mercoledì 1 luglio 2020

Io sono peggio di lui.



Un nostro amico qualche giorno fa ci ha ricordato la frase di un poeta spagnolo.

«Il più grande nemico della menzogna non è la verità: è una nuova menzogna».

Da tempo abbiamo individuato la “menzogna”, la frode, nel sistema correntizio.
In pochissime battute si può riassumere la questione in ciò.

La trave

La Costituzione italiana ha voluto una magistratura professionale e non elettiva. Ha così inteso affidare la giurisdizione a giuristi selezionati per merito e non collegati alla politica. Ha temuto il giudice elettivo anche quando ha ammesso la figura del magistrato onorario, lo si comprende bene leggendo i lavori preparatori.  

La pagliuzza.
Il Costituente ha poi commesso un errore: si è fidato di una magistratura così selezionata e le ha consentito di “eleggere” i componenti del Consiglio Superiore della Magistratura.
Apriti cielo!
Da quella previsione - sciagurata col senno di poi - si sono ricavate allucinanti tesi che hanno trasformato la magistratura italiana da tecnica a politica. Se si vota si intriga, è legittimo. E così le nomine dei dirigenti sono diventate a loro volta vere e proprie elezioni basate su criteri ideologici e di appartenenza, fenomeno presto sfociato in bieca lottizzazione. 

E’ un inganno pensare che il Costituente abbia escluso la politica dalla giurisdizione per poi permettere che la magistratura si organizzasse essa stessa politicamente, strumentalizzando il voto per il CSM. 

E’ agghiacciante! Direbbe un Conte diverso dal Presidente del Consiglio. 

E lo è perché questa “politicità” calata sulla giurisdizione non ha alcuna legittimazione democratica, non deriva dalla volontà popolare ma da quella di pochi funzionari statali assunti per concorso. In una parola, senza finzioni, si tratta di “eversione”. 

La nostra proposta del sorteggio temperato serve a restituire alla magistratura italiana l’originario carattere impressole dalla Costituzione: quello del magistrato professionale e non “politicizzabile”. 

Ed è paradossale che una proposta come questa, che serve a ricondurre la giurisdizione nei binari della Costituzione, venga essa stesa tacciata di eversione dagli eversori. 

Si potrà semmai dire che la nostra proposta è “rivoluzionaria” rispetto a quelle che, inevitabilmente,  prolungano anziché troncare il sistema correntizio. 

Cosa c’è di rivoluzionario? 

E’ presto detto: nel panorama di tutte le ipocrite proposte anti-sistema la nostra è l’unica che non chiede né offre i “voti”.  Non dipende dal “consenso” dei colleghi.
  
Questo perché - al contrario di come qualche stralunato teorizza - NON siamo migliori di Luca Palamara e ne siamo ben consapevoli.

Se dipendessimo dal “consenso” degli altri lo cercheremmo ed in suo nome replicheremmo gli stessi schemi che oggi tutti conoscono ma non vogliono ammettere e tentano ostinatamente di rimuovere il problema addossando ai singoli le colpe generali.

Nella storia della magistratura molteplici sono stati i tentativi - tutti falliti - di rimediare “dall’interno”, sin dai tempi di Giovanni Falcone che diede vita ad una nuova “corrente” per combattere “il sistema delle correnti”: non ha funzionato e non funzionerà. 

Ritenere ancor oggi, anno domini MMXX, di poter ergersi a paladini della legalità ed in tale veste chiedere “voti” per scardinare il sistema che sul voto si regge, appare alquanto presuntuoso e insopportabilmente moralista: perché si vuol far credere di essere migliori e diversi da chi ci ha preceduti, generazioni di magistrati e tutte le correnti sorte e disciolte in mezzo secolo. 

Non si scalza la menzogna con un'altra menzogna. 

Noi partiamo dalla consapevolezza dei limiti umani, di tutti, e miriamo a rompere lo schema che impedisce a ciascuno di essere “migliore”. 

Perché va sfatato il mito della “stragrande maggioranza di magistrati onesti che fa il proprio dovere”:  essa coincide con la stragrande maggioranza di magistrati che ha votato e vota per il dott. Luca Palamara e per i suoi omologhi, il cui solo merito è quello di non avere avuto l’odioso intruso (il trojan) nel telefonino. 

Noi non siamo migliori di loro e per questo non chiediamo il voto. 


1 commenti:

francesco Grasso ha detto...

Purtroppo è così, si tratta di eversione. Nè si deve dimenticare la stragrande maggioranza che ha votato e VOTA per il dott. L. Palamara e per i suoi omologhi.