martedì 17 giugno 2008

“Questa è davvero una situazione che non ha eguali nel mondo occidentale”


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L’unica cosa che ci sentiamo di condividere nella lettera del Presidente del Consiglio al Presidente del Senato che riportiamo qui sotto è la frase che abbiamo scelto come titolo di questo post:

«Questa è davvero una situazione che non ha eguali nel mondo occidentale».

Ovviamente – manco a dirlo – in un senso completamente opposto a quello dato alla frase dal suo autore.

Scriviamo questo post perché i lettori del blog non pensino che siamo assenti o distratti, ma in realtà non c’è quasi niente da dire, tanto tutto è assurdo.

A noi sembra evidente che non stia arrivando il fascismo, ma questo è già il fascismo.

A fronte delle banali obiezioni che vengono fatte sempre a questo punto, precisiamo: il fascismo contemporaneo.

Nulla resta immutato nel tempo.

Anche il fascismo – come tutte le cose della vita – assume le forme proprie del tempo in cui si realizza.

Sta a chi ci vive dentro di riconoscerlo.

Come c’è scritto in un libro di battute comiche di Gino e Michele: “La gente ai tempi del fascismo non sapeva di vivere ai tempi del fascismo”!

Come scrive Marco Travaglio, «l’altro giorno, fingendo di avanzare un’“ipotesi di dottrina”, Giovanni Sartori ha messo in guardia sulla Stampa dai “dittatori democratici” e ha spiegato: “Con Berlusconi il nostro resta un assetto costituzionale in ordine, la Carta della Prima Repubblica non è stata abolita. Perché non c’è più bisogno di rifarla: la si può svuotare dall’interno. Si impacchetta la Corte costituzionale, si paralizza la magistratura … si può lasciare tutto intatto, tutto il meccanismo di pesi e contrappesi. E di fatto impossessarsene, occuparne ogni spazio. Alla fine rimane un potere ‘transitivo’ che traversa tutto il sistema politico e comanda da solo”».

E in un brano che riportiamo in un post citato qui sotto, Alexis de Tocqueville scrive che «Se un potere dispotico si insediasse nei paesi democratici, esso avrebbe certamente caratteristiche diverse che nel passato; sarebbe più esteso ma più sopportabile, e degraderebbe gli uomini senza tormentarli. Un sistema che potrebbe sembrare paterno, ma che al contrario cercherebbe di fissare gli uomini alla loro infanzia, preferendo che si divertano piuttosto che pensare [...]».

E per tutti quelli che a questo punto tirano fuori la storia del “destra” e “sinistra”, chiariamo che il fascismo non è “di destra” o “di sinistra”: è il fascismo. Punto.

E, perchè non restino dubbi e alibi sulla nostra posizione, lo riteniamo ingiusto e dannoso tanto quanto lo stalinismo, il castrismo e tutte le altre forme di dittatura - “di destra”, “di sinistra”, “di sopra” e “di sotto” -, diverse fra loro ma uguali nel negare diritti assoluti della persona e uguaglianza reale ai cittadini in nome di un “progetto salvifico” prossimo venturo, di un futuro felice al quale si sacrifica il presente.

Non a caso l’unica reazione della cosiddetta “sinistra” è: “Se continua così interrompiamo il dialogo”. Ma quale dialogo?

E siamo nel fascismo non tanto perché qualcuno può pensare e dire dal posto che occupa le cose che pensa e dice il Presidente del Consiglio, ma perché quelle cose le può fare.

Quando quelle cose si possono fare, è segno certo che il fascismo non è un pericolo imminente ma una condizione attuale.

Non c'è più la separazione dei poteri (il Capo del Governo, imputato, decide per legge, dando disposizioni al Presidente del Senato, quali processi si fanno e quali no e l'informazione viene gravemente limitata).


Sul ricorso alle promesse di paradisi futuri per fare accettare gli inferni presenti, rinviamo sul punto ad alcuni post del nostro blog:

Democrazia e principi. Il pericolo delle politiche eudemoniste

La “Giustizia” tradita e strumentalizzata dal “Potere”

“Nella vita di ogni popolo democratico, vi è un passaggio assai pericoloso ...”


Frattanto, a fronte di tutte le promesse, l’unica cosa evidente è che ancora una volta e per molto tempo ancora il Governo e il Parlamento spenderanno mesi del loro lavoro solo per risolvere il problema di una persona, mentre le esigenze dei cittadini, della Giustizia e del Paese resteranno lì dove sono sempre: nelle promesse elettorali.

E la domanda che sorge spontanea è: ma abbiamo ancora un Ministro della Giustizia o il Presidente del Consiglio lo ha esautorato e ne ha assunto i poteri?

Riportiamo qui sotto, in fondo, la lettera di Berlusconi a Schifani, davvero impossibile da commentare.

Per dovere di informazione, segnaliamo soltanto che non è vero che la collega Nicoletta Gandus, che l’imputato Berlusconi ha ricusato in mondovisione, abbia, come dice lui, «ripetutamente e pubblicamente assunto posizioni di netto e violento contrasto con il Governo che ho avuto l’onore di guidare dal 2001 al 2006, accusandomi espressamente e per iscritto di aver determinato atti legislativi a me favorevoli, che fra l’altro oggi si troverebbe a poter disapplicare».

La collega Gandus, alla quale va tutta la nostra solidarietà di cittadini prima che di magistrati e avvocati, ha solo aderito ad alcuni appelli per la giustizia, firmati da decine di persone di ogni estrazione culturale, sociale e professionale, uno dei quali si può leggere a questo link. E ciò ha fatto nel legittimo esercizio della sua libertà di manifestazione del pensiero riconosciuta, al momento, anche ai magistrati dall'art. 21 della Costituzione.

A questo link c’è il verbale di interrogatorio dell’avv. David Mills, che spiega come fu che Silvio Berlusconi gli regalò 600.000 dollari «a titolo di riconoscenza per il modo in cui io ero riuscito a proteggerlo nel corso delle indagini giudiziarie e dei processi».

Per capire cosa sia la civiltà, i 600.000 dollari sono saltati fuori non a causa di una trama dei cattivi giudici italiani, ma perché il commercialista dell’avv. Mills, in Inghilterra, resosi conto che si trattava di operazione di dubbia legalità, ha denunziato la cosa alle autorità competenti.

Come noto (uno dei tanti articoli di stampa è a questo link) «nella lettera al commercialista del 2 febbraio 2004 l’avvocato [Mills], marito di Tessa Jowell, ministro della Cultura del governo Blair, scriveva: “Io mi sono tenuto in stretto contatto con le persone di B. e loro conoscevano la mia situazione. Erano consapevoli, in particolare, di come i miei soci si fossero intascati la maggior parte del dividendo; sapevano bene che il modo in cui io avevo reso la mia testimonianza (non ho mentito ma ho superato momenti difficili, per dirla in modo delicato) avesse tenuto Mr. B fuori da un mare di guai nei quali l’avrei gettato se solo avessi detto tutto quello che sapevo”».

Per un panorama completo degli articoli di stampa su ciò che sta accadendo, vi rinviamo alla ricchissima Rassegna Stampa di Vanna Lora, che Vanna aggiorna quotidianamente, a questo link.


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Lettera del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al Presidente del Senato Renato Schifani. 13 Giugno 2008.




Caro Presidente,

come Le è noto stamane i relatori Senatori Berselli e Vizzini, hanno presentato al cosiddetto “decreto sicurezza” un emendamento volto a stabilire criteri di priorità per la trattazione dei processi più urgenti e che destano particolare allarme sociale.

In tale emendamento si statuisce la assoluta necessità di offrire priorità di trattazione da parte dell’Autorità Giudiziaria ai reati più recenti, anche in relazione alle modifiche operate in tema di giudizio direttissimo e di giudizio immediato.

Questa sospensione di un anno consentirà alla magistratura di occuparsi dei reati più urgenti e nel frattempo al Governo e al Parlamento di porre in essere le riforme strutturali necessarie per imprimere una effettiva accelerazione dei processi penali, pur nel pieno rispetto delle garanzie costituzionali.

I miei legali mi hanno informato che tale previsione normativa sarebbe applicabile ad uno fra i molti fantasiosi processi che magistrati di estrema sinistra hanno intentato contro di me per fini di lotta politica.

Ho quindi preso visione della situazione processuale ed ho potuto constatare che si tratta dell’ennesimo stupefacente tentativo di un sostituto procuratore milanese di utilizzare la giustizia a fini mediatici e politici, in ciò supportato da un Tribunale anch’esso politicizzato e supinamente adagiato sulla tesi accusatoria.

Proprio oggi, infatti, mi è stato reso noto, e ciò sarà oggetto di una mia immediata dichiarazione di ricusazione, che la presidente di tale collegio ha ripetutamente e pubblicamente assunto posizioni di netto e violento contrasto con il Governo che ho avuto l’onore di guidare dal 2001 al 2006, accusandomi espressamente e per iscritto di aver determinato atti legislativi a me favorevoli, che fra l’altro oggi si troverebbe a poter disapplicare.

Quindi, ancora una volta, secondo l’opposizione l’emendamento presentato dai due relatori, che è un provvedimento di legge a favore di tutta la collettività e che consentirà di offrire ai cittadini una risposta forte per i reati più gravi e più recenti, non dovrebbe essere approvato solo perché si applicherebbe anche ad un processo nel quale sono ingiustamente e incredibilmente coinvolto.

Questa è davvero una situazione che non ha eguali nel mondo occidentale.

Sono quindi assolutamente convinto, dopo essere stato aggredito con infiniti processi e migliaia di udienze che mi hanno gravato di enormi costi umani ed economici, che sia indispensabile introdurre anche nel nostro Paese quella norma di civiltà giuridica e di equilibrato assetto dei poteri che tutela le alte cariche dello Stato e degli organi costituzionali, sospendendo i processi e la relativa prescrizione, per la loro durata in carica.

Questa norma è già stata riconosciuta come condivisibile in termini di principio anche dalla nostra Corte Costituzionale.

La informo quindi che proporrò al Consiglio dei Ministri di esprimere parere favorevole sull’emendamento in oggetto e di presentare un disegno di legge per evitare che si possa continuare ad utilizzare la giustizia contro chi è impegnato ai più alti livelli istituzionali nel servizio dello Stato.



49 commenti:

Anonimo ha detto...

...e di presentare un disegno di legge per evitare che si possa continuare ad utilizzare la giustizia contro chi è impegnato ai più alti livelli istituzionali nel servizio dello Stato.(così Berlusconi chiude la lettera inviata al suo maggiordomo Schifani).
In attesa di leggere delle altre che invierà a tutti i suoi camerieri al Governo, spasimiamo dalla curiosità di conoscere che tipo di "servizio" sta facendo a questo Stato!!!
b

Anonimo ha detto...

IMPENSABILE
Paola Risi

Ettore Marini ha detto...

La lettera del pres. Silvio Berlusconi a Schifani ha dell'irreale! Sembra tratta da un film, tipo "Il Caimano"; ma, come sempre, la realtà supera la fantasia! Già l'aveva annunciato Luigi De magistris, quando a settembre fu espropriato dell'inchiesta "Why Not": è la fine dello stato di diritto. E, oggi, ne abbiamo vieppiù la conferma!
Resta lo sconcerto per l'impudenza di un premier che insulta così il giudice che lo dovrebbe giudicare in un processo per corruzione; e, subito dopo lo sconcerto, la domanda di rito: cosa possiamo fare per manifestare il mio, il nostro, dissenso, in modo che...serva a qualcosa??
Ettore Marini - Fano

Anonimo ha detto...

La sceneggiata del Berlusconi istituzionale è finita, e si ritorna al conflitto di interessi. D'accordo. Ma certo è che se i magistrati come la Gandus la piantassero di firmare appelli, ed intervenire fuori dalle sedi competenti, non presterebbero il fianco così facilmente a critiche.
In famiglia ho avuto tanti magistrati, e che sia dannato se hanno mai espresso opinioni politiche di sorta. Lo so, tipi del genere sono ormai passati di moda. Ma ricordava Pertini che il giudice non solo deve essere ma deve anche 'apparire' imparziale.

E poi: un CSM che "interviene" a tutela della giudice ricusata non lede al tempo stesso l'autonomia ed indipendenza del giudice che dovrà pronunciarsi sull'istanza di ricusazione?
La magistratura non fa ancora una volta la figura di una corporazione che si chiude a riccio?
Tutte domande su cui un blog controcorrente come questo forse dovrebbe interrogarsi serenamente.

Quella di Berlusconi è una provocazione, ma il modo migliore di rispondere a una provocazione è... non farsi provocare.

Bah. Forza Italia! ...quella di Donadoni...

Anonimo ha detto...

Così da ridere..... non ci sono precedenti nel mondo occidentale....o forse....non ci resta che piangere....
Mathilda

Wil ha detto...

”Non chiederti ciò che il Paese può fare per Te. Chiediti ciò che Tu puoi fare per Silvio”

E' una banalizzazione, ma pensateci un attimo.

Ciò che più mi spaventa non è la conferma di questa Classe Dirigente, meschina e spregiudicata, ignorante e qualunquista. Certo, sarà duro il ricambio istituzionale. Tanti volti e molti interessi sono intrisi nel marmo di questo Paese.

Ciò che più mi spaventa, e non poco, è il mio vicino di casa, il barista all’angolo, la parrucchiera di mia nonna, e così via.

I milioni di persone incuranti o menefreghisti sui temi Democratici. Quei temi etici e morali che alimentano e migliorano un Paese avanzato.

Molti, troppi, non danno il giusto peso ad un Processo in Corso, ad una Sfilza di Bugie, ad un Mare di Contratti non Rispettati. Nessuno chiede le dimissioni, e tantomeno a nessuno sfiora l'idea, dopo un gesto inaccettabile, di chiedere scusa pubblicamente, ed andarsene.

Interiormente sono contrastato. Momenti di abbattimento Democratico si alternano a giorni di grande speranza. Sento che c'è bisogno di un'idea geniale, di una novità colossale per aprire gli occhi a molte persone. L'unico modo per cambiare la classe dirigente, è accrescere la nostra fame di giustizia.

Willy C.

Unknown ha detto...

ringrazio Willy C. e lo quoto integralmente... Inquietante e maledettamente vero il quadro tracciata da Toqueville. Vero che il fascismo non è di destra o di sinistra nè di su o di giù... forse non è questo il sito per esprimere un parere politico ma... chi fosse Mr. B. lo sapeva molto bene la sinistra; che avrebbe condotto una campagna elettorale ad effetto, come ha sempre fatto, anche... ma davvero non aveva altre alternative che consegnargli il Paese su un piatto d'argento con l'attenuante delle Riforme Istituzionali? E ora veramente non ci resta che piangere? Non ci si può in nessun modo rassegnare a questo stato di cose... ora la luna di miele tra maggioranza e opposizione pare finita, ma quali strumenti ha ora l'opposizione per RESISTERE?

Anonimo ha detto...

«Questa è davvero una situazione che non ha eguali nel mondo occidentale».
verissimo, infatti solo in italia uno come lui poteva andare al governo!

Anonimo ha detto...

"La scoperta che c'è un'Italia berlusconiana mi colpisce molto: è la peggiore delle Italie che io ho mai visto, e dire che di Italie brutte nella mia lunga vita ne ho viste moltissime. L'Italia della marcia su Roma, becera e violenta, animata però forse anche da belle speranze. L'Italia del 25 luglio, l'Italia dell'8 settembre, e anche l'Italia di piazzale Loreto, animata dalla voglia di vendetta. Però la volgarità, la bassezza di questa Italia qui non l'avevo vista né sentita mai. Il berlusconismo è veramente la feccia che risale il pozzo."
(Indro Montanelli, 2001)

Anonimo ha detto...

"È il bugiardo più sincero che ci sia, è il primo a credere alle proprie menzogne. È questo che lo rende così pericoloso. Non ha nessun pudore. Berlusconi non delude mai: quando ti aspetti che dica una scempiaggine, la dice. Ha l'allergia alla verità, una voluttuaria e voluttuosa propensione alle menzogne. "Chiagne e fotte", dicono a Napoli dei tipi come lui. E si prepara a farlo per cinque anni."
(Indro Montanelli, marzo 2001)

Anonimo ha detto...

Avevo ascoltato, in una delle prime conferenze stampa successive alla sua elezione, l'attuale Presidente del Consiglio esprimere parole di rispetto e fiducia nei confronti dei giudici, e preannunciare un impegno per consentire loro di lavorare meglio.
Non avendo io pregiudizi di sorta, ero stato ben lieto di ascoltare quelle parole, perchè è sicuramente un bene che vi sia rispetto per il ruolo delle istituzioni e perchè molto si deve fare per migliorare la risposta del nostro sistema giudiziario.
Di più: non avevo potuto non ammettere questo compiacimento ad un magistrato che, a differenza di me (per scelta scevro da preferenze politiche), era felice per quell'elezione essendo, non certo il solo, "di destra".
Non comprendo quindi perchè, a così poca distanza di tempo, e senza che siano intervenute novità sostanziali, la posizione del Presidente del Consiglio sia mutata così radicalmente.
In tal modo non è stato determinato un clima istituzionale positivo, ed in questo clima la migliore cosa è fare ciascuno il proprio dovere. Cosa che non ho motivo di ritenere che i giudici milanesi non stiano facendo e che comunque i magistrati sono convinto faranno.
Ricordando anche che, nel nostro sistema, il numero di magistrati che possono essere chiamati ad intervenire su una vicenda è talmente ampio da garantire sufficientemente da errori e deviazioni.
Ma, soprattutto, non comprendo perchè la politica, dopo aver identificato correttamente i problemi maggiori della giustizia nei tempi lunghi dei processi, e soprattutto di quelli civili, per cui un cittadino (che può essere, tanto per fare un esempio, un imprenditore come un lavoratore), deve attendere anni per avere una risposta definitiva circa una questione che può per lui essere anche di rilevante importanza; e poi, quando si ha la responsabilità di governare la cosa pubblica, si dia la priorità ad interventi che non sono quelli auspicati per migliorare questo stato di cose, ed anzi possono avere l'effetto contrario.
Tanto per fare un esempio, ho appreso proprio ieri che, per venire incontro alle nuove esigenze determinate dalle novità in materia di rifiuti, la Sezione Lavoro della Corte di Appello di Napoli (la quale, alla luce di un recente parere del CSM ha già delle risorse ampiamente insufficienti e, pur mantenendo una produttività straordinaria, non riesce a definire i procedimenti, già durarti anni in primo grado, in meno di ulteriori 3-4 anni) dovrà fare a meno di 2 unità di personale amministrativo da destinare altrove.
Così come, pur rendendomi conto che la materia delle intercettazioni è delicata, non credo sia lì la chiave dei problemi del nostro sistema processuale penale e tantomeno di quello giudiziario in generale, e non comprendo perchè tanta di quell'attenzione che prioritariamente dovrebbe essere posta alla risoluzione delle anzidette lungaggini sia stata invece dedicata a quetso tema, per il quale probabilmente basterebbe trovare un assetto simile a quello della maggioranza dei paesi occidentali, e ciò anche onde favorire l'integrazione tra sistemi giudiziari.
Mi permetto di dire che non mi sembra che quanto finora visto sia quello che prioritariamente serve, ed in particolare che la strada per ridurre i tempi dei processi civili, di per sè lunga, non mi sembra che sia stata in questo modo ancora bene imboccata.

fabio vagnarelli ha detto...

Per dire che ci sono, vi leggo, condivido pienamente.
Fabio Vagnarelli - Gubbio

Anonimo ha detto...

Rileggendo il mio precedente intervento, ho trovato qualche incongruenza nella costruzione.
Può succedere con questi mezzi web, i quali non consentono una successiva correzione di un testo dopo un invio che non vi è stato bene il tempo di rifinire e controllare.
Può capitare e capiterà, ci si affida ora e per il futuro alla comprensione degli altri utenti.
L'importante è che i concetti essenziali siano chiari.

Anonimo ha detto...

Questa è davvero una situazione che non ha eguali nel mondo occidentale.
Le pene dovrebbero tendere alla rieducazione dei condannati.
Anche le assoluzioni per prescrizione.
Ma in Italia dove non si VUOLE risolvere il conflitto di interessi, dove non si VUOLE escludere dalle cariche pubbliche condannati per reati dove l'UNICA efficace condanna sarebbe la INTERDIZIONE PERPETUA DAI PUBBLICI UFFICI, dove ci si candida per non andare in prigione, SI PUO' leggere una lettera indirizzata al
"Caro" presidente del Senato in cui fra l'altro si legge, guarda caso :
"i miei legali mi hanno informato che tale normativa sarebbe applicabile ad uno fra i molti fantasiosi processi che magistrati di estrema sinistra hanno intentato contro di me per fini di lotta politica. Ho quindi preso visione della situazione processuale ed ho potuto constatare......."
Quanti indagati sognerebbero di poter scrivere a qualcuno una lettera così per evitare il processo in nome di una Legge UGUALE PER TUTTI.
Quanti, invece, dopo lunga attesa del processo, nell'imminenza di questo, vedendosi procrastinare di un anno la discussione potrebbero ringraziare una tale disparità di trattamento?
Ma chi ci rappresenta?
Chi ci difende?
Alessandra

Anonimo ha detto...

Gentilissimo Luca Toni:
Prima di tutto voglio esprimere la mia piena, totale e incondizionata solidarietà alla dottoressa Gandus; a Lei, invece, chiederle soltanto se i magistrati sono chiacchieroni soltanto quando parlano degli inviati di dio in terra, oppure anche quelli che giornalmente encomiati parlano dei comuni mortali!
Grazie!
b

Anonimo ha detto...

Quoto totalmente quanto detto da Luca Toni.
Vero è che Berlusconi si sta alleviando le sofferenze processuali, ma è vero che da quando è entrato in politica ha avuto più di 90 processi tutti conclusisi con una non condanna?

Il problema che occorre risolvere è siamo tutti convinti che un magistrato debba essere e apparire apolitico?.
Certo che avrà le sue idee e andrà a votare ma mi ricordo che la figlia di un magistrato d’altri tempi disse che suo padre non confidava neppure in famiglia le sue idee politiche perché era prima di tutto un servitore dello Stato

Se esistono magistrati che aderiscono a correnti politiche interne ed esterne al CSM mi sembra che possa essere discutibile che quel magistrato possa serenamente essere al di sopra delle parti quando deve giudicare una persona che è dell’altra sponda!!!

E se poi la ricerca dei reati viene fatta in maniera sistematica contro una una parte dimenticandosi o sonnecchiando quando c’è di mezzo l’altra non mi sembra che si possa parlare di giustizia.

Perché penso che per arrivare a fare politica a certi livelli e ad occupare certi ruoli istituzionali occorra essere tutto fuorchè corretti. Questo per dire che se si scavasse in ciascuna delle persone “importanti” anche con intercettazioni a d ampio raggio….. beh sono convinto che almeno nell’80% dei casi dovremmo iniziare un processo penale!

Non condivido questo modo di fare giustizia, per me deve essere condannato chi ha commesso il reato a prescindere dal colore politico di pelle di religione di credo di appartenenza di razza……. Insomma Uguale per tutti!

Però mi chiedo Se viene fatta una ricerca dei possibili reati a raggio limitato, ecco che la parte offesa cerca di tutelarsi e sorge spontanea una domanda perché dall’altra parte non si indaga nello stesso modo?

Infatti al CSM tutti così d’accordo a sostenere la la Gandus quanto a delegittimare De Magistris e Forleo. Ci sarà una ragione?

Spero in una risposta grazie a chi vorrà aiutarmi a capire

Marco

Anonimo ha detto...

Se la Magistratura vuole avere un
ruolo politico nella vita del paese
essa deve farsi eleggere dal popolo sovrano altrimenti si avrebbe una dittatura della Magistratura.

Gennaro Giugliano ha detto...

Buongiorno a tutta la redazione,desideravo ( possibilmente con la semplicità che vi contraddistingue nel linguaggio con i comuni cittadini)
a fronte di questo articolo letto sulla repubblica on line in merito alle dichiarazioni del Presidente Napolitano circa l'emendamento incluso ( a Sua insaputa,almeno cosi mi è parso di comprendere)nel ddl facente rif.to al medesimo se vi sono i presupposti per annullare tale ddl,reinviandolo al mittente ( camera e senato) e in caso di ostruzionismo da parte del governo si possano richiedere le dimiissioni del Presidente Napolitano,attraverso organi competenti al fine dello scioglimento immediato delle camere ( Non so se una situazione del genere si sia mai verificata al mondo nelle tradizionali democrazie). Il link dell'articolo è questo :
http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/cronaca/sicurezza-politica-9/berlusconi-sfida-colle/berlusconi-sfida-colle.html.
Altra domanda semplice riguardo a cosa in concreto possa fare la magistratura intera con tutti i suoi organi per bloccare questa situazione (semmai ve ne fossero i mezzi tecnici per farlo)

Grazie e buon lavoro a tutti

Anonimo ha detto...

Per Marco,
"per me deve essere condannato chi ha commesso un reato".
Ma se le assoluzioni sono il frutto di una prescrizione abbreviata perchè l'indagato ha potuto fare una legge ad hoc per me quella assoluzione è una condanna passata in giudicato. La prescrizione non assolve dal reato.
Quella assoluzione è una macchia indelebile per un rappresentante di istituzioni.
Comunque si è già espresso Mancino:
"Un vulnus lo stop ai processi - La Consulta dirà che è incostituzionale".
Allora se queste cose le possono ormai capire anche gli ingenui perchè si deve smobilitare una nazione per dimostrare una arroganza di potere per fortuna per noi ancora "tutelato" da brandelli di garanzie costituzionali?
Alessandra

Anonimo ha detto...

Sul blog di Grillo ho letto un commento che più o meno così recita: "l'ignoranza nuoce gravemente, oltre che ai portatori, all'intera collettività"!
La tristezza più grande è che coloro che fanno i danni più consistenti non sono affatto gli ignoranti; bensì, gli acculturati e professionisti di ogni genere che non sanno vivere in assenza di un padrone! Questi ultimi, a loro volta, asserviscono gli ignoranti!
b

Anonimo ha detto...

Per Marco, ma anche per chi stia seguendo questo dibattito.
Sono d'accordissimo sul fatto che un magistrato debba non solo essere, ma anche apparire imparziale.
Per evitare che si sia giudicati da un magistrato che non abbia queste caratteristiche, vi sono tuttavia già degli strumenti, la ricusazione è uno di questi. Lo stesso sistema, poi, composto da più gradi di giudizio con la partecipazione di più magistrati, mi sembra comunque escludere che un singolo possa sovvertire la correttezza della decisione definitiva. A ciò si aggiunga che il magistrato non è libero di provvedere come gli gira per la testa, ma è soggetto alla legge
ed il suo operato, anche per quanto concerne la valutazione dei fatti, deve rispondere a precisi canoni giuridici ed è verificabile secondo gli stessi canoni. E se in questo vi sono delle violazioni, vi sono degli ulteriori strumenti per stabilirlo ed eventualmente sanzionarlo.

Detto questo, non capisco quindi il perchè di interventi di sospensione generalizzata dei processi i cui effetti concreti negativi, già in termini di allungamento di tempi, sono stati ben descritti in un recente comunicato ANM.

Tantomeno capisco perchè, mentre abbiamo una giustizia civile ingolfata e che impiega anni a fornire le risposte chieste dai cittadini, non si assegni la necessaria priorità a questo.

D'accordissimo anche sul rifiuto della doppiezza di pesi e misure.
Sulla bilancia della giustizia ciò non è ammesso.

L'attenzione verso i comportamenti dell'organo di autogoverno è massima proprio perchè si tratta di un punto cruciale del sistema, che non può soffrire di appannamenti non solo nella sua azione ma nemmeno nell'immagine del proprio ruolo. E purtroppo i problemi non mancano, e se ne parla ampiamente in questo "blog" proprio nella convinzione che la discussione aiuti a migliorare ciò che oggi non soddisfa.

Debbo anche dire, tuttavia, che questo argomento della doppiezza dei pesi e delle misure e della parzialità nelle indagini è spesso invocato a sproposito, solo per difendersi dall'inquirente e non nel processo.
Conosco magistrati dei quali in tanti anni non sono mai riuscito nemmeno ad intuire le tendenze politiche e che puntualmente si sono sentiti contraddittoriamente etichettare di destra o di sinistra quando si sono trovati ad indagare esponenti di schieramenti diversi. Ed invece stavano facendo solo il proprio dovere, peraltro nel complesso delle garanzie offerte dal sistema (probabilmente, complesso che non ha pari in nessun altro ordinamento).

Devo anche dire che, sinceramente, trovo preoccupante e spero frutto di esagerazione che lei ritenga che per arrivare ad importanti livelli costituzionali sia difficile essere corretti e che all'80% le stesse persone meriterebbero di essere sottoposte a procedimento penale.

Se vi fosse un così alto livello di illegalità, tuttavia, occorrerebbe far funzionare meglio gli strumenti di controllo, e non mi sembra che ciò stia avvenendo.

Anonimo ha detto...

Ci risiamo, "istituzionali", non "costituzionali".
Oggi proprio non è giornata.

Unknown ha detto...

Mi sento umiliato come uomo. Mi sento violentato nella dignità di italiano, messo all'angolo e zittito senza la possibilità di fare qualcosa. Sapevamo che Berlusconi non poteva cambiare e che sarebbe stato sempre Berlusconi. Ma la gente preferisce bollo gratis e Ici gratuita. Se ne fotte se noi ci ammazziamo l'anima, se ci disperiamo per uno stato di diritto che veleggia verso la dittatura moderna. Non so con chi prendermela. Berlusconi alla fine non ha mai detto che avrebbe fatto del bene. Anzi. Ha promesso il contrario. Nonostante questo è stato rieletto. E ora sono qui senza alcuna speranza per il futuro. Ci stanno rubando l'Italia.

Anonimo ha detto...

Leggendo le cose che scrive Gabriele (Di Maio), resto sempre ammirato per l'eleganza e la pacatezza con la quale affronta temi tanto "caldi" e difficili, offrendoci argomenti dalla decisiva forza logica.

Colleghi come Gabriele mi sembrano la prova vivente di quanto sia ingiusta e poco onesta l'accusa di faziosità "gettata addosso" indiscriminatamente ai magistrati.

Su questa questione e proprio traendo spunto da alcune osservazioni contenute nell'ultimo commento di Gabiiele (quello delle 14.14) vorrei aggiungere un paio di altre riflessioni per i "non addetti ai lavori".

Come giustamente messo in evidenza da Gabriele, il nostro sistema (diversamente, per esempio, da quelo vigente nei paesi cosiddetti di common law: USA e Gran Bretagna, per esempio), si caratterizza per il fatto che le sentenze contengono la motivazione di merito della decisione e che il processo passa attraverso diversi gradi di giudizio che costituiscono per gli interessati un diritto.

Molta gente non lo sa, ma negli Stati Uniti e in Inghilterra, per esempio, le sentenze di condanna non contengono i motivi della condanna - si viene condannati perchè una giuria popolare ha deciso che si è colpevoli, punto e basta; non si saprà mai perchè si è convinta così e non sarà mai possibile né verificare né sindacare il merito della decisione - e l'appello non è un diritto dell'imputato, ma una cosa che la Corte PUO' CONCEDERE se ritiene che il processo di primo grado sia stato per qualche profilo illegale.

L'appello, quindi, non è, come in Italia, un riesame del primo processo, ma, quando viene concesso, un processo del tutto nuovo, con un'altra giuria.

Ciò posto, una delle conseguenze di ciò è che, mentre in America c'è una fase pre-processuale di selezione dei giudici popolari, che sono persone prese a caso fra il popolo, in Italia i giudici sono professionali.

E il problema delle loro opinioni - purchè non travalichino in prese di interesse privato - resta del tutto irrilevante.

Per cercare di fare capire meglio quanto sia assurda questa cosa di "etichettare" i giudici e quanto abbia ragione Gabriele nel dire che il giudizio in Italia segue sue regole tecniche, segnalo due cose.

Una in fatto.

Quando Clementina Forleo ha assolto tal Daki, dicendo che ciò che aveva fatto non integrava il reato di terrorismo, è stata subito "etichettata" come "di sinistra" ed esponenti della destra le hanno dato addosso con espressioni di violenza tale da subire da lei fondate querele.

Quando, poi, ha proceduto nei confronti di D'Alema e Fassino gli stessi esponenti della destra "hanno deciso" che "era diventata un bravo giudice" ed esponenti della sinistra le hanno dato addosso con una campagna mediatica di denigrazione davvero inconcepibile.

Sembra evidente che Clementina in entrambi i casi non aveva agito per ragioni connesse alle sue opinioni politiche - qualunque esse siano - e le uniche ragioni del suo agire sono quelle tecniche esposte nelle motivazioni dei suoi provvedimenti, ai quali i denigratori "di destra" e "di sinistra" non prestano alcun interesse.

L'altra considerazione è che i magistrati sono esseri umani e cittadini.

Dunque, si spera che, come tutti, abbiano proprie esperienze di vita e proprie opinioni.

Se avesse un senso - E NON LO HA - dire le cose che dice il Presidente Berlusconi contro i magistrati (a volte contro singoli, altre volte contro tutti indistintamente, accusati anche di malattie mentali collettive), si porrebbero i seguenti problemi.

Può un giudice cattolico processare un imputato musulmano?

Perchè il musulmano potrebbe dire di sentirsi pregiudicato da un giudice che pensa negativamente della sua religione.

Ma d'altra parte, se lo si facesse processare da un giudice musulmano, ciò potrebbe essere ritenuto una condizine di favore.

E un giudice separato dalla moglie affidataria dei figli potrà giudicare una causa di seprazione nella quale un padre reclama i figli dalla moglie?

E potrebbe un giudice che tifa per la Juventus giudicare una causa che ha ad oggetto questioni di calciopoli?

E potrebbe un giudice ecologista giudicare una causa nella quale si discute di questioni relative all'inquinamento?

E d'altra parte può quella stessa causa giudicarla un giudice che dell'ecologismo se ne strafreghi?

La verità è che a me non interessa proprio come la pensi delle cose della vitachi chi mi deve giudicare. Ciò che mi aspetto e ciò su cui posso legittimanente discutere è se le motivazioni dei suoi provvedimenti siano corrette o no.

Se sono corrette le dovrò rispettare, se non sono corrette le potrò impugnare.

E' davvero al di fuori di ogni sistema che il Presidente del Consiglio si permetta di insultare una Procura e un Tribunale, sparando giudizi gravemente offensivi - che procurerebbero a qualunque altro imputato una condanna per diffamazione e vari altri reati - per di più senza neppure offrire il minimo argomento a sostegno di questi giudizi.

Se i provvedimenti dei giudici cui è - come ogni altro cittadino uguale davanti alla legge - soggetto fossero e/o saranno tecnicamente errati, avrà agio di impugnare quei provvedimenti argomentando. Altrimenti il suo preciso dovere sarebbe rispettarli.

Questa difesa non "nel" processo, ma "dal" processo è fuori da ogni logica civile.

In nessun altro Paese una cosa del genere è mai avvenuto né verrebbe mai tollerata.

Il Presidente Clinton e Bill Gates (per citare due fra le persone politicamente ed economicamente più potenti del mondo) hanno subito due processi molto molto delicati per fatti noti a tutti e mai hanno pronunciato una sola parola non di offesa, ma neppure di critica prudente all'indirizzo di chi li mandava sotto processo e di chi li giudicava.

La malattia del nostro Paese, dunque, a me pare duplice: che possa fare il Presidente del Consiglio chi ha così tanto rilevanti interessi privati da difendere e che egli possa difenderli in un modo che a nessun altro cittadino sarebbe concesso e che vulnera tanto gravemente il sistema delle regole civili e democratiche del Paese.

Il prezzo che collettivamente paghiamo a questa anomalia è, secondo me, davvero molto alto e non c'entra proprio niente né con la "destra" né con la "sinistra".

E' proprio un problema di civiltà.

E per darvi l'ennesima riprova dell'illogicità del ragionamento sotteso a ciò di cui stiamo discutendo, faccio notare che, se mai mi trovassi a dovere giudicare Berlusconi, l'avere scritto questo commento verrebbe addotto come argomento per ritenermi non imparziale.

Ma quanto ciò sia assurdo apparirà evidente se si consideri, per esempio, l'ipotesi che un magistrato (e ce ne sono stati tanti) dinanzi alla strage di Capaci abbia detto che la mafia non è solo un fatto criminale, ma proprio una piaga sociale che sconvolge la logica stessa della convivenza civile.

Costui dovrebbe astenersi dalla trattazione dei processi nei quali si giudichino fatti di mafia?

E, se si, dovremmo ritenere che la società sia meglio garantita da un giudice che dinanzi alla strage di Capaci non ha pensato e detto proprio nulla? Oppure da uno che si è espresso in termini molto prudenti, dicendo magari che non è opportuno che un giudice esprima opinioni "politiche"?

Ma perché dire che perchè ci sia democrazia è indispensabile il rispetto di alcune regole minime e che lettere come quelle del Presidente Berlusconi che stiamo discutendo sono fuori dalla logica di qualunque Paese democratico e mai si sarebbero potute leggere in Francia o Stati Uniti o Germania o Gran Bretagna significa "fare politica?

Un grazie ancora a Gabriele e le scuse a tutti per la lunghezza del mio intervento.

Felice Lima

io che speravo che :( ha detto...

Come al solito non sarò breve.
In bocca al lupo a chi decide di partire.

Gentile Alessandra, Marco ha posto una questione che ho l'impressione si componga di qualche sfaccettatura in più rispetto a quelle che Lei mostra di avere colto (e la prego di non sentirsi criticata per questo, il mio vuole essere solo un contributo “ad ampliandum”, mi sia concessa una piccola licenza maccheronica).
E' più che ovvio che chi commette reati debba essere punito, e se nel nostro paese questa regola di democrazia avesse anche un minimo appiglio con quanto poi avviene in concreto, non staremmo qui a discutere.
Marco però a sollevato una obiezione un pò più articolata che mi permetto di reimpostare (non perché marco la abbia male impostata) nei seguenti termini.
Lei oggi, e mi rivolgo ad Alessandra, è indignata perchè ritiene che il Sig. Berlusconi abbia commesso dei reati per i quali dovrebbe essere punito.
Questo suo moto di legalità, parte tuttavia da un suo bagaglio di conoscenze e consapevolezze che si è formato grazie anche alla acquisizione/esame di alcune notizie che hanno dato luogo a suoi convincimenti personali, che, proprio in quanto tali, dovrebbero essere attentamente valutati.
Lei sembra dire: IO ALESSANDRA vorrei che Berlusconi di facesse processare perchè (e qui emerge il sommerso indotto dal “noto” a sua disposizione) avendo questi subito già 90 processi ed avendone ancora una in corso, è sfuggito ai 90 processi già celebrati e sta cercando di sfuggire anche in quello in corso non alle sue responsabilità, ma all'accertamento delle stesse.
E se le cose stessero in questi termini (ed è probabile che almeno in parte lo siano) concordo con le sue aspirazioni.
Tuttavia Lei stessa potrà accorgersi del fatto che le Sue petizioni di principio (che poi sono quelle della quasi totalità di coloro che la pensano come Lei) sono costituite, quanto alla prima (Berlusconi ha subito 90 processi), da un argomento che potrebbe essere anche letto al contrario (e cioè Berlusconi è stato assolto 90 volte), e quanto alla seconda (sta cercando di sfuggire al processo) da una conclusione che potrebbe anche essere letta conseguentemente al ribaltamento della prima e cioè: essendo stato assolto 90 volte non accetta più di essere sottoposto a questa tortura.
Come vede le due posizioni assumono una connotazione assai diversa a seconda della prospettiva dalla quale le si analizza.
Marco ha sostanzialmente sostenuto, e ritengo che lo abbia fatto con molta temperanza, che non può non attribuirsi un rilevo centrale ad alcune scelte della magistratura (a mio avviso alcune assolutamente catalogabili tra gli atti dovuti, ma qualcun’altra assai poco limpida) che nella sostanza hanno consentito a Berlusconi di atteggiarsi ad “agnello sacrificale”.
A Suo avviso che il Sig. Prodi fosse stato inquisito 300 volte e tratto a giudizio 90 volte e se da questi 90 rinvii a giudizio fosse stato assolto tutte le volte, si sarebbe formata un moto di protezione tra coloro che, parteggiando politicamente per Prodi, lo avessero visto esposto agli attacchi della magistratura? Io ritengo di si.
Se Berlusconi oggi ha avuto la forza di scrivere al Presidente del Senato la lettera che stiamo commentando è perché egli sa bene che una grossa parte della società (che costituisce una buona parte di quella che lo ha votato ma non la esaurisce) si è ormai convinta del fatto che sia stato fatto un uso politico della giustizia. E per parte mia, posso dire, nei limiti di quelle che sono le mie capacità di analisi, che negli ultimi anni questo fenomeno (l’suo politico della giustizia) si è sicuramente verificato.
Di contro si risponde, anche da parte della stessa redazione di questo BLOG, alla quale va tutta la mia assoluta ed incondizionata stima, che, “… si è vero, talvolta v’è stato un uso politico della giustizia, ma si tratta di un fenomeno limitato ed isolato perché ha coinvolto pochissime toghe”. Da tale rilievo, poi, si desume come conseguenza che questo uso politico della giustizia, siccome fenomeno isolato, non può avere inciso né può oggi giustificare la pretesa del Sig. Berlusconi di non riconoscere l’autorità di chi pretende di giudicarlo (è inutile girarci intorno, perché la questione reale è proprio questa).
La questione sulla quale occorre pertanto soffermarsi è esattamente questa, e penso che il pensiero del garbato Marco fosse più o meno il seguente: E’ più o meno legittima la scelta del Sig. Berlusconi di volersi sottrarre dal giudizio di un arbitro che, in qualche occasione, ha dimostrato di non essere tanto terzo?
La risposta dovrebbe essere resa in termini di coro: “…assolutamente no!”
Se qualche arbitro in passato ha mal giudicato, non è detto che tutti gli arbitri facciano lo stesso, sicchè risulta legittima la pretesa del potere giudicante di rivendicare la propria imparzialità.
Se però l’intera categoria degli arbitri, ivi compresi “gli arbitri degli arbitri” (il CSM) hanno da sempre alzato le barricate anche di fronte a fatti assolutamente eclatanti difendendone la legittimità (mi chiedo se era il caso ad es. di recapitare un avviso di garanzia ad un Premier mentre presiedeva il G7 o G8 o 9 che sia), può ancora seriamente affermarsi che nel nostro paese c’è una categoria di giudici, terzi, ai quali anche il Sig. Berlusconi può serenamente rimettere la decisione delle sue vicende?
Ora al di là delle singole vicende giudiziarie che hanno attinto l’attuale primo ministro, è davvero suo convincimento, Sig.ra Alessandra, che se si fosse indagato con altrettanto scrupolo sul Sig. Prodi o sul Sig. D’Alema o su altri politici che hanno assunto importanti decisioni anche economiche sulla sorte del paese i fatti astrattamente valutabili come reato sarebbero rimasti nell’ordine delle singole unità (o forse zero)?
Quel che Marco immagino volesse dire, forse era un qualcosa di un po’ più complesso di quanto può essere riassunto nel : “chi ha commesso reati deve risponderne”.
Se chi indaga si dedica per 100 ore alla settimana a guardare quel che fa Berlusconi, e 1 ora a quel che fanno gli altri, è più che evidente che Lei, Sig.ra Alessandra avrà argomenti di indignazione pari a 100 nei confronti di Berlusconi, ed ovviamente la sua indignazione salirà geometricamente in danno di questi, ed argomenti pari ad 1 nei confronti degli altri, senza contare che quell’1, paragonato al 100 di Berlusconi, subirà una diminuzione ponderale nei suoi convincimenti che da uno la degradano a zero.
La forza di Berlusconi, in questo momento, sta proprio in questo, e la storia ne è maestra.
La migliore difesa per Berlusconi è proprio il comportamento della categoria di chi lo accusa in genere.
Se a seguito della ricusazione avanzata in questi giorni non si fosse lavata immediatamente la teoria di indignazione della magistratura, e se il CSM non si fosse schierato immediatamente con il giudice ricusato assumendone le vesti inopportune del difensore d’ufficio, (che a mio avviso avrebbe fatto meglio ad esternare di meno il proprio “credo” socio-politico) domani, allorquando la ricusazione eccepita da Berlusconi sarà rigettata (perchè così sarà) questi non avrebbe potuto utilizzare questa formanda decisione per portare ulteriori argomenti a quelli con i quali ha già vinto ben tre campagne elettorali.
Quel che sfugge ai più è che c’è una sostanziale differenza tra il potere politico e quello giurisdizionale, che nel circoscrive gli ambiti e le competenze.
Il potere politico per sua intrinseca funzione parla e si rivolge ai cittadini, ne solletica gli interessi e ne attrae le adesioni.
Quello giurisdizionale dovrebbe rivolgersi solo ad una idea astratta di legalità, non dovrebbe MAI parlare alla gente, ne’ dovrebbe cercare o incanalare il consenso.
Il potere politico è per sua intrinseca natura di parte, perché ovviamente supporta e suggerisce l’organizzazione della società facendo scelte che per forza di cose si rivolgono in favore di una determinata categoria piuttosto che di un’altra.
Il potere giurisdizionale NO, quello non dovrebbe essere di parte.
Ne’ potrà valere come esimenti il fatto che SOLO POCHI MAGISTRATI abbiano fatto politica utilizzando, anzi partendo, proprio dall’esercizio delle loro funzioni (Di Pietro ne è l’esempio più eclatante, ma almeno lui è venuto allo scoperto).
Una categoria che si fregia della qualifica della terzietà, e che assume con forza la pretese di non agire perseguendo intenti politici, viene assolutamente delegittimata anche da quei pochi che tali intenti invece perseguono.
Su mille politici se 100 delinquono si è nell’ambito della fisiologia, anche perché nella società capitalistica del 2000 (non in quella ideale che è tutta’altra cosa) al politico non si attribuisce l’icona dell’uomo onesto, anzi la si vede come una sorta di eccezione, ed il politico nemmeno la rivendica a gran voce. Al magistrato che invece rivendica la sua alta funzione di terzietà, non è concesso di non essere terzo nemmeno 20 volte su mille, perché non essendolo i guasti che ne deriverebbero per tutta la categoria – e che in effetti ne sono derivati – sono di tutt’altra dimensione rispetto a quelli procurati dai cento politici disonesti.
A mio avviso su queste ormai avvenute anomalie l’attuale maggioranza ha fondato le sue (ragionatissime) iniziative, e probabilmente fino a quando il CSM non la smetterà di fare politica ed i magistrati non torneranno a fare solo i magistrati, la situazione non tornerà mai verso una normalità democratica.
Berlusconi sicuramente commesso degli errori. Ma si ha l’impressione che errori simili siano stati commessi anche da qualche altro imprenditore degli anni 90. Stranamente però solo dopo essere sceso in politica Berlusconi è stato attinto da diverse e diverse indagini, mentre coloro che sono rimasti nascosti dietro altri politici di facciata (che fanno comunque gli interessi dei mandanti) sono rimasti estranei a qualunque forma di persecuzione.
Non voglio con questo dire che Berlusconi è un perseguitato, ma penso di cogliere nel segno se dico che di certo è una persona che accede al libro delle iscrizioni nei fatti di reato in via privilegiata. E di norma i privilegi, anche quelli negativi, si concedono solo a persone che si ritengono meritevoli degli stessi …

Io speriamo che sono riuscito a spiegarmi :)

io che speravo che :( ha detto...

Avevo cominciato a leggere il mio comment prima di leggere gli interventi del Dott. Lima e del Dott. De Maio. Innanzittutto, come al solito mi comlimento con lor per i toni e per la solita pacatezza.
Avrei però alcune osservazioni da nuovere, e visto che ho impiegato più di un'ora a stilare il precedente intervento mi limito a due piccolissime osservazioni:
Al gentilissimo Dott. Lima: Sicuramente un magistrato donna separao e con due bambini che ha lottato contro un marito aggressivo e prevaricatore può svolgere ottimamente il ruolo di giudice di famiglia. Ma se io fossi il malcapitao marito separando mi augureri di essere giudicato da un magistrato che avesse avuto altro tipo di esperienza, perchè per quanto pacato e misurato possa essere un giudice (e Lei dott. Lima ne la dimostrazione) comunque si forma una cosienza morale ed atica attravero le PROPRIE esperienze e non attraverso quelle delle persone che giudica, sicchè non sarà e non potrà mai aessere realmente terzo, ove abbia avuto un proprio vissuto nella materia che giudica. E per esperienza personale Le dico anche che Lei è una eccezione e che la regola è ben altra.
Al Dott. De Maio invece vorrei solo dire che forse marco ha un po' esagerato con la percentuale: ma con quello che è l'attuale senso etico e morale della società in cui viviamo, non si è discostato tanto dal dato reale.
Accidenti a questo BLOG: mi sta prendendo la mano, e sto tracurando l'affinamento delle mie attività altamente antisociali ... e cioè dedicarmi al mio lavoro di avvocato ...
io speriamo che si colga il senso e l'ironia :)

tdf ha detto...

Il giudice Lima scrive che a un qualunque altro imputato certi giudizi offensivi procurerebbero una condanna per diffamazione e altri reati.
Auspico allora che gliele procurino, senza il condizionale!
Per caso questa eventualità dipende dalla scelta dei giudici di denunciarlo o meno? (scusate l'ignoranza in materia giuridica, un po' di studio di diritto non farebbe male neanche a me...)
Poi mi chiedo a proposito della ricusazione, perchè mai si dovrebbe concludere che da parte di Nicoletta Gandus c'è grave inimicizia verso l'imputato per il semplice fatto che ha chiesto, insieme ad altri cittadini, la cancellazione di certe leggi.
Anche ammettendo che una critica del genere si possa interpretare come prova di grave inimicizia, questa sarebbe diretta contro il parlamento che quelle leggi ha approvato, non contro il presidente del consiglio.
Approfitto del commento per ringraziare ancora la redazione del blog per il coraggio che sta dimostrando in questi giorni.

Anonimo ha detto...

All'Avvocato "Io speriamo che ...".

Gentile Avvocato,

grazie di cuore della Sua attenzione e partecipazione.

La ringrazio perchè resti chiaro che la divergenza di opinioni, secondo il mio parere, non solo non è un fatto "negativo", ma una vera ricchezza per un posto come questo.

Dunque, grazie davvero.

Mi permetta, però, di fare solo una precisazione.

La storia - che Lei riporta - dell'avviso di garanzia notificato a Berlusconi mentre presideva eccetera eccetera, è solo l'ennesima menzogna.

I fatti sono pacifici nelle sedi competenti e la versione a cui Lei ha creduto è solo l'ennesima menzogna mediatica.

L'avviso di garanzia in questione è stato notificato a Berlusconi nelle forme di rito, in maniera del tutto segreta nel suo domicilio.

La sua segretaria lo ha chiamato per telefono nel luogo dove si trovava (il G8) e gli ha detto che gli era pervenuta una busta così e cosà.

Lui le ha detto di aprirla e dirgli cosa c'era dentro.

Lei lo ha fatto e glielo ha detto.

Lui, indignatosi, ha detto pubblicamente e in quella sede di avere appena ricevuto un avviso eccetera eccetera.

Dopo di che è nata la favola bugiarda del: "gli hanno notificato l'avviso di garanzia in pubblico al G8".

Che una tale menzogna sia potuta nascere e crescere e sopravvivere ancora oggi Le dovrebbe dare la misura della situazione.

Quanto poi al fatto che Lei dice che sarebbe "normale" per la politica essere di parte, mentre la magistratura dovrebbe fare in altro modo, mi permetta di dirLe che il problema di fondo è leggermente diverso da come lo pone Lei.

Il problema è: in un Paese civile chi giudica le cose giudiziarie?

In qualunque Paese civile i giudici.

Nei paesi incivili:

- la piazza: in quel caso si hanno i linciaggi (o le ronde);

- il capo del governo: in quel caso si ha la dittatura;

- i magistrati delle corti superiori con possibilità di condizionare a piacimento e non secondo regole i giudizi inferiori: in quel caso si ha l'oligarchia.

Se si decidesse che devono decidere i giudici, accadrebbe che, come succede in tutti i paesi civili, la politica può fare quello che vuole, ma mai delegittimare i giudici o rifiutarne il giudizio (non ha senso, in sostanza, dire "Decidano i giudici, ma se non mi piace li insulto e li schifo e loro si devono stare zitti").

Quando ai politici non piacciono le decisioni, le appella. Ma non dicono mai che i giudici sono esseri psichiatricamente deformati.

Quanto alfatto che il C.S.M. non dovrebbe difendere la collega Gandus, Le segnalo che sembra ovvio che Lei - diversamente da come è invece accaduto a tanti di noi, me compreso - non si è mai trovato sulla prima pagina dei giornali, insultato e diffamato, né si è mai sentito solo nell'adempimento di un dovere.

Gentile Avvocato, se gli avvocati di Berlusconi hanno fatto il censimento di tutti gli appelli firmati dalla collega Gandus, stia certo che avranno anche passato a setaccio tutta la vita - pubblica e purtroppo anche privata - della collega. E non si può pensare che ci siano tanti magistrati disposti a farsi perseguitare se nessuno - e neppure il C.S.M. - li difende.

I De Magistris, le Forleo, i Carlo Palermo non sono "la normalità" e noi invece ci dobbiamo organizzare su parametri di normalità.

Molte altre cose di ciò che ha scritto non condivido, ma mi fermo qui, perchè credo sinceramente che sia bello, utile e costruttivo che tante opinioni diverse vengano esposte e le mie in questo blog sono gà fin troppo presenti.

Grazie per la Sua pazienza e cortesia.

Felice Lima

Anonimo ha detto...

Ringrazio con cuore il dott. Di Maio che mi ha risposto con pacatezza e gentilezza ed ha interpretato il mio pensiero da non addetto ai lavori circa la imparzialità del giudice.
Spero di non aver urtato la sensibilità del dott. Lima nel pensare di essere tra quelli che gettano addosso ai magistrati una certa faziosità, poiché se ancora credo nella giustizia è proprio per magistrati come loro e penso ce ne siano tanti.
Ringrazio anche la redazione che mi consente come comune mortale di poter esprimere il mio pensiero cercando di contribuire al dibattito che trova spazio in questo blog unico.
Sicuramente il nostro sistema è più garantista e migliore di molti altri.
Il fatto che il giudice sia soggetto soltanto alla legge gli consente una certa indipendenza, ma mi chiedo, proprio per non permettere al presidente del consiglio oggi e domani a chissa’ chi di cavalcare un certo malessere dei cittadini nei confronti di certa magistratura , perché non si impedisce ai magistrati di formare correnti politiche?


L’esempio della Forleo è calzante quando indagava a destra era di sinistra quando indagava a sinistra era di destra. I fatti però sono che nel primo caso ha ricevuto solo delle critiche nel secondo è stata rimossa.
Quando gli organi che devono intervenire CSM non lo fanno mi chiedo se sia una svista o una tattica. Es perché il CSM ha aspettato 8 anni per rimuovere il dott Pinatto. Non ne bastava 1 per capire o per lo meno per intuire che c’era qualcosa di strano?
Una questione che vorrei chiedere è se il CSM non interviene per questioni così palesi o interviene contro chi fa il proprio dovere e magari non ha l’appoggio di una corrente o a favore di qualche magistrato solo perché è stato ricusato chi può intervenire contro il CSM?
E’ vero che il magistrato è cittadino ma dato il suo ruolo dovrebbe essere incompatibile con la politica. Perché se avesse voluto fare politica avrebbe potuto scegliere quella strada.
E’ vero che a me non può interessare quello che pensa il giudice della vita privata ma se sono nero di pelle e il mio giudice fa parte del Ku Klux Klan mi sembra che sia un po’ diverso dall’avere una opinione differente. Esiste la ricusazione è vero ma sarebbe meglio evitare il problema della politica alla base.
Quello che intendo è perché i magistrati devono essere politicizzati con tutti gli effetti devastanti che il fare politica ha determinato sull’intera società.
Assolutamente d’accordo nell’affrontare il problema del conflitto d’interesse. E’ prima di ogni cosa una questione di civiltà.

Dopo aver letto l’ultimo intervento ringrazio l’avvocato…io speriamo che…ha riassunto in modo esatto quanto da me enunciato in modo molto meno efficace e ha colto nel segno. Grazie era ciò che intendevo.
Marco

Anonimo ha detto...

Vorrei rincuorare il Collega Avvocato, perché non è lui il solo a "perder tempo", sottraendolo alle proprie attività professionali, in questo blog.

Gli è che non si ha sempre la possibilità di avere degli interlocutori così validi, né sempre la possibilità di esprimersi in modo completo, senza il timore di esser fraintesi ovvero la preoccupazione di dover "spiegare" ogni proprio argomento. Per questo ritengo che il tempo non sia affatto perso, come non lo è leggere un buon libro invece di guardare un pessimo spettacolo televisivo ...

Non vorrei, fatta questa premessa, compiere il solito atto "salomonico", dando ragione un poco all'uno e un poco all'altro.

Vorrei soltanto aprire una piccolissima parentesi e ricordare un eccellente film che ebbi l'occasione di vedere da ragazzo: "Il dellitto Matteotti".

L'interpretazione che più mi colpì fu quella del Giudice Istruttore (Vittorio De Sica): un uomo schivo ma integerrimo, formale ma non freddo, intelligente ma non arrogante, nel suo intimo antifascista ma non apertamente "schierato" né da una parte, né dall'altra.

Ecco, credo soltanto, a prescindere dal caso concreto, che se quella pur minima percentuale di Magistrati fosse stata un pochino più riservata nel rapporto con la stampa e con i mezzi di informazione in generale, anche senza necessariamente diventare come De Sica in quel personaggio, oggi la situazione sarebbe assai diversa e l'azione della Magistratura non sarebbe esposta alle odierne critiche, ancorché per la maggior parte infondate ma di facile presa sulla gente comune.

Grazie per l'attenzione e cari saluti.

Anonimo ha detto...

Caro Marco e cari tutti,

anche se l'ho detto molte volte, ci tengo moltissimo a ripeterlo anche a rischio di apparire noioso.

Scrive Marco:
"Spero di non aver urtato la sensibilità del dott. Lima nel pensare di essere tra quelli che ...".

Caro Marco, non solo Lei non ha urtato nulla, ma davvero ancora grazie per l'attenzione che ci presta, che ci prestate tutti i lettori del blog, e per il contributo di opinioni che ci date.

Come ho già detto, a me pare che la cosa migliore di questo blog siano proprio i lettori.

I magistrati e gli avvocati si sono sempre parlati fra loro, ma mettersi in discussione in pubblico e senza "filtri" e paraventi ci sembra una cosa nuova e bella (almeno per noi).

Dunque, grazie davvero.

Piuttosto, scusi Lei e scusate Voi se a volte la passione rende i miei interventi troppo assertivi.

Quanto al problema che Lei, Marco, pone - il comportamento della "magistratura" nei confronti dei magistrati che si impegnano di più - , si tratta di uno snodo cruciale della questione.

Ho provato ad affrontarlo in un articolo che uscirà nel prossimo numero di Micromega.

Quando sarà possibile, lo pubblicheremo anche sul blog.

Intanto un primo approccio al problema lo può trovare in un articolo che è già nel blog e si intitola ”Luigi De Magistris e ‘la magistratura’” (cliccando sul titolo, si aprirà la relativa pagina).

Felice Lima

io che speravo che :( ha detto...

Per il Dott. Lima

Gentile Dott. Lima, e dopo torno davvero al mio lavoro, come al solito Lei individua a naso il centro delle questioni, tuttavia temo che abbia equivocato il senso generale del mio intervento (e non a caso mi ero firmato “Io speriamo che sono riuscito a spiegarmi”).
Non volevo dire che il CSM ed in genere i Suoi colleghi hanno fatto male a difendere la Dott.ssa Gandus, ne’ che questa non può esprimere pubblicamente sue personalissime opinioni. In un contesto diverso dal nostro ciò può accadere, ma nel clima di lotta (altro che dialettica) che si è instaurato, a mio avviso la scelta di discutere alla pari tra il giudicante ed il giudicato non è pagante. Per parte mia non solo gli avvocati di Berlusconi hanno setacciato al vita della Gandus, ma i suoi opinion maker hanno anche verificato quale impatto avrebbero potuto assumere le ultime iniziative del premier sulla pubblica opinione.
E qui, a mio avviso, entrano in gioco gli errori della magistratura.
La battaglia è impari, e la storia politica di questo paese lo ha dimostrato.
Non c’è una sola iniziativa assunta dal Primo ministro che non sia meditata, pesata e linkata in ogni sua possibile evoluzione.
La magistratura invece naviga un po’ a vista.
E la prego non pensi che in questa affermazione sia contenuto un giudizio di disvalore. E’ molto più semplicemente il convincimento che mi sono fatto.
Quanto alla storia della notifica dell’avviso di garanzia, è mia modestissima opinione, che non è in discussione il “quommodo” della notifica, quanto piuttosto il “tempo” della stessa (quello che ha consentito a molti di parlare di “giustizia ad orologeria”).
E’ più che ovvio poi che se in una contesa tra la politica ed il potere giudiziario questo fa una mossa avente una forte connotazione “temporale” (non penso che le cose sarebbero di molto cambiate se l’avviso fosse stato notificato quindici giorni dopo) il destinatario della mossa, temendo che dalla stessa potessero derivare speculazioni (tipo: la notizia della notifica – taciuta dal destinatario - viene fatta filtrare presso gli organi di informazione) abbia preferito piuttosto che difendersi dalla mossa del suo contraddittore, cavalcarla e contro muovere.
Questa era la mia modestissima opinione, ovviamente influenzata da quel “noto” che ciascuno di noi e nel suo piccolo può formarsi. Spero di riuscire a guardare le cose da diverse angolazioni, e gli spunti che questo blog offre sono davvero essenziali a fornirne una amplissima gamma.

Concordo poi in via assoluta con Lei in merito alla utilità che deriva da una cortese contrapposizione di idee, e non Le nascondo che è difficile sfuggire alla tentazione di replicare passo per passo alle argomentazioni che offrono spunti di riflessione allorquando si hanno contraddittori di elevata qualità. Probabilmente se condizioni come queste potessero essere replicate in contesti più agili, i partecipanti a queste discussioni, ove i toni restassero quelli che ho qui trovato, ne trarrebbero davvero grandi utilità.

Con stima

Io speriamo che stavolta mi sono spiegato meglio

PS: E’ vero non sono mai finito in prima pagina. E nemmeno me lo auspico

salvatore d'urso ha detto...

X "Io speriamo che"...

Premetto che il mio intervento è volto solo a fare chiarezza su alcune vicende del premier e magari dire la mia opinione per quanto riguarda il resto...

Oltre a quanto già detto dal dott. Lima...

Ci sarebbero altre precisazioni da fare... forse lei non è bene informato ma per quanto riguarda le vicende giudiziarie del premier non cominciano quando egli decide di scendere in politica ma già prima e infatti:

Traffico di droga

Nel 1983 la Guardia di Finanza, nell'ambito di un'inchiesta su un traffico di droga, aveva posto sotto controllo i telefoni di Berlusconi. Nel rapporto si legge: «È stato segnalato che il noto Silvio Berlusconi finanzierebbe un intenso traffico di stupefacenti dalla Sicilia, sia in Francia che in altre regioni italiane.
Il predetto sarebbe al centro di grosse speculazioni edilizie e opererebbe sulla Costa Smeralda avvalendosi di società di comodo...». L'indagine non accertò nulla di penalmente rilevante e nel 1991 fu archiviata.


Falsa testimonianza sulla P2

La prima condanna di Silvio Berlusconi da parte di un tribunale arriva nel 1990: la Corte d'Appello di Venezia lo dichiara
colpevole di aver giurato il falso davanti ai giudici, a proposito della sua iscrizione alla lista P2. Nel 1989, però, c'era stata un'amnistia, che estingue il reato.


Tangenti alla Guardia di finanza

Berlusconi è accusato di aver pagato tangenti a ufficiali della Guardia di Finanza, per ammorbidire i controlli fiscali su quattro delle sue società (Mondadori, Videotime, Telepiù...).
In primo grado è condannato a 2 anni e 9 mesi per tutte e quattro le tangenti contestate, senza attenuanti generiche. In appello, la Corte concede le attenuanti generiche: così scatta la prescrizione per tre tangenti. Per la quarta (Telepiù), l'assoluzione è concessa con *formula dubitativa* (comma 2 art. 530 cpp).


Tangenti a Craxi (All Iberian 1)

Per 21 miliardi di finanziamenti illeciti a Bettino Craxi, passati attraverso la società estera All Iberian, in primo grado è condannato a 2 anni e 4 mesi. In appello, a causa dei tempi lunghi del processo scatta la *prescrizione* del reato.
La Cassazione conferma.


Falso in bilancio (All Iberian 2)

Berlusconi è rinviato a giudizio per aver falsificato i bilanci Fininvest. Il dibattimento, dopo molte lungaggini e schermaglie procedurali, è in corso presso il Tribunale di Milano.


Consolidato gruppo Fininvest (All Iberian 3)

La Procura della Repubblica di Milano ha indagato sulla rete di società estere del gruppo Fininvest (Fininvest Group B), contestando falsi in bilancio e operazioni che hanno generato un migliaio di miliardi di fondi neri. Sta per essere formalizzata la richiesta di rinvio a giudizio.


All Iberian (2 o 3)

Silvio Berlusconi e tre ex dirigenti della Fininvest sono stati assolti al termine del processo All Iberian iniziato nel 1995, in cui erano imputati per falso in bilancio e false attestazioni, perché stando alla nuova normativa sui reati delle società, i fatti non sono più considerati come reati dalla legge. Si noti che tale legge è stata fatta dal governo avente come Primo ministro lo stesso Berlusconi Silvio. Fonte.


Caso Lentini

Berlusconi è stato rinviato a giudizio per aver deciso il versamento in nero di 6 miliardi dalle casse del Milan a quelle del Torino calcio, per l'acquisto del calciatore Gianfranco Lentini. Il dibattimento è in corso presso il Tribunale di Milano.


Medusa cinematografica

Berlusconi è accusato di comportamenti illeciti nelle operazioni d'acquisto della società Medusa cinematografica, per non aver messo a bilancio 10 miliardi. In primo grado è condannato a 1 anno e 4 mesi per falso in bilancio. In appello, la Corte gli ha riconosciuto le attenuanti generiche: è così scattata la prescrizione del reato.


Terreni di Macherio

Berlusconi è accusato di varie irregolarità fiscali nell'acquisto dei terreni intorno alla sua villa di Macherio. In primo grado è per alcuni reati assolto, per altri scatta la prescrizione. In appello è confermata la sentenza di primo grado.


Lodo Mondadori

Berlusconi è accusato di aver pagato i giudici di Roma per ottenere una decisione a suo favore nel Lodo Mondadori, che doveva decidere la proprietà della casa editrice. Il giudice dell'udienza preliminare ha deciso l'archiviazione del caso, con *formula dubitativa*. La Procura ha fatto ricorso alla Corte d'appello, che ora dovrà decidere se confermare l'archiviazione o disporre il rinvio a giudizio di Berlusconi, Cesare Previti e del giudice Renato Squillante.


Toghe sporche-Sme

Berlusconi è accusato di aver corrotto i giudici durante le operazioni per l'acquisto della Sme. Rinviato a giudizio insieme a Cesare Previti e Renato Squillante. Il processo di primo grado è in corso presso il Tribunale di Milano.


Spartizione pubblicitaria Rai-Fininvest

Berlusconi era accusato di aver indotto la Rai, da presidente del Consiglio, a concordare con la Fininvest i tetti pubblicitari, per ammorbidire la concorrenza. La Procura di Roma, non avendo raccolto prove a sufficienza per il reato di concussione, ha chiesto l'archiviazione, accolta dal Giudice dell'udienza preliminare.


Tangenti fiscali sulle pay-tv

Berlusconi era accusato di aver pagato tangenti a dirigenti e funzionari del ministero delle Finanze per ridurre l'Iva dal 19 al 4 per cento sulle pay-tv e per ottenere rimborsi di favore. La Procura di Roma ha chiesto l'archiviazione, accolta dal Giudice dell'udienza preliminare.


Stragi del 1992-1993

Le procure di Palermo, Caltanissetta e Firenze, indagano da molti anni sui «mandanti a volto coperto» delle stragi del 1992 (Falcone e Borsellino) e del 1993 (a Firenze, Roma e Milano). Le indagini preliminari sull'eventuale ruolo che Berlusconi e Dell'Utri possono avere avuto in quelle vicende sono state formalmente chiuse con archiviazioni o richieste di archiviazioni. Continuano però indagini per concorso in strage contro ignoti.


Telecinco in Spagna

Berlusconi, Dell'Utri e altri manager Fininvest, responsabili in Spagna dell'emittente Telecinco, sono accusati di frode fiscale per 100 miliardi e violazione della legge antitrust spagnola. Sono ora in attesa di giudizio su richiesta del giudice istruttore anticorruzione di Madrid, Baltasar Garzon Real.


Compravendita della SME


Berlusconi è stato assolto per prescrizione. Dal conto corrente della Fininvest a quello del giudice Squillante attraverso un altro di Cesare Previti, sono transitati 500 milioni di lire nel 1991. Il giudice ha emesso la sentenza nel 2004: è stato un atto di corruzione da parte di Berlusconi Silvio verso il giudice Squillante. Per altri fatti la prova è contraddittoria oppure è insufficiente o manca. In un caso l'assoluzione è completa. Fonte.


Caso David Mills (sospetti)


Berlusconi è "sospettato di aver fatto versare" nel 1997 da Carlo Bernasconi, manager della Fininvest, "non meno di 600 mila dollari" sui conti svizzeri dell'avvocato inglese David Mills "affinché dichiarasse il falso nel processo per le tangenti Fininvest alla Finanza e in quello All Iberian". Le indagini sono in corso. Fonte.


Frode fiscale (rinvio a giudizio)


Berlusconi è imputato in frode fiscale. Il principale indagato è però Fedele Confalonieri per evasione di 13.3 milioni di euro per costituire fondi neri relativi ai diritti TV di Mediaset, avrebbe commesso l'illecito in concorso con diverse persone tra cui Berlusconi Silvio.

Quindi già questo dimostra il fatto che i giudici non si son mossi contro Silvio Berlusconi perchè schierato politicamente, anche perchè prima della sua discesa in politica aveva rapporti buoni con gran parte della politica italiana della prima repubblica... e quindi non solo Craxi...

Questo non prova però che a volte i magistrati si siano mossi politicamente...

Ma anche nel caso Mills che oggi è all'attenzione dell'intero popolo italiano... non è vero che le indagini sono partite da alcuni pm politicizzati... ma fu uno dei commercialisti dell'avvocato Mills, se ricordo bene, a notare che c'era qualcosa che non ritornava... e difatti fu denunciata la tangente presa dall'avvocato... quindi anche in questo caso la politica dai pm c'entra davvero poco...

Per ora non posso continuare a scrivere altro... più tardi proverò a fare qualche altro intervento.

io che speravo che :( ha detto...

Nell'ultimo commento mi ero imenticato di inserire il classic faccino alal fine della frase: E' vero che non sono fintito in prima pagina. E nemmeno me lo auspico. Lo faccio adesso :) perchè sono consapevole che il senso della affermazione senza faccino :9 poteva assumere un rilievo polemico che non voleva assolutamente avere

IO speriamo che la prossima volta mi ricordo il :)

Anonimo ha detto...

Purtroppo, la maggioranza degli italiani è convinta che per arrivare a ricoprire alti ruoli istituzionali bisogna sporcarsi le mani.
Ecco. Fino a quando questa convinzione pervade la maggioranza degli elettori, al Governo ci saranno sempre dei Berlusconi.
Il libro di Vulpio "Roba Nostra" analizza lo stallo dell'Italia Meridionale e tra le cause rileva il potere politico gestito perennemente dalle solite famiglie. Beh... analizzando il dato nazionale, ad esclusione di pochi leader mi pare che la situazione non sia poi così diversa. Gli italiani comincerebbero ad acquistare fiducia verso il ceto politico quando la priorità legislativa sarebbe dedicata ad una immediata riforma elettorale rispettosa degli elettori ed a non più di due legislature per tutti i palamentari.
b

Anonimo ha detto...

A Milano, 3 anni fa, il procuratore, per “avvalorare” la legge Pecorella e così dar ragione a Sergio Romano che, in linea di principio la condivide (con la ex Cirielli: la durata irragionevole dei processi è un dato inconfutabile, o no?) e, forse a dispetto della G.I.P Forleo, “troppo garantista”(anche quando cerca di sottrarre – da competente/esperta - un immigrato da poliziotti dalla "mano pesante", caricati di tensione, per acuire lo “scontro di civiltà”...già in atto?), annuncia ricorso in Cassazione per i tre maghrebini assolti dall’accusa di terrorismo (è così che la Suprema Corte diventa sede per il “terzo grado di giudizio”); come, peraltro, fece il Pc di Bologna nel vedere assolti dal riesame alcuni anarchici-“insurrezionalisti”(e i 9 denunciati dalla Digos e assolti dall’Assise di Roma il 28/2/05?) che presenta un aspetto/risvolto davvero singolare: il Dottor Di (con la "I" e non la "E"...sul Corriere?!) Nicola piace al Ministro Castelli quando persegue certi soggetti ma non quando lo stesso ebbe a criticare il Berlusconi “favorevole al sommerso".
E D'Alema...forte del fatto di essere uscito “illeso” dall'azione di "Mani pulite" (seppure infastidito dopo averla sostenuta) e che forse diede al partito, alla sinistra, quella “patente”di superiorità morale...che ora pare venga ritirata per le implicazioni svelate dalle , sempre più in crescita esponenziale, intercettazioni pubblicate sul caso “Unipol-Bnl”. Una sorta di “revival” di quel repertorio stagionale di “Mani pulite” in versione ridotta ma che rese suscettibile il ministro D'Alema al punto di sbottare verso i giudici (giudizio ondivago, pro-tempore, di lotta e di governo?) che avrebbero gestito il tutto come un “suk arabo”. Paura di non essere più i “Migliori”?. nsomma, la Forleo (lo staff) doveva essere più attenta nel selezionare (un fatica tremenda, dicono) i brogliacci. In sostanza si tratta di doppiopesismo, usato anche nel giudicare la Polizia: “cilena” secondo il D'Alema – all'opposizione -- sulla “macelleria messicana” del G8 di Genova; la stessa che in tenuta antisommossa mesi prima aveva menato i napoletani e che ora è oggetto di critiche severe (anche da parte della stampa estera) sugli accadimenti ultimi, dagli stadi ai vecchi pensionati spintonati (“i figli di operai” -- di Pasolini – contro i “loro”nonni?). Sul caso Forleo-Daki e &, avversato da Spanò, Calderoli (e altri della ex Cdl), vomitò frasi offensive mentre Cossiga si limitava a un “si dia all'ippica”; ora non è più di “sinistra”? (come il De Gennaro sotto la regia di Fini?). Poniamo a confronto il cittadino comune col politico Calderoli (che da ministro indossò la maglietta da 3°/4° conflitto mondiale o quantomeno da “Scontro di civiltà”): querelato dalla Forleo se ne esce, in 18 mesi, assolto (e il condannato Previti continuava a prendere lo stipendio alla Camera?), mentre un “comune mortale” per un nonnulla, senza considerare le modalità – e i modi – procedurali, dopo 4 anni si trova alle porte dell'udienza dibattimentale del giudice (mono...e quante donne?... uno dei tanti casi per cui Manzoni sarebbe stato ben lieto di scrivere “questo ma...le non s'ha da fare”)..che sarà rinviata per i 2 carabinieri/testimoni/latitanti...e l' "imputato" nel tentativo di voler tentare di recuperare l'udienza (atto doveroso del pm, in primis, e poi a seguire...) viene "zittito". Le virgolette per dire che ha continuato, visto che non era mai stato sentito, per poi sapere della sentenza, casualmente, 2 giorni prima del termine per ricorrere. Altra odissea! E il presidente?

io che speravo che :( ha detto...

Gantile Sig D'Urso, premesso che se non mi scollego, dovrete in qualche modo provvedere al mio futuro, non c'è che dire, l'elenco delle azioni penali subite da Berlusconi è raccapricciante. Lo diventa di meno se di riflette sulla quantità delle iniziative imprenditoriali alle quali ha partecipato il nostro.
Se io scrivo mille interventi ho la possibilità di incappare in 10.000 affermazioni stupide (faccio un calcolo di 10 ogni intervento), se ne faccio 1, di intervento al massimo incappo in dieci stupidaggini.
Questo non vuol dire che il dato numerico non è rilevante, anzi lo è assolutamente, ma va letto comunque alla luce di quanto sopra.
Quanto al dato qualitativo dei reati per i quali Berlusconi è stato tratto a giudizio, e fatta la premessa che mi è stata attribuita la funzione di difensore d'ufficio di questi, forse per una mia aberratio espositiva, che non penso di meritare, essendone peraltro indegno, dicevo, quanto al dato qualitativo dei reati emerge agli occhi di un comune lettore che le accuse rivolte a B di essere addirittura il mandante degli omicidi di Falcone e Borsellino, almeno Lei così mi riferisce e devo crederle, hanno in se un qualcosa di folcloristico, eppure sono state mosse e coltivate, salvo poi essere archiviate.
Ora è proprio questa l'anomalia che noi comuni e disinformati cittadini avvertiamo: è mai possibile che un uomo come Berlusconi che di certo può avere svolto il suo mestiere di imprenditore con l'agilità propria di tanti imprenditori italiani (i cui comportamenti non sembra però essere stati così sviscerati) possa avere addirittura ordito l'assassinio di Falcone e Borsellino o partecipato a traffici di sostanze stupefacenti? Se così fosse avremmo, e di molto, superato anche il più fantastico dei romanzi di fanta politica. Del resto se la nostra democrazia ha assorbito la vicenda Andreotti nei termini in cui la ha assorbita (lo stesso è ancora ospite riverito di programmi di informazione di culto e riverito in tutti gli ambienti) non c’è da stupirsi che possa assorbire anche i reati fiscali e la corruzione di magistrati di Berlusconi .
Non crede allora che una qualche esagerazione sia stata partorita, asseverata, consumata e cavalcata in danno di un personaggio che rivestiva un importantissima carica politica.
Non erano a suo avviso sufficienti i fatti di reato verosimili?
Le esagerazioni (che spero Lei convenga con me: ci sono state) hanno recato acqua alla causa di chi?
Rispetto a queste esagerazione può dire di avere avvertito una autocritica da parte della magistratura in grado di cogliere le distonie di certe indagini?
Spero poi che non mi dica che allorquando i PM hanno rinviato a giudizio hanno agito secondo scienza e coscienza, mentre quando hanno archiviato oppure quando i giudicanti hanno assolto, lo hanno fatto esercitando una giustizia figlia di un Dio Minore.
Ribadisco, non vorrei essere scambiato per il difensore d’ufficio di Berlusconi, non ne sarei all’altezza. Cerco solo di recare il mio piccolo contributo fatto di qualche certezza e di tantissimi dubbi ….

Io speriamo che adesso la smetto e mi metto a fare altro :)

Anonimo ha detto...

Rispondo alle ultime osservazioni di Marco dicendo che credo di condividere molto del suo sentire, anche se per esporlo userei parole leggermente diverse e farei delle precisazioni.
Per rendere più chiaramente il mio pensiero, mi basta ricordare, come ho già fatto in passato, che nella storia delle nostre istituzioni (penso ad esempio a Pertini, a Borsellino) vi sono state persone che, anche se di idee politiche convinte e diverse, sono riuscite a coprire il loro ruolo come deve essere, cioè come garanti di tutti.
Perchè le istituzioni, è bene ricordarlo, sono di tutti, e chi ha l'onore di occupare un posto in esse deve saper agire con questa consapevolezza ed anche nell'esteriorità dare garanzia di questo modo di agire.
Il problema quindi non sta tanto nel formarsi delle opinioni su ciò che accade nella società, il che è per certi versi inevitabile a meno di essere, come Fabio Roja (un attuale componente del CSM) tempo fa ha detto, dei "decerebrati". Una riflessione interessante potrebbe a questo punto toccare quanto scritto in un vecchio saggio dal compianto Norberto Bobbio, circa l'esistenza di valori "politici" perseguibili dal magistrato, ed identificabili in quelli condivisi da tutti i soggetti politici e consacrati nella Costituzione.
Piuttosto, il problema consiste nel saper stabilire un rapporto corretto tra le proprie idee ed il proprio ruolo istituzionale e così, ad esempio, per i magistrati nel non trasformare mai tali idee in pregiudizio, nè nel venir mai meno ai propri doveri di imparzialità e di tenuta di una corrispondente immagine.
Questo per quanto riguarda i singoli.
Per le correnti, si toccano altri aspetti.
Quello dell'associazionismo, che pure è tutelato costituzionalmente, anche sotto il profilo sindacale.
Ma, dall'altra, anche quello dell'uguaglianza tra i magistrati e della loro indipendenza.
Bene (anzi, male): oggi le correnti non sono più e solo dei centri di pensiero e di tutela sindacale, ma anche dei gruppi che gestiscono un potere, di fatto blindandolo e condizionandolo, e come tali appaiono anche all'esterno nei confronti di interlocutori politici più o meno ideologicamente vicini o comunque interessati a che nell'autogoverno si assumano determinate scelte.
A questo si aggiunga che vi sono stati numerosi casi di esponenti di tali correnti transitati poi nell'Amministrazione o addirittura nella politica per capire che il quadro attuale non è per niente rassicurante.
Qualcuno, ho letto anche in questo blog, si è spinto in sostanza a dire che nella magistratura si è formata una casta, che si è ben rapportata all'altra casta della quale tanto si parla.
A mio modo di vedere, la direzione deve essere quella di restituire l'autogoverno ai giudici "comuni", che per costituzione sono uguali tra loro, e riportare quindi le correnti a semplici (ma non per questo non importanti) centri di pensiero e di tutela sindacale.
Ma su questo si inizia a fare un discorso diverso, che è stato già fatto più ampiamente in altri topic del blog.

salvatore d'urso ha detto...

Gentile "Io speriamo che"...

Nel mio post precedente avevo pochi minuti a disposizione e difatti forse sono stato un pò frettoloso nel descrivere ciò che in realtà volevo porre alla sua attenzione e all'attenzione del resto dei lettori del blog...

Con il fatto dei processi che ho indicato... e ho indicato processi e indagini verso S. Berlusconi sia prima del '94... anno della sua discesa in campo politico... e sia quelli prima di tale data...

Ora se ragioniamo secondo logica... e considerando gli eventi storici della sua discesa in campo che è avvenuta d'improvviso e non concertata negli anni... difatti si è presentato direttamente come Premier...

I reati che precedentemente gli venivano contestati... dal traffico di droga in Francia... alle tangenti a Craxi ed altri, fino alla falsa testimonianza... sono avvenute prima e quindi non c'era alcun fine politico mosso contro Berlusconi...

Che molti processi sono finiti con la prescrizione... quindi non si è mai potuto accertare se fosse colpevole, che altri sono stati archiviati, tipo quelli mossi verso le stragi di Falcone e Borsellino... non ho detto che fosse colpevole... è un fatto invece che fosse indagato... per passare poi ai processi dove è stata accertata la sua innocenza... anche se bisognerebbe leggere bene le sentenze... per finire poi a quelli patteggiati... dove cioè si è ammessa la colpevolezza...

Ma il problema non è Berlusconi... in quanto, per quanto mi riguarda, può fare ciò che vuole... è un cittadino libero, io potrei pretendere che rispetti la legge... lui è libero di non rispettarla... ma se siamo ancora in uno stato di diritto... se il signor Berlusconi decide di non rispettare la legge e commette uno o più reati... come accade per altri cittadini... è giusto e ovvio che venga indagato e poi processato... così come accade per ogninormale cittadino italiano... se è ancora vero che la legge è UGUALE PER TUTTI...

Lui ha la possibilità di dimostrare la sua innocenza... e come Primo Ministro ha invece il dovere di dimostrarla... correndo dal giudice e dimostrando agli italiani la sua innocenza...

Mentre non è consentito e non deve essere consentito a nessun cittadino tanto meno ad un alta carica di potersi difendere dai processi attaccando e delegittimando i giudici... a nessun cittadino è concesso e quindi tantomeno un'alta carica dovrebbe poter sottrarsi da tali obblighi...

Utilizzare poi il suo ruolo istituzionale per modificare leggi o farne di nuove per poter trarre vantaggi personali da queste... anche se queste possono compromettere il funzionamento dell'intero sistema... è a mio avviso incostituzionale... e per un certo verso eticamente scorretto...

Per quanto riguarda il processo Mills... come già dicevo... e se ben ricordo... le indagini partono non dai pm italiani... ma dalle denunce di certi commercialisti inglesi dell'avvocato Mills...

Poi questa presunta malattia mentale dei giudici che vede Berlusconi come bersaglio da prendere a schiaffi... pare che abbia infettato anche la Spagna... visto che anche li se non sbaglio è ancora atteso per essere processato... ma non può esserlo perchè l'Italia non ha mai approvato la legge per il mandato di cattura europeo...

Mentre è stato accertato che sotto il Governo Berlusconi... approposito di INTERCETTAZIONI... ne furono fatte a migliaia e tutte non da giudici ma da apparati deviati dei nostri servizi segreti e da una costola della Telecom... ricorda il Tiger Team?... dove queste intercettazioni erano illegali... e volte a violare la privacy di magistrati e giornalisti... italiani ma anche di mezza Europa... pare con l'intento di poterli successivamente ricattare... :) ;)

E considerando le sue ultime esternazioni riportate in un recentissimo articolo di repubblica di cui posto l'ultimo pezzo:

Ma da Palazzo Chigi è stato scandito un altro "niet". Anzi, Berlusconi vuole sfidare Napolitano con un voto formale in Consiglio dei ministri sui due emendamenti. Per il Cavaliere, del resto, questo è passaggio cruciale. Che fa perno sul processo Mills. "Vogliono imbrigliarmi", ripete da giorni. Soprattutto "vogliono condannarmi - ragionava ieri - per impedirmi una futura elezione al Quirinale. È questo il loro obiettivo. Vogliono azzopparmi in vista del 2013". Il premier e i suoi legali, infatti, si aspettano una sentenza di condanna a 6-8 anni di detenzione per corruzione entro il prossimo mese di ottobre. Ben prima della prescrizione del processo prevista per la fine del 2009. E ben prima che il famigerato "Lodo Schifani", modifica costituzionale, possa diventare legge dello Stato. "E io - ha ammonito - non ho tutto questo tempo".

Come già dicevo poco prima... Berlusconi è per quanto mi riguarda un pinco pallino qualsiasi... e come tale va trattato... io non lo giudico... per il suo talento... per il suo look... per la sua altezza... per il suo modo di parlare... nemmeno pretendo di giudicarlo per i reati commessi... per quelli ci deve pensare la magistratura... ma posso giudicarlo politicamente in base al suo comportamento da rappresentante dei cittadini e nel ruolo di Primo Ministro... dove in nessuna democrazia occidentale si è verificato e si sta verificando ciò che è accaduto e accade ancora in questo paese...

Ora si parla di Berlusconi... ma se questo parlarne dovesse pregiudicare il fatto che è l'unico politico a commettere reati... o l'unico che vuole sottrarsi alla giustizia... beh... sarei scorretto... ci sono tanti altri politici in Italia che agiscono o hanno agito come lui... e la stessa regola deve valere anche per loro...

La si butta di solito nel discorso politico di destra e sinistra... mentre io ritengo che in materia di giustizia... queste frapposizioni non debbano nemmeno nascere... e credo che nella maggior parte dei casi è così... solo che i media spesso fanno intendere altro... e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti...

E se in passato o ancora oggi ci sono magistrati poco corretti... questo non deve servire come scudo per Berlusconi o Mario Rossi... poichè nella magistratura ritengo bisogna avere sempre fiducia... e quando questa fiducia verrà a mancare vuol dire che saremo giunti alla fine della stato di diritto... il fallimento dello stato... e volendo essere un pò malignetto adesso... penso che siamo sulla buona strada...

Lei è un avvocato... quindi di sicuro ha più fiducia nella giustizia di me... ed io non ne ho di certo poca...

Quindi colgo anche l'occasione per ringraziarla di avermi dato questa occasione per apportare il mio contributo a questa discussione... visto che il discorso che lei ha imposto è proprio quello che fanno milioni di italiani riguardo a queste vicende... ed i media hanno in tutto ciò grandi responsabilità...

Un carissimo saluto... :)

salvatore d'urso ha detto...

Ah dimenticavo... altre volte invece è stato condananto ma si è avvalso dell'amnistia...

Da Wikipedia riporto la storia delle vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi:

http://it.wikipedia.org/wiki/Procedimenti_giudiziari_a_carico_di_Silvio_Berlusconi

Giusto per ricordare che siamo su internet e tutto è facilmente verificabile...

E una sintesi breve delle conclusioni delle sue vicende giudiziarie...

Sentenze di non doversi procedere

Prescrizione del reato dovuta alla concessione di attenuanti
La Corte di Cassazione ha affermato che "qualora l'applicazione della causa estintiva della prescrizione del reato sia conseguenza della concessione di attenuanti, la sentenza si caratterizza per un previo riconoscimento di colpevolezza dell'imputato ed è fonte per costui di pregiudizio" (Cass. pen., sez. IV, 21 maggio 1996, n. 5069).

Di seguito le sentenze che ricadono in tale categoria:

Lodo Mondadori, corruzione semplice
Caso All Iberian 1, 23 miliardi di Lire di tangenti al PSI di Craxi
Caso Lentini, falso in bilancio (attenuanti generiche e nuova legge intervenuta)

Intervenuta amnistia
Falsa testimonianza P2
Terreni Macherio, imputazione per uno dei due falsi in bilancio

Sentenze di assoluzione
Caso All Iberian 2 - falso in bilancio (assolto perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato in seguito alle riforme del Governo Berlusconi II)
Sme-Ariosto 1 - imputazione su vendita Iri, corruzione giudiziaria
4 Tangenti alla Guardia di Finanza (assolto per non aver commesso il fatto)
Medusa cinematografica, falso in bilancio (assolto in quanto per la sua ricchezza potrebbe non essere stato al corrente dei fatti contestati)
Sme-Ariosto 2, falso in bilancio
Sme-Ariosto 1 - imputazione su due versamenti a Renato Squillante, corruzione giudiziaria (assolto per non aver commesso il fatto, assolto perché il fatto non sussiste)
Terreni Macherio, imputazione per appropriazione indebita, frode fiscale, e uno dei due falsi in bilancio

Procedimenti archiviati
Consolidato Fininvest, falso in bilancio (prescrizione raggiunta in base alla nuova legge sul falso in bilancio)
spartizione pubblicitaria Rai-Fininvest
traffico di droga
tangenti fiscali Pay-tv
Stragi 92-93, concorso in strage
Concorso esterno in associazione mafiosa assieme a Marcello Dell'Utri, riciclaggio di denaro sporco

Procedimenti in corso
Diritti televisivi, falso in bilancio, frode fiscale, appropriazione indebita;
Mazzette a David Mills, corruzione giudiziaria.
Contrastante è invece il caso Telecinco, come si legge più in basso.

Vincenzo Scavello ha detto...

[... l'emendamento non dovrebbe essere approvato solo perché si applicherebbe anche ad un processo nel quale sono ingiustamente e incredibilmente coinvolto...]

Se l'On. Berlusconi è GIUSTAMENTE o INGIUSTAMENTE coinvolto lo deve stabilire la GIUSTIZIA!

Se i delinquenti di qualsiasi genere o i Mafiosi, Ndranghetisti e Camorristi potessero risolvere il loro problema con la Giustizia, attraverso il disinteressato consiglio dai loro avvocati, tutti direbbero di essere INGIUSTAMENTE coinvolti.

Ho paura, davvero, di venire preso e accusato di destabilizzare il dis-ordine imposto, per non essere stato mai capace di farmi affibbiare una semplice multa.

Anonimo ha detto...

Alessandra per io speriamo che:)

Provo a replicare quanto da lei osservato non avendo particolari qualità dialettiche e me ne scuserà per questo, e anch'io se non mi scollego avrò bisogno di contributi.
La ringrazio dell'attenzione prestata al mio commento e rispetto le sue opinioni.
Per quanto scritto:
"una categoria che si fregia della qualifica della terzietà e che assume con forza la pretesa di non agire perseguendo intenti politici"
Ho iniziato a seguire questo blog, ormai da diversi mesi, proprio perchè qui di questo si è trattato, con molta onestà, proprio da magistrati che hanno ritenuto di fare su questo molta autocritica.
La tranquillizzo in quanto le sue osservazioni mi sono state fatte anche da persone a me vicino che stimo e apprezzo.
Ieri sera le ho sntite grosso modo ripetere anche dall'Avv.Pecorella alla trasmissione 8 e mezzo su La7 il quale però incalzato sia dai giornalisti e dagli altri presenti del pd e della lega nord, ha dovuto ammettere l'errore della "forma istituzionale" ed ha dovuto sorvolare sui contenuti sostanziali.
Quello che differenzia da ogni altro "precedente" l'attuale (e resto nel generico perchè non ce l'ho con le persone) è che i procedimenti (io non so se 90 non mi interessa) sono fatti relativi ad attività privata che secondo me hanno ottenuto tante "assoluzioni" proprio per la conversione istituzionale del soggetto interessato.
Gli altri esempi che lei fa, anche per me discutibili negli esiti, sono riferiti a "politici" e la cosa non è nuova.
Anche nel passato, personaggi politici, ancora presenti, molto anziani, hanno avuto un numero spropossitato di procedimenti, e secondo le prassi istituzionali molti autorizzati e anche molti non autorizzati, il cui esito ha sortito un nulla di fatto per gli interessati. Dubito per l'interesse generale.
Ma tutto questo è stato "subito" senza atteggiamenti di lesa maestà, senza megafono e nel rispetto dei riti istituzionali.
Le leggi sono lo strumento che regola gli interessi generali non possono essere modellate su esigenze particolari di uno solo, che, contrariamente a tutti noi, gode già di tutte le sue prerogative.E il mio biasimo va a tutta la politica per non aver voluto correggere tante "anomalie". Da nessuna altra parte esiste chi si può aggiustare i fatti privati in funzione del ruolo politico e quello politico in funzione di quello privato. In altri paesi ministri si sono dimessi perchè scoperti a non versare i contributi alla colf.
Quello che succede da noi lo posso "subire" ma accettare no.
La protezione istituzionale ora invocata da "tutti" è uno strumento pericoloso per la politica come intesa dai politici italiani.
La saluto caramente Alessandra

Anonimo ha detto...

A sostegno di ciò che ha appena scritto Alessandra, a me pare che non ci possa essere alcun dubbio sul fatto che non è vero che Berlusconi venga perseguito perchè è in politica, ma, esattamente al contrario, è entrato in politica proprio per sottrarsi ai processi penali.

Lo dimostra ampiamente e senza ombra di dubbio la cronologia dei fatti e la dinamica complessiva degli stessi.

Ma c'è infine una testimonianza/confessione decisiva. Quella di Fedele Confalonieri, che in una intervista al La Repubblica del 25 giugno 2000 ha detto: "La verità è che se Berlusconi non fosse entrato in politica, se non avesse fondato Forza Italia, noi oggi saremmo sotto un ponte o in galera con l'accusa di mafia. Col cavolo che portavamo a casa il proscioglimento nel lodo Mondadori. Ma questo non lo scriva".

Sul fatto che questa cosa della persecuzione giudiziaria perchè è entrato in politica è un espediente mediatico, mi permetto di citare un post che ho scritto per questo blog - “La mafia uccide. Il silenzio pure” - commentando due video che si trovano lì.

Felice Lima

io che speravo che :( ha detto...

Pochissime cose perchè vado davvero di fretta:

1) Grazie a tutti, ma davvero a tutti, per l'attenzione e la disponibilità al colloquio che, seppure su versanti non sempre convergenti, comunque ritengo sia suscettibile di arricchire ancor di più i propri convincimenti anche attraverso le opinioni degli altri ed i fatti recati alla attenzione del dibattito:

2) Ad Alessandra: Non è affatto vero che Lei son sia una esperta dell'arte dialettica. Le assicuro che esprime più che bene le Sue opinioni. Non che stia a me giudicare le sue capacità, ma trattandosi di un complimento non penso di dovermene astenere.

3) Al Sig. D’Urso grazie per l’opera di classificazione che, così come stilata per dati “disaggregati”: reca senz’altro una sua utilità alla formazione delle opinioni di ciascuno di noi;

4) Al Dott. Lima.

Mi sono infilato nel link da Lei segnalati, ed ho avuto modo di imbattermi nella sentenza riguardante il 416 bis di Dell’Utri.
Consiglio a tutti di fare altrettanto. Per me è stato utile leggerne alcuni passaggi (quest’estate me la porterò in un e-book per leggerla tutta, sono solo 1700 pagine).
Mi piacerebbe poi che qualcuno mi segnalasse dove leggere gli atti del procedimento che si è concluso con il proscioglimento del Dott. Di Pietro. Ho il timore, più che l’impressione, che trattasi di persona dalla personalità alquanto complessa. Ho letto, ma non so se è vero, di un certo giochetto che avrebbe ideato per acquistare un prestigiosissimo immobile in Roma intestandolo a se stesso, e pagando il mutuo con le somme che percepisce dall’affitto dello stesso al suo partito con i fondi derivanti dal contributo degli iscritti (almeno così ritengo che sia) e dai rimborsi elettorali. Qualcuno sa qualcosa su questi fatti? Mi sembra di averli sentiti in un dibattito a Ballarò o ad Anno Zero ma sull’argomento venne immediatamente glissato.

5) Ringrazio infine Marco ed il Giudice Onorario per il sassolino da essi gettato nel laghetto delle opinioni minoritarie del dibattito.

Un caro saluto a tutti

IO speriamo che

io che speravo che :( ha detto...

Visto che nessuno aveva risposto alla mia provocazione sulle qulità moralizzatrici del salvatre della patria Di Pitro ho fatto una piccola ricerca.

Leggete appresso e ditemi cosa ne penaste.
Alla redazione poi chiedo: vogliamo allargare un po' l'attenzione sulla categoria dei politici in generale? Non ritenete che fatti come quelli di cui appresso meritino una seppur piccola attenzione?

Di seguito uno spezzone di un articolo reperito in rete:

Nessuno crede più alle sue grida. Chi lo conosce meglio, lo snobba più degli altri. Sono legioni quelli che, fatto un tratto di strada insieme, lo sfuggono come cosa non grata. Dopo l’uscita di Tonino dal pool di Milano, il suo capo, Borrelli, precisò: «Mai andati oltre il lei». Il suo responsabile legislativo ai Lavori Pubblici nel ’96, Mario Cicala, magistrato anche lui, abbandonò l’incarico dopo appena due mesi. Scomparsi in massa gli illusi della prima ora che credevano di combattere con l’ineffabile la battaglia della moralità: i Federico Orlando, i Willer Bordon, i Mirko Tremaglia. Nessuno ha mai detto con chiarezza cosa li abbia delusi. Ma da un accenno di un ex fedelissimo, Elio Veltri, si può arguire che a respingerli sia l’inveterata disinvoltura dell’autoproclamato moralizzatore. La stessa che da magistrato lo spinse ad accettare l’indimenticata Mercedes e il prestito senza interessi di 120 milioni. Di lui, Veltri ha detto: «Dall’Italia dei Valori all’Italia dei valori immobiliari». Felice gioco di parole che ha spalancato un ghiotto scenario di mattoni.
Tonino è titolare di una società immobiliare, la An.to.cri. srl, dalle iniziali dei figli di primo e secondo letto: Anna, Totò, Cristiano. Con l’aziendina di famiglia, il ministro delle Infrastrutture ha acquistato due appartamenti. Uno a Milano di nove vani da Marco Tronchetti Provera e uno a Roma di 10,5 stanze. Entrambi sono stati comprati con un mutuo, rispettivamente di 300mila e 400mila euro. Le due case sono state poi oculatamente affittate dall’ex pm al suo partito - Idv - a un prezzo superiore alle rate dei mutui. Altrimenti detto, con i soldi del finanziamento pubblico, l’Idv versava al suo leader l’ammontare mensile del prestito bancario, più una mancetta per le piccole spese, dalle cravatte per andare a Ballarò, alla tintoria quando deciderà di farci un salto invece di tenere i vestiti stazzonati. I giornali si sono accorti della faccenda quest’estate. È parsa poco bella e l’hanno denunciata. A frittata fatta, Di Pietro ha venduto di corsa gli appartamenti. Ora, è molto liquido e vedremo quale sarà la sua prossima mossa nel campo del mattone.
Intanto ha trasferito il quartiere generale romano dell’Idv, affittando l’ex sede Psdi di via Santa Maria in Via, due passi da Palazzo Chigi. Per un curioso caso, nello stesso edificio c’è la redazione di Italia Oggi, il quotidiano che ha svelato la gabola dei due appartamenti. E poiché Tonino urla durante le riunioni di partito le più interessanti finiscono in pagina a puntate. Certo, questo insieme, è una maledizione per l’ex pm. Però, se l’è cercata. Nel mondo complesso in cui viviamo, un conflitto di interessi anche piccolo, come l’intreccio mutui-affitto-Idv, è sempre in agguato. Ma se a fare il passo falso sono i moralisti 24 ore su 24, è fatale che i primi a essere travolti dal meccanismo innescato siano proprio loro. Vale per tutti i moralizzatori della domenica, da Di Pietro a Beppe Grillo.
Nato nel contado molisano di Montenero di Bisaccia, Tonino fu dirozzato nel seminario di Termoli dove imparò a bere il latte nella tazza anziché, secondo la sua leggenda, abbeverarsi alle mammelle della mucca. Prese un diploma di perito industriale ed emigrò in Germania. Fu assunto da una fabbrica di posate e messo a lucidare cucchiai. Nonostante lucidasse da dio, decise di tornare in Italia e profittare delle leggi post ’68 che aprivano indiscriminatamente gli accessi universitari per iscriversi a 23 anni, lui perito tecnico, alla Facoltà di Legge della Statale di Milano. Si laureò nei tempi canonici, senza però mai colmare le lacune nel latino di cui la giurisprudenza è ricca. I suoi sfondoni sono così esilaranti da aizzare quel bello spirito di Alfredo Biondi, suo collega parlamentare ed ex Guardasigilli. Biondi, se c’è Di Pietro in Aula o in commissione, sforna continui brocardi latini unicamente per godersi gli occhi a palla di Tonino che li scambia per cinese.

"Uguale per tutti" ha detto...

Per Avvocato anonimo "Io speriamo che", con riferimento al Suo commento delle 10.59.

Gentile Avvocato,

abbiamo pubblicato il Suo commento per non apparire censori, ma vorremmo pregare Lei e tutti di evitare, se possibile, commenti che riguardino esclusivamente la battaglia politica "di parti".

Lei ha scritto:
"Visto che nessuno aveva risposto alla mia provocazione sulle qulità moralizzatrici del salvatre della patria Di Pitro ho fatto una piccola ricerca."

Nessuno ha risposto alla Sua provocazione, proprio perchè era questo che Lei stesso riconosce:una provocazione.

Nessuno qui ha intenzione di fare politica per questa o quella parte.

Ci stiamo occupando in questi giorni del Presidente Berlusconi non per ragioni "politiche di parte", ma perchè le Sue ultime iniziative incidono in maniera molto pesante sull'amministrazione della giustizia.

Il Presidente Berlusconi porta avanti una precisa strategia tendente a far credere che il problema sia "politico di parte".

A noi sembra che non sia così.

Non siamo in alcun modo interessati alle questioni della "politica di parte", perchè non partecipiamo a quella "partita". Ci occupiamo delle ultime iniziative del Presidente Berlusconi solo perchè Lui si occupa di noi e in maniera molto rilevante.

Gentile Avvocato, noi siamo davvero lieti della Sua presenza fra noi.

Vorremmo pregarLa - e siamo certi che prenderà in considerazione le nostre ragioni sul punto - di evitare di portare qui un metodo che a nostro parere è dannosissimo e lo sarebbe decisamente per il nostro blog.

Nessuno della Redazione qui ha mai parlato di Antonio Di Pietro e men che meno lo ha definito "il salvatore della patria".

Ci pare dunque che il Suo intervento, che pure comunque, per le ragioni già dette, abbiamo publicato finisca con l'essere il solito ormai trito e ritrito espediente dei politicanti: buttare tutto in caciara e farne questione di tifo da stadio fra cosiddetta "destra" e cosiddetta "sinitra".

Se le Sue provocazioni venissero raccolte, il nostro blog si trasformerebbe in pochi giorni in un luogo di risse inutili e pretestuose.

Si ricordi che Michele Sindona venne difeso finchè fu possibile dicendo che la giustizia si accaniva contro di lui perchè era un banchiere anticomunista.

Per favore, basta con queste cose.

Ci stiamo sforzando di discutere il merito delle cose, stando fuori dal gioco falso delle "opposte fazioni".

Cercate di capire il senso di questa iniziativa ed evitate di ridurre sempre tutto a "Tizio avrà qualche torto, ma Caio è peggio".

Non ce ne importa niente dei meriti personali di Tizio e di Caio. Né dei loro torti.

Per favore imparate a parlare dei fatti.

Le leggi già emanate per decreto e quelle in corso di approvazione sono i fatti oggetto del nostro dibattito.

Chi è Di Pietro non aggiunge e non toglie nulla al problema.

E resti chiaro che questa non è in alcun modo una difesa di Di Pietro, del quale in questa sede non ci importa nulla.

D'altra parte: se non avessimo pubblicato il Suo commento saremmo apparsi censori sospetti di favoritismi e pubblicandolo senza questa precisazione ci esporremmo a un fiume di repliche e controrepliche che otterrebbero alla Sua provocazione il risultato voluto: parlare d'altro, come sempre.

Un caro saluto.

La Redazione

io che speravo che :( ha detto...

Gentilissima redazione.
Premesso che Voi e le Vs. iniziative sono assolutamente ed esclusivamente plausibili, e null'altro. Premesso che comprendo che il mio ultimo intervento poteva apparire avere l'intento da Voi rimarcato e che poteva avere l'effetto mettere in confusione “mettere in cagnara” questo BLOG.
Ciò premesso vi assicuro che il mio intento non era assolutamente quello di deviare o dirottare 'impostazione "giornalistica" di questo spazio che compete esclusivamente a Voi, e sulla quale peraltro non ho obiezioni da fare. Anzi Vi rinnovo la mia incondizionata considerazione.
La mia richiesta di informazioni su Di Pietro, rispondeva - e vi assicuro che è così - ad una mia mancanza di informazioni e ad un senso di naturale distanza che mi coglie tutte le volte che lo sento catechizzare tutti.
Poichè risalta nel comportamento del suddetto polito un atteggiamento esasperatamente moralistico e poichè il Dott. Di Pietro è personaggio politico di assoluto spessore, avevo ritenuto che potesse rispondere ad un allargamento degli orizzonti esaminare, nel quadro della gestione della cosa pubblica in generale, e non in chiave "ma guarda che c'è di peggio di Berlusconi", quale fosse il contesto generale nel quale affondano le radici gli attuali accadimenti, non escludendo Berlusconi, nei confronti del quale mi pare di avere espresso più riserve (non mi sembra di averne espresso uno solo positivo), ma includendo tuttavia anche altre “componenti” di quel contesto politico nel quale Berlusconi e le sue iniziative comunque si collocano.
A mio modestissimo avviso il quadro attuale trova la sua data di nascita proprio in mani pulite, e si porta dietro talune anomalie proprie di quel periodo.
L’onda del conflitto tra la politica e la magistratura trova la sua data di nascita in quegli anni, nei quali a noi giovani cittadini si appalesò come un miraggio l’idea che fossero finiti gli anni del malaffare della politica.
Da quella bomba atomica sono sopravvissuti alcuni notabili, altri sono risorti, e sono venuti fuori nuovi personaggi, cui ciascuno di noi aveva ancorato le proprie speranze.
Di questi nuovi personaggi, forse quelli più rappresentativi del day after sono; Berlusconi e Di Pietro. Il primo doveva rappresentare il nuovo della politica e su come lo sta facendo mi pare si stia discutendo serratamente. Di Pietro invece avrebbe dovuto costituire una sorta di cesura / prosecuzione (mi si passi l’antitesi) tra il modo di fare politica della Prima Repubblica, e quella venuta fuori da mani pulite.
Il discorso introduttivo alla mia provocazione era pertanto molto più complesso rispetto che io stesso ero riuscito a rappresentare e di questo di dolgo. Ho il grave difetto di pensare per trasposizioni fotografiche e le mie capacità espositive sono assai più lente del modo, appunto multi fotogrammico in cui i pensieri si formano nella mia mente.
Mi spiace avere dato l'impressione di volere gettare tutto in cagnara e di volere politicizzare questi spazi. Non era questo il mio intento.
Non ho mai avuto a che fare con la politica.
Non ho un solo incarico che provenga dalla politica e sono fuori, vi assicuro, da qualsiasi intento o interesse politico.
Quel che mi muove è solo una diffusa indignazione per il contesto politico in generale e ritenevo che ricondurre l’analisi della situazione alla sua origine potesse essere di qualche aiuto.
Posso comprendere che il mio intento fosse un po’ troppo ambizioso, ma Vi assicuro che non era e non voleva essere fazioso (anzi in linea di massima condivido le Vs. impostazioni, anche se la pretesa di fare sempre l’avvocato del dialogo può far ritenere il contrario).
Se ho cercato di sondare quanti fossero in grado di indignarsi per fatti commessi da politici anche diversi da Berlusconi, ciò ho fatto ritenendo che l’abuso della politica rispetto alla buona fede ed alle aspettative dei cittadini potesse essere un tema anche da Voi condiviso, e che consentisse una valutazione più allargata della storia attuale del nostro paese.
Senza nessuna polemica e con la reiterata stima, “mi pento e mi dolgo dei miei peccati” se li ho commessi, spero di non avere offeso nessuno.
Sono certo che la Vs. precisazione nasce dall’intento di non avvilire verso il basso i temi ed i modi della discussione, e comprendo che la peculiarità dei fatti attuali (quelli sui quali si discute riconducibili a Berlusconi) sia talmente catalizzatrice della attenzione dei più da renderne non attuale l’esame allargato delle varie componenti.
Con reiterata stima

PS: laddove nella foga di una passione tenuta per troppi anni sopita dovessi avventurarmi in commenti da Voi reputati fuori tema, non abbiate alcun timore ad esercitare il Vs. dovuto controllo preventivo.
Vi assicuro che non volevo parlar d'altro. Volevo solo allargare gli orizzonti.

Se rischio l'espulsione Vi prego di darmi prima un cartellino giallo ;)

Grazie ancora per la cortese osptalità.

Io comunque continuo a sperare... soprattutto in gente come Voi

"Uguale per tutti" ha detto...

PerAvvocato anonimo "Io speriamo che delle 13.39.

Gentile Avvocato,

non ci sognamo proprio di "espellere" né Lei né nessun altro.

Anzi, ringraziamo Lei e tutti coloro che arricchiscono il nostro blog con le loro opinioni.

Ci scusi se abbiamo in ipotes frainteso i Suoi intendimenti.

Il nostro intervento aveva come obietivo solo evitare ch questo spazio si trasformi in un luogo di risse politiche.

Dunque, ogni tanto dobbiamo rimarcare questo obiettivo.

La Redazione

Anonimo ha detto...

Alessandra per io speriamo che :)

Prendo a prestito le sue riflessioni in risposta a Salvatore D'Urso quando elencava le contestazioni a Berlusconi.
"Se io scrivo mille interventi ho la possibilità di incappare in 10.000 affermazioni stupide (faccio un calcolo di 10 ogni intervento) se ne faccio 1, di intervento al massimo incappo in 10 stupidaggini".
"che un uomo come Berlusconi che di certo può avere svolto il suo mestiere di imprenditore con l'agilità propria di tanti imprenditori italiani".....
Penso di aver capito che il paradigma si riferisca al fatto che essendo lei avvocato principalmente scrive...e che il Berlusconi essendo imprenditore fa principalmente affari e che l'elegante parola "agilità" usata voglia significare se il tale fa 10.000 affari sicuramente 10 "possono" incappare NON IN "affermazioni stupide" come può avvenire con le parole, bensì in violazioni di leggi che l'"agilità" consente di aggirare.
Ebbene, come semplice cittadina, da sempre lavoratrice, casalinga, "assistente sociale" "badante" , le posso assicurare che non ho svolto "10.000 interventi" o mestiere di imprenditore con abilità (agilità), bensì milioni di incombenze quotidiane tra tante difficoltà di tutti i generi non supportate da leggi nè tantomeno da espedienti per raggirarle senza per questo avere "carichi penali".
Come cittadina sono offesa che il Paese adesso sia nuovamente bloccato per risolvere le necessità di un singolo per cui tutti devono ora "giustificare" il loro ruolo. Mi riferisco alla Magistratura e alle polemiche che vengono rivolte anche da giornalisti stranieri. Mi riferisco ai giornali inglesi che ritengono la magistratura italiana politicizzata.
E allora, con tutti i difetti che si possono analizzare, mi "stringo" alle parole del bellissimo articolo: "Sul "conflitto" istituzionale" di Nicola Saracino.
"La magistratura non trova legittimazione nel voto popolare e questo per precisa scelta del Costituente"
L'"irresponsabilità" politica della magistratura, quindi, è uno strumento di garanzia dell'effettività dell'applicazione della legge nei confronti di tutti coloro che vi sono soggetti".
E in questo momento in cui TUTTA la politica è più preoccupata a garantirsi che a amministrarci, mi sento protetta dalla garanzia del controllo che la Costituzione ha affidato alla Magistratura.
Alessandra