venerdì 15 maggio 2009

Complotto Superiore della Magistratura






di Marco Travaglio
(Giornalista)




da L’Espresso del 15 maggio 2009


Il mancato trasferimento di Clementina Forleo da Milano a Cremona, deciso da una sentenza del Tar del Lazio, è il segno evidente dello stato di confusione attraversato dal Csm.

La sentenza del Tar Lazio che annulla il trasferimento di Clementina Forleo da Milano a Cremona disposto un anno fa dal Csm per “incompatibilità ambientale” è l’ultima (per ora) casella di un tragico gioco dell’oca iniziato a Catanzaro nell’ottobre 2007.

Allora l’avvocato generale Dolcino Favi, facente funzioni di procuratore generale, avocò l’indagine “Why Not” al pm Luigi De Magistris, all’indomani dell’iscrizione nel registro degl’indagati del ministro della Giustizia Clemente Mastella.

In difesa di De Magistris parlò la Forleo ad “Annozero”.

Il Csm trasferì su due piedi sia De Magistris sia la Forleo.

Intanto i superiori e alcuni indagati di De Magistris lo denunciarono a Salerno, e De Magistris li controdenunciò.

Salerno scoprì che aveva ragione lui e indagò i suoi capi e indagati per corruzione giudiziaria, ipotizzando che si fossero comprati e venduti le sue inchieste, grazie anche alle testimonianze del consulente Gioacchino Genchi e del pm crotonese Pierpaolo Bruni, applicato a Catanzaro.

Siccome Catanzaro negava a Salerno le carte di “Why Not”, Salerno andò a prendersele con la perquisizione del 2 dicembre scorso.

Apriti cielo: putiferio di polemiche, dal capo dello Stato al Csm, dai partiti di destra e di sinistra all’Anm, con la stampa al seguito (“guerra fra procure”).

Risultato: con un processo sommario di pochi giorni, il Csm cacciò pure i tre pm di Salerno che si erano macchiati di cotanta perquisizione, oltre al Pg di Catanzaro, Vincenzo Iannelli. Il quale aveva appena fatto in tempo a revocare l’incarico a Genchi, ultima memoria storica del lavoro di De Magistris, attaccato da Mastella, da Berlusconi e dal presidente del Copasir, Francesco Rutelli.

Il resto lo fece la Procura di Roma, incriminando Genchi per una caterva di reati e facendogli sequestrare dal Ros tutti i computer.

Negli ultimi due mesi, una raffica di provvedimenti giudiziari hanno stabilito che: De Magistris non ha commesso reati (archiviazione a Salerno delle indagini a suo carico) e l’indagine Why Not era tutt’altro che infondata (è pronta la richiesta di rinvio a giudizio per 98 indagati); la perquisizione di Salerno a Catanzaro era legittima (il Riesame ha rigettato i ricorsi dei perquisiti), mentre quella di Roma a Genchi era illegittima e i reati contestati sono inesistenti (accolto il suo ricorso contro il blitz del Ros); la Forleo non doveva essere trasferita (sentenza del Tar).

Ma ormai il danno è fatto.

Anzi, col trasferimento di Iannelli, Favi è tornato Pg ad interim.

È indagato a Salerno per corruzione giudiziaria, ma il Csm s’è “dimenticato” di trasferirlo.

E lui ne ha subito combinata un’altra delle sue: ha negato il rinnovo dell’applicazione a Catanzaro del pm Bruni, minacciato dalle cosche per le sue delicate indagini su ‘ndrangheta e politica.

Ora, il Csm è quello che è. Ma il capo dello Stato che lo presiede non ha nulla da dichiarare?



9 commenti:

salvatore d'urso ha detto...

Napoli, rinvio a giudizio per Mastella e la moglie
I coniugi coinvolti nell'inchiesta su presunti illeciti nell'assegnazione di incarichi e appalti

NAPOLI - La procura della Repubblica di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio del leader dell'Udeur Clemente Mastella e della moglie Sandra Lonardo, presidente del consiglio regionale della Campania, nonchè di altri imputati coinvolti nell'inchiesta su presunti illeciti nell'assegnazione di incarichi e appalti.

LA RICHIESTA - La richiesta, firmata dal procuratore Giovandomenico Lepore e dal pm Francesco Curcio, è stata trasmessa al giudice per le indagini preliminari Sergio Marotta che nei prossimi giorni fisserà la data dell'udienza preliminare. La notizia del deposito della richiesta di giudizio è trapelata in ambienti giudiziari. Nel febbraio scorso la procura di Napoli - alla quale gli atti erano stati trasmessi per competenza territoriale dai pm di Santa Maria Capua Vetere che avevano avviato l'inchiesta - aveva emesso gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari. I pm di Napoli in quella circostanza avevano escluso il reato di associazione per delinquere, ipotizzato nella prima fase delle indagini, confermando invece a vario titolo una serie di accuse che vanno dalla concussione, abuso di ufficio e rivelazione del segreto di ufficio. È presumibile pertanto che nella richiesta di rinvio a giudizio appena depositata l'impianto sia rimasto identico, con l'esclusione del reato associativo e la riformulazione delle accuse contestate nell'avviso di conclusione delle indagini.

salvatore d'urso ha detto...

C'è da domandarsi anche perchè nessuno ne parli... speriamo lo faccia presto annozero... prima che chiuda per le vacanze...

Anonimo ha detto...

Ho poco tempo, pertanto sarò breve. E' questa situazione di sgretolamento della credibilità della Giustizia e della Magistratura che deve farci riflettere sul non-senso di continuare a candidare magistrati in politica ,senza proporre modi nuovi di fare politica e senza un programma chiaro ,non retorico,non ispirato a icone del passato . Occorre rovescire il rapporto masochista tra elettori e canditato: il candidato deve rispondere dei risultati ai suoi elettori durante tutto il suo percorso politico ,non a chiacchere ,ma con i fatti. Questi fatti devono includere proposte nuove e nuove modalità di coinvolgimento nell'individuazione dei problemi reali e nei modi per affrontarli. Ritornerò presto sul problema. Grazie ,Maria Cristina

salvatore d'urso ha detto...

Bossi, comizi e annuncio a sorpresa
"Tra poco magistrati eletti dal popolo"

Magistrati. "Tra poco i magistrati saranno eletti dal popolo", ha detto dal palco il ministro delle Riforme e del Federalismo. "Il Veneto avrà i suoi magistrati - ha proseguito - non se ne può più di non avere neppure un magistrato Veneto. Potrebbe essere presto - ha concluso a sorpresa - potrebbe essere prima di andare al voto".


http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/politica/referendum-elettorale-1/bossi-magistrati/bossi-magistrati.html

P.S. ma stanno fuori di brutto... ed hanno anche una gran fretta nel rovesciare l'assetto democratico di questo paese... in tutto e per tutto...

salvatore d'urso ha detto...

“Schedare i clochard!” Il governo pretende di sapere il “domicilio” dei barboni

http://www.articolo21.info/8451/notizia/schedare-i-clochard-il-governo-pretende-di.html

Stefano Marras ha detto...

Elezione popolare dei magistrati?!?
Ma la Lega e il PDL non tuonano quotidianamente contro i magistrati politicizzati, contro la giustizia asservita e piegata a fini politici?
Anche i sassi sanno che negli Stati Uniti la carica di procuratore distrettuale è un trampolino di lancio per la politica, un gradino del cursus honorum (non ufficiale, ma il più delle volte consigliabile) da ricoprire prima di candidarsi a governatore, poi magari rappresentante alla Camera, e un domani chissà...

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Lo sconforto mi assale ...

salvatore d'urso ha detto...

Roma, 15:34

TOGHE ELETTE:INSORGONO VERTICI ANM,COSTITUZIONE VA DIFESA
Magistrati eletti dal popolo? Cosi'si calpesta la costituzione e non si garantisce l'indipendenza della magistratura dal potere politico a garanzia dei cittadini. "La Costituzione, su questo punto, va tutelata evitando qualsiasi discriminazione". Afferma il presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati Luca Palamara commentando la proposta del leader della lega Nord Umberto Bossi di una magistratura eletta dal popolo. A Palamara fa eco il segretario dell'associazione Giuseppe Cascini: "L'Italia e' un Paese che tutto il mondo guarda con attenzione e rispetto per la capacita' che ha avuto la magistratura italiana di contrastare fenomeni come la corruzione della politica, la mafia, il terrorismo e i loro legami con centri di potere piu' o meno occulti. E questo e' stato possibile grazie all'elevato livello di professionalita' e di indipendenza dei magistrati italiani. Certamente e' difficile immaginare che certe inchieste potessero solo essere avviate in un sistema in cui il pm fosse stato strettamente legato al potere politico". Per Palamara, la proposta di Bossi "non tiene conto di quanto previsto dalla Costituzione per realizzare la piu' ampia professionalita' e indipendenza della magistratura a garanzia dei cittadini. Cioe' - spiega - tramite la previsione di un concorso selettivo e non tramite una elezione popolare che, inevitabilmente, comporterebbe una politicizzazione della nomina e quindi del potere giudiziario". Palamara poi aggiunge: "E' vero che ci sono sistemi che prevedono l'elezione dei magistrati direttamente dal popolo, come in America per quanto riguarda i P.M. distrettuali, ma deve considerarsi che siamo difronte a sistemi completamente diversi da quello nostro e che di conseguenza rendono impossibile prendere singoli pezzi di un sistema e trasportarli in un altro". In questo modo, secondo il presidente dell'Anm "inevitabilmente avremmo un pubblico ministero espressione di una singola parte e quindi quella garanzia di indipendenza andrebbe persa.La funzione giudiziaria non puo' dipendere dalla provenienza regionale di un magistrato". Per Giuseppe Cascini: "il sistema di accesso in magistratura attraverso la selezione di un pubblico concorso, come disciplinato dalla Costituzione, e' un sistema che ha garantito professionalita', autonomia e indipendenza dei magistrati italiani. Gia' questo dovrebbe essere sufficiente per mantenere questo sistema. Se poi si pensa al funzionamento in concreto di quelle pubbliche amministrazioni la cui nomina e' espressione della politica, risulta evidente che difficilmente si potrebbero avere miglioramenti con un sistema elettivo".

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Puer essendo la frase 'mancato trasferimento' tecnicamente errata, non v'è dubbio che è un modo geniale di far pervenire il messaggio a tutte le menti, anche quelli deboli.