lunedì 26 aprile 2021

Il cavallo napoletano

di Natalia Ceccarelli - magistrato 

Il cavallo napoletano è un animale assai elegante, risultante dalla selezione genetica avvenuta, nel corso dei secoli, grazie all’accoppiamento di esemplari di varie razze equine, portate a Napoli al seguito degli eserciti che hanno dominato la città.

La similitudine potrebbe calzare a pennello al famoso trojan inoculato nell’apparecchio telefonico cellulare di Luca Palamara, stando alle ultime clamorose rivelazioni di stampa.

Avevamo già scritto del mistero di una attività di captazione gestita in remoto da Roma grazie a un server localizzato a Napoli.

Sabato abbiamo appreso dalla stampa ("Palamara giallo del trojan. Dati trasmessi a un privato") che, probabilmente, il trojan trasmetteva i risultati dell’intercettazione direttamente alla sede della società privata - incaricata del supporto tecnico alle indagini - avente sede al Centro Direzionale di Napoli, poco lontano dalla cittadella giudiziaria.

Di qui, tra una chiacchiera e un caffè, il traffico sarebbe stato, poi, trasmesso finalmente agli inquirenti, si spera, senza contaminazioni.

Tanto emergerebbe dalle dichiarazioni rese da personale della citata società nell’ambito dell’indagine in corso presso la Procura di Firenze, che sta riscontrando le denunce presentate dall’onorevole Cosimo Ferri e da Luca Palamara in merito ad ipotesi di anomala gestione dell’attività di captazione, che le difese hanno prospettato nel giudizio disciplinare già celebrato a carico di Palamara e in quelli in corso a carico dei compresenti dell’Hotel Champagne.

Il dato, se confermato, apre scenari grotteschi, ove non drammatici.

La raccolta del traffico direttamente dal privato e la sua veicolazione da questo all’organo inquirente è elemento di assoluta novità nella nostra esperienza processuale, costituzionalmente eccentrico, che non pare giustificato dalla scarsa dimestichezza finora maturata nella gestione del mezzo di indagine in questione.

Se a ciò si aggiunge la rilevazione di una captazione altalenante e coniuge-sincratica, non pare azzardato fare il paragone tra la sfortunata indagine e la funesta impresa cui è collegata la leggenda della maledizione della scoperta della tomba del faraone Tutankhamon.

Il cavallo napoletano è animale elegante, molto apprezzato in occasione di scenografiche esibizioni.

Sarebbe grave danno per la magistratura onesta che quello usato per disvelare il sistema delle raccomandazioni si rivelasse affetto da eccessivo virtuosismo.

Tanto rumore per nulla non ce lo meritiamo.

Sarebbe troppo anche per i più disincantati apprendere che, alla fine, si è trattato solo di un ludico spettacolo equestre, e che dei fantini si corra il rischio, come spesso accade, di perdere ogni traccia.

Se poi a qualche illustre captato si prospettasse la possibilità di rimontare in sella ci siano risparmiate, almeno, altre esibizioni.

 

1 commenti:

francesco Grasso ha detto...

La notizia di stampa grottesca e drammatica aggrava notevolmente uno scenario impossibile da aggravare, tanto è grave. Ma si sà, quando si prende la china della discesa non ci si può più fermare.