martedì 8 luglio 2008

Una notizia terribile!!!


Versione stampabile




di Achille



Ci sono notizie che non vorresti mai sentire.

Ma a volte, purtroppo, arrivano.

La nostra collega Cecilia Carreri lascia la magistratura.

Indignata dal vile comportamento dei suoi colleghi che, mentre lei era in giro per il mondo in barca a vela, lavoravano come i muli sulle carte e hanno avuto la vigliacca idea di lamentarsi, sbatte la porta e se ne va.

Pronunciando parole che, se correttamente riportate dai giornali, sono veramente al di là del bene e del male.

Proviamo a ricostruire la storia.

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Da Corriere.it del 14 gennaio 2008.


di Dino Martirano

La giudice malata fa la velista
La regata le costa una condanna


Cecilia Carreri punita dal Csm: nel 2005 assente per 9 mesi

Roma - «È difficilissimo governare un 60 piedi che vola impazzito a fare il surf su onde oceaniche gigantesche. Sono stata molto al timone e vi assicuro che sentire la poppa sollevarsi di decine di metri e vedere la prua della barca inabissarsi dentro il mare dopo una vorticosa e velocissima planata è una delle esperienze più estreme della mia vita». È metà novembre del 2005 quando sul diario di bordo di «Mare verticale», un Open 60 di 18 metri, il giudice-skipper Cecilia Carreri trascrive un resoconto della regata Transat (Le Havre-Salvador de Bahia) reso più elettrizzante dall’adrenalina. Poi la linea satellitare fa arrivare quelle parole al Giornale di Vicenza e così in città tutti possono leggere un articolo che narra le gesta in Atlantico del marinaio togato che fa il gip, appunto, al tribunale a Vicenza: «Nel giorno in cui il navigatore Soldini si ritira, prosegue la fantastica avventura di Cecilia Carreri e del francese Joe Seeten». La notizia, però, rimbalza anche a Palazzo di giustizia dove i colleghi storcono il naso: e l’Anm locale convoca un’assemblea tanto da indurre i capi dell’ufficio a prendere provvedimenti. Il giudice-skipper, che ha già usufruito di 98 giorni di aspettativa malattia nel 2004, nel 2005 ottiene altri 9 mesi e mezzo di congedo malattia. Il motivo? «Gravi patologie lombo sacrali determinanti una grave rigidità del rachide cervicale-dorso-lombare con cefalea muscolo tensiva ormai cronica». Condizioni che non consentivano «una prolungata posizione eretta né la posizione seduta».
La dottoressa Carreri dopo mesi di allenamento in Atlantico ha, in vista della Transat, l’accortezza di tramutare il permesso malattia in «congedo ordinario». Così, dopo le denunce dei colleghi, l’inchiesta della procura di Trento viene archiviata ma poi la sezione disciplinare del Csm «processa» il gip velista e accerta che con il suo comportamento «ha leso il prestigio della magistratura e quello del magistrato medesimo». Il 16 novembre, la disciplinare presieduta da Nicola Mancino, e con relazione di Mario Fresa, infligge al giudice velista, che sceglie come avvocato al Csm il Procuratore generale di Milano, Mario Blandini, la sanzione della perdita di anzianità di un anno e quella accessoria del trasferimento d’ufficio. Cosa farà ora il gip Carreri? Tornerà in barca o farà ricorso in Cassazione?

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A questo link la sentenza disciplinare di condanna del C.S.M..


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Ricevuta la condanna, la dr Carreri, emula dei tanti che ogni giorno, purtroppo, in Italia sfidano sui giornali e in televisione l’evidenza, insulta anche lei i suoi colleghi dichiarando, fra l’altro (ancora da Corriere.it):

«Pugnalata alle spalle dai colleghi»

«Sono stata pugnalata alle spalle» (certo, andarla a pugnalare di fronte avrebbe richiesto un viaggio transoceanico!!)

«Va detto – spiega – che l'iniziativa è stata presa da un gruppo di colleghi del tribunale di Vicenza che hanno investito del problema il presidente del Tribunale mentre io ero in ferie, senza darmi nemmeno il diritto di difendermi e costringendomi a sapere del procedimento disciplinare solo molti mesi dopo».

«Sport contro lo stress» - «Non è vero – afferma – che io fossi in malattia quando ho partecipato alla regata oceanica: ero in ferie. Lo stesso Csm riconosce poi che tutti i certificati medici sono veri e giudica fondate le richieste di aspettativa per malattia e per la necessità di assistere mia madre che era gravemente malata. L'unico rilievo è quello di aver svolto qualche attività sportiva, che il Csm ha ritenuto non adeguata alla mia patologia alla schiena, durante un periodo di aspettativa per motivi psico-fisici. Ma erano stati i medici stessi a consigliarmi di non stare in casa. Quello era il mio modo di affrontare lo stress».

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E che ci vogliamo fare, anche a me una volta i medici mi hanno consigliato di “non stare in casa” e fare “qualche attività sportiva”. E così me ne andavo a correre sul lungomare per un’oretta un paio di volte alla settimana.

Ma sono un uomo mediocre e soprattutto uno che non obbedisce bene bene ai medici.

La dr Carreri, invece, è una persona diligente. E così, dovendo individuare “qualche attività sportiva” che la portasse fuori da casa, ha fatto una traversata oceanica in barca a vela con un open da 60 piedi.

Quei farabutti dei giudici, poi, hanno ritenuto che una cosa del genere non è la più indicata per chi ha il mal di schiena.

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Nei giorni scorsi le Sezioni Unite della Cassazione hanno rigettato il ricorso della dr Carreri.

L’intera motivazione della sentenza a questo link.

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Oggi apprendiamo (stavolta da Repubblica.it) che la dr Carreri, indignata, ci schifa e se ne va dalla magistratura.

Non senza sfidare ancora una volta, con impavido sprezzo del ridicolo, la logica e l’evidenza, dichiarando:

“E’ una vicenda dolorosa e angosciante – ha detto – che ha completamente spezzato la mia fiducia nelle istituzioni e nei colleghi con i quali ho lavorato intensamente per tanti anni”.

“Non mi sarei mai aspettata
– dice l’ormai ex gip – una denuncia del genere a mia insaputa. Non hanno nemmeno atteso il mio rientro”.

Carreri ha sottolineato che la decisione della Cassazione è ingiusta e che non ha mai pensato di poter incorrere in un provvedimento disciplinare: “Ho sempre ritenuto di agire in assoluta correttezza”.

E in effetti non si può accusare il giudice di aver voluto nascondere la sua passione per il mare. Tutte le sue attività sportive sono infatti ampiamente documentate sul suo sito internet.

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L’interrogativo che mi angoscia è: una magistratura già tanto provata dalle note difficoltà, sopravviverà all’abbandono da parte di una collega di tanto impegno e tanto valore?

E la considerazione più amara è: peccato che vada via un giudice così. Uno di quelli che sono tanto apprezzati dai politici. Uno di quei giudici che lavorano in silenzio, che non vengono sui giornali in relazione a cose del loro ufficio, che non alimentano il conflitto con la politica.

Insomma, alla fine sono sempre i migliori che se ne vanno.



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La foto è tratta da
LaStampa.it

18 commenti:

io che speravo che :( ha detto...

Per chi volesse leggere la sentenza che ne ha disposto il trasferimento la potrà trovare al seguente indirizzo.

http://www.cortedicassazione.it/Documenti/17929.pdf

IO speriamo che

Anonimo ha detto...

Una piccola inchiesta anche su chi ha "certificato" non potete aggiungerla?
un medico

io che speravo che :( ha detto...

Volvo solo precisare che la Dott.ssa in discorso aveva proposto il ricorso in Cassazione e che questa si è gi pronunciata con la sentenza che troverete all'indirizzo di cui sopra.
Trattasi di sentenza gemella a quella che ha scatenato un mio feroce :) commento inserito nella favola della Officina della Giustizia e che mi fa pensare sempre più che la sentenza che avevo fortemente criticato sia il frutto di una ricerca di giustizia sostanziale , per arrivare al quale la Corte ha utilizzzato un formalismo.
Un modo un po' avvocatesco di agire suscetibile però di ingenerare, visto che le pronunce della Suprema Corte generano principi di diritto, effetti a catenza pericolosissimi.

Chi sa come stanno realmente le cose

IO speriamo che :)

Anonimo ha detto...

Posso essere un poco ...?
A me dispiace per la dottoressa Carreri, come mi è dispiaciuto per il dottore Pinatto! In questo paese a pagare sono sempre gli indifesi.
b

Anonimo ha detto...

No, Bartolo, quelle di Edy Pinatto e di Cecilia Carreri sono due storie diversissime.

Paragonarle offende Pinatto.

Achille

Anonimo ha detto...

Almeno è una storia a lieto fine ...

Anonimo ha detto...

Grazie Nettuno! ];)

Vincenzo Scavello ha detto...

Condivido il pensiero di anonimo delle 18:33.

Una diagnosi così dettagliata deve, per forza, scaturire da documenti diagnostici ben precisi.

E se durante la regata oceanica la Dott.ssa fosse stata sdraiata?

Bisogna approfondire ....

Anonimo ha detto...

"Furioso" Achille,
permettimi di fare un po di ironia nello stato di tragicità in cui mi trovo e vedo trovarsi l'intera Italia.
Certamente le due storie sono diverse!!!
L'ironia sta nel fatto che la Carreri in vela, per la magistratura, è molto meno deleteria di molti suoi colleghi in ufficio che producono atti scellerati. Sarebbe più utile per la collettività allontanare questo tipo di magistrati; per poi, arrivare a quelli che veleggiano! Proprio ieri parlando con un avvocato civilista con un'esperienza ventennale mi ha raccontato di episodi gravissimi ad opera di magistrati che a differenza di Pinatto e Carreri (era d'accordo sulle loro sanzioni) non pagheranno mai.
b

Anonimo ha detto...

Non credo in tutta sincerita' che un magistrato che pone in essere atti scellerati sia piu' pericoloso di uno che non lavora affatto.. sono entrambe un danno per la societa'

Come non trovo giusto equiparare la vicenda Pinnato a quello della velista

Il primo e' colpevole di aver lavorato male o poco( fate voi).. la seconda di non aver lavorato affatto

Sono dell'opinione pero' che entrambe debbano pagare lo scotto delle proprie scelte

Per Pinatto pero' un po' mi dispiace perche' credo che in 8 anni si sarebbe potuto organizzare meglio.. per la carreri mi fa molto piacere che abbia trovato finalmente la sua strada.. anzi la sua rotta ..la magistratura sinceramente non fa per lei

Anonimo ha detto...

Immagino che di questa cosa si sia già discusso in passato ma è da poco che seguo questo blog e sono curioso di conoscere il vostro pensiero. Non vi sembra che questa sanzione disciplinare sia ridicola? Poi non ci si può lamentare se la magistratura perde di credibilità.

Cinzia ha detto...

per Vincenzo Scalvello

Le posso assicurare per dolorosa esperienza personale, che quando si è affetti da una patologia del tipo che accusa la Carreri non si può andare in barca a vela, come in qualunque altro posto. Qualsiasi posizione è una tortura, figuriamoci il beccheggio di una vela, lì non ti salva neanche la ciambella ortopedica (che purtroppo ho avuto il dispiacere di usare quando sedermi era un tormento)!!!
Per mia sfortuna di ortopedici ne ho conosciuti parecchi e non escludo che, tra gli imbecilli che sono sulla piazza, qualcuno non le abbia davvero consigliato di fare un po' di vela (scherzo...ma non troppo). A me hanno dato consigli peggiori e se li avessi seguiti non credo che avrei perso solo il lavoro, ma qualcosa di molto più prezioso. Sappiamo tutti che un cattivo magistrato può arrecarti molto danno, ma non dimentichiamoci che un cattivo medico può arrivare ad ucciderti.
Ma questa è un'altra storia.

Voglio fare un saluto affettuoso a tutti i frequentatori di questo blog che ogni giorno mi deliziano la vita potendone leggere nei commenti la vivacità di confronto, la grande capacità di scambio, lo spessore umano. Questo è un vero forum ed io sono fortunata ad essere tra voi. Grazie.

Anonimo ha detto...

Carreri: "Ma erano stati i medici stessi a consigliarmi di non stare in casa. Quello era il mio modo di affrontare lo stress». Achille: "E che ci vogliamo fare, anche a me una volta i medici mi hanno consigliato di “non stare in casa” e fare “qualche attività sportiva”. E così me ne andavo a correre sul lungomare per un’oretta un paio di volte alla settimana.Ma sono un uomo mediocre e soprattutto uno che non obbedisce bene bene ai medici." E certo, con la massa di ortopedici del "materasso" in conflitto di competenze (o di attribuzioni?)con reumatogi "attentatori, lesivi, di delicate mucose", ma concordi nel propinare q.li di F.a.n.s. senza una diagnosi (in attesa che lo "facesse", dopo 10 anni!!!???, la Tac o la Rmn!) differenziale...anch'io non obbedivo ai medici che dopo avermi "imbustato" (errore grave da me contestato al 1° approccio!)mi consiglia(va)no di stare a riposo quando le peggiori posture erano (sono!)quelle da sdraiato e da seduto (specie in auto o su quelle poltrone sderenanti di studi medici in "combutta", appunto, per produrre patologie del rachide, protusione, ernie, ...!); la mattina ero costretto per senso di responsabilità a trascinarmi sul lavoro...altrimenti 10-20 persone sarebbero rimaste a casa: E, come la Carreri (penso) non mi rassegnavo a dover rinunciare di andare per boschi e montagne (da solo) a caccia di beccacce col cane che sennò sarebbe rattrappito: a volte la deambulazione migliorava, a volte mi buttavo a terra per il forte dolore...e così divenire oggetto di pettegolezzo medico da marciapiede (c'è anche quello da corridoi/androni affumicati dei tribunali...anche dentro la cancelleria...per inibire domande scomode!). Ma tra me e la Carreri - che come una cancelliere esperta in assenteismo ne sapeva una più del diavolo e dello stesso suo capo (mi confidò, senza fare il nome) - vi è una differenza sostanziale: a parte il ruolo, io ho pagato il tutto sulla mia pelle (più giusto, muscoli), non ero servitore dello Stato, ma della società civile, e quindi non remunerato, non riconosciuto. Nel paese "culla (o tomba?) del diritto", dove: una giudice nell'arco di 8 anni ne resta 4 a casa per allevare i suoi pargoli(mi rovina la causa che finisce in mano a un avv.-giudice della stralcio...non vi dico, solo 18 anni per il 1° grado!?) mentre mia moglie partoriva in casa e molti anni dopo mia figlia in ospedale, a proprie spese. Ma parlare di privilegi è voler bestemmiare. Buona sciatica, dissi a un medico, claudicante : "non sapeva" che le ernie recidivano?. Lo dico alla sig.ra Carreri, qualora avesse un'ernia lombare. Salut...e! Mauro C.

Anonimo ha detto...

Per conoscere la verità sulla mia vicenda leggete il libro edito da MUSIA "Fermate la Giustizia" che ne contiene il resoconto dettagliato.
Prima di insultare e calunniare cercate di conoscere la verità.
cecilia carreri

"Uguale per tutti" ha detto...

Per la dr Cecilia Carreri (commento del 4.1 alle 16.52).

Dottoressa Carreri,

Lei è lureata in legge e conosce il significato delle parole.

Dunque, dovrebbe misurarle.

Nessuno qui ha "insultato o calunniato", come scrive Lei.

Peraltro, Lei dovrebbe sapere che la calunnia è una "denuncia, querela, richiesta o istanza (...) diretta all'Autorità giudiziaria o ad un'altra autorità che a quella abbia obbligo di riferirne" (così testualmente l'art. 368 c.p., che forse ha dimenticato).

Vorrà prendere atto che qui non c'è alcuna "denuncia, querela, eccetera".

Dunque, Lei ci dà gratuitamente e ingiustamente dei calunniatori e ... non è bello.

Quanto al resto, abbiamo fatto corretta informazione, riportando non solo gli articoli di stampa, ma addirittura le sentenze per esteso.

Dunque, una informazione obiettiva e completa.

Ovviamente, Lei è libera di vedere le cose dal Suo punto di vista, ma il resto del mondo lo è altrettanto (libero di vedere le cose dal proprio punto di vista).

Chi volesse conoscere il Suo pensiero ora, grazie alla Sua segnalazione editoriale, potrà leggere il libro da Lei segnalato.

Chi non ne sentirà il bisogno, resterà libero di avere le proprie opinioni, senza che gli si dia diffamatoriamente del calunniatore.

Si stia bene e buone regate (Lei che se le può permettere).

La Redazione

Anonimo ha detto...

http://www.ibs.it/code/9788842539247/CARRERI-CECILIA/FERMATE-GIUSTIZIA-DISSERVIZI-INEFFICIENZE-INGIUSTIZIE-QUOTIDIANE.html?shop=5277

Per l'utente non vi è nulla di più prezioso del magistrato che, per motivi personali, si metta a sputtanare il servizio, e con competenza ed abilità.
Pregherei la dott.ssa Carreri di continuare. Non potrebbe che contribuire a migliorare il servizio.

Anonimo ha detto...

Recensione del libro scritto dalla Carreri "Fermate la Giustizia": Dall'università al concorso per entrare in magistratura, dalle indagini preliminari alle sentenze nei tribunali. Trent'anni di Giustizia italiana raccontati attraverso la cronaca cruda e rigorosa dell'esperienza personale di una donna che è entrata in magistratura per passione e senso civico e ne è uscita dopo una vicenda kafkiana di accuse e provvedimenti disciplinari. Un viaggio che si snoda attraverso i rapporti conflittuali tra magistratura e politica fino agli scandali più recenti della giustizia, ma anche tra disservizi, inefficienze e ingiustizie quotidiane che colpiscono il cittadino, gli stessi magistrati e le istituzioni.

Agnesina Pozzi ha detto...

http://www.ilgiornale.it/news/interni/io-giudice-velista-tramutata-mostro-840136.html
se la "verità" non è un'opinione, credo sia corretto pubblicare anche quest'articolo e magari...chiedere scusa alla vostra "collega" verso la quale...si è innescata la reazione da corpo estraneo. Alla fine tutti i nodi vengono al pettine. Alla fine si è riusciti nell'intento di non avere a che fare con una persona dalla coscienza più che pulita. Inginocchiatevi davanti a Dio.