lunedì 21 marzo 2022

Che dirigenza giudiziaria volete?



Si, chiediamo proprio a Voi cittadini. 

Siete soddisfatti dell’andamento della giustizia nel nostro Paese? Reputate che sia bene organizzata? 

Ve lo chiediamo perché quella parte della magistratura che si “autogoverna” rivendica la pretesa di scegliersi i presidenti ed i procuratori della repubblica in base al “modello” che loro hanno in testa. 

Se ne ha ampia confessione in questo editoriale comparso proprio oggi sul sito di un partito politico togato.

Vi si sostiene che la scelta per “appartenenza” è giustificata se risponde allo scopo di selezionare i direttivi in base a come la pensano. 


Ovvio che, su questi presupposti, molte delle nomine fatte dal CSM - anche quelle del Presidente della Corte di Cassazione - siano destinate a cadere dinanzi al Giudice Amministrativo per plateale violazione delle norme di legge e del cd. Testo unico sulla dirigenza giudiziaria, una sorta di simulacro normativo concepito dal CSM per ostentare una  simulata legalità del suo agire. 

Perché se conta come uno la pensa, a chi appartiene, in quale fetta della torta correntizia egli si collochi, si comprende bene che il Testo Unico della dirigenza divenga solo un ostacolo da evitare ed aggirare, piuttosto che un’effettiva guida dell’agire  del Consiglio Superiore della Magistratura, organo che dalla sua “rilevanza costituzionale” trae spesso conseguenze eversive aspirando a sottrarsi ad ogni controllo di legalità. 

Se le cose stanno come dicono in quell’editoriale, si deve prendere atto che i bandi che mettono a concorso i posti direttivi - a dispetto del loro tenore letterale formalmente rispettoso della legge e delle circolari che lo stesso CSM s’è dato - sono destinati a selezionare i prescelti esclusivamente nell’ambito dei predestinati, dei correntisti: sono cioè dei bandi ad personas, inutile fare domanda se non si è appartenenti. 

E’ una visione contraria alla legge ed il Consiglio di Stato ha vanamente tentato di farlo comprendere al CSM: quella di imporre un “modello” di magistrato, e quindi un modello di dirigente, è idea, oltre che bizzarra, semplicemente  incostituzionale. 

Se davvero possiamo sceglierci in dirigenti in barba alle leggi l’unico che può legittimamente farlo è il Popolo, con l’elezione. Perché quello narrato con disarmante nonchalance dal correntismo non è un sistema amministrativo basato sulla rigorosa legittimità dei suoi atti, ma un sistema “elettivo”. 

Politico il CSM, politici anche gli uffici giudiziari. 

E siccome occorre essere giusti ed onesti, va riconosciuta la coerenza del pensiero correntista, sebbene irrispettoso dei plurimi "moniti" dei Presidenti della Repubblica, di fatto impotenti di fronte al triste e dannosissimo fenomeno. 

Con altrettanta coerenza il correntismo deve accettare l’idea che la scelta dei dirigenti giudiziari sia rimessa direttamente al Popolo, l’unico che è possibile chiamare ad esprimere un “gradimento” non basato sul rispetto di criteri legali predeterminati. 

Ecco perché questo blog sostiene la proposta di sottrarre al correntismo lo strumento di mero potere politico della “spartizione” dei posti direttivi attraverso una trasparente rotazione dei magistrati idonei.

Perché la dirigenza dei “migliori” - per come li seleziona il  CSM - non ha sin qui prodotto il migliore e più efficiente dei sistemi giudiziari europei.

Ci sarà un motivo?

1 commenti:

francesco Grasso ha detto...

NO ! Non possiamo essere soddisfatti. La giustizia è oggi somma in-giustizia. L'elemento primario di questa gravissima patologia è l'esigenza di un carrierismo sfrenato, immorale, illogico, che porta a tutti mali della società. Strumento rilevantissimo attraverso cui questo male orrendo vegeta è il "correntismo". In questo momento dolorosissimo in cui questa spaventosa guerra ci ha scaraventati abbiamo un grande motivo per riflettere bene e con grande responsabilità. La guerra è la peggiore delle ingiustizie è figlia dell'in-giustizia, e muore se soffocata dalla Giustizia, quella vera, quella che viene dal cuore dei giusti che hanno orrore e ripugnanza dei malvagi.