domenica 23 novembre 2008

Come si fabbrica l’insicurezza



di Ilvio Diamanti
(Professore ordinario di Scienza Politica nella Facoltà di Sociologia dell'Università di Urbino)


da Repubblica.it del 23 novembre 2008


Sono passati un anno, dodici mesi appena, ma l’Italia sembra un’altra. Meno impaurita e meno insicura.

Infatti, l’inverno è vicino, ma il clima d’opinione registra un disgelo emotivo evidente.

Come testimonia il 2° rapporto – curato da Demos e dall’Osservatorio di Pavia per Unipolis sulla rappresentazione della sicurezza – nella percezione sociale e nei media. Pochi dati, al proposito (d’altronde, ieri Repubblica gli ha dedicato molto spazio) (1).

Nell’ultimo anno, si è ridotta sensibilmente la percezione della minaccia prodotta dalla criminalità a livello nazionale e soprattutto nel contesto locale.

E’ calato in modo rilevante anche il timore dei cittadini di cadere vittima di reati.

Da un recentissimo sondaggio di Demos (concluso venerdì scorso) emerge, inoltre, che il problema più urgente per il 31% degli italiani (se ne potevano scegliere due) è la criminalità comune.

Un anno fa era il 40%. Mentre il 21% indica l’immigrazione: 5 punti meno di un anno fa.

Gli immigrati, peraltro, sono considerati “un pericolo per la sicurezza” dal 36% degli italiani: quasi 15 punti percentuali meno di un anno fa e 8 rispetto allo scorso maggio.

Il legame fra criminalità comune, sicurezza e immigrazione che, negli ultimi anni, è apparso inscindibile, agli occhi dei cittadini, oggi sembra essersi allentato.

Cosa è successo in quest’ultimo anno, in questi ultimi mesi di così importante, significativo e profondo da aver scongelato il clima d’opinione?

L’andamento dei reati, in effetti, rileva un declino che, peraltro, era cominciato a metà del 2007. Tuttavia, nel corso degli ultimi anni, si è sviluppato senza variazioni tali da giustificare mutamenti di umore tanto violenti.

Invece, l’immigrazione è cresciuta in misura molto rilevante, come segnalano le principali fonti, dal Ministero dell’interno alla Caritas.

Gli sbarchi di clandestini sono anch’essi aumentati. Quasi raddoppiati.

Non sono i fatti ad aver cambiato le opinioni.

Al contrario: le opinioni si sono separate dai fatti.

Per effetto di un complesso di fattori.

D’altronde, il clima d’opinione riflette una pluralità di motivi, spesso non prevedibili e, comunque, non controllabili.

In questa fase, in particolare, la crisi economica e finanziaria ha spostato il centro delle paure e delle preoccupazioni dei cittadini. Non solo in Italia: anche negli Usa, prima del collasso delle borse, la campagna delle presidenziali era concentrata sull’immigrazione. Poi tutto è cambiato, con grande beneficio per Obama.

Tuttavia, la preoccupazione economica, in Italia, è da tempo molto alta. Destinata a deteriorarsi ancora.

Nell’ultimo anno, però, non è peggiorata. Era già pessima.

Il profilo delle “persone spaventate” presenta alcuni tratti particolari, utili a chiarire l’origine di questo collasso emotivo.

Due fra gli altri: guardano la tivù per oltre 4 ore al giorno e sono vicine al centrodestra; nel Nord, alla Lega.

L’analisi dell’Osservatorio di Pavia sulla programmazione dei tg di prima serata, peraltro, rileva una forte crescita di notizie sulla criminalità comune nell’autunno di un anno fa e un successivo declino – particolarmente rapido dopo maggio.

Peraltro, il peso delle notizie “ansiogene” è nettamente più elevato sulle reti Mediaset, ma soprattutto su Studio Aperto e Canale 5. Seguiti, per trascinamento, dal Tg 1, il più popolare e autorevole presso il pubblico.

Il sondaggio di Demos osserva come l’insicurezza sia molto più alta fra le persone che frequentano prevalentemente le reti e i notiziari Mediaset.

Ciò suggerisce che i cicli dell’insicurezza siano favoriti e scoraggiati, in qualche misura, dal circuito fra media e politica.

D’altra parte, la sicurezza, l’immigrazione e la criminalità comune sono temi “sensibili” negli orientamenti degli elettori.

“Spostano” i voti degli incerti. Rendono incerti molti cittadini certi.

Peraltro, come abbiamo già visto, il tema della sicurezza non è politicamente “neutrale”. La maggioranza degli elettori (anche a centrosinistra) ritiene la destra più adatta ad affrontare questi problemi – trasformati in emergenze (Indagine Demos, luglio 2007).

Così, per creare un clima d’opinione favorevole, al centrodestra basta sollevare il tema della sicurezza. Cogliere e rilanciare episodi e argomenti che alimentano l’insicurezza sociale. Farli rimbalzare sui media.

Il che avviene senza troppe difficoltà. Non solo perché il suo Cavaliere ha una notevole conoscenza del settore, sul quale esercita un certo grado di influenza. Ma perché la paura è attraente. Fa spettacolo e audience. E perché, inoltre, in campagna elettorale, la tivù costituisce la principale arena di lotta politica, su cui si concentrano l’attenzione dei partiti e la presenza dei leader.

Così, l’insicurezza cresce insieme ai consensi per il centrodestra. Senza che il centrosinistra riesca a opporre una resistenza adeguata. Frenato da divisioni interne, particolarismi e personalismi che non gli permettono di proporre e imporre un solo tema capace di spostare a proprio favore il consenso. Il lavoro, i prezzi, le tasse, l’etica: nel centrosinistra c’è la gara a distinguersi e a smarcarsi. Tutti contro tutti.

La recente campagna elettorale di Veltroni, irenica, tutta protesa a marcare la distanza dal passato (Prodi), non ha scalfito l’insicurezza del presente.

La morsa della sfiducia e dell’insicurezza si è allentata solo dopo le elezioni politiche e le amministrative di Roma. Non a caso.

Il risultato, senza equivoci, non lascia scampo alle speranze dell’opposizione: resterà opposizione a lungo.

Così, la campagna elettorale, dopo anni e anni, finisce. E il centrodestra si dedica a controllare, in fretta, il clima di insicurezza che aveva contribuito ad alimentare negli anni precedenti.

Propone e approva provvedimenti ad alto valore simbolico: l’impiego dei militari contro la criminalità, l’aumento di vincoli e controlli all’immigrazione. La liberalizzazione delle polizie e delle milizie locali, padane, private.

Gli stessi episodi di razzismo hanno prodotto la condanna “pubblica” dell’intolleranza, con l’effetto di inibirne, in qualche misura, il sentimento.

In quanto gli stranieri, percepiti perlopiù come “colpevoli” di reati e violenze, ne diventano “vittime”.

Così gli immigrati continuano a fluire, i clandestini a sbarcare e il numero dei reati non cambia, ma l’attenzione dell’opinione pubblica e dei media nei loro confronti si ridimensiona.

La paura declina. Un po’ come avvenne nel periodo fra il 1999 e il 2001. Anche allora criminalità e immigrazione divennero priorità nell’agenda delle emergenze degli italiani.

Spaventati da aggressioni e rapine a orefici e tabaccai; dall’invasione degli stranieri. Che conquistavano i titoli dei quotidiani e dei tg.

Poi, l’inquietudine si chetò. Sopita dall’attacco alle Torri Gemelle e dalla vittoria elettorale di Berlusconi.

Capace, come nessun altro, di navigare sulle acque dell’Opinione Pubblica. E di domare le tempeste che la turbano dopo averle evocate.

___________

(1) Il testo integrale della relazione conclusiva della ricerca può essere scaricato a questo link del sito della Fondazione Unipolis.


6 commenti:

Anonimo ha detto...

Forse gli orefici e i tabaccai non sono persone degne di tutela, ma credo che senz'altro, qualora fossero interessati dalle aggressioni i professori universitari, probabilmente molti di loro, specie quelli "schierati" partiticamente (vale a dire quasi tutti ...), cambierebbero rapidamente idea :)

Un po' come per il delitto Moro, che costituì l'inizio della fine delle B.R., perché allora, di fronte al pericolo personale e diretto, TUTTI i politici fecero prestissimo a cambiare opinione, e le B.R., immediatamente, non furono più "sedicenti", finendo anzi smantellate in pochissimo tempo, molto meno di quello in cui avevano imperversato come "compagni ... che sbagliano".

Nel merito, premesso che se la gente fosse così stupida e manipolabile dai "media" (peraltro in larga maggioranza sempre schierati CONTRO l'attuale governo ...) non si vede perché non lo fosse due anni fa, ritengo che una differenza fondamentale, anche assumendo che i dati segnalati siano corretti, oggi vi sia, ed è quella che almeno a parole non si difendono più i clandestini delinquenti "a priori", come buona parte della passata maggioranza faceva, togliendo anche la SPERANZA di un intervento più deciso nei loro confronti.

Qui sta la grande differenza.

Naturalmente, oltre alle parole occorrono i fatti. Ed è sui fatti, non sulle parole di propaganda, che si giudicano i governi. In questo sono d'accordo con l'autore dell'articolo.

Se la speranza sarà mortificata dai fatti, credo infatti che alle prossime elezioni molti cambierano opinione.

E faranno bene.

Anonimo ha detto...

Non so da dove l'anonimo autore del commento qui sopra vada a pescare l'idea che tabaccai ed orefici debbano essere meno tutelati di altri, ad esempio dei professori (quali poi? tutti?).
Non so dove peschi l'idea che la maggior parte dei professori sia schierata (ha parlato lei con tutti? L'hanno dichiarato pubblicamente da qualche parte? Ha fatto un sondaggio VALIDO -cioè su un campione di milioni di persone, effetivamente rappresentativo, non su qualche centinaio-?), e poi schierata significa a destra o a sinistra?

Non capisco cosa c'entri la reazione dei politici all'omicidio Moro (che vennero toccati in prima persona mentre si consideravano probabilmente inattaccabili) con la reazione dei cittadini che certo sanno di essere attaccabili da sempre, e non hanno il potere di far cambiare repentinamente le azioni politiche, o le posizioni dell'informazione, o l'opinione pubblica in genere, da soli, mentre i politici possono (visto che oltretutto controllano la maggioranza della stampa televisiva e cartacea, attraverso finanziamenti, case editrici, case di produzione, amici, tv di stato lottizzate, ecc.).

Nel merito, premesso che se la gente fosse così intelligente e poco manipolabile dai media (peraltro in larga maggioranza di PROPRIETA' o alle DIPENDENZE dell'attuale capo del governo, nemmeno del governo intero che sarebbe già qualcosa, ma di un solo uomo) non si vede perché non lo sia stata in occasione delle elezioni del 2001, 2006 e 2008, ad esempio ribellandosi all'idea di non poter scegliere persone anziché partiti e paersone o partiti onesti anziché mafiosi e pieni di conflitti di interessi (che in questo destra e sinistra odierne sono molto simili).
Ritengo una differenza fondamentale, anche assumendo che il commento cui rispondo sia onesto e non di parte, stia nel ragionare con la propria testa e capire che i giochetti che vengono fatti per mandar fumo negli occhi alla gente ingolfano sempre più la giustizia anziché farla funzionare, con buona pace di tutti i cittadini che invocano giustizia e tutela, togliendo anche la SPERANZA di un intervento più deciso nei confronti dei criminali (tutti, compresi i clandestini, compresi i politici).

Qui sta la grande differenza.

Naturalmente oltre alle parole occorrono i fatti. Ed è sui fatti, non sulle parole di propaganda, che si giudicano i governi. In questo sono d'accordo con l'autore dell'articolo e del commento qui sopra.

Se i fatti saranno mortificati dalla propaganda, credo che alle prossime elezioni molti decideranno ancora in base a ciò che gli viene raccontato per vero, non a ciò che realmente succede.

E non potranno fare altro.

Silvia.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Ilvo Diamante non pensa, come i nostri concittadini di destra, che l'Italia fosse più insicura ieri, mentre è più sicura oggi.
Non lo pensa nessuno dotato di onestà intellettuale e di un minimo di acculturazione, anche solo generale.
Gli italiani credo non abbiano mai avuto una vera identità nazionale, 150 anni di riunificazione e ricomposizione dell'Italia come nazione dopo 1500 anni di disgregazione e di dominazioni straniere di ogni genere, non bastano a colmare l'abisso.
Aggiungiamo che i migliori cervelli emigrano e che la scuola non forma più quasi nessuno, che oggi non si studia, non si legge, si guarda la TV, ci si droga, insomma che i valori che hanno espresso le guerre risorgimentali e la Resistenza sono stati risucchiati nella polvere del tempo e il quadro è completo.
Fa bene Ilvo Diamante a vivere a Parigi.
L'Italia non è più abitabile dalle "teste d'uovo". L'Italia oggi è fatta per i furbi e furbastri.
Chi può va all'estero, pur lavorando anche in Italia (Diamante è articolista di Repubblica), chi non può si rassegna e si rifugia nel privato oppure si fionda sul P.C. e capisce che la questione SICUREZZA era e rimane una frottola, l'insicurezza in Italia non è variata nell'ultimo anno, si rivela per quella che era, un'arma di propaganda di menti forti per e a danno di menti deboli.

Anonimo ha detto...

Si deduce dall'intervento di Silvia che la stessa non ha fiducia nel sistema democratico, visto che la "gente", per lei, è stupida e irretita dai media.

Se ne deduce, altresì, che il voto della "gente" non ha valore, sia quando vota uno, sia quando vota l'altro.

Se ne deduce, ancora, che Silvia sarebbe però immune, lei, dal "fumo degli occhi" gettato dalla propaganda.

Così, almeno, dice.

Se ne deduce, insomma, che Silvia si pone al di sopra della "gente".

E, forse, aspira a dirigerla ! :-)

Anonimo ha detto...

Non so da cosa l'Anonimo qui sopra deduca che non ho fiducia nel sistema democratico, che tra l'altro è affermazione falsa (anche perché altrimenti non starei qui a frequentare un blog di gente che si informa e discute costruttivamente anziché prendere parte pregiudizialmente e rilassarsi davanti all'Isola dei Famosi).

Non so da dove si deduca che per me tutta la gente è stupida e irretita dai media (di nuovo: che ci farei qui?), visto che l'Anonimo qui sopra sembra non essersi accorto di come il mio commento ricalcasse appositamente le orme del suo, proprio per evidenziare la stupidità di un'affermazione che fa di tutta l'erba un fascio, affermazione che riporto: "se la gente fosse così stupida e manipolabile dai "media"" (scritta da lui).
Lui ha parlato di quelli che secondo lui sono la maggioranza come se fossero tutti così, io -per contrasto e per sottolineare l'assurdità di una cosa simile- ho parlato di quelli che secondo me sono la maggioranza come se fossero tutti così. Ma naturalmente lui lo può fare, perché è nel giusto (o così crede), io no perché erro (o così crede).

Non so da dove si deduca, altresì, che il voto della gente per me non ha valore, dato che ho evidenziato come a mio parere si forma la scelta di voto, non il fatto che non abbia valore. E ribadisco: secondo me si forma sulla base di ciò che si sa, e se si sanno cose false si forma in un senso, se si sanno cose vere si forma in un altro, dato che ovviamente se una cosa è falsa non può che essere l'opposto di quella vera. Anzi, proprio perché credo fortemente nel sistema democratico ritengo che il voto sia uno degli istituti in assoluto più importanti, poiché danno potere al popolo, il quale -da Costituzione democratica- esercita la sovranità.

Non so dove si deduca, ancora, che io sia immune dalla propaganda: ne parlo qui sotto (al termine di questo commento) del mio interesse professionale, non lì, e non ho mai detto di essere una superdonna infallibile. Al massimo può aver dedotto che cerco di non cascarci. E se avesse letto altri miei commenti in altri post del blog avrebbe potuto farsi un'idea chiara di quanto io riesca nell'impresa o meno (la prossima volta si informi sulle persone che critica attraverso ulteriori letture, se da quanto scrivono in un solo commento non riesce a dedurre abbastanza, piuttosto che viaggiare di fantasia).

Se ne deduce, insomma, che io non mi sono mai posta al di sopra di nessuno, e ci mancherebbe! Non credo mica d'esser nata in una stalla io! Non sono io che "odoro di santità", che non sbaglio mai, ecc.
Questo non significa che non abbia diritto di fare delle considerazioni sui miei simili.

E tutto posso fare e farei, tranne "dirigere" la gente. Mi scusi ma io, che credo nella democrazia, sono convinta che ogni cambiamento e ogni cosa buona possano solo partire dal basso, perché se arrivasse la persona più onesta e buona della terra a "dirigere" l'Italia e sistemasse tutte le nostre storture per puro altruismo e amor di patria sprecherebbe solo il suo tempo, e alla sua dipartita torneremmo tutti in fretta le bestie che siamo oggi.
Ho già scritto altrove qui, di come purtroppo certe cose bisogna guadagnarsele, per capirne il valore, secondo me.

Infine, giusto per mettere i punitni sulle "i":
io credo che la maggioranza degli italiani sia o "manipolata" dai media (anche in forme molto subdole o leggere, non siamo mica tutti boccaloni) o disinteressata, che è altrettanto grave e produce quasi gli stessi risultati. Per fortuna non tutti. E sì, tra questi ultimi ci sono anch'io. Non perché sono migliore degli altri, né perché ho la verità in tasca (cosa che non è, ma non dovrei aver bisogno di sottolinearlo), ma solo perché per interesse professionale so in cosa consiste l'informazione e che differenza c'è con la propaganda, e mi occupo di comunicazione.

E apprezzo il fatto che, nel solco della miglior tradizione italiota, l'Anonimo qui sopra si sia divertito a scansare abilmente ogni argomento che ho sollevato nel mio precedente post, che cozzava di brutto con quanto scritto da lui ma ricalcava perfettamente la realtà (per esempio sulla storiella che i media sono tutti contro l'attuale governo che, poverino, cerca di controllarli ma non ci riesce proprio!!!), per spostare l'attenzione sulle mie presunte mire dirigenziali o su un ego smisurato che decisamente non ho, insomma, su di me perché sono più attaccabile come persona che per ciò che scrivo e dico.
Questo è utile per la mia causa, mi potrà servire quando spiegherò a qualcun altro come funziona subdolamente la propaganda che subiamo ogni giorno dai media italiani.

Silvia.

ps: suggerimenti sparsi per restare in tema: chi dice che i professori vanno protetti e degli orefici fottiamocene? Dov'è scritto che i professori sono tutti schierati? E, di grazia, schierati da che parte? E perché, qualunque sia il loro schieramento politico, cambierebbero idea in caso di pericolo? Cosa c'entrano con le BR, Moro e le successive reazioni politiche? Mi fa un esempio di media (attenzione, non 1 articolo o 1 trasmissione, ma 1 media) che sia contro l'attuale governo? E di cittadini che non si fanno imbambolare? E di fatti che rendono giudicabile un governo?
Grazie.

Anonimo ha detto...

Sinceramente mi dispiace, nonostante il poco, pochissimo tempo che ho ultimamente per sfogliare questo utilissimo e bellissimo blog, nonché -ovvio- per commentare, non essere stata smentita...
Evidentemente quando si sposta l'attenzione dal dito alla luna l'interesse per la discussione cala ancora inesorabilmente. Cambieremo mai?

Silvia.

ps: su tutto posso sbagliare, e posso essere costretta a ricredermi. Schieramenti politici ormai non ne ho più. Ma vi prego di scusarmi, quando sento ancora qualcuno che ritira fuori la storia del povero governo berlusconiano attaccato da tutti i media non ce la faccio proprio a stare zitta... è come sentire qualcuno dire "secondo certe correnti di pensiero in realtà due più due fa cinque, solo che ci hanno convinto per anni che facesse quattro e ormai nessuno più si rende conto di sbagliare".
E non serve essere interessati ai temi della comunicazione per passione o per lavoro (come capita a me) per rendersene conto, nemmeno i bambini sono più così ingenui, sentire queste cose dagli adulti (che si presume in grado di intendere e di volere) è proprio insostenibile!