di Giuseppe Bianco
(Sostituto Procuratore della Repubblica di Firenze)
In questa estate volutamente deserta di giornali e telegiornali e quanti più minculpop possibili, non ho potuto evitare di sbirciare in una proposta di revisione costituzionale del PDL circa la composizione del Consiglio Superiore della Magistratura: un terzo eletto (o nominato?) dal Parlamento, un terzo nominato dal Presidente della Repubblica, un terzo eletto dalla magistratura togata.
Intanto, come sarà il Presidente del futuro, visti i progetti di riforma sul punto? Non si sa. E questo già basta e avanza per guardare con sospetto a questa proposta.
Ma soprattutto: la proposta di riassetto del C.S.M. va legata al suggerimento di Violante sul Corsera di qualche settimana fa: una specie di azione penale discrezionale decisa dal C.S.M. e poi approvata dal Parlamento.
Il combinato disposto PDL + Violante porta al seguente risultato: le priorità penali le deciderà unicamente la politica, visto il ruolo sostanzialmente minoritario dei giudici togati, ma la faccia ce la metteranno solo i giudici.
Insomma, il solito gioco: si scava la fossa sotto il terzo potere della democrazia – niente risorse, niente riforme del processo, delegittimazione continua – e poi lo si lascia solo davanti alla opinione pubblica inferocita per lo sfascio.
Oltre al danno di una cattiva politica che riduce continuamente le risorse, anche la beffa di una cattiva politica che prima di fatto indicherà i reati da perseguire e poi additerà noi magistrati al pubblico ludibrio per i reati NON perseguiti.
La soluzione è una sola: se azione discrezionale deve essere, deve essere la cattiva politica a metterci la faccia .
Che sia la politica dei tanti esperti e maestri di dottrina oggi presenti in Parlamento ad assumersi la responsabilità (loro e non altri) di decidere che la corruzione politica non va perseguita o va perseguita MENO di altri reati.
Lo dicano loro all’opinione pubblica. Spieghino loro ai cittadini se il magna magna sulla sanità deve essere perseguito o no.
E affrontino loro gli stadi imbestialiti per i mancati processi sulle amministrazioni inquinate, sul territorio rapinato , sulla malagestione dei rifiuti.
Sappiamo già come andrà a finire.
Nella nostra categoria di magistrati, vediamo già il partito dei maddalenisti (in buona, buonissima fede) pronto a partecipare ingenuamente a questa partita in nome di un malinteso concetto di “collaborazione istituzionale”, per un finale pateracchio dove alla magistratura toccherà il danno e la beffa.
Comunque la si pensi sull’azione penale (obbligatoria? discrezionale?) quello di una politica mediocre che si prepara a sacrificare i magistrati come capro espiatorio della propria corruzione intellettuale prima ancora che penale e morale è uno spettacolo miserando.
Dove era la cattiva politica quando le ASL venivano lottizzate? Quando le risorse alla giustizia venivano continuamente tagliate per ingozzarne le comunità montane di mare denunciate – inutilmente – da Stella e Rizzo? Quando le direttive UE sulla gestione dei rifiuti venivano ignorate fino a subire le ormai plurime condanne della Corte di Giustizia?
Questa cattiva politica di nani e ballerine, di veline e velinari, vuole riservare al terzo potere il destino della classe docente di questo paese: sempre meno risorse, programmi scolastici sempre più confusi, modalità di esame continuamente riviste, insegnanti ostaggio dell’ultimo somaro armato di telefonino.
Il risultato?
Una classe docente cacciata anno dopo anno in un ruolo sempre più marginale.
Per una cattiva formazione dei ragazzi e una cattiva democrazia.
E tuttavia il degrado della scuola non è stato solo frutto amaro di mediocrità politica.
Anche il sindacato ci ha messo del suo, avendo per anni – alcune sue componenti – dato l’impressione di agire non tanto per il rinnovo dei programmi di insegnamento quanto piuttosto per la stabilizzazione dei colleghi precari, che per molto tempo è sembrato davvero l’unico ed esclusivo grido di battaglia.
Un sindacato in gran parte burocratizzato, impiegatizio, senza idee e senza coraggio.
Spesso prigioniero di slogan in virtù dei quali un malinteso concetto di democrazia faceva considerare poco meno che fascista il recupero pur di un minimo di disciplina e di incentivo del merito individuale.
Non “tutto” il sindacato e non “tutti” i sindacati, certo.
Ma certo gran parte.
Nel dibattito sulla scuola – oltre che la scarsa competenza di una politica da ultimo banco in Europa – sono mancati spesso anche altri interlocutori: i lavoratori della scuola e le loro associazioni.
Le derive oligarchiche e burocratiche generano mostri.
Ma a ciascuno il suo.
Rischia di essere così anche in magistratura?
C’è anche da noi un associazionismo impiegatizio, moroteo e forse addirittura doroteo?
Tergiversare, rinviare, negoziare al ribasso, aspettare che le cose si aggiustino da sole. Occupare i posti di sottogoverno illusoriamente considerati “nevralgici”.
E’ così anche da noi?
E’ una domanda che giro all’attuale A.N.M., nella speranza di riceverne una risposta non scontata.
15 commenti:
Condivido pienamente questa analisi ed appunto per lo strapotere del Partito di Governo, che controlla una maggioranza granitica in parlamento (per convenienza si, ma il risultato è uguale) auspico che ci si doti di uno strumento, il referendum, che, nel più che probabile caso di bisogno, possa essere utilizzato per esprimere un no allo strapotere di una maggioranza, dovuta anche anche alla palese inefficienza dell'opposizione. Credo anche che il maggior partito d'opposizione debba abbandonare questo inefficiente buonismo e darsi un assetto diverso, costruito su nomi nuovi e non compromessi con la macchina del potere. Su queste basi faccia da coscienza critica e lavori a contenere le esuberanze di chi vuole che tutto cambi perché niente cambi. Per quanto detto sono convinto che il maggior partito d'opposizione debba mettersi a raccogliere le firme per il referendum popolare dando la possibilità ai cittadini di esprimersi, non solo sulla legge Alfano, ma anche di confermare se questo parlamento gode (godrà) ancora della loro fiducia.
Torna in mente quel che scrisse Montanelli, sulla Voce, il 26 novembre ’94: “Dobbiamo prepararci a presentare le nostre scuse a Emilio Fede. L’abbiamo sempre dipinto come un leccapiedi, anzi come l’archetipo di questa giullaresca fauna, con l’aggravante del gaudio. Spesso i leccapiedi, dopo aver leccato, e quando il padrone non li vede, fanno la faccia schifata e diventano malmostosi. Fede, no. Assolta la bisogna, ne sorride e se ne estasia, da oco giulivo. Ma temo che di qui a un po’ dovremo ricrederci sul suo conto, rimpiangere i suoi interventi e additarli a modello di obiettività e di moderazione… Oggi, per instaurare un regime, non c’è più bisogno di una marcia su Roma né di un incendio del Reichstag, né di un golpe sul palazzo d’Inverno. Bastano i cosiddetti mezzi di comunicazione di massa: e fra di essi, sovrana e irresistibile, la televisione. (...) Il risultato è scontato: il sudario di conformismo e di menzogne che, senza bisogno di ricorso a leggi speciali, calerà su questo Paese riducendolo sempre più a una telenovela di borgatari e avviandolo a un risveglio in cui siamo ben contenti di sapere che non faremo in tempo a trovarci coinvolti”.
dal blog di Marco Travaglio, Voglioscendere
il guaio è che gli Italiani sono troppo involgariti, instupiditi da anni di volgare propaganda mediatica e menzogne, da veline, da una spaventosa superficialità e disinformazione condotta ad arte. L'ignoranza è il più spaventoso dei mali. E le coscienze dormono, sono cieche, sorde.
Cioe', in buona sostanza ci si preoccupa perche' c'e' il rischio di dover smettere di fare quel cavolo che ci pare...
Eh no, le mani libere possono essere difese con il merito, ma se si e' allo sfascio poi non ci si puo' lamentare se arrivano a tirarci la bacchettata sulle mani.
Diciamo le cose come stanno:
Per un po' si e' pensato di comprarci la ricreazione puntando su un cavallo politico e dando addosso all'altro. Adesso che il cavallo su cui si e' puntato ha perso, come si fa a sperare dal vincente in un trattamento in guanti bianchi?
Rispondere solo alla legge non significa "rispondere a noi stessi". Gli unici stati in cui il CSM e' nominato in maggioranza dai magistrati stessi sono l'Albania e la Slovenia.
La magistratura ha avuto una grande occasione ma l'ha sprecata degenerando anno dopo anno.
Ben venga la riforma del CSM.
"il guaio è che gli Italiani sono troppo involgariti, instupiditi da anni di volgare propaganda mediatica."
Non vorrei sembrare più cattiva di quanto non sia ma...una domanda mi sorge spontanea: davvero noi italiani avevamo bisogno di essere "involgariti, instupiditi da anni di volgare propaganda mediatica"?
Non sarà che siamo predisposti alla pratica e alla tolleranza del menefreghismo, del malaffare, dell'intrallazzo, della fregatura?
Davvero davvero qualcuno sarebbe capace di farci fare una cosa "contro natura"?
No, guardate, non ci credo nemmeno se viene Padre Pio in pompa magna a dirmelo.
Noi ci ritroviamo così perchè ci piace essere così, perchè quando tutto è lacunoso e confuso, è più facile "tirare a campare" senza prendersi troppi rischi o responsabilità.
C'è una frase di Albert Einstein che sembra proprio fatta per noi:
"Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l'inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare."
Luciana
Non voglio entrare nella polemica -tutta interna, evidentemente - innescata dal commento delle ore
01,02.
Però, mi chiedo: perchè il Legislatore invece di investire e di affrontare delle riforme serie che coinvolgano l'intero settore della giustizia (strutture, mezzi, uomini, informatizzazione, una normativa organica e razionale)continua ad indirizzarsi prevalentemente sulla riforma del CSM, sulla obbligatorietà della azione penale... sui poteri e sugli assetti istituzionali in generale?
Perchè si trova l'esigenza di confezionare il "Lodo Alfano"?
Considero che il problema più grosso, mai risolto, dalla politica sia stato quello di non avere risolto alla radice il conflitto di interessi. Anche con una legge anti trust.
Questa non scelta ha fatto in modo che il conflitto di interessi infettasse tutto il sistema.
E' vero che l'iniziativa economica è libera, ma essa "non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana."
Il passo successivo - alla non scelta - è stato quello di consentire che si affidassero funzioni di governo a chi possedeva già un grosso potere economico-editorial-finanziario. Con buona pace di quelle garanzie di libertà...
Altra cosa negativa è stata, poi, quella di modificare la legge elettorale in maniera tale da sottrarre ogni possibilità di scelta ai cittadini-elettori, rafforzando, così, una nomenclatura partitica sempre più autoreferenziale.
Il cortocircuito che si è creato ha provocato anche una distorsione nel ruolo della informazione. Tanto che, oggi, sempre di più, l'approfondimento, il confronto ed il dialogo o li troviamo nelle riviste destinate ad un pubblico di nicchia o, per fortuna, su internet. Sugli organi principali le notizie sono opportunamente filtrate ed il confronto ed il dialogo sono falsati.
Ed allora, qual'è il messaggio che filtra e traspare?
Per i fenomeni di inciviltà e di bullismo è quello che nella scuola la colpa è solo dei professori.
E il ruolo della politica? quello della famiglia? e quello dei genitori? Non hanno questi ultimi l'obbligo - e non la facoltà - di istruire ed educare i figli?
Per i mali della giustizia è quello che la colpa è solo dei magistrati. E la cattiva politica?
E' più facile trovare un capro espiatorio ed offrirlo in pasto all'opinione pubblica: sempre più
manipolata e distratta.
E così vai con la normativa di urgenza, con le politiche di breve respiro e con le operazioni di grande impatto mediatico.
Mentre il compito della buona politica dovrebbe essere quello di trovare larghe intese tra schieramenti al fine di raggiungere grossi traguardi: una seria programmazione di lungo periodo che coinvolga in maniera razionale interi settori.
Le colpe son sono mai da una parte sola. Ecco perchè è importante il dialogo: "la capacità di discutere, deliberare e ponderare prospettive diverse in modo da spingerle verso il consenso."
Un po' difficile con questo caldo riflettere lucidamente.
I guasti dell'antipolitica e il dareaddossoaprodi hanno consegnato una maggioranza schiacciante a una parte politica, che ovviamente, tende ad esercitare il potere in forma autoritaria. D'altra parte non si può dire che dei due maggiori "partiti" presenti in parlamento, uno sia molto migliore dell'altro. Però si è perso il valore dell'equilibrio politico che, magari in materia di riforma della giustizia, avrebbe potuto fare emergere voci più colte e/o assennate. Poi occorre dire le cose come stanno: l'obbligatorietà dell'azione penale, di fatto, è una chimera. La strada maestra sarebbe mantenere tale principio alla luce di una coraggiosa depenalizzazione, ma in mancanza? E' strano come le cose si mettano sempre in modo che l'unica scelta sia sempre e comunque il male minore. I referendum costituzionali probabilmente non farebbero altro che lasciare inalterato l'attuale guazzabuglio in cui ciascuno, più o meno, fa quello che gli pare. Spiegatemi perché alle elezioni politiche molti dicevano di non andare a votare che tanto era lo stesso e, invece, ad un eventuale referendum, in cui la scelta è "prendere o lasciare" senza distinzioni, dovrei andare a votare? E poi, siamo sicuri che la corruzione intellettuale sia solo della politica e che la magistratura non ne sia affetta?
Con molti dubbi estivi, abbraccio tutti calorosamente.
I.
Se penso al passato/presente devo dire, mio malgrado, che l' anonimo dell' 1.02 ha ben descritto la triste realtà, dei fatti che interessano il cittadino/utente/elettore (io dico anche "datore di lavoro"). E' un caso che nell'arco di 25 anni m'è toccato fare il "3° grado" a 3 presidenti (l'ultimo 8 mesi fa) di uno dei tribunali che andrebbero chiusi (secondo Bruno Tinti...ma che era già nella lista di Mastella) per fatti che a raccontarli (quelli che poco interassano a Travaglio, non sono dei potenti!) vi è il rischio di non essere creduti o, peggio, di vergognarsene! E magari sentire da parte del dirigente del personale che è inutile riferire al pres.te della condotta di "alcuni" giudici cui non può entrare nel merito... (sui pm, non ha competenza...ma se la procura ha sede nel tribunale e il capo fa poi mette sul banco dell'accusa il pm segnalato alla Procura dall' "imputato", prima di questo "processo"? che poi non fa nemmeno la sua parte quando la giudice annuncia il terrificante rinvio... perché i 2 carabinieri/testimoni non si sono presentati? nel senso di attivarsi, di fare un minimo di tentativi per recuperare l' udienza e magari ordinare l' "accompagnamento coattivo", in veste di rappresentante la Repubblica ma anche dell'interesse dello Stato, non dico - come si dovrebbe in una vera Democrazia - nell'interesse dell' imputato che invece ha obiettato...poi pagandone lo scotto...). Chi deve giudicare l' operato e/o la condotta dei giudici? Semplice: i fruitori, i destinatari del loro lavoro, con un "comitato civico", una sorta di Rsu...come succede per un operaio quando l' azienda intende pena-lizzarlo. Il problema è che mentre i circa 10mila magistrati hanno la loro Rsu (l'Anm) i 10 milioni di utenti, nulla...di extra giudiziario, s' intende. Se almeno ne scrivesse Travaglio...che però non ama o non vuole ricordare quello che Montanelli scrisse e disse in quegli anni (non solo di Fede; o è questo che piace al pubbico?): ovvero che al Cavaliere bisognava lasciarlo fare...si sarebbe rovinato da solo, con le sue mani (il delirio d'onnipotenza lasciato a sé prima o poi porta all'autodistruzione). Infatti, facendo il contrario, avvertendolo delle sue nefandezze, lui fa delle correzioni...altrimenti sarebbe il mondo intero a fermarlo e condannarlo, oltre che la Ue (come per i rom...) anche gli "amici" Bush e Putin. Ma Veltroni non l'ha capito (o fa finta?) e continua a suggerire come deve ridimensionare le sue compulsioni . Travaglio e Anm "curano" il lato penale, infatti ne esce sempre "guarito"! I libri di denucia...nel paese che, come disse Hemingway, una metà d'italiani non legge e l'altra metà scrive?!Del Csm, mi basta ricordare Buccico (uno dei 33 nella lista di De Magistris) con la sua "arma atomica", per far saltare il plenum, ad uso e consumo dell' altro governo di cdx...per dire che se ne può fare a meno. Mauro C. PS @ Luciana, io non mi ritengo un "giusto", ma posso dire che quando le ingiustizie mi sono passate davanti, non sono restato a guardare...costi quel che costi. E si paga, se la maggioranza era/è quella...
Gentile Luciana,
lei sottovaluta la potenza e l'importanza dei mezzi di comunicazione...da sempre il potere si è preoccupato di controllare e orientare la pubblica opinione attraverso un'attenta gestione dei mezzi di comunicazione, in modo da poter influenzare la pubblica opinione attraverso gli strumenti raffinati della psicologia di massa. Freud e altri eminenti studiosi di scienze della comunicazione hanno scritto in proposito. purtroppo non tutte le persone possiedono adeguati strumenti critici e culturali per poter vagliare attentamente le informazionicome lei.
Continuare a sottovalutare l'importanza della comunicazione significa fare un favore a chi invece ha tutto l'interesse per gestirla oculatamente per perseguire proprie finalità, contrarie a quelle della comunità.
cordialmente,
Lorenzo
Gentile Lorenzo
Non dico che nessuno ci abbia provato a imbarbarire la nostra società.
Il mio però è un discorso sconsolatamente pessimistico perchè parte dal presupposto che chi ci ha provato...ha sfondato una porta aperta.
Pensiamo solo ad un film come "Il sorpasso" e poi ci renderemo conto di quanto siamo beceri per grazia ricevuta, e da quanto tempo lo siamo.
Luciana
All'anomimo delle 1.02.
Non so se la mail inneschi una polemica "tutta interna", come ha ipotizzato un blogger. In altre parole non si sa se a scrivere quei pensieri sia un magistrato, ma questo conta poco.
Il fatto vero è che l'apparenza creata dall'atteggiamento dell'ANM è stata proprio quella di un apparato che reagisce "diversamente" agli stimoli a seconda della loro provenienza politica.
Questo blog è la testimonianza che molti magistrati italiani, fuori dai giochi della rappresentanza correntizia nell'ANM, si sono opposti a questa deriva politicante dell'azione associativa, preavvertendo le negative ricadute che ne sarebbero conseguite.
E' proprio questo il motivo per il quale, pur senza conoscere i colleghi di volta in volta interessati, ma studiando i fatti, abbiamo preso posizione a difesa di un solo valore: quello dell'indipendenza non già della magistratura, bensì del magistrato, come singolo individuo.
Abbiamo più volte sottolineato che l'indipendenza dell'ordine giudiziario è servente rispetto al superiore valore della soggezione del giudice alla sola legge.
L'autonomia della categoria, in sé, non serve proprio a nulla.
Ecco perché abbiamo denunciato l'esercizio del potere quando ci è parso in concreto, tecnicamente e quindi giuridicamente, ingiustificato il sacrificio delle posizioni individuali di alcuni colleghi la cui punizione era stata invocata a gran voce proprio dalla parte politica che l'anonimo al quale rispondiamo ipotizza essere il "cavallo" sul quale l'ANM avrebbe scomesso.
Questo non ci impedisce di ribadire il nostro convincimento che solo un giudice indipendente può essere imparziale.
E ci battiamo affinché la sua indipendenza non sia strumentalmente aggredita neppure dall'apparato burocratico-associativo (un tutt'uno) che governa, oggi, la magistratura.
Siamo, tuttavia, anche consapevoli che al peggio non c'è limite ...
Siamo, tuttavia, anche consapevoli che al peggio non c'è limite ...
Sono le parole che chiudono il post della redazione mai parole furono così profetiche!Ho appena finito di leggere stralci dell'intervista rilasciata da S.Berlusconi a Tempi e sono ancora indignata e in collera.Il "nostro" Presidente del Consiglio ha dichiarato che riformerà la magistratura applicando quelle riforme che erano state indicate dal giudice Giovanni Falcone.E snocciola una serie di "idee" di riforma giudiziaria che NULLA hanno a che vedere con ciò che era stato scritto e detto dal Giudice Falcone.Non è accettabile che si USI la rispettabilità e la elevata professionalità di una persona per i propri fini propagandistici.Non è la Magistratura alla deriva ma lo stato e la società italiana.Uno Stato che non è capace di onorare con verità e giustizia tutti coloro che hanno dato la vita per servirlo, che ne sfrutta la memoria a proprio uso e consumo, che legifera per "peggiorare"ed "ostacolare"il servizio reso dai tantissimi Magistrati capaci ed onesti,che viola la Costituzione con leggi che negano il principio dell'uguaglianza rischia un'unica deriva...quella democratica.
Graziella Mattaliano
Con riferimento alle considerazioni di Graziella Mattaliano delle 21.31, dolorose, ma del tutto pertinenti, ci permettiamo di rinviare al post “La mafia uccide. Il silenzio pure” e, in particolare, ai video riportati lì in fondo, dai quali emerge come, purtroppo, il Presidente del Consiglio abbia frequentato più nemici che amici di Giovanni Falcone.
La Redazione
Cara Redazione avevo già letto il post del dott.Lima da voi indicato e il suo contenuto è da me condiviso.
Leggo e,ogni tanto,scrivo in questo blog perchè le persone che hanno dato vita ad esso,riportano "fatti"e opinioni che sono condivisibili da Chiunque abbia a cuore il benessere della società nella sua interezza.Sono stata sempre di sinistra e non mi vergogno di esserlo stata ma ho comunque e sempre mantenuto la mia libertà di pensiero e con essa la mia obiettività. E questo mi ha permesso di "valutare" le atrocità commesse dai regimi comunisti e di manifestare sempre contro di essi.La mia fede buddista mi ha insegnato che non esistono responsabilità di una sola parte.La mia indignazione e la mia collera è rivolta a TUTTO quell'apparato politico che ha trasformato la Res Pubblica in un affare privato.A tutti i responsabili dei partiti al governo del nostro paese che hanno contribuito alla deriva del nostro stato democratico.Non possiamo più "soffermarci" a sottolineare i colori di ognuno di noi ed è per questo che serenamente e con convinzione posso affermare che la mia reazione sarebbe stata la stessa se quell'intervista fosse stata rilasciata da un Presidente del Consiglio di sinistra che avesse usato i primi cento giorni del suo governo a emanare leggi che non sono utili ai cittadini perchè non risolvono i veri e gravi problemi che ha il nostro Paese.
La vita e il tempo scorrono anche se noi rimaniamo fermi e rigidi sui nostri vecchi e obsoleti modi di pensare ed ascoltare, e mentre noi stiamo lì a dibattere se l'opinione di Tizio e Caio sono di sinistra o di destra le persone non "vedono" la gravità dei fatti accaduti e si assuefanno sempre di più alle menzogne..da qualunque parte esse provengano.
Graziella Mattaliano
La strategia seguita dalla politica per il controllo della magistratura è illogica e perdente.
Si denuncia un "uso politico della giustizia". Ma s'individua l'antidoto nella preponderante presenza della politica negli organi di controllo della magistratura. Cosa può far pensare che l'azione della magistratura sarà meno "politica"?
Non è legittimo il dubbio che la maggioranza in carica spinga per un "uso politico" della giustizia contro gli avversari?
Sono perfettamente d'accordo.Cosa possiamo fare per fermare tutto questo?E' vero,purtroppo, che ci sono magistrati che non svolgono con correttezza la loro funzione,ed è vero che il CSM ha applicato dei provvedimenti estremamente ingiusti e senza alcuna logica nei confronti di Magistrati responsabili solo di avere una profonda chiara e onesta consapevolezza delle loro funzioni,ma resto convinta, e lo dico da siciliana che ha vissuto a Palermo,che la maggior parte dei Magistrati ha un alto senso dell'onore e un grande rispetto della Legge e dei cittadini.Questo livore nei confronti della Magistratura, che viene alimentato ad hoc da questa maggioranza, complice un'opposizione incerta ed in "ombra"non può e non deve scardinare le basi democratiche del nostro Paese che trovano sostegno proprio nella separazione dei poteri e nell'indipendenza della Magistratura.Ognuno di noi ha il dovere, in ogni luogo dove svolge il suo lavoro e in tutti quelli in cui può far sentire la propria voce, di dire semplicemente la verità e spiegare che la realtà non è quella mediatica dei giornali e delle TV, non quella di un'oligarchia al potere che vuole solo tutelare i propri interessi ma quella quotidiana con cui ogni Cittadino è chiamato a confrontarsi.
Sarebbe utile per tutti noi una attenta lettura del libro :"Il ritorno del principe"scritto dal Giudice R.Scarpinato e S.Lodato ed chiarelettere
Graziella
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