mercoledì 28 gennaio 2009

La Camera Penale di Roma sugli arresti domiciliari per lo stupro di Roma


Riportiamo una dichiarazione del Presidente della Camera Penale di Roma, avv. Gian Domenico Caiazza, sulla vicenda della concessione degli arresti domiciliari al reo confesso dello stupro di Roma.

L’apprezzamento per la coraggiosa presa di posizione dell’avv. Caiazza rende ancora più doloroso e imbarazzante il silenzio dell’Associazione Nazionale Magistrati sulla vergognosa aggressione subita dal collega Barba.

Ma d’altra parte, essendo al momento l’A.N.M. “in luna di miele” con il Ministro della Giustizia, da lei esortato a perseguire esemplarmente i colleghi individuati come “virus”, del cui trasferimento sommario poi plaude sui giornali, una difesa dell’indipendenza del collega Barba apparirebbe contraddittoria.

Non si può non rilevare, infatti, che, come osservato da Stefano Racheli nell’articolo che può leggersi a questo link, una volta ammesso – per ragioni politiche e contro la Costituzione e la legge – il sindacato disciplinare del merito dei provvedimenti giudiziari, non si vede come si potrebbe ancora difendere l’indipendenza dei magistrati dalle pretese del potere politico e/o della piazza.

Fa sinceramente piacere che l’indipendenza dei magistrati sia difesa dagli avvocati. Fa molta tristezza che non sia difesa dall’A.N.M.


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Arresti domiciliari allo stupratore di Roma. la Camera Penale di Roma solidale con il p.m. Barba. “Una aggressione mediatica e politica vergognosa ad un magistrato che ha fatto solo il proprio dovere”: la dichiarazione del presidente della C.P.R. avv. Gian Domenico Caiazza.


In relazione alle polemiche sorte in ordine al provvedimento di arresti domiciliari eseguito nei confronti di un ragazzo che ha confessato un grave crimine, costituendosi, il Presidente della Camera Penale di Roma, Avv. Gian Domenico Caiazza ha rilasciato la seguente dichiarazione:

«Un cittadino, fino a quel momento solo sospettato di avere commesso un infame atto di violenza sessuale contro una sventurata ragazza, si costituisce alla Autorità Giudiziaria, e confessa il crimine.

Chiunque sappia di diritto, ma soprattutto chiunque abbia buon senso e sia in buona fede, sa che nei confronti di colui il quale confessa di aver commesso un reato, consegnandosi alla Giustizia, è pressoché impossibile giustificare una misura cautelare in carcere. Come potrebbe costui, infatti, inquinare le prove se ha confessato il delitto? E come potrebbe fuggire, se si è appena consegnato?

Il Pubblico Ministero dott. Barba, chiedendo per costui gli arresti domiciliari, ha rispettato la legge ed il buon senso, perfino con eccessiva severità.

Ma la demagogia, la speculazione politica e la viltà intellettuale è tale, nel nostro Paese, da far sì che perfino di fronte ad una condotta così lineare e rispettosa della legge, si sia scatenata una indecente aggressione mediatica e politica, culminata nella apertura di una intimidatoria ispezione ministeriale.

Questo governo, mentre promette riforme liberali della Giustizia che non arrivano, reitera intanto scelte legislative e politiche di segno diametralmente opposto; sarà bene tenerne conto, alla vigilia della Inaugurazione dell’Anno Giudiziario dei penalisti italiani, e nel frattempo spiegare al Ministro Alfano che la pena si sconta dopo la condanna, non prima.

Al dott. Barba la nostra solidarietà sincera, e per il resto una domanda: che ne è, in questo caso, della indipendenza ed autonomia della Magistratura?»




42 commenti:

salvatore d'urso ha detto...

Bellissima risposta... più che coraggiosa... doverosa...

Cioè dovrebbe essere normale prendere una posizione del genere... per qualsiasi magistrato che si attiene ai principi costituzionali...

Oggi invece... per fortuna che esiste ancora qualcuno che crede nella Costituzione... nella democrazia... nella divisione dei poteri...

Quindi grazie di cuore Dott. Caiazza.

Anonimo ha detto...

Al dott. Barba la nostra solidarietà sincera, e per il resto una domanda: che ne è, in questo caso, della indipendenza ed autonomia della Magistratura?»

Mi associo, sia alla solidarità al dott. Barba, che all'interrogativo posto.
E anch'io ringrazio l'avv. Caiazza.
Anna

Anonimo ha detto...

Un'osservazione diversa dal pensiero unico:
le carceri sono piene di persone che hanno confessato i propri crimini, anche molto meno gravi di quello dello stupratore di Roma, eppure sembra che le chiavi delle celle siano state fuse.
Pregherei di evitare la strumentalizzazione della vicenda, da un lato e dall'altro ricordando a quanti, forse, lo dimenticano, che vi sono molti reati, qualcuno meno grave di quello commesso dallo stupratore di capodanno, per i quali vi è la presunzione che le esigenze cautelari siano rispettate solo con la detenzione carceraria.
E segnaliamo, infine, che lo stupratore di capodanno non si è costituito e ha confessato subito dopo il fatto, me oltre venti giorni dopo dal fatto e quando il cerchio intorno a lui si stava stringendo.
E non c’è da meravigliarsi se poi affiggono dei manifesti che inneggiano alla stupratore di capodanno.

A quando, con questa logica, saranno dati i domiciliari allo stupratore di Guidonia che ha confessato?

La Redazione ha detto...

Per l'anonimo delle 20.21

Vede, giudicare è cosa difficile, perché il giudizio riguarda il fatto e la persona, quella persona e solo lei.
Non esiste un giudizio "uguale per tutti" ma solo una norma uguale per tutti.
I fatti e le persone, però, non sono uguali.
E ciascun fatto e ciascuna persona meritano il "loro" giudizio, quasi su misura.
Non è la nazionalità ad aver determinato la misura meno afflittiva, ma un insieme di considerazioni che valgono "solo" per quel caso e per nessun altro.
La legge deve "generalizzare" per non trasformarsi in privilegio; il giudizio deve "individualizzare" per non incorrere in ingiustizia.
Nicola Saracino

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Comprendo le ragioni del diritto, qualcosa ne capisco anch'io, ma non posso non mettermi al posto di ... Nel mio precedente mestiere (oggi faccio il pensionato), tante volte mi sono messo al posto di, cioè mi sono immedesimato.
Non posso non farlo anche in questa circostanza e cerco di capire lo stato d'animo della ragazza e dei suoi genitori.
Forse sbaglio, ma credo che la concessione degli arresti domiciliari non fosse una conseguenza automatica della confessione.
A mio giudizio poteva il G.I.P. Marina Finiti dissentire dalla richiesta del P.M. Giuseppe Barba, anche perchè il reato commesso sotto l'effetto combinato di alcool e droga è reiterabile.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Mi scuso, il G.I.P. non poteva fare di più, il P.M. non doveva farsi intenerire dalla tempestiva 'confessione' del ragazzo, tempestiva nel senso che ha preceduto d'un soffio la custodia cautelare in carcere.
Una giovane donna è stata violentata, non borseggiata.

La Redazione ha detto...

Nessuno di noi conosce tutti gli elementi della vicenda.
Questo non vuol dire che la decisione adottata sia necessariamente quella giusta.
Ma neppure il contrario.
Occorre accettare le leggi e se queste non piacciono le si cambino per tutti: se la custodia in carcere diviene la prima scelta, dovrà esserlo anche per molti altri reati.
Senza dimenticare che il processo è pensato per sciogliere l'alternativa condanna/assoluzione; prima del processo non può esservi pena.
Si trovino le risorse e si ponga pure un carabiniere dinanzi all'abitazione di ciascun processabile quando si teme la reiterazione del reato. Perché un timore non può soppiantare la (umana) certezza che sola giustifica la pena, ed il carcere è pena, sempre. Non devo certo ricordarlo a Lei, gentile dott. Luigi.

Anonimo ha detto...

Vorrei un commento e un'opinione a questo episodio.
Grazie
http://www.parmaok.it/parmaok/italia/marocchino_condannato_per_stupro_evade_domiciliari_1328010916.html

Anonimo ha detto...

secondo me gli stupratori dovrebbero stare in galera, ormai in Italia abbiamo toccato il fondo. Ho letto proprio ieri che in Italia la delinquenza comune è circa 300 volte superiore che negli Usa con una media di 400 stupri l'anno per città. sono dati allarmanti che meriterebbero un'attenta riflessione. La cosa curiosa poi è che simili reati avvengono sempre per opera di stranieri.
mi rendo conto che la legge prevede che il reo confesso finisca ai domiciliari ma sarà il caso di cambiarla.
lo stesso andrebbe fatto per diversi reati.
in un Paese come il nostro dove si consumano circa 30.000 delitti l'anno solo a Milano sarà il caso di darsi una mossa.

Anonimo ha detto...

Per il Dott. Saracino: certamente nessuno di noi conosce i fatti sicchè non si può dire che la decisione adottata sia quella giusta o il contrario; tuttavia, dissentendo dal pensiero unico, mi pare che la decisione adottata (la definisco generosa e premiale e, per un abberrante principio di equità, dovrebbe esser estesa con questa logica anche agli stupratori di Guidonia) viene descritta, almeno negli articoli del blog e dei commenti, come quella giusta.
Secondo me se il Ministro Alfano non avesse promosso l'ispezione, i giudizi sulla decisione del GIP sarebbero stati opposti
O sbaglio?

Anonimo ha detto...

Per Anonimo delle 8.07.

Gentile Lettore,

a me pare che il problema rilevante non sia se era giusto o no dare gli arresti domiciliari allo stupratore.

Su questo possiamo discutere quanto ci piace, come di ogni cosa e di ogni sentenza possiamo discutere ed è molto utile discutere (se lo si fa con un minimo di adeguatezza tecnica e logica).

La questione gravissima e il dilemma davanti al quale siamo è tutto un altro e la cagnara sullo stupratore altro non è CON EVIDENZA che un espediente del potere per decidere la partita che Le descrivo qui appresso.

Astrattamente sono ipotizzabili due sistemi giudiziari.

Uno prevede che le decisioni per ogni singolo caso le prendono i giudici e, se a qualcuno degli INTERESSATI (e non al Ministro o al cittadino qualunque) appaiono sbagliate, fa appello o ricorre secondo gli strumenti previsti dal codice. Così sono i sistemi giudiziari di tutti i paesi civili.

L'altro sistema prevede che i giudici prendono le decisioni "fino a un certo punto", perchè, quando il "potere" o la "piazza" (e badi che il "potere" ha sempre - non solo sotto Berlusconi - anche gli strumenti per il controllo della "piazza": giornali, TV, ecc.) vogliono una certa decisione, il giudice deve adottare quella e basta. Questo è il sistema in vigore in tutti i "regimi", di destra, di sinistra, di centro, di sopra e di sotto. Il dittatore o il "comitato della rivoluzione" decide ciò che è giusto e si va direttamente alla ghigliottina o al gulag o allo stalag.

Questo è il problema.

Il "potere" in Italia vuole potere controllare le decisioni dei giudici.

E propina a lettori come Lei una equazione del tipo: "Lo vedete che questi giudici prendono decisioni assurde? Dobbiamo fare delle norme che ci permettano di controllarli".

Dopo di che, quando le avranno fatte - cioè fra qualche mese - (e moltissime le hanno GIA' fatte), Lei e tutti avremo le decisioni che "sembrano giuste", ma non sapremo MAI se sono giuste, perchè raramente "giusto" è ciò che "appare".

Faccio il giudice da 23 anni e, mi creda, migliaia di volte studiando il caso in profondità mi sono accorto che le cose non erano come sembravano a prima vista (proprio l'altro giorno un avvocato ha avanzato in udienza una richiesta che mi è parsa assurda e impensabile. Appena ho cominciato a studiare la cosa, mi sono accorto che quell'avvocato aveva - "assurdamente" vorrei dire, perchè si capisca il concetto - ragione).

Comunque, se le serve un esempio di riscontro più affidabile delle mie parole, si ricordi il "giudizio" di Gesù Cristo.

Ponzio Pilato doveva decidere.

Il "potere" gli disse che era assolutamente evidente che Gesù doveva morire.

Il popolo, richiesto di esprimersi, disse "crucifige eum".

Il giudizio finì in un modo che fece contenti e rassicurò tutti.

Pilato restò al suo posto e il popolo se ne andò a casa contento.

Scusi se glielo dico, ma discutere qui se allo stupratore si dovevano dare o no gli arresti domiciliari è assolutamente inutile e - molto peggio - fuorviante.

Perchè allora dovremmo discutere se sia stato giusto o no convalidare lo sfratto della signora Pina e ritenere che in quell'incidente stradale la colpa non fu di Tizio, ma di Caio, e così per tutte le sentenze dei mille e mille giudizi che si celebrano ogni giorno.

Ciò che stiamo discutendo qui è: il contenuto della sentenza lo deve decidere un giudice, salve le impugnazioni, o vogliamo che in alcuni casi (per i potenti in senso assolutorio e per i "neri" in senso linciatorio) lo decidano Alfano e gli spettatori di "Amici di Maria De Filippi"?

Questa è la partita che si sta giocando.

Il dolore atroce di una ragazza violentata è solo la carne dei cristiani che l'imperatore mette a disposizione degli spettatori del colosseo perchè si appassionino a questa carneficina e non si rendano conto di cosa l'imperatore sta facendo al loro Paese.

Felice Lima

Anonimo ha detto...

“la carcerazione preventiva è un’eccezione e come tale va applicata perché così vuole la legge”

allora chiedo perché le carceri italiane sono piene per metà di chi attende un giudizio? Vuol dire che c’è qualcosa nella legge che non funziona o nella sua libera interpretazione.

Il giudice è soggetto soltanto alle legge, ma se la legge viene fatta apposta per essere incomprensibile soggettivamente interpretabile e quindi non uguale per tutti e volutamente inapplicabile cosa si può fare?

Sono d’accordo, qui si cerca di controllare l’operato della magistratura e condizionarla e usarla a piacimento. Non è molto difficile ottenerlo, la gente è stanca di subire ingiustizie proprio nell’applicazione della legge.
Se i magistrati fossero tutti o almeno in gran parte schierati a favore della giustizia e della verità (come ha dimostrato la dott.ssa Nuzzi sulla propria pelle) e non al servizio di potenti o per mantenere i loro privilegi avrebbero sicuramente chi li sostiene come è stato oggi con i magistrati salernitani e per De Magistris.
Quello che la gente chiede, per non farsi travolgere dall’anarchia, è rigore e ricerca della verità quando si giudica, non superficialità e menefreghismo (spesso l’applicazione della legge è un alibi).

E’ per questo che se sostengo totalmente, anche impegnandomi a fare pubblicità alla causa, i magistrati di Salerno e De Magistris, non condivido per nulla la deriva autoritaria di tantissimi PM (es mettere in carcere qualcuno per intimidirlo, o peggio per avvantaggiare il suo avversario magari politico) o al contrario il lassismo più totale quando si tratta di applicare la legge per proteggere vittime di reati gravissimi .

Occorre fare il punto della situazione, qualcuno dice contarsi. Oggi è necessario scegliere o si sta con i magistrati onesti e allora si stracciano le tessere dell’ANM e si disconoscono i vertici del CSM o ci si lascia trasportare dal delirio con la consapevolezza che la gente è stufa di fare “carne da macello” nel nome dell’applicazione della legge!
Sempre con grandissima stima
Eleonora

Pierluigi Fauzia ha detto...

Egregio Anonimo delle 8.07,

Io non credo che la decisione sui domiciliari come descritta nei commenti e negli articoli sia ritenuta giusta.

Molti,io tra tutti,la ritengono al contrario profondamente ingiusta.

Diversamente,credo sia ritenuta corretta,dove per corretto s'intende un comportamento conforme alle regole che lo disciplinano.

E il diritto,coloro che in veste istituzionale si lamentano di tale decisione,lo possono modificare.

E' loro il compito di effettuare considerazioni di "giustizia".

Dobbiamo scindere le scelte di politica criminale,di competenza del Parlamento sovrano,dal diritto e dalla procedura penale che tali considerazioni concretizzano e che si impongono al potere giudiziario come fatti.

Diversamente ci sarebbe un'intromissione del potere giudiziario in un ambito che non gli compete.

Cordialmente

Pierluigi Fauzia

Anonimo ha detto...

Per Felice Lima e Nicola Saracino.
E' avvilente. Siete costretti a sgolarvi, e anche a ripetervi, per dire cose che sono ovvie.

Il fatto che molte persone confondano, anche dopo avere letto il post che commento e l'ulteriore spiegazione del dott. Saracino, i tre piani della correttezza secondo legge del provvedimento del giudice, della "giustizia" delle norme in materia di misure cautelari e di ingerenza del potere esecutivo nel merito dell'esercizio della funzione giurisdizionale, dimostra in modo palese che i mass-media, che dovrebbero controllare il potere politico, in realtà lo proteggono, lo giustificano.
Qualunque giornalista serio sa bene la gravità insita nella continua minaccia del Ministro di ispezioni e di sanzioni disciplinari ogni volta che il "merito" del provvedimento non gli piace e capisce perfettamente quanto é riprovevole e meschino strumentalizzare la sofferenza delle vittime dei reati per conquistare il consenso della gente.
Ma tace e fa credere che ciò che accade é normale. E gli “informati” ci credono.

Adesso il Ministro, per calmare il furore del popolo che ha votato il suo partito per la "sicurezza" che aveva promesso, e che non ha mantenuto, dichiara che porrà a carico dello Stato gli oneri economici della difesa delle vittime del reato di violenza carnale.
Non entro nel merito di questa scelta. Dico solo che in un momento di recessione ogni onere economico a carico dello Stato dovrebbe essere ben ponderato.
Dico anche che ci sono reati non meno spregevoli di questo, per cui non si capisce perché lo Stato dovrebbe comportarsi in un certo modo per lo stupro, e in altro per gli altri casi.
Dico solo che un atto normativo dovrebbe essere frutto di una scelta ponderata fatta sulla base di una visione globale del sistema in cui si interviene e mai essere conseguenza di un impulso, senza la benchè minima visione d'insieme.
Dico che un atto normativo non dovrebbe mai essere emesso per dare l'impressione al popolo che si sta facendo qualcosa.
Dico che nessuno ha sottolineato che la difesa a carico dello Stato c’é già per i soggetti più bisognosi.
Dico che nessuno ha evidenziato che c’é un P.M. che gratuitamente porta avanti l’accusa per i reati, tra cui lo stupro.
Dico che per garantire la giustizia ci vogliono le strutture e i mezzi e che questo governo ha tagliato i fondi per la giustizia.
Dico che ci sono delle associazioni che hanno come scopo l’assistenza delle vittime di questi reati e che si potrebbe anche pensare di finanziare queste associazioni.
Dico solo che questi rilievi critici, né altri, io non li leggo nella stampa e non li sento in TV.
Dico solo che sono veramente preoccupata per la capacità di intorpidimento di ogni senso critico che hanno i nostri “informatori”.

Anna

Anonimo ha detto...

Grazie all'avv. caiazza, all'avv. Flamminii Minuto e a tutti gli avvocati che denunciano coraggiosamente quanto sta accadendo, ristabilmendo finalmente la verità.
con stima,

Irene

Anonimo ha detto...

Come al solito il Dott. Lima interviene a fare chiarezza,
sollecitato da tutte le parti,
anche quelle che non capisco quanto siano realmente in buona fede e non "vedono", e quelle che
forse vogliono solo creare confusione...
Di questo non posso che essergliene grato, insieme a
coloro che, a mio modesto avviso,
hanno una visione lucida e onesta
di come purtroppo la sitazione stia
precipitando sempre di più....
Ma che fatica e che pazienza!
Due osservazioni x l'anonimo delle
h.20,21:
1) forse il suo pensiero non è
uniformato al "pensiero unico"
(come lui lo definisce) di questo
blog, e in quanto tale può essere
ben accetto perchè stimola la discussione, ma a me pare che nel
mondo mediatico che abbiamo là fuori opinioni come le sue siano
proprio le più diffuse e più acriticamente condivise (e quindi,
appunto, pensiero unico)
2) credo che una firma o quantomeno
un nickname sia gradito da parte di tutti... O dobbiamo continuare
a rivolgerci all' uno o all' altro
"anonimo" senza sapere se è la stessa o un' altra persona?
Grazie per l'attenzione
Sandro59

Anonimo ha detto...

Pur disprezzando profondamente chi stupra una donna (ma può accadere anche ad un uomo, ad un bambino).

Pur provando un senso di disgusto per il fatto che il vile sia agli arresti domiciliari.

Pur constatando quanto sopra, NON POSSO dare la croce addosso al giudice che si ritrova COSTRETTO ad eseguire delle leggi NON SCRITTE DA GIUDICI ma da POLITICI.

Se in questa storia ci sono dei colpevoli questi sono le carogne che hanno compiuto l'atto materiale e i delinquenti che hanno scritto la legge.

Tutti gli altri sono vittime, compresi noi.

Secondo me.

Luciana

Anonimo ha detto...

All'Anonimo del 29 gennaio ore 2.28:
non so se lei sia lo stesso che ha scritto anche alle 8.07 e a cui hanno risposto in tanti, ma non mi sembra, per questo le rispondo.

Lei scrive, fra l'altro: "la cosa curiosa poi è che simili reati avvengono sempre per opera di stranieri".

Io la invito a pensare bene prima di scrivere o dire qualcosa del genere, perché oltre che offensivo è SBAGLIATO. Considerare la realtà dei fatti significa accorgersi di quello che succede anche quando non ci piace.
Agli xonofobi in genere non piace dire che ci sono stupratori (o "simili delinquenti") anche nella società autoctona, o nella società "bene". Agli estremisti in altro senso non piace dire che gli stupratori (o "simili delinquenti") sono gli immigrati, coloro che magari scappano da Paesi in guerra e che qui cercano solo di rifarsi una vita, disprezzati e e maltrattati dalla società.

Ma la realtà, come spesso accade, sta nel mezzo.
Perché di simili delinquenti ce n'è da entrambe le parti (purtroppo), dato che l'esserlo non dipende dalla provenienza geografica. Non è che in romania insegnino a scuola che da grandi si deve andare in giro a stuprare le donne, per capirsi. O che lì il governo (e la magistratura) non consideri questo un reato, o non lo consideri un reato grave.
Il punto è che anche lì, come da noi, ci sono i delinquenti che se ne fregano sia delle regole che degli altri, e vivono di violenza.

Se non altro per una questione di percentuale (contro sessanta milioni di italiani non ci sono sessanta milioni di stranieri, in Italia) sappia che gli stupri e le violenze sulle donne sono molto maggiori in casa, ad opera di mariti, conoscenti, parenti, amici (anche questi dobbiamo considerarli "stranieri"?) che per la strada, ad opera di immigrati.

Senza contare che i 400 di media per città che lei sa esserci in Italia (in non so se queste cifre sono vere, da dove lei le abbia prese, le prendo per buone) e i 30.000 delitti milanesi l'anno sarebbero sicuramente meno se i personaggi pubblici dessero il buon esempio, se si smettesse di apprezzare pubblicamente l'italiana "arte di arrangiarsi", se si smettesse di approvare i "furbi", se si smettesse di dire pubblicamente che "evadere il fisco è un diritto del cittadino", e se soprattutto i politici smettessero di fare leggi fatte apposta per non far andare in galera la gente, ne risentirebbero anche i criminali e i crimini comuni.

Silvia.

Anonimo ha detto...

Ma, scusate, quale comunicazione vi aspettavate dagli avvocati ... penalisti ?

Se avessero detto qualcosa di diverso, sarebbero andati contro gli interessi di tutti i loro potenziali CLIENTI !

louiuiguig ha detto...

Non sono un giudice, non sono un pm, non sono un avvocato, mi occupo d'informatica.
Tuttavia, e vorrei che, se mi sbaglio, qualche tecnico del diritto mi smentisse, mi pare di ricordare che il codice di procedura penale sia molto chiaro e tassativo circa l'applicabilità delle misure cautelari: se c'è pericolo di inquinamento delle prove, se c'è pericolo di fuga, se c'è pericolo di reiterazione del reato.

Questi e solo questi sono i casi, tassativamente previsti: se si da il caso non si può lasciare a piede libero, se non si da il caso si deve lascaire a piede libero.

Poi, se il caso si è dato, parte il giudizio complesso su quale misura cautelare dare, tra tutte quelle previste dalla legge.

A me non piace discutere le sentenze nel merito, perchè la tecnica giuridica è complessa e ogni sentenza merita uno studio attento ed un adeguato bagaglio di conoscenze per essere effettivamente compresa, tuttavia, per chi desidera, è giusto discutere il merito degli atti dell'autorità, in questo caso giudiziaria.

Quello che non mi sembra giusto è pretendere di giudicarli prescindendo dal loro contenuto effettivo e dalla legge, perchè un giudice ed un sostituto procuratore non decidono quello che a loro, soggettivamente, sembra più o meno giusto, ma quello che gli sembra la legge disponga in quel caso specifico.

Le norme sono astratte e generali, i casi sono concreti e particolari e il gap tra questi due ambiti diversi è colmato dall'autorità giudiziaria, che cerca di capire come la legge, e non certo ognuno magistrato soggettivamente o l'autorità giudiziaria, vuole sia regolato il caso specifico.

Per questo considerazioni giustamente pietose nei confronti della vittima o confronti con altri casi possono essere comprensibili, ma non sono giusti nei confronti dei magistrati, ai quali è giusto imputare, se si da il caso, di non aver rispettato la legge e nient'altro.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Non so gli altri lettori, ma io non mi faccio incantare nè distrarre da episodi come quello oggetto del presente post ed ho bene in mente e da tanto tempo che sono tantissime le cortine fumogene che il potere produce e dissemina continuamente per mascherare le sue vere intenzioni.
Se posso, vorrei suggerire un approfondimento di Giuseppe D'Avanzo su LA REPUBBLICA online di oggi, che ho ripreso nel mio blog, per quanti siano interessati.
Si tratta di una analisi a mio parere perfetta sulle intenzioni della maggioranza in materia di intercettazioni.
Ecco il link:
http://ilgiornalieri.blogspot.com/2009/01/intercettazioni-cosi-berlusconi-ha-gia.html
Agghiacciante.

Anonimo ha detto...

FRANCESCO SICILIANO
Caro Felice,
tanto è lucida quanto triste la tua spiegazione, anzi il tentativo di dare la spiegazione di tutte le "nostre" ( passami il termine) obiezioni. Sai non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Vorrei nel mio piccolo supportarti e spiegare ancora di più il pensiero anche se è molto molto chiaro. Dimenticavo - prima della spiegazione - quanto è triste non riuscire a dire e far comprendere attraverso tutti i mezzi di informazione il concetto semplice da te espresso.
Ritornando ad esso il problema non è se è giusto o sbagliato dare i domiciliari allo strupratore reo confesso ( aggiungo solo a fine di verità che l'istituto della carcerazione preventiva così come ogni altro è il risultato delle RIFORME DELLA GIUSTIZIA FATTE DAI POLITICI ATTRAVERSO IL GOVERNO E IL PARLAMENTO e queste leggi e solo queste sono a disposizione dei giudici e, permettetemi,degli avvocati) il problema più grande per la democrazia, ma anche per il nostro piccolo orticello quotidiano è ristabilire il principio costituzionale per cui avverso quella decisione, se sbagliata, si ricorre ad altro giudice; questo non perchè quel Giudice o i Giudici siano infallibili ma perchè questa è la regola e ciò vale e deve valere in ogni caso. All'anonimo che obietta vorrei dire che la possibilità che il Ministro intervenga a sindacare la decisione del Giudice - ormai sembra chiaro attraverso il Giudice Speciale Disciplinare che valuta a quel fine elementi quale il clamore suscitato, la negativa esposizione mediatica della giustizia e altri concetti di questo tipo - crea solo discrimine e perpetua la legge dell'ortolano ( credo non sia necessario esporre il principio per esteso basta la massima), questo perchè mai un Ministro, ma mai neanche un qrande giornale o un grande giornalista o altro faro mediatico, si muoveranno per sindacare la decisione del giudice che ha prosciolto ovvero rimandato a giudizio un anonimo individuo di periferia in una decisione concernente una piccola cosa quotidiana. Sempre l'anonimo, tuttavia, a proposito del dolore o sgomento per una decisione non condivisibile deve valutare che c'è dolore anche quando un padre di famiglia non si vede riconosciuto un suo diritto patrimoniale su cui magari aveva fatto affidamento per soddisfare bisogni suoi o della sua famiglia ovvero anche quando un piccolo sopruso ha che ne sò creato patologie ad un anonimo cittadino di periferia ecc. ecc. , in tutti questi casi anonimi sia per il Ministro sia per i media nessuno provocherà un sindacato sulla decisione del giudice.
Allora penso che proprio i seguaci del nuovo peronismo ( leggi classe media e medio bassa, precari e altri) dovrebbero riflettere sul fatto che le eccezioni portate a regola, cioè i fatti a cui si assiste per cui un Ministro si mouve a sindacare atti dei Giudici in base a valutazioni soggettive e non in base a regole, finiranno per "fregare" ( sorry) proprio la ragazza che ha subito violenza, il branco che reagisce e tutti quelli non notabili che si fanno trascinare dai casi mediatici sfruttati a fini di partito.
Scusate la petulanza ma io vorrei spiegare a tutti, da avvocato, che attraverso l'indipendenza della Magistratura non difendo i Giudici ma i cittadini, i mei figli, i miei clienti, gli ultimi, i medi cioè la maggioranza degli italiani.

Anonimo ha detto...

Se continuiamo a parlare di stupro, anche in questo blog allora vuol dire che la situazione é davvero critica. Il miglior modo per non dare una notizia é catalizzare l'attenzione su altro (vi ricordate di Cogne?).
Anna

Anonimo ha detto...

Vero Anna,
si potrebbe parlare di disonestà intellettuale prendendo spunto per esempio dall'articolo sulla prima pagina del Corriere di oggi a firma Piero Ostellino!
Ma come si fa... altro che i dieci indiani citati da Travaglio... questi si son messi in testa di annientare la mente degli italiani...
b

salvatore d'urso ha detto...

GIUSTIZIA: GIOVANI AVVOCATI DISERTERANNO ANNO GIUDIZIARIO


Roma, 29 gen. - (Adnkronos) - Anche per quest'anno l'Associazione giovani avvocati disertera' l'inaugurazione dell'anno giudiziario. Ad annunciarlo e' il presidente dell'Aiga Giuseppe Sileci che sottolinea come questa cerimonia "e' divenuta ormai il simulacro autocelebrativo di un ordine giudiziario sempre uguale a se stesso che non e' piu' tra le istituzioni dello Stato in cui i cittadini hanno maggior fiducia":

Anonimo ha detto...

Per anonimo del 29-01-09 ore 13,19

Illustre anonimo
Lei ha scritto:
Ma, scusate, quale comunicazione vi aspettavate dagli avvocati ... penalisti ?

Se avessero detto qualcosa di diverso, sarebbero andati contro gli interessi di tutti i loro potenziali CLIENTI !

Sinceramente le auguro di non aver mai nulla a che fare con l'amministrazione della giustizia e poter continuare a sparare frasi fatte e inconcludenti, frutto di enorme superficialità, boria e presunzione.
Sono convinta che per lei comprendere cosa significhi "legalità" è impresa ardua.
Esprimo la mia condivisione alle dichiarazioni della camera penale di Roma....
ops...pure io avvocato...
Mathilda

Anonimo ha detto...

"Per anonimo del 29-01-09 ore 13,19

Illustre anonimo
Lei ha scritto:
Ma, scusate, quale comunicazione vi aspettavate dagli avvocati ... penalisti ?

Se avessero detto qualcosa di diverso, sarebbero andati contro gli interessi di tutti i loro potenziali CLIENTI !

Sinceramente le auguro di non aver mai nulla a che fare con l'amministrazione della giustizia e poter continuare a sparare frasi fatte e inconcludenti, frutto di enorme superficialità, boria e presunzione.
Sono convinta che per lei comprendere cosa significhi "legalità" è impresa ardua.
Esprimo la mia condivisione alle dichiarazioni della camera penale di Roma....
ops...pure io avvocato...
Mathilda"

Appunto!

E, per giunta, troppo suscettibile per il lavoro che fa, a meno che non si tratti della "new wave" della retorica!

Anonimo ha detto...

Alla gentile Mathilda.

Vi sono, tendenzialmente, due tipi di avvocati: uno appartiene agli uomini liberi, che non hanno bisogno di ossequiare i Giudici per motivi, veri o pretesi, di interesse personale. L'altro, purtroppo, appartiene al tipo di soggetti naturalmente "proni", pronti a genuflettersi moralmente e materialmente di fronte a chi dispone del potere ... di liquidare le sue notule.

E' pur vero che tale distinzione si ritrova, mutatis mutandis, in ogni aspetto del vivere civile.

Soltanto, l'enorme numero di avvocati, decuplicati negli ultimi vent'anni grazie agli "esami-farsa" di Catanzaro, ove passava il 99,7% dei candidati, mentre altrove (ad esempio a Milano) passava soltanto il 5%, ha reso assai meno sostenibile l'autorevolezza di chi sostiene delle tesi soltanto rifugiandosi dietro una pretesa conoscenza delle regole sostanziali e processuali.

E' indubbio che chi sia diventato avvocato senza merito non abbia molti titoli per parlare. Avendo egli pensato solo al proprio tornaconto personale, non è escluso che lo possa fare ancora, come ha fatto all'esame. Questo era il senso ultimo del mio intervento.

Non dico, gentile Mathilda, che Lei appartiene alla seconda categoria sopra descritta: me ne guardo bene, non conoscendoLa!

Soltanto, farebbe cosa gradita se prima di insultarmi pubblicamente, parlando di "enorme superficialità, boria e presunzione" si informasse meglio.

E, visto che non lo può fare, che almeno si astenesse da simili commenti.

Vede, non avendo il piacere di conoscerLa, non mi permetto di domandarLe dove o quante volte abbia sostenuto gli esami da Procuratore. Allo stesso modo, gradirei che Lei non si permettesse più di lanciare insulti gratuiti, sia pure ad un "anonimo".

Confidando nella Sua intelligenza, La ringrazio.

Anonimo ha detto...

Per Anonimo delle 13.06, che, presumo, è lo stesso Anonimo del 29.1 alle 13.19.

Lei è inutilmente scortese. Cosa che considero particolarmente dolorosa, perchè metto in conto che si possa essere scortesi quando la cosa ha un senso e un fine, ma non lo comprendo quando corrisponde solo a un desiderio vano di ferire altri.

Lei ipotizza che la posizione assunta dall'avv. Caiazza sia funzionale a suoi interessi di procacciamento della clientela.

Io faccio il magistrato e, dunque, dovrà insultarmi in un altro modo.

Nell'attesa, mi permetto di segnarLe alcune cose:

1. l'avv. Caiazza non ha bisogno di procurarsi clienti in un modo tanto meschino come Lei ipotizza;

2. se la questione potesse porsi sul piano tristo sul quale la pone Lei, si dovrebbe prendere atto che la difesa pubblica di un pubblico ministero farebbe perdere all'avvocato più clienti di quanti gliene potrebbe fare guadagnare;

3. per fortuna il mondo non è popolato solo da persone come le immagina Lei, ma anche da altre, animate da sincera passione civile;

4. la difesa della indipendenza dei magistrati è valore culturale, morale e costituzionale che deve stare a cuore a tutti e sta a cuore, per fortuna, anche a molti avvocati, così come l'indipendenza degli avvocati è valore culturale, morale e costituzionale che deve state a cuore a tutti e sta a cuore, per fortuna, anche a molti magistrati (io fra questi).

Infine, ogni magistrato che si rispetti e abbia rispetto per ciò che fa ha bisogno primario di avere IN OGNI PROCESSO per interlocutori difensori liberi e qualificati, come ogni avvocato che si rispetti e abbia rispetto per ciò che da ha bisogno primario di avere IN OGNI PROCESSO per interlocutori magistrati indipendenti e qualificati.

Fuori da questo non c'è processo, ma solo barbarie.

Non ha alcun senso celebrare un processo, se l'imputato è già stato condannato dal re o dalla folla. Non ha alcun senso celebrare un processo se l'imputato non viene difeso o viene difeso "fino a un certo punto".

Di barbarie ce n'è così tanta nel nostro Paese che adesso la stanno introducendo a forza anche dentro il processo.

Il dovere morale di ognuno è resistere a questo.

Ringrazio di cuore l'avv. Caiazza, Mathilda e i tantissimi avvocati con i quali mi onoro di dividere le quotidiane fatiche lavorative per la loro sensibilità.

Felice Lima
(magistrato)

Vittorio Ferraro ha detto...

Mi era sfuggito l'intervento dell'anonimo delle ore 13,19 del 29gennaio.

Veda, la difficoltà è proprio quella di costruirsi una identità. Un proprio modo di essere.

Gli esseri umani sono influenzati, di continuo, dall'ambiente nel quale vivono, dalle persone che frequentano, dai libri che leggono (o che non leggono)...
Così anche gli avvocati costruiscono il proprio sè. E sono influenzati dall'avvocato presso il quale hanno fatto pratica, dall'ambiente che frequentano, dai libri che leggono(o da quelli che non leggono)...

In questo mondo, pertanto, vi sono persone meschine, abiette... ma anche persone che condividono valori, ideali, principi...
Così come ci sono avvocati meschini, venali... ma vi sono anche avvocati che hanno un alto senso della giustizia, della legalità...

Perchè misurare il tutto soltanto in termini economici e non pensare anche che ci possano essere anche persone al di fuori del coro?

Il suo è conformismo.

Scriveva Gunther Anders che "il conformismo non è sanguinario soltanto perchè ci ha già inghiottiti".

Per fortuna ci sono ancora persone (avvocati, magistrati, cancellieri, medici, insegnanti, idraulici...) che non si rassegnano e che lottano per non essere "inghiottiti dal conformismo".

francesco siciliano ha detto...

La Calabria Frana: è il titolo di un TG; verrebbe da dire e da pensare i Calabresi saranno indignati con i controlli non fatti dagli enti deputati con la manutenzione non fatta dagli enti deputati e anche con la classe dirgente che sceglie chi controlla e nomina i vertici degli enti che controllano. Creo che tutto questo, purtroppo, non accadrà nemmeno quando cade una montagna su un'autostrada ( dove tra l'altro da anni si lavora per il miglioramento delle corsie). Io però come tanti altri - non l amaggiorana purtroppo - mi indigno perchè sono orgoglioso di essere calabrese e mi indigno non solo con la mia classe dirigente ma anche con chi, in maniera superficiale e generalizzata esprime giudizi sulla Calabria e sui calabresi. SAPPIA L'ANONIMO CHE I FORI CALABRESI SONO POPOLATI DA OTTIMI AVVOCATI CHE HANNO SOSTENUTO L'ESAME A CATANZARO PERCHE' L'ESAME NON CREA L'AVVOCATO E' IL SOLITO E STORICO BALZELLO POLITICO AMMINISTRATIVO CHE SERVE A CREARE POSIZIONI DI POTERE E DI CLIENTELA. SA L'ANONIMO CHE A CATANZARO HANNO SOSTENUTO L'ESAME MIGLIAIA DI AVVOCATI CHE LAVORANO IN FORI NON CALABRESI (PENSI CHE ANCHE UN MINISTRO HA SOSTENUTO L'ESAME IN CALABRIA ANCHE SE A REGGIO). SA L'ANONIMO LE PERCENTUALI DI PROMOZIONI DI ALTRE CORTI DI APPELLO ASSOLUTAMENTE EQUIVALENTI A QUELLE DI CATANZARO. E' VERO NOI CI FACCIAMO RIDERE DIETRO MA E' ANCHE COMODO PARLARE SOLO DELLA CALABRIA. In tutto questo pressapochismo c'è una cosa che mi consola la tristezza calabrese è arrivata in tutta la nazione e primo o poi ci sarà un giorno nuovo è inevitabile.

Anonimo ha detto...

Rispondo all'osservazione mossami da Francesco Siciliano, sul fatto che ottimi avvocati abbiano superato l'esame a Catanzaro.

Certo che vi sono ottimi avvocati, che pure hanno superato l'esame a Catanzaro !

Il problema, vede, è dato da quelli che l'esame non lo avrebbero MAI superato, se non l'avessero sostenuto a Catanzaro !

E che oggi in misura dieci volte superiore a vent'anni fa, affollano le aule di giustizia.

Senza che NESSUNO ne parli ... MAI.

Anonimo ha detto...

Non c'è alcun dubbio sul valore di molti avvocati. Così come non c'è alcun dubbio, purtroppo, che ve ne sia un numero assai elevato che, per incompetenza, inadeguatezza e/o mancanza totale di scrupoli, rappresenta la rovina delle povere persone che a loro si affidano.
Sarebbe bene che questo tema venisse affrontato con coraggio e decisione all'interno del mondo forense, il quale dovrebbe seriamente porsi il problema di come elevare il livello medio dell'avvocato italiano e di come meglio tutelare il cliente.

Anonimo ha detto...

Potrebbero condizionare la concessione degli arresti domiciliari col pagamento di una cauzione.
I soldi hanno sempre più effetto delle colpe e delle condanne.
Molti pirati degli incidenti stradali temono l'aumento del premio assicurativo più che la vita delle persone.
Alessandra

Anonimo ha detto...

Francesco Siciliano
Sempre per l'anonimo di cui è oggettivamente evidente l'argomentare colto e informato. La mia obiezione riguardava il fatto che percentuali simili al 100% non sono state riscontrate solo a Catanzaro ma anche in altre Corti di Appello di cui, non capisco perchè, si evita di parlare. Il problema dell'esame inutile non è solo un problema Catanzarese; il mio problema è capire perchè se ne parli solo con riferimento a Catanzaro e non ad altre Corti di Appello, che non enumero, ma le cui percentuali sono emerse diverse da Catanzaro solo per frazioni di punto e sono note a tutta Italia. Certo è un problema quello di molti avvocati che letteralmente danneggiano i clienti (anch'io credo di farlo a volte ma sbagliare, purtroppo, è umano sempre che rimanga in percentuali "umane") ma su questo io mi permetto di osservare che sull'avvocato, più che l'esame, influiscono sistemi di accreditamento social-professionale (leggasi sponsor) e, purtroppo, la lentezza dei processi che fà emergere i danni fatti dall'avvocato dopo molti anni. A costo di apparire petulante mi sento di obiettare che il problema, al solito, non è solo l'esame ma le deviazioni delle regole del mercato. Mi spiego meglio in un sistema realmente ancorato alle sole regole tecniche sarebbe semplice far emergere errori e incapacità mentre in un sistema bloccato e deviato da influenze diverse dalle sole regole ci sono molti che superano, appunto attraverso i meccanismi indicati, eventuali mancanze tecniche. Se c'è da fare autocritica la si faccia a 360° gradi perchè la selettività dell'esame non è il problema se poi la selettività del "mercato" risente delle medesime deviazioni che hanno influenza sulla "selettività" dell'esame.

Anonimo ha detto...

Che qualche fazione componente l'ammunistrazione della Giustizia si astenga dal partecipare a quella manifestazione "naif" (per come appare dai colori variopinti e "chiassosi", un pò "carnevalesca" - dato il periodo - e magari senza di quel famoso Carnevale...perché dai vertici della Corte toccato, seppur poi in parte reintegrato)dell' Anno Giudiziario ne rende merito.
Come onore e merito va alla Rachida Radi ministra della Giustizia...che del tutto entusiasta, a 5 giorni dall'aver partorito, non ha voluto mancare a una riunione così importante dell'anno giudiziario: del quale possono,sì, celebrare il successo (da noi il fallimento!autoreferenziale?) di una Giustizia celere, con un decimo delle "nostre" leggi e pochissimi avvocati: laddove la prescrizione è del tutto sconosciuta (da noi una regola... nonostante i tempi biblici, indulti e amnistie...anche prima della ex Cirielli!); laddove se un giudice sbaglia di grosso...si nomina una commissione parlamentare (da noi neanche per il G8: né prima e né dopo la tardiva e discutibile sentenza?) che dopo averne accertate le responsabilità...da negligenza grave (in danno di 13 comuni cittadini e non al contrario, come da noi, solo di quelli che "contano"...indagati da parte di magistrati magari integerrimi ma scomodi...persino ai loro vertici che dovrebbero sostenerli?) poi lo dà in pasto alla stampa/gogna.

Anonimo ha detto...

A Felice Lima:

Non dovrei sempre "difendermi" se ogni tanto faccio sentire qualche voce dissonante. Ma tant'è.

Però, sommessamente, La prego di comprendere che questa non è un'aula di giustizia e che siamo ancora liberi di esprimere la nostra opinione, anche in modo duro o ironico, purché non si offenda alcuno.

Ad ogni modo, non conosco le persone che Lei ha ora menzionato, né il mio commento era indirizzato in particolare alla loro moralità o alla loro buona fede.

Era solo una brevissima e banale riflessione comprovante l'EVIDENTE INEFFICACIA, verso terzi, di appelli provenienti da parti "potenzialmente" interessate, quali gli avvocati penalisti, anche se in realtà non lo sono.

Spero di esser stato chiaro.

Cinzia ha detto...

all'Anonimo del 31 gennaio 2009 16.11

"Non dovrei sempre "difendermi" se ogni tanto faccio sentire qualche voce dissonante. Ma tant'è."

Non faccia la vittima.
Lei non deve difendersi da nulla.
Non è la dissonanza ad essere contestata.
Il fatto è che se Lei evitasse di sparare provocazioni da quattro righe, ma scrivesse dei commenti argomentati, nessuno glieli contesterebbe. Al contrario, troverebbe certamente qualcuno pronto a volerne discutere.

"Però, sommessamente, La prego di comprendere che questa non è un'aula di giustizia e che siamo ancora liberi di esprimere la nostra opinione, anche in modo duro o ironico, purché non si offenda alcuno."

Certo, Lei è libero di esprimere la Sua opinione, ma quando è velatamente offensiva mi sembra chiaro che troverà qualcuno che glielo farà notare. Se non fosse stato Felice Lima l'avrebbe fatto qualcun'altro, può contarci.

"Ad ogni modo, non conosco le persone che Lei ha ora menzionato, né il mio commento era indirizzato in particolare alla loro moralità o alla loro buona fede."

Facendo un'accusa generica, anche se velata, chiunque appartenga alla categoria potrebbe ritenersi offeso ed essere nel suo giusto diritto di replica rispondendoLe.

"Era solo una brevissima e banale riflessione comprovante l'EVIDENTE INEFFICACIA, verso terzi, di appelli provenienti da parti "potenzialmente" interessate, quali gli avvocati penalisti, anche se in realtà non lo sono."

Infatti, brevissima, banale, sottolineo io generica e quindi comprovante il nulla.

"Spero di esser stato chiaro."

Per chiudere Le vorrei far presente, e penso di potermi permettere di dire a nome di molti, che questo blog non è un appoggia-pensieri, ma una piazza di discussione.
Ci si capisce discutendo e la chiarezza è figlia dell'argomentazione. Più si articola il proprio pensiero, partendo dal presupposto imprescindibile di volersi far comprendere dagli altri, più non si vivrà il rammarico di non essere stati chiari.

Grazie per l'attenzione e scusi il ritardo con cui Le ho risposto.

Anonimo ha detto...

Grazie Cinzia
Mathilda

Anonimo ha detto...

Non credevo che Felice Lima avesse bisogno dei suoi uffici di avvocato difensore, cara Cinzia. Né, a dire il vero, mi sembrava di aver aperto un procedimento nei suoi confronti. Prendo atto, ad ogni modo, della Sua singolare equità e della Sua evidentissima imparzialità. Cordiali saluti.

Anonimo ha detto...

Mi scuso con gli amici del blog se riapro un argomento già trattato da molti e che sembrava essere ormai arrivato alla sua conclusione: purtroppo, dei recenti fatti di cronaca giudiziaria lo hanno reso quanto mai attuale e da essi mi sento sollecitato ad esternare il mio modesto pensiero.
Quando un giudice (P.M. o G.I.P. che sia) è chiamato a perseguire dei reati che, per la loro efferatezza, hanno suscitato un forte allarme sociale, dovrebbe sentire il dovere di soddisfare, in primis, le esigenze di tutela della collettività, applicando nei confronti degli autori di quei reati le misure restrittive più severe previste dal nostro ordinamento giuridico, senza sconti o trattamenti di favore. Soltanto in questo modo si possono dissuadere altri malintenzionati dal commettere gli stessi reati, ed anche in questo modo si tutela la società civile dai criminali. Nel caso specifico, il giudice ha ritenuto di dover adottare la più lieve misura degli arresti domiciliari, affermando che la legge vigente non gli consentiva di fare altrimenti. Quel giudice sembra però non essersi ricordato che proprio la legge vigente, con l’art. 274 lett. C) del codice di procedura penale, gli consentiva di adottare e di motivare adeguatamente la misura cautelare della custodia in carcere. Ma, evidentemente, lo stesso giudice ha ritenuto che, tutto sommato, il cosiddetto stupratore di Capodanno ha commesso soltanto una ragazzata, limitandosi a bere qualche bicchiere di troppo per festeggiare l’anno nuovo ed a concedersi qualche libertà (anch’essa di troppo) nei confronti di una ragazza passata di lì per caso, che avrebbe fatto bene a restarsene a casa propria invece di andare in giro a cercare rogne. Un’ulteriore riprova del “buonismo” della nostra magistratura ci viene proprio di recente dalla notizia di stampa secondo la quale anche ai favoreggiatori degli stupratori di Guidonia sarebbero stati concessi gli arresti domiciliari. E’ in questo modo che si pensa di combattere la criminalità e di tutelare i cittadini onesti?

Anonimo ha detto...

Come mai l’avv. Caiazza non ha sentito il dovere di manifestare la propria solidarietà anche ai giudici che hanno concesso gli arresti domiciliari ai favoreggiatori degli stupratori di Guidonia? Forse perché si è reso conto che ormai è rimasto il solo in Italia a prendere le difese di ufficio di una magistratura sempre più lontana dalla gente comune, che non si sente affatto tutelata da essa?
Di una magistratura che pretende di combattere la crescente criminalità con delle misure risibili ed inefficaci quali gli arresti domiciliari.