venerdì 25 luglio 2008

Immigrazione: deliberato lo stato d'emergenza nazionale.

E' di oggi la notizia secondo la quale il Governo avrebbe deliberato lo stato d'emergenza esteso a tutto il territorio nazionale con riferimento al problema dell'immigrazione.

In attesa di conoscere nel dettaglio il testo della delibera governativa, saranno utili brevi cenni sul tema.

Nel caso in cui si verifichino calamità naturali, catastrofi o altri eventi che, per intensità ed estensione, debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari (art. 2, lett. C, della legge n. 225 del 1992) il Governo può deliberare lo stato di emergenza (art. 5), purché ne determini durata ed estensione territoriale in stretto riferimento alla qualità ed alla natura degli eventi.
Con le medesime modalità si procede alla eventuale revoca dello stato di emergenza al venir meno dei relativi presupposti.


Lo stato di emergenza giustifica l'adozione da parte del potere esecutivo di ordinanze in deroga alla legge, col solo limite del rispetto dei principi fondamentali dell'ordinamento giuridico; ciò che ordinariamente sarebbe vietato, illegittimo, vista l'eccezionale situazione, è permesso. Si tratta di un rilevante strappo al principio di legalità, giustificabile soltanto in contesti eccezionali e territorialmente circoscritti che devono essere individuati con estrema precisione e concretezza.

Le ordinanze devono essere pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale ed essere comunicate ai sindaci interessati (art. 6).

Questa disciplina dello stato d'emergenza è, sistematicamente, racchiusa nella legge istitutiva del del Servizio nazionale della Protezione Civile, di quell'ente, cioè, che nel caso di calamità naturali, eventualmente collegate anche all'opera dell'uomo (si pensi ad attacchi terroristici), interviene per prestare soccorso alla popolazione coinvolta.

La finalità ispiratrice della legge è di stampo solidaristico, essendo volta al soccorso di persone e non, principalmente, alla repressione delle condotte umane che sono, eventualmente, causa del disastro.

Proprio l'urgenza del soccorso, e la portata eccezionale dell'evento da fronteggiare, che nella considerazione del Legislatore riguarda solo una determinata area del territorio dello Stato, giustificano il ricorso alla decretazione d'emergenza.

Se ne fa, oggi, concreto impiego con riferimento al fenomeno dell'immigrazione, ritenuto talmente esteso da non risultarne esente alcuno dei comuni italiani e, per giunta, così improvviso da essere percepito alla stregua di un terremoto di portata mai vista.

In sostanza può fondatamente dubitarsi che ricorrano i presupposti che giustificano la decretazione dello stato d'emergenza su tutto il territorio nazionale. Questo perché non appaiono sufficientemente delineati i presupposti di fatto che lo giustificano, vale a dire la specifica indicazione del generalizzato pericolo per la popolazione (popolazione evidentemente diversa da quella che si ipotizza aver provocato l'evento disastroso), l'effettiva estensione territoriale dell'evento da fronteggiare, per come esso si manifesta in concreto, nelle specifiche realtà locali, come si ricava dall'art. 6 che impone la comunicazione “ai Sindaci” delle ordinanze adottate in deroga alla legge.


La conseguenza pratica della eventuale illegittimità della deliberazione dello stato d'emergenza sarà, a cascata, quella dell'illegittimità delle ordinanze adottate in deroga alla legge e, conseguentemente, l'illiceità dei comportamenti adottati in forza delle stesse, se lesivi di diritti.

7 commenti:

Cinzia ha detto...

Perdonate l'ennesimo off topic,
ma ascoltate dalla viva esperienza di un cittadino come ancora, tuttora e chissà per quanto ancora, vengono spesi i finanziamenti europei.

http://www.reset-italia.net/2008/07/25/ecco-perche-non-partecipero-mai-piu-a-dei-bandi-pubblici-italiani/

Mi associo con chi disperatamente sostiene che dovrebbero commisariarci!!!

Anonimo ha detto...

In realtà una gravissima emergenza il popolo italiano ce l'ha...SVEGLIARSI e finalmente incominciare a mettere in pratica il motto utilizzato dal Presidente del Consiglio durante la campagna elettorale:Rialzati Italia! ...è proprio il caso di dire che nessuno è profeta in patria.
Graziella

Anonimo ha detto...

X Cinzia

Altrimenti perchè credi che abbiano fatto le scarpe a De Magistris?
Mica perchè ha toccato i nomi di prodi, di mastella o di altri illustri stipendiati, no, il caffè alla Pisciotta parte dagli interessi locali, calabresi e lucani.

Che evidentemente sono più grossi di quelli nazionali. O_o

Luciana

Anonimo ha detto...

Com’è noto le ordinanze ex l. 1992/225 prevedono espressamente, fra l’altro, l’obbligo di motivazione, l’indicazione delle principali norme cui intendono derogare ed il rispetto di ben definiti limiti temporali, sicché mi sembra prematuro discutere di quella ora annunciata senza conoscerne il testo. In attesa di poterlo leggere, bene ha fatto però la Redazione a richiamare l’attenzione su un uso del potere d’ordinanza che certamente, e non da oggi, appare pretestuoso ed abnorme. Non ci sono dubbi che il buon prof. Barberi fu animato dalle migliori intenzioni quando, con il proposito di meglio fronteggiare catastrofi naturali ed impreviste, promosse la legge sopra richiamata. Forse adesso se ne pente amaramente. Perché era francamente difficile immaginare che, in mani sempre meno responsabili, col tempo quello strumento si sarebbe trasformato in un micidiale grimaldello per aggirare ad libitum le leggi ordinarie. E’ stato così infatti che grazie ad esso, specialmente nel Sud, si sono aperte per esempio, in deroga alle leggi ambientali e urbanistiche, strade e presunte vie di fuga dentro aree protette e vincolate. Dopo di che, visti i bei risultati, il concetto di "emergenza" è stato esteso dalle catastrofi naturali (avvenute o soltanto previste), ai “grandi eventi”, e quindi alle ben note, decennali “emergenze rifiuti”, fino a toccare addirittura il comico con l’“emergergenza pellegrini” di San Giovanni Rotondo, in nome della quale – non so quanti di voi lo sanno – è stata autorizzata la costruzione di alberghi – sempre in deroga naturalmente – nel paese di padre Pio.
Nell’attesa perciò di poter leggere e valutare attentamente il testo del provvedimento, in via generale mi limito a richiamare sul punto quanto bene evidenziato dalla Corte dei Conti:
“il ricorso a strutture e procedure straordinarie, attraverso le cosiddette ordinanze di protezione civile previste dall'art. 5, l. 24 febbraio 1992 n° 225, rappresenta… un’anomalia istituzionale che introduce alterazioni nelle normali competenze di enti ed organi pubblici, neutralizza sostanzialmente la forza del controllo giuridico, attraverso il riconoscimento di poteri di deroga normativa, contribuendo altresì a radicare il convincimento che interventi straordinari sanino le inefficienze e cancellino le responsabilità; pertanto, ai fini di valutare la legittimità di un decreto dichiarativo dello stato di emergenza… e la conseguente nomina di un commissario straordinario chiamato ad operare anche in deroga alle norme vigenti, occorre verificare la sussistenza dei relativi presupposti…” (sez. contr., 19. 11. 1996, n° 151).

Anonimo ha detto...

Credo di averlo già accennato qui nel blog, da qualche parte.
E' impensabile lasciare tutto in mano alla legge (come si dice? Fatta la legge, trovato l'inganno?). Non si può tecnicamente scrivere una o mille leggi che contemplino ogni meandro del possibile rispetto all'agire umano. E poi (come giustamente sottolineate spesso), il diritto è una disciplina imperfetta: passibile di interpretazioni.

Non credo che il povero Barberi (che non conosco, desumo dal commento precedente essere l'autore di questo istituto dell'emergenza) possa pentirsi di ciò che ha una sacrosanta ragione d'essere, pur venendo ora stravolto.
Sarà anche vero che occorre aspettare per commentare criticamente in maniera corretta, ma è chiaro che chi ci ha abituato a certi abusi e con certe motivazioni non ci ispira fiducia, fino al momento della verifica della sua nuova azione.

Basterebbe buon senso e onestà da parte di tutti, e le leggi nemmeno servirebbero. Ma visto che è utopia basterebbe buon senso da parte di chi le leggi le fa e dovrebbe essere il primo a rispettarle (in questo senso non trovo corretto dire che i politici sono uguali a tutti davanti alla legge, sarebbe più giusto -passatemi il paradosso- dire che i politici "sono più uguali degli altri" davanti alla legge, perché loro la fanno e loro la devono rispettare più di ogni altro, e loro devono dare il buon esempio anche nelle interpretazioni della legge).

La cosa che mi fa più paura è che intorno a me vedo tanto gente che non capisce, che non si rende conto di quello che sta succedendo. Non so come farlo capire a nessuno.
Ho tanta paura di ritrovarmi fra qualche anno accanto a qualche caro che mi dice "fregatene, scappiamo dall'Italia!" e di ritrovarmi a pensare "siete pazzi? Dobbiamo aiutare gli altri! ...e bastava che tutti (anche voi!) si accorgessero per tempo e reagissero con i modi della democrazia per evitare tutto questo!".
Per non parlare di cose peggiori.

Silvia.

Anonimo ha detto...

Aggiungo solo che quello che la Redazione si è sforzata di descrivere in termini asettici (dando prova di enorme self-control) l'ho sentito dire un paio di settimane fa da uno scandalizzato prof. Valerio Onida in questi termini:
"Hanno usato la legge del 1992 sulle 'catastrofi' per fare la legge sui Rom".

E segnalo che la miglior risposta è la vignetta di Vauro del 26 scorso che si può vedere all'indirizzo: http://www.ilmanifesto.it/vignettadelgiorno/200807/vignetta_20080726.gif
e che riporto, in quanto il disegno non aggiunge nulla al testo:
Primo omino: "GLI IMMIGRATI SONO L'EMERGENZA" - risposta dell'altro: "I RAZZISTI E GLI IMBECILLI LA NORMA !"

Anonimo ha detto...

Solo quelli ?