di Guido Salvini - Magistrato
Finalmente una buona
notizia. La Procura Generale presso la
Corte di Cassazione, che è titolare dell’azione disciplinare nei confronti dei
magistrati, ha “depenalizzato” con una sua direttiva le raccomandazioni ed il
traffico di influenze all’interno della magistratura.
Non saranno punibili, le autopromozioni e la ricerca
dei vantaggi contattando Consiglieri del CSM o esponenti dell’Associazione Nazionale
Magistrati quando si concorra per un posto purché non si denigrino gli altri
candidati e non si promettano vantaggi elettorali.
In pratica comportamenti
che, se commessi da un politico o da un amministratore per un concorso pubblico
o un appalto, spesso non portano neanche ad un procedimento disciplinare ma direttamente
al registro degli indagati.
Anch’io voglio
approfittarne subito, partendo per ora dal basso. C’è il concorso per diventare
uno dei responsabili del settore informatico del Tribunale, non un granché ma
qualcosa che serve per iniziare un cursus honorum che promette incarichi
più prestigiosi.
Anche se di informatica
capisco poco telefonerò o cercherò di incontrare un autorevole esponente di
corrente a Milano affinchè influisca in mio favore sulla Commissione. Gli farò
capire che ho votato e voterò sempre, questo è implicito, per la sua corrente e
i suoi amici e che comunque resterò a disposizione. Per quanto riguarda gli altri candidati non
li denigrerò, gli ricorderò solamente che non sono dei nostri. Di quello che starò facendo non avrò niente di cui
preoccuparmi perché sarà deontologicamente del tutto lecito.
Un primo passo, poi si
vedrà. Magari, dandomi un po’ da fare, diventerò Presidente di qualche
Tribunale.
Ovviamente questo è uno
scenario ironico e un po’ provocatorio come la famosa proposta di Jonathan
Swift di nutrirsi dei bambini poveri per ridurre il problema della povertà.
Nella sostanza i vertici
della magistratura sembrano cercare una strada per autoassolvere la categoria
nel suo complesso ed evitare che troppo marcio venga a galla. Anche senza
attribuire alla direttiva intenzioni maligne gli sviluppi più probabili sembrano
questi.
Giudicare in fretta
Palamara e mandarlo da solo al rogo entro il 20 ottobre sfruttando una
coincidenza fortunata, l’impuntatura di Piercamillo Davigo che a quella data
avrà raggiunto il limite dei 70 anni a restare al CSM e alla Sezione
disciplinare. Con questa giustificazione, finire subito per disinnescare il
problema Davigo, si spiega meglio il “taglio” di quasi tutti i testimoni
richiesti dall’incolpato, tra cui alti magistrati e politici. Sarebbe stato del
resto imbarazzante chiedere loro di spiegare pubblicamente gli assidui contatti
con Palamara per ottenere favori per sé o per altri e per “combinare” le
decisioni del CSM sugli incarichi e sarebbe stato difficile a quel punto
continuare a sostenere che l’albero della magistratura è sano se ha centinaia
di mele marce.
E’ vero che il
procedimento disciplinare in corso nei confronti di Palamara riguarda solo la
notte dell’Hotel Champagne e quindi potrebbe concludersi con pochi testimoni Ma
questo deriva dal fatto che non è mai stata formulata un’incolpazione generale
sui traffici correntizi, a quanto sembra in larga parte “depenalizzati”, che
avevano come collante Palamara e che portavano a nomine decise, questo è il
punto, al di fuori delle Commissioni di concorso sulla base dei rapporti di forza
e dei reciproci favori. Un procedimento disciplinare ad ampio raggio in cui
sarebbe stato inevitabile far venire alla luce tutto con centinaia di testimoni,
con il rischio anche di chiamare in causa qualcuno dei Consiglieri che sedevano
o anche siedono all’attuale CSM o quelli delle consiliature precedenti. Un
processo che però non ci sarà mai perché Palamara con ogni probabilità fra
pochi giorni sarà espulso dalla magistratura e uscirà dall’ordine giudiziario
con il sollievo di tutti. Questa è la volontà di far pulizia che è mancata.
Tutti coloro che
compaiano nelle intercettazioni di Palamara quindi non saranno chiamati a
testimoniare e molto probabilmente, visto il messaggio della Procura Generale,
nei loro confronti non sarà nemmeno iniziata l’azione disciplinare o vi saranno
processi a singoli frammenti di questa vicenda che non interesseranno più a
nessuno. Con la probabile conseguenza che grazie all’impunità i favori e i
traffici continueranno appena con un po’ più di cautela rispetto a prima.
Quindi Palamara con
pochissimi altri resterà il reprobo colpevole di tutto, un singolo travolto
dalla sua personale hybris, quasi un delirio, che lo ha portato a vivere - non
c’è in realtà molto da invidiarlo- tutto il giorno al telefono cellulare ad
ascoltare e rassicurare i suoi clientes. In realtà non è affatto così o solo
così perché l’ex presidente dell’ANM non ha inventato nulla, ma ha utilizzato, magari
migliorandolo con la sua efficienza, un sistema collaudato da molto tempo e che
aveva centinaia di corresponsabili e di beneficiari nella magistratura, in
basso e in alto, soprattutto Procuratori o aspiranti tali anche prestigiosi. Un
sistema che tutti conoscevano sin dai primi passi in magistratura.
Quanto alla riforma del
CSM probabilmente, travolta dalle mille emergenze della politica italiana,
finirà presto, anche grazie alla via di uscita che ho descritto, nel dimenticatoio, riposta anche per questa
legislatura nell’armadio delle scope.
Sembra proprio che finirà così. Lo sapevamo tutti.
6 commenti:
Buongiorno per quanto mi riguarda condivido tutto dell'articolo del Giudice Salvini.
Purtoppo si poteva immaginare che si sviluppasse in un certo modo il procedimento al CSM, per affondare Palamara e salvarne tanti altri.
Il puntiglio del dr Davigo per non lasciare il suo posto al CSM viene utilizzato (lui perfettamente consapevole) per perfezionare l'operazione...
Non c'e' limite al peggio, ma questa vicenda veramente e' nauseante Giammauro PASQUALE Genova
Diceva il presidentissimo del calcio Catania,Angelo Massimino: "c'è chi può e c'è chi non può, IO PUO'! Era un uomo pragmatico che si era fatto da sé, se gli mancava una "struttura" se la costruiva con l'aiuto della "logica". poiché non c'è due senza tre: anche IO PUO'.
UNA CAPORETTO ! Si, ma dopo ci fu VITTORIO VENETO, "et facere patì fortia romanum est". Armando Diaz (Bollettino del 4 novembre 1918, h.12): La guerra....è vinta. L'esercito Austro-ungarico è annientato.... I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano discese con orgogliosa sicurezza.
Il problema di questo paese di giambrelli è che non si sono volute affrontare le mafie con le armi dell'anticorruzione, della scuola, cultura, trasparenza, sviluppo delle aree arretrate e garanzie di non sfruttamento della forza lavoro. Si è preferita l'antimafia delegata alla magistratura, mentre la politica ha continuato imperterrita la propria contiguità con esse. È necessario il ritorno ante 1982 smontando immediatamente tutte le leggi folli che hanno aiutato le mafie ad entrare nei palazzi più alti delle istituzioni.
Buonasera che la posizione del dr Palamara sia indifendibile ci trova penso tutti d'accordo.
Non dovrebbe pero' diventare il capro espiatorio. Il farmaco che fa guarire il CSM e i magistrati che di quel sistema.in uso da parecchio tempo, hanno beneficiato.
Che poi della commissione disciplinare del CSM che dovra' emettere una sentenza gia' da tempo decisa nei confronti del dr Palamara, faccia parte il dr Davigo, che a dispetto dei suoi imminenti 70 anni vuole rimanere al CSM... diventa soprattutto una farsa Giammauro PASQUALE GENOVA
Buon pomeriggio a tutti.
Premesso quanto pare metta tutti daccordo: "Nella sostanza i vertici della magistratura sembrano cercare una strada per autoassolvere la categoria nel suo complesso ed evitare che troppo marcio venga a galla" come dobbiamo sentirci ( eregolarci) noi cittadini, per decenni vittime della indifferenza alla giustizia-giusta che queste logiche spartitorie hanno ingenerato in troppi magistrati?
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