E’ apparsa ieri l’intervista rilasciata dal dott. Eugenio Albamonte (quello dei concorsi per correntisti, per intenderci) dal titolo “Stop alle correnti che si occupano dei posti”.
Ma tutte le correnti si occupano dei posti, dottoressa Milella, che razza di titolo concepisce?
Era più adatto “stop alle correnti”. Punto.
L’intervista è suggestiva perché vuole offrire l’idea di correnti buone, premiate alle ultime elezioni dell’ANM, e correnti cattive, punite dall’elettorato.
La realtà è diversa.
I gruppi organizzati in modo para-militare hanno conservato quasi tutti i voti dei loro adepti, con l’unica eccezione di Unicost che, annoverando fino a poco fa Luca Palamara nelle sue fila, la fa da “capra espiatoria”; ma non è affatto da escludere che assorbita la botta si riorganizzerà.
Area, il raggruppamento delle correnti che ormai definire di sinistra è disorientante, dal momento che da anni sono ridotte a gestire il potere in modo non dissimile da tutte le altre sulla base di criteri lottizzatori, sembra chiamarsi fuori dall’affaire Palamara.
E finge di dimenticare, a mero titolo esemplificativo:
che uno degli interlocutori più assidui del “reprobo” Palamara era proprio il loro Valerio Fracassi, consigliere superiore molto impegnato sulle nomine;
che Anna Canepa era molto attiva (e cattiva) nell’influenzare le nomine del territorio di competenza (la Liguria);
che Donatella Ferranti faceva lo stesso per le nomine presso la Procura Generale della Cassazione.
Insomma sono plurimi gli esempi che vedono i magistrati “di sinistra” impegnarsi nella strenua difesa dei loro commilitoni da piazzare in questo o quell’altro posto.
Molte chat che non possiamo pubblicare per il sequestro di verità in atto ad opera della Procura di Perugia lo confermano.
Ed a Palamara è stato impedito di far ascoltare dalla viva voce di oltre cento magistrati come avvengono le nomine a Palazzo dei Marescialli.
In questo quadro c'è da sperare che cada nel vuoto l'ipotesi dell'inciucione unitario per la prossima guida dell'ANM.
Lo stop alle correnti, in realtà, viene solo dalla lista 101 che non ha consiglieri superiori e mai potrà averne, proponendone il sorteggio. Posizione condivisa ad oggi dai cattivi di destra, quelli di Magistratura Indipendente, che poi così cattivi non devono essere se saranno coerenti: dimostreranno in concreto di non tramare per mandare "i loro" al CSM.
La battuta finale sull’estromissione di Davigo dal CSM lascia di stucco.
Voto trasversale?
Tutti i componenti della corrente di Davigo, Autonomia e Indipendenza, hanno votato per la sua sopravvivenza, insieme a due consiglieri di Area (quelli che non si sono astenuti).
Gli altri consiglieri ed i membri di diritto si sono dichiarati invece per la messa a riposo del dott. Davigo anche da consigliere superiore oltre che da magistrato.
E’ un voto che sarà andato di traverso a qualcuno, ma non per questo può dirsi trasversale.
Le parole sono importanti, dott. Albamonte …
5 commenti:
Il sistema odioso di spartizione clientelare, correntizio se si preferisce, presente ovunque nella pubblica amministrazione e non solo, e' ancora piu' odioso in ambito giudiziario. Quello che giustamente viene proposto dai responsabili del blog: sorteggio per accedere al CSM rotazione dirigenti e fine immunita' per i membri del CSM. va senz'altro nella giusta direzione ma non basta. La fine della obbligatorieta' della azione penale, foglia di fico per tante nefandezze e la separazione delle carriere, a cui in genere i magistrati si oppongono, sonno misure necessarie, imprescindibili. Nessuno ad esempio fuori e soprattutto dentro la magistratura, ricorda che gia' piu' di 20 anni fa, il dr Falcone che tutti sempre ricordano a sproposito e ancora piu' a sproposito citano, la riteneva necessaria (separazione delle carriere) Del resto se la riforma Vassalli e' stata praticamente vanificata, qualcosa vorra' dire. Giammauro PASQUALE
Intervento di notevole pregio e rilevanza, lucido, preciso, incontrovertibile. I gruppi "para-militari" non sono nati in una notte, ma nella notte dei tempi, pian piano si sono consolidati raggiungendo un potere soprannaturale, rosicando le quote di quello politico e clericale. Pertanto è assai difficile poterli smilitarizzare e soprattutto farli scendere dall'olimpo.Taluni poi non lo faranno mai, ma no mai, mai, mai! Per fortuna qualcuno comincia a percepire le vibrazioni del treno che ha superato la velocità consentita dai binari. E' solo questione di tempo, il treno del potere si avvia verso il deragliamento.
Esattamente come i partiti politici. I vincitori sono buoni. Peccato che spesse volte vincono anche i cattivi. Comunque, da decenni buoni e cattivi governano nell'identico modo. L'ANM ha avuto buoni maestri; anzi, li ha superati: propongono direttamente il governo unitario, senza l'ipocrisia dei partiti, appunto.
Credo che questi stralci pubblicati dai quotidiani si commentano da soli https://www.instagram.com/p/CGiWwHHnV_n/?igshid=1qlm75mudakob. https://www.instagram.com/p/CDOoFUkH3hh/?igshid=17kct3wc7b1gz
Davigo ricorre al TAR. Lamenta che la decadenza ha leso la sua immagine, in quanto porta la gente comune a ritenere che egli tiene a restare incollato alla poltrona. Ha ragione da vendere ! Soprattutto dopo il ricorso non pochi lo pensano. Cosa che non sarebbe mai successa se non ci fosse stata la decadenza. Ancora, fra le molteplici doglianze, dice dell'errata interpretazione della questione: R/G( rappresentanza/garanzia).Spiega che ci sono due modi di intendere la questione. Il primo, di intendere il CSM come organo di rappresentanza, il secondo come organo di garanzia. Dice, che la corte costituzionale ha detto che è un organo di garanzia mentre chi sostiene la tesi della sua decadenza interpreta nel senso della rappresentanza e pertanto sbaglia. Invero: il CSM è organo di rilievo costituzionale a tutela dell'autogoverno e dell'autonomia della magistratura rispetto agli altri poteri dello stato. Pertanto è palesemente un'organo di garanzia e di rappresentanza. Agisce in rappresentanza(in sostituzione) del governo, segnatamente il ministro della giustizia, autogovernandosi. La rappresentanza è un istituto giuridico che comporta la sostituzione di un soggetto ad un altro nel compimento di atti individuali ovvero relativi alla persona giuridica(istituzionali).
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