E' trascorso qualche anno da quando uno sparuto drappello di magistrati lanciò su questo blog la
proposta del sorteggio temperato come metodo di selezione dei candidati al Consiglio Superiore della Magistratura. Per tutte le buone ragioni descritte nella presentazione di quell'idea, accompagnata anche dal testo normativo.
Un'autentica bestemmia per il "sistema" che si basa sulle clientele elettorali e sulla gestione politicizzata della carriera dei togati e, soprattutto, della giurisdizione, in danno dei cittadini.
Si è chiuso da poche ore il referendum che l'Associazione Nazionale Magistrati su questo tema aveva indetto a fine dicembre 2021.
Va segnalato che non si è potuta svolgere alcuna campagna referendaria perché il principale strumento di dialogo dei magistrati italiani, la loro mailing list gestita dall'ANM, è silente da inizio anno per via di "problemi tecnici", quanto mai opportuni ed irrisolti.
E va detto che al voto non sono stati ammessi i magistrati non iscritti all'ANM, che sono in "numero significativo", e pure che a votare sono stati in 4.275, vale a dire il 54% degli aventi diritto; ma ben 3.597, un "numero significativo", non ha votato.
Chi ha votato per il sorteggio lo avrà fatto per le ragioni qui sempre sostenute o anche per motivi diversi.
Chi non ha votato lo ha fatto perché non informato o perché non ha confidenza con il voto telematico.
C'è da credere che costoro, se avessero votato, si sarebbero espressi in "numero significativo" a favore del sorteggio proprio perché non hanno risposto alla chiamata alle armi delle correnti contro il sorteggio.
La divisione delle percentuali tra favorevoli e contrari al sorteggio temperato, infatti, non indica affatto l'esistenza di fazioni contrapposte.
Perché chi ha votato a favore del sorteggio si è espresso senza sollecitazione di un gruppo di appartenenza, lo ha fatto liberamente per scelta individuale.
Contro il sorteggio le correnti (i partiti dei magistrati) hanno, invece, efficacemente chiamato a raccolta i loro eserciti organizzati ed infatti, come Pirro, annunciano la vittoria.
Il presidente dell'ANM Santalucia ha subito voluto comunicare ai media la notizia della "sconfitta" del sorteggio, contro il quale ha votato, a suo avviso, un "numero significativo" di magistrati, pari a 2.470.
A fronte del numero - per Santalucia non significativo - di 1.787 colleghi favorevoli al sorteggio che idealmente ci piace vedere come sottoscrittori dell'originaria proposta lanciata proprio dalle pagine di questo blog.
Ora, sul significato dei numeri ciascuno può farsi la propria idea.
Ma chi segue con occhio attento le vicende della magistratura sa che è successo qualcosa di epocale o, come notato da un uomo politico, di "impensabile".
Perché più del 40% dei magistrati (votanti) ha espresso la sua profonda insofferenza verso il "sistema" correntizio.
E poiché la legge elettorale del CSM non la decidono i magistrati questo referendum altro non è se non un vero e proprio boato rivolto alla politica affinché metta seriamente mano al "sistema" del voto togato.
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