martedì 27 gennaio 2009

“Non solo fannulloni” …



Pubblichiamo uno scritto di Dario Quintavalle sulle iniziative del ministro Brunetta. Segnaliamo un altro scritto sullo stesso tema, dal blog di Dario: “Fratelli tornelli”. Ad altri articoli del nostro blog su Brunetta si accede da questo link.




di Dario Quintavalle
(Dirigente del Tribunale di Sorveglianza di Roma)


Ai colleghi dirigenti del Ministero della Giustizia

Leggo sul sito della Funzione Pubblica che sono stati scelti i finalisti del Concorso “Premiamo i risultati”, bandito dal Dipartimento della Funzione Pubblica sotto l’egida dell’ormai celebre ministro Brunetta. Tra essi, per il nostro Ministero, la D.G .S.I.A. e 13 Uffici giudiziari.

I complimenti ai colleghi dirigenti degli uffici che hanno formulato i progetti sono scontati e meritati.

Tuttavia vorrei condividere un mio personale disagio ed alcuni rilievi critici a questa e ad altre iniziative simili.

Do per scontata la buona fede dei partecipanti al concorso, eppure non posso non sottolineare che il sottinteso di certe iniziative è dimostrare che la efficienza e la funzionalità della PA dipendono esclusivamente dall’impegno dei singoli Dirigenti e funzionari, mentre questioni come il sottofinanziamento della PA, le mancate assunzioni, una massa normativa contraddittoria - la mancanza insomma di una visione complessiva e strategica, da parte della politica, del ruolo e della funzione della PA - non avrebbero alcuna rilevanza.

Che “il pesce” – insomma – non “puzza dalla testa”, bensì dalla coda.

Ad avvalorare questa mia impressione sta il fatto che il concorso si inquadra in una iniziativa intitolata sintomaticamente “Non solo Fannulloni”, con anche un sito: http://www.nonsolofannulloni.forumpa.it/.

È un po’ come se facessero un concorso per la casalinga dell’anno, o per la miglior cuoca, e lo intitolassero “Non solo Puttane”.

Quale donna con un minimo di amor proprio vi parteciperebbe, avallando l’implicita misoginia dell’ideatore?

Il capolavoro politico dell’On. Brunetta è – a ben vedere – quello di aver invertito l’onere della prova.

Siamo noi ora a dover provare di non essere fannulloni, a doverci mondare dal peccato originale di essere dipendenti pubblici, a doverci smarcare il più possibile dalla massa degli infingardi, degli sfaticati e dei parassiti.

Ed infatti, i progetti selezionati vengono così presentati sul sito in questione: “Nella Pubblica Amministrazione ci sono numerosi esempi di grande professionalità, di innovazione, di coraggio …” quasi come se questi “numerosi esempi” fossero eccezioni alla regola generale.

Mi spiace dunque che tanti si siano prestati, immagino per ingenuità, a questo gioco, che si inquadra nella generale campagna di denigrazione del Pubblico Impiego, pur mostrando un volto irrisoriamente benevolo che aggiunge al danno anche la beffa.

Due anni fa non si parlava che della Casta e dei suoi costi. Chi se ne ricorda più oggi?

Siamo oggi noi – tutti Fannulloni, salvo ‘numerosi’ eppure sempre eccezionali esempi – il vero peso per le casse dello Stato.

Sarebbe ora di dire che mandare avanti la baracca in queste condizioni è già un merito di per sé, che non ha bisogno di premi, perchè è il nostro mestiere.

E che se le cose nella PA non funzionano, non è certo per la scarsa lena di chi vi lavora, ma per precise scelte a livello politico.

Ma occorrerebbe una dirigenza compatta e cosciente di sé, sicura del suo prestigio e della sua dignità.

E questa temo, non uscirà fuori nemmeno dal cappello a cilindro del mago Silvan …


5 commenti:

Anonimo ha detto...

caro dario , effettivamente il vero problema nella giustizia non sono i fannulloni che sempre ci sono, ma la mancata riqualificazione del personale, il rapporto con i magistrati-capi dell'Ufficio che ammosciano spesso le iniziative e gestiscono gli Ufficicome 20 anni fa tra caffè, autisti e segretari as loro usoe consumo.Sicuramente bravi quei dirigenti, ma bisogna anche dire che il famoso modello TARFUSSER si è avvalso cella polizia giudiziaria in uinma Procura che non può certo paragonarsi, per carico e problemi, con quelle di Napoli, Roma, Milano o con certi Uffici dimenticati da anni dall'amministrazione che sotrae lavoratori perchè i Capi non sono abbastanza" forti" o perchè gliene importa assai poco ...che non siafare udienze....e far vedere risultati di numeri che si riferiscono a processi prescritti.

con tutta la mia stima per certe cose che hai detto...on tutte e sapendo che non dirigi anche la Procura Generale, affidata ad un altrio collega come te ignaro dicancellerie e segreterie..il che basterebbe a dimostrare che il dirigente amministrativo non è più nè il Capo-cancelliere , nè il Capo-Segretario.....del precedente, datato ordinamento. Poi vatti a leggere la bella vicenda sul sito tra i commenti all'intervento del dr. Racheli sul sito; intervento del 123.1.09...vicenda emblematica di come sono premiati i " non fannulloni"-dirigenti.

Anonimo ha detto...

Condivido e sottoscrivo ogni singola parola del post del dott. Dario Quintavalle.

Al di là di ogni considerazione tecnica su cui chiunque abbia un minimo di competenza può sbizzarrirsi (vale infatti per tutti i settori, non solo per l'ordine giudiziario, ma per tutti i settori del pubblico impiego) resta di base il calibratissimo attacco nucleare contro la dignità, l'identità e il rispetto per gli esseri umani che compongono l'esercito degli "statali".

Penso che in un mondo così (anzi, in un Paese così), l'unica soluzione sia combatterli con le loro stesse armi.
Perché non si possono promuovere analoghe iniziative finanziate da privati cittadini, sponsor, associazioni appositamente create, o a costo zero (il cui premio starebbe nella pubblicità di cui godrebbero i vincitori)?

Mi viene in mente ancora quella bella associazione denominata "protocollo C3", ma così non siamo ad armi pari. Quasi quasi vado sul loro sito a proporgli di ridenominarla in qualche modo come "www.politicononimbroglione.it", o cose simili.

Occorre combattere con le loro armi. Che non significa ridursi solo a quelle, ma se non le usiamo inizialmente per smuovere le acque non c'è partita. E' come giocare a pallanuoto con i braccioli!

Silvia.

Anonimo ha detto...

Non ho ancora conosciuto un ladro che lo dicesse in giro apertis verbis nè un assassino che si comportasse nello stesso modo. Non è tanto importante stabilire quale è la regola e quale l'eccezione (percentuale di fannulloni superiore al 50% o inferiore al 50%). L'importante è che le persone che meritano siano premiate o, quanto meno, non siano ostacolate. Può essere che tutto il polverone che sta sollevando Brunetta sia un pretesto per licenziare un po' di gente. Che poi De Magistris, Clementina Forleo e Apicella siano stati trattati come ben sappiamo è una cosa che mi colpisce più di tanti inutili sproloqui: forse se fossero stati veramente dei fannulloni li avrebbero considerati innocui e nessuno avrebbe torto loro un capello (alla faccia di Brunetta).

Anonimo ha detto...

Senza nessuna offesa per l'anonimo qui sopra di cui condivido in gran parte lo scritto, ma mi dà lo spunto per aggiungere una considerazione.

"Non ho ancora conosciuto un ladro che lo dicesse in giro apertis verbis nè un assassino che si comportasse nello stesso modo" è una frase che sento spesso pronunciare dai tanti non-statali che conosco (almeno nel suo concetto base) per prendere le distanze da quello che verosimilmente ritengono un esercito di privilegiati senza volerli offendere pubblicamente, consapevli di non poter fare di tutta l'erba un fascio.
In realtà però questa frase sottende quel concetto obliquo così ben evidenziato dal dott. Quintavalle qui sopra: tu, in quanto pubblico impiegato, devi dimostrare di non essere fannullone.
Per cui, al di là di ogni caso di specie, in linea generale occorrerebbe cominciare dal richiedere ai vari capoccioni (Brunetta, ma anche gli alti dirigenti degli uffici) di dimostrare che ci sono dei fannulloni. Ecco che se dovessero dimostrarlo con prove anziché sottintenderlo come un dato di fatto sarebbero costretti ad entrare negli uffici, ad entrare nel merito della questione e analizzarla.
Non sia mai che rintraccino in questo modo i veri fannulloni (anche dove questi non fossero gli ultimi della filiera, ma magari i primi)?

Silvia.

Dario ha detto...

“Non è tanto importante stabilire quale è la regola e quale l'eccezione”, scrive il terzo, anonimo, commentatore. Al contrario, egregio, governare è prima di tutto conoscere. Non si va avanti a naso, a simpatie, a luoghi comuni. Io, per seguire il mio ufficio, leggo e redigo un mucchio di statistiche e tabelle. Noioso, ma necessario.

Ora, poiché un fenomeno è stato additato al pubblico ludibrio come principale o unica causa di tutto ciò che non va nel sistema pubblico, e in definitiva nel nostro paese, occorre vedere se esso sia statisticamente rilevante. Nella mia esperienza, posso rispondere di no. Sono dirigente da sette anni, ho diretto quattro grandi uffici per un totale di almeno 400 unità di personale, e di persone veramente refrattarie al lavoro ne ho incontrata soltanto una. Per il resto persone più o meno brave, spesso demotivate o messe nel posto sbagliato. L’idea che ci sia una differenza ontologica tra una categoria, che comprende diversi milioni di cittadini, e il resto del paese, è razzista, oltre che ridicola. Lo Stato funziona, male ma funziona: qualcuno che lo fa funzionare evidentemente c’è.

Inoltre i dati, oltre che raccoglierli bisogna anche saperli leggere. Le statistiche agitate per dimostrare che ci sono molte più assenze per malattia nel pubblico che nel privato, oltre che essere spesso false, sono viziate anche da due fattori di cui non si tiene sufficientemente conto: primo, che il sistema di rilevamento delle assenze è diverso tra privato e pubblico, quindi a differenti basi dati corrispondono diversi risultati; secondo, che nel pubblico impiego, per il blocco del turn over, non si fanno più assunzioni da anni (per esempio, nel mondo della Giustizia, a fronte di un concorso all’anno in magistratura, non si reclutano più nuovi cancellieri per sostituire quelli che vanno in pensione). Questo vuol dire che l’età media dei pubblici dipendenti è sempre più alta, ed è ovvio che tra persone più anziane ci sia una più alta incidenza di malattie.

L’equazione è presto fatta: se i carichi di lavoro aumentano, e le persone che possono assolverli diminuiscono, tutto il processo produttivo rallenta. Senza contare che la senescenza del personale porta più rigidità, meno innovazione, meno motivazione ad investire nella formazione etc…
E questo al netto di tutti gli altri problemi che denunciavo nell’articolo.

Dunque, perché un fenomeno che indubbiamente esiste ed è certo irritante, è stato assolutizzato come prima se non unica causa dello spreco del pubblico denaro? Mi limito ad osservare che mentre il termine “Fannulloni” è entrato con successo nel lessico politico-giornalistico, non si sente più parlare invece né di “Casta” né di “Evasori Fiscali”. Tra i due fatti c’è una correlazione? Intelligenti pauca… ;-)

Reagan disse che “lo Stato non risolve i problemi, lo Stato è il problema”. Beh, l’odierna crisi economica non è nata certo per colpa degli statali fannulloni, ma di strapagati supermanagers che ora vengono a Canossa dallo Stato per elemosinarne sovvenzioni, sconti fiscali, legislazioni protezionistiche. La favoletta degli imprenditori ‘capitani coraggiosi’ creatori di benessere e di ricchezza, e degli statali cattivoni e sciuponi, adesso raccontatela ai bambini, per favore.