venerdì 19 giugno 2020

A sua insaputa?

di Nicola Saracino - Magistrato 



A questo link sono riportate le parole che, virgolettate, sono attribuite al vice presidente del CSM David Ermini, pronunciate in occasione della commemorazione  di magistrati caduti per il loro dovere, tra i quali alcuni (Giovanni Falcone) subirono in tempi lontani proprio le malefatte del correntismo.

Ecco quelle che meritano un breve commento. 

“L’abbruttimento etico dell’ordine giudiziario ha nell’attuale Consiglio superiore l’avversario più tenace e inflessibile. Contrastare ogni scoria correntizia e mantenere l’autogoverno nel solco tracciato dalla carta costituzionale è già ora e ancor più lo sarà nei mesi a venire il nostro quotidiano assillo, nella piena consapevolezza che ciò è quanto da noi si aspetta la grande maggioranza dei magistrati”, ha continuato il numero due dell’organo di autogoverno delle toghe."

Affermazioni di questo genere, a distanza di poche ore dalla nomina del dott. Cantone alla procura di Perugia, lasciano di stucco. 

Perché quella nomina rappresenta plasticamente proprio cosa sia il “correntismo” in seno al CSM, nel quale l'Onorevole Ermini agisce ogni giorno quale suo vice presidente.

Un esempio facile facile,  affinché a nessuno  possa sfuggire cosa è  deputato a fare quell’organo.


Ipotizziamo che un comune abbia bisogno di un nuovo dirigente. Che fa? Indice un pubblico bando di concorso ed istituisce una commissione esaminatrice delle prove e dei titoli degli aspiranti. 

Ora,  supponiamo che quella commissione esaminatrice, composta da dodici membri tecnici, si divida per scelta ideologica in gruppetti di tre commissari ciascuno e che, all’atto della scelta del miglior candidato per il posto di dirigente comunale,  si scateni tra loro un conflitto affinché  il prescelto abbia le caratteristiche che più aggradano  a ciascun  gruppo.  

A questo punto iniziano a confabulare sul candidato Tizio e sul candidato Caio ma non trovano un accordo. 

Uno dei gruppetti di commissari, o perché non ha un candidato che gli piace o per calcolo, decide di incrociare le braccia e si rifiuta di giudicare i candidati, si astengono tutti!  

Ecco la prima gravissima anomalia: che diamine ti astieni?  Sei lì a svolgere un incarico pubblico di natura tecnica e devi fare il tuo dovere e quindi esprimere il tuo giudizio (o voto) tecnico per uno dei candidati. Ti pagano per quello e, se non sei il fratello di un aspirante dirigente comunale, non hai motivo né diritto di astenerti. Se invece tutti i commissari fossero "fratelli" (nel senso di amici) dei candidati quella commissione di concorso deve essere sostituita in blocco perchè non può svolgere, per legge, la sua funzione.   

Procediamo oltre. 

Restano gli altri tre gruppi di commissari a litigarsi la vittoria finale e, a questo punto, le caratteristiche professionali degli aspiranti arretrano sullo sfondo, non si tratta di stabilire chi è quello bravo ma di far vincere il "nostro", ormai è una lotta di potere e non si molla, vediamo chi la spunta.   

E qui la seconda gravissima anomalia: nel mondo professionale non esiste  - o non dovrebbe esistere -  che una commissione esaminatrice di un pubblico concorso esprima le valutazioni d’ordine tecnico in base a schieramenti precostituiti; non si dà, cioè, l’ipotesi  che tutti i commissari di una certa fazione ritengano il candidato Tizio migliore di Caio, ciò non ha alcun senso se non quello di dar rilevanza alla vicinanza dei candidati a questo o a quello dei gruppi di commissari.  

Dirò di più: non si azzardano proprio i commissari di alcun concorso pubblico a raggrupparsi ideologicamente ed a votare compatti per questo o per quello e hanno tutte le buone ragioni di questo mondo, perché la magistratura  - quando si tratta degli "altri" - è sempre in agguato in questi casi, come ha ricordato Bruno Tinti pochi giorni fa.  

Sta di fatto che quel posto di dirigente comunale è molto importante e non si trova l’accordo tra i restanti tre gruppetti di potere insediati a fare i commissari di concorso,  i quali, individualmente presi, di esprimere il proprio parere in modo neutrale ed autonomo rispetto agli amici del rispettivo gruppo non ci pensano proprio.  

Ma fortunatamente la commissione è composta anche da 5 membri di derivazione politica, cioè elettiva, estratti dal consiglio comunale.

Ed ecco che uno dei tre gruppetti di commissari rimasti in corsa si assicura l’appoggio dei membri che non sono professori delle materie d’esame e, alla fine, la spunta quel candidato che, a questo punto, il Comune avrebbe potuto assumere direttamente, senza indire alcun concorso, evitando impegno e patemi a tutti gli altri candidati e,  sopratutto, una farsa alla quale nessuno dotato di raziocinio può prestare credito. 

Ebbene, la nomina del dott. Cantone  - i cui meriti professionali non sono oggetto del presente scritto – è avvenuta grazie ai voti di un solo “gruppetto di commissari” con l’aiuto dei membri politici, mandati al CSM dal Parlamento.  Degli altri gruppi due hanno votato per un altro candidato ed il terzo gruppetto si è astenuto, non ha svolto il lavoro per il quale è stato lautamente pagato dal “comune” che ha indetto il concorso.

Ecco come nasce un procuratore della Repubblica in questo Paese, Onorevole Ermini. 

Questo è il correntismo, ove non se ne fosse accorto ...



5 commenti:

bartolo ha detto...

credo che l'onorevole Ermini e il dottor Cantone sappiano perfettamente come nasce un Procuratore della repubblica. ma non solo loro, tutti gli intercettati e non, lo sanno; a parte i magistrati di questo blog. il csm si è discostato dai suoi compiti per un motivo ben preciso: la lotta alle mafie! infatti, non vi è una soltanto conversazione intercettata che non contiene riferimento al pericolo mafie. proprio in continuità con il potere politico: tutto concentrato a lottare le mafie, ogni tanto, strappa la costituzione.
e voi, anziché portare acqua al mulino della nobile causa, vi permettete di criticare? mafiosi!!!

Unknown ha detto...

e guarda caso raffaele cantone era di area (non so se formalmente iscritto, ma certamente vicino a quella corrente)

francesco Grasso ha detto...

Trasferiamo il tutto su un altro luogo: una sala operatoria. Il povero malato aspetta e mentre aspetta muore! Qualcuno dice ma no ! il paragone non si può fare! e invece si. La Costituzione pone al vertice due beni, peraltro l'uno dipendente dall'altro. La salute e la giustizia. Se muore la giustizia tutto è a rischio anche la vita. Anzi soprattutto la vita. Chirurghi e magistrati sono professionisti di rango e certe cose le devono capire a volo.

Nicolacioffi. ha detto...

Un tempo,anni orsono,seguivo questo blog ed,in particolare,felice lima ,se ben ricordo.Ne ho,comunque,sempre apprezzato la quasi terzietà.Scrivo quasi perché,in ogni caso,la magistratura,l'associazione,la corrente,è il castello nel quale si ritrova a vivere.Ecco, ci sono magistrati che hanno la forza di fare delle uscite per un bagno di reale realtà ma che,comunque, poi sono costretti a rientrarvi e ciò costituisce un "limite "il vincolo di famiglia esiste cioè IL VINCOLO GERARCHICO..Un ostacolo notevole alla terzietà sempre e comunque.
Purtroppo!

Maffei ha detto...

Ma quando il Tar da ragione ad un ricorrente è azzera gli aggiunti sapete che hanno fatto? Hanno dato in aggiunto al ricorrente il posto x cui aveva prodotto ricorso al Tar e i nominati la hanno lasciati che utalianominati.