martedì 20 ottobre 2020

L'immortale



di Nicola Saracino - Magistrato 

Il correntismo, vale a dire il ragionare per fazioni e per interessi di parte, si manifesta in molti modi. 

Non soltanto nella spartizione delle procure o nell’occupazione dei posti chiave nei ministeri. 

Il correntismo è capace di determinare anche come uno si orienta per risolvere questioni interpretative neppure tanto complesse. 

Ieri il CSM ha stabilito che Davigo, da pensionato, non può restare al CSM.

Questo perché, in una certa quota, quell’organo deve essere composto da magistrati che siano tali non solo al momento della loro elezione ma per tutta la durata del mandato. 

Che è di 4 anni. 
Ebbene a questo dato letterale  si sono incatenati i “davighiani”, vale a dire quelli della sua corrente A&I (Autonomia e Indipendenza) che quasi in blocco (manca all’appello, meritoriamente, Nino Di Matteo) hanno votato per far sopravvivere al  magistrato il consigliere superiore.  

Quindi lo schema è il solito: poiché mi appartiene lo sostengo. 

E c’è poi da sottolineare che una parte del CSM, quella di sinistra, si è addirittura (irresponsabilmente) astenuta e non ha fornito il proprio contributo alla soffertissima decisione: se ne è lavata le mani. Ed anche questo è correntismo: in blocco alcuni consiglieri si sono astenuti perché “appartengono” ad una corrente, per convenienza o per mancanza di idee: laissez faire

E oggi tocca leggere sulla stampa interessati piagnistei per un fatto assolutamente inevitabile, quasi che solo in Davigo s’incarnino i valori della magistratura,  sacrificati sull’altare della sua buonuscita.  

Semmai ieri si è avuta la conferma del contributo dato proprio da Davigo alla sopravvivenza del sistema correntizio, quello delle fazioni, che incatena le menti.  

Quello che spaccia la cacciata di Palamara come reazione a un qualcosa di alieno, di estraneo, sapendo benissimo che è solo fumo negli occhi degli allocchi (e sono tanti). 

Ai fautori del quadriennio “a tutti i costi” va allora segnalato che se un politico formidabilmente potente inducesse i magistrati eletti al CSM ad abbandonare l’ordine giudiziario per mettersi in proprio,  costoro secondo la  bislacca tesi dovrebbero e potrebbero continuare ad essere consiglieri superiori e questo perchè la legge non ha previsto espressamente che se uno lascia la magistratura non può più stare al CSM.

Ed avremmo così la magistratura sottomessa, con un sol tratto, al politico prepotente.

Ipotesi impossibile?   

Ad alcuni  tocca spiegare tutto, ma proprio tutto …

4 commenti:

Unknown ha detto...


Naturalmente quanto scrive il dr Saracino a proposito del caso Davigo non si puo' non condividere. In proposito ho sentito di recente delle dichiarazioni in merito del Prof. Romano ordinario di Diritto Penale che elegantemente ha sostenuto la tesi che condivido ancora di piu', che il dr Davigo con la sua richiesta di completare i 4 anni al CSM non ha esitato a provocare nuove lacerazioni al CSM e non solo. Evidentemente pensando di poterselo permettere e sostanzialmente infischiandosene delle conseguenze. Fa parte della categoria dei moralisti che fanno evidentemente la cosiddetta morale sempre agli altri pero'.....

Unknown ha detto...

Buonasera il post di poco fa a proposito di quanto ha scritto il dr Saracino sulla (penosa) vicenda del dr Davigo che vuole rimanere al CSM dopo il pensionamento da magistrato e' il mio e per sbaglio non l'ho sottoscritto Giammauro PASQUALE Genova

bartolo ha detto...

Caro dottore Saracino, e giudici di questo Blog, è l'identico orientamento con il quale le attività forensi risolvono questioni interpretative a favore di determinati clienti. Il dottor Davigo, con il quale egoisticamente dovrei trovarmi in perfetta sintonia, considerato questo paese culla di mafie, se conoscesse approfonditamente Sciascia sarebbe della vostra partita anti-correntizia . Infatti, nel momento in cui asserisce che un imputato assolto non è una persona innocente ma un colpevole che l'ha fatta franca, implica pure che un imputato condannato è un innocente rimasto impigliato nel libero convincimento interpretativo del giudice.
Benedetta pensione.

francesco Grasso ha detto...

Gli struggenti piagnistei, interessati, della stampa, soprattutto il livore mostrato dal FQ, nei confronti di Di Matteo, dimostrano a quanti ancora non l'hanno capito, quanti sono i figli sparsi nel mondo, della GRANDE IN-GIUSTIZIA. Sicuramente il risultato, inimmaginabile fino a qualche settimana prima, arriva dirompente. Nè può essere revocabile in dubbio che questo blog, ha avuto un ruolo determinante. Ha ben convinto i "grandi decisori" di quanto sia utile seguire il solco della legge.