martedì 11 marzo 2008

Otto anni per scrivere una sentenza, i boss liberi


di Francesco Viviano
(Giornalista)


da La Repubblica dell’11 marzo 2008

Due mafiosi condannati otto anni fa a 24 anni di reclusione ciascuno, la moglie del boss Piddu Madonia condannata a 8 anni di reclusione e altri quattro favoreggiatori di Cosa nostra condannati a pene minori, sono liberi da 6 anni perché il giudice che emise la sentenza, Edi Pinatto non ne ha ancora scritto le motivazioni.

È un record, s’intende negativo, della giustizia italiana che ancora oggi rimane tale e che fa gridare allo scandalo il sindaco di Gela, Rosario Crocetta, che si è rivolto al ministero della Giustizia: «Non si può - dice - consentire che in uno Stato democratico basato sul diritto, lo Stato condanni ed un magistrato, a distanza di quasi otto anni non depositi una sentenza per cui un intero clan mafioso è in libertà e gira tranquillo per la mia città».

Edi Pinatto, 42 anni, da sette, da quando ha lasciato Gela, è pubblico ministero alla procura di Milano. La sua stanza è al quinto piano, la numero 512 e lui è quasi sempre presente, non si è mai assentato eppure, nonostante siano trascorsi esattamente 7 anni, 8 mesi e 18 giorni, non è riuscito a scrivere le motivazioni di quella condanna.

«Perché vuole sapere di questa sentenza? Io non posso parlare di cose di lavoro con i giornalisti», è la sua prima reazione.

E quando obiettiamo che non si tratta di rivelare segreti relativi ad inchieste in corso e che chiediamo di sapere perché tanto ritardo, Pinatto abbassa il volume della radio che trasmette brani di musica jazz e risponde serafico: «Guardi, io non posso proprio dire nulla, se vuole ne parliamo dopo, quando finirò di scrivere la sentenza».

Ma intanto sa che quei due mafiosi condannati, così come la moglie del boss Piddu Madonia, sono liberi?

«Sì lo so, ma non è la prima volta, non sono il solo a metterci tanto tempo. Le scriverò fra alcuni mesi, appena smaltirò questi fascicoli che lei vede sul mio tavolo, e solo allora potremmo parlarne. Adesso mi lasci lavorare».

La storia di questo processo, uno dei più lunghi della storia giudiziaria italiana, comincia nel dicembre del 1998, quando i carabinieri del Ros arrestano una cinquantina di mafiosi in tutta la Sicilia, tutti favoreggiatori e uomini di Bernardo Provenzano.

Tra questi Giuseppe Lombardo, Carmelo Barbieri, Maria Stella Madonia e Giovanna Santoro, rispettivamente sorella e moglie del boss della Cupola, Piddu Madonia da anni in carcere dove sta scontando una serie di ergastoli.

Il troncone nisseno, per competenza, passa al tribunale di Gela ed Edi Pinatto presiede la sezione che processerà i quattro imputati eccellenti, considerati esponenti di primo piano di Cosa nostra.

Il 22 maggio del 2000, in tempi brevissimi, arriva la sentenza di primo grado. Edi Pinatto condanna Lombardo e Barbieri a 24 anni di reclusione ciascuno, Maria Stella Madonia a 10, Giovanna Santoro ad 8 ed altri a pene minori.

Il magistrato avrebbe dovuto pubblicare i motivi della sentenza tre mesi dopo il pronunciamento.
Non lo ha ancora fatto.

Così nel 2002 tutti i condannati sono stati scarcerati per scadenza dei termini di custodia cautelare.

Pinatto nel frattempo aveva ottenuto il trasferimento dal Tribunale di Gela alla procura di Milano dove attualmente lavora.

Ma anche a Milano Edi Pinatto si è fatto la fama di «giudice lento» tanto da essere stato sollecitato dal capo del suo ufficio che gli ha contestato, per iscritto, il suo «basso rendimento» nelle inchieste milanesi di cui è titolare.

Il presidente del Tribunale di Gela, Raimondo Genco ha segnalato da tempo la vicenda della sentenza fantasma al Csm ed al ministero della Giustizia.

Convocato dal Csm nel giugno del 2004, Pinatto tentò di giustificarsi in qualche modo: «È certamente un caso scandaloso – ammise – ma non è il solo, ve ne sono altri».

In quell’occasione Pinatto venne “condannato” dal Csm a due anni di perdita di anzianità.

Ma delle motivazioni, anche in seguito, nessuna traccia.

Due anni dopo venne nuovamente convocato per lo stesso motivo. «La pervicacia dell´omissione dell´incolpato – disse il rappresentante dell’accusa al Csm – è anche denegata giustizia» e una «stasi incredibile».

L´accusa chiese alla sezione disciplinare del Csm di erogare la massima sanzione prima della rimozione, ma Pinatto se la cavò con altri due mesi di perdita di anzianità.

Tutti i suoi colleghi pensavano che avrebbe provveduto, invece tutto è fermo, come otto anni fa.

E i mafiosi? «Stanno qua, girano tranquilli per la città e – dice un investigatore di Gela – continuano a fare i mafiosi».


21 commenti:

Anonimo ha detto...

Ecco, in qualunque azienda uno cosi' sarebbe stato licenziato in tronco.

E invece no!

Lo dice uno che sa bene che si puo' essere mandati a casa per molto meno, per esempio, per l'"insopprimibile tendenza a tutelare i propri diritti" (che non e' certo una violazione di doveri, specie se consiste nel prendere provvedimenti scomodi, ma necessari per non passare per complici di altrui nefandezze...!)

Povero de Magistris: davvero non ha capito nulla della Magistratura : il suo quasi coetaneo collega si riposa da anni, comodo nella sua funzione di PM e quasi quasi lo trattano meglio di lui, che invece - guarda un po'! - e' cosi' solerte da prendere il suo lavoro come una missione....

Ecco, fin quando l'autogoverno della magistratura si muovera' cosi', non credo ci sia speranza....

Anonimo ha detto...

I termini ... sanzionatori e "canzonatori" !

Vincenzo Scavello ha detto...

Se vivessimo in un Paese senza paradossi saremmo il Paese più sano del mondo.

Non sarebbe stato meglio non pronunciare quella sentenza di condanna, invece che impiegare otto anni per scriverla?

La carta, ecco cosa mancava!

Intanto i Mafiosi ringraziano e fanno "marameo" alla totalità degli Italiani onesti; un Popolo intero soggiogato da un gruppo di sparute ma potenti minoranze!

Anonimo ha detto...

Così il Pm Pierpaolo Bruni critico nei confronti del Gip e del Tribunale del riesame che non hanno accolto l'impianto accusatorio di una inchiesta per mafia: "se i giudici adottano due pesi e due misure c'è un problema di uguaglianza e di democrazia". La critica è stata nella differenza di trattamento tra indagati eccellenti (politici e imprenditori) e indagati signor "nessuno". Ecco, ritengo che, fino a quando i politici e gli imprenditori sono considerati vittime anziché carnefici, la mafia continuerà a prosperare sempre con maggiore successo.
Che senso ha applicare il famigerato art 416 bis ad un esercito di disadattati che per un motivo o per altro sono facilmente reclutabili dalla mafia (ed infine gli unici che pagano) e poi prosciogliere dalle stesse inchieste i veri responsabili del malaffare e degrado del meridione?
De Magistris aveva cominciato, con le inchieste che miravano in alto, a scalfire questo indegno sistema e per questo è stato mandato via. Al Pm Bruni sono state affidate alcune inchieste portate avanti da de Magistris. Che dire, speriamo in lui!!!
bartolo iamonte

Anonimo ha detto...

Dimenticavo, direbbe Cetto la Qualunque, la vera verità è che quelli (i mafiosi) sono talmente animali che o 416 bis o 832 quatris si fanno in silenzio anche 10 ergastoli con il regime del 41 bis compreso, vuoi mettere a confronto un politico o imprenditore d'alto bordo? ...
bartolo iamonte

Anonimo ha detto...

La domanda sorge spontanea. Ma siamo sicuri che la sua lentezza sia dovuta ad inefficienza o è semplicemente un modo per farsi nuovi amici

Anonimo ha detto...

Inutile far commenti. Questa vicenda non rappresenta un caso isolato all' interno di una gestione della giustizia efficiente.. questo e' la regola!La verita' e' che vien piu' semplice giocare a scarica barile piuttosto che rimboccarsi le maniche e lavorare seriamente.In altro settore ci sarebbero stati gli estremi per un licenziamento per giusta causa.. qui si bacchettano leggermente le mani e si permette che gente del genere( non sono giudici e non li chiamero' mai tali) continui indisturbata a far i propri comodi e cosa ancor piu' grave trascinare nei giudizi negativi della gente(e' chiaro che poi si fa di tutta l'erba un fascio) con il loro comportamento irresponsabile quei tanti giudici che giornalmente si spaccano la schiena ma che purtroppo rappresentano allo stato attuale delle cose solo una (preziosa)eccezione

Anonimo ha detto...

Se non avessi letto qui tutto l'articolo, sapevo soltanto degli otto anni trascorsi senza che il magistrato avesse scritto la sentenza.
Fin qui mi ero fatta un'idea. Mi è tornata alla mente la morte del Giudice Livatino "il giudice ragazzino".
Mi è tornata alla mente tutta la polemica di quei tempi che mandavano in quei posti "caldi" i giudici freschi di concorso, con poca esperienza e chissà perchè.
Ho pensato anche che forse non tutti sono come il Giudice Livatino, come i Giudici Falcone e Borsellino e tutti gli altri che hanno dato la loro vita solo per svolgere il loro lavoro di MAGISTRATI.
Ho pensato che questo giudice forse ha avuto paura delle conseguenze.
Poi ho letto tutto l'articolo e questa giustificazione è sfumata.
Questo è l'ennesimo giudice che svolge il suo lavoro con la tendenza impiegatizia che sembra ormai dilagare nella magistratura.
Mi chiedo che peso ha avuto per i magistrati quella legge mi pare dell'88 della Responsabilità dei Magistrati.
Hanno deciso che chi non fa non sbaglia?
Hanno dichiarato silenziosamente guerra allo Stato?
Sono passati venti anni. La Giustizia è al collasso.
Ora la Magistratura si deve prendere la responsabilità di aver favorito in questo sfascio proprio chi da tutto questo ne ha tratto ingiusto profitto facendo diffondere in Italia che si può lucrare e uccidere impunemente.
Per i giudici sotto inchiesta è stato detto:"Se ne punisce uno per educarne cento", ma con questo sistema la Magistratura "ne assolve uno e ne ha istruito milioni".
Alessandra

Anonimo ha detto...

ROMA - Rinvio a giudizio davanti alla sezione disciplinare del Csm per il Gip di Milano Clementina Forleo in relazione all'ordinanza con la quale aveva chiesto alle Camere l'autorizzazione all'uso delle intercettazioni di alcuni parlamentari, tra cui Piero Fassino e Massimo D'Alema, per la vicenda Unipol. Lo ha disposto la procura generale della Cassazione. L'udienza pubblica a Palazzo dei Marescialli è fissata per il 27 giugno. Al magistrato nel capo di incolpazione si contesta "l'abnormità del provvedimento - ha spiegato il procuratore di Asti, Maurizio Laudi, che assisterà Forleo nel giudizio - perché avrebbe anticipato una sorta di valutazioni di responsabilità di parlamentari che non erano iscritti nel registro degli indagati". Forleo avrebbe "esorbitato dalle motivazioni del provvedimento".
LA MIA SOLIDARIETA' ALLA DOTTORESSA FORLEO!!!
bartolo

Anonimo ha detto...

Che la monnezza sia sparsa sulle strade di Napoli o sia ben attaccata alla propria poltrona nella stanza 512 del quinto piano del Palazzo di Giustizia di
Milano poco cambia, mi fa profondamente vergognare di essere italiano e mi angoscia quando guardo le mie figlie di pochi anni e penso al loro futuro in questo paese. Ma non basta, perchè a ciò si aggiunge - anzi lo supera in gravità, considerando il livello di vertice istituzionale della magistratura - il comportamento a dir poco sospetto del CSM, che dimostra incredibili e inusuali rapidità e severità quando si tratta di giudicare disciplinarmente un PM, De Magistris, che indaga su Prodi e Mastella, ma che applica risibili sanzioni ( perdita di due mesi di anzianità a fronte di reiterati pluriennali ritardi) ad un altro che provoca la scarcerazione di una banda di mafiosi. Forse il mio linguaggio non è adeguato e opportuno, ma il disgusto che avverto è troppo forte e senza speranze.

Cinzia ha detto...

Buonasera a tutti e ben ritrovati,
sono appena uscita dal tunnel di un lavoro a progetto che mi ha tolto la vita per tre mesi, ma sono felice ora di ritrovarvi tutti qui in buona salute.
Nel frattempo è successo di tutto e di più e mi dispiace di non aver avuto il tempo e l'energia per far sentire anche il mio pensiero.
In merito a questo articolo vorrei dire che di un personaggio del genere, intendo il "magistrato", mi piacerebbe capire se è stato minacciato e quindi si comporta così per paura; oppure se è stato pagato e quindi si comporta in questo modo per lucro. Ovviamente non credo per niente alla possibilità che in otto anni egli non abbia avuto il tempo di scrivere una sentenza, per quanto complessa, a fronte della scarcerazione di delinquenti di tale levatura. Certo è che la legge non aiuta, ha dell'incredibile che si possa essere scarcerato dopo una condanna definitiva(?) solo per l'incuria, faziosa o meno, di un cosiddetto giudice che prima condanna e poi volta la faccia. Così come ha dell'incredibile che io, per svolgere uno stupido lavoro a progetto, ho dovuto impegnare anche 16/18 ore ogni giorno per consegnarlo nei tempi previsti (e che il mio datore di lavoro si sia permesso persino di fare leva su miei improbabili sensi di colpa, solo per aver chiesto un'ora di permesso per motivi di salute), mentre il soggetto in questione si è potuto permettere di dilatare i tempi a suo piacimento e a discapito di tutta la società. E pensare che ho lavorato come una schiava per soli mille euro al mese! Ho idea che certa gente non percepisce più l'abnormità dei propri privilegi!!!

Un saluto affettuoso a tutti

Cinzia

ps ma non si potrebbe avere la mail di questo signore per notificargli il proprio sdegno, forse far sentire a questa gente la presenza giudicante dei cittadini potrebbe essere un deterrente verso comportamenti di questo genere?!

Generazione V ha detto...

e poi si cerca il pelo nell'uovo a de magistris e alla forleo...

Anonimo ha detto...

mi sono collegato adesso e vedo che dal mio ultimo intervento qualcuno ha scritto.. noto pero' con un po' di dispiacere che la redazione non ha dato opinioni in merito alla vicenda. Non voglio passar per polemico perche' non e' questo il mio intento.. sarebbe pero' importante il commento di chi lavora giornalmente con la giustizia e per la giustizia.I vostri interventi sono importanti per aiutare noi semplici cittadini a capire come stanno le cose

Anonimo ha detto...

Copio e incollo una notizia "ansa" appresa pochi minuti fa:

"GIUDICE BUCA LE GOMME DELL'AUTO ALLA COLLEGA
LA SPEZIA - Un giudice spezzino, noto per la sua severità, è finito sotto inchiesta dopo essere stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza a bucare, con un punteruolo, gli pneumatici dell'automobile di una collega. A scatenare il rancore, sarebbe stato un contrasto con la giudice, che si occupa di cause civili, per la composizione di una commissione, alcuni anni fa. L'episodio di danneggiamento, del quale scrivono stamani i quotidiani locali, risale ai mesi scorsi ma non sarebbe stato un atto isolato, perché la donna si era già trovata le gomme a terra. Proprio per questo, aveva sporto denuncia al tribunale di Torino, competente per i fatti che coinvolgono i magistrati liguri. A far scattare l'indagine interna era stato un dettaglio preciso: il parcheggio sotto il tribunale non è aperto al pubblico ed è accessibile solo agli addetti ai lavori, come i giudici e i militari che accompagnano i detenuti. La notizia ha provocato sconcerto alla Spezia, dove i due protagonisti sono molto conosciuti. Il magistrato 'vendicatore' rischia grosso, anche un trasferimento, poiché appare difficile che possa rimanere a operare accanto alla sua 'vittima'. In pericolo anche il delicato equilibrio dei procedimenti giudiziari spezzini: il magistrato compare in numerosi collegi giudicanti relativi a processi di spessore".

No comment !

Anonimo ha detto...

Dopo aver letto l'articolo ho notato che in nessuno dei post vi è un giudizio nettamente e chiaramente negativo contro questo signore, che dopo otto anni non ha depsoitato la sentenza.
Riflessione:
nella vicenda De Magistrisi si leggevano dei post che contenevano giudizi su Mastella radicalmente negativi (per usare un eufemismo);contro questo signore si è, invece,alla ricerca di dietrologia (e se lo stato non gli avesse per caso fornito la carta su dove scrivere la sentenza? oppure la penna? in questo caso è ovvio che questo Magistrato non ha colpe...
Non trovo alcuna differenza, eticamente negativa, fra i due soggetti.
Buona serata

"Uguale per tutti" ha detto...

Per Anonimo delle 20.23 e Anonimo delle 21.26.

Gentili Lettori,

la Redazione si scusa per non avere commentato la notizia.

Ma davvero si stupisce di essere sospettata di "corporativismo" o di voler coprire il magistrato in questione.

Vorrete darci atto che abbiamo riportato IMMEDIATAMENTE la notizia tratta da La Repubblica lo stesso giorno in cui Vanna Lora l'ha segnalata nella Rassegna Stampa.

Abbiamo appreso la notizia aggiornando la Rassegna Stampa e immediatamente l'abbiamo riportata.

Se avessimo inteso dare della cosa una "interpretazione compiacente", l'avremmo lasciata solo nella Rassegna Stampa.

Dopo di che non abbiamo aggiunto altro, intanto perchè non sempre c'è il tempo di fare tutto ciò che si vorrebbe (La Redazione è composta da magistrati che fondamentalmente devono scrivere le loro di sentenze) e poi perchè nelle mailing list interne alla magistratura si è acceso un notevole dibattito sul collega in questione e stavamo cercando anche noi di capire cosa concretamente sia successo.

Allo stato, comunque, la nostra posizione, come emerge dall'avere riportato immediatamente la notizia, è di assoluto biasimo per l'accaduto, senza alcuna disponibilità a trovare scuse e a fare sconti a nessuno.

Peraltro, quale sia la nostra posizione su vicende come questa emerge da un post scritto alcuni mesi fa, dal titolo “I magistrati non riescono a rendersi conto delle loro inefficienze”, che potrete leggere cliccando sul titolo stesso.

Aggiungiamo ancora la notizia di oggi che la Procura della Repubblica di Catania ha chiesto il rinvio a giudizio del nostro collega per il reato di omissione di atti d'ufficio.

Per quello stesso reato era stato in precedenza processato e assolto.

Sperando in una nostra assoluzione da parte Vostra, almeno per insufficienza di prova :-) - formula ormai abrogata – Vi inviamo un caro saluto.

La Redazione

Anonimo ha detto...

Gent.ma redazione, lungi da me l'intento di formulare una qualsiasi accusa nei vostri confronti.Avevo scritto nel commento delle 20:23 che mi dispiaceva non leggere un vostro intervento che puo' essere chiarificatore in queste vicende(ma ho letto adesso il post da voi riportato) P.Q.M siete assolti perche' il fatto non sussiste :-)

Anonimo ha detto...

Ovviamente non sara' sfuggita la notizia del rinvio a giudizio disciplinare della Forleo : dopo de Magistris, ne vedremo a breve un altro, di processo a chi fa troppo....

Intristisce un po' che, noti i tantissimi provvedimenti abnormi - quando addiritttura "non provvedimenti" - che si producono giornalmente nei Tribunali del Paese, si vada a sindacare un atto che, letto per intero, da' ragione del lavoro immenso di studio delle carte e di fenomeni economici di non sempre agevole percezione compiuto dal Magistrato.
La lettura integrale del documento dice del rigore con cui si e' data contezza delle ragioni dell'eventuale profilarsi di responsabilita' penali anche a carico di importanti politici, sulla base di fatti oggettivamente riscontrabili (la quantita' di contatti telefonici con gli indagati, la indicazione esplicita alla prudenza nelle comunicazioni telefoniche, il costante interessamento sull'evolversi della scalata illecita, la partecipazione "affettuosa" ai risultati piuttosto che la dissuasione da ogni forma di illegalita', peraltro gia' percepita come tale a' tenore dei toni utilizzati dai "parlanti").

Peccato, la P.G. della Cassazione ha ritenuto che tutto cio' fosse "abnorme", accedendo ad una accezione di abnormita' in un senso lessicale (cosi' come era stata usata in certe reazioni) che pero' non corrisponde al canone giuridico di "abnormita'".

Vorra' dire che, dopo aver capito cosa debba intendersi per mestiere del Giudice dalla vicenda de Magistris, avremo preziosi lumi in tema come debba essere la motivazione dei provvedimenti del GIP grazie alla vicedna Forleo.....

C'e' sempre da imparare.

P.S. Ho letto l'ordinanza Pappalardi pubblicata da Repubblica.
La Dr. Romanazzi, gia' abbondantemente "massacrata" nei talk show, cosa dovra' aspettarsi, dopo il suo certosino lavoro di rilettura e raccordo delle informazioni raccolte in un contesto sicuramente non favorevole e connotato proprio da quelle caratteristiche negative di reticenza e voglia di non immischiarsi notoriamente tipico delle realta' provinciali?

Fino a che la giustizia la distribuiranno, come certi piccoli elettrodomestici, porta a porta.....

Anonimo ha detto...

Io sono stufa.
Io amo questo nostro bellissimo paese che il mondo ci invidia.
Io voglio gridare che IL RE E' NUDO.
Non ne posso più di morti annunciate, di condanne annunciate, di ali tarpate, di intelligenze sprecate, di chi per questo paese lavora e si impegna e muore. E per chi?
Io trovo "abnorme" questa campagna elettorale della quale sappiamo quanto costa, della quale si è già detto che la legge con la quale viene svolta è incostituzionale, della quale,appena svolto il referendum nel 2009 si scatenerà tra le tante opposizioni che si stanno formando, una bagarre che impedirà qualsiasi normale svolgimento parlamentare per cui sappiamo che i corposi programmi annunciati resteranno sulla carta a futura memoria.
"Abnorme" trovo l'ostinazione di chi vuol perseguire dei magistrati che hanno avuto la sventura di "incontrare" nelle loro indagini dei politici.
In Calabria, poichè le indagini ormai traboccano e non sarà facile non trovaci le magagne, hanno stornato i politici e fanno finta di niente.
A Milano siccome la cosa è ancora sulla graticola bisogna dare "segnali" rassicuranti.
Io invece trovo poco rassicurante che ci sia chi "sogna" intorno ad affari per i quali qualcun'altro dovrà essere processato.
Io trovo poco rassicurante che nonostante tante proteste da più parti chi ci dovrebbe guidare, rappresentare,garantire, è spudoratamente intenzionato a non prendere atto della grave e urgente necessità di un cambiamento di rotta su tutti i fronti.
Tutto questo trovo ABNORME e sono indignata.
Alessandra

Anonimo ha detto...

leggo che "...In quell’occasione Pinatto venne “condannato” dal Csm a due anni di perdita di anzianità...." e che in un'altra occasione "...L´accusa chiese alla sezione disciplinare del Csm di erogare la massima sanzione prima della rimozione, ma Pinatto se la cavò con altri due mesi di perdita di anzianità...."
bene, provvedimenti invero severissimi, e tali dal farlo desistere a commettere ancora simili leggerezze!
sicuramente il danno inferto alla sua carriera e alla sua futura pensione sarà tale da costringerlo a lavorare ben oltre i termini minimi di legge, con grande giovamento del sistema giudiziario (in particolare per quanto riguarda l'applicabilità delle pene erogate), e soprattutto con enorme vantaggio di chi ha tratto utilità dal mancato deposito della sentenza, che il giudice sia o meno consapevole del vantaggio stesso.
perché questo non è un caso di semplice negligenza: questa, anche al di là delle intenzioni, finisce con l'essere oggettiva complicità con le bande criminali che insozzano il meridione da almeno duecent'anni.
delle due l'una: o il giudice in questione è un incapace, e allora va immediatamente licenziato, perché la sua incapacità può provocare gravi danni allo Stato e ai cittadini, oppure è un delinquente, e allora va, oltre che rimosso dall'incarico, anche processato e giudicato.
troppo facile favorire di fatto i mafiosi, e cavarsela con una tirata d'orecchi per generica "accidia". qui i peccati mortali sono ben altri, e la copertura OGGETTIVA fornita, foss'anche senza intenzione, dal magistrato alle attività criminali della cosca in questione rende tali atti ancor più odiosi.

baron litron

piccola nota: il mio commento originale, seppur molto simile, conteneva delle intemperanze verbali che avrebbero potuto, se pubblicate, dare l'appiglio a sgradevoli iniziative giudiziarie di chi volesse danneggiare questo preziosissimo spazio di civile dibattito.
la redazione, nel suo notevole quanto oscuro lavoro di moderazione, me l'ha fatto presente, suggerendomi di rivedere le espressioni utilizzate, e poter così esprimere il mio pensiero senza incorrere nel rischio di querele da parte degli interessati.
nell'esprimere loro massima gratitudine, voglio anche riconoscere quanto sia importante fare estrema attenzione a ciò che si dice, proprio per impedire che ciò che viene espresso come libera opinione possa venir manipolato e altrimenti utilizzato a danno di chi lo dice o - peggio ancora - di chi cortesemente mette a disposizione lo spazio per esprimersi

"Uguale per tutti" ha detto...

Per Baron Litron e tutti.

E' la Redazione a dovere essere davvero grata di cuore a tutti Voi, che con la Vostra presenza, con il Vostro impegno paziente, con la varietà delle Vostre opinioni, con l'impegno per esporle in maniera che possano essere comprese e discusse, costituite la vera anima di questo blog e il suo senso profondo.

Grazie della comprensione, della condivisione, dell'amicizia, a Baron Litron in particolare e a tutti.

Un caro saluto.

La Redazione