Non molti sono a conoscenza dell’esistenza di una
peculiare delibera del 22 settembre 2010 con la quale il Consiglio Superiore
della Magistratura, facendo uso dei suoi “superpoteri”, applicava per la prima
volta l’istituto dell’esonero totale dal lavoro ordinario ad un magistrato che,
essendo assegnato allo svolgimento di funzioni di vice-capo di una missione
dell’Unione Europea in un paese terzo, avrebbe dovuto semplicemente e
legittimamente essere collocato fuori ruolo.
Non occorrevano voli pindarici, elucubrazioni mentali
o sforzi interpretativi per collocarlo fuori ruolo. Sarebbe semplicemente
bastato applicare la normativa di riferimento. Eppure si fece ricorso a questa
strana delibera che, oltre che ingiustificabile, non appariva neanche tanto
inoffensiva visto che, nel garantire al magistrato esonerato di tenere al caldo
il suo posto, comportava che i suoi
colleghi d’ufficio si facessero nel frattempo
carico del suo lavoro.
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