domenica 7 ottobre 2007

Lombardi, De Magistris. Le due magistrature e la cultura della responsabilità


di Nello Rossi
(Consigliere della Corte Suprema di Cassazione. Segretario Generale dell’Associazione Nazionale Magistrati)

Intervengo in termini generali, e comunque a titolo strettamente personale, sulle vicende della Procura di Catanzaro perché – nel rispetto di una regola saggia e costantemente osservata – l'A.N.M. [Associazione Nazionale Magistrati] entra nel merito di specifiche vicende quando sono noti almeno i dati essenziali di una determinata situazione (ad. es. il testo di una intervista contestata o di un provvedimento giudiziario oggetto di polemiche) mentre qui si discute solo atti di indagine coperti dal segreto o di condotte interne a un ufficio giudiziario non ancora di pubblico dominio e anzi avvolte da una spessa coltre di nebbia (si, proprio nebbia, a dispetto, e in eclatante contraddizione, con la solarità del Mezzogiorno di Italia).

So bene che ovunque, ma soprattutto in alcuni uffici del profondo Sud, esistono due magistrature.

Una burocratica, timida verso il potere, ossequiente e talora connivente.

L'altra – spesso incarnata dai magistrati più giovani – animata da una genuina tensione ideale e dall'ansia di affermare legalità ed eguaglianza per cambiare lo stato delle cose esistenti.

Negli anni trascorsi in magistratura ho imparato due cose.

Primo: so con certezza da che parte stare tra queste due magistrature.

Al pari della grande maggioranza dei magistrati italiani non intendo infatti rassegnarmi all'immagine e alla realtà di dirigenti degli uffici, di giudici e pubblici ministeri che vendono la primogenitura per un piatto di lenticchie e affogano nel pantano dei mediocri compromessi. E perciò sto istintivamente con chi vuole cambiare le cose e far vivere i principi, anche a costo di dure battaglie e di una forte esposizione personale.

Secondo: ho toccato tante volte con mano che la spinta ideale, da sola, non basta a far prevalere legalità ed eguaglianza e a mutare davvero le cose.

Nessuno pensa che l'ansia di velocità sia sufficiente a far vincere una corsa motociclistica perché occorre contemporaneamente preoccuparsi dell'efficienza del motore, dello stato delle gomme, dell'equilibrio del mezzo.

Allo stesso modo, per realizzare utili e positivi risultati di giustizia, dobbiamo far sì che la necessaria tensione ideale del magistrato si esprima sempre attraverso provvedimenti e comportamenti incisivi perché giuridicamente corretti e capaci di reggere a vagli e controlli.

Dunque so da che parte stare e so che dobbiamo sempre saper distinguere tra le due magistrature, anche se non posso anticipare il giudizio su fatti specifici che ancora non conosco.

Attendo che il giudice naturale di questa vicenda, la Sezione disciplinare del C.S.M., legga le carte, valuti atti, fatti e condotte e adotti e motivi le sue decisioni.

Riservandomi di criticare, anche duramente, una pronuncia che non dovessi condividere.

Queste del resto sono le nuove regole (art. 13 del D.L.vo 23.2.2006, n. 109). Recentissime e quindi alle loro prime applicazioni.

Il Ministro della Giustizia assume la responsabilità politica e istituzionale di chiedere la misura cautelare del trasferimento di ufficio del magistrato (quella misura che il C.S.M., per legge, non può più né promuovere né adottare per comportamenti anche solo venati da colpa).

La Sezione disciplinare del C.S.M. decide.

A sua volta la pronuncia della Sezione implica per i giudici disciplinari una forte assunzione di responsabilità culturale e sociale dinanzi a tutti i magistrati, i cittadini, gli studiosi di diritto.

Per tutti i protagonisti di vicende controverse, dunque, deve valere l'arte della distinzione e la cultura della responsabilità individuale.

Un'arte ed una cultura – è bene ricordarlo – che sono esattamente l'opposto di giudizi salomonici che, nel caso di contrasti all'interno degli uffici, mettono a priori sullo stesso piano, chi persegue interessi privati e chi mira a realizzare fini di giustizia. Le due magistrature, appunto.


6 commenti:

Anonimo ha detto...

Il Dr.Rossi scrive una terribile verità relativamente a una Magistratura : " burocratica, timida verso il potere, ossequiente e talora connivente" cui fa da contraltare una viceversa spinta da ideali nobili di Giustizia .
Queste parole da sole rendono la misura , pesantissima , di come nel nostro paese e' divenuta ormai prassi ritenere devianza il discostarsi da comportamenti di diffusa e patologica illegalità .

Anonimo ha detto...

Salve, volevo segnalare soltanto un particolare che colpisce l'opinione pubblica: perchè i magistrati non scioperano più? Per molto meno, sotto il ministro Castelli, sono entrati con la Costituzione in mano, in lutto, all'inaugurazione dell'Anno Giudiziario. Ora, per il caso De Magistris (e seguenti) appaiono quasi intimiditi. Ma c'è qualcuno, fra i magistrati, che ha notato - addirittura lamentandosi - che l'ispettore del ministero di Giustizia Arcibaldo Miller (ottima persona) non sia stato spostato dal suo incarico da Mastella. Scendete in sciopero pensando alla coppia Miller-Castelli e tutto vi sarà più semplice care toghe...

Anonimo ha detto...

A costo di sembrare qualunquista dico che non siete "né meglio né peggio" di tante altre categorie sociali. Semplicemente uguali (quindi non c'è granchè di cui vantarsi). E ciò la dice lunga sul vostro voler apparire a tutti i costi come i puritani di turno. Ahimè.

Anonimo ha detto...

Per "l'ex Puritano": certo se facevi lo sforzo di metterci un nome e un cognome, magari eri pure più credibile.

Anonimo ha detto...

Il problema vero è che non bisognerebbe prestare il fianco alle delegittimazioni.Se Borrelli fa un avviso di garanzia, lo annuncia tramite corriere della sera e guarda te , esso viene trasmesso a Belusconi in una importante conferenza mondiale a Napoli, poi è facile che si creino guerre "di religione".Solo sfigato Borrelli?Chissà se la sfiga ci vede benissimo in questo caso.
Ciò premesso, quando si sono persi stima e rispetto e considerazione della gente anche per colpe proprie, poi è chiaro che i soliti indignati a comando e i Mastella possono linciare un magistrato che ha espresso il suo disagio
Susanna
Napoli
http://riflessiditana.ilcannocchiale.it/post/1639697.html

Anonimo ha detto...

Per Mauro di Blasi:
Se queste sono le tue argomentazioni, andiamo bene ......
Prova invece a chiederti se le sue affermazioni sono plausibili e sul perchè ha deciso di restare anonimo