Tutti i regimi hanno bisogno di controllare l’informazione. In tutti i regimi l’“informazione” non deve “informare”. In tutti i regimi l’“informazione” deve fare da portavoce del potere e deve tacere tutto quello che il potere non vuole che si sappia.
Questo è, con evidenza, il modello di “informazione” che ha chi detiene il potere in Italia.
L’attacco alla puntata di Report sulla “social card” dà la prova evidente di questo.
Riportiami qui sotto un articolo sulla vicenda di Report, tratto da Agoravox.
A questo link è possibile rivedere per intero la puntata e constatare come essa si sia limitata solo a riferire FATTI OBIETTIVI. A questo link è possibile leggere la versione in formato testo della trasmissione televisiva.
In definitiva, in Italia può continuare a fare il magistrato solo chi non dia fastidio al potere e può continuare a fare il giornalista solo chi faccia il lecchino del potere.
Tutti gli altri vanno spazzati via, perché sono “incompatibili con il servizio pubblico”. La giustizia e l’informazione sono servizi pubblici e il potere è convinto che “servizio pubblico” significhi “al servizio del potere”.
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di Aldo Funicelli
da Agoravox
Annozero e la puntata riparatrice.
Vauro sospeso per 6 mesi.
Report citata a giudizio per la puntata su Catania, dall’editore Ciancio, che porterà la trasmissione ad un lungo processo civile.
E non è finita qui per Report.
La puntata sulla Social card non è piaciuta a Tremonti, che tramite il suo consigliere Angelo Maria Petroni (nominato dal tesoro), ha chiesto di visionare la cassetta e “inviato al giudizio del Comitato etico dell’azienda”.
Lo stesso comitato che aveva dibattuto sulla vicenda Saccà.
A quanto si apprende, infatti, la puntata della trasmissione del 5 aprile scorso, dedicata alla «social card» e alla fallimentare politica sociale italiana, non è piaciuta al superministro dell’Economia Giulio Tremonti, intervistato a lungo all’interno del reportage di Giovanna Boursier. Da via XX settembre sarebbe partita perfino una telefonata furibonda al settimo piano di viale Mazzini. E non a caso nei giorni scorsi Angelo Maria Petroni, il consigliere di amministrazione Rai nominato direttamente da Tremonti, ha sollevato il caso Report all’interno del cda chiedendo a Masi di occuparsene. Il direttore generale, come nel «caso Vauro-Santoro», si è prontamente attivato per riparare ai malumori del governo. Prima ha visionato la cassetta dell’inchiesta «incriminata», poi ha anche chiesto informazioni sul contratto di collaborazione dell’autrice.
Forse per eccesso di zelo non sapeva, o voleva accertarsene per valutare meglio eventuali contromisure, che i giornalisti di Report non lavorano per la Rai ma sono giornalisti freelance che «vendono» al servizio pubblico le proprie inchieste.
Ma non è finita qui. Come denuncia Nino Rizzo Nervo, ex direttore del Tg3 e membro del cda per il Pd, il caso potrebbe perfino finire al comitato etico di viale Mazzini.
Un organismo misto costruito ad hoc solo in caso di gravi inadempienze deontologiche o comportamentali dei dipendenti.Alla redazione di Report non commentano le indiscrezioni che li riguardano. E almeno per il momento la «scaletta» della puntata di domenica prossima sulla scuola resta invariata.
Milena Gabanelli è molto prudente: «Aspettiamo e vediamo cosa eventualmente ci viene contestato. Ognuno svolge il proprio ruolo. Masi fa il suo, io il mio, ossia curare un programma e farlo al meglio. Il resto non mi interessa. Se poi questo comitato etico prenderà dei provvedimenti li valuteremo. Non mi allarmano queste cose. Mi risulta però che Report è in cima all’indice di qualità curato dalla stessa Rai per qualità, indipendenza e accuratezza dei suoi servizi con oltre l’87% del gradimento. L’unica cosa che mi chiedo - dice la giornalista - è quale sia a questo punto il margine del diritto di critica quando un servizio giornalistico è documentato e ben supportato».
6 commenti:
Chi è attento a quello che seccede e riesce a leggere tra le righe se n'è sicuramente accorto.
Gli altri ancora no... purtroppo.
...bella figura che fanno anche in questo caso gli istituti religiosi che approfittano delle socialcard, guarda caso tra quelle che funzionano, più o meno la stessa bella figura che ha fatto il para-vescovo all'ultima puntata di anno zero...
ma se il Vaticano è uno Stato, come suole chiamarsi, perché non provvede lui ad un sistema assistenziale e previdenziale per i suoi dipendenti?
Patti... non fatti!
Se vogliono consegnare alla macchia i migliori cervelli e le migliori coscienze del nostro paese, facciano pure, ma lo facciano in fretta.
Non si può più andare avanti in questo modo, non è possibile che i cittadini onesti e volenterosi, in difesa dei diritti di chi è più debole, debbano pagare conseguenze nefande sol perchè il Ministro Tremonti non è stato capace di mascherare - avendo di fronte una Giornalista professionale e non venduta al potere, come al solito - le porcherie commesse. Ho seguito la puntata di Report, ero letteralmente disgustata dal comportamento del predetto. Questa Giornalista è l'unica che racconta i fatti come stanno realmente, che non li colorisce politicamente, ma li narra per come sono. Vogliono tappare la bocca anche a lei. Fra poco non potremo più esprimere le nostre opinioni neanche su internet. Mi vergogno di essere italiana se questo è il nostro stato. Uno stato dove la giustizia è forte con i deboli e debole con i forti, uno stato dove non c'è la libertà di espressione, uno stato dove l'informazione è limitata solo a quello che è conveniente per il governo di turno.
CHE SCHIFO!!!!!!!!!!!!
Ciao
M.G.
@ picetto...
non credo ti devi vergognare di essere italiana, anzi per quello che hai scritto devi esserne orgogliosa...
Ti devi vergognare invece di avere queste persone a rappresentare questo paese...
@ Salvatore D'Urso
Effettivamente è così, non mi sento più rappresentata da alcuna classe politica. Spero che De Magistris ecc. possano fare qualche cosa, anche se il potere forte tende a schiacciare e tappare la bocca a chi ha, ancora, la forza di battersi per la GIUSTIZIA. Ciao
M.G.
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