da Ansa del 2 giugno 2008
“E’ davanti al Parlamento”. Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, a margine delle celebrazioni per la Festa della Repubblica ai Giardini del Quirinale, risponde ai cronisti che gli chiedono un commento sulle critiche espresse dal Vaticano e dall’Onu in merito alla detenzione in carcere per chi viene accusato di reato di clandestinità.
L’ONU condanna l’Italia: no reato per i clandestini.
GINEVRA - L’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Louise Arbour ha stigmatizato oggi la “recente decisione del governo italiano di rendere reato l’immigrazione illegale” ed i recenti attacchi contro i Rom.
La Arbour, intervenuta al Consiglio dell’Onu sui diritti umani riunito in sessione a Ginevra, ha affermato che “in Europa, le politiche repressive, così come gli atteggiamenti xenofobi e intolleranti, contro l’immigrazione irregolare e minoranze indesiderate, sono una seria preoccupazione”.
“Esempi di queste politiche ed atteggiamenti sono rappresentati dalla recente decisione del governo italiano di rendere reato l’immigrazione illegale e dai recenti attacchi contro i campi rom a Napoli e Milano”, ha affermato Arbour.
La delegazione italiana ha immediatamente preso la parola per esprimere “stupore” per il riferimento alla situazione in Italia, un Paese da sempre in prima linea nella battaglia contro il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza, ha affermato l’ambasciatore Giovanni Caracciolo di Vietri.
La delegazione italiana ha inoltre precisato che l’Italia non ha ancora introdotto il reato di immigrazione clandestina, reato che peraltro già hanno molti altri Paesi europei e non-europei, e che il relativo progetto di legge deve essere ancora esaminato dal parlamento.
L’obiettivo della norma sarebbe in ogni caso quello di contrastare il fenomeno dell’ immigrazione clandestina e non avrebbe alcun legame con atteggiamenti xenofobi.
Riguardo agli attacchi contro i campi Rom, la delegazione italiana ha sottolineato che tutte le autorità e i partiti hanno condannato tali fatti e che i responsabili saranno perseguiti secondo la legge.
Nel suo intervento – pronunciato in occasione dell’avvio dei lavori dell’ottava sessione del Consiglio, riunito fino al 18 giugno – Arbour aveva evocato anche i recenti attacchi contro gli stranieri in Africa del Sud, che hanno “scioccato e continuano a suscitare allarme presso la comunità internazionale”.
L’Alto commissario aveva inoltre espresso particolare preoccupazione per il “disastro umanitario e dei diritti umani” in Somalia e per gli ostacoli agli aiuti in favore delle vittime del ciclone in Birmania.
Arbour a fine mese lascerà l’incarico di Alto commissario al termine di un mandato di quattro anni.
Vaticano: no agli arresti per i clandestini.
CITTA’ DEL VATICANO - Nessuno straniero ‘irregolare’ può essere privato della libertà personale o soggetto a pena detentiva a causa di un’infrazione amministrativa: a dirlo è mons. Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, il ‘ministero dell’immigrazione’ della Santa Sede, in una intervista a Radio Vaticana.
Tenendo conto delle normative europee (il Progetto di Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio) e della posizione dell’Italia riguardo a una politica comune in materia di migrazione, “mi ritrovo personalmente - ha detto il presule - nell’ opinione espressa dalla minoranza a Bruxelles, e cioé che i cittadini di Paesi terzi, come cittadini comunitari, non dovrebbero essere privati della libertà personale o soggetti a pena detentiva a causa di un’infrazione amministrativa”.
Marchetto si trova a Nairobi, in Kenya, dove oggi si è aperto il Congresso panafricano dei delegati delle Commissioni episcopali per le migrazioni.
4 commenti:
"critiche espresse dal Vaticano e dall’Onu in merito alla detenzione in carcere per chi viene accusato di reato di clandestinità."
oggi brutta giornata per il governo, ma bella giornata per me. :-)
Imbarazzante
Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca!
Mi piacerebbe sapere quali sono state le indicazioni delle gerarchie ecclesiastiche per il voto alle ultime elezioni politiche. Di sicuro Formigoni e Comunione e Liberazione hanno orientamenti politici ben precisi.
Chi gridava allo scandalo per il riconoscimento delle coppie di fatto deve misurarsi, oggi, con la grave ingiustizia e la sberla colossale ai Diritti Umani derivanti dal Decreto sull'immigrazione.
Cosa ne sarebbe oggi dei rifugiati Curdi, degli oppositori di Saddam e di quanti hanno cercato un futuro diverso scappando da Paesi dove non sono garantiti i Diritti fondamentali dell'Uomo?
Non riesco a gioire per la brutta giornata del Governo in virtù delle dichiarazioni del Vaticano e delle Nazioni Unite. Non sono contento perchè è la nostra Patria, l'Italia, che viene additata come un paese che arretra pericolosamente. Non sono contento perchè come me, tantissimi altri Connazionali non meritano essere additati come razzisti. Non lo merita, soprattutto, l'Italia che, nel secolo scorso, è stata un Paese di Migranti i quali, grazie alle loro rimesse, hanno dato impulso ad una viva e significativa crescita economica.
Certezza della pena per chi delinque, chiunque esso sia, Leggi severe e dignità - TANTA - per gli amministratori di Giustizia.
Non possiamo sbattere fuori tutti i clandestini, indiscriminatamente, mentre da noi chi commette un delitto può cavarsela solo con cinque anni di carcere (se è fesso e non ha soldi).
Oggi è un triste giorno per me, figlio di migrante e migrante, io stesso, nei mesi di vacanza scolastica, per cercare altrove quello che non potevo avere nel mio piccolo e povero paese della mia povera Calabria.
Andavo a lavorare in Svizzera, nei primi anni settanta, quando in quel Paese si dibatteva sull'enorme afflusso di lavoratori stranieri. Cosa successe in Svizzera? Si presentò un Referendum Federale che vide come promotore Schwarzenbach il quale chiedeva che, per ogni Cantone, la presenza dei lavoratori stranieri non doveva superare il 10%. Il Referendum fu bocciato con il 76% di voti contrari. Era il 7 Giugno 1970.
La crisi occupazionale in Europa, nel 1974, colpì anche la Svizzera e molti emigranti (stagionali) dovettero tornarsene a casa. Nel 1979, la ripresa e la crescita economica portò in Svizzera circa mezzo milione di Italiani, senza contare i Turchi, Spagnoli e Slavi. In quel Paese non fu mai presentato alcun provvedimento contro gli stranieri. I flussi venivano regolamentati dalla domanda e per chi delinqueva c'era la reclusione e l'espulsione.
Ah! in quel piccolo grande Paese non c'era e non c'è neanche adesso alcun Decreto Cirami o Cirielli. Sarà forse questo il problema?
Un abbraccio
scavello, le giuste critiche sono rivolte al governo, che ha il consenso di UNA PARTE degli italiani, non certo di tutti, per fortuna!
saluti
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