... avere fiducia nella istituzione della Magistratura (ed io ne ho tanta) comporta inevitabilmente il disprezzo per quei magistrati che con la loro presenza in tale istituzione la infangano (e sono tanti, tantissimi!).

(scusate gli erroi ma non ho tempo per correzioni)

Mauro Balestrieri ha detto...

Bellissimo articolo dott. Saracino; subito segnalato sul mio blog. Ad ogni modo, sono assolutamente sconcertato da questa continua campagna anti-magistrati. E' indegna.

Guarda caso, il volume è stato prontamente pubblicizzato durante l'edizione delle 13.00 del TG5 di oggi.

Un motivo in più per starne alla larga.

Felice Lima ha detto...

Per Anonimo delle 15.36 e per Avvocato delle 17.07.

Gentili Lettori,

permettetemi di contraddirvi.

Le questioni a me paiono le seguenti:

1. Nessuno di noi qui ha mai difeso in maniera aprioristica i magistrati. Siamo anzi accusati mille volte al giorno da diversi nostri colleghi di essere "collusi col nemico" :-( per la sincera autocritica che abbiamo sempre fatto in questo blog a volte anche con grande durezza.

2. La questione è, però, che così come è inaccettabile una generale beatificazione dei magistrati (che nessuno di noi qui si è mai sognato di fare), lo è altrettanto una loro generale demonizzazione.

3. Come ha scritto molto bene Nicola (Saracino), con questo metodo si potrebbe distruggere qualunque categoria di persone. Dalle casalinghe ai preti, dai carabinieri agli avvocati, dai medici agli insegnanti. Per ognuna di queste categorie ognuno di noi potrebbe elencare una sfilza di episodi orribili sulla base dei quali chiedere il rogo per tutti.

4. Gentile Avvocato, Lei tiene da canto una lista di sentenze orribili. Anche io ho le fotocopie di decine di sentenze che disonorano i loro autori (nella sidebar del nostro blog trova anche un link a un blog con gli strafalcioni di alcuni magistrati), ma La debbo informare che ho, moltiplicati per mille (non per ragioni corporative, ma perché gli avvocati siete enne volte di più dei magistrati), atti altrettanto vergognosi degli avvocati. Nel mio "bestiario", insomma, magistrati e avvocati sono rappresentanti entrambi. E non mi dica che i magistrati hanno più responsabilità degli avvocati, perchè essendo Lei avvocato civilista, sa quanto le parti vengano letteralmente assassinate statisticamente più dagli errori dei loro avvocati che da quelli dei giudici.

5. La via di qualunque riforma non è la lapidazione indiscriminata di intere categorie di lavoratori (come fa Brunetta con gli statali, per esempio), ma l'individuazione concreta dei mali concreti. Così come l'individuazione e la denuncia di mali veri aiuta a migliorare, la denuncia di mali falsi peggiora la situazione, perchè, facendo di tutta l'erba un fascio, scoraggia chi lottava per fare meglio.

6. Oggi come si fa a pretendere che un magistrato si impegni di più se, qualunque cosa faccia, viene coperto di insulti, minacce, vituperi, denunce, eccetera?

7. Non è affatto vero che il concorso di magistratura sia un concorso "truccato". E', proprio al contrario, uno dei più seri. Considerate che l'80% dei magistrati risulta laureato con il massimo dei voti. Cosa che, ovviamente, non garantisce che saranno bravi magistrati, ma dimostra che il concorso è - sotto il profilo tecnico - correttamente selettivo.

8. Non è affatto vero che i magistrati lavoriamo poco. Alcuni di noi, purtroppo, rubano letteralmente lo stipendio. Proprio come accade in mille altre categorie di lavoratori, ma la stragrande maggioranza di noi lavora giorno e notte. Sabati e domeniche. Non mi ricordo un anno in cui io abbia veramente goduto delle ferie e non le abbia passate a scrivere sentenze arretrate. Trattare tutti come lavativi, induce chi di noi lavora veramente troppo a smettere di farlo.

9. Così come non è vero che guadagnamo troppo. Guadagnamo, secondo me, il giusto. Molto meno di nostri omologhi, come, per esempio, i giudici amministrativi o gli avvocati dello stato (ma su questo, mi permetto di rinviare all'articolo “Il mio stipendio”, che si può leggere su questo blog). E ovviamente - ma è giusto che sia così - moltissimo meno di qualunque avvocato tratti cause di valore uguale a quelle che trattiamo noi.

Un caro saluto.

Felice Lima

La Redazione ha detto...

Bene, mi ero preparato ad una sana "scazzottata".

Allo scettico delle 15,36: critichi pure, ma argomenti le sue critiche e le risponderò.

Per l'avvocato alle prese con le esecuzioni immobiliari: lei afferma delle palesi assurdità a proposito del concorso. Se fosse come dice lei la Lega non sbraiterebbe per introdurre l'elettività dei magistrati.
Anche sul secondo punto le sfugge che l'azione disciplinare contro i magistrati - e solo quella contro i magistrati - è obbligatoria, come l'azione penale. Quindi non si cestina un bel nulla, si esamina il caso e si dedice: condanna/assoluzione (non luogo a procedere se prima della discussione).
Tenga presente che la giustizia scontenta la metà dei soggetti con i quali ha a che fare: è normale che se ne lamentino e gli esposti fioccano; ciò non vuol dire che siano fondati.

L'elevato numero di provvedimenti aumenta il rischio di errori materiali, facilmente emendabili con una procedura piuttosto semplice. Questo conferma il sovraccarico al quale veniamo sottoposti, vista la pressione di un numero di avvocati largamente esorbitante rispeto alle reali esigenze della popolazione.


Se mi invia riservatamente la sua identità le farò fare un esercizio: le invio le sentenze di un anno, le ordinanze cautelari, il numero di processi definiti le udienze tenute. Giurista sono io, giurista è lei: provi ad applicare il suo tarifario al mio lavoro (contiamo una sentenza quanto una conlusionale, un'ordinanza come una memoria e così via) e vediamo se ho meritato lo stipendio.

Buon lavoro.

Nicola Saracino

P.s.: ho impiegato 2 minuti a risponderle. Ovvio che lei faccia nottata...

Anonimo ha detto...

Afferma Felice Lima:

"7. Non è affatto vero che il concorso di magistratura sia un concorso "truccato". E', proprio al contrario, uno dei più seri. Considerate che l'80% dei magistrati risulta laureato con il massimo dei voti. Cosa che, ovviamente, non garantisce che saranno bravi magistrati, ma dimostra che il concorso è - sotto il profilo tecnico - correttamente selettivo."

Sarà. Ma come si spiega, allora, che ad un recente concorso più del 45% dei candidati ammessi all'orale proveniva ... da Napoli? Credo invece che il concorso in magistraura non faccia eccezione rispetto alla regola di TUTTI i concorsi pubblici italiani, dove non passano certo SOLTANTO i più meritevoli o i più preparati, che pure vi sono, per carità. Tanto che vi sono intere "generazioni" di magistrati: nonno, figlio, nipote ... mettiamoci pure le mogli, i mariti, gli zii, gli affini e i parenti tutti!

In fin dei conti, dovrebbe spiegarmi perché il concorso in magistratura dovrebbe essere l'UNICO concorso pubblico italiano diverso da tutti gli altri!

Quando me lo dimostrerà, cambierò opinione volentieri.

Felice Lima ha detto...

Per Anonimo delle 18.46.

1. Il concorso di magistratura non è affatto "l'UNICO concorso pubblico italiano diverso da tutti gli altri!". Concorsi corretti ce ne sono diversi. Fra i tanti, limitandomi a quelli nel mio ambito di competenza, quello per notaio, quello per referendario del T.A.R., quello per avvocato dello stato e molti altri.

2. Si tratta di concorsi il cui meccanismo - prova scritta anonima e commissione di concorso composta da membri numerosi e di provenienza eterogenea - impedisce "imbrogli". Imbrogli che sono, al contrario, facilissimi quando le prove decisive sono quelle orali (dunque, facilmente manipolabili) e le commissioni sono composte omogeneamente da pochi membri interni all'amministrazione che svolge il concorso.

2. Chi dice che "tutto è corrotto" dice una cosa contemporaneamente falsa e dannosa. Perchè è questo l'alibi dei corruttori e dei corrotti. Dire che "tutti sono corrotti". Che "tutti i concorsi sono truccati". Eccetera. Se tutto fa schifo, nessuno fa schifo. Chi si raccomdanda si giustifica sempre dicendo che "questo è l'unico modo". E invece non è vero per nulla.

3. Molte cose, per fortuna, sono pulite. Molti giudici decidono secondo scienza e coscienza. Molti avvocati difendono veramente i loro clienti e non se li vendono all'avversario. Molti medici ci tengono veramente alla salute dei loro pazienti. Molti insegnati amano veramente i loro studenti. Insultare tutti indistintamente è gesto sconsiderato e dannosissimo.

4. Non so se le statistiche che Lei indica sulla quantità di "napoletani" che ha vinto il concorso sia vera o no. Se lo fosse, la spiegazione sarebbe comunque diversa da quella da Lei proposta.

Io mi sono laureato a Milano. Nella mia facoltà solo noi meridionali sognavamo di fare i magistrati. I nostri colleghi settentrionali sognavano di fare gli avvocati. Il concorso di magistratura a Milano a quel tempo (1983) era considerato tendenzialmente come un ripiego impiegatizio.

Moltissimi magistrati vengono dal sud perchè gli stipendi e lo status professionale risultano buoni per una economia depressa e del tutto insoddisfacenti per una economia ricca.

A Napoli, poi, ci sono alcune prestigiose scuole di preparazione al concorso.

Infine, usando la logica, se il concorso fosse "truccato" secondo logiche politiche e familiari come sostiene Lei, non si vede proprio perchè i napoletani dovrebbero essere in maggioranza.

Signor Anonimo, sappia che se c'è una cosa veramente orribile è lanciare accuse gratuite, prive di riscontri obiettivi.

Pensi quanto sarebbe orribile che io qui scrivessi che gli avvocati sono tutti ladri o i medici tutti assassini o gli insegnanti tutti ignoranti.

Questo è qualunquismo demagogico della peggiore specie. Fumo negli occhi.

Se Le piace, lo faccia pure. Ma davvero non serve a nulla di buono.

Infine, Lei scrive: "Quando me lo dimostrerà, cambierò opinione volentieri".

Le rispondo:

A) Non sono in alcun modo interessato a farLe cambiare le Sue opinioni. Ognuno è anche ciò che pensa. Dunque, il principale interessato ad avere opinioni corrette dovrebbe essere Lei. Io mi preoccupo delle mie. Lei faccia delle Sue ciò che crede.

B) Il Suo modo di ragionare è purtroppo molto diffuso, ma è profondamente sbagliato. Lei accusa me di avere partecipato a un concorso truccato e mi sfida a dimostraLe il contrario, pena il restare della Sua opinione. Invece di spendere argomenti filosofici per spiegarLe quanto il Suo ragionamento sia illogico, immagini che io Le dica: "Secondo me sua moglie è una donna di facili costumi. Mi dimostri il contrario e sarò lieto di cambiare idea". Cosa si potrebbe dire a uno che dicesse una frase come quella che Le ho appena scritto fra virgolette? Nulla. Lo si potrebbe solo lasciare nella Sua tristissima condizione di livorosa arroganza.

Un cordiale saluto.

Felice Lima

Anonimo ha detto...

Per Felice Lima:

Non ho fatto di tutta l'erba un fascio. Né ho mai detto che tutti i magistrati sono indegni del loro ruolo! Ho semplicemente manifestato un legittimo sospetto riguardo ai concorsi, visto che Lei, come me, abita in Italia...

Riporto, comunque, l'articolo di Gian Antonio Stella (autore de "La Casta") che ha ispirato il mio intervento, con un'avvertenza: non mi risponda, la prego, che al Centro-Nord i giovani non vogliono fare i magistrati! Mi trovi un giovane neolaureato, oggi, che non sogni un impiego, magari come giudice civile, con due mattine di lavoro alla settimana (dati inconfutabili: se desidera Le faccio nomi e cognomi a iosa), un minimo di 150 sentenze annuali da scrivere con comodo a casa (ivi compresi i "281-sexies") e la sicurezza di prendere, dopo ventidue anni di lavoro, la bellezzza di quasi 6.000 Euro NETTI al mese, proseguendo, e incrementando i guadagni, fino a 75 anni! Chi è, allora, quel PAZZO del Nord che preferirebbe fare l'avvocato, visto come è ridotta oggi la professione?

(continua)

Anonimo ha detto...

(segue)

Articolo di Gian Antonio Stella (anno 2003):

"O la statistica è birichina assai o c' è qualcosa che non quadra nell' attuale concorso di accesso alla magistratura. Quasi un terzo degli aspiranti giudici ammessi agli orali, che cominceranno fra un mese, vengono infatti dall' area della Corte d' Appello di Napoli, che rappresenta solo un trentacinquesimo del territorio e un dodicesimo della popolazione italiana. Un trionfo. Accompagnato però da una curiosa coincidenza: erano della stessa area, più Salerno, 7 su 24 dei membri togati della commissione e 5 su 8 dei docenti universitari. Cioè oltre un terzo degli esaminatori. Il che sta scatenando una serie di ricorsi che, insieme con l' inchiesta penale aperta dopo la scoperta dello scandalo della fotocopiatrice di cui il Corriere ha già scritto e con la denuncia di un giudice indignato che ha chiesto a Ciampi l' annullamento della prova, rischiano di far saltare tutto. Sia chiaro: alla larga da ogni tentazione anti-meridionalista. Moltissime delle vittime di questa «anomalia», come provano le email furibonde inviate ai siti Internet specializzati quali www.sarannomagistrati.it, sono giovani laureati meridionali certi d' avere subito un sopruso. Meridionali (e napoletani «sfortunati») sono molti dei firmatari degli esposti al Tar. E ancora meridionale è l' avvocato Giovanni Pellegrino, già senatore della sinistra, al quale sono state affidate una cinquantina di denunce. Un esempio solo: in tutta la Sardegna coloro che hanno superato sia la «preselezione informatica» sia gli scritti, sono stati 6. Uno ogni 266 mila abitanti dell' isola. Contro una media nazionale (alzata dall' impennata partenopea: uno ogni 43 mila) di un promosso ogni 137 mila che senza la Campania sale a uno ogni 187 mila. Tutti tonti, i bocciati? Mah... Forse vale la pena di ripartire dall' inizio. E cioè dalla mattina del 24 settembre 2002 in cui i laureati in giurisprudenza che sognano di entrare in magistratura partendo dal ruolo di uditore giudiziario vengono convocati alla selezione preliminare, un test su una scelta di alcune decine di quiz presi dai 15.743 pubblicati dalla Gazzetta Ufficiale. Le sedi d' esame sono quattro: Torino (tutti i candidati del Nord, tranne l' Emilia), Roma (tutti quelli del Centro, più l' Emilia-Romagna, la Campania e Reggio Calabria), Bari (tutti quelli della Puglia, della Basilicata e di Catanzaro) e Palermo (tutti i siciliani). I convocati sono 25.204, dei quali 1.236 di Roma e del Lazio, 1.008 del distretto di Corte d' Appello di Napoli (tutta la Campania, meno Salerno), 414 di quello di Milano e della Lombardia occidentale (Bergamo, Mantova e Cremona stanno con Brescia). Alla preselezione, in realtà, si presentano in 10.153. Dei quali circa un quinto (1.952, più gli emiliani dirottati alla sede d' esame di Roma) delle regioni settentrionali. Una quota molto bassa, rispetto alla popolazione che, Emilia-Romagna compresa, rappresenta il 44% della popolazione italiana. Prova provata che la toga non gode, al Nord, del fascino che esercita sui giovani del centro ma soprattutto del Sud della penisola. Una disaffezione grave. Accentuata, diciamo così, tra i membri della commissione esaminatrice, presieduta da Michele Cantillo, a lungo presidente della commissione tributaria di Salerno e poi di una sezione della Cassazione. Commissione che vedeva la presenza di 11 giudici (6 delle regioni settentrionali tra i quali Francesco Saverio Borrelli) del Centro-Nord, in rappresentanza del 66% per cento della popolazione italiana, e 13 del Sud, dei quali 7 di Napoli o Salerno, in rappresentanza del restante 34%.

(continua)

Anonimo ha detto...

(segue)

"Ma ancora più anomala era la composizione della fetta accademica della commissione: su 8 professori, infatti, uno veniva da Teramo e tutti gli altri dagli atenei del defunto Regno delle Due Sicilie, con una preponderanza straripante di docenti napoletani: cinque su otto. Tutto regolare, per carità. Tutto regolare. Ma non è questo un metodo geniale per portar acqua al mulino di quei razzisti nostrani che ragliano di una «giustizia terrona»? Non sarebbe stata più saggia, moralmente e politicamente, una scelta meno squilibrata? Certo è che il cammino del concorso è stato fin dall' inizio accidentato. In plateale contrasto con le regole più ovvie previste per un concorso che doveva assumere 350 persone nel ruolo e nel settore più delicati della pubblica amministrazione, per esempio, i fogli consegnati per la prova scritta agli esaminandi non erano firmati dal presidente o da un suo incaricato ma solo timbrati. E furono distribuiti così disordinatamente che moltissimi sono stati portati a casa dai candidati (e se fu possibile portarli fuori è ipotizzabile che qualcuno avesse potuto anche portarli dentro, magari già compilati) per finire come prova delle irregolarità nei fascicoli delle denunce alla magistratura. Alla diffidenza seminata tra i giovani con questo andazzo un po' arruffone per una prova così delicata, fu aggiunta una scheda elettronica con i quiz, tipo la nuova patente di guida, non sorteggiata ma nominale: a Mario Rossi i quiz destinati a Mario Rossi, a Luigi Bianchi i quiz destinati a Luigi Bianchi, con tanto di fototessera dell' aspirante uditore. Viva la fiducia, ma non sarebbe stato meglio evitare anche il sospetto che il raccomandato Tizio Caio avesse avuto i suoi 90 quiz accuratamente scelti tra i più facili? Non bastassero le polemiche, ecco arrivare infine lo scandalo fatto esplodere dalla «fotocopiatrice legalitaria e giustizialista». Ricordate? Una delle toghe della commissione, la napoletana Clotilde Renna, chiese ai colleghi come fosse andata una sua protetta. Ricostruzione del giornale online Diritto e giustizia edito dalla Giuffrè: «I colleghi mostrano il risultato: respinta, c' erano alcune lacune che non consentivano un giudizio favorevole. "Ma come - chiede il magistrato-commissario - è una ragazza molto brava". "Sarà - rispondono - ma la prova non va bene". Il giudizio era già stato verbalizzato, non c' era più niente da fare». A quel punto la donna, decisa comunque ad averla vinta, si introdusse di notte nella sala dov' erano custoditi i compiti, aprì la busta con l' esercizio della raccomandata, infilò un nuovo foglio con alcune correzioni che avrebbero permesso alla sua coccola di fare ricorso al Tar contro la bocciatura. Non contenta, per dimostrare quanto aveva fatto a chi le aveva chiesto un occhio di riguardo per la pulzella, tentò di fare una copia del falso. Al che la fotocopiatrice si ribellò e, grazie all' errore d' impostazione nella programmazione delle copie, cominciò a sfornarne per ore e ore, a centinaia e centinaia. Col risultato di smascherare l' imbroglio e di far scattare la denuncia, l' inchiesta, la rimozione di Clotilde Renna dalla commissione. «Se irregolarità vi è stata, e questo sarà oggetto di accertamento», avrebbe dichiarato la donna poco prima di essere sospesa, «tengo a precisare che la serenità della commissione non può essere in alcun modo messa in discussione e così i lavori da essa compiuti». Grazie, ex-giudicessa: se ce lo garantisce lei!

(continua)

Anonimo ha detto...

(segue)

"Macché: per niente rassicurati dalla serenità della visitatrice notturna, i giovani laureati non ammessi agli orali hanno preso a tempestare Internet di domande. Come faceva la Renna a chiedere notizie di un nome, qualunque fosse, se i temi devono per legge restare anonimi fino al momento in cui tutti (tutti) sono già stati corretti? E come potevano i colleghi della commissione risponderle che la sua protetta era stata trombata se anche per loro ogni compito doveva essere anonimo? E chi diede alla magistrata nottambula le chiavi della stanza dove stavano gli scritti? E come fece la falsaria a individuare la busta giusta se questa doveva essere priva di segni di identificazione? Insomma: siamo sicuri che noi cittadini stiamo assumendo come magistrati tutte persone perbene e non anche qualche furbetto che ha mischiato le carte per indossare la toga? Il ministero e il Csm hanno niente da dire? Ma non è finita. Alla lista dei dubbi, infatti, se n' è aggiunto un ultimo. Messo chiaro e netto in questi giorni in un esposto a Carlo Azeglio Ciampi, Roberto Castelli e Virginio Rognoni dal giudice onorario Carlo Michele Mancuso. Il quale, forte di un cognome siciliano che da solo spazza via ogni ipotesi di polemica anti-meridionalista o bossiana, non solo si richiama a tutte le perplessità già riassunte («pare certo che la correzione degli scritti non è avvenuta in modo collegiale» e senza «alcuna garanzia di eguaglianza, imparzialità e legalità nei confronti di tutti») ma chiede di annullare il concorso anche per lo strabiliante trionfo dei candidati campani: «E' difficile pensare a una percentuale così alta di candidati appartenenti a un solo distretto giudiziario». Mancuso parla espressamente di «provato favoritismo». Altri, più benevoli, citano la mitica tradizione giudirica napoletana. Oppure la preparazione fornita dalle grandi scuole partenopee quali quella di Rocco Galli, così famosa e così frequentata che i corsi ormai si tengono solo a Roma in ampie sale da centinaia di posti quali il cinema «Nazionale» o il teatro «Sistina». O ancora la preponderanza tra gli aspiranti giudici di giovani meridionali, preponderanza che fatalmente porterebbe ai risultati di oggi. Tutto vero. I numeri, però, danno da pensare: è mai possibile che gli ammessi agli orali dei distretti di Napoli e Salerno (un 25° dei candidati, inizialmente) siano 132 e cioè il doppio di tutte le regioni del Nord che messe insieme (tolta l' Emilia Romagna) arrivano stentatamente a 74? Possibile che i ragazzi laziali passati ai preliminari e agli scritti siano stati il 3,7% e quelli campani (tolta Salerno) addirittura il 12%? Possibile che la Campania abbia poco più degli abitanti della Sicilia ma il quadruplo (132 contro 36) dei quasi-giudici e tre volte la popolazione della Sardegna ma 22 volte più geni del diritto? Per non parlare del rapporto con alcune regioni settentrionali come il Veneto e il Friuli, che insieme fanno più abitanti della Campania ma si ritrovano con una dote di futuri magistrati otto volte più bassa: 17 contro 132. Tutti mona? Domanda: c' entra qualcosa, in queste eccentriche coincidenze, un pizzico di campanilismo, familismo, favoritismo? A meno che non sia una domanda impertinente... Gian Antonio Stella".

francesco Grasso ha detto...

Il concorso per l'ammissione in magistratura è senza ombra di dubbio,IL PIU'SERIO,in senso assoluto,di quelli previsti nel nostro Paese e assicura una preparazione medio-alta dei vincitori,comunque si tratta sempre di attività umana.I PROBLEMI INERENTI LA MAGISTRATURA SONO ALTRI!!!
In relazione alle loro ultime lamentele(intercettazioni),va detto che: La privacy, bene giuridico ancorchè rilevante, deve retrocedere difronte alla sicurezza e alle esigenze della Giustizia,in quanto collocati dall'ordinamento in posizione preminente, nella scala gerarchica dei beni giuridici.
Assistiamo sgomenti alla demolizione degli ultimi baluardi a difesa della sicurezza e della Libertà! Mi viene in mente la tragica malinconia del vecchio Hindenburg quando nel febbraio-marzo 1933 assisteva impotente alla caduta della Repubblica di Weimer.
Credo sia giunto il momento di guardarci tutti negli occhi e di vedere le cose con obiettività e ricercarne le reali cause e responsabilità.Traendo spunto dall'argomento in questione,va detto che la normativa incriminata è diretta figlia della decisione del Popolo italiano di credere prevalentemente al Pres. del Cons. dei Min.,piuttosto che ai suoi accusatori. E' una decisione Sovrana,reiterata in un arco di tempo assai lungo,e pertanto da tenere in seria considerazione. Il popolo italiano ha ritenuto che la Giustizia ha operato nei confronti dell'indagato in ordine, con ACCANIMENTO. L'accanimento giudiziario,indipendentemente dalla colpevolezza del reo,è elemento giudiziario idoneo a violare nella forma più grave il principio fondamentale su cui si fonda la giustizia"legge uguale per tutti" e pertanto in grado di DELEGITTIMARLA. Lo stato poi di una giustizia ritenuta dal popolo, inesistente ,quando non iniqua,la presenza di un C.S.M.totalmente estraneo al comune sentire in grado di sanzionare i magistrati che più il popolo ammira(un esempio che vale per tutti ,CARLO PALERMO)ed assicurare una totale impunità la ove il popolo chiede la sanzione(provvedimenti abnormi, violaz art.124 c.p.p.p),hanno completato l'opera.

Felice Lima ha detto...

Per Anonimo delle 19.55.

Mi arrendo!

Siccome, come dice Lei, siamo in Italia, tutto fa schifo.

Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, anche loro figli di qualcuno e promossi con un concorso falso.

Anche io. Siccome non ho le prove di avere partecipato onestamente a un concorso onesto, faccio schifo come tutti.

Facciamo così, come dice Lei, ammettiamo che tutto è sporco e tutto è falso per definizione e fino a prova contraria.

L'interrogativo che resta è: Lei è l'unica persona per bene che fa eccezione o Lei è come tutto il resto e Le serviva un alibi?

In entrambi i casi, certo la Sua vita dev'essere triste assai.

Quanto alle "due mattine di lavoro alla settimana", poiché Lei è una persona del settore, mi permetta di dirLe che è semplicemente vergognoso che Lei contrabbandi le udienze con il lavoro.

Lei sa benissimo che il lavoro dei giudici, purtroppo, non si esaurisce nelle udienze. I processi delle due udienze (che per molti di noi sono spesso tre e anche quattro) vanno studiati - prima e dopo - e i provvedimenti decisi prima e scritti poi.

In conclusione, resti pure con i Suoi rancori e le Sue rabbie e si cerchi per essi tutti gli alibi che vuole.

Sappia - solo per notizia - che esiste anche un altro modo di vivere.

Un modo più equilibrato, che sa che il mondo e la vita sono un confronto quotidiano fra il molto male che s'è in giro e il molto bene che pure non manca.

Alcuni passano la vita a impegnarsi per identificare il bene e il male in concreto e per cercare di fare prevalere un pochino di più il bene. Che non ha mai prevalso e non prevarrà mai del tutto, perchè gli uomini sono liberi (e dunque possono fare sia il bene che il male), ma che può essere più o meno aiutato.

E' certamente faticoso, ma fa stare bene l'anima.

Altri passano la vita a imprecare, maledicendo tutto e tutti ... "fino a prova contraria".

E' decisamente meno faticoso. Ma è tristissimo. E soprattutto è terribilmente inutile.

Felice Lima

Anonimo ha detto...

FELICE LIMA? SANTO SUBITO!!!

salvatore d'urso ha detto...

Caro dott. Saracino...

La devo riprendere...

Ha dimenticato l'esempio più eclatante...

Quello dei politici...

E per trovare dei buoni esempi... negli ultimi 30 anni si fa davvero fatica...

Riguardo invece al problema della casta giudiziaria...

premetto di non aver letto il libro e quindi ragiono su ciò che posso dedurre dall'articolo del dott. Saracino...

Per quanto riguarda la questione economica... credo che il magistrato venga pagato troppo poco per le responsabilità che ha... e per il tipo di lavoro che svolge con tutti i rischi e pericoli del caso.

Per quanto riguarda i concorsi... non ho nulla da obiettare sul metodo... cioè che il magistrato viene assunto solo se passa il concorso... sul fatto che passino solo i migliori e i meritevoli... ho molti dubbi... ma di certo le colpe di questo problema non possono essere attribuite a tutta la categoria... ed anche il legislatore... cioè la politica non ha mai voluto affrontare questo problema... forse perchè ne trae vantaggio... anzi ne sono sicuro.

Riguardo a tutto il resto... Livadiotti ha scritto un muchcio di caxxate... grazie ad illazioni o verità poi strumentalizzate e riscritte ad arte per dare l'impressione di ciò che poi era il suo obiettivo... cioè di far sempbrare quanto più possibile la magistratura una casta... senza però mai parlare del vero male che ultimamente soprattutto si sta insinuando all'interno della magistratura e delle riforme ad hoc per metterla al guinzaglio del potere... politico ed altro...

salvatore d'urso ha detto...

Per l'avvocato anonimo...

Non tutto ciò che cirve Stella o qualsiasi altro giornalista... soprattutto in Italia... sigh... corrisponde al vero... e spesso infatti gran parte degli articoli dei quotidiani tradizionali quando si toccano determinati temi cari al potere politico corrotto... godono e fanno a gara a scrivere pezzettini di vrità e metterci poi dentro quella carica di illazioni che ci fa credere ciò che loro vogliono ma che spesso poi non corrisponde alla verità...

Stella ad esempio ha scritto che circa un 30% di campani ha passato una parte dell'esame... ma omette di dire quanti sono i campani che si sono iscritti al concorso...

Come faceva notare Felice... una buona parte dei giudici in italia sono del sud... per i motivi che Felice ha descritto...

Però in quell'articolo in realtà c'è del vero... e ciò che è tristemente vero... è che l'anonimato non è per nulla garantito... anzi... e c'è un trucco che viene adottato per aggirare tale regola... tale regola che se fatta in modo diverso invece garantirebbe l'anonimato.

Questo lo so... perchè anche nella mia professione c'è la regola dell'anonimato nei concorsi che non viene rispettata...

Il concorso è in buona parte truccato... solo che bisognerebbe capire poi le quote, perchè vengono fissate delle quote, di quanti raccomandati devono poi passare l'esame. Per questo è stata scartata la protetta della dott.ssa... se non c'erano quote ed era tutto marcio... sarebbe passata tranquillamente...

E quindi poi il dubbio... questi raccomandati divenuti magistrati poi a chi rispondono?... Poichè hanno un debito... e credo che parte di questi debitori debbano quel posto anche a certi politici influenti... che oggi umiliano la magistratura...

E questo credo che giustifichi anche il fatto che quella parte malata della magistratura è caratterizzata soprattutto da questi soggetti...

Quindi in realtà con chi ce la dobbiamo prendere?...

Non credo che attaccare tutta la magistratura risolva il problema... anzi lo alimenterà a dismisura...

E lei avvocato... mi permetta... troverà ancora più giudici che rientreranno nell'elenco da lei fatto di non meritevoli a svolgere tale sacro compito.

Ma agli italiani piace pensare facile... ed è per questo che ci meritiamo forse i mali che abbiamo.

Massima solidarietà ai giudici che svolgono la loro professione come Felice Lima... e riescono a fare l'onesta autocritica della propria categoria accollandosene poi ingiustamente tutte le conseguenze. Ma come Felice una volta ha detto... quello che fa, lo fa perchè è giusto farlo... perchè altrimenti si sentirebbe in debito con la propria coscienza... e quindi meno uomo. Ed è di gente così che ha tanto bisogno questo paese...

Anonimo ha detto...

Rispondo a Felice Lima, per contestargli garbatamente alcune sue interpretazioni:

In primo luogo, NON HO MAI DETTO che TUTTI i magistrati sono indegni del loro ruolo!

Anzi, penso che LA MAGGIOR PARTE di loro meriti il posto che occupa.

Spero d'esser stato chiaro: ho SOLTANTO detto che il concorso in magistratura NON DOVREBBE SFUGGIRE, IN LINEA DI PRINCIPIO, alle "regole" che presiedono TUTTI i concorsi pubblici in Italia. Con la specificità che, a differenza di altri concorsi della P.A., dove conta soprattutto lo "sponsor" politico, nazionale o locale, qui magari conterebbe maggiormente lo "sponsor" correntizio interno. "Interna corporis", appunto! Non è una certezza assoluta, ovviamente, è solo un'impressione. Qui nessuno sta facendo processi o elaborando dispositivi di condanna, ancorché generici. Si possono ancora esprimere, tuttavia, almeno delle impressioni, se non delle presunzioni "iuris tantum", spero!

Come dicevo, la maggior parte dei magistrati è indubbiamente competente e preparata quanto basta. Ma ciò dipende anche dal fatto, innegabile, che la ripetitività del loro lavoro porta, nel tempo, ad equiparare e omologare i livelli, per cui anche un magistrato di eccellente e superlativa preparazione dopo anni e anni di sentenze (diciamo mille- millecinquecento?) comincia a vedere la ripetitività delle sue decisioni e ad esse si omologa, abbassando le sue velleità iniziali. Laddove, all'opposto, un giudice inizialmente non troppo preparato con il passare degli anni impara a gestire un'udienza, a programmarsi il lavoro e a scrivere delle sentenze decenti, arrivando man mano alla "sufficienza".

Non dimentichiamo che il miglior requisito per un magistrato, così come richiesto in Italia, non è, difatti, l'acume giuridico (per quello bastano i migliori avvocati, che espongono e sviluppano le tesi difensive), ma la diligenza e la puntualità, ergo la regolarità del suo lavoro.

Riguardo, ancora, ai tempi, per ovvi motivi non posso fare nomi, ma Le assicuro che un mio carissimo amico sin dai tempi dell'università, squisita persona, magistrato eccellente e ipersolerte nel suo ruolo di giudice civile, il giovedì sera ha quasi sempre TERMINATO di occuparsi di diritto, nonostante lo scorso anno abbia depositato oltre duecento sentenze civili di merito, ben sopra la media nazionale, come Lei sa bene!

Nulla rispondo, infine, sugli apprezzamenti e sui giudizi personali, poiché non è mio costume, a differenza di altri, criticare ed esprimere diretti giudizi morali sulle persone che non conosco.

P.S. - E' inutile imprecare, sono d'accordo. Non è mai inutile, invece, cercare e dire, in buona fede, la verità.

Felice Lima ha detto...

Per Avvocato dell'1.11.

Gentile Avvocato,

non intendevo e non intendo essere polemico con Lei.

Il mio intento era solo respingere le Sue infondate denigrazioni puramente congetturali di un concorso che mi è costato lacrime e sangue (in studio e impegno) e di una professione che mi consuma l'esistenza e dimostrarLe come, usando un metodo sbagliato si giunge a un risultato sbagliato.

Intendo solo dimostrarLe come i giudizi faziosi e superficiali non solo non avvicinino affatto alla "verità", ma la tradiscano con molto danno per tutti.

Ribadendo la grave scorrettezza da Lei usata nel fingere di credere che il lavoro dei magistrati si riduca alle udienze (detto fra noi, io trovo le udienze la parte più facile e divertente del mio lavoro. Il faticoso e il difficile è studiare, decidere, scrivere), scorrettezza della quale non ha ritenuto di fare ammenda, Le segnalo gli ulteriori paradossi nei quali Lei incorre nel Suo ultimo messaggio.

1. Lei scrive: "Non dimentichiamo che il miglior requisito per un magistrato, così come richiesto in Italia, non è, difatti, l'acume giuridico (per quello bastano i migliori avvocati, che espongono e sviluppano le tesi difensive), ma la diligenza e la puntualità, ergo la regolarità del suo lavoro".

Premesso che concordo sulla diligenza e puntualità come virtù, l'idea che non serva il resto perchè "per quello bastano i migliori avvocati" è davvero surreale, considerato che il numero di laureati in legge che diventa ogni anno avvocato fa sì che quelli definibili come "i migliori avvocati" siano si e no l'1%.

Ma anche a fare finta che "i migliori avvocati" siano il 99% del totale, resta il fatto che per decidere una causa nella quale si confrontano, su fronti opposti (attore e convenuto) due "migliori avvocati" bisogna essere decisamente attrezzati.

2. Lei scrive di avere un amico che il giovedì smette di lavorare "nonostante lo scorso anno abbia depositato oltre duecento sentenze civili di merito".

Ora, considerando che i giorni lavorativi annui sono circa 250 (365, meno 52 domeniche, meno 30 giorni di ferie, meno Natale, Pasqua e simili), e considerando che ogni giudice oltre alle sentenze deve scrivere anche le ordinanze, i decreti ingiuntivi, i provvedimenti cautelari, eccetera, il suo amico ha scritto poco meno di una sentenza al giorno e diversi altri provvedimenti.

Se ce la fa lavorando da lunedì a giovedì sono evidenti due cose: la prima che si tratta di persona dalle eccezionali e non comuni qualità; la seconda che ha reso al Paese un servizio che pochissimi altri lavoratori dipendenti sono in grado di offrire.

La verità, più probabilmente, è che o non è vero che smette di lavorare il giovedì o le sue sentenze sono di pessima qualità.

(continua)

Felice Lima ha detto...

(prosegue dal commento precedente)

3. Lei scrive anche che "anche un magistrato di eccellente e superlativa preparazione dopo anni e anni di sentenze (diciamo mille- millecinquecento?) comincia a vedere la ripetitività delle sue decisioni e ad esse si omologa, abbassando le sue velleità iniziali".

Come Lei dovrebbe sapere, nessun magistrato può restare più di dieci anni nel posto che occupa.

Questo costringe a cambiare uffici e materie, così che si deve sempre "ricominciare daccapo".

Io in 23 anni di lavoro sono stato giudice del dibattimento penale, giudice istruttore penale (vecchio rito), pubblico ministero, giudice civile della famiglia e della pubblica amministarzione, giudice civile dei risarcimenti e delle locazioni. Dividendo il numero di ruoli che ho ricoperto per gli anni di servizio effettivo (tolto l'uditorato), ho cambiato ufficio in media ogni 4,2 anni. Non ho mai avuto il tempo di annoiarmi o impigrirmi. E ho sempre dovuto studiare tantissimo (e anche lo studio richiede un tempo). Diversamente da Lei, che non considera proprio questa necessità, considero lo studio - dei fatti e del diritto - una delle principali fatiche e una delle principali virtù del magistrato.

4. Lei conclude dicendo: "E' inutile imprecare, sono d'accordo. Non è mai inutile, invece, cercare e dire, in buona fede, la verità".

Il guaio, Avvocato, è che Lei non ha scritto alcuna "verità". "Verità" è qualcosa che deve avere un qualche oggettivo aggancio con la realtà.

Lei ha scritto solo "impressioni" (la parola è Sua). Congetture. Neppure presunzioni iuris tantum, come pretenderebbe.

Per farLe comprendere le conseguenze del Suo metodo, Le descrivo la conversazione tipo di chi lo usa abitualmente. Preciso, perchè resti chiaro, che non condivido per nulla le cose che sto per scrivere fra virgolette e che sono solo un esempio di come ragionano molti italiani, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti: "Eh, caro amico mio, che dobbiamo fare!? Le cose vanno male. I magistrati fanno schifo, perchè il loro concorso si deve presumere corrotto come tutti quelli italiani. E degli avvocati che dobbiamo dire? Eh, anche quelli: si fanno i concorsi a Catanzaro e vengono abilitati tutti. Cani e porci. E poi sono tutti dei filibustieri. Gente bugiarda per professione. Evasori fiscali incalliti. E i medici? Ah lasciali stare quelli: avidi che se ne fregano dei pazienti. Gente a cui interessano solo i soldi. E gli insegnanti? Tutti ignoranti. Ormai non ci sono più gli insegnanti di una volta. E i giovani poi: senza valori, con quei pantaloni che gli lasciano il sedere di fuori. Ormai non si boccia più nessuno. E tutti questi 'negri', poi, che invadono il nostro Paese. Non se ne può più. E poi gli impiegati statali: dei rubastipendio senza pari. Ah, io sto con Brunetta, eh. Finalmente qualcuno che li mette a posto. E i preti, poi: pedofili! Ma per fortuna, amico mio, che ci siamo io e tu. Ah, se tutti fossero come noi: sai come cambierebbe questo Paese. Se io fossi il duce, farei due o tre riformette e metterei a posto questo Paese. Ma purtroppo c'è la democrazia e ci dobbiamo rassegnare".

Felice Lima

Anonimo ha detto...

Sono l'avvocato che si accingeva a preparare la comparsa.

Sono d'accordo cone quanto detto dall'anonimo del 14 ore 1:11.

Sparare nel mucchio o salvare il mucchio non serve.

Occorre separare il loglio dal grano; elinare il primo ed esaltare il secondo. Senza esasperazioni accusatorie ma senza chiusure corporative.

Per la verità avevo pure mandato ieri sera una precisazne in tal senso ma che non è arrivata.

francesco Grasso ha detto...

Circa 35 anni fa,credo nel 1975,in occasione della festa del 25 aprile,chiesi al Presidente della Repubblica di pronunciarsi in maniera compiuta in ordine al significato di "Liberazione" in relazione alla triste circostanza delle modalità di espletamento dei concorsipubblici in Italia. Ricevetti una visita della Digos che mi chiedeva cosa in concreto volessi dire,risposi "nulla più di quanto ho scritto". Ciò premesso è fuori dubbio che esiste una vasta differenza in odine alle circostanze non soddisfacenti che affliggono i concosi. A mio avviso posta tale scala, al primo posto per correttezza dei concorsi va posto il concorso per la magistratura,all'ultimo quello per docenti universitari.

Anonimo ha detto...

Per Felice Lima:

Avevo detto "i migliori" avvocati, dando per scontato che la maggior parte di loro, che hanno comprato l'esame a Catanzaro (percentuale promossi 99,7%, mentre a Milano passava solo il 5% !!!), non sia degna neppure del titolo di cui oggi possono indebitamente fregiarsi. Non per nulla oggi a Roma vi sono quasi più avvocati che in tutta la Francia! Il danno principale per la Giustizia è questo: che mentre il personale di cancelleria negli ultimi venti anni è diminuito, il numero degli avvocati è decuplicato, con la compiacenza dei magistrati, che hanno aperto solo un procedimento penale per un anno soltanto (il 1997), finito con la "solita" ... prescrizione!

Riguardo al mio amico, Le devo precisare che il numero di sentenze da lui scritte e il suo (meritato) tempo libero dipende anche dalla frequente applicazione dell'art. 281-sexies, che stranamente ancora oggi (recentissima riforma a parte) non viene applicato come dovrebbe. Per la precisione: egli ha sul ruolo circa 1050 procedimenti civili, laddove in altra Sezione del suo tribunale i numeri scendono a 600-700 pro capite. Nel mio Tribunale, invece, i numeri salgono sino a 1300, con picchi annuali di 1600! Altra "stranezza" tipicamente italiana!

E' anche vero che proprio l'altro ieri ho visto con i miei occhi una sentenza civile di merito "normale" (non ex art. 281-sexies), scritta da altro giudice, che constava di quattro righe di "svolgimento del processo", di nove righe di "motivi della decisione" e del dispositivo: in tutto, UNA PAGINA, salvo l'intestazione a cura della cancelleria! Almeno, il mio amico, quando scrive una sentenza "normale" scrive mediamente un pochino di più: circa sette-otto pagine.

Lei ha scritto bene: un magistrato non "dovrebbe" restare nelle sue funzioni per più di dieci anni ... peccato che nel mio Tribunale vi siano soggetti "in loco" da almeno vent'anni, e sempre adibiti alle loro stesse funzioni iniziali, che solo da un anno sono stati destinati ad una sezione distaccata, continuando peraltro a svolgere le stesse funzioni di giudice civile!

Infine, una considerazione: Lei appare un magistrato di eccellente cultura generale. Conosco bene l'importanza, per un magistrato, del "concorso" che ha deciso la sua vita! E' ovvio, pertanto, che qualsiasi attacco, anche velato, alla sua regolarità sia visto quasi come un attacco personale. E' umano.

Ma Lei, con la Sua intelligenza e la Sua cultura, NON HA BISOGNO di difendere "a priori" la Sua categoria, difendendo "a priori" il concorso! Per due motivi: perché è indubbio, come ha detto anche l'avvocato in questo stesso "topic", che molti (almeno un terzo) passano il concorso grazie SOLTANTO alla loro indiscutibile preparazione. Inoltre, perché quello che conta non è il superamento di un concorso, che fotografa UNA TANTUM una situazione che potrebbe cambiare (e di solito cambia, nel tempo) ma come un magistrato ha COSTANTEMENTE a cuore il suo impiego e la Giustizia in generale. E da quel punto di vista non ho nulla da contestarLe, personalmente.

Cordiali saluti.

Anastasio ha detto...

Egregio Dott. Saracino,
siccome sto provando sulla mia pelle certe questioni, desidero esprimere molti dubbi su quanto Lei "campanilisticamente" afferma.

Lei asserisce che: "ogni magistrato è sottoposto ad uno screening sulla quantità e qualità del suo lavoro, e che i suoi provvedimenti vengono esaminati “a campione”, cioè a caso, e se non ha demeritato supera la verifica."

Esiste qualche prova inconfutabile di quello che Lei ci dice?

Qualche pubblicazione, su questi casi di evidente "inefficienza o incongruenza" professionale?

Oppure, questi particolari "screening" avvengono segretamente e a porte chiuse?

Sa perché gli e lo chiedo?

Perchè non mi spiego come sia possibile (se esiste veramente un simile controllo ...) che un Giudice di prime cure, possa calpestare IMPUNEMENTE ben tre art. del C.C. in due sole righe di sentenza ...

Nessun Cittadino italiano può comportarsi in tale maniera, mi sembra quindi inverosimile che un Giudice, possa realizzare simili comportamenti senza essere espulso dalla Magistratura, per comportamento indegno ...

Sono curioso di conoscere una sua opinione in merito, oppure qualche suggerimento per reperire la giusta letteratura in materia.

Spero che questa mia non venga cestinata ...

Cordialmente da Otello Martini

>

Anonimo ha detto...

Inserisco la mia da avvocato. Non ho letto il libro l'ultracasta ma dopo oltre 30 anni di professione un'idea me la sono fatta.
1) Il concorso. E' una sciocchezza dire che esistono percentuali già fissate per stabilire i vincitori. E' vero, invece, che le prove sono esclusivamente teoriche e non danno certezza della qualità del lavoro del Magistrato. Al di là della bravura ( la laurea con 110 e lode) andrebbe valutato l'intuito, la disponibilità a rivedere le proprie posizioni, l'umiltà nei rapporti professionali. Il campo è talmente vasto ( parlo del civile, il penale è enormemente più semplice) che tutti possiamo sbagliare e sbagliamo. Negli ultimi anni la qualità della sentenze è peggiorata, sempre più spesso mi trovo di fronte a provvedimenti un po' sciatti e motivati in parte anche in presenza di precise eccezioni fatte dalla parte. Credo lo si possa attribuire sia all'enorme carico di lavoro che ad una diversa mentalità che prevale oggi sia fra i Magistrati che fra gli avvocati più giovani.
A questo proposito non è corretto confrontare e considerare contrapposte le due categorie di avvocati e magistrati. Senza dubbio la preparazione dei secondi è mediamente molto superiore ma è anche vero che molti avvocati si dedicano allo studio del caso con molto più scrupoli rispetto a taluni magistrati. Nello stesso senso non vanno commisurati i compensi fra un lavoro subordinato con stipendio assicurato a fine mese ed un lavoro autonomo esposto a molti rischi, non ultimo, almeno al sud, l'insolvenza del cliente ( non credo di essere il solo che ha anticipato anche le marche a clienti che non potevano permettersele). Premesso che lo stipendio dei magistrati è mediamente adeguato, non è questo l'aspetto principale. A mio giudizio la grande differenza sta nel fatto che l'avvocato vive un rapporto umano a volte lacerante e "ammortizza" le inquietudine del cliente facendole proprie mentre il giudice ha di fronte a se solo carte e non so quanto veda dietro quelle carte scritte tecnicamente il dramma che le parti vivono.
Ciò detto la mia esperienza è che i Giudici lavorino moltissimo, ognuno di noi può vedere il carico di lavoro che assumono ad ogni udienza e la mole di ordinanze, decreti e sentenze. L'aver mortificato la dialettica e la dinamica processuale con le riforme della procedura civile non ha fatto altro che evidenziare il "collo di bottiglia" che alla fine, inesorabilmente si manifesta. E' inutile restringere i tempi e le possibilità dell'istruttoria se poi non c'è la possibilità di emanare subito la sentenza. L'udienza per l'assegnazione a sentenza si è spostata irrazionalmente molto dopo che tutte le attività istruttorie sono state esaurite. A ciò si aggiunge la cattiva qualità delle leggi ed i conseguenti dubbi interpretativi che fanno aumentare il contenzioso.
In definitiva non è accettabile che il confronto o lo scontro si verifichino fra categoria dei giudici e quella degli avvocati. Sarebbe utile, invece, un maggiore travaso di esperienze fra i due settori come pure, se non si vuole aumentare l'organico dei Magistrati, si potrebbe cautamente attribuire un ruolo ad avvocati veramente competenti e motivati per evitare quello che è successo con i ruoli dei GOA.
Per i Magistrati non può parlarsi di casta perchè non godono di privilegi particolari ma solo di un ottimo stipendio del tutto giustificato dall'importanza sociale del loro lavoro ed il più delle volte dalla mole del lavoro medesimo. Nel civile credo che pochi possano a sfuggire agli impegni ( non credo proprio che possano bastare 36 ore la settimana), per il resto andrebbero più razionalmente distribuiti gli incarichi per evitare che ci siano isole felici il lavoro poco ed uffici super oberati ( vedasi Corte d'Appello civile).
Giovanni, avvocato, Catanzaro

La Redazione ha detto...

Per Giovanni, delle 17,13.
Gentile Avvocato, è davvero un piacere poter dialogare in termini di ragionevolezza con una persona che riconosco come mio compagno di studi, nel senso che parliamo un linguaggio che consente all'uno di comprendere le ragioni dell'altro.
Vado per sintesi.
Il concorso: concordo con quanto lei afferma, nel senso che favorisce la preparazione teroica. E', probabilmente, delle forme di selezione possibili la men peggio di quelel in conreto ipotizzabile se si vuole tenere l'età degli uditori giudiziari al di sotto dei quarant'anni, perché già oggi, tra specializzazioni post laurea, test preselettivi e durata del concorso l'età media degli uditori giudiziari di prima nomina è superiore ai trent'anni.

Lungi da me l'idea di voler "monetizzare" il lavoro del magistrato secondo i criteri con i quali si modulano le parcelle degli avvocati, uso l'espediente dialettico solo per far comprendere ai cittadini che l'essenza della prestazione fornita da magistrati ed avvocati è omogenea, dato che le due categorie provengono dai medesimi studi e, seppure da visuali diverse, applicano gli stessi codici sulla base dei quali redigono i loro atti.
Ad un rapido esame ciascuno potrebbe notare che lo stipendio del magistrato rappresentata una frazione piuttosto bassa della tariffa che gli spetterebbe se foisse un avvocato. E questo, lo ribadisco, è un argomento che uso solo per far capire che il trattamento economico dei magistrati è confacente alle loro funzioni.

L'improrietà dell'accostamento che ho arditamente proposto sfugge soltanto a chi favoleggia dell'"avvocato dell'accusa" a proposito dei magistrati del pubblico ministero.

Concordo, ancora una volta, con lei sulla recente novella civile: 80 giorni sottratti agli avvocati per redigere con calma e ponderazione i loro atti non salveranno il processo dalla sua lunghezza, dato che l'unico termine sul quale si dovrebbe agire e non si è agito è quello che separa l'ultima udienza istruttoria da quella di precisazione delle conclusioni.

Per quanto riguarda l'onere collegato alla stesura della motivazione l'eliminazione dello "svolgimento del processo" dai contenuti necessari della sentenza è solo un avallo formale a quanto già da tempo facevo, poiché mi soffermavo su quel tema solo in caso di questioni particolari richiedenti specifica risposta nella motivazione.

Cordialmente,
Nicola Saracino

francesco Grasso ha detto...

Chi lancia accuse generiche atte a lambire, anche indirettamente questo sito,dovrebbe rinunciare all'anonimato.Quando il dott. Lima riferisce di ricevere accuse di "collusione col nemico" (int.13.6. h.18,14),dice cose tristemente vere ed assai rilevanti, tali da far riflettere seriamente quanti hanno a cuore il bene del Paese. Se il nemico è la verità e la ragione, se il nemico è la Dignità morale dello Stato e della Persona, se il nemico è il rispetto del Diritto naturale e dell'ordinamento costituzionale,se è il rispetto di se stessi afinchè ci si possa guardare allo specchio e soprattutto poter guardare negli occhi un bambino che ci sorride,ebbene si,noi siamo collusi col nemico,anzi noi siamo il nemico,rectius, IL VERO, UNICO,REALE NEMICO.Un nemico irriducibile con la N maiuscola.

La Redazione ha detto...

Per Anastasio delle 16,26.

Indirettamente, quanto da lei prospettato conferma quel che ho spiegato nell'articolo: se è vero quanto afferma, evidentemente quella sentenza che tanto le arreca disagio non è stata esaminata in sede di valutazione della professionalità del magistrato perché non estratta a campione; oppure non è escluso che lo sia in occasione della prossima valutazione, se la sentenza non è più antica di 4 anni.

Estratta, oppure no, tra i provvedimenti sulla base dei quali quel magitsrato sarà valutato, il grave errore di diritto è, comunque, specifica causa che giustifica l'applicazione di sanzione disciplinare ed il cittadino che si ritiene leso può presentare un esposto ai titolari dell'azione disciplinare, vale a dire al Ministro della Giustizia o al Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione.

Saluti, Nicola Saracino

Anastasio ha detto...

Egregio Dott. Saracino,
la sentenza di cui parlo, ho ritenuto di doverla portare in appello.

Stando a quello che Lei dice, ritenendomi leso (e fortemente danneggiato) potrei fare "un esposto al Ministro della Giustizia o al Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione"?

E questo indipendentemente e nonostante l'appello in atto?

Oppure è preferibile fare questo esposto, solo dopo che la sentenza d'appello la riformerà, rilevando le tre palesi incongruenze?

Infine, se mi indica qualche corposo testo, dove si tratta in maniera approfondita di tali questioni, La ringrazio volentieri e di cuore ...

Un caro saluto, da Otello Martini

Felice Lima ha detto...

Per Avvocato Giovanni (commento delle 17.13).

Gentilissimo Avvocato,

La ringrazio di cuore per il Suo intervento, che condivido in tutto.

Mi permetto di aggiungere poche considerazioni per portare avanti questo prezioso dialogo.

1. Sono assolutamente convinto, come Lei, che magistrati e avvocati non siano "antagonisti".

Tanto più nel processo civile, nel quale vige il c.d. "principio dispositivo".

Io considero sinceramente gli avvocati miei colleghi di lavoro e ho con loro rapporti eccellenti e di reciproca collaborazione.

2. E' vero che il concorso fa una selezione solo tecnica. E sarebbe davvero preziosa una selezione anche "attitudinale". Il guaio è che la selezione tecnica è l'unica che dà garanzie di anonimato e di oggettività.

Se si introducessero i test attitudinali voluti da Berlusconi, questi diventerebbero lo strumento per "scegliersi" i magistrati. Si formerebbe una sorta di profilo psicologico/culturale del magistrato, fatalmente omogeneo al potere che li seleziona. Fosse anche un potere del tutto "interno" alla magistratura.

3. Come da Lei osservato, il problema è "il collo di bottiglia".

E' impossibile avere quantità e qualità contemporaneamente.

Ferma restando la presenza di molti magistrati dalle doti davvero eccezionali, che riescono a coniugare quantità e qualità, bisogna rassegnarsi alle leggi dei grandi numeri. Quando gestisci 40/60 cause alla settimana la maggior parte degli esseri umani rischia fatalmente di perdere lucidità e/o di cercare "scorciatoie".

4. Sono assolutamente d'accordo con Lei che queste riforme fanno solo danno (con qualche eccezione per alcune norme opportune).

Il potere politico insegue ormai da anni il mito di riforme salvifiche a costo zero.

Si tratta di un imbroglio che fa solo danno.

Tanti auspicano che le motivazioni siano più snelle e addirittura che si aboliscano (ci sono proposte per la motivazione solo "a domanda").

Devo confessare che io sono terrorizzato da queste proposte.

Scrivere la motivazione SERVE A ME.

Anche lo svolgimento del processo mi serve.

Perchè mettendo per iscritto tutto per bene, lo ripasso e me lo vedo nero su bianco davanti.

Mi è capitato molte volte di iniziare a scrivere una motivazione per l'accoglimento della domanda e, a metà della stesura, accorgermi che la decisone era sbagliata. E viceversa: dal rigetto all'accoglimento.

Per decidere bene una causa ci vuole un certo tempo.

Se si avesse troppo tempo si rischierebbe una certa pigrizia. Se se ne ha troppo poco, si rischia approssimazione ed errore.

Attualmente si ha troppo poco tempo.

5. Come osserva giustamente Lei, il lavoro del giudice civile è letteralmente un incubo.

Il giudice penale, se non tiene udienza, viene in qualche modo sostituito e chi tiene l'udienza deve poi decidere la causa.

Se io salto un'udienza, alla prossima mi trovo ottanta cause e prima di rimettere a posto il ruolo, inseguo e piango per due mesi.

Tempo fa soffrivo di calcoli al rene. Mi è capitato di andare in udienza imbottito di antidolorifici, non per eroismo, ma per non trovarmi una montagna di arretrato all'udienza successiva.

In questo clima, trovo assolutamente deplorevole che alcuni magistrati "si lascino andare", ma, nei grandi numeri, mi pare del tutto comprensibile e prevedibile.

Giunge un momento in cui chi non ha motivazioni etiche forti, si convince che "non ne vale la pena" e che questo Paese "non se lo merita".

Non è vero, ovviamente, ma è una tentazion einevitabile.

Grazie ancora per il Suo prezioso contributo.

Un caro saluto.

Felice Lima

P.S. - Sono assolutamente d'accordo anche sul fatto che non si possono paragonare gli stipendi dei magistrati agli onorari degli avvocati. Gli avvocati assumono rischi e hanno responsabilità che i magistrati non abbiamo. Inoltre, in molti contesti di "economia povera" gli avvocati sono spesso molto sottopagati rispetto alle difficoltà del loro lavoro.

francesco Grasso ha detto...

Per il dott.N.Saracino(int.18.31)
Illustre dott. Saracino,apprezzo la sua appassionata difesa della Catagoria, soprattutto perchè fatta in un luogo ove la dialettica ed il contraddidttorio è reale e le consentirà una seria riflessione.
La invito,se lo riterrà utile od opportuno,in quanto pertinente alla sua risposta,esaminare il caso 55848/08 QIRINALE,in parte esposto sul mio sito.

La Redazione ha detto...

Per Felice Lima delle 18,50

Se ti serve "lo svolgimento del processo" scrivilo pure.
Mi è capitato di leggere delle sentenze di 20 pagine, 19 erano di svolgimento del processo ...

Io inizio a scrivere solo quando ho deciso la causa, dopo lo studio del fascicolo; quindi per me redigere lo svolgimento del processo è una noiosa perdita di tempo, a meno che non si debba illustrare una particolare questione processuale.
Nessuno dei due approcci è migliore dell'atlro, ma l'eliminazione della norma che mi costringeva a fare quello che serve a te, l'accolgo con favore :-)

Ho già chiarito, in una precedente risposta, il senso del paragone tra stipendio e parcella.
Impegno e responsabilità connotano anche l'attività del magistrato.
Aggiungo solo che, sebbene quella del magistrato non è professione che si scelga per arricchirsi, un trattamento economico confacente favorisce la partecipazione al concorso anche dei laureati più meritevoli, ai quali, diversamente, non mancherebbero le alternative.

Nicola Saracino

La Redazione ha detto...

Per Anastasio delle 18,50.

E' difficile esprimere un parere senza conoscere le questioni.

Non lo farei in ogni caso, perché è compito del suo avvocato quello di guidarla in queste scelte.

Posso solo dirle che nella materia giuridica spesso le questioni si prestano a soluzioni diverse e le vedute divergenti non sono necessariamente prova di impreparazione.

I contrasti giurisprudenziali spesso riguardano la stessa Corte di Cassazione e vengono composti da pronunce adottate a Sezioni Unite; non per questo giudici che sostenevano l'orientamento disatteso dalle Sezioni Unite devono essere puniti ...

Nicola Saracino

Anastasio ha detto...

Gent.mo Dott. Saracino,
mi perdonerà se insisto, probabilmente non mi sono saputo spiegare bene. O per converso sono stato equivocato.
Io non Le chiedevo un parere professionale su una assurda sentenza,anzi su questo punto (avendola fatta leggere, da diversi avvocati, da due Notai, da Geometri e da Architetti, e avendo avuto l'opinione spassionata da tutte queste persone, che tale sentenza oltre ad offendere il buon senso, stravolge i contenuti stessi di ben tre articoli del C.C.) non ho alcun dubbio in tal senso, il caso di dolo è più che lampante.

Ma non contento di quello che mi si diceva, ho acquistato anche un DVD della Juris Data (Edit. Giuffre, per la modica somma di €. 930) grazie al quale, verificando i mille e passa casi giuridici similari, posso confermarLe paro paro, quanto sopra!

Quello che Le chiedevo partiva da una affermazione, che è contenuta nel Suo primo messaggio e che dice testualmente:

"ogni magistrato è sottoposto ad uno screening sulla quantità e qualità del suo lavoro, e che i suoi provvedimenti vengono esaminati “a campione”, cioè a caso, e se non ha demeritato supera la verifica."

Orbene, il mio interrogativo è semplicissimo, quali sono i titoli letterari (i più recenti) che posso reperire, per analizzare meglio e più approfonditamente la casistica in ispece? Oppure si tratta di questioni troppo riservate, perchè un SEMPLICE CITTADINO (nel nome del quale si affermano troppo spesso pomposamente i principi giuridici ...) possa prenderne visione?

Sempre cordialmente da Otello Martini

P.S.

Dimenticavo, come diceva un altro interlocutore più sopra, molti avvocati sono solo dei ciuchi o soffrono di particolare sudditanza nei confronti di un Giudice, ma se un soggetto ha mille ragioni da vendere, non ci sono
e non ci possono essere "contrasti giurisprudenziali" che tengano ...

Anonimo ha detto...

intervengo nel dibattito per affermare che in oltre 20 anni di esperienza nel mondo giudiziario ho conopsciuto un 10% di magistrati bravi...e parlo de dei 3 gradi...gli esposti disciplinari a Roma sono archviati in 3 giorni anche quando forniti di 18 documenti...al concorso in magistratura anni fa su 300 posti venivano amessi 330 persone....ogni anno lo stesso numero.E' normale il dato? Lasciando perdere libri, convegni e lezioni universitarie...famoso il caso dell'attuale Primo Presidente Cote di cAssazione che insegnava alla Ferdinando II ( Università statale) e che aveva già mentito al CSm. Ci sono poi noti magistrati " direttivi" colpiti da pesantissime accuse ( tra cui di massonera e collusione con camorra o mafia) con prove...e premiati con posti di potere dall'uno e altro governo...oppure condannati dalla corte dei Conti ma comunque restati al loro posto..casi notissimi..peraltro riguardanti soggetti che hanno condotto " a vuoto"indagini famose...con contorno di servizi segreti Senza citare altri " vizietti" e " manie" da primedonne.....fino ad organizzzare Convegni per il " quarantennale" in magistratura ..e sentenze copiate par pari da quelle ( spesso contraddittorie) della Cassazione. Potrei citare perchè fui bocciato al concoso...ma risparmio il racconto per non inoridire nel ricordo.Essi ormai non studiano più, non hanno tempo!!!!e utilizzano autiti e carabinieri come personali factotum. Viva Brunetta....Basta così? Mi pubblicherete? Non credo.Aggiungo che per mi riferisco al 90% di quelli che ho incrociato.

Felice Lima ha detto...

Per Anonimo delle 21.11.

Lei scrive: "Potrei citare perchè fui bocciato al concoso...ma risparmio il racconto per non inoridire nel ricordo".

Ovviamente non so perchè Lei sia stato bocciato.

Ma leggendo il Suo commento, un buon motivo poteva essere: uso avventuroso della lingua italiana!

In ogni caso, come certamente sa, è possibile fare ricorso al T.A.R. contro la bocciatura.

Ma immagino che anche i T.A.R. siano pieni di gente spregevole e così magari Le hanno rigettato il ricorso.

Faccia così: scriva a Brunetta e vedrà che lui la farà promuovere.

Felice Lima

Anonimo ha detto...

la vera casta maledetta è quella politica...
http://www.youtube.com/watch?v=1DlYV9wbSWw&NR=1

La Redazione ha detto...

Per Anastasio delle 21,07.

Mi spiace dirle che non esistono pubblicazioni in materia se non le raccolte delle sole "massime" delle decisioni della Sezione Disciplinare (le trova, forse, sul sito www.csm.it).

Pensi che le sentenze per esteso della Sezione Disciplinare non sono, al momento, accessibili, nemmeno ai magistrati e questo per una precisa scelta del CSM dato che le sentenze archiviate nella banca dati giuridica gestita dalla Corte di Cassazione sono disponibili solo per i membri del CSM, i giudici della Corte di Cassazione e della Procura Generale (che è l'ufficio che accusa).

Sicché da un lato i difensori disciplinari, dall'altro gli stessi magistrati interessati a sapere cosa e come si punisce e che cosa no, sono inabilitati allo studio approfondito della materia.

Spero che questa situazione venga presto risolta, avendo già segnalato il problema all'ANM auspicando un suo intervento.


Nicola Saracino

Raffaele Simonetti ha detto...

(1) Avevo sentito del libro ma mi ero guardato dall'approfondire, in quanto lo inserivo del filone avviato da Stella e Rizzo con "La casta". La puntuale e ironica replica del dr. Saracino mi conforta sulla scelta fatta.
Dai tempi di Giannini il qualunquismo ha fatto grandi progressi di stile ma resta sempre qualunquismo.

(2) In un commento al pezzo Censura al “Corriere” e altri yesmen di Carlo Vulpio, apparso su questo blog il 10 marzo scorso (che probabilmente i commentatori critici non hanno notato) ho dato del "furbacchione" a Stella e accennato al motivo.

(3) Da una veloce indagine su Livadiotti (leggendo qualche articolo dalla rassegna stampa della Camera dell'ultimo anno) mi sembra di poter dare del "fazioso" a Liviadotti (ovviamente avendo in mente non Gramsci ma piuttosto Giuliano Ferrara).
I suoi principali bersagli sono sindacati e magistrati, però intervistando il 12 marzo Maurizio Zipponi lo introduce dicendo "non risponde al cliché del sindacalista dei metalmeccanici" (ai primi di aprile si saprà che Zipponi lascia la Fiom per candidarsi con Di Pietro).
Per non parlare dell'intervista del 21 agosto 2008 a Raffaele Bonanni, che dice tutto già dal titolo: "Non saremo IL SINDACATO DEL NO" (maiuscole e minuscole come da originale).

(4) Una settimana fa IL TEMPO (da L'Espresso al TEMPO - che salto!), col titolo "Quando i magistrati si autoassolvono" ha pubblicato ampi stralci del primo capitolo, che ho letto.
Certo il caso è eclatante e i cattivi pensieri sono giustificati (norma sul galleggiamento); ma ci vuole coraggio a rispolverare casi di 30 anni fa e per di più già scoperti dal radicale Mauro Mellini.
Da che pulpito viene la predica! Ma RadioRadicale, la radio che sputa nel piatto in cui mangia e che a seconda dell'orario della trasmissione si proclama servizio pubblico o qualifica qualche istituzione come "cupola mafiosa", è un vulnus ed un'oltraggio da sempre (per non dire della cessione di controllo sull'informazione e del potere discrezionale di cui gode).

(5) Infine una preghiera per gli Anonimi (volevo postare solo questo commento poi non ho resistito):
Fate uno sforzo di fantasia e attribuitevi uno pseudonimo, almeno in una stessa discussione.
Come si fa a seguire repliche e controrepliche se prima bisogna capire quante identità ci sono dietro i tanti "Anonimo" ?

Anastasio ha detto...

Lo vede caro Dott. Saracino,

che esiste (si fatto) una super casta o un'ultra casta? IL C.S.M. !!!
Una casta, che può fare e disfare a proprio piacimento, senza che nessuno possa mettere il naso ...

Lo vede, che quando si parla di Massoneria o di gruppi esoterici all'interno della Magistratura, non sono discorsi campati in aria ?

Partendo dalle sue ultime (e amare) constatazioni, alle quali il sottoscritto La stava attendendo con ansia, non le sembra di poter dire che così tanta inaccessibilità, non è certo un sintomo di limpidezza amministrativa, ma al contrario, fonte essa stessa di mille timori e di sospetti, che non tutto e non sempre sia giustificabile razionalmente?

Le rammento che in uno Stato Democratico e di diritto (sic.) è proprio così che viene definito il n/s ...
Ove viene indetto un Referendum per definire le “responsabilità” di un Giudice ...
Non è certamente corretto, stravolgere il parere del Popolo, con capziose formulazioni di merito (Vassalli docet ...) o con “indimostrabili provvedimenti” realizzati a porte chiuse ... un minimo di coerenza ci deve pur essere.
Deve quindi esistere (e non parlo degli errori scusabili, dato che la materia legislativa è imponente {N.B ***} ... ma parlo di quelli gravi o proditoriamente assurdi, che nessun Magistrato degno di questo nome può o deve commettere nelle sue funzioni ...) più chiarezza in tal senso ... e all'interno della Magistratura, deve poter operare un Organo di controllo, che dimostri vera limpidezza ed onestà di comportamenti, dando trimestrale e pubblica divulgazione di tutte le decisioni disciplinari prese, per dimostrare di voler cacciare al più presto le mele marce e al contempo per meglio onorare il consesso, all'interno del quale molti di voi stanno davvero dando l'anima.

Un ufficio che possa valutare CON LA RUOTA DI DEMING tutte le lamentele e le inefficenze ... e le assurdità realizzate (volontariamente o meno) con gravissimi danni per la n/s società!

Vorrei poter tornare poi su una frase scritta in questo blog dal Dott. Lima “Come ha scritto molto bene Nicola (Saracino), con questo metodo si potrebbe distruggere qualunque categoria di persone. Dalle casalinghe ai preti, dai carabinieri agli avvocati, dai medici agli insegnanti. Per ognuna di queste categorie ognuno di noi potrebbe elencare una sfilza di episodi orribili sulla base dei quali chiedere il rogo per tutti.”

Letta attentamente, questa considerazione del Dott. Lima che riprendeva una sua, bisogna però aggiungere che per tutte queste categorie professionali e per molte altre ancora, dopo aver ottenuto una prestazione non soddisfacente, possiamo pur sempre lamentarci e nei casi più gravi richiedere i danni.
Se un panificio sforna pane bruciacchiato, i clienti li perde e non li acquista.
Se una Tintoria ti rovina un soprabito appena comprato tu ti puoi rivalere.
Se il sarto ti confeziona un vestito troppo aderente, ti deve rimediare il danno, altrimenti tu il vestito non te lo porti a casa.
Se un insegnante inveisce gratuitamente nei confronti di tuo figlio, tu puoi andare a protestare dal Preside ... ecc.

Ma un Giudice di prime cure non ce lo scegliamo noi, e un suo eventuale “errore” (definiamolo così ...) ce lo portiamo appresso per molti anni, prima che possa essere rivisitato in Appello (ammesso che il soccombente abbia altri soldi da spendere per proporre un appello, oppure debba giocoforza accettare il danno e la beffa ...) non so se mi spiego ...?

Ossequi da Otello Martini

>

N.B. ***
In una Repubblica corrotta, le leggi sono tantissime.

salvatore d'urso ha detto...

X Anastasio...

Ma la categoria dei giudici... ragionando adesso un pò più seriamente... è giusto o no che abbia delle diversità rispetto a qualunque altra categoria?... o vogliamo paragonare l'importanza del lavoro di un giudice... la delicatezza anche di tale lavoro... con quello del panettiere o dell'insegnante... senza ovviamente nulla togliere all'importanza anche di queste due ultime categorie citate...

Riguardo agli esempi...

Riguardo al panettiere... Ma perchè lei vuole potersi scegliere il suo giudice?...

Riguardo all'insegnante... ma perchè se un giudice la insulta lei può denunciarlo...

Che poi è umano che un giudice possa commettere degli errori... non riesco a capire quale è la sua pretesa... che questi non possa mai sbagliare?... E comunque il nostro sistema è tra i più garantisti al mondo... poichè per arrivare in cassazione ci vuole il parere di circa 10 giudici... se poi tutto il caso dipende da indagini svolte dalla magistratura... ci sono anche i giudici del gip che valutano se tali indagini sono dovute o meno... non capisco di cosa si lamenta...

Non capisco cosa vuol pretendere... che tale categoria debba essere facilmente linciabile quando un determinato cittadino vuole farlo?...

Si o no...

Sa perchè ci sono anche delle conseguenze... a sputare veleno è sempre facile... ma pensare poi alle conseguenze... non tutti ne son capaci o ne hanno la voglia...

Riguardo al CSM... più o meno sono daccordo con lei... dovrebbe essere più trasparente...

edoammo ha detto...

Mi spiace per ANONIMO, che avra fatto tardi, ma grazie per il post e per la discussione.Molto istruttiva

pensiero libero ha detto...

...continua

Perchè ci dovremmo ricordare un pò tutti... che tali conseguenze più che i giudici le pagano i cittadini... che un giudice sia indipendente... non è un diritto del giudice... ma del cittadino.

Che un giudice lavori senza essere sottoposto a pressioni di alcun genere... è una garanzia per l'intera collettività più che del giudice.

Un sovraccarico di lavoro e un finanziamneto non adeguato al settore della giustizia... si traduce poi in disservizi che noi pagheremo... e non i giudici di cui non sono di certo responsabili... fanno al massimo ciò che è umano fare...

Certo ci sono anche le mele marce... nessuno vorrebbe che le mele marce siano presenti in qualunque settore delle istituzioni... ma il cittadino non ha il potere diretto di cacciare questa o quella mela marcia... ci sono diverse procedure e attraverso quelle può ottenere un qualche risultato...

La procedura principale e dove il cittadino in realtà ha maggior potere è quella del voto... e che da tale esercizio poi scaturiscono delle conseguenze positive e o negative... io penso che il voto sia la madre di tali conseguenze e che quindi i primi responsabili del malfuzionamento di questo o quel servizio pubblico ma non solo... siano i cittadini. E' inutile che ci sforziamo a cercare dei capri espiatori. Dobbiamo farci un bell'esame di coscienza un pò tutti... prima di puntare il dito... altrimenti corriamo il rischio di fare ulteriori danni... e arrivati a questo punto... sarebbe davvero un disastro.

Anonimo ha detto...

Concordo con lo scritto di pensiero libero.
Siamo arrivati anche allo scontro avvocati e giudici.
Per avviare le "necessarie" riforme il passaggio è necessario.
Per quanto in potere dei cittadini: il voto......
in Toscana ci mangiamo qualche consonante e quale vocale: per dire il "vuoto" diciamo: voto.
Alessandra

pensiero libero ha detto...

E ancora... continuo... poichè questa questione mi ha in pratica preso molto...

E quindi con gli esempi...

Una cosa è il panettiere che nell'impasto ha dimenticato di mettere il sale e un'altra è se il chirurgo anzichè asportarmi un rene mi asporta una milza...

Se al chirurgo anzichè fornirgli il bisturi gli diamo un coltello da cucina di certo non possiamo poi aspettarci che l'operazione venga colcusa con successo. O ancora se sempre al chirurgo anzichè lasciarlo lavorare con serenità difficilmente possiamo aspettarci che l'operazione venga fatta bene.

Il cittadino, a mio avviso, non deve prendersela direttamente con la categoria dei giudici... anche perchè questo non gli compete... ciò che compete al cittadino è di prendersela con la categoria politica... e pretendere da questa il buon funzionamento dei vari settori dell'amministrazione pubblica... ma se non si sa scegliere bene il proprio rappresentante o peggio se si sceglie di proposito una persona non corretta... non credo sia giusto prendercela poi con chi di tutto questo ha meno responsabilità ma di fatto ne è solo la triste conseguenza.

E su questo invito volentieri a rileggere alcune favolette di qualche mese fa riportate su questo blog...


Saltimbanchi e democrazia

http://toghe.blogspot.com/2007/09/lira-del-saltimbanco-tra-la-politica-e.html

L'uomo con la "esse" sibilante

http://toghe.blogspot.com/2007/10/luomo-con-la-esse-sibilante.html

Fratelli (d’)Italia

http://toghe.blogspot.com/2008/07/fratelli-ditalia.html

La triste storia di re Leonzio

http://toghe.blogspot.com/2007/10/la-triste-storia-di-re-leonzio.html

Zilim Valed cittadino della Repubblica Caotica del Vattelappeskistan

http://toghe.blogspot.com/2007/11/zilim-valed-cittadino-della-repubblica.html

Il dramma psicologico di una donna travolta dalla vita

http://toghe.blogspot.com/2008/01/il-dramma-psicologico-di-una-donna.html

Teodraco ha detto...

Ho appena letto diverse considerazioni generiche e "qualunquistiche" sul lavoro di noi magistrati. Per evitarle sarebbe opportuno discernere meglio tra i vari aspetti presi in esame e tra i diversi soggetti che compongono la categoria. Proprio per questo sono poco incline a giustificare simili toni da parte degli avvocati, che sono perfettamente in grado di sapere chi lavora e chi no, e soprattutto in che condizioni si trova a operare chi amministra la giustizia (come pure gli avvocati stessi).
Spesso i numeri sono tali da non consentire neppure a chi ha buona volontà di lavorare bene. Trovo, per esempio, che sarebbe meglio essere più indulgenti verso chi gestisce mille fascicoli civili e ne porta quaranta per volta in udienza.
L'indolenza, l'ignavia, la trascuratezza appartengono a pochi, per fortuna.
Cerchiamo quindi di dare a Cesare quello che è di Cesare e di andarci piano con certi giudizi radicali e demolitori.
Per quello che ho visto in tre anni di giurisdizione civile la maggior parte di noi lavora sodo e rende anche più di quello che dovrebbe, in mezzo a mille difficoltà e a costo di parecchi sacrifici personali. A fronte di questi ultimi i famosi tornelli sarebbero addirittura graditi.
Saluti

Anastasio ha detto...

X il Dott. D'urso,

guardi che Lei sta capovolgendo il senso stesso delle mie affermazioni.

Io NON HO MAI DETTO (ma nemmeno ho mai scritto) che la Professione del Giudice non sia più importante e più “delicata” e più meritevole di molte altre, - ho solo ripreso e citato un esempio del Dott. Lima, per segnalargli che nelle altre professioni (sicuramente meno importanti) non è previsto che si possa sbagliare – perchè ne va degli interessi stessi, di coloro che sbagliano.

Ma nemmeno ho mai pensato ho detto, che vorrei potermi scegliere il Giudice, e nemmeno ho mai asserito che un Giudice non abbia la possibilità di sbagliare ... e nemmeno ho mai inteso spargere veleno, mi creda!

E nemmeno ho mai lontanamente pensato che la Professione del Magistrato, debba subire linciaggi.

Non sono mica Berlusconi ...io!

Dove le ha lette o le ha dedotte, tutte queste cose? All'interno dei miei messaggi? ;-/

Io ho solo asserito, che all'interno della Magistratura, deve (dovrebbe) esistere un ufficio di controllo o un apposito Consesso di Magistrati e di autorevoli Legislatori, che possa verificare (onestamente e con LA RUOTA DI DEMING ...) tutte le segnalazioni e gli esposti che ivi pervengano, per determinare chi nel “difficile e delicato ruolo di Magistrato” ha sbagliato in buona fede ... e chi invece ha emesso una sentenza “vergognosamente inconcepibile”.

Non ho mai detto nulla di più e nulla di meno, provi un po' a ricontrollare per cortesia ...

Se vi fosse questo ufficio (penso) si eviterebbero molte richieste di Appello, e qualche mela marcia verrebbe posta all'indice ... ma contemporaneamente non saremmo più qui a parlare delle molte disfunzioni, sicuramente esistenti all'interno di questi Palazzi ... e il Cittadino avrebbe sicuramente più fiducia nella Giustizia. O no?

Sempre in questo Blog il Dott. Saracino (molto giustamente) faceva notare che:
“... la giustizia scontenta la metà dei soggetti con i quali ha a che fare: è normale che se ne lamentino e gli esposti fioccano; ciò non vuol dire che siano fondati.”

Per contro e come ha ammesso poi
onestamente lo stesso Dott. Saracino ... si può certamente dire che: attualmente gli “esposti fioccano” ma non troviamo alcuna traccia di tale fatto, né per sapere se sono pertinenti, né per sapere se sono impertinenti ...

Noi comuni Cittadini, non abbiamo alcun diritto, di poter sindacare queste “attività esoteriche e paternalistiche” del C.S.M.

Cordialmente da Otello Martini

P.S.

Ha mai letto "Contro la Giustizia"? È un libricino scritto da Erasmo Renzo Lombardi ...(Importantissimo Magistrato - recentemente scomparso - più volte incaricato dal C.S.M. di tenere lezione ai v/s corsi di formazione)

Una delle frasi che soleva ripetere è: "IL POTERE FA QUEL CHE GLI PARE, SE GLI PARE E QUANDO GLI PARE" ...

>

Vittorio Ferraro ha detto...

1) Tra giudici ed avvocati ci deve essere reciproco rispetto e riconoscimento dei ruoli.

Le differenze di categoria dovrebbero essere un motivo di arricchimento (diversa ottica ermeneutica) piuttosto che dare corso ad una sterile e dannosa contrapposizione corporativa.

2) Per fortuna, da tempo, è in atto una seria riflessione sulla categoria degli avvocati e sul ruolo che questi devono avere nella società.

Purtroppo il passato è alle nostre spalle e gli scempi sono già stati fatti. Siamo in troppi! Quantità non è assolutamente sinonimo di qualità.

Una seria autocritica credo che sia molto utile per la crescita e la riqualificazione della nostra professione.

3) Caso emblematico. La riforma del processo civile.

Come sempre il legislatore invece di approntare una riforma organica del settore giustizia procede con i soliti ritocchi e rattoppi.

Riforma organica vuol dire non solo modifica del codice di rito ma anche interventi sul piano dell'edilizia (più strutture...), avvio del processo telematico sull'intero territorio nazionale, maggiore personale di cancelleria e dell'ufficio NEP, più giudici...

Ma queste, come si sa, sono riforme che prevedono lo stanziamento di un bel pò di soldini. Ma i soldi non ci sono... almeno per il settore giustizia...
Così è molto meglio una bella riforma del codice di procedura civile: riforma a costo zero.

Questa riforma serve per superare le inefficienze del settore?

Assolutamente no! Soprattutto quando sono interventi non organici.

Almeno ci fosse un legislatore razionale...

Due soli esempi:

a) Alcuni anni fa venne approvata la riforma del rito societario. (quante belle speranze...)
Oggi il legislatore cosa fa: lo manda in soffitta e ne abroga tutte le norme.

b)sempre alcuni anni fa con la legge 102/06 venne introdotto l'art. 3 il quale prevedeva l'applicazione del rito del lavoro alle cause relative al risarcimento del danno da morte o lesioni derivanti da incidenti stradali.

Oggi il legislatore abroga il predetto articolo 3 e ritorna alla vecchia procedura.

A questo punto quale valore dobbiamo dare a questa ennesima riforma del codice di rito?

Alcune norme sono utili, ma molte sono del tutto inutili.

Quanto, poi, alle deleghe al Governo per la emanazione di uno o più decreti legislativi per ridurre e semplificare i procedimenti, e quella sulla mediazione e sulla conciliazione, il pessimismo più cupo mi assale.

pensiero libero ha detto...

X il dott. anastasio...

Mi scusi innanzitutto se non ho specificato a quale parte del suo commento stavo replicando.

E cioè sugli esempi da lei illustrati... in seguito ad altri esempi, a mio personale giudizio, posti da altri utenti che allo stesso tempo rappresentano una falsa visione del pproblema ed uno sbagliato metodo di approccio alla questione.

Poichè in tal modo... se cortesemente si rilegge la qualità degli esempi riportati... converrà che il rapporto è iniquo e ci metto anche infondato.

Poichè i giudici se sbagliano... secondo la legge... sono sottoposti anche loro a giudizio... subendone le dovute conseguenze.

Certo su questo potremmo magari convenire sul fatto che gli errori commessi sono più di quanti in realtà vengono poi sanzionati... ma il metodo esiste e i giudici sanno che se fanno determinati errori rischiano poi di pagarne anche le dovute conseguenze.

Sul fatto che ci sia lassismo nel ricercare e punire tali errori è sempre un altro paio di maniche.

Ma il punto fondamentale che io ho voluto sottilineare e se non si è ben capito me ne scuso e cerco di porvi rimedio...

è che in un paese, qualunque esso sia, dove il degrado peggiore ristagna nel suo stesso popolo e dove è lo stesso che genera una sua classe dirigente quasi del tutto marcia... non si può pretendere che ci siano poi professori, medici, panettieri, ciabattai e magistrati che si distinguano può di altri... e visto e considerato che nella magistratura ci devono finire le persone più equilibrate, degne e preparate della nostra società civile... vedrà che, rapportando gli stessi alle altre categorie professionali del paese, il numero di mele marce è ben più basso.

Il fatto che spesso i migliori tacciono... è dovuto probabilmente dalla cattiva aria che tira... dove di certo il coraggio è un'altra importante virtù... ma che non tutti hanno e che a nessun mortale gli si può pretendere.

Se ho continuato a fraintenderla... me ne scuso in anticipo questa volta... :-)

Salvatore D'urso - Pensiero libero

P.S.: Mi scuso invece con tutti i lettori se a volte scrivo con il primo o il secondo account... il problema dipende dal fatto che passo dal mio blog che sto ancora allestendo a scrivere in questo. :-)

Cinzia ha detto...

Perdonate l'OT
è solo per far notare che per ora solamente la Corte Costituzionale riesce a salvarci dalle deriva legislativa operata dai nostri politici.
Laddove il nostro parlamento non sia impegnato a legiferare per salvarsi dalle inchieste passate e future, si applica con dovizia alla produzione di norme aberranti che non solo ledono il libero arbitro e la dignità umana, ma spesso arrivano a danneggiare la salute, con grande spreco di energie, anche economiche, rasentando persino una sostanziale crudeltà pur di affermare dei principi tutti inventati o pretestuosi e propagandistici.
Speriamo che in autunno la Corte ci salvi anche dal lodo Alfano e poi magari dalla legge elettorale (visto che non sarà certo il referendum a farlo!) e dal decreto salva manager e dalle ronde nere e ... ... ...
ma chi ci salverà dal voler considerare, ostinatamente, maggioranza del paese 10 milioni di persone su 43/47 milioni di aventi diritto al voto?!

Procreazione assistita. La Corte Costituzionale boccia la legge 40

...spero che una legge sul testamento biologico non la facciano mai, figlia di una compromesso scellerato, chissà quali altre mostruose aberrazioni potrebbe portare in sé!

Anonimo ha detto...

Per tornare al titolo di questo argomento: "NOI MAGISTRATI non siamo affatto un'ultracasta", suggerirei, questo, di lasciarlo valutare a chi NON è magistrato ... :)

La Redazione ha detto...

Per l'anonimo delle 17,54.

Ho cercato di far comprendere che le disposizioni, anche di rango costituzionale, che circondano la figura del magistrato servono a garantire i valori di indipendenza ed imparzialità della persona che ricopre quella funzione, proprio affrancandola dalla necessità di organizzarsi in "casta".

E' tale quella organizzazione nella quale la forza del gruppo predomina sulle individualità che la compongono perché solo così i "privilegi" della cateogoria possono essere difesi.

La giurisdizione voluta dal Costituente è in mano agli uomini (ed alle donne) come persone; è della loro coscienza, preparazione e serenità che il popolo ha bisogno.
Guai a far prevalere la logica del branco; sarebbe in pericolo la democrazia.

Aggiungo, per tranquillizzare tutti, che sebbene talune patologie affliggano l'attribuzione degli incarichi direttivi ciò (ancora) non impedisce agli altri di rimanere fedeli al giuramento prestato, svolgendo con imparzialità il proprio dovere.

Se questo vale in assoluto per gli uffici giudicanti occorre anche
avvertire che la gerarchizzazione degli uffici di procura rischia di offuscare l'indipendenza dei singoli magistrati del pubblico ministero.

In troppi domenticano che quando il Costituente scrisse la Carta l'attività inquirente, l'indagine (all'epoca definita "istruzione") era appannaggio dei giudici e non del pubblico ministero.

Questo subdolo andar per gradi - prima sottraendo le indagini al giudice e poi realizzando la rigida gerarchia delle procure - tradisce la volontà del Costituente ed allontana l'eguaglianza dei cittadini davanti alla legge.

Nicola Saracino

Unknown ha detto...

Attaccare e delegittimare la magistratura è lo sport del momento.
In realtà, ma il momento non è favorevole, bisogna cambiare la testa al legislatore e non al giudice.

1) Qual è il numero di giudici, in funzione della criminalità, ottimale per numero di abitanti?
2) Per ciascun giudice, qual è il numero ottimale di personale “laico”.
3) Hanno tutti il loro uffico? Di quanti m2 è? E’ decoroso e ben attrezzato? O va bene anche uno sgabuzzino nel seminterrato?
4) Gli edifici sono consoni o sono dei vecchi palazzi? Magari belli e storici ma poco funzionali.
5) Gli edifici sono fra loro raggruppati o sono sparpagliati per la città ovvero: in quante città italiani c’è la cittadella giudiziaria, o il quartiere giudiziario con ampi parcheggi , edifici moderni e funzionali ecc..ecc..
6) L’assistenza tecnica esterna avviene per appalto anche per cambiare una lampada o in ciascuna cittadella giudiziaria c’è un manutentore?
7) Questa cittadella giudiziaria ha anche un direttore amministrativo dipendente dal ministero di giustizia che coordina il personale non togato,la mautenzione,gli sprechi o tutto è affidato alla sorte?
8) Esiste un buon servizio infromatico? Snello e funzionale?
10) Tutte quelle carte sono proprio necessarie o si possono diminuire. All’estero cosa fanno?
Mandano faldoni oppure una semplice cartolina postale in cui il giudice invita il signor X a presentrasi nel suo ufficio?
Perchèer la denuncia di urto occorre riempire tre folgi formati A4, ambo le facce, e non un semplice modulo prestampato?
Le forzxe di polizia sono ben coordinate? Quale parte della loro organizzazione interna influisce negativamente sul lavoro dei magistrati!

SVEGLIATI CITTADINO! NON E’ LA MAGISTRATURA DA CAMBIARE MA LA SUA LOGISTICA E LA SUA ORGANIZZAZIONE PRATICA

Solo dopo li possiamo e li dobbiamo insultare, denigrare,offendere.

IL GIUDICE DEVE ESSERE MESSO IN CONDIZIONE DI LAVORARE 5 GIORNI LA SETTIMANA, 8 ORE AL GIORNO, 11 MESI L’ANNO, CON LA DOVUTA DIGNITA’ E TRANQUILLITA’

Fatto questo non avranno più scuse....

pensiero libero ha detto...

Se posso invitare tutti a fare alcune riflessioni, rispetto alle cose già dette, con ulteriori elementi... e cioè oltre a discutere ovviamente sui problemi inerenti alla magistratura e alle eventuali soluzioni... in questo momento... questa classe politica è in grado di attuare dei miglioramenti al sistema giudiziario?... no perchè già solo guardando ai precedenti tentativi... ne esco abbastanza pessimista... dove tra leggi e leggine e tagli di finanziamenti la curva del sistema giudiziario è andata in caduta libera... e non voglio neanche immaginare come con questa riforma tanta cara a questa maggioranza ed urgentissima possa poi essere più efficiente il sistema giudiziario.

No perchè io ho l'impressione che questo pacchetto di riforme non è altro che la lapide che andrà ad adornare la fossa tanto attentamente scavata da una certa parte del paese... e qui includo un pò tutti...

Mi ricordo che qualche decina di anni fa, quando il sistema giudiziario non era a questi livelli, cioè funzionava piuttosto bene rispetto ad ora... anche se in alcune procure più delicate mancava di tutto... sentivo in tv che bisognava rendere più efficiente il sistema della giustizia... che occorrevano misure più garantiste... che bisognava accelerare le pratiche giudiziarie... che il nostro sistema giudiziario andava riformato... e nel tempo è stato riformato... e i risultati sono gli spot sulla sicurezza o insicurezza del cittadino... il controllo verticalizzato sulle procure... pm che sollevano tombini per poi trovarsi di punto in bianco trasferiti altrove con il coperchio del tombino in mano al suo procuratore... e ancora pm che fanno il proprio dovere essere isolati e minacciati... attacchi da esponenti del parlamento e del governo... i mafiosi paragonati ad eroi... leggi ad personam... sentenze che riportano la dicitura "assolto perchè il fatto non è più reato"... criminali che entrano in prigione e il giorno dopo sono già fuori... altri che con l'indulto nonostante colpevoli e meritevoli del carcere non ci finiranno mai... altri che invece di vedere le sbarre se ne stanno felicemente a casa a prendere il sole magari godendosi i soldi delle truffe perpetrate... ecc...

Ecco... non credo il problema sia risolvibile chiamando il signor Brunetta e dicendogli di far lavorare di più questi sfaticati di magistrati... o di non fare errori di alcun genere... e se ne faranno un bel calcione e via dalla magistratura...

Ok... sono daccordo però sul fatto che di responsabilità su quanto è accaduto siano da attribuire anche agli stessi magistrati... non però andando a cercare l'errore di questo o quel magistrato... ma andando a ricercare chi davvero infanga il buon nome di questa istituzione... e sbattere quelle persone a pedate via dalla magistratura... e tale ricerca non va di certo fatta puntando il dito contro tutta la categoria...

Magari si potrebbe cominciare col regalare un paio di occhiali al nostro ministro della giustizia... anzi ai nostri ministri della giustizia guardacaso tutti un pò orbi... dove invece di mandare ispettori per anni e anni presso quei magistrati che fanno il proprio dovere con sacrificio ed impegno magari ogni tanto li potrebbe inviare anche da quei magistrati che sono risultati scottati da varie inchieste tenute in questi ultimi anni in italia... o anche evitando di fare leggi ad hoc che vadano a premiare un determinato magistrato anzianissimo che si vantava di chiamare cornuto Falcone... e di avergli messo tanto volentieri il bastone fra le ruote rilasciando centinaia di mafiosi... ammazzando certe sentenze.

Ecco...

Parliamo su come migliorare la giustizia e non su come affossarla.

pensiero libero ha detto...

e continuo...

magari adesso che va di moda il detto "ti piace vincere facile", sia a parole che nei fatti... a qualcuno, e non mi riferisco a nessuno che ha scritto in questo forum, potrebbe far molto comodo trovarsi dei giudici compiacenti... che magari quando proprio dovesse capitare che qualche colletto bianco prestigioso venga beccato a commettere qualche reato... questi andrà a trovare il proprio giudice, il quale dovrà farlo accomodare e offrirgli un opportuno caffè, poi con il suo avvocato mettersi daccordo sui dettagli su come sbrogliare questa cosa fastidiosa che si chiama processo... poi salutarsi invitando il giudice ad acciuffare e sbattere in galera questi negri che vengono in italia a rompere i ... poichè adesso ne son troppi anche per i campi di pummarola....

Cinzia ha detto...

GIUDICE di PACE di Roma
40.000 fascicoli a maggio




l'arretrato è il doppio dello scorso anno !!!


l'intervista di Loredana Morandi per il Comitato ATU

Il panorama che si riflette nelle parole della Consigliera impiegata presso gli uffici del Giudice di Pace di Roma della nostra intervista è a dir poco disastroso. Al mese di maggio gli uffici giudiziari romani contano 40.000 fascicoli, un dato rilevato solo ad ottobre nello scorso anno e l'arretrato ammonta quasi esattamente al doppio, rispetto allo stesso periodo del 2008.

Anche presso il Giudice di Pace di Roma la legge 133 ha provocato una notevole carenza del personale, tra coloro che erano solito prendersi carico della monumentale routine giudiziaria. Le stanze sono vuote, ma non perché il personale è a spasso o per l'assenteismo. Mancano i lavoratori, ed al loro posto si affastellano i polverosi faldoni anche sul pavimento. In questo giugno, inoltre, arriverà anche la mole proveniente dalle competenze rilasciate dal Tribunale Civile, ma non c'è posto per le centinaia di nuovi fascicoli negli uffici di via Teulada.

Sul fronte dell'Assistenza Tecnica Unificata il lavoratore chiede di essere affiancato, affiancato da un lavoratore che conosca bene i software e contribuisca con la propria professionalità alla gestione della amministrazione giudiziaria. Questa è la vera natura del lavoratore informatico specializzato ATU: affiancare il personale amministrativo, che non può e non deve avere competenza anche per i software o il funzionamento hardware dei computer. Inoltre i nuovi programmi scelti dal Ministero sembrano addirittura non testati, rispetto ai precedenti, e sono inutilmente complicati: "10 passaggi per inserire 1 nome", con il risultato che anche una semplice routine richiede tempo.

Password? Il Giudice di Pace di Roma lavora senza utilizzare nessuna password. Nessuno, nella carenza di personale, ha avuto il tempo di scaricare le12.000 password per gli avvocati, che ne hanno fatto richiesta. Così, tutti i fascicoli del Giudice di Pace di Roma sono aperti alla lettura di chiunque. Senza privacy.

Oggi, presso il Ministero di Giustizia, si discute con le OO.SS. di informatizzazione della Giustizia e del lavoro di migliaia di tecnici informatici ATU. Il ministro Brunetta ha citato i "bravissimi" impiegati delle Aziende Private a più non posso in questi mesi, facendone addirittura motivo di vanto e arma di discordia nei confronti del lavoratore pubblico. Ma né Brunetta, né per il ministro Alfano il signor Birritteri del dipartimento organizzazione giudiziaria, sono intenzionati a riconoscere a questa categoria di lavoratori una rappresentanza sindacale, stante siano tutti pronti a mandare centinaia di lavoratori al macero della disoccupazione tra pochi mesi.

Cinzia ha detto...

... ciliegina sulla torta...

POTENZA DELLE TRAME - DUE INCHIESTE CHE HANNO DEVIATO LA STORIA DEL PAESE

...illuminante, ma...
non l'avevate mica dimenticato questo, vero?

MISTERI DI STATO - SCOPERTO ECHELON ITALIA

Besugo ha detto...

La difesa dei giudici onesti, laboriosi, che cercano di dare un senso alla loro vita di magistrato, è impresa molto ardua.

Purtroppo casi emblematici, come

il verminaio del caso Marta Russo e la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Roma-La Sapienza



pongono preponderanti dubbi, circa la corretta formazione della coscienza dei magistrati, che accedono alla carriera nell'ambito del potere giudiziario.

Stefano
Genova

Besugo ha detto...

Riascoltare il passato giova al presente?

Molto sommessamente, porgo alla Vostra cortese attenzione la

Relazione: "CSM e Associazione Nazionale Magistrati" del Dott.
Giuseppe Maria Berruti
(Viareggio 26 - 27 ottobre 2007)
La relazione del Dottor Giuseppe Maria Berruti fornisce (a mio avviso) una analisi acuta, con spunti interessanti per coloro che come lo scrivente sono poco avezzi
a tali argomenti.

Stefano
Genova

salvatore d'urso ha detto...

Pescara, 15:55
CONCORSI PILOTATI: DETERMINANTI LE INTERCETTAZIONI
Determinanti nelle indagini che hanno portato all'arresto di Antonio Iovino, dirigente del servizio organizzazione e sviluppo delle risorse umane della Regione Abruzzo, le intercettazioni telefoniche e ambientali. Proprio da una intercettazione e' emerso che un candidato ad un concorso non aveva prodotto un documento indispensabile per essere ammesso, pena l'esclusione. Iovino dunque si sarebbe attivato e avrebbe parlato con il presidente della commissione per dirgli che il documento sarebbe stato inserito successivamente. Dall'intercettazione emerge che il presidente della commissione, grazie alla segnalazione di Iovino, si sarebbe accorto che anche altri partecipanti al concorso non avevano presentato il documento necessario per essere ammessi. A seguito di questo episodio, solo il candidato indicato da Iovino sarebbe stato ammesso mentre gli altri sarebbero stati esclusi. Dopo l'interrogatorio di garanzia del gip Campli, che si terraÂ? nei prossimi giorni, il pm Varone trasmettera' gli atti a L'Aquila per incompetenza territoriale in quanto i fatti contestati sono avvenuti a L'Aquila, Avezzano e Teramo. Cli/Aq/Ett 171540 GIU 09
(17 giugno 2009)

Anonimo ha detto...

Scrive Felice Lima:

"1. Il concorso di magistratura non è affatto "l'UNICO concorso pubblico italiano diverso da tutti gli altri!". Concorsi corretti ce ne sono diversi. Fra i tanti, limitandomi a quelli nel mio ambito di competenza, quello per notaio, quello per referendario del T.A.R., quello per avvocato dello stato e molti altri".

Felice Lima è evidentemente un inguaribile ottimista!

Concorsi "corretti"? Davvero?

Due soli esempi:

Sub a)"quello per notaio": Correva voce già vent'anni or sono che alla famosa scuola di Napoli il titolo di notaio costasse (vent'anni fa) ... duecento milioni di lire! In cambio garantivano il superamento del concorso e il posto. Naturalmente sono solo "voci"!

Sub b) "quello per avvocato": Qui si raggiunge l'apoteosi dell'ottimismo, giacché per oltre dieci anni ha funzionato la "macchina" di Catanzaro, che promuoveva il 99,7% (ripeto: il 99,7% dei candidati), rispetto al 5% di Milano o ad altre percentuali risibili in tutta Italia. Prova ne è che in tutti i fori d'Italia quasi tutti gli avvocati dai trentacinque ai cinquant'anni sono "passati" a Catanzaro, taluni anche dopo diciassette (ripeto: diciassette!) bocciature consecutive ... presso altre sedi. Lo chieda ai suoi amici avvocati. Faccia una rapida statistica. Guarda caso, il numero degli avvocati negli ultimi quindici anni è aumentato esponenzialmente! Ah, dimenticavo: un solo procedimento penale per un solo anno, nonostante il fatto fosse notoriamente durato per almeno un decennio, chiuso poi ... per prescrizione!

Meglio, per carità di patria, che la chiuda anch'io, qui!

Felice Lima ha detto...

Per Anonimo delle 23.25.

Lei contesta ciò che ho scritto sulla base di due ordini considerazioni:

1) Il primo secondo il quale "Correva voce già vent'anni or sono che alla famosa scuola di Napoli il titolo di notaio costasse (vent'anni fa) ... duecento milioni di lire! In cambio garantivano il superamento del concorso e il posto. Naturalmente sono solo "voci"!"

Proprio perchè Lei stesso riconosce che "sono solo voci", converrà con me che la Sua osservazione non ha nulla di serio.

Conoscendo tante persone che hanno vinto e tante che hanno perso il concorso di notaio e conoscendo il meccanismo di selezione delle commissioni, mi permetto di aggiungere che, ove le "voci" di cui Lei parla esistessero davvero, sarebbero del tutto infondate.

2) Il secondo ordine di considerazioni da Lei svolto si fonda sul fatto che Lei o non ha letto o non ha compreso ciò che io ho scritto.

Infatti, come peraltro da Lei riportato testualmente, io NON ho fatto riferimento al concorso per "avvocato", ma a quello - DEL TUTTO DIVERSO - per "avvocato DELLO STATO".

Fatta questa precisazione e confidando che Lei sappia che differenza c'è fra un "avvocato" e un "avvocato dello Stato" e fra i due distinti concorsi, la Sua ironia e i Suoi argomenti restano del tutto privi di senso.

Un caro saluto.

Felice Lima

Anonimo ha detto...

Sì, è vero, ha parlato di "avvocati dello stato" e non di "meri avvocati": tuttavia converrà che gli avvocati dello stato sono delle mosche bianche rispetto alla pletora di legulei che sono la causa prima della crisi, ormai irreversibile, della giustizia civile e penale.

Ad ogni modo, il fatto che non abbia sollevato obiezioni concrete, ma solo questioni preliminari, "assorbendo" il merito della questione, non vale ad eliminare i miei dubbi, giacché non siamo a decidere una causa, ma soltanto a scambiarci delle impressioni ... fino a quando (prescrizione a parte) qualche giudice e/o qualche PM non vorrà rischiare un approfondimento della questione sul piano strettamente legale.

Anonimo ha detto...

Pensavo la questione non desse più spunti di discussione. Il post di anonimo delle 23.25 del 22 giugno mi induce a ritornare sull'argomento. Tra l'altro si cita la mia città, Catanzaro e l'esame per procuratore, oggi avvocato, confondendolo con un concorso. Quell'intervento è un esempio di qualunquismo; chi ha fatto buoni studi giuridici dovrebbe saper distinguere e parlare in base a prove valutate criticamente non solo quando esercita una professione ma, anche, quando si esprime in una conversazione. Trovo indecente che si parli della "famosa scuola di Napoli" come fatto notorio. Davanti a certi Magistrati che commettono errori ripetuti tutti noi ci chiediamo come abbiano potuto superare il concorso, ma estrarne una regola generale secondo la quale il concorso è truccato, è l'esatto contrario di ciò che si dovrebbe imparare a fare studiando diritto. Naturalmente conosco magistrati e notai, compagni di studi, che hanno superato il concorso solo grazie alla loro capacità di studio e sacrificio e alla fortuna di essere preparati sugli argomenti proposti dalle tracce agli esami. Non tutti erano i più brillanti negli studi; è il meccanismo dei concorsi. Se si riesce ad indiviuduare un sistema migliore lo si proponga. Sarebbe un' interessante discussione su questo blog che è stata un po' svilita da alcuni interventi letti in questa discussione sulla "casta" dei Magistrati.
Per quanto concerne l'esame per avvocato a Catanzaro ed il confronto con le percentuali di bocciati presso altre Corti d'Appello posso affermare questo. Hanno frequentato il mio studio tanti praticanti provenienti da Milano, Venezia, Torino, Roma. La maggior parte di essi aveva una preparazione adeguata per poter esercitare la professione ( ricordo, non è un concorso; la vita professionale selezionerà chi avrà successo e chi no ma un'opportunità va offerta). Questi giovani colleghi erano stati bocciati nelel altre sedi. La mia impressione è che a Catanzaro le commissioni fossero troppo indulgenti ma al contempo nelle altre sedi si impedisse l'accesso alla professione per scelta egoistica dei vecchi avvocati senza effettiva valutazione delle capacità. In via programmatica andrebbero previste prove diverse sottratte agli ordini professionali.
Giovanni Pintimalli, avvocato, Catanzaro

Anonimo ha detto...

volevo fare l'avvocato. da sempre. non sono figlia d'arte.
faccio l'avvocato. da tempo.
con passione, impegno, interesse, gioia, soddisfazione, piacere, entusiasmo, disponibilità, rabbia, disappunto, tristezza, scoramento, sofferenza, fatica, ...
la prima volta che ho avuto notizia del dr. lima data ad una sentenza in materia di opposizione a decreto ingiuntivo e chiamata in causa di terzo
sono fiduciosa ed ottimista quanto o forse più del dr.lima
ma la giustizia in italia fa acqua da tutte le parti poichè in questo paese, carente di empatìa, scarsa è la democrazìa
i concorsi, tutti, possono essere superati
il dopo è quello che conta
le garanzìe rilassano i meno convinti ed i meno tenaci ed i meno etici
ci sono di contro avvocati eroici, notai eroici, giudici eroici, medici eroici, idraulici eroici, ristoratori eroici, ecc...ecc... ma povero quel paese che ha bisogno di eroi...
è il quotidiano che interesse
la libertà di pensiero scevra di pregiudizi, la rinuncia ai privilegi, il riconoscimento dei diritti di tutti
quanti magistrati sarebbero in grado di misurarsi tutti i giorni con le difficoltà del mondo del lavoro come gli avvocati?
quante sentenze non hanno capo nè coda ed impugnarle costa in termini di tempo, danaro, fatica?
perchè i dirigenti medici et similia devono rispettare un orario e i giudici no?
i giudici sono molto più di una semplice casta e non difendono le loro prerogative, sacrosante, ma i loro vantaggi
in nome del superamento di un concorso come i notai come gli avvocati dello stato
i medici sono controllati e puniti
svolgono forse una professione meno importante?
arroccarsi non porta al bene di tutti e disaffeziona fino allo stremo anche nei confronti di coloro che si adoperano al meglio
dinastìe di magistrati...tutti convinti, tutti appassionati, tutti bravissimi?
facciamo qualcosa ma in fretta
smettiamola di applicare il principio "ciascuno difende se stesso, cane non mangia cane"
grazie per l'attenzione
rosa3361@virgilio.it

Mauro C. ha detto...

Livadiotti, il 18/06, in un Tg va giù duro: "...se il sistema non funziona è colpa loro, della loro organizzazione...". Parla di un potere infinito dei magistrati, di protagonismo, di privilegi (stipendi alti, legge Piccioni, cifre non accesibili, omissis, sentenze del Csm nella misura dello 0,064%...),...E per indicare quella minima percentuale (di cui il dr Lima con tutti i componenti che reggono il blog certamente ne fanno parte)di meritevoli, si rifà ad una citazione di Montanelli cui definisce un 10% "eroi", il resto "gaglioffi, che quanto ti va bene è per voglia di protagonismo...".
Infatti io, per mettermi al riparo, quando parlo di una certa categoria, da sempre, ne salvo quel 10%. In primis, la mia!
Al dr Lima (e Tinti, che difende "tutta" la categoria, almeno così a me sembra)che salva l'1% di avvocati - e mi trova d'accordo - vorrei solo dire che prendere le distanze solo dal correntismo e organismi vari di tutela categorica - e non dei singoli soggetti e singoli casi - non è sufficiente.
Non ho mai avuto fiducia di quei datori di lavoro, dirigenti, capi ufficio che difendono a priori e comunque i loro colleghi e subordinati...o un'intero settore.
Il problema attuale che vorrei intendere: in tutti questi secoli non si è voluto migliorare la, seppur rozza ma avanzata democrazia ateniese di allora, se ancora oggi vale ciò che sosteneva quel beone di Churchill "La democrazia è la peggior forma di governo… escludendo tutte le altre...La democrazia funziona quando a decidere sono in due e uno è malato"??!!
E chissà se quel "figlio di puttana" (secondo Franklin Delano Roosevelt e non per Montanelli che lo vide..."da buon inglese alzava il gomito,...scagliò per terra la bottiglia di whisky per dimostrare ch’ era vuota...") non fosse un precursore di B. in quanto a giudici? Se ebbe a dire:
"È impossibile ottenere una condanna per sodomia da una giuria inglese. Metà dei giudici non crede che possa essere fisicamente compiuta, e l’altra metà la sta facendo".
Altro che "grumi"? E noi che, assieme a questi, pretendiamo di esportare
"democrazia e giustizia"
Honorè De Balzac:"Da quando le società esistono, un governo, per forza di cose, è sempre stato un contratto d’assicurazione concluso fra i ricchi contro i poveri". E, "Le leggi sono ragnatele che le mosche grosse sfondano, mentre le piccole ci restano impigliate". Infatti, il (grosso moscone) legislatore tesse la trappola ed il (piccolo moscerino) giudice ne resta vittima? (il povero utente che però fornisce il "collante", per restarci appiccicato, nemmeno a parlarne!).
Dove sta la Verità? La ricerca della verità - dice Tucidide - è "faticosa". E, "Il mio racconto risulterà poco dilettevole in una pubblica lettura proprio perché privo di finalità artistiche".
Con un Presidente che se la prende con i "moscerini" a differenza di Obama che schiaccia i "mosconi"! In mondovisione. Con rinnovata stima, Mauro C.

Anonimo ha detto...

La difesa della categoria è una caratteristica delle "caste". In questo blog si verifica né più né meno di quanto accade in Parlamento: sempre pronti a scannarsi tra loro, a parole (e ora, anche a pettegolezzi), ma altrettanto pronti a "far quadrato", quando si tratta di salvare i loro lauti stipendi o di votare all'unanimità, destre e sinistre assieme, il loro aumento!

Felice Lima ha detto...

Per Anonimo delle 15.58.

Scortese Signore,

Lei non sa di che parla.

Lei dice cose del tutto prive di senso con questo livore isterico che ormai ammorba tutti i discorsi degli italiani.

Lei scrive testualmente che qui staremmo cercando di "salvare i nostri lauti stipendi".

La informo - visto che evidentemente non lo sa - che il mio stipendio non è per niente "lauto".

Il mio stipendio è meno di quello che sarebbe giusto che io avessi.

Guadagno meno di un giudice amministrativo con la mia stessa anzianità.

Molto meno di un avvocato dello Stato con la mia stessa anzianità.

Moltissimo meno di tutti i miei amici avvocati con la mia stessa anzianità.

Meno di quasi tutti i dirigenti pubblici con la mia stessa anzianità.

Inoltre, faccio un lavoro abbastanza "rognoso".

Nel corso degli anni ho rischiato più volte la vita, come dimostrato dalla scoperta di ben due concreti progetti di attentato alla mia vita. Ho vissuto per anni sotto scorta, senza potere neppure andarmi a fare il bagno al mare o vedere un film al cinema.

Ho subito per lavoro ogni genere di attacchi, esposti, denunce e simili.

Concludo, dicendole: Lei è libero di pensare dei giudici quello che Le pare.

La informo, però, che il loro stipendio è meno di quello per così dire "di mercato" con riferimento al lavoro che fanno nel contesto in cui lo fanno e paragonandolo a tutti ilavori simili.

Dopo di che, ho già scritto in questo blog che non intendo difendere il mio stipendio e che se un po' di livorosi come Lei lo vogliono abbassare sono del tutto liberi di farlo.

Quando il mio stipendio scenderà ancora, puramente e semplicemente accetterò una delle tante proposte di lavoro molto meglio remunerato che mi sono state fatte e me ne andrò a fare un altro lavoro.

Questo è banalmente il meccanismo: se Lei paga poco per un certo lavoro, quel lavoro finiranno con il farlo coloro che non sono riusciti a farne un altro migliore. I "falliti", insomma.

La qualcosa è proprio ciò che vuole il "regime" oggi: che a fare i giudici ci sia gente con la spina dorsale più debole possibile, che pietisca un salario dal padrone.

Ognuno ha quel che si merita.

Uno come Lei si merita un giudice pezzente, succube di un padrone.

Ha buone probabilità di essere accontetato in tempi brevi.

Felice Lima

Anonimo ha detto...

Confido che Lei, nel giudicare, usi maggior prudenza e maggior pacatezza di quella che dimostra sempre nei confronti di chi, a volte, non la pensa come Lei.

Felice Lima ha detto...

Per Anonimo delle 3.49.

Scortesissimo Signore,

io mi regolo come segue:

1. So distinguere, diversamente da Lei, le diverse situazioni della vita: lavoro, opinioni, divertimento, famiglia, ecc..

2. Nel lavoro applico le regole proprie dell'ufficio. Allo stato, la mia piena idoneità alle funzioni è attestata da tutti i pareri previsti dalla legge e regolarmente dati dalle competenti autorità sul mio conto.

3. Qui - posto del tutto diverso dal lavoro - sono cortese con chi è cortese e franco con chi è scortese e maleducato.

4. Diversamente da Lei - che non ne ha neppure idea - ho chiarissima la differenza fra esprimere delle idee e offendere le persone.

Il commento delle 15.58 al quale ho risposto non è l'espressione di idee, ma una gratuita aggressione a chi scrive questo blog.

In genere mi regolo come segue: ho comprensione delle persone ignoranti, quando sono cortesi.

Dunque, tratto con estrema cortesia chi è ignorante, quando è cortese.

Poi, ho rispetto per chi ha ragione anche quando è arrogante e scortese.

Certo di segnalare che la scortesia non è un buon metodo, ma se quello ha ragione, gliela riconosco.

Quello che considero assolutamente inaccettabile è un ignorante arrogante.

E trovo sbagliato e dieseducativo che una persona che si comporta così venga trattata in modo diverso da come lui tratta gli altri.

Dunque, Signore, se Lei o chi come Lei intende venire qui a discutere, a esprimere opinioni, è ben gradito e sarà accolto con la cortesia di sempre.

Se invece, per Suoi personali problemi, trova piacevole o divertente offendere gli altri, per di più coprendosi dietro un inelegante anonimato che solo per la nostra esagerata magnanimità Le è concesso, non si aspetti cortesie alle quali non ha alcun diritto.

Comprenderà che, alla luce di queste considerazioni, il Suo commento delle 3.49 è un patetico tentativo di ribaldare con un espediente retorico i fatti.

Io sono pacato quando la situazione richiede di essere pacati.

Sono aggressivo e duro quando la situazione richiede questo.

Il commento delle 15.58 non meritava alcuna pacatezza è, dunque, non l'ha avuta.

Quanto alla prudenza, deve informarsi su che cosa è.

Essa è "ars elettiva mediorum".

L'arte di scegliere il mezzo più adeguato alla situazione.

Dunque, è prudente chi in ogni situazione fa ciò che è adeguato alla stessa.

Se Lei entra in Chiesa durante una funzione, è prudente evitare di fare rumore.

Se affronta un assassino, è prudente sparare per primo.

Se fa il cortese con chi le sta sparando, non è "prudente". E' "imprudente". Proprio il contrario di quello che aveva capito Lei.

Ma se tutto questo non lo riesce a comprendere, cerchi di capire almeno la seguente cosa elementare: non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te.

E' un concetto semplice.

Quando le venisse voglia di essere trattato da me con cortesia, basterà che torni qui e, invece di ricorrere a deplorevoli espedienti retorici, esprima qualche cortese concetto.

Le risponderò in musica.

Felice Lima

Anonimo ha detto...

Di una persona apprezzo soprattuto la cultura e l'intelligenza. Quella che Lei nega a me e che io, nonostante tutto, Le riconosco.
Quanto sopra premesso, non La seguirò nel Suo desiderio. Perché, come diceva Ricasoli, "non sono uso portar la livrea di nessuno".
Lei mi ha capito.

Unknown ha detto...

Siamo alle solite scemenze:
1) I concorsi in magistratura sono truccati.
Ammesso che sia vero nessuno propone metodi inattacabili.

2) Nessuno spiega cosa intende per casta, se è positiva o negativa e nel caso come eliminare la casta.

3)Tutti criticano questa casta di "intoccabili", nessuno vuole il magistrato "toccabile" e nessuno indica quale dovrebbe essere la via di mezzo fra l'intoccabilità e la toccabilità.

4)Nessuno tira in ballo i soldi spesi da parte del ministro di giustizia per l'organizzazione giudiziaria. O forse nello stipendio del giudice è compreso anche il toner?

5)Superpagati.Nessuno che scriva a chi deve essere equiparato un giudice. Un ciabattino? un ragioniere? un professore universitario? un parlamentare?

Si arriva sempre alla conclusione che è colpa dei magistrati.Punto.

Anonimo ha detto...

Sono l'anonimo che farebbe un uso " avventuroso" della lingua italiana....con conseguente" giusta" bocciatura al conc. in magistratura. Sconoscevo che nella lingua it.l'aggettivo " avventuroso" potesse associarsi ad " uso". Un divertissement concesso a Cotanta Categoria!!!
Premesso questo , mi scuso per non avere risposto- causa impegni lavorativi- alla replica che ha valutato del mio intervento- contenente notizie precise, alcune delle quali riportate dalla stampa con grande risalto - solo come affetto da evidenti " errori materiali"...errori dovuti al fatto che non scrivo per mestiere sul pc; errori certo ben diversi da quelli commessi in sentenza e spesso spacciati per " errori di dattiloscrittura" ,pur quando i relatori sono forniti di pc portatile ....nessuno escluso.
In verità, ho creduto nella magistratura ai tempi del liceo e mi sono laureato con 110 e maturato con 60/60 ;potrei esercitare come avvocato e insegnare, essendo abilitato( esami scritti ed orali ). Non so se altrettanto può dirsi della categoria in questione ...dopo essere stato spinto al relativo concorso in cui non credevo più proprio da taluni magistrati , tra l'altro, per eloquio e uso della lingua. L'utilizzo appropiato della lingua invece non ho trovato in molte sentenze , carenti anche dal punto di vista logico.
In quanto alla possibilità di ricorsi..vi sono delle note " anomalie" ..e può darsi che talvolta il disgusto sia stato tale da impedire un'impugnativa dall'esito " casuale". Vi è da dire che le mie considerazioni sono condivise anche da molti magistrati che sconsigliano l'impugnativa anche se fondata proprio per incertezza dell'esito dovuta al fattore " umano" . Credevo questo blog molto serio e disponibile ad una sana critica . E' lampante che sono stato pubblicato solo dopo aver trovato il modo ( invero meschino) di vanificare un intervento - testimonianza - corredata di documenti- che spero di trasfondere un giorno in un libro.Sinceramente auspico di riuscire a migliorare il mio italiano " avventuroso"per non essere bacchettato da un lettore attento e privo di pregiudizi e veleno!!!!!Certo che non avrà il coraggio di pubblicarmi, La saluto cordialmente, invitandoLa ad esprimersi con cautela e rispetto verso chi è già stato profondamente deluso da tanti , troppi indegni interpreti di una magnifica missione.

Felice Lima ha detto...

Per Anonimo delle 20.58.

Signore,

Lei rappresenta emblematicamente un "tipo" di Italiano.

Le potrei fare mille sempi per descriverglielo. In breve, direi, quello che sotto il balcone di piazza Venezia inneggiava al Duce che prometteva di "spezzare le reni alla Grecia", salvo stupirsi quando poi la Grecia le reni le stava spezzando a noi.

Lei ha questa assurda pretesa di venire qui a insultarci senza che noi replichiamo.

Lei, in sostanza, trova intelligente pretendere di venire qui a rivolgerci un po' di insensate contumelie senza che noi replichiamo.

Non riesce proprio a comprendere come questo sia illogico?

Se Lei vuole conversare, discutere, confrontare argomenti, ci troverà del tutto disponibili. Ma se il tuo triste obiettivo è l'ennesimo sfogo a insulti senza fondamento, perchè dovremmo lasciarglieli fare in silenzio?

Glieli lasciamo fare perché siamo generosi, ma il diritto di replica mi pare pacifico.

Lei è un bell'esempio del tipo di persona a cui piace pestare senza essere pestato, che critica gli altri, ma se viene criticato invoca il rispetto.

Lei dà del "meschino" al mio modo di scriverLe. Mi permetta di dirle - usando le Sue stesse parole - che se c'è un modo meschino di interloquire è proprio il Suo. A cominicare dal suo vergognoso anonimato.

Infine: ma che senso ha questa puerile minaccia del "Certo che non avrà il coraggio di pubblicarmi ...".

Mi può spiegare perché ci dovrebbe volere del coraggio per pubblicare un po' di inutili insulti?

Ma Lei ha una vaga idea di cosa sia il coraggio?

Lei mi invita "ad esprimermi con cautela e rispetto verso chi è già stato profondamente deluso da tanti , troppi indegni interpreti di una magnifica missione".

Le chiedo: perchè dovrei rispettare Lei, se Lei non rispetta me?

Le chiedo ancora: ha idea di quante delusioni ha preso ciascuno? Potrebbe mettere in conto l'ipotesi di non essere Lei l'unico deluso del mondo e, dunque, smetterla di piagnucolare?

Infine, prima di concludere, mi permetta di darLe un suggerimento: eserciti il pensiero critico sulle cose che Le dicono i Suoi amici.

Lei sostiene che dei giudici Le avrebbero sconsigliato di fare ricorso al T.A.R. contro la Sua bocciatura al concorso di magistratura perchè l'esito sarebbe incerto.

Vorrà convenire sulla completa illogicità di questo argomento.

Infatti, secondo il Suo stesso racconto la situazione sarebbe che Lei sarebbe stato bocciato ingiustamente e non farebbe ricorso perchè l'esito sarebbe incerto. Così facendo, però, l'esito della bocciatura resta "certo".

Le pare logico? A Lei che si è laureato con il massimo dei voti?

Felice Lima

Unknown ha detto...

Per l'anonimo più...insistente.
Vuole per cortesia rileggere il mio post e darmi delle risposte?
Ovvero: perchè non prende spunto dalle mie domande, solo lo spunto, e proporre le sue soluzioni?
Se alle sue probabili soluzioni seguono probabile rettifiche la discussione può essere considerata proficua.Vuole che le si dia ragione? E che ragione sia. Attendiamo delle sue probabili soluzioni ai problemi. fattore umano compreso.

La Redazione ha detto...

All'anonimo inquieto.

Sul concorso.

Nella sezione del libro che si occupa del concorso in magistratura l'autore crede di trarre sostegno alle sue illogiche affermazioni da uno studio del Prof. Di Federico. Il Cattedratico, dall'analisi del dato (stranoto a tutti coloro che si cimentano nel concorso) secondo il quale una buona percentuale di coloro che - avendo superato le prove scritte ma non avendo ancora sostenuto l'esame orale - partecipano al successivo concorso risultano inidonei, trae la conclusione della inaffidabilità del metodo di selezione.

Confesso al Prof. Di Federico, a Livadiotti ed a tutti che io, oggi, dopo 16 anni di professione, se mi presentassi al concorso per uditore giudizario senza un prolungato periodo di studio sarei certamente BOCCIATO. E questo sebbene abbia riportato il massimo dei voti in tutti gli esami universitari.
Da questo dato io traggo la conferma dell'estrema difficoltà del concorso. Vincerlo una volta (che è quanto basta) è un risultato non alla portata di tutti. Figuriamoci due...

Nicola Saracino

Anastasio ha detto...

Chiedo scusa, ma temo che con gli ultimi interventi stiamo uscendo un pò fuori tema, oppure che il Panphlet" di Livadiotti è assai più veritiero di quello che molti italiani (o itaGliani pensano ...) quando pensano a coloro che "dovrebbero" amministrare la Giustizia!

Tenterò di spiegarmi meglio.

Quando si parla di megacasta o di ultracasta, probabilmente si allude ad un gruppo di potere egemone, ovvero un gruppo che esercita un potere di controllo e di predominio, e quindi una vera e propria predominanza che è ai limiti della soperchieria e della invulnerabilità.

Secondo Liviadiotti come si dice in questa pagina di IBS ...

http://www.ibs.it/code/9788845262869/livadiotti-stefano/magistrati-ultracasta.html

... quella dei giudici e dei pubblici ministeri è la madre di tutte le caste. Uno stato nello stato, governato da fazioni che

si spartiscono le poltrone in base a una ferrea logica lottizzatoria e riescono a dettare l'agenda alla politica. Un formidabile apparato di potere che, sventolando spesso a sproposito il sacrosanto vessillo dell'indipendenza, e facendo leva sull'immagine dei tanti magistrati-eroi, è riuscito a blindare la cittadella della giustizia, bandendo ogni forma di meritocrazia e conquistando per i propri associati un "CARNEVALE" di privilegi.

Per la prima volta, cifra per cifra, tutta la scomoda verità sui 9.116 uomini che controllano l'Italia: gli scandalosi meccanismi di carriera, gli stipendi fino all'ultimo centesimo, i ricchi incarichi extragiudiziari, le pensioni d'oro, la scala mobile su misura, gli orari di lavoro, l'incredibile monte-ferie, i benefit dei consiglieri del Csm. E, parola per parola, le segretissime sentenze-burla della Sezione disciplinare, capace di assolvere perfino una toga pedofila.

A questo punto, a mio avviso, le chiacchiere, le contumelie e gli eufemismi più o meno accentuati servono a ben poco per chiarire se siano veri o meno i presupposti dell'autore ... servirebbe assai di più quella onestà intellettuale, che spesso quando si parla o si straparla della n/s Parrocchia) non siamo disposti a tollerare ...

E a questo punto ritengo di dover ribadire quanto già detto (repetita juvant...) un paio di volte in questo Blog:

In tutti i mestieri e in tutte le professioni, si sbaglia, e si deve chiedere scusa - a chi li ha subiti - degli errori anche se involontariamente compiuti ... perchè chi esercita il mestiere di Giudice o di Magistrato, può sentirsi esentato e al di sopra di questa semplicissima considerazione?

Io ritengo che molti Magistrati siano degni della Toga che portano, ma al contempo mi chiedo: perchè, egregio Dott. Lima, lei difende strenuamente anche quel gruppo di persone che (suoi colleghi solo per forma ...) offendono indegnamente la Toga che portano?

O altrimenti e per converso, mi chiedo: perchè non accetta di discutere e di studiare (serenamente ...) "il come fare", per debellare tutto quel ciarpame che sta quotidianamente e ogni giorno di più, entrando ed imperversando in tutti i Tribunali italiani?

Ossequi da Martini Otello

P.S.

Per quanto riguarda la forma più o meno anonima, siamo su internet e ognuno di noi sceglie la forma che più ritiene adatta a comunicare, personalmente preferisco confrontarmi e con chiunque, con il mio nome e il mio cognome e lo faccio da sempre!

Questo non significa che, chi si presenta in forma anonima, non merita tutte le n/s attenzioni e le n/s considerazioni, se dimostra di voler portare giusti contributi e approfondimenti al discorso, e se non si esprime con contumelie ...

La Redazione ha detto...

Per Anastasio.

Un bravissimo chirurgo, il più bravo dei chirughi, compie perfettamente 10 interventi al giorno.
Dall'unidicesimo al quindicesimo, diventa solo "bravino".
Dal sedicesimo al ventesimo scarso.
Dal ventunesimo in poi addirittura pericoloso!

Questo per dirle che è in atto una discussione molto ampia all'interno della magistratura per stabilire quale sia il giusto carico di lavoro che un magistrato deve saper sopportare.

Molti si oppongono, senza rendersi conto che se non si stabilisce "quanto" è giusto pretendere da un magistrato si aiutano i neghittosi (quelli che fanno di meno) e si espongono i volenterosi (quelli che fanno di più) ad errori.

Purtroppo, le sembrerà strano, ma in Italia ci sono dei giudici che gestiscono ruoli di 300 cause ed altri di 3000 cause. Prendono lo stesso sitpendio ma i secondi hanno maggiori possibilità di andare incontro a seri dispiaceri.

Per di più in questo amato paese si ha l'idea che le uniche leggi che non richiedono copertura finanziaria siano quelle che riguardano la giustizia: così, ad esempio, si fa un "pacchetto sicurezza" che genera centinaia di migliaia di processi senza predisporre le risorse delle quali la giustizia ha bisogno.

Un legislatore saggio introduce un nuovo reato eliminandone un altro, che abbia più o meno la medesima incidenza statistica sul totale.
Oppure, se non vuole eliminare alcuno degli illeciti già puniti, deve mettere mano al protafgoglio per pagare i poliziotti, i cancellieri, gli avvocati dei non abbienti, i giudici che saranno necessari per fare i nuovi processi.

Così non è ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Prendersela solo con i giudici equivale ad accusare gli operai per l'errato progetto imprenditoriale di un'impresa economica rivelatasi fallimentare.

Nicola Saracino

Felice Lima ha detto...

Per Martini Otello (commento delle 14.58).

Signore,

Lei scrive:
“mi chiedo: perchè, egregio Dott. Lima, lei difende strenuamente anche quel gruppo di persone che (suoi colleghi solo per forma ...) offendono indegnamente la Toga che portano?”

Ciò che Lei scrive è del tutto privo di qualsiasi fondamento.

Per verificare ciò, potrà semplicemente andare a cercare lo scritto, il detto, il fatto dove io “difenderei strenuamente chi offende la toga”. Non ne troverà alcuno.

Signore, io non ho mai difeso - e men che meno strenuamente - chi offende la toga.

Io ho sempre denunciato in tutte le sedi competenti, interne ed esterne alla magistratura chi offende la toga. Per questo ho pagato e continuo a pagare prezzi molto alti. Non me ne faccio vanto, non me ne lamento né piagnucolo. Semplicemente non posso accettare che il primo a cui ne venga voglia mi dia del complice (foss’anche solo per omissione) di chi non compie il suo dovere.

Chiede anche “O altrimenti e per converso, mi chiedo: perchè non accetta di discutere e di studiare (serenamente ...) “il come fare”, per debellare tutto quel ciarpame che sta quotidianamente e ogni giorno di più, entrando ed imperversando in tutti i Tribunali italiani?”

Dimostra anche in questo caso di parlare senza conoscere ciò di cui parla e di farlo, purtroppo, con una supponenza inversamente proporzionale alla conoscenza che ha di cose e persone.


…segue nel commento successivo …

Felice Lima ha detto...

… prosegue dal commento precedente …


Premesso che il “ciarpame” - come lo chiama Lei - è nei Tribunali né più né meno che in tutto il resto del Paese (nel caso non se ne fosse accorto, i Tribunali non sono peggiori degli ospedali, della scuole, della caserme, dei comuni, delle province, degli ordini degli ingegneri, dei radiotelegrafisti, dei salumieri, dei viticultori, ecc.), premesso questo, trova scritti miei e di altri colleghi impegnati in questo blog sul “come fare” in mille posti. Da internet alle riviste di diritto, dai quotidiani ai mensili, ecc..

Anche solo su questo blog, basterà che legga tutti gli articoli elencati nella lista in alto a destra della homepage, quella denominata “Chi siamo e cosa pensiamo” per trovare centinaia di argomenti scritti proprio da me e da altri su questo tema.

Peraltro, se Lei, prima di parlare, avesse letto il libro di Livadiotti (e Le segnalo che “leggere un libro” è una cosa diversa da leggerne la quarta di copertina su IBS), avrebbe scoperto che in quel libro l’autore cita molte volte proprio me e articoli scritti da me proprio su questo blog. Basterebbe questo a darLe prova della evidente infondatezza dei Suoi assunti.

Il libro di Livadiotti sarebbe stato utile se avesse detto solo cose vere.

Nel momento in cui l’autore, invece, insieme a cose vere, ne scrive anche di palesemente false, rende un pessimo servizio alla verità e al Paese e dimostra di non avere onorato i suoi doveri professionali (un giornalista ha il dovere di informarsi su ciò che vuole raccontare agli altri).

Le denunce servono quando sono vere e rivolte alle persone giuste. Altrimenti alimentano questa cultura berlusconiana secondo la quale i giudici sono tutti “mentalmente disturbati” o brunettiana, secondo la quale gli impiegati statali sono tutti fannulloni, eccetera.

La democrazia è una cosa seria. Nulla le nuoce di più delle chiacchiere infondate e presuntuose.

Lei cita la quarta di copertina del libro ove è scritto, fra l’altro (cito dal Suo commento): “Per la prima volta, cifra per cifra, tutta la scomoda verità sui 9.116 uomini che controllano l’Italia: gli scandalosi meccanismi di carriera, gli stipendi fino all’ultimo centesimo, i ricchi incarichi extragiudiziari, le pensioni d’oro, la scala mobile su misura, gli orari di lavoro, l’incredibile monte-ferie, i benefit dei consiglieri del Csm”.

Consideri che proprio con riferimento agli argomenti citati in questo brano il libro scrive cose palesemente false.



…segue nel commento successivo …

Felice Lima ha detto...

… prosegue dal commento precedente …


In estrema sintesi:

- noi NON POSSIAMO AVERE e NON ABBIAMO incarichi stragiudiziali; ALTRI li hanno (giudici amministrativi e avvocati dello Stato; noi NO!!!);

- Livadiotti cita il lordo degli stipendi in un modo che lo fa sembrare il netto (e come ho già scritto altrove, noi percepiamo meno della quasi totalità di coloro che svolgono lavori analoghi al nostro);

- le nostre pensioni non sono affatto “d’oro”: sono proporzionate ai contributi versati, secondo regole ESATTAMENTE IDENTICHE a quelle di tutti gli altri lavoratori (NON CI SONO regole speciali per le nostre pensioni);

- quello che c’è di incredibile nelle nostre ferie non è che siano tante, ma che le passiamo tutte a smaltire la montagna di carte che accumuliamo durante il periodo non di ferie.

E mi fermo qui solo per brevità.

Felice Lima

P.S. – Per potersi confrontare in maniera concreta su qualunque cosa, è necessario fare prima a fatica di conoscere ciò di cui si parla. Diversamente, perpetuiamo il mito dell’italiano al bar, che si atteggia ad allenatore della nazionale di uno sport che non ha mai praticato.

Anastasio ha detto...

Desidero rispondere punto per punto sia al Dott. Saracino che al Dott. Lima.

Chiedo scusa preventivamente se non sarò breve, dato che per essere il più esaustivo possibile, devo controbattere a molte delle cose qui dette ... e di cospargermi il capo di cenere e poi mettermi perfino in ginocchio sopra i ceci, se solo lontanamente, le mie affermazioni avessero inteso offendere o avessero offeso qualcuno. Non era nelle mie intenzioni credetemi!

Il fatto è che di situazioni anomale (sulla mia pelle e su quella dei miei famigli) se ne sono verificate troppe e ne stiamo sopportando oltre misura, in questi ultimi dieci anni.

L'ultima è di due notti orsono, quando un tizio (appartenente sicuramente al gruppo dei coraggiosi ...) ha deciso di distruggere la mia auto a sprangate.

Niente a che fare con quello che stiamo dicendo? Probabilmente si, secondo una certa logica, perchè ogni faccenda fa storia a se, e anche quando un gruppo di “camarille” si coalizza contro di te e non si riesce a vedere (o non si vuol vedere) che diversi fatti, sono il canovaccio stesso di una ben determinata strategia, tutti i tuoi tentativi di farti sentire diventano inutili e perfino velleitari.

Ma torniamo a noi.

Secondo il Dott. Saracino (e non mi permetto di dubitare) “è in atto una discussione molto ampia, all'interno della Magistratura, per stabilire il giusto carico di lavoro che un Magistrato deve sopportare ...”

Ok, questo è sicuramente un problema da risolvere, ma i danni pregressi arrecati a seguito di sentenze ingiuste (ingiuste, è eufemismo necessario, per non alimentare ulteriori indisponenze ...) quando verranno discussi, e sopratutto quando ben quantificati?

Ma i miei interventi (lo ricordo al Dott. Saracino e a tutti coloro che mi leggono) non vertevano affatto, su questa che può essere una giusta analisi da approfondire, bensì su alcune decisioni prese da un Giudice di prime cure, che rasentano il dolo più che evidente e sistematico.
E non certo degli errori involontari di categoria, dovuti alla stanchezza per carico di lavoro.

Le mie affermazioni, riguardano una precisa serie di fatti e di incongruenze che vanno perfino al di là di quello che hanno scritto Kafka o Pirandello!

E badate bene, se il sottoscritto sta dicendo queste cose, è perchè intende avere GIUSTIZIA (con tutte le maiuscole) ... io e la mia disperata famiglia, non desideriamo niente di più e niente di meno, di quello che PER LEGGE deve esserci riconosciuto!!!

(segue ...)

Anastasio ha detto...

Un altro punto di discussione, rilevato dal Dott. Saracino, è quello che riguarda la mole di giudizi in atto; un imponente numero di cause e di processi che “ingolfano” il sistema Giustizia, il quale viene altresì sabotato e troppo spesso, da coloro che (sedendo e mirando, nel n/s Parlamento) non prevedono quelle che devono essere le giuste risorse finanziarie ...

Si è vero, esiste anche questo problema. Ma nel mio caso (lo ripeto perchè è quello che più conosco ... ) posso dire che in questo benedetto Paese, si fanno cause assurde, cause che in nessun Palazzo di Giustizia del Mondo si accettano come tali. Cause che potrebbero risolversi in due giorni, semplicemente, andando in Questura o facendo un Esposto agli organi competenti ... e invece no, noi siamo italiani, la patria del diritto e quella di Cicerone ...

Infine, posso garantire al Dott. Saracino, che il sottoscritto non se la prende e non se l'è mai presa con i Giudici seri ed integerrimi, ma con I GIUDICI DISONESTI ... e con tutti coloro che trovano in questi (GIUDICI?) le opportune garanzie ...

Per il Dott. Lima che vedo molto infervorato e maldisposto nei mie confronti, desidero garantire che non sarei qui a discutere (con animo aperto e franco) se non avessi letto e notato, tutto quello che storicamente ha affermato e che ora mi suggerisce di rileggere in questo sito web.
Ma il succo, a cui voleva tendere il mio discorso, va anche al di là delle sue giuste rilevazioni e implica il seguente interrogativo ... “quale soluzione bisogna trovare” – e nel concreto – per combattere la malapianta? Sia essa cosciente o irresponsabile dei cattivi frutti che essa produce? Quali strategie dobbiamo adottare, per eliminare le sacche di negatività prodotte dal sistema Giustizia?

Le mie note nei suoi confronti, non erano accuse ma semplici considerazioni.
Sbagliate? Incongrue? Dettate da superficialità? Forse.
Ma mi creda, non mi permetterei mai di accusarla, ci mancherebbe altro.

Leggo tutti i giorni questo sito e dato che lei è uno dei promotori non posso che farle dei complimenti.

E però, bisogna pur dire caro Dott. Lima che i discorsi giovano a poco, se non arriviamo a un risultato vero e confortante e stando anche a quello che lei dice, nel suo ambiente possono perfino produrre danni irreversibili ad una carriera onesta, sopratutto ad una carriera onesta!

Avete un sindacato, avete un ordine importantissimo, fatevi rispettare da chi di dovere.

Proclamate uno sciopero generale ad oltranza, nei confronti del C.S.M. !

Vi garantisco che IN NOME DEL POPOLO SOVRANO dovranno accettare, un sistema più a misura di garanzie, per tutti coloro che desiderano rispettare il prossimo e si aspettano di essere tutelati e rispettati, o no?

Per quanto attiene il parlare a vanvera, le garantisco che non è nel mio stile, e che anzi (a causa di quello che sto vivendo in questi ultimi dieci anni) mi sono molto documentato e ho letto analisi, di cui molti altri itaGliani, non hanno nemmeno sentito l'esistenza.
(segue ...)

Anastasio ha detto...

I contenuti (che lei definisce falsi) dell'opera di Livadiotti, stanno sul mio comodino, in attesa di terminare il “calepino” di Paolo Cucchiarelli (700 pagine di una inchiesta che questo giornalista ha fatto sulla strage di Piazza Fontana ) un librone nel quale si condensano le innumerevoli mistificazioni realizzate in tutti i sensi da coloro che dovevano indagare, ed è per questo motivo che non ho potuto essere più preciso in merito e ho citato la quarta di copertina di IBS.

Ma prima di questo librone, ho letto "Contro la Giustizia" di Erasmo Renzo Lombardi ... (Importantissimo Magistrato - recentemente scomparso - più volte incaricato dal C.S.M. di tenere lezione ai v/s corsi di formazione) e poi ho letto “A un cittadino che non crede nella Giustizia” di Giancarlo Caselli e Livio Pipino Ed. Laterza, “la domanda di Giustizia” di Carlo Maria Martini – mio illustre cognomen – e Gustavo Zagrebelsky Ed Einaudi, “La Giustizia ingiusta” di Gerardo D'Ambrosio Ed. Rizzoli, “Un progetto per la Giustizia” a cura di Livio Pepino e Nello Rossi, “La Palude” di Massimo Martinelli ...ecc. ecc. questo per dire.

E alla fine di tutte queste letture, quali sono le evidenze da rilevare?

Che i problemi della Buona-Giustizia o della Mala-Giustizia sono tanti, e come per un immenso nodo gordiano "non possono essere sciolti" se non ci proponiamo di prendere una decisione che deve essere radicale!

Lei afferma di avere in più parti suggerito o enunciato sul “come fare”, e io confermo che ho letto diverse cose in merito, ma c'è un ma; quando istituiamo un “comitato promotore o un ufficio competente” non solo per parlare di come fare, ma per fare!?

D'altronde, mi sembra che siamo perfettamente in linea e d'accordo che bisogna trovare risposte adatte, o mi sbaglio?

Altrimenti (ribadisco una delle tante cose da lei giustamente affermate nel suo precedente msg.) continueremo a pizzicarci inutilmente “sul come fare”, e questo discorso, gira che ti rigira, lo riproporremo pedissequamente ... concludendo come lei ben rileva, che: “Non serve a nessuno. Nè ai Magistrati nè ai Cittadini!"

Ossequi da Martini Otello

Anonimo ha detto...

All'anonimo laureato con lode: se ce la fai, vai all'estero! Non te la prendere, tu confermi la regola. Sei bravo, e non hai raccomandazioni, o non le hai troppo forti. Ovvio che non sei passato. Non restare in questo paese di servi e di lecchini. Emigra, e rinuncia alla cittadinanza italiana! Lascia che questi "italioti" continuino a scannarsi tra loro, politici contro magistrati e viceversa, per meri motivi di potere. Per loro, "'o cummannà è meglio d'o' fottere". Per te, e per me, no.

Anonimo ha detto...

Egr Dott. Lima, Dott Saracino, Dott.Gala,
avevo già inviato un commento senza alcun riscontro.
Desidero rispondere ai suindicati magistrati circa la regolarità dei concorsi.
Ho partecipato di persona al concorso che si è tenuto in Novembre 2008 a Milano, e Vi assicuro che è stata una cosa allucinante, magistrati che abbandonavano l'aula prima del termine regolamentare, professori universitari che giunsero in sede il giorno dopo la prima prova scritta e via dicsorrendo.
Vi posso garantire che ho assistito personalmente alla triste scena di riscontrare codici commentati, testi giuridici sui tavoli di diversi candidati.
Vi chiedo come è stato possibile ciò? è così difficile per persone esperte come Voi non riconoscere tali testi vietati?
Come si può parlare di meri errori se il bando di gara, il regolamento vieta tassativamente l'utilizzo ai fini dello svolgimento della prova?
La L. 241/90 prevede che se viene meno un elemento essenziale del procedimento, salta l'intera procedura di gara.
Come si possono spillare, oppure, rimuovere i commenti da un codice se ogni esplicazione è sottesa al singolo articolo di riferimento?
Bisognerebbe strappare tutte le pagine, il che è impossibile.
Vi assicuro che i possessori erano figli di magistrati di cassazione, politici e via discorrendo.
Una soluzione sarebbe la motivazione congrua e succinta ad ogni elaborato, per cui il candidato si fa una ragione della propria esclusione. In altre parole il commissario d'esame per motivare deve leggersi attentamente l'elaborato e non dedicargli poco tempo.
Una domanda per il dott. Lima.
Un commissario d'esame mi disse che io potevo scrivere meglio di Carnelutti, Bianca, Mantovani etc. ma se non inquadravo il tema come voleva la commissione sarei stato bocciato.
Secondo Lei è arbitrio oppure discrezionalità?
Viene a valutarsi la criticità dei temi, oppure è solo il colpo di fortuna che determina il superamento del concorso?
In attesa di un Vostro gentile riscontro, porgo referenti ossequi.

Fabio.

Felice Lima ha detto...

Per Fabio (commento delle 13.45).

Gentile Fabio,

Lei pone quesiti ai quali non è possibile rispondere, per le seguenti semplici ragioni.

Lei adduce come veri fatti che le inchieste amministrative svolte sul concorso del quale parla hanno SMENTITO.

Io, ovviamente, non pretendo di dire se Lei abbia ragione o torto, ma Le segnalo:

1. che non ho alcun altro modo di accertare ciò se non rifacendomi agli atti dell'indagine amministrativa, che, come Le ho appena detto, Le danno torto;

2. ho ascoltato migliaia e migliaia di volte le lamentele di persone che assumevano di avere subito ingiustizia in questo o quel procedimento: alcune volte, esaminando gli atti del procedimento al quale si riferivano, ho verificato che avevano ragione; moltissime altre volte ho potuto verificare che avevano torto.

Concludendo, su questo aspetto dei problemi che Lei pone, in mancanza di prova di ciò che Lei dice e in presenza di prove del contrario (agli atti del procedimento), non posso in alcun modo solidarizzare con Lei.

Quanto alla domanda specifica su come va scritto il tema di un concorso, è necessario chiarire meglio ciò che Lei riferisce come dettoLe da un commissario del concorso.

Io credo che il candidato possa esporre le tesi che ritiene più adeguate al caso oggetto della traccia, ma che si debba mantenere coerente con quel tema.

Dunque:

1. ritengo che la Commissione esaminatrice non possa pretendere che i candidati sposino le sue tesi in diritto;

2. ritengo che la Commissione esaminatrice debba bocciare tutti i candidati che vanno fuori tema (sono tantissimi quelli che pur di scrivere cose che credono di sapere esporre bene, espongono argomenti del tutto fuori al tema);

3. ritengo che la Commissione esaminatrice debba bocciare tutti i candidati che sostengono tesi non "originali", ma sbagliate e/o prive di fondamento giuridico.

Felice Lima

Anonimo ha detto...

Egr. dott. Lima,
La ringrazio per la Sua risposta, però non sono soddisfatto in quanto secondo Lei ci sono cinquemila bugiardi che si alzano la mattina per interrompere un pubblico servizio?(concorso in oggetto).
Come Lei ben conoscerà v'è stata anche un'autodenuncia di un candidato che confermò i fatti da me esplicati nell'e-mail precedente. Se vuole La può ascoltare in mp3, inoltre vi sono commenti "ad hoc" di alcuni politici, come l'On.le Violante ex magistrato.
Secondo Lei siamo stati così masochisti da autodanneggiarci con il comportamento tenuto?
Le volevo ricordare che in parte è stata anche la relazione del Presidente Fumo ad enucleare i fatti menzionati in precedenza(commissari che abbandonavano senza motivo, un professore arrivò il giorno dopo).
Per quanto attiene alla mancanza di prova, come potevamo introdurre strumenti atti a dimostrare quanto dichiarato?
Come Lei ben conosce prima dell'ingresso in aula bisogna consegnare i cellulari ed oggetti similari in un'apposita sala.
Io non contesto la raccomandazione perchè è sempre esistita, come dice la costituzione americana"tutelare i propri interessi non significa pregiudicare la posizione altrui".
Il problema vero concerne le correzioni, atteso che il commissario d'esame ignaro ed in buona fede, noterà la differenza stilistica contenutistica di chi si è avvalso dei testi non consentiti, da chi come nel mio caso, pur svolgendo correttamente gli elaborati, non ha potuto consultare tali codici.
Se Lei vuole posso anche spedirLe i miei temi così potrà darmi un Suo probo e valente Giudizio.
La ringrazio ancora per la Sua comprensione e Le riporgo referenti ossequi.

Fabio.

Unknown ha detto...

X Fabio 7 luglio 2009-07-07

Non sono un magistrato e non merito il titolo di dottore. Sono arrivato solo al biennio ITIS, il secondo anno in vero fatto malissimo seppur non per colpa mia. Sono un elettronico “declassato” ad elettrecista.

E’ quindi in questa ottica che vanno letti i miei post. Nell’ottica di un semplice cittadino dalla mentalità squisitamente tecnica.

Io, come semplice cittadino NON METTO IN DUBBIO ciò che Ella asserisce. Anzi, stento a credere che in Italia possa esistere un concorso pubblico onesto. Poi ripiego, e ci credo, forse voglio crederci, ripiegando sulla mentalità tecnica. Non esiste il TUTTI o il NESSUNO. Nessuno è onesto tutti sono disonesti. Non può essere non fosse altro che per l’impossibilità di contarli e classificarli.

Ma ragioniamo. Quello che Ella scrive è vero, magari tutti i concorsi sono truccati, è uno schifo unico. Ma qual è l’alternativa? Cambiamo le regole? E a che pro? Se fallano queste che sulla carta sono ferree non c’è nulla da fare. Le regole devono rimanere così come sono ma devono essere potenziate. Dovremmo avere l’umiltà ( come?) di rivolgerci all’Europa.

Alcune regole per ridare credibilità al concorso in magistratura perché anche se onesto ormai siamo sfiduciati. Lo scrvo maiuscolo: SFIDUCIATI perché l’andazzo è quello che è.

Chi vuole accedere in magistratura deve conoscere a livelli perlomeno medio basso o l’inglese o il francese. Il che vuol dire che devono superare un esame in inglese o francese sotto la supervisione di magistrati stranieri. Poco importa se c’è differenza nella cultura giuridica.La cultura è cultura.
Questo per allargare la fascia dei magistrati. Magari giudici stranieri che parlano l’italiano sono pochini.

Resta il dilemma se il candidato sarà un buon magistrato.
Nel mondo militare c’è l’Accademia Militare che forma i futuri quadri dirigenti. Essa non è solo una scuola tecnica ma anche un istituo per formare il carattere. Forse, è solo un’idea, una istituzione simile gestita da magistrati, filodofi,teologhi e non cosa altro potrebbe essere utile alla bisogna.
Credo che i francesi abbiano qualche cosa del genere.

Per il praticantato occorre una norma di regolamento molto semplice che recita: ogni magistrato può farsi assistere. Questo vuol dire un giovane uditore che affianca “sullo scranno” un giudice per due o tre anni ma vuol dire anche il contrario. Un vecchio magistrato che affianca il neogiudice per un altro biennio. Nel mondo tecnico cio’ si chiama apprendistato

E poi qualche altra regoletta. Non si può prestare nella provincia o porzione di regione in cui si è nati, in cui si passa abitualmente le regole, in cui ci sono troppe amicizie che potrbbero....creare sfiducia nel cittadino.

Ma tutto ciò vuol dire moralità nel senso puro del termine. Possiamo avere magistrati e giudici integerrimi ma se il grosso della popolazione è disonesta c’è poco da fare.

Ma il grosso della popolazione non è disonesta. E’ immotivata, sfiduciata, incapace di sognare, ha semplicemente fatto il callo a tutto ciò. Non siamo dionesti ma sfiduciati siamo solo dire:
comincia prima tu!

Unknown ha detto...

Siamo sfiduciati. Semplicemente non crediamo che ci possa essere un concorso onesto. Neanche in magistratura. Vale la tesi che tutti i concorsi sono truccati e tutti i concorsi sono truccati perché ormai lo crediamo e non vediamo null’altro. Pigri, inetti, mangiasbafo

Mi trovavo nell’atrio del tribunale della mia città, siamo corregionali, c’era una freccia che indica l’ufficio del GIP verso il seminterrato. Giù da basso.
Dal di fuori si vedeva che il “da basso” era illuminato da quelle mezze finestre a circa 50 cm dal piano di calpestio. Passando davanti al suo ufficio i faldini erano dappertutto. Lo studiolo di casa mia 2,25 metri per 3 metri scarsi è molto meglio. Ho una buona luce, una bella libreria, tutto sommato molto meglio.

Nei film americani vedo sempre:
1) un giudice in un ampio ed austero ufficio, con la sua biblioteca.

2) Uno sceriffo che pare sia il suo, sempre al suo servizio. Poi par di capire che c’è un ufficio pieno di sceriffi a disposizone del tribunale.

3) Una bella ed elegante sginora al computer ed uno sbarbatello che detta ( uditore giudiziario? Apprendista giudice? Impiegato?)

4) Superato questa anticamera si passa nell’ufficio del punto 1 e da questo ufficio nell’aula di quel giudice. Poi possiamo immaginare che per i processi in cui si prevede un forte afflusso di gente ci sia un’aula magna.

5) Nei film americani un giudice non ha premura di finire una causa anzi non è per nulla preoccupato del carico di lavoro. Forse i giudici sono abbondanti ?

6) noi abbiamo l’obbligatorietà dell’azione penale, i nostri giudici scrivono sentenze e non emanano verdetti forse quel personale è insufficiente ma io come cittadino spenderei volentieri i soldi per tutto ciò.
Anzi, desidererei che una buona fetta delle tasse che già pago finisce in questo settore.

Ho perso il filo del discorso. Scrivo cose fritte e rifritte, cose che note che sappiamo. Ho scritto che quando piove il terreno si bagna.

Eppure basta pochissimo per far funzionare la magistratura bene. L’eliminaziione di regolucce sceme, la limatura ad altre leggi obsolete, una buona ed ottima edilizia, gli edifici storici sono belli ed antichi ma forse è il caso di destinarli ad altri usi ed optare per la cittadella giudiziaria sotto la supervisione di un direttore amministrativo, in gamba e non togato, responsabile per le risorse umane (laiche), gli sprechi, la manutenzione ordinaria, l’approvvigionamento dei materiali e soprattutto penalmente responsabile con corridoio preferenziale di fronte alla Corte dei Conti.
Un buon parcheggio immerso nel verde, capolinea di mezzi pubblici, quartiere satellite di servizi.
Il tutto associato a ciò che scriveva il dott. Tinti nel suo blog: i distretti giudiziari non troppo grandi perché ingestibili non troppo piccoli perché costosi.
Non ci vuole molto neppure in termini di risorse economiche. Anzi questo tipo di edilizia sarebbe un toccasana in questo tempo di crisi.
Ovviamente resta un sogno.

Felice Lima ha detto...

Per Fabio (commento delle 16.29)

Gentile Fabio,

Le segnalo che abbiamo trattato la questione in un post del 28 novembre 2008, che potrà leggere a questo link, nel quale ci sono i rinvii a diversi documenti, fra i quali un dibattito radiofonico al quale hanno partecipato anche Violante e uno dei candidati al concorso.

Felice Lima

Anonimo ha detto...

Per egr. sig. Gala,
Credo che per porre rimedio a possibili favoritismi concorsuali di qualsiasi tipo, debba sussistere sempre una motivazione logica e congrua ad ogni singolo elaborato, per cui il commissario d' esame è costretto a leggersi attentamente il tema, e non apporre un semplice numero.
I risultati ed i relativi scritti devono essere resi pubblici, di guisa che il candidato bocciato può rendersi conto che i suoi colleghi hanno svolto elaborati migliori.
Negli Stati Uniti è così, inoltre, poco tempo fa v'è stato uno scandalo simile proprio all'università di Harward, sono stati arrestati professori universitari, funzionari per una somma che non arrivava a diecimila euro.
Per egr. dott. Lima,
partecipai in prima persona alla trasmissione radiofonica dove intervennero l'On.le Violante ed il membro laico del C.S.M. Avv. Siniscalchi.Quest'ultimo assicurò i candidati che non avrebbe influenzato la decisione della IX commisione del C.S.M. , la relazione scritta richiesta al Presidente Fumo sull'accaduto, e sarebbero stati ascoltati anche i rappresentanti dei candidati.
Tutto ciò che io sappia non è avvenuto, dando per scontato il contenuto della relazione della Commissione.
L'On.le Violante, se Lei ricorda, parlò chiaramente di imbrogli e che doveva annullarsi la prova, atteso che un esperto di diritto non poteva non distinguere un codice esplicato da un altro privo di ciò, aggiunse che andavano risarciti i danni agli altri candidati.
Ho detto cose che Lei può riscontrare in mp3(radio anch'io 24).
Le voglio raccontare(è padrone di non credermi), quanto accaduto al concorso del 2006, 380 posti di uditore giudiziario, ove il Presidente Grillo disse che i non ammessi avevano consegnato temi vergognosi.
Presi quasi il massimo al tema di diritto amministrativo sull'irreversibilità da accessione invertita derivante da occupazione illegittima della P.A., e non idoneo al tema di diritto penale, sulle scommesse clandestine in Italia e in Europa(autorizzazione o meno).
Sul punto lessi le recensioni del Presidente Grillo sulla rivista della Giuffrè Cassazione Penale n°4 e 5 del 2005.
In altri termini fui fortunato ed usai le parole del Presidente della commissione sulla rigidità del sistema penale italiano rispetto a quello europeo(ordine pubblico, buon costume e via discorrendo).
Un mio compaesano, che attualmente svolge la funzione giudiziaria non sapeva nulla di quanto esposto sin qui, e superò lo scritto.
La cosa strana consiste che il padre di questo mio compaesano sapeva i risultati del figlio prima della pubblicazione ufficiale.
I temi non devono, per legge, restare anonimi alla commissione d'esame finchè tutti vengono corretti?
Come mai il padre del magistrato compaesano sapeva i risultati del figlio tre mesi prima dell'avvenuta pubblicazione?
Fonti certe mi hanno riferito che il padre di questa persona è un faccendiere politico, in altri termini si è elevato socialmente ed ottenuto favori da politici della zona.
é un caso questo?
V'è di più due magistati, che vinsero il concorso del 2006 sono stati assistenti universitari e collaboratori di studio legale di un professore universitario membro di quella commissione.
Anche questo è un caso?
Un giudice molto bravo e preparato, mi disse in confidenza che queste due persone , prima uditori, non sapevano distinguere una responsabilità contrattuale da una extracontrattuale.
Secondo Lei è giusto che persone del genere amministrino la Giustizia?
Lei, da Giudice probo e valente, è contento di avere come colleghi magistrati poco puliti e soprattutto lacunosi?

Con ossequi.


Fabio.

Anonimo ha detto...

Egr. dr. Lima, mi spiace che Lei si sia così risentito dal momento che sono pienamente d'accordo con il sig. Anastasio oltre che con il sig.Gala...nel senso che non avrei scritto in questa sede se non avessi seguito con interesse i suoi scritti...a tutela della vera magistratura oltre che, talvolta, di autentica denuncia di molte delle anomalie da me riassunte e stigmatizzate in episodi recenti, tutti documentabilissimi.Certamente, ciò stesso costituisce una Sua contraddizione..che attribuisco ad un Suo vero dolore per quanto , aprendo il dibattito, Lei vede così diffuso nel cittadino.E , mi creda, non è la caccia alle streghe. Sembra il padre che può parlare male dei suoi figli o del coniuge, ma non lo consente ad altri, che pure, come ha potuto leggere, sono stati colpiti da una specie di Santa Inquisizione .A meno che non siamo tutti matti, mitomani, ignoranti.Senza polemiche inutili, Le posso assicurare che il mio coraggio è ben noto ed anzi oggi le conseguenze patite mi spingono a mantenere l'anonimato temendo gli strali del potere che mi può ancora raggiungere e certo non perchè ho commesso un delitto...per essere stato fuori dal coro ...e aver fatto il mio dovere con grande onestà anche intellettuale....Pensavo che condividessimo una certezza:l'esistenza di un potere ramificato che gravemente purtroppo ha distorto e inquinato la magistratura, forse attirata e avida dei noti privlegi , inutile negarlo, o protesa a piccoli favori in cambio di una sua condiscendenza ( il trasferimento, l'incarico, la carriera). Poi sicuramente Lei e pochi come De Magistris esercitano la missione in cui consiste questo magnifico mestiere con tutte le sue difficoltà innegabili, ma sembrano sordi a comprendere che il tempo di parlare è terminato..occorre agire per sanare e rinsaldare lòa fiducia nella Giustizia in fatto. Altre 2 cose. La prima: i dirigenti amm.vi esistono già negli Uffici giudiziari ma non " esercitano"...causa la " doppia dirigenza" simile a quella esistente agli Esteri e all'Interno. Vi è infatti un Capo dell'Ufficio che spesso gestisce la parte amm.va e comunque non ne risponde e non escludo che possa far rimuovere il dirigente scomodo... ho sentitto..;non ho certo idee, nè voti di destra , a differenza di Di Pietro pure candidatosi con il centro-sin. Tuttavia penso che ognuno non pratichi il ruolo dovuto ma quello che dovrebbe contestare, contrastare ecc..( Sindacati, partiti politici, magistrati, burocrati). E per me ciò costituisce un fatto aberrante indegno oltremodo di un Paese che ha fatto la Resistenza.Poi forse sono di destra perchè penso che il Paese , nelle sue espressioni istituzionali, non voglia cambiare alcunchè e soprattutto , a tutti i livelli,ivi compresa e segnatamente la sinistra ,impedisca di organizzare le poche risorse allo scopo di continuare a governare nella confusione con leggi contraddittorie ed avulse dalla realtà ; leggi, per ciò stesso, non molto superiori a quelle recenti" pro domo sua".Anzi, per me "quello" ha portato a "questo"..non può negarsi che oltre ai soliti beoni ci sarà stato un grave malcontento ..oppure i delusi non avranno votato.I giovani di 20-30 anni sono di destra. E' normale? Appena 20 ann fa era il contrario.Dunque, un patrimonio è stato sprecato ed occorrre stanare tutti i responsabili - ovunque siano-e ricominciare senza fare gli struzzi.Ognuno nel suo piccolo. Ma non ho visto costanza. Che peccato!!!

Anonimo ha detto...

Un collega anonimo delle 21.45 ha scritto:

"Sembra il padre che può parlare male dei suoi figli o del coniuge, ma non lo consente ad altri".

Repetita iuvant.

La Redazione ha detto...

All'anonimo ridondante.

Gioverà a lei lanciare dal suo anonimato strali immotivati e generalizzanti.

Provi a giocarsi la partita senza arbitro.

Ne uscirà con le ossa rotte.

Nicola Saracino

Anonimo ha detto...

A Nicola Saracino: ha detto "arbitro"? Magari! Fossero tutti arbitrati, i giudizi civili! Si pagherebbe di più, ma almeno si risparmierebbe tempo, senza andare a PC ... al 2013!

La Redazione ha detto...

Appunto: provi a vedere un po' quanto le costerebbe l'"arbitro" e poi mi dica se si permette di fare le cause insulse che non avrebbe remore, invece, a proporre in un tribunale, che evidentemente le costa troppo poco.
Nicola saracino

Anonimo ha detto...

Aspetti a dirlo, perché ho visto notule per giudizi civili di 50.000Euro e passa ... quale "premio" per giudizi durati oltre dieci anni, che se non erano poveri prima lo sono sicuramente diventati dopo! MOLTO dopo l'inizio della causa, ovviamente. Come si dice in questi casi? Forse, proprio "c...uti (dal tempo) e mazziati (dalle notule, o viceversa)"!

La Redazione ha detto...

Sempre troppo poco per chi litiga temerariamente.

Aggiungerei alla condanna alle spese in favore della controparte, anche quella in favore dello Stato, quando si constata che vi è stato abuso del processo.

Purtroppo per la collettività non è previsto risarcimento per i danni provocati da litiganti senza scrupoli che ingolfano i tribunali.

A fronte della "notula" pantagruelica da lei ricordata deve sapere che il "ticket" pagato per fruire del servizio è di poche centinaia di euro, anche per cause milionarie.

Nicola Saracino

giosinoi ha detto...

Ci vorrà un anno a leggere tutto il post ed i commenti.
Ma sulla prima facciata ho già trovato da dire ...
Premetto che di buoni magistrati ce ne sono, ma molto pochi.
Per gli altri, era ora che si cominciasse a scoperchiare la pentola piena della sporcizia dei tiranni resi compatibili con la democrazia.
Da decenni scrivo e vivo ogni sorta di delinquenza commessa da soggetti di questa lobby impunibile, di cui si dovrebbe innanzitutto inibire ogni potere discrezionale attraverso leggi precise e certe.
E comunque, mi duole precisarlo, manca a quanto detto nelle recensioni brevi del libro, il danno al tessuto sociale italiano procurato dai magistrati più grande di qualsiasi tra gli altri menzionati : il voluto divertimento che si procurano invadendo e distruggendo le famiglie, così danneggiando i bambini resi orfani di un genitore, quando rifiutano dichiaratamente di applicare la legge sostituendosi al Parlamento, nonchè istigando le madri ad usurpare tutto con privilegio affinchè nasca l'odio eterno ed insanabile tra i familiari, cioè invece di conciliarli li scagliano l'uno contro l'altra e ne ridono.
Sfido a smentirmi chiunque frequenta le sezioni civili di famiglia dei tribunali della repubblica!
Purtroppo, dalla scarsa giuridicità della funzione così espletata, l'oggetto del problema sono divenute queste e tante altre ricadute gravissime, per cui non possiamo più limitarci a criticare i formalismi e le chiacchiere boriose che - quella magistratura non onesta - inventa a giustificazione apparente e fuori da ogni etica e valore umano, arrogantemente senza confrontarsi con le vittime di turno: è divenuto necessario dirglielo in piazza che la giustizia da tempo non sono più loro.
Per la diatriba sul concorso, posso dire la mia personale esperienza di numerose occasioni che ho dialogato con magistrati fuori udienza (sono un giurista esperto).
Ho verificato che solo circa 1 ogni 10 fa giurisprudenza (gli\le altri\e scopiazzano dalle banche dati o nel "brainstorming" del chi sa qualcosa lo dice agli altri), e molti sono di una tale ignoranza (tranne che per quel minus che trattano quotidianamente) da confermare l'assunto del Livadiotti : parliamo in grande percentuale di una casta di dannosi raccomandati non riciclabili.
Non vedo quindi il riscontro affascinante dei concorsi definiti puliti e dei preparatissimi candidati intelligentoni in quali verifiche risiede ...
Leggerò anche le altre vostre 100 pagine ed opinerò nel bene e nel male, nel frattempo sul sito giosinoi.blogspot.com v'è tanto di più ... consigli e trucchi immorali di giudicanti compresi.
A presto.

agostino mela ha detto...

Sono un avvocato del foro di Cagliari.
Ho resistito alla tentazione di acquistare il libro sui magistrati - ultracasta. Se compro un libro, è per leggerlo. Posso leggere pochi libri in un anno, perciò scelgo con cura i libri da leggere. Questo libro, per quel che ne so senza averlo letto, non merita il tempo che richiede per essere letto. Intanto sono scettico sulla possibilità che un giornalista possa dirmi qualcosa di nuovo su questa materia. Si parla di indagini che difficilmente possono raggiungere risultati interessanti se svolte dall'esterno. Soltanto un magistrato (o al limite un avvocato) ha la competenza necessaria per parlare della magistratura e dei suoi mali. Esistono eccellenti libri su questa materia scritta da magistrati, e non si può dire che siano teneri nei confronti degli aspetti meno difendibili della magistratura. Sono più interessanti, perché scritti da persone che sanno di che cosa stanno parlando.
In secondo luogo, le principali tesi del libro, sintetizzate dal titolo, mi sembrano eccessive.
Magistrati fannulloni onestamente non ne ho mai conosciuti. La propensione al lavoro varia ovviamente da persona a persona. C'è chi se la prende comoda, c'è chi ci tiene ad apparire rapido, c'è chi invece vuol essere accurato, costi quello che costi. Però non riesco ad immaginare che un magistrato delle decine che ho conosciuto possa fare quello che fa lavorando meno di otto ore al giorno. Sono ragionevolmente certo di lavorare in media più di un magistrato, ma francamente non me la sentirei di pretendere che la media dei magistrati lavori quanto me. Se non avessi l'incentivo del guadagno, lavorerei il minimo indispensabile per non essere licenziato e per sentirmi a posto con la mia coscienza.
Gli stipendi dei magistrati mi sembrano commisurati alla quantità e qualità medie del loro lavoro e, aggiungerei, alla responsabilità che grava su ciascuno di loro. Un direttore generale di una ASL guadagna molto di più, e lo stesso vale per tanti dirigenti di enti pubblici più o meno utili.
I magistrati sbagliano? Ma che bella scoperta.
A volte mi capita di rivedere mie vecchie pratiche, e quasi sempre mi viene in mente che qualcosa di quel che ho fatto, avrei potuto farlo meglio, talvolta molto meglio.
Certo, avere la consapevolezza di vivere in mezzo agli errori non significa rassegnarsi ad essi. Esiste un problema di funzionamento della macchina giustizia, e diminuire il numero degli errori (soprattutto nel risultato finale della macchina che è la decisione) è uno degli aspetti principali di esso. Perciò sarebbe bene che i principali attori di quella rappresentazione teatrale che è il processo partecipassero lealmente ad un serio tentativo di far diventare efficiente la macchina. Ciò richiede ovviamente un forte senso critico opportunamente indirizzato, non certo l'invettiva generica nella quale mi sembra risolversi il libro di cui discutiamo.

Anonimo ha detto...

inutile dire che il dr. Saracino ha ragione con riferimento agli arbitrati
ed a mio modesto avviso anche con riferimento allo scarso costo dei giudizi civili ed al mancato risarcimento nei confronti della collettività
ma allora diciamola tutta e senza generalizzare
singoli giudici che consentono il deposito di qualsiasi memoria, la formulazione di oggni eccezione senza riferimenti normativi, l'ammissione di verbali illeggibili contenenti chiacchiere e considerazioni screditanti che nulla hanno di giuridico
ma che senso hanno, tra tecnici, atti di centinaia di pagine, privi di riferimenti normativi e giurisprudenziali?
possibile che in Italia conosciamo e rispettiamo soltanto le regole del gioco del calcio?
le regole del processo perchè non vengono fatte rispettare? perchè un avvocato formula 32 capitoli di prova che dovrebbero essere dichiarati inammissibili per inconferenza, perchè proposti in forma negativa, perchè ininfluenti ed invece i testimoni verranno sentiti e sarà loro concesso di infarcire le risposte con illazioni, considerazioni, deduzioni e quant'altro?
perchè nessuna volontà di essere efficaci ed efficienti?
ogni tanto, purtroppo raramente, si incontra un giudice che:
non tollera rumore durante le udienze, decide immediatamente tutto quanto effettivamente possibile in udienza stessa senza riservarsi, consente soltanto il deposito di atti, memorie, documenti in ossequio alle norme del codice di procedura civile, riunisce le cause quando si deve e non in base al proprio interesse di ruolo (meglio farne figurare due anzichè una sola; se viene richiesta di riunione bisogna mandare al Presidente anche se si perderà un anno ed il sospetto è che controparte voglia appunto raggiungere il predetto scopo)un breve rinvio non si nega a nessuno, ecc...ecc...
il concorso si fonda su una serie di nozioni teoriche che tutti possono imparare sopratutto facendo affidamento sulla memoria altre sono le qualità di un giudice
capacità di pensare e calare il ragionamento nel caso concreto
avere polso senza essere prevenuto
mantenere equidistanza
essere umile e disponibile e mentalmente aperto all'idea di poter sbagliare e così rimettere in discussione le proprie decisioni...
una volta un giudice mi disse:
"all'inizio della causa battezzo il fetente e non ci penso più..."
un'altra:
"avvocato, non mi parli di diritto che non me ne importa niente ...io bado ai fatti"
ancora:
"la via maestra è la conciliazione....a tutti i costi"
stabiliamo regole chiare
stabiliamo sanzioni in caso di mancata applicazione
anche per gli avvocati...in quanto appartenente alla categoria (sebbene fuori dal coro)le sottoscriverei subito
non mi firmo per esteso soltanto perchè qualche collega potrebbe farmi un esposto per pubblicità illecita o accaparramento di clientela non per altro
rosa3361@virgilio.it

La Redazione ha detto...

A Giosinoi delle 2.17

Tocca dei temi molto delicati.
Pratico (anche) la materia della famiglia. E' un contenziosp molto aspro nel quale i coniugi riversano i loro sentimenti, non propriamente positivi, l'un verso l'atro.

Le regole giuridiche sono poche e semplici. Il problema è che lì il giudice funge più da amministratore che non da giurista.

Le gestione della crisi familiare è impresa ardua.

E' un proceso nel quale spesso gli adulti si comportano da bambini, ed ai bambini è imposto di essere prematuramente adulti.

Nicola Saracino

Vittorio Ferraro ha detto...

Diciamo che qualche regola è stata cambiata.

Si pensi alla modifica dell'art. 91del codice di procedura civile:
"...(Il giudice) se accoglie la domanda in misura non superiore all'eventuale proposta conciliativa, condanna la parte che ha rifiutato senza giustificato motivo la proposta al pagamento delle spese del processo maturate dopo la formulazione della proposta, salvo quanto disposto dal secondo comma dell'art. 92."

Art. 92, secondo comma: "Se vi è soccombenza reciproca o concorrono ALTRE GRAVI ED ECCEZIONALI RAGIONI, esplicitamente indicate nella motivazione, il giudice può compensare, o per intero, le spese tra le parti."

Questa riforma potrà sortire effetti solo dopo l'adozione dei decreti legislativi in materia di mediazione e conciliazione.

Infatti, si indica di "prevedere, nei casi in cui il provvedimento che chiude il processo corrisponda interamente al contenuto dell'accordo proposto in sede di procedimento di conciliazione, che il giudice possa escludere la ripetizione delle spese sostenute dal vincitore che ha rifiutato l'accordo successivamente alla proposta dello stesso, condannandolo altresì, e nella stessa misura, al rimborso delle spese sostenute dal soccombente, salvo quanto previsto dagli art. 92 e 96 del codice di procedura civile."

Per quanto riguarda le altre modifiche - in mancanza di seri investimenti - sono solo fumo negli occhi.

Anonimo ha detto...

Parlo in generale, non con riferimento ad alcun avvocato in particolare, ma vorrei osservare che gli avvocati, per non fornire sospetti - ancorché infondati - di piaggeria, farebbero bene a scrivere in forma anonima i loro commenti positivi. Perché è quantomeno strano che chi critica si nasconda sempre, laddove chi elogia metta sempre in evidenza il proprio nome, altrettanto regolarmente! Altrimenti, il maligno potrebbe anche pensare che qualcuno "certat de damno vitando", mentre qualcun altro "certat de lucro captando". Quanto detto sul presupposto, non solo letterario, che "uno il coraggio non se lo può dare".

Anonimo ha detto...

Uno dei veri problemi è la totale difformità del comportamento di singoli giudici nello stesso tribunale, assolutamente priva di sanzioni punitive o premiali.

Ad esempio, c'era un giudice che ammetteva tutte le prove, "hinc et inde", evidentemente per non avere la scocciatura di "riservarsi" e portare a casa i fascicoli. Nello stesso tribunale, c'era invece un altro giudice che vagliava preventivamente le prove, riducendo di gran lunga i capitoli ammessi e sfoltendo le liste dei testimoni, anche se ciò importava un gran lavoro in più. Ma entrambi percepivano lo stesso stipendio!

Altro esempio: nelle cause di separazione e di divorzio "consensuale" c'era un presidente che nemmeno alzava gli occhi, limitandosi a dire alle parti: "firmi qua". Un altro presidente invece cercava effettivamente di ricomporre le famiglie che erano sul punto di sfaldarsi, soprattutto in presenza di figli, "perdendo" allo scopo molto del suo tempo. Ma, anche in questo caso, lo stipendio di entrambi era esattamente lo stesso!

Vi sembra giusto?

La Redazione ha detto...

Per l'anonimo delle 12,25.

Il suo richiamo ha del surreale: vuole la libertà di dileggiare coperto nell'anonimato e si lamenta che chi non la pensa come lei abbia una identità.

Sappia che, per fortuna, le cose sono diverse da come lei pensa.

Le denunce anonime, non a caso, vengono cestinate, perché ritenute indegne di ogni attendibilità.

Nicola Saracino

La Redazione ha detto...

Per l'anonimo delle 12,45.

Vede, potrei essere d'acordo con lei. Quello che, infatti, cerchiamo di sostenere è che ogni generalizzazione è sempre sbagliata.
In ogni categoria vi sono diversità di comportamenti.
Nel merito di quanto lei dice concordo sul tema delle prove: mi prendo la briga di sfoltire le prove per non appesantire inutilemente la successiva attività processuale. Alla fine ci guadagno anche io perché le udienze risultano meno ingolfate.

Sulla conciliazione in sede di separazione dei coniugi, invece, temo che il tentativo di conciliazione sia ormai un pro forma. Prima di arrivare in tribunale la coppia, di solito, ha già maturato una forte convinzione ed anche l'avvocato ha già sondato la fermezza dell'intendimento di addivenire alla separazione.

Tenga presente che è d'attualità il tema del divorzio cd. diretto, non preceduto, cioè, da tre anni di separazione.

Nicola Saracino

agostino mela ha detto...

Al mio sedicente collega senza nome che mi rimprovera di firmare i miei interventi. E' una mia vecchia abitudine, giusta o sbagliata che sia me la tengo. Alla mia età non si cambiano facilmente le abitudini.
Sono interessato a far funzionare meglio la giustizia. Non mi interessano le discussioni da bar su magistrati fannulloni, avvocati avidi, politici corrotti. Mi interessano le cose concrete, e il libro che commentiamo mi sembra che si limiti a stimolare le ghiandole surrenali, col piacere che ne deriva, e fa questo attraverso grossolane semplificazioni, che rendono apparentemente semplice ciò che semplice non è e non può essere. Sono più interessato a sentir parlare, ad esempio, di iniziative come quella del Procuratore della Repubblica di Bolzano, che fanno meno clamore ma che, nel loro piccolo, migliorano le cose invece di lasciar tutto com'è e dare la colpa agli avvocati o ai cittadini, o ad altri magistrati.
In Italia, dai tempi di Craxi e del «rubano tutti», è invalsa la triste abitudine di mettersi in coda a tutto il resto del mondo prima di comportarsi da persone per bene. Io onesto? E perché mai se tutti rubano? Comincino gli altri, poi mi adeguerò.
No, così non funzionerà mai nulla. Bisogna capovolgere il ragionamento. Prima si fa tutto quello che è in proprio potere per far funzionare la giustizia, poi ci si può lamentare dei difetti degli altri, o, più opportunamente, sollecitare gli altri a porvi rimedio. Se c'è qualche magistrato che tarda a farmi una sentenza, preferisco andare da lui o da lei a chiedere privatamente ed educatamente spiegazioni, piuttosto che andare in giro borbottando sui magistrati fannulloni, ciò che sarebbe tanto facile quanto improduttivo, oltre che ingiusto nei confronti (ho ragione di credere) della maggior parte dei magistrati.

Anonimo ha detto...

Caro avvocato, per i suoi clienti sarà una ben magra consolazione sapere che è andato a "chiedere spiegazioni al giudice", visto che non certamente per questo la decisione sarà presa prima. Cosa vuole che le dica, il giudice? Non certo che accelererà le udienze per farle un favore personale! E cosa dirà al cliente? Non certo che il giudice le ha fatto un favore, mettendo la sua causa davanti a quella degli altri! Dovrebbe, invece, chiederlo ai suoi colleghi: la causa PRIMA della lentezza della giustizia è il numero anomalo, esorbitante, straripante degli avvocati, che alimenta a dismisura la naturale litigiosità degli italiani. Potrei anche dirle come e perché per tutti gli anni '90 si è verificato questo incredibile, esponenziale e repentino aumento nel numero degli avvocati in Italia, ma credo che lei, come tutti i suoi colleghi, già lo conosca bene.

Felice Lima ha detto...

Per Anonimo delle 12.45.

Se c'è una cosa tipica del costume italiano che concorre a non fare funzionare le cose è il lamentarsi di tutto indistintamente.

Lei, gentile lettore, ci chiede se sia giusto che fra i magistrati ce ne siano di molto zelanti e di meno zelanti e se sia giusto che le due categorie prendano lo stesso stipendio.

Le rispondo con una domanda molto semplice: mi indica, per favore, una categoria professionale in cui tutti sono ugualmente zelanti?

Glielo chiedo perchè l'esperienza di vita che ho fatto con i miei 48 anni mi ha indotto a scoprire che in ogni ospedale ci sono medici che non se ne vanno a casa finché l'ultimo dei loro pazienti non è guarito e che ne sono altri che allo scadere del turno se ne vanno anche se cinque o sei dei loro pazienti stanno morendo; che in ogni scuola ci sono insegnanti che amano e accudiscono con passione ognuno dei loro alunni e altri a cui non gliene frega nulla dei loro allievi; in ogni officina ci sono meccanici appassionati e altri lavativi; addirittura nelle parrocchie ci sono parroci santi e altri pigri.

Ciò che Lei racconta come una denuncia sensazionale a me pare la banale normalità della vita.

Quando si deve gestire un sistema complesso, il problema non è scoprire l'acqua calda, ma individuare i punti critici per proporre rimedi concreti che possano migliorare in concreto il sistema.

Dire "Pagate di più i magistrati migliori e di meno quelli pessimi" è puramente e semplicemente una banalità inutile (mi scusi per la franchezza).

E questi governanti che si pubblicizzano come quelli che "mettono le cose a posto", disgraziatamente non mettono a posto un bel niente e ai cittadini resta solo un po' di pubblicità.

Felice Lima

Unknown ha detto...

Parmi che abbiamo abbandonato il corso principale del fiume addentrantoci in cento fiumiciattoli.
Sfociano sempre nel medesimo corso d’acqua ma.....

La casta.
1) I magistrati formano una casta?
2) Che cosa intedniamo per casta?
3) Se è casta essa è postiva o negativa?
4) Se è positiva si può migliorare?
5) Se è negativa qual è l’alternativa?
6) E’ veramnete una casta chiusa o almeno aperta ai solti raccomandati?
7) Se è così come porvi rimedio?

I fannulloni.
1) Fermo restando che essi sono sempre stati presenti in tutte le umane attività e che è un sogno non
averne, come si può fare per ridurli ad una percentuale accettabile?
2) I non fannulloni lavorano in condizioni ottimali o lavorano meglio dei semplici ragionieri in una
piccola industria?
3) proposte?
4) Come e chi dovrebbe valutare la qualità e la quantità del lavoro?

Gli stipendi dei magistrati.
1) Quanto vale un magistrato?
2) Cosa pretendiamo da un magistrato?
3) Per il decoro un magistrato può frequentare chi gli pare o deve fare dei sacrifici?
4) Quanto siamo disposti a pagare questo sacrificio?

I concorsi.
1) Sono veramente ferrei?
2) Si possono far funzionare meglio? E come?

Il praticantato.
1) Una volta vinto il concorso cosa possiamo fare affinchè siano dei buoni magistrati?
2) Gli ufficiali delle forze armate vengono “forgiati” alle responsabilità di comando nelle
Accademie Militari, giova o può giovare un iter parallelo? Una sorta di “ Accademia Morale”
In cui l’allievo viene preparato moralmente all’alto incarico che si accinge a fare per la società?

Ed ora la regina delle domande.
Ma è proprio necessario andare in tribunale?
Per evitare stupide cause condominali non basterebbero:
a) Un codice delle Costruzioni per prevenire litigi condominiali. Ad esempio l’obbligo da pareti
con intercapedini temoacustiche qualche problemino lo risolve in aticipo.
b) Codice Condiminiale, fatto bene, completo attingendo alle passate cause, formazione di buoni
amministratori.
c) Quali altre cause sono frequenti e stupide e potrebbero benissimo essere gestiti in anticipo con
dei buoni e semplici codici?
e) Ma è vero che il solo foro di Roma conta lo stesso numero di avvocati di tutta la Francia?

Ed ora la provocazione.
E’ proprio necessario battere e ribattere sull’odierno malfunzionamento? In termini semplici ed accessabili a tutti, altrimenti il blog diventa esclusivo, quali proposte per un futuro migliore?
O siamo senza futuro tanto vale consolarci leccandoci le piaghe?

Felice Lima ha detto...

Questo è decisamente il tempo in cui non contano i fatti, ma ciò che ognuno pensa di sé.

Accade così che un lettore che resta anonimo dà del vigliacco a uno che firma con nome e cognome e, per rendere più efficace la sua ardita tesi, ci ricorda Manzoni, scrivendo: "uno il coraggio non se lo può dare".

D'altra parte chi meglio di una persona che non ha il coraggio di firmare ciò che scrive può esserci maestro di questo?

Felice Lima

agostino mela ha detto...

Rispondo ad Antonino Gala.
Si possono fare tante cose per migliorare.
Dividerei tra cose che può fare il legislatore e cose che possono fare i dirigenti dei singoli uffici.
Attualmente il legislatore si limita a modificare le norme processuali con una frequenza inusitata, tirando la coperta di qua o di là a casaccio, con risultati pratici assai modesti.
Il campo è praticamente tutto da dissodare.
A livello locale si può organizzare il lavoro in modo tale da migliorare l'efficienza degli uffici. Ci sono state esperienze importanti negli ultimi anni, soprattutto al nord. Sarebbe opportuno che fossero divulgate e riprodotte altrove. Prassi virtuose accelerano le cause molto più di qualche rattoppo ai codici di procedura. Anche perché in questo caso a lavorare sulla materia sarebbero persone competenti, cosa che raramente si può dire a proposito del legislatore.

Annalisa ha detto...

Domani mattina a Omnibus, su La7, si parlerà di giustizia col ministro Alfano, Bruno Tinti e Stefano Livadiotti.

Anonimo ha detto...

"I magistrati non sono un'ultracasta"

Sì, lo sono. Fatemi il nome di un magistrato che ha commesso un errore nei cofnronti di un cittadino qualunque (i membri delle altre caste non contano) e che ne ha patito le conseguenze.

Unknown ha detto...

Buon giorno intervengo. I magistrati ultra casta? Non lo so. Sicuramente sono ultra contraddittori.
Spiego i perchè e i per come.
Quasi tutte le procure lamentano carenze di organico, invocano maggior personale, lamentano carichi di lavoro eccessivi!!!
Già, Gentile Dott.Felice Lima. Lei lamenta (al punto 8 della sua) carichi di lavoro insostenibili, carichi talmente gravosi che, oltre a non permetterLe ferie, possono indurre a valutazioni errate. Anche Lei Gentile Dott. Nicola Saracino lamenta un sovraccarico di lavoro abnorme. Peccato poi constatare che negli ultimi bandi di concorsi le commissioni esaminatrici hanno avuto la colpa - assolutamente dolosa- di ammettere all'orale un numero di candidati magistrati (ed ex uditori) inferiore rispetto quello stabilito nel bando.
Conoscendo già la risposta mi chiedo se l'esame per magistratura è un esame ad idoneità? Mi rispondo: non è un esame a idoneità.
Mi chiedo: prevede il bando la facoltà per la commissione di ammettere già agli orali un numero inferiore a quello stabilito dal bando? Mi rispondo: assolutamente no.
Ne desumo che la stessa commissione esaminatrice - composta per il 90% da magistrati -ha palesemente (!!!) - V I O L A T O - il bando senza alcuna conseguenza.
Qualcuno di Voi ha fatto parte dell'ultima commissione presieduta dal Dott. Fumo?
Spero di no, le vostre lagnanze in merito risulterebbero oltre che ridicole altrettanto contradditorie.
Lo stato spende milioni (!!!) di euro per assumere nuovi magistrati per soddisfare molte procure che lamentano carenze di organico, per venire incontro a magistrati proprio come voi che lamentate carichi di lavoro assurdi, per abbreviare quindi anche i tempi della giustizia (ciao ciao legge Pinto e benvenute sanzioni da Bruxelles!!), per consentire agli utenti della giustizia di ottenere sentenze più veloci, invece......nisba!
Gli ultimi tre bandi per l'assunzione i nuovi magistrati hanno registrato l'assunzione di un numero nettamente inferiore di magistrati rispetto a quelli stabiliti nel bando.
Tutto ciò solo per colpa dei magistrati facenti parte della commissione.
Tralascio gli avvenimenti indecorosi avvenuti nell'ultimo concorso (la commissione ha allontanato coloro che denuciavano brogli e tenuto nelle aule coloro che imbrogliavano muniti di codici commentati...la voluta ambiguità nella redazione della traccia di amministrativo "contrattO o contrattI,...).
Come si può definire coloro che lamentano carenze di organico eppoi fanno di tutto per rimanere in tale stato?
Ultra casta? No!
Ultra autolesionisti?
ultra sc.....i?

P.s: non sono un giurista, non sono neppure laureato.
Semplicemente un cittadino vittima di una sorta di estorsione che mi fu attuata facendo leva proprio sui tempi lunghi della giustizia.
""hai ragione ma se ti faccio causa stai fermo come minimo 3 o 4 anni, ti conviene cedere". Ti senti dire certe cose e devi soccombere.
Vi invoco e vi supplico: Siate decorosi e perlomeno abbiate la decenza di assumere i 500 magistrati ordinari dell'ultimo concorso. Riaprite i termini.
In tal senso in conseguenza di ciò che abbiamo assistito negli ultimi tre bandi non possiamo dirvi altro che avete perso il senso del decoro cadendo e scadendo in assurde contraddizioni.
Perdonate le mie parole ma proprio non Vi comprendo.
Cordiali Saluti

agostino mela ha detto...

Rispondo all'anonimo del 25 luglio.
In questo momento non mi viene in mente alcun esempio, però sono al corrente della vicenda di un alto magistrato vittima di un errore giudiziario, che ha fatto un mese in galera da innocente:
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=3215&Itemid=72

agostino mela ha detto...

Rispondo al messaggio di Andrea del 27 luglio.
Lei pone una questione delicata, in quanto i concorsi per l'ingresso nella magistratura hanno sempre funzionato in questo modo, almeno da quando io mi sono laureato, e sono passati più di venti anni. Il numero di coloro che superano la prova scritta di regola non è sufficiente per coprire i posti messi a concorso.
E' un fatto che deve far riflettere, ma la conclusione non può essere, a mio avviso, che le commissioni di esame dovrebbero allargare le maglie per far entrare in magistratura candidati che non sarebbero idonei se giudicati secondo il metro consueto. E' una soluzione che mal si concilia con le critiche frequenti sulla qualità dei nostri magistrati.
Certo, è irritante il fatto che nessuno si preoccupi di assicurare almeno la copertura dei posti di magistrato disponibili. E' inutile continuare a bandire concorsi, sapendo che saranno coperti solo i due terzi dei posti a concorso. Sappiamo che non abbiamo abbastanza menti all'altezza, selezionate con quei criteri.
Ritengo che sarebbe ragionevole trovare il modo di coprire anche il terzo scoperto, e di farlo in tempi rapidi. Proporrei ad esempio di mettere a concorso i posti avanzati tra avvocati con almeno dieci anni di pratica continuativa in materia civile e/o penale, che non abbiano mai subito sanzioni disciplinari. La prova di concorso potrebbe consistere in un test con risposte multiple. In fin dei conti una persona che ha fatto l'avvocato per dieci anni dovrebbe dare maggiori garanzie di una che non è stata in grado di superare l'esame per entrare in magistratura, valutato con i consueti, rigorosi criteri.

Unknown ha detto...

Egregio Avvocato Mela la ringrazio per la sua replica. Non per porla in una sorta di graduatoria di meno rilievo rispetto a quello di un magistrato ma la risposta ch attendevo era da parte di un magistrato. Stante questa situazione pare che i magistrati non siano attrezzati di motivazioni valide da oppormi.
1) Sono almeno 20 anni che i concorsi funzionano così?
allora sono 20 anni che le commissioni esaminatrici violano - dolosamente, reiteratamente, cnsapevolmente, impunemente - i decreti ministeriali che bandiscono tali concorsi.
La cosa più vergognosa è che nessuno in 20 anni ha mai sollevato la questione. Altri concorsi sarebbero stati (e sono stati- esempi si sprecano...) oggetto di annullamento ad opera di....magistrati (TAR).
La legge è DIS-UGUALE per tutti.
Mi tocca porre in rilievo e ripetere che il concorso non è un esame ad idoneità. Il decreto, quind LA LEGGE (!!!!) I M P O N E alla commissione di assumere il numero di magistrati contemplato nel bando.
Non è certo un bell'esempio di rispetto della legge: mi sembra di vedere un padre ubriaco cronico che rimprovera il figlio che sta sorseggiando un crodino.
La sperequazione del rispetto delle norme tra candidati e commissione esaminatrice in ordine al RISPETTO delle regole contenute nel bando è enorme. Se un candidato viola seppur minimamente una regola segue l'espulsione, per contro la commissione può commettere le irregolarità che vuole senza incorrere in alcunchè (vero Dottor Fumo? penso Lei sappia a cosa mi riferisco!......)
Come abbiamo detto sopra i nostri stessi magistrati ci vogliono far capire che la legge è DIS-UGuale per tutti. Ergo: se sei un cittadino devi rispettare le leggi, se sei un magistrato te ne puoi anche (talvolta) fottere della legge.
Punto 2) ad un candidato gli ho "sponsorizzato" l'accesso alle tracce. Con grande sorpresa abbiamo visto cose turche!
Tracce svolte con lo stesso contenuto, qualcuno ha avuto semaforo verde, qualcun altro rosso, ci sarebbe da dire oltre in merito ma diventa troppo lunga. Semmai in altra sede.
Ergo: la correzione dei temi è una lotteria, chi esamina e coregge può avere pareri differenti rispetto ad un collega.
Il fattore "C" è determinante.
PUNTO 3) la sua proposta la ritngo irricevibile: genera discriminazioni così come in un precedent concorso. La mia è più percorribile: ammettere un numero tale di candidati per coprire tutti i posti redigendo una semplice graduatoria.
La cosa che più mi ha colpito è che il 90% dei candidati ammessi alle prove orali (numero 309) aveva una media voti (12 civile, 12 penale, 12 amministrativo) più bassa rispetto ad altri candidati non ammessi, basta rivolgere attenzione ad un candidato che ha ottenuto 15 in penale, 13 in civile e sostenuto la traccia di amministrativo (quella del primo e famigerato giorno) dignitosa (amministrativo cosa ci azzecca per un magistarto ordinario ce lo chiediamo ancora adesso...).
Ripeto, mi fa piacere aver percepito la sua risposta ma avrei gradito quella di un magistrato.
Evidentemente questi signori non hanno argomentazione per ribattere a quanto il sottoscritto ha a loro opposto.
Inutile dire che intendo con tutte le mie forze e risorse sollevare un gran bel polverone a tutti i livelli, possibili, impossibili.
Non ne trarrò minima utilità se non quella di non vedere più un magistrato piangersi addosso per carichi di lavoro insostenibili derivanti da carenze di organico.
(sai mai che uno di quei "piangina" sia uno dei redattori el blog ed abbia fatto parte della commissione esaminatrice dell'ultimo concorso...)
Sempre e comunque grazie per l'ospitalità in questo (utile) blog, Saluti da Andrea.

Unknown ha detto...

Se occorrono 200 magistrati si accettano i primi 200 tanto vale sorteggiare o andare all'elezione popolare dei giudici!

Lo studente che vuole fare parte della casta dei magistrati, superpagati ed intoccabbili ebbene che sputi sangue e sudore.

Nel pratico: se ne passano 100 si indice un nuovo concorso dopo sei mesi. Per quanto riguarda "l'esame" esso è sempre soggetto all'uomo, l'alterntaiva è il sorteggio o l'elezione popolare.

La raccomandazione vero o sospetta?
1000 quiz tecnici a risposta multipla...con le X con un pò di buona volta volontà c'è poco da barare.
Il colloqio? In inglese con una commissione di giuristi inglesi.
Poco importa se hanno un altro sistema giuridico...la cultura e cultura?

La morale del candidato? Considersti scemi i test psicologici....rimane la sorte.

La Redazione ha detto...

Ma insomma, se questo concorso è così facile, che bisogno c'è di scaldarsi tanto?

Certo, se all'epoca nella quale l'ho superato, anziché studiare, mi aveste votato, o estratto a sorte, mi sarei risparmiato una bella fatica.

Scherzi a parte, mi spiace deludervi, ma proprio non riesco a trovare risposte da offrire ad interrogativi così mal posti.


Nicola Saracino

Unknown ha detto...

No!Io non sono della stessa linea di Andrea. Forse ho espresso malissimo la mia idea.

Se ci 200 posti vacanti di magistrato passano il concorso non i primi 200 aspiranti ma solo i più bravi, così com'è allo stato attuale.
Se i vincitori sono 150 si indice un nuovo concorso per altri 50 entro breve tempo, tenendo d'occhio il calendario universitario.

Unknown ha detto...

Gentili Signori Gala e Saracino, ho forse scritto io che il oncorso è semplice?
Non ho scritto mai una simil affermazione.
Il concorso è tutt'altro che semplice.
Semplicemente metto in risalto nè più nè meno che la pura, nuda e cruda realtà dei fatti: in via del tutto incontestabile.
Non vengono ammessi ed assunti il numero di magistrati contemplati nei bandi: è una violazione alla legge da parte di magistrati.
Mi dispiace e non sopporto scrivere certe cose:
1)il concorso non è un esame ad idoneità, da nessuna parte è contemplata la facoltà di assumere un numero inferiori di magistrati rispetto a quello stabilito dal bando.
2) la commissione esaminatrice quindi, viola la legge, nel particolare i contenuti del decreto ministeriale che bandisce il concorso.
3) se ciò accaddesse in qualsiasi altro concorso ciò sarebbe oggetto di annullamento del concorso stesso (esempi se ne sprecano)
4) mai annullato un concorso di magistratura seppur vi erano gli elementi, tutti, indiscutibili ed evidenti, per farlo (Renna Clotilde docet)
Se qualcuno, sulla base di questi elementi, va a dire che siete degli intoccabili non potete controbattere: non ne avete i mezzi, siete alle corde.
Punto e basta.
Vogliamo parlare delle palesi, evidenti, indiscutibili irregolarità emerse nell'ultimo concorso??
Come mai altri concorsi vengono annullati per le stesse ragioni e quello di magistratura non viene annullato?
Ma la legge non è uguale per tutti?
Leggendo i vostri commenti ho la netta impressione che ve la cantate e ve la suonate.
Oltre ad avere anche la netta impressione che mi si prenda per i fondelli.
Vi rispetto e non vi metto in bocca affermazioni che non avete mai fatto, pretendo quindi lo stesso trattamento.
Lei Sig. Gala propone modalità di arruolamento del tutto personali.
E la legge? Il rispetto dei decreti ministeriali?
Li devono rispettare solo i candidati? La commissione no?
Gentile Sig. Gala, da uomo di legge che Lei è la risposta dovrebbe essere: "si assumono come legge prevede".
Facciamo una bella cosa: iniziamo a rispettare decreti ministeriali, decreti legge, codice civile e quant'altro regola come le rispettate voi.
Aspettiamoci tutti unh bel far west.
Ma santa madonna è così difficile redigere una semplice, banale graduatoria come è contemplato (per legge) in tutti gli altri concorsi?
Rispondete a questo, senza divagare.
Per ora risposte dirette e concrete alla questione da me sollevata non ne ho lette.
Ho visto solo risposte assurde" secondo me assumerei così, secondo me gli avvocati, io a sorteggio ecc ecc.".
fate finta di motivare una sentenza dopo aver fatto una analisi dei fatti e del diritto.
Ciò che chiedo è semplice, lo scrivo con parole semplici:
"""perchè le commissioni esaminatrici - violando palesemente la legge- non assumono il numero di magistrati contemplati nei bandi???"""
Sapete rispondermi?
Attendo e grazie.
P.s. su come li assumereste voi non mi interessa, non rileva ai fini del mio quesito.
Chiudo ringraziandoVi in ogni caso per lo spazio che mi concedete qui.
Buon week-end.
Andrea

La Redazione ha detto...

Per Andrea.

Supponga di aver bisogno di un idraulico.

Nel suo paese non ce ne sono.

Allora bandisce un concorso.

Si presentano in tre.

Nessuno di loro capisce "un tubo".

Che fa?

La graduatoria e poi affoga nella sua stessa casa?

Passo e chiudo su questo argomento.

Nicola Saracino

Unknown ha detto...

Come ho avuto modo di scrivere in un altro post non sono un uomodo di legge e non merito il titolo di dottore. Sono un elettronico declassato a comunissimo elettrecista.

La mia voce, in questo blog, come in altri blog,è la voce dell'uomo della strada inoriddito di fronte alla quotidiana disorganizzazione.

Le confesso che non so cosa prevede la legge in materia di concorso in magistratura e neppure come avviene il concorso medesimo.

Non lo so se, dal punto di vista delle raccomandazioni esso è inattaccabile,forse lo è ma non ci crede nessuno, cosi come sono pochi quelli che credono che in magistratura non si possono lubrificare le opportune ruote.

So anche che certe sentenze, non mi si dica di portare prove, sembrano uscite da un fumetto di Topolino al che assumere 200 magistrati perchè tanti la legge ne prevede mi sembra un assurdo.
E se è vero che la legge questo prevede ammicchionirsi su ciò mi sembra stupido.

L'organizzazione tecnico-materiale della magistratura fa schifo,e qui alzo la voce forte della mia preparazione squisitamente tecnica.
Una media azienda è meglio organizzata.

l'impianto giuridico-costituzionale va invece benissimo, sempre a parer mio,e non credo alla favoletta del magistrato che può cambiare la compagine politica. Sbattuto in galera un capo del governo un altro della stesso partito prende il suo posto.Mi basta questo, cosa non possibile in altri stati.

Oggi va di moda la caccia al piccione, il giudice fa la parte del piccione invece di vedere un tavolo di concertazione,non sono i tempi giusti,per avere il giusto:

- Una buona organizzazione
- magistrati preparati
-Processi in tempi brevi
- Galera assicurata.

Unknown ha detto...

Non essendo del mestiere i ragionamenti,giusti o sbagliati, mi vengono a singhiozzo.

Il Potere Legislativo indice un concorso per magistrati atti a coprire 200 posti vacanti.

Il Potere esecutivo attua la politica del Potele Legislativo organizzando il concorso per 200 posti di magistrato.

Il Potere Giudiziario provvede alla selezione, ma per soli 100 posti.

Io non so cosa succede nello specifico,ma il Potere Esecutivo conosce l'esito del concorso,ed è dovere suo comunicare questo "problema" alla Potere Legislativo.
Non accetto l'idea che il problema è il magistrato. Il problema è che per la scarsa preparazione dei candidati solo 100 hanno superato.
Il Potere legislativo non deve far altro che indire un nuovo concorso.

IL CONCORSO PUBBLICO non è unìassunzione diretta ma un criterio specifico affinchè lo stato possa assumere la crema dei futuri professionisti.

Perchè scrive che questa regola me la sono inventata?

PRECISAZIONE:
Non ditemi che entro in contraddizione con me stesso, vedi post precedente, ma non esssendo del mestiere non ho "le risposte pronte" tipiche degli avvocati.

A questo punto sig, Andrea...attendo che ella mi smonti quanto sopra e proseguire il discorso.

La Redazione ha detto...

Antonio Gala ha scritto
alle 18.47:
"L'organizzazione tecnico-materiale della magistratura fa schifo,e qui alzo la voce forte della mia preparazione squisitamente tecnica.
Una media azienda è meglio organizzata.".

Ha, su questo, perfettamente ragione.

Pensi che si mandano i neo assunti a svolgere i compiti più difficili e delicati in sedi pericolose; in certi tribunali si scoppia di lavoro ed in altri il lavoro latita a tal punto che sarebbero da sopprimere.

E' come se un industriale chiedesse - a parità di retribuzione - ad alcuni operai di fabbricare un'auto alla settimana e ad altri operai di fabbricarne cinque.

Pensi, ancora, che i dirigenti non sono selezionati con dei veri concorsi anonimi ma sono scelti in base a criteri estremamente elastici e sostanzialmente incontrollabili, di sapore vagamente politico.

Inoltre ogni organizzazione aziendale deve calibrare le sue dotazioni in base alla quantità di prodotto che il mercato assorbe: non così per la giustizia, le cui dotazioni sono indipendenti dalla relativa domanda e la colpa del fallimento viene data agli "operai" (cioè ai giudici) anzichè all'imprenditore.

Per di più contro le sanzioni disciplnari l'"operaio" non può ricorrere ad un giudice indipendente perché la legge ha insignito il suo "datore di lavoro" proprio della qualità "giudice".

Direi che la magistratura italiana è troppo indifesa per poter difendere i diritti dei cittadini con genuina indipendenza.

Ma questo i colleghi non lo sanno; credono tutti di essere giovani e forti.

Come le pecore dormono sonni tranquilli riparate nel loro recinto, che il lupo scavalca ogni volta che vuole mangiandole una alla volta, senza turbare la serenità del gregge.

Nicola Saracino

Unknown ha detto...

La macchina giudiziaria si è ingrippata e per farla ripartire occorre riparare prima l'officina.

CRITERIO AZIENDALE.
Si rivide il suolo nazionale in circoscrizioni giudizarie atte ad evitare tribunalei troppo grandi o troppo piccole.

In ciascuna di essa, ottimo sistema per superare la crisi economica, in periferia, si crea tutto ciò che serve alla azienda giuridica.

EDIFICI "TOGATI"
Tribunale
Procura
Polizia giudizairia
Casellario
Archivio
celle detenuti in transito e/o similia

EDIFICI "LAICI".
Amministrazione e Direzione
Gestione personale "Laico".
Magazzino Materiale
Manutenzione e cura del verde
magazzino materiale giuridico/cartoleria/similia
Sroveglianza notturna

EDIFCI DI SUPPORTO.
Parcheggi e capolinea mezzi urbani
Bar e/o ristoranti e/o mensa (dati in gestione.
Altro....

Signori...alla fin fine avremo un "solo" contatore ENEL e vi la scio immaginare il risparmio (meglio di uno sputo nell'occhio),del riscaldamento, della gestione del personale non togato,
IL RESPONSABILE E' UNO SOLO.
Il direttore (non togato) amministrativo.

Che cosa ho scritto? delle ovvietà,delle sciocchezze.

DOPO I MAGISTRATI non avranno più scuse. POSSONO lavorare ed un certo "rednimento" può essere valutato serenamente PERCHE' NON HANNO SCUSANTI.

Gli imbecilli, in una buona organizzazione, hanno vita breve.

Anonimo ha detto...

Dimentica Nicola Saracino che gli operai sono lavoratori subordinati. Il magistrato, invece, è soggetto soltanto alla legge ... nella migliore delle ipotesi.

La Redazione ha detto...

Purtroppo non dimentico nulla.
Siamo, ormai, operai della catena di montaggio della giustizia, con l'obbligo di fare molto, presto ed anche bene.
Il magistrato è soggetto non solo alla legge, purtroppo, ma a tante altre cose che non vanno.
Tra le quali una pletora di avvocati, circa 210.000, per 10.500 giudici (compresi gli amministrativi): un rapporto 1/20 semplicemente insostenibile. Tutti gli altri numeri che vengono dati sono solo frottole.
Nicola Saracino

Anonimo ha detto...

Beh, si potrebbe dire allora che "chi è causa del suo mal pianga sé stesso": id est, se voi magistrati, che eravate in commissione di esame assieme ad avvocati e professori universitari, aveste buttato fuori più persone a Catanzaro, invece di promuovere il 99,7% (novantanove virgola sette) degli aspiranti avvocati, ora lavorereste meglio!

La Redazione ha detto...

Bravo, i magistrati non dovrebbero essere nelle commissioni.
Lo sosteniamo da tempo.
Anche se dubito che in nostra assenza scenderebbe il numero dei neo-avvocati.
Il rimedio sarebbe invertire il rapporto: 210.000 magistrati per 10.500 avvocati :-)
Oppure contigentare il numero degli avvocati fino al raggiungimento di un rapporto numerico sostenibile tra i primi ed i secondi.

Nicola Saracino

Unknown ha detto...

I Magistrati non sono solo soggetti alla legge ma anche all'opinione pubblica attraverso una stampa libera.

In certi paesi i PM che non ne imbroccano una sono perseguitati e derisi dalla stampa.Basta un microfono ed una domanda del tipo "Ha intenzioni di rovinare ancora molti padri di famiglia prima di cambiare mestiere?".
Parliamo di paesi in cui c'è una stampa libera, anzi no, dei giornalisti che non si vendono associata ad una buona organizzazione che impedisce giustificazioni.

Tutta la Francia, pare, ha lo stesso numero di avvocati del foro di Roma. Non credo che questo sia un motivo di vanto e non basta ridurne il numero bocciandoli agli esami.

Vantiamo anche un discreto numero di leggi, abbastanza per appensantire il carrozzone.

In campo penale il divertimento raddoppia. Si parte dal carabiniere che grazie a Dio non è uno sceriffo, si passa ad un PM che è un magistrato,con una puntatina dal procuratore, se si vuole, una capatina dal giudice istruttore per finire al tribunale del riesame. Qualche passo indietro e via al processo di primo grado,passiamo dal via, predniamo le 20.000 lire, saltiamo vicolo corto ed arriviamo all'appello.
D'obbigo il ricorso in Cassazione.
Forse, dico forse, esageriamo.

Va da se che la colpa e della magistratura.

Anonimo ha detto...

Tra molti profili di persone oneste e rispettabili e professionali,si annidano come ovunque gretti ignoranti e tutte quelle persone che sui "carrozzoni"salgono e scendono dipendendo il salto dalla convenienza.Ovviamente dico ovvietà?non credo visto il livello del libro in questione...tremendo, e tremendo che sia quello che "la gente" vuole sentire.
Un appiattimento culturale delle persone e dico persone in quanto avvocato,magistrato etc siamo persone umane.Chiaro che quindi tale appiattimento colpisca ogni "qualifica" professionale di noi umani.è tremendo sapere di lavorare anche per gente che ignorantemente sostiene,crede e difende,schifezze editoriali.
Non mi picco di fare della demagogia da 10 lire,ma in anni e anni di Repubblica Italiana cose cosi "marziane"(senza offesa per marte)non successero,perlomeno non in questi termini.Scusate lo sfogo,liberi di non pubblicarlo,conformemente alle regole regolative del blog.mi acconterò di leggerlo questo blog certo di imparare qualcosa da alcuni esseri umani degni di tale definizione.saluti.
Marcello

La Redazione ha detto...

Per Fabio.

Se vuole un "riscontro" deve inserire il suo indirizzo email nel messaggio.
Altrimenti è impossibile contattarla.

Anonimo ha detto...

Concorso diventato banale a giudicare da certi soggetti che popolano le aule di tribunale.
Caro dottore, lei osa paragonare (anche sotto il profilo economico) il lavoro di un avvocato a quello di un magistrato? Ma crede davvero a quello che dice. La professione non è lontanamente paragonabile alla magistratura.
Poi, sempre più spesso escono fuori certi provvedimenti che sono vere e proprie oscenità giuridiche .. e lei dovrebbe saperne qualcosa...
Ma, attendo che prima o poi approvino una qualche forma di seria responsabilità civile anche per i magistrati ...
Per il resto, se posso permettermi, io me ne tornerei un pò a studiare il diritto e perderei meno tempo a fare politica spicciola in giro per il web.