giovedì 20 gennaio 2022

"Perchè io so io e voi non siete un … " (Il Marchese del Grillo)




Coi complimenti (per la sveltezza) della più alta carica dello Stato il CSM ha appena licenziato ad ampia maggioranza la delibera che, superando le sentenze del Consiglio di Stato che le avevano annullate, ribadisce le nomine del Presidente della Corte di Cassazione e del Presidente Aggiunto. 

Sicché pochissimi giorni paiono essere stati sufficienti al CSM per emendare quelle delibere dai vizi rilevati dal Consiglio di Stato. 

Si aprono due possibili scenari, in assenza della motivazione ufficiale della delibera odierna. 


Prima ipotesi: la delibera adottata oggi è sana e corretta. 

Ma  allora più che i complimenti per la velocità il CSM avrebbe meritato una sonora tirata d’orecchie per la disattenzione con la quale confezionò le delibere annullate, visto che bastava poco a rendere inattaccabile la scelta del presidente della cassazione.

Seconda ipotesi:  la delibera adottata oggi non ha eliminato le ragioni di censura e sarà nuovamente annullata dal giudice amministrativo. 

All'antagonista che aveva vinto il ricorso è riservata, dunque,  la stessa sorte di Aronne Piperno. 

Che ne è dello Stato di diritto? 


La risposta nel  titolo di questa piccola cronaca.    

1 commenti:

bartolo ha detto...

Da meridionale, Mattarella si adegua: dove maggiore c'è minore cessa!, Aundi cappeddu c'è berritta non cunta (l'uomo con il cappello è più auterovole dell'uomo con la Coppola). E, per concludere: quando l'uomo col fucile incontra l'uomo con pistola, l'uomo con la pistola è un uomo morto.
Ecco, il CSM è un Organo dello Stato di rilevanza Costituzionale, il CdS no (?). Quello che noi comuni mortali non comprendiamo è: ma è lecito ricorrere alla giustizia amministrativa per redimere le controversie tra soggetti destinatari del giudicato del CSM?
Forse, un Presidente nordico non avrebbe ceduto o, quanto meno, si sarebbe astenuto. Consoliamoci col fatto che a volte (quando si rimane intrappolati senza via di fuga) è più coraggioso metterci la faccia (Napolitano docet) che stare piegati agli angoli a rosicare amaro.