giovedì 22 aprile 2010
E ora, per favore, chiedete scusa
di Marco Travaglio
da il Fatto Quotidiano del 20 aprile 2010
Due anni fa il Csm puniva Luigi De Magistris, vietandogli di fare mai più il pm, e lo trasferiva da Catanzaro a Napoli, dopo che aveva denunciato un complotto politico-giudiziario per sottrargli e insabbiare le inchieste “Poseidone ” e “Why Not”. Un anno fa lo stesso Csm destituiva il procuratore di Salerno Luigi Apicella e puniva i suoi sostituti Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani, trasferendoli nel Lazio e vietando pure a loro di fare mai più i pm, dopo che avevano accertato il complotto ai danni di De Magistris e dunque indagato e perquisito i vertici della magistratura catanzarese che da mesi rifiutavano di trasmettere copie del fascicolo “Why Not”. Un ampio e trasversale fronte politico-giudiziario-affaristico-mediatico, con l’avallo del capo dello Stato, spacciò le indagini sulla fogna di Catanzaro per una “guerra fra procure” e i provvedimenti del Csm per una saggia azione pacificatrice. In realtà le indagini di De Magistris erano corrette e doverose, così come quelle dei pm salernitani, e chi ha trasferito gli uni e gli altri non ha fatto altro che coronare la congiura ordita dalla cupola calabrese. L’avevano già stabilito i provvedimenti emessi dal Riesame di Salerno (respingendo i ricorsi dei perquisiti a Catanzaro) e dal Tribunale di Perugia (che aveva archiviato le denunce dei pm catanzaresi contro Nuzzi, Verasani, Apicella e De Magistris). Ma ora lo conferma anche l’“avviso di conclusione delle indagini” appena depositato dalla “nuova ” Procura di Salerno, che Il Fatto oggi rivela: un atto che prelude alle richieste di rinvio a giudizio per i magistrati catanzaresi che scipparono le indagini a De Magistris e/o presero il suo posto (Lombardi con la convivente e il figliastro, Favi, Murone, Iannelli, Garbati, De Lorenzo, Curcio) e per gli indagati eccellenti che avrebbero corrotto alcuni di loro per farla franca (Saladino, Pittelli e Galati).
Le accuse vanno dalla corruzione giudiziaria all’abuso, dal falso al rifiuto di atti d’ufficio al favoreggiamento. La nuova Procura di Salerno che conferma la bontà delle indagini di Nuzzi, Verasani e Apicella è quella guidata da un anno da Franco Roberti, il valoroso pm campano protagonista delle più recenti indagini su Gomorra, che ha il merito di avere decapitato il clan dei Casalesi. Che sia diventato improvvisamente anche lui un incapace, come i colleghi puniti, esiliati e degradati sul campo? Che meriti pure lui un’intemerata dal Quirinale e un’immediata punizione dal Csm? Fino a quando le istituzioni fingeranno di non vedere quel che è accaduto e ancora accade nella fogna di Catanzaro, eliminando e imbavagliando chiunque osi metterci il naso (oltre ai pm già citati, quella cloaca ha risucchiato Clementina Forleo, Carlo Vulpio, Gioacchino Genchi e altri galantuomini). Nessuno confonde un avviso di chiusura indagini con una sentenza di condanna. Ma se, sotto la guida di Roberti, la Procura di Salerno giunge alle stesse conclusioni di quella guidata da Apicella, vuol dire che le indagini che costarono la carriera ai quattro pm erano tutt’altro che sballate. E ora chi li ha linciati dovrebbe cospargersi il capo di cenere, ammettere la clamorosa cantonata e correggere l’errore. In due modi: ripulendo finalmente gli uffici giudiziari di Catanzaro dai magistrati inquisiti (e fra breve imputati) per corruzione giudiziaria e altri gravissimi reati, finora incredibilmente lasciati quasi tutti al loro posto; e annullando le sanzioni contro Nuzzi e Verasani (De Magistris ormai è eurodeputato e Apicella pensionato), restituendo loro l’onore, le funzioni e l’ufficio. Il 1° ottobre 2009 De Magistris si dimise dalla magistratura con una lunga lettera al presidente della Repubblica (e del Csm) Giorgio Napolitano, pubblicata integralmente dal Fatto. Conteneva una serie di drammatici interrogativi sulle sconcertanti interferenze del capo dello Stato nel caso Catanzaro-Salerno. Nessuna risposta. Alla luce delle ultime notizie in arrivo da Salerno, il capo dello Stato non ha nulla da dichiarare?
Pubblicato da La Redazione alle 22.4.10
Etichette: Consiglio Superiore della Magistratura, De Magistris: sull'avocazione dell'inchiesta "Why not", De Magistris: tutti gli articoli, Il caso “Salerno/Catanzaro”
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4 commenti:
mah il suo è un silenzio rumoroso e assordante
non scherziamo trattasi di questione ben più seria delle scuse non esiste democrazia inu n paese dove si è incapaci diesp espellere dai luoghi istituzionali le mele marce!
La verità che nessuno vuol sentire è che la giustizia in questo paese ha delle falle molto grosse che creano da troppo tempo ormai una serie di danni alla popolazione non riparabili con semplici provvedimenti pacificatori.Qui o ci si rimbocca le maniche e si fa una seria riforma della giustizia, una vigilanza sul operato degli stessi tutori della legge (vedesi casi dove le forze dell'ordine con tempestive comunicazioni alla procura non sono riuscite ad evitare reati)ed una più marcata selezione nel ingresso.E' chiaro che i benefici di una buona giustizia si avranno nel tempo ma se non si inizia non si vedra mai nulla.I crescendo di intolleranze ,di sopraffazioni e di impunità sono un presagio di tempesta.Da cittadino mi auguro che il buono che ancora c'è e ci crede nella democrazia e nell'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge abbia la meglio."Un magistrato se chiede un ordinanza di custodia cautelare ha le sue motivazioni ed in caso di errore le deve pagare ma non si puo a priori rifiutare allo stesso/a il provvedimento verso tizio" cordialmente
Il Riesame di Salerno prima, la Procura di Perugia poi e infine la rinnovata Procura di Salerno diretta attualmente dal dott. Roberti hanno confermato il legale e corretto operato del Procuratore Apicella oggi in pensione, della dott.ssa Gabriella Nuzzi e del dott Luigi Verasani , quest’ultimi puniti con il trasferimento a centinaia di chilometri di distanza da Salerno e con lo strappo delle funzioni per quella che fu allora falsamente definita guerra tra le Procure Salerno-Catanzaro. Oggi la Verità è venuta a galla, conosciamo con chiarezza i nomi degli inquirenti e degli inquisiti e mi fermo qui, non aggiungo altro. E allora che significa questo silenzio delle Istituzioni, questa indifferenza di fronte a tanta ingiustizia? Voglio ancora credere nella Legge, nei Valori della vita, nella buona fede del mio amatissimo Presidente Napolitano, in quella del Ministro della Giustizia dr. Alfano, nel CSM, massima autorità competente. Cosa si aspetta ancora? Uno Stato degno di questo nome, di fronte alla corruzione dilagante in Italia, ai tanti delinquenti che occupano indegnamente, a volte senza meriti culturali e professionali posizioni di prestigio a tutti i livelli istituzionali dovrebbe, anzi avrebbe dovuto già non chiedere scusa ma provvedere subito a reintegrare nella loro sede e nelle loro funzioni questi esiliati degnissimi ed incorruttibili suoi servitori. Avrebbe dovuto sostenerli, premiarli, additarli come esempio. Non hanno peccato di protagonismo come si è voluto falsamente far credere ma hanno fatto esclusivamente il loro dovere di PM. Dietro il silenzio di questi magistrati puniti ingiustamente ci sono affetti, sentimenti, lacrime di figli innocenti non sempre asciugate, a volte messi in secondo ordine per compiere il loro dovere, ci sono notti insonni trascorse a leggere faldoni infiniti, ci sono quelle 1400 pagine che grondano sudore, privazioni, orgoglio di appartenere allo Stato. Ma lo Stato dov’è? Io voglio una risposta da chi di dovere.
Anna Chiara Nappi
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