martedì 17 giugno 2008

Il vero volto del Cavaliere


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di Ezio Mauro
(Direttore de La Repubblica)



da Repubblica.it del 17 giugno 2008


Nel mezzo della luna di miele che la maggioranza degli italiani credeva di vivere con il nuovo governo, la vera natura del berlusconismo emerge prepotente, uguale a se stessa, dominata da uno stato personale di necessità e da un’emergenza privata che spazzano via in un pomeriggio ogni camuffamento istituzionale e ogni travestimento da uomo di Stato del Cavaliere.

No. Berlusconi resta Berlusconi, pronto a deformare lo Stato di diritto per salvaguardia personale, a limitare la libertà di stampa per sfuggire alla pubblicazione di dialoghi telefonici imbarazzanti, a colpire il diritto dell’opinione pubblica a essere informata sulle grandi inchieste e sui reati commessi, pur di fermare le indagini della magistratura.

La Repubblica vive un’altra grave umiliazione, con le leggi ad personam che ritornano, il governo del Paese ridotto a scudo privato del premier, la maggioranza parlamentare trasformata in avvocato difensore di un cittadino indagato che vuole sfuggire al suo legittimo giudice, deformando le norme.

In un solo giorno – dopo la strategia del sorriso, il dialogo, l’ambizione del Quirinale – Silvio Berlusconi ha chiamato a raccolta i suoi uomini per operare una doppia azione di sfondamento alla normalità democratica del nostro sistema costituzionale.

Sotto attacco, la libertà di informazione da un lato, e l’obbligatorietà dell’azione penale dall’altro.

Per la prima volta nella storia repubblicana, il governo e la sua maggioranza entrano nel campo dell’azione penale per stravolgerne le regole e stabilire una gerarchia tra i reati da perseguire.

Uno stravolgimento formale delle norme sulla fissazione dei ruoli d’udienza, che tuttavia si traduce in un’alterazione sostanziale del principio di obbligatorietà dell’azione penale. Principio istituito a garanzia dell’effettiva imparzialità dei magistrati e dell’uguaglianza dei cittadini.

La nuova norma berlusconiana (presentata come un emendamento al decreto-sicurezza, firmato direttamente dai Presidenti della I e II commissione di Palazzo Madama) obbliga i giudici a dare “precedenza assoluta” ai procedimenti relativi ad alcuni reati, ma questa precedenza serve soprattutto a mascherare il vero obiettivo dell’intervento: la sospensione “immediata e per la durata di un anno” di tutti i processi penali relativi ai fatti commessi fino al 31 dicembre 2001 che si trovino “in uno stato compreso tra la fissazione dell’udienza preliminare e la chiusura del dibattimento di primo grado”.

È esattamente la situazione in cui si trova Silvio Berlusconi nel processo in corso davanti al Tribunale di Milano per corruzione in atti giudiziari: con l’accusa di aver spinto l’avvocato londinese Mills a dichiarare il falso sui fondi neri della galassia Fininvest all’estero.

Quel processo è arrivato al passo finale, mancano due udienze alla sentenza.

Si capisce la fretta, il conflitto d’interessi, l’urgenza privata, l’emergenza nazionale che ne deriva, la vergogna di una nuova legge ad personam.

Bisogna ad ogni costo bloccare quei giudici, anche se operano “in nome del popolo italiano”, anche se il caso non riguarda affatto la politica, anche se il discredito internazionale sarà massimo.

Bisogna con ogni mezzo evitare quella sentenza, guadagnare un anno, per dar tempo all’avvocato Ghedini (difensore privato del Cavaliere e vero Guardasigilli-ombra del suo governo) di ripresentare quel lodo Schifani che rende il premier non punibile, e che la Consulta ha già giudicato incostituzionale, perché viola l’uguaglianza dei cittadini: un peccato mortale, in democrazia, qualcosa che un leader politico non dovrebbe nemmeno permettersi di pensare, e che invece in Italia verrà presentato in Parlamento per la seconda volta in pochi anni, a tutela della stessa persona, dalla stessa moderna destra che gli italiani hanno scelto per governare il Paese.

Con ogni evidenza, per l’uomo che guida il governo non è sufficiente vincere le elezioni, e nemmeno stravincerle: non gli basta avere una grande maggioranza alle Camere, parlamentari tutti scelti di persona e imposti agli elettori, una forte legittimazione popolare, mano libera nel dispiegare legittimamente la sua politica.

No. Ancora una volta a Berlusconi serve qualcosa di illegittimo, che trasformi la politica in puro strumento di potere, il Parlamento in dotazione personale, le istituzioni in materia deformabile, come le leggi, come i poteri della magistratura.

È una coazione a ripetere, rivelatrice di una cultura politica spaventata, di una leadership fuggiasca anche quando è sul trono, di un sentimento istituzionale che abita la Repubblica da estraneo, come se fosse un usurpatore, e non riesce a farsi Stato, vivendo il suo stesso trionfo come abusivo.

Col risultato di vedere il Capo dell’esecutivo chiedere aiuto al potere legislativo per bloccare il giudiziario.

Qualcosa a cui l’Occidente non è abituato, un abuso di potere che soltanto in Italia non scandalizza, e che soltanto l’establishment italiano può accettare banalizzandolo, per la nota e redditizia complicità dei dominati con l’ordine dominante, che è a fondamento di ogni autoritarismo popolare e di ogni democrazia demagogica, come ci avviamo purtroppo a diventare.

Questo uso esclusivo delle istituzioni e della norma, porta fatalmente il Premier ad un conflitto con il Capo dello Stato, garante della Costituzione. Napolitano era già intervenuto, nelle forme proprie del suo ruolo, contro il tentativo di introdurre la norma anti-prostitute nel decreto sicurezza, spiegando che non si vedeva una ragione d’urgenza.

Poi aveva preso posizione per la stessa ragione contro l’ingresso nel decreto della norma che porta i soldati in strada a svolgere compiti di polizia.

Oggi si trova di fronte un emendamento che addirittura sospende per un anno i processi penali e ordina ai magistrati come devono muoversi di fronte ai reati, una norma straordinaria inserita come “correzione” in un decreto che parla di tutt’altro.

Che c’entra la sospensione dei processi con la sicurezza? Qual è il carattere di urgenza, davanti ai cittadini?

L’unica urgenza – come l’unica sicurezza – è quella privatissima e inconfessabile del premier.

Una stortura che diventa un abuso, e anche una sfida al Capo dello Stato, che non potrà accettarla.

Come non può accettarla il Partito Democratico, che ieri con Veltroni ha accolto la proposta di Scalfari: il dialogo sulle riforme non può continuare davanti a questi “strappi” della destra, perché non si può parlare di regole con chi le calpesta.

Nello stesso momento, mentre blocca i magistrati e ferma il suo processo, Berlusconi interviene anche sulla libertà di cronaca.

Il disegno di legge sulle intercettazioni presentato ieri dal governo, infatti, non impedisce solo la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche, con pene fino a 3 anni (e sospensione dalla professione) per il cronista autore dell’articolo e fino a 400 mila euro per l’editore.

Le nuove norme vietano all’articolo 2 la pubblicazione “anche parziale o per riassunto” degli atti delle indagini preliminari “anche se non sussiste più il segreto”, fino all’inizio del dibattimento.

Questo significa il silenzio su qualsiasi notizia di inchiesta giudiziaria, arresto, interrogatorio, dichiarazione di parte offesa, argomenti delle difese, conclusioni delle indagini preliminari, richiesta di rinvio a giudizio.

Tutto l’iter investigativo e istruttorio che precede l’ordinanza del giudice dell’udienza preliminare è ora coperto dal silenzio, anche se è un iter che nella lentezza giudiziaria italiana può durare quattro-sei anni, in qualche caso dieci.

In questo spazio muto e segreto, c’è ora l’obbligo (articolo 12) di “informare l’autorità ecclesiastica” quando l’indagato è un religioso cattolico, mentre se è un Vescovo si informerà direttamente il Cardinale Segretario di Stato del Vaticano, con un inedito privilegio per il Capo del governo di uno Stato straniero, e per i cittadini-sacerdoti, più cittadini degli altri.

Se il diritto di cronaca è mutilato, il diritto del cittadino a sapere e a conoscere è fortemente limitato.

Con questa norma, non avremmo saputo niente dello spionaggio Telecom, del sequestro di Abu Omar, della scalata all’Antonveneta, della scalata Unipol alla Bnl, del default Parmalat, della vicenda Moggi, della subalternità di Saccà a Berlusconi, dei “pizzini” di Provenzano, della disinformazione organizzata da Pollari e Pompa, e infine degli orrori della clinica Santa Rita di Milano.

Ma non c’è solo l’ossessione privata di Berlusconi contro i magistrati e i giornalisti (alcuni).

C’è anche il tentativo scientifico di impedire la formazione di quel soggetto cruciale di ogni moderna democrazia che è la pubblica opinione, un’opinione consapevole proprio in quanto informata, e influente perché organizzata come attore cosciente della moderna agorà.

No alla pubblica opinione (che non sappia, che non conosca) a favore di opinioni private, meglio se disorientate e spaventate, chiuse in orizzonti biografici e in paure separate, convinte che non esista più un’azione pubblica efficace, una risposta collettiva a problemi individuali.

A questo insieme di individui – di cui certo fanno parte anche gli sconfitti della globalizzazione, la nuova plebe della modernità – il populismo berlusconiano chiede solo una vibrazione di consenso, un’adesione a politiche simboliche, una partecipazione di stati d’animo, che si risolve nella delega.

La cifra che lega il tutto è l’emergenza, intesa come orizzonte delle paure e fine del conformismo, del politicamente corretto, delle regole e degli equilibri istituzionali.

Conta decidere (non importa come), agire (non conta con che efficacia), trasformare l’eccezione in norma.

Il governo, a ben guardare, non sta militarizzando le strade o le discariche, ma le sue decisioni e la sua politica.

Meglio, sta militarizzando il senso comune degli italiani, forzandolo in un contesto emergenziale continuo, con l’esecutivo trasformato per conseguenza da organo ordinario in straordinario, che opera in uno stato d’eccezione perenne.

Così Silvio Berlusconi può permettersi di venire allo scoperto in serata, scrivendo in una lettera a Schifani che la norma blocca-processi “è a favore di tutta la collettività”, anche se si applica “a uno tra i molti fantasiosi processi che magistrati di estrema sinistra hanno intentato contro di me per fini di lotta politica”.

È il preannuncio di una ricusazione, in una giornata come questa, vergognosa per la democrazia, con il premier imputato che rifiuta il suo giudice mentre ne blocca l’azione.

A dimostrazione che Berlusconi è pronto a tutto.

Dovremmo prepararci al peggio: se non fosse che il peggio, probabilmente, lo stiamo già vivendo.



39 commenti:

Anonimo ha detto...

....diffida dei greci anche se recano doni...quello era il cavallo di Troia.
Quell'offerta di "dialogo" dopo le elezioni prontamente accettato.
La scusa per rinfacciare scelte troppo tardi rifiutate, se mai lo saranno, da una pavida politica trasversalmente interessata a queste "riforme" "troppo" urgenti non certo nel nostro interesse.
Lasciamogli fare il lavoro sporco.
Serve a tutti. Ma a noi?
Sono scandalizzata, sfiduciata, depressa.
"arrestati a Palermo intrecci boss massoni per ritardare ad arte i processi".
Dove ci vogliono portare tutti?
Alessandra

Anonimo ha detto...

Ritengo totalmente illuso chi pensava che Berlusconi potesse instaurare un dialogo col PD.
Il presidente del consiglio pensa a tutelare solo ed esclusivamente gli interessi propri e di tutti quelli che sono come lui.
Mi dispiace vedere che solo l'IDV del senatore Di Pietro lotti con i metodi della democrazia contro questa usurpazione di potere certamente sancita dal voto popolare, ma di quale popolo mi chiedo. Un popolo addormentato dalle televisioni del gruppo Raiset, dove regna sovrana la disinformazione più totale. I direttori ed i giornalisti dei telegiornali (e dei giornali) parlano come una sola voce ed una sola mente ripetendo fino alla nausea ciò che dice il padrone. Fanno eccezione quelli che vengono ancora definiti "comunisti" che, come sappiamo, sono da sempre invisi ai mafiosi ed a questo capo di governo già iscritto alla loggia massonica P2 per la quale sta costruendo ciò che Gelli, libero come se non avesse commesso nulla ed in buoni/ottimi rapporti con la moglie di D'Alema, preconizzava. Nei "dibattiti televisivi" in toto od in parte addomesticati (le intercettazioni hanno svelato pure questo)tutti i rappresentanti del centrodestra parlano esattamente come se ci fosse una sola persona ed io rimango allibito a questa totale mancanza di pensiero proprio.
Cordiali saluti

Anonimo ha detto...

Sono 15 anni che dice che c'è un complotto contro di lui senza aver tirato fuori una minima prova delegittima la magistratura la infanga cosa molto grave sarebbe ora che paghi anche per questo SAREBBE ORA ...

salvatore d'urso ha detto...

IMPORTANTE:

Il Cavaliere tentato dal messaggio tv: "Non mi faccio azzoppare"
Il capo dello Stato: "Se quelle norme ci fossero state dall'inizio, non avrei firmato"
L'ira di Napolitano per il blitz
"Non è il decreto che ho firmato"
di CLAUDIO TITO


http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/cronaca/sicurezza-politica-9/ira-napolitano/ira-napolitano.html

Riporto in evidenza una parte dell'articolo:

Sul tavolo c'è pure la "bocciatura" integrale del testo. Una "extrema ratio" che Napolitano non scarta ma di cui coglie le controindicazioni: equivarrebbe a far saltare tutte le misure contro la criminalità e rimettere in libertà i tanti malviventi chi si trovano in carcere grazie alle aggravanti inserite nel decreto. Tant'è che a Letta, il presidente della Repubblica ha chiesto nuovamente di ritirare quei due emendamenti. "Presentati senza consultarmi". Con una procedura "poco istituzionale" di cui la prima carica dello Stato si è lamentato, nel giro di pochissimi giorni, in almeno altre due circostanze: in occasione del decreto sulle prostitute "per cui ho dovuto intervenire su Schifani"; e sull'impiego dei militari nelle città per cui "ho dovuto ricordare che sono io il capo dell'esercito e solo in quel modo il ministro La Russa ha deciso di modificare l'intervento".

Ma da Palazzo Chigi è stato scandito un altro "niet". Anzi, Berlusconi vuole sfidare Napolitano con un voto formale in Consiglio dei ministri sui due emendamenti. Per il Cavaliere, del resto, questo è passaggio cruciale. Che fa perno sul processo Mills. "Vogliono imbrigliarmi", ripete da giorni. Soprattutto "vogliono condannarmi - ragionava ieri - per impedirmi una futura elezione al Quirinale. È questo il loro obiettivo. Vogliono azzopparmi in vista del 2013". Il premier e i suoi legali, infatti, si aspettano una sentenza di condanna a 6-8 anni di detenzione per corruzione entro il prossimo mese di ottobre. Ben prima della prescrizione del processo prevista per la fine del 2009. E ben prima che il famigerato "Lodo Schifani", modifica costituzionale, possa diventare legge dello Stato. "E io - ha ammonito - non ho tutto questo tempo".

Anonimo ha detto...

Nella Napoli della "f(l)ragranza" marina coperta dal fetore dei rifiuti e dell'onestà sommersa dalla illegalità (inespugnabile?), ora non bisogna rassegnarsi col dire che è una città da sempre ingovernabile: c'è il Reuccio che promette "(sacre) corone" di fiori...pagate, però, dalla camorra? L' iconoclasta, assetato di democrazia, Kalle Lans, disse che Berlusconi, con le sue aziende e tv, "è il più grande ipnotizzatore del mondo". Credo che sia ravvisabile il reato di... "millantato credito"...con artifizi, raggiri, vanteria, l'induzione in errore e che il "pretesto" richiama il mendacio e l'inganno... impliciti, che assorbono la truffa...la falsa causa addotta dall' "agente" per convicere con l'inganno il "compratore di fumo" che possa sfociare in "abuso della credulità"... popolare e poi per "falso ideologico":ovvero agire in contrasto o in difformità a quanto il ruolo/mandato prevede. Tale "reato" si può configurare con l'art. 346 c.p. che presenta molte sfaccetteture. Esagerato? Ma se poi gli si da adito...perché a Napoli in un congresso della Anm alcuni giudici si chiedevano:"Riusciamo a farci capire dalla gente?"; pensando come riformare se stessi. Come no! Dentro la procura si consumavano "faide tra bande di... magistrati" (così a Potenza...meno rischioso che combattere la camorra?) che produssero poi alcuni fatti di cronaca, a dir poco anomali. Condannato per corruzione a più di 2 anni un ex presidente di sezione...; il min. Castelli invia il capo degli ispettori che si diceva stesse per candidarsi, mentre un ex Pm passato in politica insiste per rientrare in procura, pervasa da un dossieraggio interno(?). Di qui il commento di un penalista ..."in attesa che il Csm ci dica cosa sta accadendo a Napoli..."... "Che immagine offre questa giustizia al cittadino se chi deve controllare la legalità denuncia illegalità"..."Se i magistrati si fanno questo tra loro, cosa faranno a chi non è coperto da un sistema di conoscenze? E sempre li' c'è stato il caso di quel Gip che ha "copiato e incollato" un'informativa di polizia giudiziaria senza un "controllo critico". E sulla emergenza sicurezza, Giuseppe Galasso accusava il min. Pisanu che a sua volta scaricava su Bassolino (che difendeva la Iervolino dimenticando che la stessa era stata min. dell'Interno) e "sul caso" Cordova.... Raffaele La Capria disse che solo le scimmie potevano fare tanto... di "non lasciare affondare la grande nave" (ma nemmeno l'esperto -- di navi -- Achille Lauro riuscì a governarla...con pacchi e pacco-ttiglie varie...la ciurma si ammutinò).E il 29 marzo 2004 , a Rai3, Erri De Luca, sulla bambina morta a Forcella, con amarezza, sbottò: "I delinquenti girano liberi come postini che consegnano un pacco; e questi non saranno presi dalla polizia, forse saranno consegnati dalla stessa camorra. Questo è il rapporto di forza, reale". E B. in tutto questo "caos (calmo", per W?), ci sguazza! 17/06/2008 12:55

salvatore d'urso ha detto...

BERLUSCONI-MILLS: DEPOSITATA OGGI RICUSAZIONE GIUDICE
Sara' depositata in mattinata l'istanza di ricusazione del giudice Nicoletta Gandus formulata dai legali del premier, nell'ambito del processo che lo vede imputato, insieme all'avvocato inglese Mills, per corruzione in atti giudiziari. Secondo il Presidente del Consiglio, il giudice avrebbe preso "posizioni pubbliche di netto e violento contrasto" verso il suo precedente esecutivo. L'istanza verra' depositata presso la V sezione della Corte d'Appello del capoluogo di Milano

Anonimo ha detto...

Berlusconi è semplicemente poco furbo, fa le cose smaccatamente e si fa beccare con le mani nella marmellata.
Qualcun altro ha pensato bene di mettere fuori causa due magistrati scomodi in modo del tutto indiretto, formalmente attraverso gli organi a ciò deputati (CSM), ma che grida ugualmente vendetta.
Cambiano solo i metodi, la sostanza non cambia affatto.
E il signor Di Pietro che urla sempre alla luna, è vero o non è vero che ha accettato il diktat di Veltroni, segretario del partito il cui presidente era indagato nell'inchiesta "Why Not", per non mettere in lista Luigi De Magistris?
Risultato: il "popolino" apprezza Berlusconi perché pensa che tanto sono tutti ladri, ma lui, almeno, è sincero ...

Anonimo ha detto...

il vero volto del cavaliere è il volto di un dittatore fascista. e ovviamente è un volto orrendo. ma a moltissimi italiani piace. vergogna!

Anonimo ha detto...

E' la demo-crazia. Viene eletto chi è più gradito alle masse. E il più gradito alle masse è e resta Berlusconi, come confermano le elezioni siciliane.

Al "popolo" quello che a Voi, per la maggior parte colti e dotti, appare uno scandalo, non importa niente!

Il "popolo" vuole solo pagare meno tasse e desidera, in sintesi, tutto ciò che NON è "politically correct".

Cosa volete che importi al dipendente che non arriva alla fine del mese se Berlusconi vuole salvarsi da un'incriminazione per un reato finanziario o per corruzione? Il dipendente pensa, come riferito altrove, "va bene, rubano tutti, avrà rubato anche lui. Magari farà una legge apposta per non andare in galera, ma gli altri sono tutti come lui, mica ha ammazzato qualcuno, tanto vale che voti lui, almeno mi toglie un po' di tasse".

E, dal suo punto di vista, appare molto difficile dargli torto!

Unknown ha detto...

Fa piacere che "Repubblica" si sia finalmente ricordata del vero volto di Mr. B. Non era mica mai cambiato...

salvatore d'urso ha detto...

14:48 Anm: "Chi governa non può denigrare i giudici"
L'Associazione nazionale magistrati interviene sulle accuse rivolte da Silvio Berlusconi ai magistrati del processo Mills: "Chi governa il paese non può denigrare e delegittimare i giudici e l'istituzione giudiziaria quando è in discussione la sua posizione personale. Questi comportamenti - afferma il sindacato delle toghe - rischiano infatti di minare alla radice la credibilità delle istituzioni"

Vincenzo Scavello ha detto...

Giorni fa ho postato un commento sull'ultima puntata di Annozero, dove facevo delle personali riflessioni sul "duello" Gasparri-Di Pietro. Non l'ho visto pubblicato, sicuramente per una svista della puntuale e libera Redazione o, semplicemente, perchè non pervenuto.

Vorrei, invece tradurre, a modo mio, quello che scrive la sempre attenta Alessandra, quando scrive:"...La scusa per rinfacciare scelte troppo tardi rifiutate, se mai lo saranno, da una pavida politica trasversalmente interessata a queste "riforme" "troppo" urgenti non certo nel nostro interesse.
Lasciamogli fare il lavoro sporco".

Il Provvedimento sulle intercettazioni, difficilmente proponibile, nei termini in cui è stato proposto, dal passato Governo Prodi, conveniva farlo fare ad un altro Governo, magari di Centrodestra. Ricordiamoci della vicenda Forleo e di chi ci stava dietro. Sarà, per questo, che ad un certo punto, Veltroni ha detto: "Io Ballo sa solo! Oh, pardon: "Io corro da solo!"

Un Abbraccio

salvatore d'urso ha detto...

Guardate l'intervista ad Ezio Mauro... dura solo 7 minuti...

http://tv.repubblica.it/home_page.php?play...r&cont_id=21342

salvatore d'urso ha detto...

La lettera del Cavaliere:

«Caro Presidente, come Le è noto stamane i relatori senatori Berselli e Vizzini, hanno presentato al cosiddetto ‘decreto sicurezzà un emendamento volto a stabilire criteri di priorità per la trattazione dei processi più urgenti e che destano particolare allarme sociale. In tale emendamento si statuisce la assoluta necessità di offrire priorità di trattazione da parte dell’Autorità Giudiziaria ai reati più recenti, anche in relazione alle modifiche operate in tema di giudizio direttissimo e di giudizio immediato. Questa sospensione di un anno consentirà alla magistratura di occuparsi dei reati più urgenti e nel frattempo al governo e al Parlamento di porre in essere le riforme strutturali necessarie per imprimere una effettiva accelerazione dei processi penali, pur nel pieno rispetto delle garanzie costituzionali. I miei legali mi hanno informato che tale previsione normativa sarebbe applicabile ad uno fra i molti fantasiosi processi che magistrati di estrema sinistra hanno intentato contro di me per fini di lotta politica. Ho quindi preso visione della situazione processuale ed ho potuto constatare che si tratta dell’ennesimo stupefacente tentativo di un sostituto procuratore milanese di utilizzare la giustizia a fini mediatici e politici, in ciò supportato da un Tribunale anch’esso politicizzato e supinamente adagiato sulla tesi accusatoria. Proprio oggi, infatti, mi è stato reso noto, e ciò sarà oggetto di una mia immediata dichiarazione di ricusazione, che la presidente di tale collegio ha ripetutamente e pubblicamente assunto posizioni di netto e violento contrasto con il governo che ho avuto l’onore di guidare dal 2001 al 2006, accusandomi espressamente e per iscritto di aver determinato atti legislativi a me favorevoli, che fra l’altro oggi si troverebbe a poter disapplicare. Quindi, ancora una volta, secondo l’opposizione l’emendamento presentato dai due relatori, che è un provvedimento di legge a favore di tutta la collettività e che consentirà di offrire ai cittadini una risposta forte per i reati più gravi e più recenti, non dovrebbe essere approvato solo perchè si applicherebbe anche ad un processo nel quale sono ingiustamente e incredibilmente coinvolto. Questa è davvero una situazione che non ha eguali nel mondo occidentale. Sono quindi assolutamente convinto, dopo essere stato aggredito con infiniti processi e migliaia di udienze che mi hanno gravato di enormi costi umani ed economici, che sia indispensabile introdurre anche nel nostro Paese quella norma di civiltà giuridica e di equilibrato assetto dei poteri che tutela le alte cariche dello Stato e degli organi costituzionali, sospendendo i processi e la relativa prescrizione, per la loro durata in carica. Questa norma è già stata riconosciuta come condivisibile in termini di principio anche dalla nostra Corte Costituzionale. La informo quindi che proporrò al Consiglio dei ministri di esprimere parere favorevole sull’emendamento in oggetto e di presentare un disegno di legge per evitare che si possa continuare ad utilizzare la giustizia contro chi è impegnato ai più alti livelli istituzionali nel servizio dello Stato. Cordialmente, Silvio Berlusconi».

Anonimo ha detto...

chi lo ha votato si dovrebbe almeno vergognare, ammesso che conosca la vergogna...

Anonimo ha detto...

è stato democraticamente eletto non si può impedire che faccia le leggi più giuste per il Paese.

Vincenzo Scavello ha detto...

" ...che sia indispensabile introdurre anche nel nostro Paese quella norma di civiltà giuridica e di equilibrato assetto dei poteri che tutela le alte cariche dello Stato e degli organi costituzionali, sospendendo i processi e la relativa prescrizione, per la loro durata in carica ...".

QUESTO PER IMPEDIRE PROCESSI IN CORSO! - PER EVENTUALI PROCESSI FUTURI INCOMINCIAMO A TOGLIERE DI MEZZO LE INTERCETTAZIONI.

EVVIVAAA!!!!

Anonimo ha detto...

le leggi che fa lui non c'entrano proprio nulla con la giustizia, purtroppo.

salvatore d'urso ha detto...

E Grillo lancia il prossimo v-day...

V3-day... per la giustizia...

Così conclude il suo ultimo intervento sul suo blog:

La legge sulle intercettazioni è la pietra tombale sulla democrazia. Io non ci sto. Una legge, fatta per i fuorilegge, che va chiamata, in modo corretto, legge Silvio Berlusconi.
Il prossimo V-Day sarà dedicato a questa legge. Il V3-day sarà sulla Giustizia. Lancerò un referendum per l’abolizione della legge Berlusconi. Chiunque ci stia, associazioni, movimenti, raggruppamenti politici, è benvenuto. E’ arrivata l’ora di contarci. Non c’è più tempo. V-day, V-day, V-day.

salvatore d'urso ha detto...

X anonimo del 17 giugno 2008 16.43

Appunto... stiamo attendendo leggi giuste e non incostituzionali o che destabilizzino il paese...

ad esempio se avesse fatto una legge sul caso delle intercettazioni dove si sarebbe limitato a punire più decisamente chi viola solo ciò che è sottoposto a segreto istruttorio... saremmo tutti ad applaudirlo... io per primo... e pensa che risolverebbe anche quel dannato problema della privacy... dicendo per esempio 5 anni di carcere a chi pubblica atti coperti da segreto istruttorio... e basta... nessuno si lamenterebbe...

Anonimo ha detto...

Per mia fortuna lavoro con i "matti": ogni qualvolta (ultimamente mi succede spesso) mi sento mancare con la testa, è sufficiente che mi intrattenga un paio d'ore nelle strutture residenziali insieme a loro e, immediatamente, riconquisto la stabilità!
Nel nostro paese una frangia della magistratura di sinistra, unitamente ad una minoranza (per fortuna) di giornalisti, si permette di attaccare Berlusconi ed il suo Governo; nel mentre, di contro, essi sono impegnati in una dura lotta per la salvezza dell'Italia! Ma dico: veramente costoro non ce la fanno a capire che il paese si trova in balia delle mafie, zingari, lavavetri, tossicodipendenti, rapinatori e per finire, immigrati che arrivano, come Mosè col suo popolo, attraversando il fondo marino! E la frangia pensa, invece, a contrastare l'operato del Governo per bloccare i processi ingiustamente intentati contro lo stesso Berlusconi e/o leggi liberali in tema di intercettazioni telefoniche e di garanzie costituzionali a difesa del Popolo Sovrano.
Oppure dobbiamo seguire Grillo che vuole anch'egli istigare. Quando, manda in onda le immagini di Berlusconi che urlava durante la scorsa campagna elettorale così: cinque anni di carcere per chi le richiede; cinque anni di carcere per chi le autorizza; cinque anni di carcere per chi li propaga!
b

Anonimo ha detto...

"Berlusconi resta Berlusconi": ma davvero qualcuno aveva dei dubbi al riguardo?
Ho apprezzato molto il suo articolo, anche se lo giudico alquanto tardivo: era ora che "la Repubblica" esprimesse una posizione chiara, e spero non sia un episodio isolato.
Tutti i giornalisti degni di questo nome dovrebbero assumere una posizione decisa in difesa di quella libertà che ci stanno negando, anche quelli televisivi, perché è lì che la maggioranza della gente si informa.
Purtroppo però credo che questa sia davvero pura utopia...

Anonimo ha detto...

vi faccio notare che parlare male di berlusconi è comparabile alla calunnia o alla diffamazione quindi andateci cauti. non si accusano le persone senza avere le prove per poterlo fare.

come ripeto è stato democraticamente eletto e quindi agisce per il bene del Paese e vi diffido a criticarlo

(sono anonimo delle 16.43)

Anonimo ha detto...

Piccola valutazione "politichese", a prescindere dalla giustezza delle tesi sul cavaliere:

Non sarà forse che Veltroni vede vacillare, alla luce anche delle ultime elezioni siciliane, la sua leadership, attribuendo la sua débacle anche alla linea "morbida" adottata, soprattutto se confrontata con l' "appeal" di Di Pietro sulle masse?

Questo spiegherebbe la reazione di Ezio Mauro. Forse è solo un tentativo, per verificare l'approvazione della propria base elettorale ad un mutamento di linea, con il solito, vecchio "collante": l'antiberlusconismo, l'unica cosa veramente capace di tenere insieme gruppi profondamente, radicalmente e irrimediabilmente diversi tra loro.

salvatore d'urso ha detto...

X Anonimo del 17 giugno 2008 18.54

Ma il punto è che per Berlusconi non ci sono tutti i magistrati e la polizia che devono acchiapparlo e processarlo... ce ne sono un paio...

gli altri 8.000 perseguono il resto dei reati... come quel paio di magistrati oltre a perseguire quelli che presumibilmente ha commesso Berlusconi, nel frattempo perseguono anche altri dello stesso tipo o differenti...

Lei ha riportato alcuni crimini che i magistrati devono perseguire... quindi si intende che lei vuol vedere in galera o comunque processato una persona che ha commesso tali reati... cioè ha violato la legge... e poichè siamo in un paese democratico dove la legge è uguale per tutti... e visto che per farla rispettare c'è bisogno di fare indagini e scovare chi commette dei crimini... come si indaga per il ladro di polli, poichè è reato rubare polli, così si indaga anche per reati di corruzione e altro... poichè è reato anche pagare persone per avere dei vantaggi in barba a quanto previsto dalle leggi vigenti... così come il ladro di polli si trova ad esser processato anche l'intrepido cavaliere si è trovato indagato ed ora sotto processo per aver commesso dei reati... e visto che in Italia, fino a prova contraria, la legge è uguale per tutti, il cavaliere come il ladro di polli deve dimostrare la sua innocenza in tribunale...

Trovare altre scappatoie... è semplicemente incostituzionale...

Ed il bello è che tutto il resto della magistratura può continuare a fare ciò che lei dice... se glielo consentono di fare... soprattutto mettendogli a disposizione gli strumenti adatti... per garantire a me, a lei e al resto dei cittadini tutta la sicurezza di cui abbiamo bisogno...

Un caro saluto,

Salvatore D'Urso.

"Uguale per tutti" ha detto...

Ad Anonimo delle 19.31.

Gentile Lettore,

nel ringraziarLa per i Suoi suggerimenti, ci permetta di dirLe che ssi sono del tutto errati giuridicamente.

Sotto un primo profilo, infatti, la calunnia è definita dall'art. 368 c.p. come il reato commesso da "Chiunque, con denuncia, querela, richiesta o istanza, (...) diretta all'Autorità giudiziaria o ad un'altra Autorità che a quella abbia obbligo di riferirne, incolpa di un reato taluno che egli sa innocente, ovvero simula a carico di lui le tracce di un reato".

Vorrà prendere atto che nulla di quanto scritto qui costituisce "denuncia, querela, richiesta o istanza, (...) diretta all'Autorità giudiziaria ...".

Dunque, la calunnia non è configurabile neppure astrattamente.

Quanto alla diffamazione fino ad oggi non ricorre quando le critiche a chicchessia, ivi comprese le più alte cariche dello Stato costituiscano esercizio dei dititti che, per il momento, anche la Costituzione italiana riconosce a tutti con il suo art. 21.

Dunque, nel mentre Lei ci "diffida" dal criticare il capo del Governo, noi più garbatamente La invitiamo ad andare a studiare un po' di diritto.

Le farà un gran bene.

La Redazione

"Uguale per tutti" ha detto...

Per Grillo Parlante.

Gentile Lettore,

è proprio il continuare a fare analisi in "politichese" che ha portato il nostro Paese qui.

A noi, francamente importa solo di ciò che ci sta accadendo.

Di cosa pensi o faccia Veltroni non ce ne può importare di meno. Tanto pià se ciò che fa o non fa resta del tutto irrilevante sul corso della storia (con la "s" minuscola).

La Redazione

Anonimo ha detto...

Mi sembra che questo passo del libro del Dott. Tinti, Toghe rotte, pag. 162-163, illustri splendidamente questa (nuova) Era di magnifiche sorti et progressive FASCIST-(demo)-cratiche:
"l'ex Ministro Castelli fece sostituire i cartelli che si trovano nelle corti di giustizia penale. Prima c'era scritto LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI. Per ordine del ministro Castelli è stato scritto "la Giustizia è amministrata nel nome del popolo".
Sembra roba da poco, parole in libertà. E comunque parole anche tratte dalla Costituzione, perché l'art. 101 dice proprio così: "la Giustizia è amministrata nel nome del popolo". Ma il trucco c'è anche se non si vede. Perché proprio il ministro Castelli spiegò che questo "popolo" non era il "popolo italiano" come lo intendeva la Costituzione. Il "popolo" del ministro castelli era quello che aveva votato lui, per loro, alle ultime elezioni. Sicché, secondo lui, il Giudice doveva amministrare la giustizia in nome...della maggioranza degli elettori. Non è una novità. Tanto tempo fa Ponzio Pilato si era convinto che Gesù fosse innocente. Siccome non era proprio un Giudice vero, di quelli che applicano la legge, ma era un giudice - politico, uno che amministrava la legge in nome di quelli che contavano, che avevano "forza", pensò bene di chiedere direttamente ai suoi padroni che cosa doveva fare; dunque che cosa il "popolo" voleva che si facesse. E il resto è noto."

Siamo giunti al punto che, per instaurare un regime autoritario, non è più necessario abolire le istituzioni democratiche. Basta svuotare lentamente quelle istituzioni dall'interno, esautorarle di ogni potere, lasciandone in piedi solamente una parvenza di pura facciata. Ciò si sta facendo con la Giustizia, dove assistiamo allo spettacolo ignominioso delle Guardie trasformate, usando la menzogna più sfacciata, in ladri. Che cosa vuole significare, altrimenti, il ripetuto attacco perpetrato da tutte le fazioni (spiace dire che l'idea di modificare l'art. 112 della Costituzione è stata, prima ancora della destra, della sinistra)al principio di obbligatorietà della pena, volendo così instaurare un'arbitraria gerarchia dei reati da perseguire principalmente? Non è forse uno dei princìpi-cardine della Costituzione? Dov'è andato a finire il principio della divisione dei poteri, che la destra invoca sfacciatamente come argomento a proprio favore, per sostenere l'ingerenza della Magistratura nell'attività di governo, quando è chiaro e lampante che si tratta, in realtà, di un'insopportabile ingerenza e tentativo di sottomettere la Magistratura da parte della politica?
Questa è ancora demo-crazia? Oppure si tratta di un grigio e vigliacco anonimato, atto a celare la segreta violenza di provvedimenti legislativi improvvidi ed esiziali per il nostro paese?
Paola Risi

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo. Ma siccome l'Autore dell'articolo di "politichese" se ne intende, eccome, mi era sembrato il caso di fare un modesto commento.

Anonimo ha detto...

Suggestiva la frase riportata da intervista a Confalonieri, solo che è "opportunamente ritagliata". Chi deve sa benissimo il significato di quello che diceva il buon Confalonieri a figlia perchè mamma intenda... ammetterete che non sarebbe mai stato tanto scemo da dire quel che gli avete voluto fare dire.
Mezzucci a me paiono. Poi gli italiani che son meno fessi di quel che pare.. votano Berlusconi

Mente critica
Italia

Anonimo ha detto...

insomma il Paese ha mille problemi e noi ci abbeveriamo ancora alla fonte di Ezio Mauro , ma scusate repubblica, non è di De Benedetti? Io non so se ha ragione lui su Mondadori o berlusconi, e se debbo dire mi interessa niente, la magistratura ci penserà. Ma che qui trovi posto Ezio Mauro ( in conflitto di interessi in un certo senso) con una frase estrapolata ad arte... che falsa il senso di quel che il povero Confalonieri voleva dire, fa torto ad un blog di tale caratura, rischia di toglier credibilità, non siamo tutti accecati dall'odio.

L'ultima parola alla magistratura, non ad Ezio Mauro!!

mente critica, ovvero Marista

"Uguale per tutti" ha detto...

Per Anonimo "Mente critica" delle 14.28 e delle 14.45

Gentile Lettore,

Lei ha inserito il Suo commento delle 14.28 anche in un altro post e dunque riportiamo qui ciò che Le abbiamo già scritto lì.

La nostra correttezza ci sembra provata dal fatto che abbiamo messo il link all'intera intervista, così che ognuno possa andare a leggere il brano in questione nel suo contesto.

Più di così che dovevamo fare?

Autocensurarci rispetto all'interpretazione che abbiamo dato a quel brano perchè Lei non la condivide?

La citazione è breve perchè la finestrella nella quale l'abbiamo pubblicata è destinata proprio a citazioni brevi.

Ci permetta di approfittare dell'occasione per farLa riflettere su una circostanza.

Le persone alle quali Lei fa riferimento hanno decine di strumenti di comunicazione di massa con i quali ogni giorno per 365 all'anno diffondono le loro opinioni.

Non Le sembra eccessivo pretendere che si vieti a chi ha pochissimi e modesti strumenti per esprimere le proprie opinioni di farlo?

In sostanza, se Lei, come le persone alle quali fa riferimento, è un liberale, non si sente a disagio nel pretendere che le persone in questione abbiano sempre l'ultima parola su tutto e debbano "autorizzare" le opinioni altrui su di loro?

Infine, consideri che Hitler è andato al potere con un consenso elettorale intorno al 90%.

Dunque, il voto va assolutamente rispettato - e ci mancherebbe - ma non è l'unico metro di giudizio del valore delle idee.

A proposito dal nuovo argomento logico da Lei usato qui "ammetterete che non sarebbe mai stato tanto scemo da dire quel che gli avete voluto fare dire", Le rispondiamo dicendo:

1. noi non "gli facciamo dire" nulla: è lui che ha detto quelle cose;

2. il paradosso che Lei propone non c'è, avendo lui detto "questo non lo scriva": in sostanza, non pensava che la frase sarebbe finita sul giornale e credeva di stare dicendo una cosa in via confidenziale.

Quanto ai Suoi giudizi su Ezio Mauro, noi diversamente da Lei non facciamo questione di chi scrive le cose, ma del contenuto delle cose scritte.

Dunque, se Lei ha modo di confutare ciò che ha scritto Mauro, lo faccia.

Se non ha argomenti per confutare il merito delle sue affermazioni, insultarne l'autore non è cosa che serva.

La Redazione


La Redazione

Anonimo ha detto...

Gentilissima Redazione,

Vorrei riflettere sulla Vostra ultima affermazione, sul fatto che Hitler sia andato al potere con il 90% dei consensi.

Non per dar torto alla Vostra imparzialità né alla Vostra indipendenza di giudizio, ma soltanto perché la Vostra, permettetemi, è senz'altro un'osservazione fondata su fatti veri, ma in questo contesto forse "pericolosa".

Sembra pericolosa non perché non sia lecito (alla luce degli ultimi sviluppi,anzi, direi doveroso) intervenire criticamente esercitando la libertà di opinione costituzionalmente garantita, quanto perché, nel contesto in cui è inserita, sembra (ripeto, sembra) quasi "delegittimare" il fondamento stesso della nostra democrazia, il voto popolare.

Come dire che gli Italiani siano stupidi, detta in termini chiari.

E che, conseguentemente, il loro voto non valga niente.

Da quest'ultimo concetto possono trarsi tutte le derive possibili, perché se sono stupidi oggi lo saranno anche domani, quando voteranno altri soggetti, e qui sta il "pericolo".

Pertanto, pur avvertendo, per quanto mi riguarda di aver compreso l'effettivo senso del Vostro intervento, non sarei troppo sicuro che tutti l'abbiano parimenti inteso correttamente.

Naturalmente è solo un'impressione del tutto personale.

Cordiali saluti.

"Uguale per tutti" ha detto...

Per Grillo Parlante delle 15.04

Gentile Lettore:

Primo: Lei, fraintendendo a Suo uso e consumo le nostre parole, ci fa dire cose che noi non abbiamo mai detto.

La Sua ricostruzione del nostro pensiero è completamente falsa.

Noi abbiamo scritto:
"Dunque, il voto va assolutamente rispettato - e ci mancherebbe - ma non è l'unico metro di giudizio del valore delle idee".

Da queste parole non è possibile in alcun modo trarre le conclusioni che ne trae i, o perché non le ha comprese o perchè fa finta di non comprenderle.

In ogni caso, mai abbiamo detto né mai abbiamo pensato che, come vorrebbe farci dire Lei, "gli italiani siano stupidi".

Badi, fra l'altro, che i tedeschi che votarono per Hitler non erano affatto stupidi.

Lei vede nel nostro discorso pericoli che non ci sono.

Le segnaliamo che nella Sua pretesa che, siccome una persona è stata votata allora tutto quello fa è giusto c'è un evidente pericolo di deriva autoritaria.

Noi non chiediamo a nessuno di fare altro se non esercitare il pensiero.

Avere votato non esaurisce i diritti e i doveri dei cittadini.

La nostra Costituzione non prevede in alcun articolo che chi è stato votato in ipotesi anche dalla totalità degli italiani con un cosenso del 100% possa fare quello che vuole.

Questa cosa c'è solo nelle monarchie assolute.

Al momento il nostro Paese non è (o non dovrebbe essere) una monarchia assoluta.

Secondo: Lei scrive di avere capito che il nostro pensiro non era quello che Lei ha ipotizzato, ma ipotizza che altri meno intelligenti di Lei possano fraintendere.

Noterà la evidente contraddizione in cui incorre: forse è Lei e non noi a sotovalutare l'intelligenza degli italiani.

Faccia così: legga le cose per come sono scritte; non attribusca agli altri retropensieri che non hanno; sia intellettualmente onesto; scriva ciò che vuole senza sottintesi e senza secondi fini politici.

Anche a Lei come a tutti proviamo a ricordare ancora che a noi non interessa fare politica e non siamo pro o contro aluna opzione politica.

Ci occupiamo di giustizia e abbiamo come obiettivo CULTURALE di questo blog ciò che è sancito dall'at. 3 della Costituzione e sta nel titolo del nostro blog: che la legge sia ugale per tutti.

Anche, ovviamente per chi viene votato dal 100% degli italiani.

Nella logica dei sistemi costituzionali, è il potere al servizio della legge e non la legge al servizio del potere.

La Redazione

Anonimo ha detto...

Gentilissima Redazione,

Perché tanta durezza nei miei confronti?

Sarebbe bastato dire: no, non esiste il pericolo da Lei denunciato e spiegarne, come avete fatto, il perché, senza voler a tutti i costi insinuare che avessi voluto passare da "persona più intelligente degli altri" e senza aggiungere: "fraintendendo a Suo uso e consumo le nostre parole, ci fa dire cose che noi non abbiamo mai detto".

Difatti, non ho affermato che Voi abbiate detto quelle cose. Avevo soltanto parlato di una possibile interpretazione, che è cosa ben diversa.

Non ho affatto affermato, inoltre, che siccome una persona è stata eletta, può fare tutto quello che vuole.

E non ho assolutamente detto, né fatto intendere, di essere più "intelligente" della media degli Italiani, cui mi onoro di appartenere. Credere di aver inteso un solo concetto non basta infatti ad attribuire "patenti" di intelligenza, che mi sono ben guardato dall'anteporre.

Concedetemi dunque, Vi prego, il beneficio della buona fede, senza dubitare che sia "intellettualmente onesto", altrimenti ogni dialogo diventa impossibile. Siccome sono stato cortese e moderato nei toni e nel contenuto, gradirei molto, se fosse possibile, esser trattato allo stesso modo.

Nel ribadire che dalla politica non ho mai guadagnato una sola lira, e che essa, com'è oggi in Italia, è lontana mille miglia dalla mia vita, vogliate, in ogni caso, accogliere le mie scuse per non esser stato in grado di esprimermi correttamente, oltre ai miei più rispettosi ossequi.

Anonimo ha detto...

Aggiungo, se consentite, che "nella logica dei sistemi costituzionali" il potere non è solo a servizio della "legge" ma, in ultima analisi, del POPOLO.

Non per nulla le sentenze non sono pronunciate "In nome della Legge" (così fu pronunciata la sentenza del processo di Verona del 1944 ...), ma "In nome del Popolo Italiano".

Cordiali saluti.

"Uguale per tutti" ha detto...

Per Grillo Parlante.

Gentile Lettore,

con riferimento al Suo commento delle 16.49, grazie per le Sue cortesissime precisazioni.

Accetti Lei le nostre scusi sincere se l’abbiamo fraintesa.

Con riferimento al Suo commento delle 20.37, ci consenta di aggiungere anche noi qualcosa.

Il malinteso nel quale ci sembra che Lei incorra (aiutato in questo dall’errata interpretazione della Costituzione data dal Presidente Berlusconi e dai Suoi alleati) è nell’interpretazione da dare alla espressione “Popolo Italiano” contenuta nella Costituzione.

Come potrà verificare leggendo i lavori della Assemblea costituente e ricostruendo la logica del nostro sistema costituzionale, il “Popolo Italiano” del quale parla la Costituzione NON E’ la somma degli italiani che materialmente vanno alle urne oggi.

Il “Popolo Italiano” della Costituzione è un ente astratto e ideale: è il popolo quale descritto nella Costituzione medesima.

Dunque, è un popolo giusto, solidale, equanime, egualitario, che considera le leggi uguali per tutti e tutti ugualmente soggetti alle leggi, che si impegna (art. 2) a eliminare le diseguaglianze economiche e sociali e non ad aumentarle, eccetera.

Il “Popolo Italiano” al quale fanno riferimento il Presidente Berlusconi e i Suoi alleati e al quale sembra fare riferimento anche Lei è, invece, la somma delle persone che votano qui e oggi.

Il Ministro della Giustizia Castelli ha fatto togliere da dietro le spalle dei giudici la scritta “La legge è uguale per tutti” e ha fatto mettere quella “La giustizia è amministrata in nome del popolo”.

Lo ha fatto nel senso del fraintendimento che abbiamo appena illustrato e ha precisato che secondo Lui sarebbe assurdo che i magistrati processassero un uomo che il popolo non vuole processato.

Questa cosa, ovviamente, è di una rozzezza culturale e giuridica senza pari.

In un sistema costituzionale (e tale è il nostro) il popolo non può chiedere cose incostituzionali e i giudici devono decidere sulla base delle leggi – che anch’esse devono rispettare la costituzione – e non sulla base della volontà popolare.

C’è nella storia del mondo un esempio paradigmatico di giudizio emesso sulla base della volontà popolare. Certamente lo conosce anche Lei.

Ponzio Pilato si convinse che Gesù era innocente, ma, non avendo il coraggio “politico” di assumersi la responsabilità di un giudizio politicamente sgradito, rimise la questione al “popolo”.

Il “popolo” chiese la liberazione di Barabba a mandò alla croce Gesù.

Il DOVERE di Pilato era assolvere Gesù.

Lei ci indica i pericoli che secondo Lei corriamo con il nostro legalismo costituzionale.

Ci permetta, con cortesia (ci scusi ancora per i toni della nostra precedente risposta), di indicarLe i gravissimi pericoli che si corrono a seguire interpretazioni involute ed eversive della Costituzione.

E badi che di solito chi invoca ciò che invoca Lei lo fa perché è convinto che mai si troverà il popolo contro.

Se Lei appartenesse a una qualche minoranza – fosse, cioè, per esempio, un clandestino o un gay o una persona di colore o un malato grave o un povero o un accusato ingiustamente ma clamorosamente o un qualunque altro tipo di soggetto “debole” – stia certo che vorrebbe un giudice indipendente e rispettoso delle leggi e non un giudice obbediente al volere della maggioranza.

Un cordiale saluto.

La Redazione

Anonimo ha detto...

Gentile Redazione,

Grazie a Voi della cortese risposta.

La mia precisazione riguardava soltanto la "fonte" ultima della sovranità e della giurisdizione, non certo il principio di legalità. Ho messo le virgolette proprio per evitare un equivoco, perché, tecnicamente, la sovranità popolare non è una fonte del diritto, essendo la prima la Costituzione.

Chiarito ogni possibile equivoco, ci tengo comunque a dire che condivido ogni punto del Vostro ultimo post.

Cordiali saluti.

Giulas ha detto...

Mi sono letto altrove tutte le imputazioni e processi 26 circa -praticamente 3.99 processi ogni dieci anni di vita dai 10 ai 70-
Strano in un paese dove per la gente comune si celebrano solo 3 processi ogni 10.
Comunque non ritengo B un santo credo che dovendo fare l'imprenditore a questo livello, si debbano accettare determinati compromessi.
Ciò non toglie che non dovrebbe fare il capo di governo.
Il lodo Maccanico-Schifaudo approvato nel 2003 sotto governo di B è l'inizio del lodo alfano di oggi.
Per quale motivo il governo Prodi non ha preso provvedimenti sia per il lodo e sia per l'ineleggibilità ed il conflitto di interesse.