venerdì 22 maggio 2009

L’appello firmato da Nicoletta Gandus e le bugie del Presidente del Consiglio







Felice Lima
(Giudice del Tribunale di Catania)





La reazione del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi alla sentenza del tutto legittimamente emessa dal Tribunale di Milano nei confronti dell’avv. David Mills, che risulta essere stato corrotto dal Presidente Berlusconi per rendere falsa testimonianza in suo favore è inaccettabile e dà l’esatta misura del vulnus eversivo che questa persona ha introdotto nel sistema costituzionale del Paese per soli suoi interessi personali.

Di tutti i profili gravissimi di questa storia uno dei più orribili – perché una stampa se non “libera” almeno “decente” potrebbe agevolmente smascherarlo e non lo fa – è il ricorso sistematico alla menzogna.

Il numero di cose non vere dette dal Presidente del Consiglio e dai suoi galoppini in questa vicenda è altissimo.

Voglio commentare qui solo quello relativo al fatto che la collega Nicoletta Gandus sarebbe una “attivista della sinistra estrema” e una “nemica del Presidente del Consiglio” anche perché avrebbe firmato un appello che si sostiene sarebbe contro di lui.

Per dimostrare quanto questo sia falso, è sufficiente leggere l’appello in questione.

Lo riporto qui sotto. Si trova pubblicato in tantissimi siti internet e qualunque giornalista avrebbe potuto e potrebbe ricostruirne il contenuto e la genesi.

L’appello è stato promosso dal Procuratore Aggiunto di Milano Armando Spataro ed è stato firmato da molto più di mille persone di varia estrazione professionale.

I magistrati firmatari sono CENTINAIA.

L’ho firmato CONVINTAMENTE anche io. Non sono e non mi sento sotto nessun profilo “attivista della sinistra estrema”“nemico del Presidente del Consiglio”.

Mi sento amico della legge e della Costituzione.

E’ il Presidente del Consiglio nemico di qualcosa: della legge e della Costituzione. Oltre che, purtroppo, della verità.

Questo post risulterà lunghissimo, perché l’elenco delle firme lo è, ma credo sia utile riportarle per intero.

Devo precisare, peraltro, che le firme riportate qui sotto non sono tutte, perché molte altre ancora ne sono giunte successivamente alla pubblicazione.

Un’altra cosa che è nota a tutti, ma viene costantemente taciuta, è che la sentenza nei confronti dell’avv. Mills NON E’ STATA PRONUNCIATA dalla collega Nicoletta Gandus, ma da un Tribunale composto DA TRE GIUDICI, uno dei quali è la collega Gandus.

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Un impegno per la giustizia


Si sta chiudendo una delle più tormentate e controverse legislature della storia repubblicana e c’è oggi la prospettiva di un cambio di governo. Ma deve cambiare anche il modo di governare: dal punto di vista costituzionale e dei rapporti tra cittadini ed istituzioni.

Il lavoro che attende il nuovo governo è quindi di enorme complessità e responsabilità e si estende a settori di grande importanza per la collettività: l’informazione, la sanità, il lavoro, l’ambiente e i beni culturali, la ricerca, l’istruzione, la politica fiscale e tributaria.

Importanti riforme di sistema sono necessarie anche per ridare ai cittadini fiducia nella giustizia. Ma in questo settore noi tuttavia riteniamo che vi sia una inderogabile priorità: la cancellazione delle principali leggi che sono state adottate quasi esclusivamente al fine di perseguire gli interessi personali di pochi, ignorando quelli della collettività. Si tratta di leggi che – a prescindere da ogni altra considerazione - hanno devastato il nostro sistema giustizia e compromesso il principio della ragionevole durata dei processi.

Alcune di queste leggi, pur da riformare , sono state disinnescate dalla Corte Costituzionale (ad esempio il cd. “Lodo Schifani”, cioè la L. 20.6.2003 n. 140 sulla sospensione dei procedimenti per le alte cariche dello Stato) o dai giudici di merito e dalla Corte di Cassazione (è avvenuto per la Legge sulle rogatorie n. 5.10.2001 n. 367 e la cd. “Legge Cirami” 7.11.2002 n. 248 sullo spostamento dei processi per legittimo sospetto).

Ma, per altre leggi è necessaria l’abrogazione immediata: solo con la loro abrogazione, infatti, sarà possibile restituire credibilità al paese sul piano internazionale e dignità ai governanti e ai rappresentanti politici ed ottenere la partecipazione della collettività nazionale agli sforzi necessari per ricostruire una scala di valori condivisi.

Le leggi che devono costituire oggetto di abrogazione già nei primi mesi della legislatura sono:

- la Legge di “depenalizzazione” del falso in bilancio ( D.L.vo 11.4.2002, n.61) , che rappresenta la tipica traduzione in termini normativi della cultura della illegalità e contrasta con la tendenza mondiale a punire con maggiore severità la false comunicazioni in materia societaria;

- la Legge cd. “ex Cirielli”, 5.12.2005 n. 251, definita “obbrobrio devastante” dal Presidente della Corte di Cassazione, che ha di fatto introdotto nuove cause di impunità per i potenti (attraverso la prescrizione breve dei reati, anche gravi, commessi dagli incensurati) e pesanti discriminazioni verso i recidivi anche per reati non gravi: dunque, incentivi a manovre dilatorie ed il prevedibile aumento della popolazione carceraria saranno l’effetto di un diritto penale per tipo d’autore;

- la barbara riforma della legittima difesa approvata definitivamente il 24.1.2006, che introduce una presunzione di proporzionalità tra i delitti contro il patrimonio in ambiente privato e la reazione violenta con armi da fuoco contro chi ne è responsabile;

- la cd. Legge Pecorella sulla inappellabilità delle sentenze di proscioglimento , approvata definitivamente il 15.2.2006, che, a parere di molti, altera il principio costituzionale della parità delle parti nel processo e, dilatando le possibilità di ricorso alla Corte di Cassazione, parzialmente la trasforma in giudice di merito, ingolfandola e rendendone ingestibile l’attività.

L’impegno di coloro che intendono formare il futuro Governo deve estendersi inoltre alla sospensione immediata della efficacia di tutti i decreti legislativi di attuazione delle legge di riforma dell’ordinamento giudiziario (Legge delega n. 150 del 2005): solo così potrà essere predisposto e realizzato un progetto di riforma di ampio respiro, utilizzando i contributi del CSM, degli accademici, della magistratura associata, degli avvocati e delle associazioni dei giuristi e del personale amministrativo.

Chiediamo allora a tutti coloro che parteciperanno alla prossima campagna elettorale un impegno espresso, preciso e incondizionato ad operare immediatamente per l’abrogazione di queste leggi, che non sia diluito in promesse di riforme generali nei vari settori dell’ordinamento.

L’assunzione di tale impegno è condizione e garanzia irrinunciabile perché, come giuristi e come cittadini, possiamo confidare nella volontà degli eletti di ripristinare effettivamente, non solo in questo campo, le regole fondamentali della democrazia.

16 febbraio 2006

Alberto Alessandri (Università Bocconi, Milano)
Mario Almerighi (magistrato, Roma)
Alessandro Amadori (Istituto Coesis Research)
Alfonso Amatucci (magistrato Cassazione, Roma)
Vittorio Angiolini (Università Milano)
Antonello Ardituro (magistrato, Napoli)
Giovanni Bachelet (Università La Sapienza, Roma)
Marcello Basilico (magistrato Genova)
Patrizia Bellucci (Università Firenze)
Gianni Benzoni (avvocato, Varese)
Giovanni Beretta (avvocato, Milano)
Carlo Bernardini (Università La Sapienza, Roma)
Enrico Biagi (Avvocato, Milano)
Augusto Bianchi (avvocato Milano)
Adolfo Biolè (avvocato, Genova)
Federico Boezio (avvocato Milano)
Luca Boneschi (avvocato, Milano)
Sandra Bonsanti (presidente Libertà & Giustizia)
Francesco Saverio Borrelli (magistrato in quiescenza, Milano)
Salvatore Bragantini (economista, Milano)
Paola Brambilla (avvocato, Bergamo)
Carlo Bretzel (avvocato, Milano)
Silvia Buzzelli (Università Bicocca, Milano)
Maria Agostina Cabiddu (Politecnico, Milano)
Carlo Cacciapuoti (avvocato, Genova)
Elisabetta Cacioppo (avvocato, Varese)
Pietro Calogero (magistrato, Padova)
Anna Canepa (magistrato, Genova)
Paolo Carfì (magistrato, Milano)
Franco Casarano (avvocato Milano)
Ciro Cascone (magistrato, Milano)
Antonio Cassese (Università Firenze)
Claudio Castelli (magistrato Milano)
Paolo Cendono (Università Trieste)
Elio Cherubini (avvocato, Milano)
Sergio Chiarloni (Università Torino)
Domenicantonio Claps (magistrato, Milano)
Massimo Clara (avvocato, Milano)
Gianfranco Cocco (Università Bicocca, Milano)
Nino Condorelli (magistrato, Brescia)
Riccardo Conte (avvocato, Milano)
Ferdinando Cordova (storico, Università “La Sapienza”, Roma)
Carmen Covito (scrittrice)
Dario Curtarello (magistrato, Padova)
Achille Cutrera (avvocato, Milano)
Piercamillo Davigo (magistrato Cassazione, Roma)
Paolo D’Alessandro (magistrato Cassazione, Roma)
Vito D’Ambrosio (magistrato Cassazione, Roma)
Ada Lucia De Cesaris (avvocato Milano)
Pierfrancesco Della Porta (avvocato, Milano)
Luigi De Magistris (magistrato, Catanzaro)
Luca De Matteis (magistrato, Como)
Tullio De Mauro (Università Roma)
Enrico Di Nicola (magistrato, Bologna)
Emilio Dolcini (Università Milano)
Enrica Domeneghetti (avvocato, Milano)
Waldemaro Flick (avvocato, Genova)
Paolo Flores d’Arcais (Università Roma)
Mario Fresa (magistrato Cassazione, Roma)
Claudia Galdenzi (avvocato, Milano)
Giuseppe Gennaro (magistrato, Catania)
Giuseppe Giampaolo (avvocato, Roma)
Marco Gianoglio (magistrato Torino)
Alfredo Golia (magistrato in quiescenza, Milano)
Carlo Federico Grosso (Università Torino, già Vice Presidente del CSM)
Laura Hoesch (avvocato, Milano)
Giulio Illuminati (Università, Bologna)
Marco Imperato (magistrato, Trapani)
Roberto E. Kostoris (Università Padova)
Raffaella Lanzillo (Università Milano)
Cristina Lavinio (Università di Cagliari)
Filippo Lattanzi (avvocato Roma)
Filippo Lebano (avvocato, Milano)
Maria Leotta (avvocato, Milano)
Michele Lombardo (avvocato, Milano)
Paola Lovati (avvocato, Milano)
Franco Maccabruni (avvocato Milano)
Fabio Malcovati (avvocato, Milano)
Michele Mannironi (avvocato, Milano)
Manuela Mantovani (Università Padova)
Anna Marzanati (Università Bicocca, Milano)
Maria Stefania Masini (avvocato Roma)
Tecla Mazzarese (Università Brescia)
Marcello Adriano Mazzola (avvocato, Milano)
Gianni Melillo (magistrato, Direz. Naz.le Antimafia, Roma)
Mariagrazia Monegat (avvocato, Milano)
Simone Monesi (avvocato, Milano)
Donatella Montagnani (avvocato, Milano)
Cristina Morelli (avvocato, Milano)
Ubaldo Nannucci (magistrato, Firenze)
Gioacchino Natoli (magistrato Palermo)
Francesca Negri (avvocato Milano)
Stefano Nespor (avvocato, Milano)
Roberta Palmisano (magistrato, Roma)
Guido Papalia (magistrato, Verona)
Ignazio Patrone (magistrato Procura Generale Cassazione, Roma)
Pasquale Pasquino (Università ParigiNew York)
Michele Pepe (avvocato, Milano)
Giancarla Perasso Etteri (avvocato, Milano)
Dino Petralia (magistrato, Sciacca)
Vittorio Pilla (magistrato, Milano)
Alessandro Pizzorusso (Università Pisa)
Ulderico Pomarici (II Università, Napoli)
Eligio Resta (Università Roma Tre, Roma)
Adelio Riva (avvocato, Milano)
Fabio Roia (magistrato, Milano)
Maurizio Romanelli (magistrato, Milano)
Guido Rossi (Università San Raffaele, Milano, ex Presidente Consob)
Gian Luigi Rota (avvocato, Milano)
Giuseppe Rusconi (avvocato, Milano)
Adriano Sansa (magistrato, Genova)
Francesco Santuari (avvocato, Milano)
Valeria Sergi (avvocato Milano)
Carlo Smuraglia (Università Milano, Avvocato)
Armando Spataro (magistrato, Milano)
Corrado Stajano (scrittore)
Allegra Stracuzzi (avvocato, Milano)
Mario Suriano (magistrato, Napoli)
Giovanni Tamburino (magistrato, Venezia)
Luigi Vanni (avvocato, Milano)
Enrico Veronesi (avvocato Milano)
Modestino Villani (magistrato, Napoli)
Piergiorgio Weiss (avvocato, Milano)
Ettore Zanoni (avvocato, Milano)
Maria Gabriella Aimonetto (Università Piemonte Territoriale)
Cristina Alessi (Università Brescia)
Enzo Balboni (Università Cattolica Milano)
Alessandro Bernasconi (Università Brescia)
Roberto Bin (Università Ferrara)
Paolo Caretti (Università Firenze)
Maria Grazia Coppetta (Università Urbino)
Danilo Galletti (Università Trento)
Livia Giuliani (Università Pavia)
Manuela Mantovani (Università Padova)
Giorgio Marinucci (Università Milan)
Serafino Nosengo (Università Piemonte Territoriale)
Claudia Pecorella (Università Bicocca, Milano)
Gabriella Rampazzi (Università Torino)
Eugenio Ripepe (Università Pisa)
Francesco Viganò (Università Milano)
Gioacchino Barbera (avvocato, Bari)
Marilena Ratto (avvocato Roma)
Patrizia Ravellini Giampaolo (avvocato, Bologna)
Giulia Alliani (Osservatorio Legalità e Diritti - Onlus)
Jole Garuti (Associazione Stark - Onlus)
Rita Guma (Osservatorio Legalità e Diritti - Onlus)
Vanna Lora (professoressa Liceo, Milano)
Anna Pasolini (insegnante)
Marisa Acagnino (magistrato Catania)
Rosalia Aitala (magistrato fuori ruolo presso Comm. Europea Tirana)
Silvia Albano (magistrato, Viterbo)
Rocco Alfano (magistrato Salerno)
Rosanna Allieri (magistrato, Cagliari)
Giorgio Altieri (magistrato Cagliari)
Ernesto Anastasio (magistrato, Cosenza)
Lucio Aschettino (magistrato, Napoli)
Guglielmo Avorio (magistrato, Trento)
Luisa Balzarotti (magistrato, Milano)
Piero Basilone (magistrato, Milano)
Alessandra Bassi (magistrato, Milano)
Andrea Beconi (magistrato, Torino)
Marco Benatti (magistrato, Venezia)
Giuseppe Bianco (magistrato, Reggio Calabria)
Vittorio Borraccetti (magistrato, Venezia)
Paola Biondolillo (magistrato, Trapani)
Andrea Calice (magistrato, Torino)
Alessandra Camassa (magistrato, Trapani)
Giuseppe Campa (magistrato Napoli)
Edoardo Campese (magistrato, Napoli)
Giovanni Cannella (magistrato, Bologna)
Raffaele Cantone (magistrato, Napoli)
Oriente Capozzi (magistrato, Napoli)
Daniele Cappuccio (magistrato Reggio Calabria)
Giancarlo Caselli (magistrato, Torino)
Danilo Ceccarelli (magistrato, Savona)
Furio Cioffi (magistrato, Nocera Inferiore)
Stefano Civardi (magistrato, Milano)
Antonio Clemente (magistrato, Benevento)
Enrico Consolandi (magistrato, Milano)
Silvana d’Antona (magistrato, Milano)
Marcello De Cillis (magistrato, Bari)
Fabio De Cristoforo (magistrato, Napoli)
Giuseppe De Gregorio (magistrato, Palermo)
Marco Del Gaudio (magistrato, Napoli)
Paola De Lisio (magistrato, Salerno)
Giuseppe Dentamaro (magistrato, Bari)
Paola Dezani (magistrato, Torino)
Antonio Didone (magistrato Cassazione, Roma)
Agnese Di Girolamo (magistrato, Verona)
Marco Di Napoli (magistrato, Bari)
Paola Di Nicola (magistrato, Latina)
Domenico Diograzia (magistrato, Nocera Inferiore)
Gaetano Dragotto (magistrato Ancona)
Mariano Fadda (magistrato, Como)
Giorgio Falcone (magistrato, Vicenza)
Paola Farina (magistrato Palermo)
Claudio Ferrari (magistrato, Palermo)
Alfonso Maria Ferraro (magistrato, Milano)
Giovanni Ferro (magistrato, Savona)
Massimo Ferro (magistrato, Bologna)
Ignazio Fonzo (magistrato Catania)
Giuseppe Fortunato (magistrato, Nocera Inferiore)
Stefano Gallo (magistrato, Avezzano)
Nicoletta Gandus (magistrato, Milano)
Antonio Gialanella (magistrato Cassazione, Roma)
Claudio Gittardi (magistrato, Milano)
Leonardo Grassi (magistrato, Bologna)
Federico Grillo Pasquarelli (magistrato, Torino)
Paolo Guido (magistrato, Palermo)
Alberto Haupt (magistrato Genova )
Enrico Infante (magistrato, Foggia)
Alberto Landolfi (magistrato Savona)
Antonio Laronga (magistrato, Lucera)
Ferdinando Licata (magistrato, Messina)
Concetta Maria Ledda (magistrato, Catania)
Ferdinando Lignola (magistrato, S. Angelo dei Lombardi)
Felice Lima (magistrato, Catania)
Gianni Macchioni (magistrato, Torino)
Ezia Maccora (magistrato, Bergamo)
David Mancini (magistrato, Teramo)
Francesco Mannino (magistrato, Catania)
Filippo Messana (magistrato, Palermo)
Ilio Mannucci Pacini (magistrato, Milano)
Anna Mantovani (magistrato, Trento)
Carlo Marzella (magistrato, Palermo)
Francesco Mattiace (magistrato, Brindisi)
Eliasabetta Meyer (magistrato, Napoli)
Alessandro Milita (magistrato, Napoli)
Antonio Minisola (magistrato Sassari)
Marzia Minutillo Turtur (magistrato, Bologna)
Andrea Mirenda (magistrato, Verona)
Umberto Monti (magistrato, Ascoli Piceno)
Mario Romeo Morisani (magistrato, Genova)
Tullio Morello (magistrato, Napoli)
Carla Musella (magistrato, Napoli)
Giovanni Narbone (magistrato, Milano)
Maura Nardin (magistrato Sassari)
Andrea Natale (magistrato, Torino)
Renato Nitti (magistrato, Bari)
Claudio Nunziata (magistrato in quiescenza, Bologna)
Gaetano Paci (magistrato, Palermo)
Pierangelo Padova (magistrato, Palermo)
Domenico Pasquariello (magistrato Modena)
Livio Pepino (magistrato Cassazione, Roma)
Luca Perilli (magistrato, Rovereto)
Fiorella Pilato (magistrato Cagliari)
Aldo Policastro (magistrato, Napoli)
Mario Profeta (magistrato, Firenze)
Lorenzo Puccetti (magistrato Bolzano)
Nicoletta Quaglino (magistrato, Torino)
Luca Ramacci (magistrato, Tivoli)
Elio Ramondini (magistrato Milano)
Pier Valerio Reinotti (magistrato, Udine)
Angelo Renna (magistrato Milano)
Cesare Roberti (magistrato Catanzaro)
Simonetta Rossotti (magistrato, Torino)
Massimo Russo (magistrato, Palermo)
Luciano Santoro (magistrato, Sala Consilina)
Roberto Santoro (magistrato Venezia)
Brunella Sardoni (magistrato Milano)
Antonio Scarpa (magistrato, Salerno)
Massimo Scartabello (magistrato, Torino)
Mariano Sciacca (magistrato, Catania)
Guido Secchione (magistrato Sassari)
Luca Semeraro (magistrato Napoli)
Giuditta Silvestrini (magistrato Mantova)
Amina Simonetti (magistrato, Milano)
Arturo Soprano (magistrato, Milano)
Sergio Sottani (magistrato, Perugia)
Sergio Spadaro (magistrato, Milano)
Paolo Storaci (magistrato, Trento)
Augusto Tatangelo (magistrato, Napoli)
Giovanni Tedesco (magistrato, Napoli)
Antonella Toniolo (magistrato, Padova)
Lucilla Tontodonati (magistrato, Milano)
Fabrizio Vanorio (magistrato, Palermo)
Francesco Vigorito (magistrato, Roma)
Daniele Colucci (magistrato, Foggia)
Sottoscrizioni successive (dal 16 al 27.2.05)
Oscar Luigi Scalfaro, Presidente Emerito della Repubblica, Presidente del Coordinamento dei Comitati per la Difesa della Costituzione
Dalle Università:
Piero Aimo (Università Pavia)
Maria Gabriella Aimonetto (Università Piemonte Orientale)
Cristina Alessi (Università Brescia)
Cristina Amato (Università Brescia)
Stefano Ambrosiani (Università del Piemonte Orientale)
Ferriccio Andolfi (Università di Parma)
Adina Antone (Università di Teramo)
Enzo Balboni (Università Cattolica Milano)
Renato Balduzzi (Università Genova, Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale)
Marta Bargis (Università del Piemonte Orientale)
Andrea Belvedere (Università di Pavia)
Alessandro Bernardi (Università di Firenze)
Alessandro Bernasconi (Università Brescia)
Giancarlo Bertoncini (Università di Pisa)
Daniela Bifulco (Seconda Università Napoli)
Roberto Bin (Università Ferrara)
Olivia Bonardi (Università di Milano)
Lorenzo Borselli (Università Firenze)
Silvia Calamai (Scuola Normale Superiore, Pisa)
Paolo Caretti (Università Firenze)
Carmela Capolupo (Università Federico II, Napoli)
Federico Carpi (Università Bologna)
Antonio Carratta (Università Macerata)
Adolfo Ceretti (Università Bicocca Milano)
Laura Cesaris (Università di Pavia)
Daniele Checchi (Università Bicocca di Milano)
Giuliana Chiaretti (Università Ca’ Foscari, Venezia)
Mario Ciampolini (Università Firenze)
Massimo Condinanzi (Università di Milano
Maria Grazia Coppetta (Università Urbino)
Roberto Coroneo (Università Cagliari)
Renzo Costi (Università Bologna)
Marina Del Fiacco (Università Cagliari)
Roberto De Luca (Università Salerno)
Grazia Maria De Matteis (Università Cagliari)
Enrico Diciotti (Università di Siena)
Laura Di Filippo (Università di Teramo)
Vittorio Fanchiotti (Università Genova)
Luca Fanfani (Università Cagliari)
Luigi Ferrajoli (Università Roma Tre)
Riccardo Ferrante (Università Genova)
Giuseppe Ferraro (Università Federico II Napoli)
Carlo Fiore (Università Federico II Napoli)
Stefano Fiore (Università del Molise)
Gabrio Forti (Università Cattolica del S.C., Milano)
Danilo Galletti (Università Trento)
Marzio Galeotti (Università Milano)
Silvio Gambino (Università della Calabria)
Ezia Gavazza (Università di Genova)
Maria Cristina Giannini (Università di Teramo)
Glauco Giostra (Università La Sapienza Roma )
Livia Giuliani (Università Pavia)
Lucy Ladikoff Guasto (Università Genova)
Lucio Lanfranchi (Università La Sapienza Roma )
Silvia Larizza (Università Pavia)
Leonardo Lenti (Università Torino)
Nicolò Lipari (Università La Sapienza , Roma)
Anna Maria Loche (Università di Cagliari)
Marialuisa Lussu (Università Cagliari)
Carlo Alberto Madrignani (Università Pisa)
Vincenzo Manca (Università Verona)
Grazia Mannozzi (Giurisprudenza Como, Università dell’Insubria)
Manuela Mantovani (Università Padova)
Simonetta Marino (Università Federico II Napoli)
Giorgio Marinucci (Università Milan)
Guido Martinotti (Università Bicocca, Milano)
Angelo Marzollo (Università di Udine)
Fabiana Massa (Università, Sassari)
Massimo Menegozzo (II Università Napoli – A.r.p.a. Campania)
Isabella Merzagora Betsos (Università Milano)
Elena Mignosi (Università Palermo)
Claudio Natoli (Università di Cagliari)
Marina Niola (Università Suor Orsola Benincasa Napoli)
Serafino Nosengo (Università Piemonte Orientale)
Romano Oneda (Università Pavia)
Anna Oppo (Università Cagliari)
Guido Panico (Università Salerno)
Vania Patanè (Università di Catania)
Claudia Pecorella (Università Bicocca, Milano)
Stefania Pellegrini (Università di Bologna)
Diomira Petrelli (Università Federico II Napoli)
Davide Petrini (Università di Torino)
Tamar Pitch (Università di Perugia)
Geminello Preterossi (Università Salerno)
Riccardo Puglisi (M.I.T. Boston)
Fernando Puzzo (Università di Calabria)
Annamaria Raciti (Università di Teramo)
Gabriella Rampazzi (Università Torino)
Gianmichele Ratto (CNR Pisa)
Alceo Riosa (Università di Milano)
Eugenio Ripepe (Università Pisa)
Carlo Rossetti (Università Parma/Norimberga)
Alessandra Rossi (Università Torino)
Antonio Ruggeri (Università Messina)
Stefano Rodotà (Università Roma, già Garante per la Protezione dei Dati personali)
Elena Salibra (Università Pisa)
Laura Sannia (Università Cagliari)
Emilio Santoro (Università Firenze)
Luca Soleri (Università di Milano)
Ignazio Tabacco ( Politecnico di Milano)
Michele Taruffo (Università di Pavia)
Elio Tavilla (Università Modena e Reggio Emilia)
Giovanni Tesoriere (Università Palermo)
Sandra Urbanelli (Università La Sapienza di Roma)
Vincenzo Verdicchio (Università del Sannio)
Silvia Vida (Università Bologna)
Francesco Viganò (Università Milano)
Giulia Vigevani (Università Bicocca Milano)
Marco Vitale (economista, Milano)
Salvatore Zappalà (Università di Firenze)
Paolo Zatti (Università Padova)
Dall’Avvocatura:
Gabriella Agliati (avvocato, Milano)
Valeria Albano (avvocato, Milano)
Arrigo Allegri (avvocato Parma)
Giuseppe Amoroso (avvocato, Milano)
Maria Chiara Arca (avvocato, Milano)
Monica Bagnolini (avvocato, Bologna)
Laura Baldelli (avvocato, Milano)
Marco Balossino (avvocato Tortona-AL)
Silvia Banfi (avvocato, Milano)
Margherita Banfi (avvocato, Milano)
Gioacchino Barbera (avvocato, Bari)
Luciano Belli Paci (avvocato, Milano)
Giovanni Maria Bettoni (avvocato, Civitanova Marche)
Sara Bindi (avvocato Milano)
Raniero Bordon (avvocato, Vicenza)
Fausto Cadeo (avvocato Brescia)
Maria Rosaria Canzano (avvocato, Milano)
Caterina Capotorto (avvocato Bari)
Andrea Lorenzo Capussela (avvocato, Milano)
Maria Pia Cataletti (avvocato Roma)
Maurizio Colangelo (avvocato Roma)
Benedetta Colombo (avvocato, Milano)
Maria Alessandra Cova (Avvocato, Roma)
G. Paolo De Leo (avvocato, Genova)
Laura De Rui (avvocato, Milano)
Matteo Di Febo (avvocato Genova)
Roberto Escobar (avvocato, Milano)
Paola Fanucchi (avvocato Milano)
Tecla Faranda (avvocato , Associazione Nazionale Giuristi Democratici Milano)
Lamberto Ferrara (avvocato, Genova)
Alessandra Ferreri (avvocato, Milano)
Giuseppe Fornari (avvocato, Milano)
Roberto Gasparrini (avvocato, Civitanova Marche)
Laura Ghezzo (avvocato, Milano)
Pietro Giampaolo (avvocato, Bologna)
Fulvio Gianaria (avvocato, Torino)
Giovanni Giovannelli (avvocato, Milano)
Marta Guglielmino (avvocato, Milano)
Marina Ingrascì (avvocato, Milano)
Marta Infuso (avvocato, Milano)
Nicoletta Lazzarini (avvocato, Milano)
Paola Lussu (avvocato, Milano)
Giovanni Marcucci (avvocato, Milano)
Isabella Marenghi (avvocato, Milano)
Giuseppe Mariani (avvocato, Firenze)
Luigi Mariani (avvocato, Milano)
Floriana Maris (avvocato, Milano)
Gianfranco Maris (avvocato, Milano)
Gianluca Maris (avvocato, Milano)
Ettore Martinelli (avvocato Milano)
Maria Grazia Mazzocchi (avvocato, Milano)
Luciano Merlo (avvocato, Milano)
Giulia Minoli (avvocato, Milano)
Luisa Minoli (avvocato, Milano)
Enrico Missaglia (avvocato, Milano)
Alberto Montanari (avvocato, Milano)
Alessandra Morlotti (avvocato, Pavia)
Stefania Murru (avvocato, Nuoro)
Moshi Nyranne (avvocato, Milano)
Giovanni Onofri (avvocato, Brescia)
Anna Teresa Paciotti (praticante avvocato, Civitanova Marche)
Vincenzo Paolillo (avvocato, Genova)
Roberto Piacentino (avvocato, Torino)
Domenico Polimeri (avvocato, Brescia)
Giuseppe Porqueddu (avvocato, Brescia)
Alberto Pojaghi (avvocato, Milano)
Fiorenza Quartu (avvocato, Milano)
Marilena Ratto (avvocato Roma)
Patrizia Ravellini Giampaolo (avvocato, Bologna)
Emilio Robotti (avvocato, Genova)
Giorgio Rossi (avvocato Bergamo)
Franco Rossi Galante (avvocato, Milano)
Sara Savoldelli (avvocato Genova)
Ettore Sbarra (avvocato, Napoli)
Elena Scorbatti (avvocato Milano)
Claudio Signini (avvocato, Milano)
Rossella Solveni (avvocato, Milano)
Maurizio Steccanella (avvocato di Milano)
Armando Tempesta (avvocato, Milano)
Cesarina Vegni (avvocato, Milano)
Nello Venanzi (avvocato, Milano)
Micaela Vescia (avvocato, Milano)
Roberta Vigezzi (avvocato Milano)
Antonella Vitale (avvocato Milano)
Pasquale Vilardo (avvocato, Ass. Giuristi Democratici, Roma)
Annamaria Zaccardo (avvocato Genova)
Pina Zappetto (avvocato, Sassari)
Dalla Magistratura:
Agostino Abate (magistrato, Varese)
Marisa Acagnino (magistrato Catania)
Rosalia Aitala (magistrato fuori ruolo presso Commissione Europea Tirana)
Eugenio Albamonte (magistrato fuori ruolo, Csm Roma)
Silvia Albano (magistrato, Viterbo)
Francesca Alfano (magistrato Santa Maria Capua Vetere)
Rocco Alfano (magistrato Salerno)
Rosanna Allieri (magistrato, Cagliari)
Giorgio Altieri (magistrato Cagliari)
Franca Amadori (magistrato, Roma)
Gianfranco Amendola (magistrato, Roma)
Monica Amirante (magistrato, Napoli)
Stefania Amodeo (magistrato Avellino)
Ernesto Anastasio (magistrato, Cosenza)
Francesco Antoni (magistrato Trieste)
Viviana Anziano (magistrato, Napoli)
Lucio Aschettino (magistrato, Napoli)
Maria Aschettino (magistrato, Napoli)
Sara Arduini (magistrato, Varese)
Enrico Arnaldi di Balme (magistrato, Torino)
Guglielmo Avorio (magistrato, Trento)
Ferdinando Baldini (magistrato Alessandria)
Luisa Balzarotti (magistrato, Milano)
Piero Basilone (magistrato, Milano)
Luisa Baima Bollone (magistrato, Milano)
Giuseppina Barbara (magistrato Milano)
Raffaele Barela (magistrato, Cosenza)
Sante Bascucci (magistrato, Rimini)
Angela Barbaglio (magistrato, Vicenza)
Alessandra Bassi (magistrato, Milano)
Andrea Beconi (magistrato, Torino)
Marco Benatti (magistrato, Venezia)
Giuseppe Bianco (magistrato, Reggio Calabria)
Stefania Billi (magistrato)
Paola Biondolillo (magistrato, Trapani)
Axel Bisignano (magistrato, Bolzano)
Vittorio Borraccetti (magistrato, Venezia)
Angelo Bozza (magistrato, Pescara)
Matilde Brancaccio (magistrato Santa Maria Capua Vetere)
Luciana Breggia (magistrato, Firenze)
Lucia Brescia (magistrato, Agrigento)
Magda Brienza (magistrato, Roma)
Assunta Brizio (magistrato Cagliari)
Luigi Bruno (magistrato, Napoli)
Giuseppe Cacciapuoti (magistrato)
Andrea Calice (magistrato, Torino)
Paola Calleri (magistrato, Genova)
Alessandra Camassa (magistrato, Trapani)
Giuseppe Campa (magistrato Napoli)
Edoardo Campese (magistrato, Napoli)
Giovanni Cannella (magistrato, Catania)
Raffaele Cantone (magistrato, Napoli)
Oriente Capozzi (magistrato, Napoli)
Daniele Cappuccio (magistrato Reggio Calabria)
Nunzia Cappuccio (magistrato Roma)
Rita Cariello (magistrato, Cagliari)
Luisa Carta (magistrato, Genova)
Roberto Carta (magistrato, Chiavari)
Francesco Caruso (magistrato Caltanissetta)
Gilberto Casari (magistrato, Piacenza)
Giancarlo Caselli (magistrato, Torino)
Marzia Castaldi (magistrato, Napoli)
Stella Castaldo (magistrato, Napoli)
Alessandro Castello (magistrato, Cagliari)
Luciano Cavallone (magistrato, Taranto)
Anna Cau (magistrato, Cagliari)
Danilo Ceccarelli (magistrato, Savona)
Elisabetta Cesqui (magistrato, Proc.Gen.Cassazione, Roma)
Luca Cestaro (magistrato Nicosia)
Luciano Ciafardini (Tribunale S. Angelo dei Lombardi)
Marco Ciccarelli (magistrato Torino)
Stefania Ciccioli (magistrato Ancona)
Francesco Ciocia (magistrato, Napoli)
Furio Cioffi (magistrato, Nocera Inferiore)
Carlo Citterio (magistrato, Venezia)
Stefano Civardi (magistrato, Milano)
Antonio Clemente (magistrato, Benevento)
Mauro Clerici (magistrato, Bergamo)
Daniele Colucci (magistrato, Foggia)
Enrico Consolandi (magistrato, Milano)
Marta Correggia (magistrato, Torre Annunziata)
Giancarlo Costagliola (magistrato, Napoli)
Marco D’Agostino (magistrato)
Sara D’Addea (magistrato, Milano)
Alessandro Dagnino (magistrato Nicosia)
Antonio D’Alessio (magistrato, Napoli)
Elena Daloiso (magistrato, Genova)
Linda D’Ancona (magistrato, Napoli)
Silvana d’Antona (magistrato, Milano)
Marcello De Cillis (magistrato, Bari)
Fabio De Cristoforo (magistrato, Napoli)
Francesco De Falco (magistrato Benevento)
Giuseppe De Gregorio (magistrato, Palermo)
Francesco De Leo (magistrato, Roma)
Marco Del Gaudio (magistrato, Napoli)
Paola Del Giudice (magistrato, Napoli)
Paola De Lisio (magistrato, Salerno)
Barbara Del Pizzo (magistrato, S.Maria Capua Vetere)
Michele Del Prete (magistrato, Napoli)
Claudia De Luca (magistrato Potenza)
Sergio De Luca (magistrato, Nocera Inferiore)
Vincenzo De Luzi (magistrato, Ancona)
Sergio De Montis (magistrato, Palermo)
Giuseppe Dentamaro (magistrato, Bari)
Costrantino De Robbio (magistrato, Palermo)
Pier Giorgio Dessì (magistrato, Brescia)
Franco De Stefano (magistrato, Salerno)
Paola Dezani (magistrato, Torino)
Valeria Di Donato (magistrato Napoli)
Antonio Didone (magistrato Cassazione, Roma)
Agnese Di Girolamo (magistrato, Verona)
Nicola Di Grazia (magistrato, Civitavecchia)
Marco Di Napoli (magistrato, Bari)
Paola Di Nicola (magistrato, Latina)
Domenico Diograzia (magistrato, Nocera Inferiore)
Giuseppe Diomeda (magistrato, Genova)
Gaetano Dragotto (magistrato Ancona)
Maurizio Ermellini (magistrato, Massa)
Aldo Esposito (magistrato Napoli)
Mariano Fadda (magistrato, Como)
Giorgio Falcone (magistrato, Vicenza)
Paola Farina (magistrato Palermo)
Paola Fazio (magistrato, Milano)
Ermengarda Ferrarese (magistrato Cagliari)
Claudio Ferrari (magistrato, Palermo)
Alfonso Maria Ferraro (magistrato, Milano)
Giovanni Ferro (magistrato, Savona)
Giovanni Battista Ferro (magistrato, Genova)
Massimo Ferro (magistrato, Bologna)
Paola Filippi (magistrato fuori ruolo, Csm Roma)
Caterina Fiumanò (magistrato, Genova)
Ignazio Fonzo (magistrato Catania)
Giuseppe Fortunato (magistrato, Nocera Inferiore)
Fabrizia Francabandera (magistrato, L’Aquila)
Silvio Franz (magistrato, Genova)
Ornella Galeotti (magistrato, Pistoia)
Adriano Galizzi (magistrato, Bergamo)
Domenico Gallo (magistrato, Roma)
Stefano Gallo (magistrato, Avezzano)
Floriana Gallucci (magistrato, Salerno)
Claudio Galoppi (magistrato fuori ruolo, Csm Roma)
Alberto Gamberini (magistrato, Bologna)
Gilberto Ganassi (magistrato, Cagliari)
Nicoletta Gandus (magistrato, Milano)
Claudio Gatti (magistrato Cagliari)
Marco Gelonesi (magistrato, Genova)
Riccardo Ghio (magistrato Alessandria)
Antonio Gialanella (magistrato Procura Cassazione, Roma)
Francesco Gianfrotta (magistrato Torino)
Claudio Gittardi (magistrato, Milano)
Ludovica Giugni (magistrato, Napoli)
Leonardo Grassi (magistrato, Bologna)
Raffaele Greco (magistrato T.A.R. Puglia, Bari)
Federico Grillo Pasquarelli (magistrato, Torino)
Paolo Gubinelli (magistrato, Ancona)
Marco Guida (magistrato, Bari)
Paolo Guido (magistrato, Palermo)
Alberto Haupt (magistrato Genova )
Arturo Iadecola (magistrato, Monza)
Gennaro Iannarone (magistrato, Perugia)
Emilio Ianniello (magistrato)
Giovanna Ichino (magistrato, Milano)
Enrico Imprudente (magistrato, Roma)
Enrico Infante (magistrato, Foggia)
Anna Ivaldi (magistrato, Genova)
Pietro Lamberti ( Firenze Firenze)
Fabio Lambertucci (magistrato, Pavia)
Aniello La Monica (magistrato, Brescia)
Alberto Landolfi (magistrato Savona)
Luigi Landolfi (magistrato, S. Maria Capua Vetere)
Lucia La Posta (magistrato, Napoli)
Antonio Laronga (magistrato, Lucera)
Massimo Lastrucci (magistrato, Firenze)
Diana Lecca (magistrato, Cagliari)
Concetta Maria Ledda (magistrato, Catania)
Giuseppe Ledda (magistrato, Arezzo)
Maria Novella Legnaioli (magistrato, Arezzo)
Norberto Lenzi (magistrato Bologna)
Ferdinando Licata (magistrato, Messina)
Ferdinando Lignola (magistrato, S. Angelo dei Lombardi)
Felice Lima (magistrato, Catania)
Alessandra Liverani (magistrato, Trento)
Giuseppe Locatelli (magistrato, Brescia)
Giorgio Lubrano (magistrato Napoli)
Gianni Macchioni (magistrato, Torino)
Guido Macchiavello (magistrato, Genova)
Ezia Maccora (magistrato, Bergamo)
Oscar Magi (magistrato, Milano)
Marco Maiga (magistrato, Milano)
Francesca Manca (magistrato, Milano)
David Mancini (magistrato, Teramo)
Antonio Manna (magistrato, Napoli)
Francesco Mannino (magistrato, Catania)
Ilio Mannucci Pacini (magistrato, Milano)
Anna Mantovani (magistrato, Trento)
Michele Marchesiello (magistrato, Genova)
Maria Rosaria Marasco (magistrato, Roma)
Mario Marchetti (magistrato, Cagliari)
Catello Maresca (magistrato, Napoli)
Agnese Margarita (magistrato, Napoli)
Donato Marra (Consigliere di Stato, Roma)
Carlo Marzella (magistrato, Palermo)
Raffaele Massaro (magistrato, Belluno)
Manuela Massenz (magistrato, Milano)
Francesco Mattiace (magistrato, Brindisi)
Francesco Mazza Galanti (magistrato)
Pasquale Mazzei (magistrato, Modena)
Giuseppe Meccariello (magistrato Santa Maria Capua Vetere)
Daniela Meliota (magistrato, Como)
Micaela Mencattini (magistrato, Massa)
Rodrigo Merlo (magistrato, Firenze)
Massimo Meroni (magistrato, Milano)
Filippo Messana (magistrato, Palermo)
Eliasabetta Meyer (magistrato, Napoli)
Elio Michelini (magistrato, Roma)
Alessandro Milita (magistrato, Napoli)
Antonio Minisola (magistrato Sassari)
Luca Minniti (magistrato, Firenze)
Marzia Minutillo Turtur (magistrato, Bologna)
Giuseppina Mione (magistrato, Firenze)
Andrea Mirenda (magistrato, Verona)
Marco Modena (magistrato, Pisa)
Giancarlo Moi (magistrato, Cagliari)
Maria Teresa Mondo (magistrato, Napoli)
Alessandro Moneti (magistrato, Prato)
Raffaele Monfredi (magistrato, Palermo)
Umberto Monti (magistrato, Ascoli Piceno)
Patrizia Morabito (magistrato, Reggio Calabria)
Michele Morello (magistrato, Campobasso)
Tullio Morello (magistrato, Napoli)
Mario Romeo Morisani (magistrato, Genova)
Elisabetta Morosini (magistrato, Lecco)
Paola Moscaroli (magistrato, Ancona)
Mauro Mura (magistrato, Cagliari)
Carla Musella (magistrato, Napoli)
Domenico Musto (magistrato, Napoli)
Sebastiano Napolitano (magistrato Napoli)
Giovanni Narbone (magistrato, Milano)
Giovanni Battista Nardecchia (magistrato, Como)
Maura Nardin (magistrato Sassari)
Alessia Natale (magistrato Napoli)
Andrea Natale (magistrato, Torino)
Carlo Negri (magistrato, Rovigo)
Lorenzo Nicastro (magistrato)
Gualtiero Nichelini (magistrato Roma)
Massimo Niro (magistrato Firenze)
Renato Nitti (magistrato, Bari)
Giacomo Nonno (magistrato, Palermo)
Claudio Nunziata (magistrato in quiescenza, Bologna)
Francesco Nuzzo (magistrato, Brescia)
Grazia Omboni (magistrato, Brescia)
Giuseppe Orio (magistrato, Genova)
Maria Teresa Orlando (magistrato, S. Maria Capua Vetere)
Gaetano Paci (magistrato, Palermo)
Massimo Pagliarini (magistrato, Roma)
Pierangelo Padova (magistrato, Palermo)
Michela Palladino (magistrato Ariano Irpino)
Guido Pani (magistrato, Cagliari)
Eligio Paolini (magistrato, Prato)
Giacomo Paoloni (magistrato, Roma)
Filippo Paone (magistrato, Roma)
Vincenzo Papillo (magistrato, Genova)
Monica Parentini (magistrato, Genova)
Roberto Parziale (magistrato, Roma)
Claudio Patruno (magistrato, Reggio Calabria)
Domenico Pasquariello (magistrato Modena)
Elisa Pazè (magistrato, Trapani)
Piercarlo Pazè (magistrato in quiescenza, direttore rivista Minorigiustizia)
Carlo Maria Pellicano (magistrato, Torino)
Livio Pepino (magistrato Cassazione, Roma)
Simone Perelli (magistrato, Torino)
Eugenio Pergola (magistrato, Pordenone)
Luca Perilli (magistrato, Rovereto)
Manuela Persico (magistrato, Agrigento)
Raffaele Pesiri (magistrato, Napoli)
Gianfranco Petralia (magistrato)
Franco Petrolati (magistrato, Roma)
Carlo Piana (magistrato, Cagliari)
Alberto Maria Picardi (magistrato, S. Maria Capua Vetere)
Ettore Picardi (magistrato, Ascoli Piceno)
Luigi Picardi (magistrato, Napoli)
Elisabetta Pierazzi (magistrato, Brescia)
Fiorella Pilato (magistrato Cagliari)
Giangiacomo Pilia (magistrato, Cagliari)
Morena Plazzi (magistrato, Bologna)
Aldo Policastro (magistrato, Napoli)
Claudio Poma (magistrato, Alessandria)
Carla Ponterio (magistrato Modena)
Gaetano Porcu (magistrato, Cagliari)
Alberto Princiotta (magistrato, Savona)
Mario Profeta (magistrato, Firenze)
Pasquale Profiti (magistrato, Trento)
Lorenzo Puccetti (magistrato Bolzano)
Giovanni Puliatti (magistrato, Grosseto)
Nicoletta Quaglino (magistrato, Torino)
Stefano Racheli (magistrato, Roma)
Luca Ramacci (magistrato, Tivoli)
Elio Ramondini (magistrato Milano)
Umberto Rana (magistrato, Arezzo)
Pier Valerio Reinotti (magistrato, Udine)
Angelo Renna (magistrato Milano)
Carlo Renoldi (magistrato, Cagliari)
Ornella Riccio (magistrato, Napoli)
Elena Riva Crugnola (magistrato, Milano)
Cesare Roberti (magistrato Catanzaro)
Roberto Rossi (magistrato, Bari)
Simonetta Rossotti (magistrato, Torino)
Carmelo Ruberto (magistrato, Venezia)
Massimo Russo (magistrato, Palermo)
Filomena Ruta (magistrato Ancona)
Giuseppe Salmè (magistrato, componente CSM)
Rita Sanlorenzo (magistrato, Torino)
Luciano Santoro (magistrato, Sala Consilina)
Roberto Santoro (magistrato Venezia)
Manuela Saracino (magistrato, Bari)
Brunella Sardoni (magistrato Milano)
Valerio Savio (magistrato, Roma)
Eva Scalfati (magistrato, Napoli)
Antonio Scarpa (magistrato, Salerno)
Massimo Scartabello (magistrato, Torino)
Mariano Sciacca (magistrato, Catania)
Adriano Scudieri (magistrato, Agrigento)
Guido Secchione (magistrato Sassari)
Emanuele Secci (magistrato, Cagliari)
Igor Secco (magistrato, Bolzano)
Antonella Serio (magistrato Catania)
Luca Semeraro (magistrato Napoli)
Giancarla Serafini (magistrato, Milano)
Giuditta Silvestrini (magistrato Mantova)
Amina Simonetti (magistrato, Milano)
Claudio Siragusa (magistrato, Napoli)
Serenella Siriaco (magistrato in quiescenza, Napoli)
Emilio Sirianni, magistrato Cosenza
Arturo Soprano (magistrato, Milano)
Giuseppe Soresina (magistrato, Firenze)
Sergio Sottani (magistrato, Perugia)
Sergio Spadaro (magistrato, Milano)
Bruno Spagna Musso (magistrato Cassazione, Roma)
Maria Teresa Spagnoletti (magistrato, Roma)
Paolo Storaci (magistrato, Trento)
Alessandra Susca (magistrato, Bari)
Cristina Tabacchi (magistrato, Acqui Terme)
Cesare Tacconi (magistrato, Milano)
Alberto Taglienti (magistrato, Ancona)
Augusto Tatangelo (magistrato, Napoli)
Giovanni Tedesco (magistrato, Napoli)
Daniela Tognon (magistrato Napoli)
Antonella Toniolo (magistrato, Padova)
Lucilla Tontodonati (magistrato, Milano)
Anna Maria Tosto (magistrato, Bari)
Francesco Traverso (magistrato, Torino)
Nicola Trifuoggi (magistrato, Pescara)
Danilo Tronci (magistrato, Cagliari)
Lina Trovato (magistrato, Catania)
Alessandra Turco (magistrato, Firenze)
Giuliano Turone (magistrato Cassazione, Roma)
Paola Vallario (magistrato Napoli)
Chiara Valori (magistrato, Varese)
Fabrizio Vanorio (magistrato, Palermo)
Chiara Venturi (magistrato)
Claudio Viazzi (magistrato, Genova)
Elisabetta Vidali (magistrato, Genova)
Gabriella Viglione (magistrato, Torino)
Federico Vignale (magistrato in quiescenza, Genova)
Francesco Vigorito (magistrato, Roma)
Christine Von Borries (magistrato, Prato)
Pier Luigi Zanchetta (magistrato, Torino)
Domenico Zeuli (magistrato Napoli)
Alberto Ziroldi (magistrato, Modena)
Paolo Zorzi (magistrato, Brescia)
Dai parlamentari
Nando Dalla Chiesa (senatore)
Claudio Fava (parlamentare europeo)
Elvio Fassone (senatore, magistrato)
Gianni Kessler (deputato, magistrato)
Dalle Associazioni, dai giornalisti, dalle altre professioni, dai cittadini:
Giovanna Albertelli (impiegata comunale, Parma)
Giulia Alliani (Osservatorio Legalità e Diritti – Onlus)
Associazione Nazionale Giuristi Democratici - Milano
Donata Almici (architetto, Milano)
Fabrizio Ammirati (medico ospedaliero Roma)
Donatella Angeletti (docente, Roma)
Alberto Antonetti
Roberta Angulilesi (“Democrazia e Legalità”, periodico online)
Alberto Antonetti (impiegato Banca d’Italia, Roma)
Arianna Anziano (docente, Napoli)
Andreina Anziano (medico, Napoli)
Antonio Arena (impiegato Sesto S. Giovanni – MI)
Massimo Arzani (agente immobiliare, Sesto S.Giovanni)
Giovanni Assante (artigiano, Grania del Castello di Cisterna – Napoli)
Fiorella Bachechi (Roma)
Alessandro Balducci (Osservatorio sulla legalità e i diritti – Onlus)
Adelmo Ballarotti (pensionato, Padova)
Gianni Barbacetto (giornalista, Milano)
Viviana Bartolaccini (cosmesi estetica Genova)
Graziella Bartolini (educatrice d’infanzia, Genova)
Antonio Bastone (Medico Monza)
Letizia Battaglia (editrice e fotografa)
Adele Baudo (saggista antimafia)
Paolo Bellini (Enel Larderello)
Stefano Bentivogli (anche per il Bimestrale “Ristretti Orizzonti” Padova)
Anna Bernasconi (medico Milano)
Carlo Berrini Fernandez (medico, Milano)
Fiorenza Bevilacqua (Liceo Parini, CISL Scuola, Milano)
Enrichetta Bionda (Assistente Sociale, Novara)
Paolo Bitetti (architetto Roma)
Laura Bogani (Parigi)
Edda Boletti (“Le Girandole”, Milano)
Giandomenico Bonanni (Ricercatore, Roma)
Manfredo Boni (commercialista Brescia)
Silvia Bonucci (Girotondi, Roma)
Lorenzo Boscarelli (dirigente, Milano)
Margherita Bosio (psicoterapeuta Genova)
Marinella Brancaleoni (docente, Milano)
Cloris Brosca (attrice Roma)
Giovanna Bruno (Direttore Amministrativo, Provveditorato Studi Pavia)
Agata Buttarelli (G.O.T. Milano)
Piera Calmieri (casalinga Genova)
Barbara Campagna (operatore penitenziario, Milano)
Danila Campo (architetto Genova)
Pietro Campoli (Russi - RA)
Susanna Camusso (Segret. Reg.le CGIL Lombardia, Milano)
Francesca Canale (medico legale, Genova)
Marco Canepari (ricercatore Genova)
Laura Cangemi (traduttrice, Mantova)
Ferruccio Capelli (Segr. Casa della Cultura, Milano)
Carla Caroggio (docente Genova)
Paola Carucci (già Sovrintendente Archivio centrale dello Stato)
Anna Cassol (libera professionista Genova)
Gianni Castellan (www.carovanaperlacostituzione.it)
Rodrigo Vergara (traduttore, Modena)
Roberto Alessandrini (media activist, Viareggio)
Gianni Catania (ingegnere Torino)
Antonio Cavagnaro (docente, Milano)
Emilia Cestelli (Assoc. “Le Girandole” Milano)
Patrizia Ciardiello (operatrice penitenziaria, Milano)
Silvana Citterio (dirigente scolastico in quiescenza, Milano)
Andrea Chiappori (dirigente industriale Ansaldo Genova)
Sonia Chicchi (tramite Italia Democratica)
Gabriella Chirumbolo (Assistente Sociale, Uff. Esecuz. Penale Est., Caltanissetta ed Enna)
Marco Cipriano (Vice Pres.te Consiglio Regionale Lombardia)
Renata Collatina (docente, Sesto S.Giovanni)
Anna Concia (docente, Milano)
Federico Corbellini (Genova)
Marinella Cossu (docente, Elmas)
Dionisio Cotella (medico II Università Torvergata Roma)
Licia Conte (giornalista, Roma)
Alfredo Costa (sindacalista, Milano)
Annamaria Cremona (Comiato Genitori Militari Caduti in tempo di pace, Milano)
Gianna Cresci (impiegata Genova)
Alberto Cristofori (consulente editoriale, Milano)
Giulia Crivellari (revisore dei conti, Milano)
Anna Maria Curci (docente, Roma)
Ester Curcu (impiegata Cagliari)
Sandro D’Alessandro (dirigente editoriale Milano)
Sara Damiani (studentessa universitaria, Roma)
Alberto De Benedetti (Milano)
Rodolfo De Cristofaro (docente Statistica)
Elenora Del Fabbro (studentessa, Milano)
Alberto Dellafiore (ricercatore, Firenze)
Massimo Della Giovanna (ingegnere Genova)
Massimiliano Della Torre (Ufficio Difensore Civico Regionale, Milano)
Gioia De Marzi (counselor, Milano)
Pinella Depau (docente Cagliari)
Giuseppe De Santis (docente, Adria)
Giuseppe De Santis (funzionario comunale, Castano Primo – Mi)
Anna Maria Di Dato (docente, Milano)
Bruna D’Innocenzo (docente in pensione, Roma)
Giusy Di Serio (coordinatrice infermieristica Roma
Andrea Di Vita (impiegato, Genova)
Mario Dore (pensionato, “Arcobaleno di Stella Nascente”, Alghero)
Vittorio Emiliani (giornalista)
Sergio Erba (medico, Milano)
Irene Falcinelli (docente)
Stefano Ferla (studente universitario, Milano)
Giancarlo Ferlito (Associazione Greenstone, Messina)
Massimo Ferrario (consulente aziendale, Milano)
Giorgio Floris (Oristano)
Ruggero Fornasiero (ragioniere, Padova)
Paolo Francini (artigiano Pistoia)
Stella Fraschetti (impiegata, Firenze)
Giovanni Frazzica (giornalista, Messina)
Gianni Frosali (pensionato Genova)
Antonino Frustaglia (medico Pioltello)
Paola Fubini (assistente sociale, Torino)
Flavia Fulvio (Osservatorio sulla legalità e i diritti – Onlus)
Lorenzo Frigerio (Libera Lombardia – Gruppo Abele)
Rosalia Gaeta (Ministero del Lavoro, Roma)
Fabrizio Galli (pubblicitario Terni)
Massimo Gallo (manager, Milano)
Francesca Gamba (impiegata statale, Roma)
Angelo Garro (Comiato Genitori Militari Caduti in tempo di pace, Milano)
Jole Garuti (Associazione Stak – Onlus)
Luciano Gemme (impiegato Stazzano – Al)
Patrizia Gentilizi (medico, Associazione per l’Ambiente, Forlì)
Simona Giovannozzi (Communitas 2000, Roma)
Gianluigi Goi (lavoratore autonomo Gussago)
Maria Rosaria Grazioso (Associazione “Chietinuova 3 febbraio”, Chieti)
Dino Greco (Camera del Lavoro Brescia)
Gianni Guasto (medico psichiatra, Bogliasco – Ge)
Dario Guidotti (docente, Milano)
Rita Guma (Osservatorio Legalità e Diritti – Onlus)
Luigi Imperato (ingegnere, Bresso – Mi)
Guido Innocenti (praticante notaio, Grosseto)
Patrizia Izzo (Napoli)
Rosanna Lainati (docente, Monza)
Federico Lama (statistico, Viterbo)
Laura Lana (studentessa, Milano)
Carmela Landi (assistente sociale, Pontecagnano Faiano – Sa)
Antonio Lareno Faccini (Camera del Lavoro Milano)
Gianni Laterza (commercialista, Milano)
Raniero La Valle (giornalista)
Antonio Lentini (ingegnere, Colonia)
Riccardo Lenzi (agente di commercio, Bologna)
Umberto Lenzi (regista cinematografico, Roma)
Fabrizio Leone (docente San Benedetto del Tronto - AP)
Roberto Loca (Ministero Lavoro e Politiche Sociali, Roma)
Vanna Lora (docente, Milano)
Roberto Maggi (psichiatra, Genova)
Giovanni Maggiani Chielli (portavoce Associaz. Familiari Vittime Strage via Georgofili, Firenze)
Elena Maglietta (docente Retescuole Milano)
Lorenzo Majno (studente universitario Milano)
Martino Majno (ingegnere nautico Milano)
Rinaldo Majno (medico chirurgo Milano)
Bruno Malangone (impiegato tecnico MIUR, Pontecagnano Faiano – Sa)
Marinella Mandelli (Pres. Comitato “Salviamo la Costituzione “ di Bergamo, anche per il Comitato)
Orleo Marinaro (informatico, Milano)
Carlo Marini (giornalista)
Francesca Marino (docente, Pizzo - VV)
Arduina Masoch (Milano)
Maurizio Mastrogiovanni (dirigente, Milano)
Nicoletta Mazzuccato (giornalista scientifica, Milano)
Donatella Mealli (docente, Milano)
Paolo Molinari (docente, Brescia)
Marco Mondonico (impiegato tecnico, Milano)
Anna Murru (ingegnere, Orani-Nuoro)
Anna Muschitiello (Segr. Nazionale Coordinamento Assistenti Sociali Giustizia)
Amalia Navoni (Coordinamento lombardo Nord-Sud del mondo)
Enrica Noseda (Milano)
Flaminia Nucci (psicoanalista, Milano)
Rosanna Oliva (Comitato di pressione per le leggi paritarie ex Art. 51)
Marco Orgiana (docente, Cagliari)
Tania Orgiana (sociologa, Cagliari)
Nuccia Pallaroni (Milano)
Piera Palmieri (casalinga, Genova)
Elsa Panzetti (psicoterapeuta, Milano)
Gabriella Papone (operatore sociale, Genova)
Fabrizia Parini (docente, Milano)
Anna Pasolini (docente)
Gianmaria Patrone Tassani (studente universitario Roma)
Gabriele Pazzaglia (Studente, Prato)
Massimiliano Pedroni (Bertinoro- Forlì)
Claudia Peregrini (medico, Milano)
Ada Perez (docente, Paride del Pozzo – Napoli)
Luigi Pesce (studente universitario Genova)
Diego Piccioli (Ricercatore Immunologia)
Gianandrea Piccioli (consulente editoriale, Milano)
Francesca Pigliapochi (impiegata Genova)
Rita Piloni (docente, Milano)
Davide Pinardi (scrittore, sceneggiatore)
Roberta Pezzullo (docente, Palermo)
Michele Piccardo (medico Genova)
Francesco Pistolato (Coordinatore Biblioteca Austriaca, Udine)
Alessandro Pollio ( Associazione “Aprile”, Milano)
Margherita Porta (psicoterapeuta Brescia)
Giovanna Profumo (impiegata, Genova)
Rita Puglia (Assistente Sociale, Uff. Esecuz. Penale Est., Milano)
Tullio Quaianni (Medico del lavoro, Milano)
Ignazio Quattrin (consulente sicurezza lavoro ed ambiente, Milano)
Giuseppe Quero (studente medicina Roma)
Mariangela Quero (docente Crotone)
Alessandro Ravotto (archeologo Barcellona - Spagna)
Chiara Ravotto (impiegata Shangai - Cina)
Egidio Ravotto (dirigente scolastico Genova)
Francesca Reduzzi (Università Federico II Napoli)
Piero Ricca (Le Girandole, Milano)
Maria Ricciardi Giannoni (www.carovanaperlacostituzione.it)
Paola Rigamonti (docente, Milano)
Elio Rindone (docente, Roma)
Sabina Riondino (docente Pontedera -Pi)
Tiziana Riva (consulente di comunicazione, Milano)
Aurelia Rivarola (medico, Milano)
Luciana Rosaspina (pensionata Milano)
Giancarlo Rossi (architetto, Milano)
Anna Rubartelli (medico Istituto tumori Genova)
Angelo Salvatori (Communitas 2000, Roma)
Andrea Sanna (impiegato, Cagliari)
Rita Sanna (docente, Cagliari)
Stefano Santachiara (Centomovimenti.com)
Lina Santoro (docente, Milano)
Rosalia Santoro (docente, Milano)
Marcello Savoia (Bolzano)
Stefania Savy (infermiera Genova)
Franco Scasseddu (docente, Cagliari)
Giancarlo Scarso (docente, Sesto S. Giovanni)
Maddalena Schiano (medico Ospedale San Camillo Roma)
Maria Luisa Schiano Lomoriello (impiegata Roma)
Maria Luisa Sciarpa (docente in pensione, Milano)
Maria Luisa Sciarpa (Milano)
Luigi Sedita (medico, Firenze)
Beatrice Serani (Rai, Roma)
Giorgio Sgarbi (Milano)
Cristina Simonini (psicoanalista Milano)
Renzo Simonini (ingegnere civile- Salò)
Irene Siriaco Calarco (docente in pensione, Napoli)
Carla Sordi (ambientalista- Salò)
Franca Speranza (Genova)
Valentina Spunton (fisioterapista, Milano)
Donato Squicciarini (funzionario banca in pensione, Napoli)
Mariella Stagi (docente, associazione LEND, Modena)
Giuseppe Sunseri (Sinistra ecologista, Roma)
Tito Fiorenzo Tiberti (Unione degli Universitari, Pavia)
Elvio Tidili (pensionato, Cesano Maderno)
Bernardino Tolomei (architetto, Padova)
Mario Tomasoni (amministratore delegato società multinazionale, Milano)
Romano Trabucchi (consulente d’azienda, Milano)
Marco Travaglio (giornalista)
Franco Trincale (Milano)
Piero Trucchi (medico Istituto Gaslini Genova)
Dino Turturici (Giudice di Pace, Milano)
Davide Uderzo (tecnico radiologo, Università Udine)
Marina Valcarenghi (psicoterapeuta, Milano)
Nicola Valcarenghi Scognamiglio (consulente, Castagneto Carducci – Livorno)
Maria Beatrice Valluzzi (Ministero del Lavoro, Roma)
Walter Vannini (criminologo, giudice onorario, Milano)
Anna Vercelli (medico legale, Bologna)
Claudio Vergani (consulente aziendale Brescia)
Franca Vico (Associazione tutela traumatizzati e lesionati, Rimini)
Giovanna Villa (medico Genova)
Vincenzo Viola (docente, Milano)
Giovanna Vitale (docente Roma)
Matteo Viviano (Comitato per la Costituzione “G. Rossetti”, Genova)
Stefano Volante (Communitas 2000, Milano e Segrate)
Paolo Volpato (giornalista, Torino)
Andrea Zaccagnini (impiegato Roma)
Luisa Zanotelli (tramite Italia Democratica)
Antonio Zanza (quadro aziendale PP. TT. Roma)
Rosa Annunziata (MDR Napoli)


44 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie a Berlusconi ho scoperto di essere una"estremista di sinistra",se questo vuol dire amare la Giustizia e di coseguenza la nostra Costituzione.La mia più totale solidarietà di cittadina(matrice di destra)al Giudice Gandus.Qualche "firmetta" di solidarietà ai Magistrati: De Magistris,Forleo,Apicella,Nuzzi..non sarebbe stata altrettanto dovuta?
Siete tutti sempre in tempo a farlo!Meglio tardi che mai,anche per mettere a posto la vostra coscienza di Magistrati in rispetto dell'art.3 e 104 della nostra violentata Costituzione.Una cittadina che conta su di Voi.
CORAGGIO!!
Pax et Bonum
dina riccioni

Generazione V ha detto...

Grazie del contributo, è vergognoso che in Italia solo chi ha la possibilita' di accedere in Rete puo' sapere la verita' delle cose..

Anonimo ha detto...

Ill. dr. Lima
perfettamente lucido e corrispondente al vero....come sempre.
E' ancora possibile aderire?
Non potrebbe nascere un VERO e CONCRETO movimento per la legalità?
In caso positivo posso scrivere all'indirizzo email indicato?
Mathilda

Stefano Riva ha detto...

Caro Felice, non so se e per quanto tempo ancora sia possibile tollerare questa situazione penosa in cui versano le nostre istituzioni, in primis il Presidente del Consiglio.
Cosa gravissima è l'uso sistematico della la menzogna non solo in quanto tale,ma soprattutto come mezzo privilegiato di autoindulgenza e autoassoluzione.
E il silenzio della stampa,volontario e compiacente nella maggior parte dei casi, acuisce in maniera esponenziale la gravità di ciò che stiamo vivendo tutti noi.
Difficile è l'accesso alla maggioranza dei cittadini di sistemi d'informazione e valutazione dei fatti quanto più possibile (non dico oggettivi,sarei un ingenuo,ma) completi, rispecchianti le diverse posizioni, e realmente supportati da "prove" che non siano il solito elenco di " rifiuti a Napoli, Abruzzo, Ici sulla prima casa, miliardi qua e là" recitato a memoria e mai verificato realmente,sul territorio.
Vado a pranzarci sopra,che è meglio. A più tardi e grazie per l'ennesimo contributo di (dis-?)informazione

Felice Lima ha detto...

Per Dina Riccioni (commento delle 13.17).

Cara Dina,

Lei scrive:
"Qualche "firmetta" di solidarietà ai Magistrati: De Magistris,Forleo,Apicella,Nuzzi..non sarebbe stata altrettanto dovuta?"

Questo che Lei scrive è il vero nodo della vergogna della "magistratura".

La "magistratura" non difende tutti i magistrati attaccati dai loro indagati solo per avere fatto il loro dovere.

Per ragioni purtroppo deplorevoli, ne difende alcuni e ne spazza via altri.

Ho cercato di illustrare in molti scritti di questo blog quali sono i criteri per i quali alcuni vengono difesi e altri no.

In ogni caso, come Lei sa, chi scrive su questo blog non ha fatto mancare in nessun modo la dovuta solidarietà a Luigi, Clementina, Gabriella, Luigi e Dionigio.

Stefano Rachlei e Nicola Saracino ne sono stati e ne sono anche formalmente i difensori dinanzi al C.S.M..

Né ci sentiamo di non dire la verità sull'ingiusta e vergognosa aggressione alla collega Gandus solo perchè lei, diversamente da quanto accaduto agli altri, è stata difesa, invece che attaccata, dall'A.N.M..

Ci sforziamo di dire ciò che è vero, senza farne come altri questione di "lotta fra bande".

Un caro saluto.

Felice Lima

Felice Lima ha detto...

Per Mathilda (commento delle 13.32).

Carissima Mathilda,

può scrivere certamente all'indirizzo mail indicato, per dare la Sua adesione morale a quel comunicato.

La cosa farà sicuramente piacere ai promotori.

Dal punto di vista pratico, si tratta, però, di un invito rivolto a chi sarebbe andato al governo dopo le elezioni che allora erano imminenti.

Dunque, l'adesione oggi non può che essere un fatto di valore solo morale.

Per la cronaca, quelle elezioni Berlusconi le perse e le c.d. "leggi vergogna" rimasero in vigore, perchè il governo c.d. "di sinistra" evidentemente le trovò accettabili.

Quanto al creare un nuovo movimento, idea che Lei più volte ci ha proposto, a me pare che sarebbe bello farlo, ma che la crisi di questo Paese non sia risolvibile con la creazione di una nuova ulteriore "aggragazione".

Credo, insomma, che, trattandosi di una crisi diffusa, profonda e sostanziale, l'unica cosa che si possa e si debba fare sia diffondere cultura, pensiero, valori.

Per fare questo non è necessaria una aggregazione, che, per contro, si presterebbe all'ennesima guerra per bande fondata sul "noi" e "voi".

Un caro saluto.

Felice Lima

Anonimo ha detto...

Dr. Lima
Non si possono diffondere nè valori nè cultura. Oggi è tutto così "inquinato e inquinabile", vi è una tuttologia imperante e l'impegno del singolo è un puro spreco di energie. Per poter diffondere occorre avere sistemi di informazione....oggi abbiamo soltanto internet, finchè non verrà trovato il modo per poter controllare e "indirizzare".
Di fronte a ciò che abbiamo sotto gli occhi quotidianamente credo invece che un movimento, un riconoscerci e contarci, potrebbe sortire effetto, in tal senso la storia insegna.
Finchè continuiamo a scandalizzarci e contestare con questo mezzo ....concretamente cosa otteniamo? Forse qualcuno si è posto il problema? se sì ....credo solo per danneggiare Lei e quanti altri riconoscibili.
Voglio dire: siamo tanti ( e ne sono convinta) ma siamo "nell'etere" senza alcuna possibilità di incidere e di fronteggiare questo continuo sfacelo della democrazia.
Se invece venisse formato un movimento, organizzato, ben strutturato, condiviso, si potrebbe avere voce e, forse, si potrebbero appunto divulgare quei valori ai quali tutti noi teniamo.
Grazie
Mathilda

Felice Lima ha detto...

Cara Mathilda,

io condivido il Suo pensiero, ma valuto l'esito di ciò che Lei propone, quando scrive che ci potremmo "contare".

A me sembra evidente che, se ci contassimo, avremmo la certificazione di una cosa che è sotto gli occhi di tutti: che siamo una sparuta minoranza.

Se non fossimo tali e fossimo, nei fatti, un numero ragguardevole, ciò che sta accadendo non potrebbe accadere.

Se l'intera classe dirigente di un paese - con differenza a volte magari significative, ma non decisive - può mentire, rubare, insabbiare, tradire, eccetera eccetera, ciò vuol dire necessariamente che il popolo lo consente e, sotto certi profili, addirittura lo vuole.

A me pare che, quando si è molto in minoranza, contarsi sia non solo inutile, ma addirittura dannoso, perchè certifica la scarsa condivisione dei valori del "gruppo".

Le idee possono avere "forza" in due modi: o per la rappresentatività e/o l'autorità di chi le propugna o per la loro intrinseca bontà.

Ghandi, Martin Luther King e altri hanno cambiato il corso della storia da soli, per la bontà delle loro idee.

Se si fossero affidati alla "conta dei voti", sarebbero rimasti chiusi in uno scantinato, perchè, appunto, erano soli.

A me pare che noi non possiamo sperare in altra "forza" che la bontà intrinseca delle cose che diciamo.

Se volessimo farci valere per la "forza dei numeri", non potremmo che prendere atto che i numeri al momento sono DECISAMENTE contro di noi.

Il Presidente del Consiglio non è un usurpatore. E', in tutti i sensi, il "rappresentante" di questo popolo.

Questo popolo non lo ha votato credendo che sia una persona per bene o che sia un imprenditore capace, perchè sa benissimo che non è nessuna delle due cose.

Lo ha votato sapendo che ha fatto e fa le cose che sono sotto gli occhi di tutti.

Lo ha votato per realizzare con lui uno scambio complice di favori.

Questo popolo, ovviamente, è anche stupido, perchè non capisce che in questo genere di affari i favori non sono affatto "reciproci".

La cosa è spiegata molto bene nel video che può vedere a questo link.

In questo contesto, secondo il mio modesto parere avrebbe senso contarsi solo se questo potesse consentire di far valere un consenso molto elevato.

Il che non mi pare sia ipotizzabile.

Ci tengo a dire ancora una volta a Lei e a tutti che io non faccio ciò che faccio perchè penso che sia "vincente". Lo faccio solo perchè penso che sia giusto e doveroso.

E perchè sto meglio con la mia coscienza facendolo che non facendolo.

Un caro saluto.

Felice Lima

enzotortora ha detto...

Rimango comunque perplesso di fronte a magistrati che si oppongono pubblicamente a leggi approvate dal parlamento. Temo il "governo" dei giudici almeno tanto quanto ogni altra forma di democrazia distorta. Riflettete, magistrati impegnati...

Davide Pugliese ha detto...

Illustre dr. Lima, sono uno studente di Giurisprudenza e in questi giorni stò studiando sui testi della "ex Cirielli", della legge del 2006 di modifica dell'art 52 c.p., e sono rimasto basito. Non capisco come si faccia a non vedere la deleterietà di questi interventi normativi. La c.d. "ex Cirielli", allarga la prescrizione, inibisce la recidiva con il limite delle condanne pregresse, che è ridicolo. La modifica della legittima difesa è almeno ugualmente scandalosa. Sono senza parole, il testo della "ex Cirielli" è scritto palesemente per lo stesso fine del Lodo Alfano. Non capisco come si possa chiamare estremista di sinistra un Giudici che esprima il suo parere su delle norme esplicitamente disastrose...

Felice Lima ha detto...

Per Enzo Tortora (commento delle 14.43).

Gentile Anonimo,

non si offenda se Le dico che ciò che Lei ha scritto è privo di qualunque fondamento razionale ed è solo "propaganda politica" della peggiore.

Lei scrive:
"Rimango comunque perplesso di fronte a magistrati che si oppongono pubblicamente a leggi approvate dal parlamento. Temo il "governo" dei giudici almeno tanto quanto ogni altra forma di democrazia distorta. Riflettete, magistrati impegnati..."

Ma i magistrati che hanno sottoscritto quell'appello (fra i quali anche io) non si "oppongono pubblicamente", come sostiene Lei, "a leggi approvate dal Parlamento".

E tanto è vero questo, che quelli leggi RISPETTANO e APPLICANO.

Quei magistrati spiegano pubblicamente al popolo elettore e sovrano le ragioni per le quali quelle leggi appaiono incostituzionali (e, infatti, tali la Corte ne ha dichiarate poi la maggior parte). E chiedono a chi sarà al governo di abrogarle. Ferme restando la libertà e il potere di chi sta al governo di accogliere o no le richieste contenute nell'appello.

Il Suo riferimento al "governo dei giudici" è privo di senso logico.

Se io, che sono un motociclista, riunisco mille motociclisti e insieme chiediamo al governo di abbassare la tassa di circolazione delle moto, questo non è un "governo dei motociclisti", ma solo la "libertà" dei motociclisti di pregare il governo di fare o non fare qualcosa che il governo sarà a sua volta libero di fare o non fare.

E' proprio Lei, poi, che propone una forma distorta di democrazia, nella quale i giudici non potrebbero esprimere le loro opinioni giuridiche in forma civile e corretta, come civile e corretto è quell'appello, mentre né civile né corretta può essere qualificata la scena alla quale ci ha fatto assistere il Presidente del Consiglio quando ha insultato pubblicamente un magistrato legittimamente in servizio compiendo un atto per il quale qualunque cittadino non coperto da immunità risponderebbe civilmente e penalmente.

Se mi permette un consiglio, rifeltta sulle frasi fatte che sente in tv. In molti casi non hanno alcun senso.

Felice Lima

Anonimo ha detto...

Rileggo i nomi dei colleghi e tra questi vedo tanti civilisti e tante persone che non hanno mai avuto il pallino dell'associazionismo giudiziario.

Rileggo il testo dell'appello e mi rendo conto che esso esprimeva principalmente un'istanza di ritorno al precedente assetto legislativo. Per esempio, la previgente norma sulla legittima difesa era quella originaria del codice Rocco... Eh, il grande Rocco, noto estremista di sinistra (ministro durante il Ventennio).

Saluti
Ernesto Anastasio

Anonimo ha detto...

Sono ancora una volta ammirato per quanto contenuto nell'articolo del giudice Felice Lima, ma dissento con forza sul commento delle 14.01 del 22/05/09 del giudice Lima.
Non è vero che gli italiani votino Berlusconi in base ad un calcolo egoistico. Mi permetto di far osservare che questa tendenza a caricare sulle spalle del popolo le responsabiltà proprie della nostra classe politica, dei nostri dirigenti e dei nostri intellettuali è una delle ragioni delle difficoltà in cui noi ci dibattiamo. Esiste un precedente storico che io formulo sotto forma di domanda rivolta al dott Lima.
I nostri storici insistono sull'unanimità dei consensi di cui godette Mussolini a suo tempo.
Nel 1922 Mussolini andò al potere con trentacinque deputati, ossia il popolo bue dette al futuro dittatore molto meno di quanto ottiene in Francia ai nostri giorni il movimento di Le Pen. Mussolini andò al potere a causa della demagogia e degli errori di una parte della sinistra e soprattutto grazie al "consenso" di una larga parte delle classi dirigenti dell'epoca. Fra i consenzienti c'era pure De Gasperi.
Dott Lima lei considera più responsabile della deriva fascista il cittadino italiano o L'on De Gasperi che votò la fiducia e i pieni poteri ad un uomo che aveva tutte le stimmate del dittatore?
Io credo che gli italiani siano soprattutto profondamente delusi di ciò che hanno fatto i movimenti di sinistra e che abbiano votato per Berlusconi, non dico per disperazione, ma poco ci manca.
Sulla base di questa analisi io non sarei tanto pessimista sull'attitudine dei nostri concittadini, ma la prima regola per essere ottimisti è rispettare i nostri concittadini, comprenderli e aiutarli ad aprire gli occhio, cosa che Lei fa in maniera egregia.
Chi vede le cose dal basso, come il sottoscritto, ha pure dei momenti di sconforto, di esitazione, e pure di paura.
Ancora ben più in basso io trovo milioni di italiani precari che stanno ben peggio di me e che non meritano il giudizio implicito nello sketch da lei linkato. Si tratta di persone che vivono in un incubo di incertezze e che sono ampiamente scusati se questa loro confusione si riflette pure nel voto che potrebbero dare a questo o quel indegno "raccomandatore".
Lei fa opera egregia e non credo proprio che voi siate quattro gatti, dato che dietro il vostro drappello di giudici coraggiosi c'è pure una umanità alla quale io appartengo, che non si soddisfa della propria impotenza, che si sente pure cosciente delle proprie responsabilità e che cerca una strada, in mezzo al buio, verso la libertà.

francesco siciliano ha detto...

Caro felice, innanzitutto un affettuoso saluto e la doverosa solidarietà al Collegio (nessuno si premura di precisarlo) che ha emesso la sentenza "Mills". Doverosità solidarietà posto che gli attacchi non provengono dagli imputati o dai condannati cosa che sarebbe inopportunita ma ovvia. Doverosa solidarietà poichè è solidarietà alla democrazia italiana e alla tripartizione dei poteri.
Saluti

salvatore d'urso ha detto...

x Felice Lima del 22 maggio 2009 14.30

Condivido quasi totalmente quanto lei ha scritto e mi rivedo soprattutto in questa sua frase:

"Ci tengo a dire ancora una volta a Lei e a tutti che io non faccio ciò che faccio perchè penso che sia "vincente". Lo faccio solo perchè penso che sia giusto e doveroso.

E perchè sto meglio con la mia coscienza facendolo che non facendolo."

Però allo stesso tempo devo dire che nutro delle speranze poichè anche solo il fatto che molte personalità della società civili celebri e meno celebri sono scese in campo decisi a cambiare totalmente il sistema politico di questo paese...

Da notare inoltre che la maggioranza è sempre e solo elettorale e non la maggioranza dell'intera popolazione.

Ci vorrà tempo senz'altro... ma resto fiducioso...

Anonimo ha detto...

Meditate ,frequentatori del Blog ,sul commento dell'anonimo delle 17,14. Dispiace che non si sia firmato. Non è il commento di un ottimista ad oltranza ma di un cittadino realista e dotato della dose necessaria di immaginazione che spesso manca anche a persone intelligenti e preparate come Felice Lima. Ovviamente non è una critica a Lima ,che ha comunque sempre il grandissimo merito di aver dato vita a questo Blog,solo un invito a riflettere sul fatto che il "deuteragonismo" qualche volta assume le insospettabili forme del narcisismo elitaristico che altera la percezione di sè ,del proprio essere minoranza. L'anonimo che qui io elogio, esprime il buon senso di una minoranza sufficientemente "maggioritaria"per cambiare il corso della storia del nostro paese e che ha le idee ben chiare sulla situazione reale dell'Italia.Maria Cristina

Anonimo ha detto...

Caro dr. Lima
credo che quanto sostenuto dall'anonimo delle ore 17,14 sia da approfondire.
In effetti se la prevalenza del popolo italiano fosse per quello che appare ....non varrebbe nemmeno la pena di stare qui a parlare di legalità.
Io credo altro.
Credo che la maggioranza del popolo italiano sia stanca, delusa, e, probabilmente, non responsabile dei risultati politici.
Non voglio entrare nel perverso meccanismo di voti ma è anche vero che non abbiamo chissà quali esponenti "di valori" nelle liste politiche.
Probabilmente è vero che il voto espresso da molti sia un voto....tanto per darlo a qualcuno....o ad un'idea. Ma poi nella realtà è tutto diverso.
E poi ci sono quelli che votano per convenienza e opportunità, spesso dopo anni di porte sbattute in faccia, tanto, come si suol dire, " è il sistema".
E M.L. King, Gandhi, Gesù Cristo non erano soli, hanno avuto comunque persone, numerose, che hanno seguito quei valori.
Il movimento al quale penso io non è un partito politico, almeno inizialmente, ma un'associazione (vera e concreta) per l'affermazione della legalità ( ormai a partire da quella costituzionale....).
Contarci e riconoscerci può essere soltanto un inizio.
Cosa ne pensano i lettori?
Mathilda

Giuseppe Palermo ha detto...

Sono d’accordo con il post del dr. Lima. Quanto però alla discussione sul consenso degli italiani verso quanto sta accadendo, perdonatemi se m’inserisco con una precisazione fattuale, che non ritengo una pedanteria. Non è esatto asserire, come fanno ormai quasi tutti (compresi molti di noi) che Berlusconi sarebbe stato eletto “dalla maggioranza degli italiani”. Alle ultime elezioni infatti il PdL ha ottenuto il 47,3% dei voti al Senato e il 46,6% alla Camera. Tutti gli altri voti sono andati al Pd-Idv, all’Udc e alla Sinistra arcobaleno (che non ha avuto seggi, ma tuttavia esiste), senza poi contare gli astenuti. La parte che ha vinto perciò non rappresenta la maggioranza degli elettori, ed è solo grazie al particolare meccanismo di una legge non a caso chiamata “porcellum” che B., pur essendo stato votato da una minoranza, ora governa. La tanto vilipesa legge-truffa degli anni ‘50 prevedeva bensì il premio, ma solo per chi raggiungeva il 50% (ossia la maggioranza effettiva, non quella relativa). Se vogliamo trovare qualcosa di simile dobbiamo risalire alla legge Acerbo del ‘24, quella che aprì la strada al fascismo. Certo, il voto è del tutto legittimo perché le regole erano quelle (anche per colpa di chi non le ha cambiate quando poteva farlo e poi è andato a votare diviso mentre invece bisognava, e bisogna, unirsi). E, in questo senso, è vero, come dice il dr. Lima, che B. “non è un usurpatore”. Non vedo però perché si debba avallare, involontariamente certo, una rappresentazione dei fatti in sé non veritiera e, per giunta, interessata e volta ad autolegittimarsi (il consenso che “lava i reati”, gli italiani che “lo sapevano e mi hanno votato”, e, quindi, “ho ragione”, ecc.). Fermo restando ovviamente che il consenso, attivo e passivo, nei confronti delle enormità che accadono è vergognoso, e ancor più lo è quello dei “chierici”, e che l’opposizione diffusa che pur esiste resta incoerente e disorganizzata per colpa di una classe politica fallimentare ecc. ecc. E fermo restando soprattutto che sul piano dei principî, se anche di questo passo si dovesse arrivare a maggioranze plebiscitarie, alla Putin o alla Saddam, per chi crede in certe cose – come dice bene il dr. Lima – ciò non deve contare niente.
Giuseppe Palermo

Anonimo ha detto...

...Augusto Tutati organizzò una propaganda che faceva di Mussolini un essere trascendente, semidivino, un vero oracolo la cui infallibilità era riassunta nella formula "Mussolini ha sempre ragione" scritta sui muri.
Oggi lo dicono dalle sue televisioni.

Alessandra

Mauro C. ha detto...

Maggioranza virtuale, opposizione soft, mistificazione e deriva...

Sulla discarica di Chiaiano non a norma... meno male che la Ue c'è! Questa volta possiamo dire anche noi che a...Milano un giudice c'è!(se lo disse il giudice F. Castellano?).
A Bruxelles, a Strasburgo molto meno...dopo che nel 2001 la Corte ci ha sbattuto la porta in faccia, rispedendo al mettente Italia migliaia di ricorsi che la Pinto ha accolto: in malo modo.
E visto che di sentenze e processi “anomali” se ne parlerà - ec-come? - sarebbe il caso di ricondare che semmai la Gandus
fosse “ricusabile” vi è un precedente simile, a parti invertite, ma a vantaggio di B: nel processo Sme, stralciato, diviso in due: Si sospese la parte di B. e proseguì con Previti... dopo circa 1 anno “riprese” per B con F. Castellano che aveva
“tifato” in pubblico per Lui... che, su invito di Pisapia e della Boccassini, rifiuta d'astenersi dal presiedere il collegio...che dopo lo ha “assolto”...giusto in tempo prima che venisse intercettato col “Con...sorte” e così finire a fare il g.“sorvegliante”?
E "meno male" che Previti l'ha scampata bella grazie a una ex “toga rossa” e la norma
“oscura”...altrimenti l'ex pr.te
simpatizzante di B magari si sarebbe trovato a “sorvegliare” proprio quel carcere?!
Non sono uscito dal seminato, ho parlato di "discarica giudiziaria" (Tenaglia, di gomma, da Vespa – col pungiglione spuntato tollera Ghedini che inter...ferisce? - ha usato termini più soft... " deriva economica", che non è da poco, lo disse anche la Lanzillotta...) che rispetto alla "cloaca-Csm" di Gasparri ( d'un tratto si ritrova - come B impone - a difendere gli stessi che 15 anni fa metteva alla gogna?) è risibile, irrilevante.

Chiaiano? Si sa che la “tolleranza zero” funziona a orologeria, si sposta nei luoghi e nei tempi più opportuni: ora le “manganellate” (che hanno lasciato i segni ai
campani sommersi da rifiuti di ogni sorta) sono indirizzate ai migranti,altro genere di “rifiuti”
da contr...abbandare!
Il problema è che molta gente crede che la/e procedura/e d'infrazione/i Ue riguardi/no solo la “monnezza” abbandonata per
strada [ora nascosta nei vicoli “ciechi” e periferie...come fece Giuliani – preso da questi a modello -- a New York per gli
homeless. A proposito, Rudy per liberarsi della 2° moglie si fece aiutare da un amico prete condannato per pedofilia (con
sentenza in giudicato ma prescritta, guarda caso!) ] – con l'aiuto del Vaticano! -- e scomunicato a divinis...come, per
altro, il “fu”Baget Bozzo, per “fede...ltà” al... ) ignorando del tutto che invece si tratta del non adeguamento delle discariche alla normativa Ue.
In conclusione si tratta di inosservanza alle regole di convivenza democratica in senso lato. Una deriva che a quanto
pare non la si può riportare nell'alveo della civile discussione, e quindi non bastano più le, tante, parole...persino per alcune donne, in quanto - si dice - più portate: è un segnale non da poco, che da tempo sto osservando; anche nelle manifestazioni di piazza si fanno avanti.

Anonimo ha detto...

Sono l'anonimo delle 17.14. Desidero ringraziare Maria Cristina del suo gentile apprezzamento. Io appartengo alla specie in estinzione che "gustarono" il regime fascista.
Sarà un caso, ma in quel periodo ho conosciuto ben pochi autentici fascisti e unvece ho conosciuto degli antifascisti che ogni tanto subivano botte e umiliazioni. Noi avevamo paura. Nessuno può immaginare, almeno per ancora qualche tempo, come in certi regimi si arrivi a convincersi della onnipotenza delle polizie segrete, considerate onniscienti a tal punto che pure in famiglia si era prudenti. per quel che concerne l'anonimato devo dire che, fra i tanti pregi di questo blog, vi sia pure il fatto che pure gli anomini vi siano ammessi. E non è da credere che un anonimo abbia meno doveri di chi si firma perchè ha in più il dovere di entrare in punta di piedi, specie in un blog frequentato da persone che hanno pratica di una materia che per l'anonimo che sono è come un libr di cui intravvedo appena la copertina.

Anonimo ha detto...

Con tutto il rispetto per chi è stanco anche in ragione dell'età, e con tutta la comprensione: io non sono un anonimo. La situazione precipita se indulgiamo ulteriormente alle soverchie prudenze. Io sarò stato anonimo per qualche tempo, ma ritengo bene non esserlo più.
Mi ripugna continuare a vivere da anonimo, perché mi sembra, ripensando alla condizione di anonimato (che conosco), non solo di aver ceduto alla mia debolezza, ma addirittura di aver peggiorato la mia situazione.
Ho paura di qualcosa, ho paura di una situazione. Ma se indietreggio la situazione peggiora, e peggiora contro di me. La prudenza ha un senso se consente di evitare l'aggravarsi del rischio, ma se la precauzione consiste nel sottomettermi spontaneamente all'anonimato che mi si vuole imporre, allora mi conviene firmarmi. Più anonimato significa meno libertà.
Bisogna avere un altro tipo di prudenza, che è la lungimiranza. Nell'immediato, ci toccherà qualche noia per aver firmato questo o quel documento. Ma nel lungo periodo, quella firma sarà la dimostrazione che non intendevamo rinunciare alla libertà, e la "noia" sofferta sarà come il premio che si paga all'assicurazione.
Ammetto che il quadro non è allegro, e che c'è poco da divertirsi a fare queste scelte, tra un tetro anonimato e una firma che può costare il suo prezzo. Nessun giovanile entusiasmo retorico. Lo voglio ripetere: nessun giovanile entusiasmo retorico. Ma la realtà è questa. E, in casi estremi, l'unico adattamento razionale alla realtà circostante è quello di affrontare lo sforzo necessario a cambiarla.
Stabilito questo, possono ipotizzarsi diversi gradi di impegno e diverse prospettive di ricompensa (Felice, per esempio, è credente, e può darsi che le sue scelte siano orientate anche da prospettive di tipo assoluto ed escatologico, alla Martin Luther King: detto senza derisione, anzi, con ammirazione. Lo scetticismo corrente non deve abbrutirci fino al punto di non concepire che possa esistere la fede). Ma anche se si opta per un impegno "basic" e in tono minore, la firma mi pare comunque il minimo.
Al di sotto della firma, c'è la condizione dell'uomo-massa di cui tanti anni fa parlava Elemire Zolla. Senza la firma, si può essere ottimi consumatori, spettatori, perfino lavoratori... Ma la cittadinanza, la libertà, il rispetto di sé sono più faticosi.
Sursum corda. Facciamo rispettare quel poco di libertà che sta nei codici, e mettiamo nome e cognome, esponendoci alle critiche e alle varie conseguenze negative: se non lo facciamo, i codici - pensati per i cittadini e non per le masse anonime - diventeranno obsoleti e sarà sempre peggio.
Ernesto Anastasio

Anonimo ha detto...

Il problema è che i magistrati hanno più potere di mille motocilcisti...e dovrebbero apparire oltre che essere imparziali, altro che semplici commenti alle leggi del parlamento. Vi ritenete depositari della VERITA' assoluta e in un delirio di onnipotenza volete cmabiare il "popolo stupido" (parole sue)

Felice Lima ha detto...

Per Ernesto (commento delle 17.23).

Caro Ernesto,

che preziose considerazioni le tue.

Grazie di cuore per questo contributo così bello.

Un forte abbraccio.

Felice

Felice Lima ha detto...

Per Anonimo delle 18.58.

Gentile Anonimo,

Le risponderò usando le Sue stesse parole, così che non potrà dolersi.

"Depositario della VERITA' assoluta" e in preda a un "delirio di onnipotenza" sarà Lei!

Quanto a ciò che avrei scritto io, lo vada a rileggere e scoprirà che non ho mai detto di voler "cambiare" il popolo.

Non sono la balia né il precettore di nessuno.

Il "popolo" è maggiorenne e vaccinato.

Un caro saluto.

Felice Lima

Annalisa ha detto...

Ancora a parlare di fascisti e comunisti …. Che noia!

Penso che altri più appassionanti argomenti possano essere affrontati in questo post. Per esempio la discesa in campo dell’impavida ANM a difesa dei magistrati.

Premesso che l’attacco di Berlusconi al giudice che presiede il collegio giudicante del processo Mills è gravissimo e che la reazione dell’ANM sia stata doverosa e necessaria, è veramente un pugno allo stomaco il fatto che l’ANM reagisca con tale immediatezza di fronte a quest’attacco mentre per due anni non ha mosso un dito per difendere altri magistrati.

Qualcuno parlava di ingenuità dell’ANM…a me pare che si tratti di doppiopesismo.

Io avrei una proposta da fare all’ANM: forse non conviene andare allo scontro frontale con Berlusconi, si rischierebbe di perdere; anche perché in termini di credibilità l’ANM non gode di buona salute (la credibilità si nutre di coerenza). E’ consigliabile adottare, anche in questo caso, i metodi già ampiamente collaudati: mettere in moto gli “anticorpi”, trasferire il giudice Gandus di sede, di funzione, togliendole lo stipendio. Giudice affamato, giudice controllato. Così si dimostrerà ancora una volta al potere che sapete cavarvela da soli, che non c’è bisogno di interventi esterni, che il “sistema funziona”.

Si faccia giurare solennemente ai magistrati di non fare mai più indagini su politici, così risolveremo il problema e non dovremo più tediarci con le stesse polemiche. Ci sarà così più tempo per i ladri di polli, che sono una categoria veramente pericolosa e la giustizia in Italia diventerà finalmente veloce ed efficiente.

E tutti vivranno “sicuri” e contenti.

Anonimo ha detto...

Per Anonimo delle 17.23
Gentile sig Ernesto Anastasio,
Questo è uno dei rari blog nel quale sono ammessi gli anonimi e il dott Lima ha giustificato questa decisione con argomenti tanto convincenti da indurre pure una persona quale io sono a partecipare di tanto in tanto con qualche contributo. Apprezzo quanto lei ha scritto e lo condivido, ma se ciò significasse che si accettano gli anonimi, ma non si apprezza la loro partecipazione io mi ritirerei in buon ordine mantenendo comunque integra la mia stima agli autori di questo blog. Considero talmente utile questo blog che certamente rifuggirei dall'ingaggiarmi in diatribe che non potrebbero essere che fastidiosi e piccoli affari personali.
Ognuno di noi ha una sua maniera di comportarsi. Ho molta simpatia per un giornalista che si presenta alle europee. Sul blog di questo giornalista si chiedeva di sottoscrivere ad una lista di sostegno e io ho pubblicato nome, cognome e indirizzo, ma siccome nel blog non si accetta l'anonimato io non partecipo. Così è.
Lei mi pare che dimostri comprensione per la mia stanchezza data l'età. Lei non può immaginare quanto lei abbia ragione. Questo post è successivo a tre ore di sonno davanti alla TV.
Ora voglio togliermi qualcosa dal gargarozzo. Siamo tutti convinti che i cittadini non sono informati, non hanno alcuna possibilità di scelta e alcuna capacità sanzionatoria.
Sono ormai più di cinquanta anni che noi constatiamo che la costituzione è o calpestata o disattesa. E'opinione quasi generale, io escludendomi, che si deve pretendere il rispetto della costituzione quale essa è. Non le pare che l'attitudine dei difensori della costituzione denunci un atteggiamento strettamente difensivo, atteggiamento limitato ad un combattimento infinito e infruttuoso contro chi progressivamente sta riducendo la costituzione ad un edificio vuoto?
Siamo davvero condannati ad un atteggiamento di difesa infruttuosa?
Siamo sicuri che di fronte alla patente impossibilità per i cittadini di esercitare i loro diritti democratici non ci sia altra scelta che resistere alla maniera in cui, come scriveva il Toynbee, si difesero nell'ultima battaglia gli assiri chiusi nelle loro corazze?
Anonimo delle 17.14

Anonimo ha detto...

Fatto sta che anche tra voi ci sono degli inguaribili infingardi, che hanno fatto della doppiezza una loro seconda natura. Alcuni mesi orsono, in una trasmissione di Annozero credo, il presidente dell'ANM non mosse un dito contro le bavose ingiurie che Castelli rovesciava a ogni piè sospinto contro la Forleo e de Magistris, anzi assunse lui stesso un atteggiamento ostile nei confronti di quei colleghi.
Poi si pretende che semplici cittadini siano meno omertosi: giudici così andrebbero presi a pernacchiate.
XY

"Uguale per tutti" ha detto...

Per XY (commento delle 19.42).

Gentile Lettore,

noi non abbiamo mai mancato di denunciare ciò che Lei lamenta.

Fra i tanti articoli di questo blog mi limito a citare il seguente:

“L’A.N.M. disvelata in diretta TV”.

La Redazione

Anonimo ha detto...

Ma è chiaro, egregio dottor Lima, che le critiche da me mosse erano per un suo collega che non fa certamente onore alla categoria. Comunque ho preso visione dell'articolo a cui mi ha rimandato, anche se non ce n'era bisogno, perchè anch'io riesco a capire che nessuno appunto vi si può muovere (ce ne fossero di magistrati intrepidi come voi).
Saluti XY

Anonimo ha detto...

Se Voi foste più uniti, cioè se vi riuscisse di sentire all'unisono che qualunque vulnus ai danni dell'intera vostra associazione è come se si attentasse al diritto di ogni singolo che ne faccia parte di esprimere liberamente il proprio pensiero, oggi non avremmo una magistratura intimidita da un potere politico arrogante e prepotente. Io sono dell'avviso, ma è lo stesso dettato costituzionale che lo garantisce, che, essendo il magistrato anche cittadino (concetto lapalissiano, ma mai sufficientemente ribadito), egli abbia un diritto di critica anche per gli atti di governo posti in essere dai nostri politici, salvo che questo diritto non travalichi un dovere d'ufficio cui dovesse essere tenuto per via della sua funzione.
A maggior ragione poi questo diritto è da riconoscervelo quando si tratti di rintuzzare gli attacchi che inopinatamente vi dovessero arrivare da uomini politici sui quali siano in corso delle indagini.
Insomma, non è più sopportabile che ogniqualvolta un fottuto uomo di potere si trovi coinvolto in guai giudiziari fino al collo, debba impunemente farvi oggetto di gogna mediatica, trasformandosi così da imputato a giudice, senza che a nessuno di voi venga data la minima possibilità di difendervi da accuse quasi sempre strumentali.
XY

Anonimo ha detto...

ciao,
non so se è stato fatto di proposito o per errore, ma ci sono nomi (ho visto i "personaggi" di bologna) che compaiono più volte. Prestare attenzione per non perdere credibilità. Partendo dal prusupposto che , lo dico da studente universitario di giurisprudenza, sono pienamente d'accordo con l'appello in questione. grazie

Bis-pensiero ha detto...

Ma se il popolo è "stupido", come dice testualmente Felice Lima, perché farlo votare? Basterebbe tenerlo, questo "stupido", solo per pagare le tasse, e quindi gli stipendi!

E chissenefrega se poi si pronunciano le sentenze "in nome dello - stupido - popolo italiano"!

Ma forse il popolo italiano è "stupido" soltanto quando vota qualcuno che non piace ...

Bis-pensiero.

Anonimo ha detto...

Caro Bis,
effettivamente quando ero P.M. pensavo, da snob: meno male che non devo sentenziare in nome di questo bravo popolo italiano.

Adesso che, grumosamente, sono giudice (civile), mi devo per forza - ogni volta che leggo una sentenza - porre il problema che poni anche tu, dal tuo punto di vista.

Che dire? Non credo che il popolo abbia sempre ragione. Questo non sta scritto da nessuna parte. La cosa importante, è adeguarsi umilmente alle manchevolezze del popolo, ricordare che come sbaglia il popolo sovrano può sbagliare anche il cittadino, o il giudice, e poi, nel tempo libero, cercare di contribuire al dibattito, affinché il popolo abbia elementi di riflessione variegati ed anche, perché no? "eversivi".

Non credo che il popolo sia un bambino bisognoso di una speciale pedagogia. Se il popolo è adulto, può metabolizzare meravigliosamente anche un pochino di grumi e di stranezze antropologiche.
E. Anastasio

Anonimo ha detto...

"Adeguarsi umilmente alle menachevolezze del popolo"?! Siamo alla follia, i giudici che benevolmente e grumosamente fanno i pedagoghi. L'ultracasta dei giudici, solo lo 0,065% rimosso se, bontà loro, umanamente sbagliano. Persino il giudice pedofilo hanno salvato oltre che gli orridi questurini di Enzo Tortora...

Anonimo ha detto...

Da "I magistrati, l'ultracasta" di Stefano Livadotti (firma dell'Espresso):
...è il caso di un magistrato sorpreso in un cinema romano mentre insidia un ragazzetto di 14 anni. Segue denuncia per atti osceni ecc.una brutta storia che avrebbe chiuso la carriera di un appartenente a qualsiasi altra casta. Il corruttore viene assolto con estinzione del reato. Il culmine viene raggiunto dal CSM che sulla base di improbabili testimonianze, giunge alla conclusione che il magistrato debba esere assolto in quanto "non punibile avendo agito in istato di transeunte incapacità di volere al momento del fatto". Seguirà reintegro in servizio e una congrua serie di scatti di stipendio...ma la legge è uguale per tutti.
Ecco chi ci propina lezioni e moralismi.
Un radicale convinto

Anonimo ha detto...

Devo un chiarimento all'anonimo che mi ha attaccato con tanta veemenza oggi pomeriggio.
Io penso che il popolo sia il mio superiore, nonché il mio datore di lavoro. Viviamo in una democrazia, non in un'oligarchia o in una monarchia. Quindi da chi prendo ordini io, come giudice? Dalla legge, che è espressione della volontà popolare.

Se la legge è poco chiara, poco efficace, mal coordinata con le altre leggi, sono io a dovermi fondamentalmente adeguare alla legge, e non la legge a me. Certo, esiste anche il sindacato di costituzionalità, ma non tutte le leggi "difettose" sono incostituzionali. Perciò esiste il dibattito: per offrire elementi di riflessione onde migliorare la legge.

La legge è per noi giudici quello che la gerarchia ecclesiastica era per don Milani. Certo, io non ho un centesimo dell'energia, della serietà, dell'amore per la vita e per il popolo che aveva don Milani, ma lo ritengo lo stesso un esempio. Me lo concedi? Nella mia "follia", trovo che la figura di don Milani sia stata profetica ed esemplare. Don Milani alla gerarchia OBBEDIVA. Anche quando la gerarchia prendeva delle decisioni profondamente ingiuste, egli obbediva, e civilmente protestava. Questo è il modo più sensato di stare nel sistema (anche nel sistema laico... e non mi venite a dire che don Milani era insensibile ai diritti di cittadinanza): senza ribellismo, con umiltà, ma con dignità e soprattutto con il coraggio di sostenere le proprie idee.

Non credo proprio, caro radicale convinto, che la legge abbia sempre ragione. Per esempio, la legge sull'aborto non mi trova molto consenziente. Sono credente, (anche se poco praticante). Ma certo se devo, per legge, autorizzare una minorenne a decidere autonomamente di abortire, non mi tiro indietro. Lo faccio, che devo fare? Su queste cose non c'è obiezione di coscienza. C'è una legge nella quale credo poco, ma che applico: è il mio mestiere, il mio dovere, punto e basta. Poi, credo che sia mia facoltà esprimermi criticamente su questa legge, affinché il popolo sovrano valuti l'opportunità di modificarla. Sono un uomo libero. La 180 ha chiuso i manicomi, e mi aggiro per tribunali, sentenziando grumosamente, pedagogicamente, liberamente :)

Ti ringrazio per l'attenzione che mi hai dedicato e per la provocazione che mi hai lanciato: di fronte a chi mi contraddice senza argomentare, ritrovo la fierezza delle mie opinioni e della mia libertà.

Su Enzo Tortora, tuttavia, la penso come te. La sua storia e la sua figura sono per me un monito e uno sprone ad operare con più serietà, con più senso critico, con meno pigrizia mentale.
Buona serata
Ernesto Anastasio

Anonimo ha detto...

Ma suvvia!....lo sanno tutti...la legge si applica ai nemici...per gli amici SI INTERPRETA...

Anonimo ha detto...

Questo blog lo dice apertamente, da sempre: bisogna fare in modo che la legge si applichi, e si interpreti, non solo per gli amici o contro i nemici, ma nei confronti di tutti, allo stesso modo, senza favoritismi e senza astratti furori. Le ingiustizie ci saranno sempre, ma non credo che questa sia una buona ragione per rinunciare a quella che Jhering chiamava la lotta per il diritto, nella quale il contributo dell'avvocatura è insostituibile.

Lo spazio per l'interpretazione ci sarà sempre; qualcuno, purtroppo, ne abuserà. Certo, quel qualcuno che interpreta la legge non secondo scienza e coscienza, ma per favorire l'amico o penalizzare ingiustamente l'innocente (anche solo per paura, come fa don Abbondio con Renzo e Lucia), va punito senza tentennamenti. Ne parlavo con Felice Lima qualche tempo fa: la nostra categoria conta pochi "Federigo Borromeo" (o almeno, non quanti ne servirebbero); quanto ai "don Abbondio", se ce ne fosse anche uno solo, sarebbe sempre uno di troppo. Dobbiamo essere più esigenti con noi stessi. Dobbiamo uscire dal guscio del nostro tecnicismo giuridico e dobbiamo avere il coraggio di correggerci, quando serve veramente.

Qualcosa non va nel nostro autogoverno, nel nostro associazionismo, e nella coscienza di qualcuno di noi. Forse anche perché si lavora in modo affannoso, e si ha poco tempo per prendere decisioni veramente appropriate. Non è facile spiegarlo, ma la mancanza di tempo penalizza non solo lo stile di scrittura, ma addirittura il merito della decisione. Questo oscuramente lo intuisce chiunque abbia una causa in corso, e vede con che modi sbrigativi (se non scostanti) il giudice tende (di solito) a trattarlo.

La colpa può essere anche la nostra, in misura non trascurabile, e allora ben vengano i momenti di confronto magari aspro con l'avvocatura, le trasmissioni "fustigatrici di costumi" come Report, le battutacce del blogger scontento (avrà le sue ragioni per esserlo). Ma si ricordi che ci sono anche delle disfunzioni di sistema: pochissimi soldi per assumere i cancellieri (non c'è turn-over, lo sapete?), troppe leggi, troppi livelli di governo (Europa, Stato, Regione, Autorità indipendenti ecc.), troppa frammentazione sociale e valoriale e quindi troppo contenzioso. Infine, francamente, troppi avvocati. L'avvocatura deve avere anch'essa il coraggio di guardare in sé stessa.

Dovremmo fare, nel nostro piccolo, un po' quello che Obama al Cairo ha detto di fare per avviare il processo di pace in M.O.

Segnare una discontinuità, cambiare musica, andare a capo e ricominciare, affrontando la fatica della convivenza, e del lavoro comune. Non all'insegna di un assurdo indulgenzialismo e "volemose bene", ma nella consapevolezza che il sistema giustizia in Italia è ormai un malato gravissimo, prossimo all'exitus. Al capezzale di questo malato non è il caso di litigare: non c'è il tempo. Meglio fare un ultimo sforzo, anche disperato, per tentare di salvare il moribondo. Se qualcuno (tra chirurghi, anestesisti, ferristi ecc.) tergiversa, intralcia, sbraita, lo si cacci via energicamente dalla sala operatoria. L'avvocatura e la magistratura devono capire che hanno un interesse comune: ridare dignità al servizio giustizia, in Italia.

Scusate la predica. La colpa è di Felice, che non mi mette una salutare museruola. Saluti,
Ernesto Anastasio

Anonimo ha detto...

L'avvocatura avrebbe sì dovuto guardare in sé stessa, come dice Ernesto Anastasio. Ma anche chi ha "promosso" fior di ignoranti per quasi dieci anni consecutivi, riempiendo l'avvocatura di semianalfabeti, dovrebbe guardare in sé stesso ... e non solo nelle sue tasche, o alla prescrizione dell'UNICO procedimento penale per quei fatti !

Anonimo ha detto...

io sono invece d'accordo con il radicale convinto e con enzo tortora:é scandaloso che magistrati firmino appelli simili entrando nel gioco politico...i magistrati devono apparire imparziali,oltre ad esserlo...abbiamo tante anomalie in Italia oltre a Berlusconi e di queste anomalie fanno parte compomenti della magistratura,il CSM e le correnti della magistratura che lottizzano e si spartiscono le cariche,molto spesso dilatando i tempi perche' non si mettono d'accordo.E poi i "resistere,resistere,resistere" i "io a quello lo sfascio",magistrati che partecipano a dibattiti politici e fanno dichiarazioni poltiche,il pool di mani pulite che dopo il decreto Biondi va in tv a minacciare dimissioni ecc ecc ecc...ma stiamo scherzando?Vogliamo combattere le anomalie con altre anomalie?Il fine non giustifica i mezzi,qualcuno diceva...certo che non ammettete neanche le evidenze,eh?La Gandus e altri magistrati hanno firmato un vero e proprio appello politico,critico verso leggi fatte da una parte politica...i magistrati devono applicare la legge,non contrastarla (anche se la applicano e in diversi casi ci sarebbe pure da discutere su questo,visto che riescono spesso ad dare interpretazioni fantasiose per applicarle secondo i loro piaceri).

Anonimo ha detto...

FRA NON MOLTO B. COMPRERA' ANCHE PARTE DELLA MAGISTRATURA COME HA FATTO CON I POLITICI. I MAGISTRATI MASSONI ESCLUSI SONO GIA'DI PARTE.
e' VERGOGNOSO.

Anonimo ha detto...

Bisogna vedere cosa hanno detto dei magistrati gli avvocati intervenuti nell'apertura dell'anno giudiziario 2012.

Va detto che gli avvocati spesso vanno a braccetto con certi giudici, sia quando vediamo sentenze che ribaltano la verità e sia nei rinvii delle udienze all'infinito, dove la parcella degli avvocati delle parti si allungano a fisarmonica.

giuseppe tommasino ha detto...

Egregio dott. Lima, non ritengo di essere poco oggettivo se affermo che il contenuto del "proclama" in questione non mi convince. Innanzitutto non si chiarisce, come apparirebbe doveroso, quali sarebbero le menzogne propinate in questo caso dall'on. Berlusconi ed,inoltre, si censurano testi di legge che, al di là dell'intervento della corte costituzionale,rappresentano almeno dei tentativi per arginare il tracollo della amministrazione della cd. giustizia; ad esempio: perchè i processi devono durare decenni? Lo sanno i bravi cittadini che per alcuni di essi la stessa durata del processo è una anticipazione di pena? Abbreviare i tempi della prescrizione non poteva rispondere al pressante bisogno di stimolare i giudici negligenti a rendere al cittadino il servizio che per legge i magistrati devono rendere? A proposito: perchè non si parla della qualità di tale servizio? Ritengo che tra tutti i cittadini che purtroppo sono venuti a contatto con il microcosmo giudiziario solo un folle potrebbe affermare di aver usufruito di un "servizio" soddisfacente. Aggiungo che sono un magistrato che ormai attende il decorso di pochi anni per buttare la toga alle ortiche: altro che toga destinata a rimanere attaccata per sempre all'anima come ha affermato quel campione di ipocrisia che fu il presidente Scalfaro! Mi considero un uomo libero da sempre e figuriamoci in questo momento: non ho prospettive di carriera e, pertanto, non devo adottare alcuna precauzione di quelle che Lei ben conosce. Ed allora mi permetto di affermare che la toga, sino a quindici anni orsono simbolo di garanzia dei diritti dei cittadini, oggi è strumento di tortura dei poveri cittadini e tra essi, non per simpatia, ma per senso di giustizia, devo annoverare l'on. Berlusconi che, stando ai risultati, è vittima di un certo modo di amministrare la giustizia. Cordiali saluti. Giuseppe Tommasino