venerdì 8 maggio 2009

La politica nel nostro Paese


Da Annozero del 7 maggio 2009










2 commenti:

Gennaro Giugliano ha detto...

Veramente nulla da aggiungere alla disamina di Travaglio,solo la conferma che siamo arrivati veramente al capolinea riguardo la gestione del ns paese,mi permetto di segnalarvi che ho aggiunto tutti gli ultimi interventi video e radiofonici di Luigi de Magistris e Felice Lima al mio blog il Parafulmine qualora vogliate vederli ed ascoltarli,buon lavoro a tutta la redazione,mi auguro e spero che Felice Lima possa partecipare alla manifestazione di Napoli al palapartenope del 23 maggio da come ho sentito in un video di luigi de magistris inerente personalità della società civile,mi sembra che stiano ultimando i vari preparativi dovrebbero aderire oltre a de magistris anche salvatore borsellino,forse grillo ed altre personalità (almeno cosi ho sentito in un video di de magistris a bari del 23/04/2009) oltre che a leggerlo sul facebook di luigi

menici60d15 ha detto...

I 18 anni di Noemi e la nascita della sanità integrativa

Il 19 aprile 1775 a Concord, Massachussetts, venne esploso il colpo di fucile “che fu sentito in tutto il mondo” (R. W. Emerson). Era l’inizio della guerra d’indipendenza che portò alla costituzione degli Stati Uniti. La democrazia in America dev’essere cambiata da allora, perché a fine anni ‘90 a rimbombare per il mondo come la fucilata del “minuteman” contro gli inglesi è stata la notizia della fellatio di Monica Levinsky a beneficio del presidente Clinton.

Non ho mai capito l’attenzione per le vicende sessuali e familiari dei politici. Mi pare che nel caso di Clinton quella fosse una questione privata e irrilevante per il suo mandato. Si dice che non si perdonava a Clinton l’avere mentito al popolo; ma, a parte il diritto di Clinton a difendere la privacy sulla sfera privata, il popolo USA, che ha subito traumi come l’assassinio del presidente Kennedy e il crollo delle Twin towers, con quello che ne è seguito, forse dovrebbe preoccuparsi di ben altre bugie del governo. Sarebbe interessante che Clinton dicesse ciò che sa sulle manovre avvenute non sotto la sua scrivania, ma nel cielo di Ustica. Nel 2000 Clinton ha negato qualsiasi coinvolgimento della sua amministrazione a riguardo, e nessuno gli ha dato del bugiardo.

Oggi in Italia con la questione sollevata dai coniugi Berlusconi, e prontamente accettata e amplificata dalla sinistra, si può sostenere che le attenzioni morbose del premier verso le minorenni, riportate dalla moglie, e i suoi criteri “mignottocratici” (Guzzanti) di scelta dei candidati non sono fatti privati, ma sono politicamente rilevanti.

Io però continuo a credere che debba prevalere l’interesse alla tutela della privacy. Non quella dei Berlusconi; la nostra. Credo infatti che sia scorretto e dannoso propagare un diluvio di messaggi sulla gagliardia sessuale di chi detiene il potere. Non ci vuole uno psicanalista per comprendere che tali messaggi raggiungono facilmente nuclei profondi della psiche. Nuclei profondi che sono allo stesso livello di quegli strati primordiali, come quelli descritti da Jaynes ne “La mente bicamerale”, che sembra contengano anche il desiderio di soggezione cieca ad un’autorità potente. La dislocazione del dibattito politico verso livelli inconsci può aiutare a spiegare perché tali panni sporchi, banali e di poco conto, che potrebbero e a volte dovrebbero restare riservati, vengano invece esibiti con insistenza.

Panni sporchi forse inventati, o forse molto più modesti di come vengono dipinti: stavolta il re è vestito, al contrario di quello che vorrebbe far credere. A quell’età nell’uomo il bilancio androgeni/estrogeni diviene meno brillante. Come conseguenza la tirannia degli impulsi sessuali si riduce; e ai testicoli si affianca un altro organo dell’apparato genitale maschile, prima silente, la prostata, che impone esigenze nuove e non erotiche: es. quella di andare spesso a urinare.

Non so quali effetti avranno le sconvolgenti affermazioni di Veronica sulle elezioni ormai prossime, dove ovviamente peseranno anche altri fattori. Ma l’immagine pre-razionale che Berlusconi ha costruito di sé ne uscirà rafforzata. Forse una ragione ulteriore per le persone comuni affinché coltivino con cura l’orticello della propria sfera amorosa e sessuale è che ciò rende più facile lasciar cadere nell’indifferenza, ancora meglio se nella noia, le rivelazioni sulle mirabolanti storie di sesso e corna dei politici. Che affascinino o indispettiscano, le notizie scandalistiche su sesso e sentimenti distraggono e sviano dall’analisi razionale dei problemi. Se, giustamente, si voleva parlare di candidati, bastava limitarsi all’inadeguatezza e indegnità, presenti a palate (che invece così passano in secondo piano). Se, giustamente, si voleva criticare Berlusconi, sono disponibili altri argomenti (anche questi scavalcati), così numerosi e cogenti da consentire di tralasciare il suo interesse per le minorenni.

Un argomento di cui avrei preferito si parlasse ad Anno zero è la notizia, questa sì grave, e che ora invece appare lei fuori luogo, apparsa lo stesso giorno, il 7 maggio 2009: “Inizia l’era della sanità integrativa” (Edott). Notizia riportatata da Sole 24 ore e Messaggero. (“Cauto il giudizio di Cisl, Uil e Ugl”). Il 7 maggio Sacconi ha presentato il libro bianco sulla sanità integrativa; e noi abbiamo ponderato il book di Noemi.

Nella versione di Bindi e Turco, la sanità integrativa è un ripristino, ma in forma moderna, della vecchia cassa mutua; gestita ora dai sindacati (partecipazione che deve aver favorito il silenzio). I lavoratori ricevono un’assicurazione supplementare, che pagano con una detrazione della busta paga che si aggiunge a quella per il SSN. Con il governo Berlusconi, non si sa in che misura stiamo andando verso la sanità privata; se le famiglie dovranno pagare due volte per l’assistenza medica. Le assicurazioni private appaiono entusiaste. L’anno scorso Sacconi ha annunciato incentivi pubblici per le assicurazioni e i fondi sanitari privati, insieme a tagli per il SSN.

Forse Santoro se ne occuperà in seguito, mentre sarebbe meglio informare il pubblico sulle leggi e le prospettive, rendere noto il problema, e discuterlo, prima che il danno sia fatto. Berlusconi dice di non mettere le mani nelle tasche degli italiani: ma sicuramente privatizzando fa in modo che siano costretti a mettere “spontaneamente” mano al portafoglio. Non solo la spesa sanitaria inciderà maggiormente sulle entrate e sulle uscite dei bilanci familiari, e potrà condizionare le prospettive delle famiglie; quel che è peggio, quel che è di gran lunga peggio, è che prenderà comunque piede una sanità delle assicurazioni, che è tanto costosa quanto iatrogena.

Se il paziente che entra nello studio privato di un chirurgo ha un’assicurazione privata, è molto più probabile che esca dallo studio con la prescrizione di un intervento chirurgico. (Questo è un esempio dei motivi per i quali anche i ceti agiati dovrebbero esitare ad andare verso il liberismo). In un recente libro, che in USA ha avuto successo, “Overdosed America – The broken promise of american medicine – How the pharmaceutical companies are corrupting science, misleading doctors, and threatening your health” J. Abramson, medico ed epidemiologo, descrive, nel fallimento di una medicina che in buona parte condividiamo con gli USA, anche il fallimento del sistema che da noi è agli albori: Abramson mette le assicurazioni mediche al primo posto tra i fattori che causano la “supply sensitive care”, le cure sensibili agli interessi dell’offerta (gli interessi alla S. Rita, per intenderci; ma in forme più sofisticate, e moltiplicati per un milione).

La borsa e la vita. Siamo sicuri che sia un buon servizio ai cittadini lasciarli all’oscuro di questa nuova era, e invece farli rilassare in prima serata con le ninfette e le strappone di Berlusconi? La classe politica è quella che è; ma un popolo che non pretende di essere informato e non protesta se viene distolto da ciò che è importante; che se ne frega delle cose serie, anche se indigeste, e segue queste puttanate con un’assiduità adolescenziale, si merita di meglio?

A dire il vero si è parlato anche di sanità nella trasmissione di Santoro. Barbara Palombelli ha detto che “Incantesimo” è comunque un’industria, e come tale va difesa, in nome del lavoro. Travaglio ha stroncato l’uscita replicando che Incantesimo viene usato come ufficio di collocamento per l’harem dei politici (della serie tv si è occupata la Procura di Napoli, nell’ambito delle indagini sulle raccomandazioni di Berlusconi a Saccà). Anche qui, il reality mediatico copre il reale, e gli aspetti piccanti coprono una realtà triste e dura: trasmettere una soap opera sulle cure mediche è diseducativo. E’ il servizio pubblico che fa propaganda a favore di interessi privati anche illeciti.

Nel 2007 è apparsa su Lancet una lettera che descrive e analizza 20 storie di “medical romance” (Kelly B, Lancet 370. p. 1482). L’autore, uno psichiatra, descrive come nei romanzi rosa medici ricorrano figure di dottori aitanti ma fini, dottoresse e infermiere belle ma con un passato tragico o difficile, che si sacrificano per gli altri e sono dotati di straordinarie capacità terapeutiche, o meglio taumaturgiche; i romanzi, scrive Kelly, mostrano la possibilità delle passioni nei contesti medici; e per certi reparti (i Pronto soccorso) l’inevitabilità delle passioni. La narrativa e la fiction medica hanno un notevole potere di convincimento. A 12 anni, l’anziana e severa professoressa di lettere delle medie, che ricordo con venerazione, saputo che stavo considerando di fare il medico da grande, mi regalò una raccolta di garbati racconti di un medico scrittore allora in auge, Cronin: “La valigetta del dottore”. Eccomi qua.

Nel commentare la lettera di Kelly, il presidente della nostra Federazione degli ordini dei medici, Bianco, ha smorzato le critiche, e ha espresso giudizi positivi su amore e ospedali; anche se ha ammesso che l’immagine del medico infallibile che si imprime così negli spettatori rischia di generare false speranze e convinzioni. Credo che gli spettatori culturalmente non protetti, che sono la maggioranza, pagheranno caro il divertimento della telenovela medica, il gingillarsi con la favola, per non dire l’allucinazione, che l’ospedale sia il nido di Cupido.

In “Incantesimo” ci sono giochi d’amore e carcinoma della tiroide, adulterio e aneurisma cerebrale, vendette e trapianti d’organo, arricchimenti e epatite fulminante, figli segreti e fisioterapia. L’associare l’ospedale, la casa di cura, all’idea di un attraente luogo mondano, dove albergano successo e passioni, rovesci e lieto fine, esperienze positive e avventure eccitanti, in un intreccio senza fine di Sesso Soldi e Salute, rappresenta una forma di adescamento che porterà molti spettatori a cadere preda delle frodi mediche della “supply sensitive care”. “Incantesimo” è funzionale alla sanità integrativa e agli altri aspetti della nuova era della medicina commerciale.

Credo che con “Incantesimo”, diffondendo per oltre un decennio il messaggio dell’ospedale come oggetto di pulsioni libidiche, la RAI abbia commesso un crimine. Un crimine antropologico, che sul singolo individuo si traduce in lesioni corporee estremamente concrete, talora mortali; in danni patrimoniali rilevanti, e in pesanti sofferenze.

Questo è ciò che la moglie di Rutelli vuole tutelare. L’industria della stimolazione della credulità popolare in filiera con l’industria dell’imbroglio sulla salute. Due giorni prima a Ballarò Floris ha affrontato anche lui il nodo gordiano che inviluppa Berlusconi, la moglie, le lolite, le letteronze etc., facendo esprimere un parere anche a un filosofo; di livello internazionale, ha precisato. Un tempo quelli “di sinistra” ti guardavano con commiserazione perché non conoscevi i “Grundrisse” di Marx, o qualche altro testo fondamentale che spesso citavano. Oggi ti guardano con la stessa albagia se non riconosci l’imprescindibile importanza politica che attribuiscono a Novella 2000 e affini. L’allegro puttanesimo pubblico nasconde forme di prostituzione politica e intellettuale cupe e funeste.

Il ricorso continuo e meccanico agli appelli sessuali per vendere un qualche prodotto, inclusa l’immagine dei politici, non arricchisce l’immaginario erotico. “Il sesso ci ha rotto parte di sé stesso” ha scritto Marcello Marchesi, che era anche un abile pubblicitario. Se davvero vogliamo opporci a Berlusconi, o meglio a ciò che Berlusconi e le sue comparse del centrosinistra rappresentano, dovremmo rifiutare l’inquinamento sessuale della politica. Non è per ragioni moralistiche che dovremmo ignorare le chiacchiere sulle smutandate di Berlusconi. Se rispondessimo alle pantomime sessual-coniugali di Silvio e Veronica, o alle saghe degli amori in corsia, con quell’espressione idiomatica che curiosamente è comune all’inglese e al romanesco, “I couldn’t care less”, “nu me ne po’ fregà de meno”; e invece chiedessimo spiegazioni su questioni reali, che ci toccano, “famme capì”, “let me get it right”; forse non ci faremmo infinocchiare da pericoli incombenti come la sanità integrativa e la medicina clinica commerciale.