lunedì 15 marzo 2021

CSM casa nostra? No, casa di tutti.




di Andrea Mirenda - Magistrato 

“La Magistratura italiana sta attraversando una grave crisi di autorevolezza e si sta rivelando incapace di affrontare i veri nodi che sottendono alla “vicenda Palamara”. L’Associazione Nazionale Magistrati appare più interessata a mostrare come il problema si riduca alle “mele marce” anziché a elaborare una seria riflessione sul sistema di potere costruito negli ultimi vent’anni, che ha trasformato i meccanismi di indipendenza del governo della Magistratura in autoreferenzialità correntizie. “

Così si legge, tra l’altro, nella delibera dell’Unione delle Camere Penali del 12.3.2021 che proclama l’astensione dalle udienze e dalle attività giudiziarie nel settore penale per i giorni 29-30-31 marzo 2021 e  si tratta di un passaggio di grande portata. 

Quattro i punti chiave che i penalisti rimarcano: la grave crisi di autorevolezza della Magistratura impietosamente messa a nudo dal dossier Palamara; l’understatement negazionista dell’ANM ( tolto Palamara di mezzo, tutti Santi…); l’assenza di una reale volontà dell’associazionismo giudiziario di riflettere seriamente sulle ragioni di un dissesto morale definito dal Capo dello Stato in termini di “modestia etica”; il profilo abusivo assunto dal CSM per aver piegato la propria indipendenza alle logiche correntizie autoreferenziali.

Critiche assolutamente precise e pertinenti ma, soprattutto, capaci di dar conto della maturità politica raggiunta dall’Avvocatura, soggetto esterno ed estraneo  alle logiche opache del Lauto Governo ma finalmente conscio delle ricadute di tali distorsioni sistemiche sulla qualità generale della funzione difensiva.

L’Unione delle Camere Penali, con la stigmatizzazione ricordata, dimostra, così, di avere ben chiara l’assoluta pericolosità per il cittadino di un  circuito fibrillato - spaziante dai Consigli Giudiziari al Consiglio Superiore della Magistratura, dalla Scuola Superiore della Magistartura alla Sezione Disciplinare, dalla Commissione di concorso per M.O.T. alla pletora di magistrati distaccati presso il Ministero della Giustizia – poiché dominato totalmente dalle correnti. 

Un dominio che sovente opera come cinghia di trasmissione di corrispondenti ideologie politiche, secondo una autoreferenzialità il cui immediato precipitato lo si osserva, con sempre più platealità, nell'innegabile mercato delle nomine. Grazie al c.d. “ nominificio”, la dirigenza giudiziaria italiana -  lungi dal rispondere a criteri di merito e, ancor meno,  a veri criteri di autogoverno orizzontale e diffuso - viene graziosamente “regalata” a compari ed amici, auto ed etero "promossi", emarginandone i molti magistrati che in ossequio al giuramento di soggezione solo alla legge  rifiutano di sottostare a quel sistema e quindi, in definitiva, in danno dei cittadini che hanno diritto ad una giurisdizione neutrale. 

Ma la delibera del 12.3.2021 ci dà conto, altresì, della nitida coscienza che l’Avvocatura ha raggiunto su come ciò sia, oramai, la prima minaccia all’indipendenza del magistrato giacché subdolamente portata dall’interno.

E vi è di più!

Perché quelle poche ma durissime righe ci additano con fredda lucidità il baratro etico in cui versa l’Associazione Nazionale Magistrati. E coglie davvero nel segno l’Avvocatura! 

Cosa ci si può più aspettare, difatti, sul piano dell’analisi fattuale e delle correlate proposte riformiste,  da una sigla vuota, un Re Travicello, dietro cui si celano le solite quattro correnti che la controllano militarmente? 

E’ mai pensabile che coloro che hanno tessuto la tela di ragno in cui è rimasto mortalmente avviluppato l’Ordine Giudiziario  recedano dalle posizioni di strapotere loro assicurato dal Lauto Governo?  
La risposta la diamo noi e in modo assolutamente agevole: no! Assolutamente no! 

Salvo essere così ingenui dal pensare che i tacchini si accingano a preparare il pranzo di Natale…

Manca, dice l’Unione delle Camere Penali, la volontà di porre rimedio allo scempio. E come non dare loro ragione, almeno per questo specifico aspetto? Chiaro è, difatti, che  l’ANM, a quasi due anni dall’avvilente vicenda dell’Hotel Champagne e dall’emersione - dalle chat di Palamara – di decine e decine di nomi di capi degli uffici giudiziari, anche di primaria importanza, raccomandati dal sistema correntizio, nulla abbia fatto  e intenda davvero fare per contrastare la deriva corruttiva. 

Anzi! 

Perché è cronaca di queste ore la bastonatura che le quattro correnti -  legate tra loro da evidenti interessi di autoconservazione alla  guida dell'Associazione Nazionale Magistrati -   hanno riservato ai 100 magistrati che hanno osato, con la loro lettera aperta,  disturbare il manovratore, rivolgendosi direttamente al Capo dello Stato, quale Capo del CSM, affinché spronasse quel rinnovamento etico di cui vi è estremo bisogno. 

Reprimenda riservata, parimenti,  alla richiesta di dar corso ad una Commissione di indagine parlamentare con i poteri dell’autorità giudiziaria sulle vicende di “magistropoli” nonché, da ultimissimo, alle richieste della minoranza interna di Art.101 di trasparente e chiara presa di posizione da parte degli organi associativi contro quel fenomeno.
 
Unica e sconfortante la risposta: quieta non movere… 

Ma la denuncia, perché di questo si tratta, dell’Unione delle Camere Penali indica finalmente un punto di non ritorno: la Giustizia Giusta e l’indipendenza della Magistratura non sono  e non devono essere più cosa riservata a noi Magistrati: non più cosa nostra, allora,  bensì cosa vostra e cosa di tutti. 

In nome del Popolo Italiano…


1 commenti:

francesco Grasso ha detto...

Che la Casa è di tutti è un concetto semplice da capire, perfino banale. Non è necessario scomodare gli artt. 1 e 101 della Costituzione. L'uomo che arbitrariamente si auto definisce "Sapiens" è l'unico a non capirlo, sebbene dotato dalla natura di strumenti enormi. Il Lupo, la volpe, il gatto, perfino il topo mostrando gradi di intelligenza ,sensibilità, equilibrio, capacità di amare infinitamente maggiori. Purtroppo l''uomo quale elemento necessario alla buona sopravvivenza di questo mondo deve essere posto perfino dopo lo scarafaggio. Lo scarafaggio(un coleottero) provvede alla degradazione della materia organica, liberando l'azoto che viene costantemente consumato per la costruzione della materia organica. Senza i coleotteri la vita in questo mondo non sarebbe possibile.