lunedì 17 marzo 2008

Una serata speciale dedicata a Paolo Borsellino stasera su Rete 4


Ci segnala Vanna Lora che stasera va in onda su Rete4 una serata speciale dedicata a Paolo Borsellino.

Di seguito i dati tratti dal sito di Salvatore Borsellino.

La scaletta è la seguente:

Rete 4

ore 21.10: Paolo Borsellino - Fiction 1 tempo

ore 22.45: Paolo Borsellino - Fiction 2 tempo

ore 00.10: Le storie di Top Secret Rete 4 News

Con la riproposizione della fiction "Paolo Borsellino" e l'approfondimento a seguire "Le Storie di Top Secret", il tema della alla lotta alla mafia è al centro della serata di stasera su Retequattro.

La fiction, diretta da Gianluca Tavarelli, con Giorgio Tirabassi nel ruolo del giudice Borsellino, ed Ennio Fantastichini in quello di Giovanni Falcone, è prodotta dalla TaoDueFilm di Camilla Nesbitt e Pietro Valsecchi, e ripercorre la straordinaria figura del giudice Antimafia.

In studio, con Brachino, Salvatore Borsellino, fratello di Paolo; Antonio Ingroia, allievo di Borsellino, con lui prima a Marsala e poi a Palermo; Umberto Lucentini, firma del Giornale di Sicilia, autore del libro Paolo Borsellino, utilizzato come base per la fiction televisiva. Inoltre, Vincenzo Calcara, ex mafioso della cosca di Castelvetrano ed ex collaboratore di giustizia, incaricato di uccidere Paolo Borsellino, circostanza rivelata allo stesso giudice nel carcere di Favignana.


13 commenti:

Anonimo ha detto...

L'agenda rossa del Giudice Borsellino.....
Le borse e i documenti dell'on.Moro...
Chi vuole questo Stato parallelo?
Quando finirà?
FINIRA'?
Alessandra

Vincenzo Scavello ha detto...

Il Giudice Borsellino ... già!

- Colui che aveva compreso i meccanismi che legano i rapporti tra Politica e Mafia nel nostro Paese;

- Colui che, senza peli sulla lingua, parla di indagini che vedono coinvolti Berlusconi, Dell'Utri e Mangano. Il primo, cinque volte candidato alla Presidenza del Consiglio. Il secondo, Ministro e Senatore della Repubblica. Il terzo condannato per Mafia e dipendente, ad Arcore, di Berlusconi (Stalliere).

Se dovessero fare, fra qualche anno, una Fiction sulla Forleo e il duo D'Alema-Fassino fossero i committenti, pensate che verrebbero citate le intercettazioni sul caso Unipol?

Tornando a stasera, vi invito a "controllare" se nella fiction ci sono riferimenti alle scottanti dichiarazioni del compianto Paolo Borsellino.

LA MANIPOLAZIONE, ANCHE PARZIALE, DELLA VERITA' PUO' FAR VEDERE LE COSE IN MODO DIVERSO DALLA REALTA', SPECIALMENTE IN CAMPAGNA ELETTORALE!

Finchè non lo fanno sparire:

http://it.youtube.com/watch?v=DN9iM-7DSlo

"Uguale per tutti" ha detto...

Un grazie al prof. Scavello per le opportune osservazioni (come sempre sono le Sue).

Ci siamo posti il problema se pubblicizzare o no la fiction qui in discussione, dato che, come tante altre del genere, è decisamente lacunosa su tanti aspetti delle vicende relative alla vita di Paolo Borsellino.

Abbiamo deciso con Vanna di riportare la segnalazione per due ragioni:

1. la prima che, comunque, pur se gravemente lacunosa, la fiction su Paolo può essere utile perchè tanti ne ricordino la vita e l'opera e magari si sentano spinti a compiere gli approfondimenti ai quali fa riferimento il prof. Scavello;

2. la seconda che dopo la fiction, seppure a un'ora impossibile per chi l'indomani va a lavorare, trasmettono un dibattito al quale partecipano, fra gli altri, salvatore Borsellino e Antonio Ingroia, dai quali c'è da aspettarsi considerazioni interessanti e sincere.

In ogni caso, domani stesso, dopo la messa in onda delle trasmissioni, toglieremo questo post, che non aveva intenti né pubblicitari né di approvazione incondizionata della fiction.

Un caro saluto.

La Redazione

Vanna Lora ha detto...

La fiction su Borsellino, come quella a suo tempo su Falcone e altre su personaggi della nostra storia recente, sono, in quanto fiction e non documentari, una ricostruzione che non ha, nè vuole avere,esplicitamente, finalità di ricostruzione documentaristica. Per questo si dovrebbe fare un docu-film, non uno sceneggiato. Su Borsellino, per es., rimando alla puntata di La storia siamo noi, a cura di Giovanni Minoli, del 19 luglio 2007: una pregevole ricostruzione documentata della vita professionale di Paolo Borsellino. Anch'essa però, tace delle risultanze della sentenza del borsellino ter ( e bis), quindi pecca per omissione.
Il film già andato in onda su reti mediaset ha almeno il merito di aver ricostruito la figura umana del giudice e in modo dignitoso. Non ha nè voleva avere pretesa di analisi. Fiction: non un programma à la Lucarelli.
E all'epoca notai come almeno Mediaset un ricordo del giudice e della strage lo avesse mandato in onda, perchè alla Rai regnavano il silenzio e il nulla cosmico. A parte Minoli in orario impossibile, quell'unica volta. Anzi, alla Rai la fiction su Graziella Campagna ha aspettato vergognosamente mesi per andare in onda, con interventi censori del ministro della giustizia. E stasera sono stati invitati a dibattere il fratello del giudice e Ingroia.
A parte una fugace apparizione ad Annozero si è mai visto Salvatore Borsellino in qualche altra trasmisisone Rai?
Non voglio fare una difesa d'ufficio di Mediaset, ma i fatti sono fatti. Stasera di Borsellino si parla e ne parlano persone competenti. Quando lo farà la Rai sarà ancora meglio.

Vincenzo Scavello ha detto...

“Il Capo dei Capi” tra fiction e realtà. Sospette omissioni ed evidenti falsificazioni.

di Enzo Guidotto
(Presidente dell’“Osservatorio veneto sul fenomeno mafioso”)

I commenti a questo Post avevano esaurito, con punti di vista di tenore diverso, cosa sono le Fiction.

"L'intervista sparita" di un tempo è diventata "latitante" e dubito fortemente che le TV Pubbliche o Private muoiano dalla voglia di metterla in onda.
Per fortuna, finchè dura, c'è You Tube dove, nel bene e nel male, i cittadini non soffrono di vuoti di memoria.

Per il resto sono totalmente d'accordo con la Dott.ssa Vanna: importante è parlarne perchè a furia di sentirne parlare a qualcuno potrà venire in mente di approfondire, fin tanto da ricostruire le tante verità omesse.

Ma questo riguarda pochi milioni di Italiani, gli altri, gli spettatori di prima serata che non usano Internet e non fanno notte, che di rado o quasi mai leggono i giornali, difficilmente avranno la possibilità e la voglia di farlo. Ecco che la verità rimane parzialmente rappresentata, a volte omessa, per una non casuale omologazione "acritica" delle coscienze.

"Uguale per tutti" ha detto...

Dopo le giuste parole di Vanna, non possiamo più togliere questo post!! :-)

Grazie Vanna!

La Redazione

Anonimo ha detto...

PARLARE, PARLARE, PARLARE!!!
IL MIGLIORE MODO DI LOTTARE LA MAFIA E' PARLARE PER FAR CONOSCERE CHI ESSA E' REALMENT!!!
Tra il primo e secondo tempo del film mi sono addormentato (anche se di solito la rabbia non mi fa dormire) nel mentre facevo la seguente riflessione: Ecco due persone che lottavano un mostro del quale avevano acquisito i dati necessari per la sua sconfitta: Molti hanno tradito in maniera ignominiosa!!!
Continuava la riflessione paragonando, rispetto alla lotta alla mafia, Sicilia e la Calabria e il fatto che le si vuole a tutti costi eguagliare.
Ed in me, quelle notti dei due eroi passate a lavorare nel terrore mi hanno fatto rimembrare quelle dei loro colleghi calabresi, intenti mentre anche loro rinchiusi in luoghi segreti e protetti, perché minacciati, a scrivere. Però non ordinanze, bensì libri. E, leggi per conto del super impegnato Consiglio Regionale calabrese. I cui rappresentanti, poverini, tutti quasi inquisiti, nell'intento di difendersi da de Magistris, non trovavano il tempo per legiferare. Risultato? I libri del dottore Gratteri sono diventati dei best seller a livello internazionale, grazie anche ai fondi dello stesso Consiglio regionale; la legge scritta dal dottor Cisterna, invece, è stata bocciata dal Governo nazionale, il quale la ha inviata alla Corte Costituzionale perché ritenuta illegittima rispetto all'ordinamento legislativo nazionale.
Chiarisco che entrambi questi due magistrati, ritengo siano integerrimi nella loro dedizione al lavoro. Mi risulta, invece, difficile credere che chiunque lotti la mafia ne divenga automaticamente un Falcone e Borsellino.
bartolo iamonte

Anonimo ha detto...

No, redazione, non togliere questo post. La fiction, per quanto fiction, a me, ormai così avvilita sulla inimmaginabile capacità mistificatoria del nostro Paese, è sembrata persino..."rivoluzionaria"...chiunque l'abbia vista, anche non addetto ai lavori, ha potuto capire che Paolo Borsellino e Giovanni falcone sono morti innanzitutto perchè lasciati soli da quelle stesse Istituzioni che avrebbero dovuto fare loro ponti d'oro e statue in marmo. Che la tralatizia formula secondo la quale li ha uccisi "La Mafia" è solo una riduttiva sintesi utilizzata per omettere responsabilità gravissime, a livelli molto più complessi.
Sono contenta che certe cose si siano viste nella finzione televisiva, il Capo della Procura che omette di informare dell'arrivo del tritolo, l'ostruzionismo sul divieto di sosta, la collusione di forze dell'ordine e dei magistrati con la mafia. Che gli italiani sappiano, anche per il tramite di uno strumento così semplicistico come una fiction, che i criminali sono dappertutto, anche dall'"altra parte", ovunque ci sia cedimento sui valori morali.
Poi, forse, ai non addetti ai lavori sarà rimasto meno chiaro, quello che per chi è magistrato è invece assolutamente evidente, ovvero che le responsabilità del Capo della Procura di Palermo e di chi l'ha messo lì a dirigere sono di pari grado di quelle di chi ha dato l'ordine di uccidere e di chi ha azionato il detonatore.
Mi sono commossa tantissimo, ho resistito fino all'una passata di notte per sentire le parole del fratello del giudice, del suo biografo e del collega Ingroia, che ringrazio per essere riusciti a mantenere alta la tensione nonostante una conduzione giornalistica - come ormai spesso accade - del tutto inadeguata.
Mi permetto un ultima notazione, proprio sulla assoluta inadeguatezza del giornalista a trattare temi così delicati. I collaboratori di giustizia sono abituati a parlare con il fior fiore dei magistrati inquirenti italiani, con la parte migliore delle DDA dell'Italia meridionale, non è possibile avere la pretesa (da parte del giornalista) di poter far dire loro quello che si vuole o di non far dire loro quello che non si vuole. Era evidente che il conduttore era terrorizzato dal possibile contenuto delle esternazioni del collaboratore...chissà...avrebbe potuto fare persino dei nomi...e poi chi l'avrebbe sentito l'editore....
Lavinia

Anonimo ha detto...

Brava "Lavinia"

Se il pentito faceva dei nomi "sgraditi" l'intervista non sarebbe andata sicuramente in onda. Sono comunque certo che non c'è stato bisogno di ricorrere alle infinite possibilità che hanno i tecnici del montaggio, per tagliare eventuali parti indesiderate. E di questo bisogna, però, rendere merito al giornalista, che ha condotto l'intervista senza permettere "oziose" divagazioni.

Ci vuole anche abilità per confezionare "quesiti" che tengano conto di "variabili" implicite o, se si vuole, esplicite.

"Vascello Mediterraneo"

Anonimo ha detto...

Se possibile, gradirei sapere se
il "Mancino" smemorato citato da Salvatore Borsellino risulti essere il vice presidente del CSM.
Ringrazio
Zeit Halt

"Uguale per tutti" ha detto...

Per Zeit Halt:

Si, è proprio quel Mancino lì !

La Redazione

Anonimo ha detto...

E' l'ennesimo tiro" mancino".
Purtroppo ci sono individui che non si smentiscono e non vengono definitivamente smentiti (leggasi neutralizzati) nonostante abbiano fatto "epoca".
hoffnung zeit

Anonimo ha detto...

Come dire: gli uomini giusti al posto giusto!
Senza di loro non sarebbe possibile nulla a chi sfida l'impossibile.
Chiedo scusa ai moderatori di "uguale per tutti" ma ho nostalgia del popolo che partecipò ai funerali di Paolo Borsellino.
Sì ... ho tanta nostalgia di quella rabbia che non si è tramutata, purtroppo, in nulla di nuovo.

I mafiosi che vengono catturati e condannati sono pesci di "paranza", mentre gli "squali" continuano ad agire indisturbati.

Perdonate l'ermetico pensiero, ma non ho dubbi sulla capacità di comprensione dei lettori di "uguale per tutti".

"Vascello Mediterraneo"