di Rosario Russo, magistrato in quiescenza
“...se ho delle perplessità tecniche, queste riguardano l’adozione di una misura rispetto ai tempi in cui è stato commesso il reato e al tempo in cui sono iniziate le indagini”: così il ministro Carlo Nordio il 9 maggio 2024 a proposito della misura cautelare inflitta al Presidente Toti (notizia Ansa).
Egli ha diritto – come recita la legge in aderenza alla Costituzione - a non essere indicato come colpevole fino a quando la colpevolezza non sia stata accertata con sentenza di condanna irrevocabile.
Ma, soprattutto in una fase così delicata del procedimento incoato, anche i Magistrati che si occupano del caso hanno diritto a non essere ‘giudicati’ sommariamente, con riferimento agli atti emessi, mediante valutazioni assertivamente ‘tecniche’ ma dichiaratamente non meditate.
Specialmente ad opera del Ministro della Giustizia, che tra l’altro ha il potere di attivare la funzione ispettiva e di esperire l’azione disciplinare!
“Su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere.”(L. Wittgenstein).
É quanto esige il giusto processo.
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