Ieri 22 gennaio Andrea Reale è stato ospite della trasmissione Fatti e misfatti.
Ha parlato in maniera chiara, diretta ed efficace di sorteggio temperato, quale metodo di elezione dei consiglieri superiori (in termini semplici: si sorteggia tra i magistrati con una certa anzianità un numero multiplo di candidati rispetto ai posti da coprire e tra essi si svolge l’elezione).
Si tratta di un rimedio a costo zero, che a Costituzione invariata farebbe venir meno il terreno sotto i piedi delle correnti della magistratura, per quello che oggi sono diventate, vale a dire meri centri di potere, consentendo loro di tornare ad essere fucina di idee sulla giurisdizione. In tal modo, infatti, nessuno avrebbe la certezza di essere designato dai gruppi associati e, dunque, nessuno più si assocerebbe con il recondito fine di prepararsi la strada per la candidatura al CSM, che è quasi sempre una designazione dei vertici delle correnti, che comporta all’evidenza un dovere di riconoscenza verso i capi, circostanza questa che impedisce poi l’indipendente esercizio della giurisdizione.
Il problema più grande che oggi esiste in magistratura, infatti, non è tanto quello della indipendenza esterna, della indipendenza cioè dagli altri poteri dello Stato, per dirla in altre parole, dalla politica ufficiale, quanto l'indipendenza interna, che è condizionata fortemente da quelle associazioni di privati che sono le correnti.
Queste ultime, infatti, impadronendosi dell'istituzione e quindi distribuendo incarichi e prebende ai vari associati, consentono loro di costruirsi sfolgoranti carriere, acquisendo in tal modo debiti di riconoscenza ed in ogni caso creando intrecci perversi per le nomine ai vertici di tribunali e procure, alle quali si accede per appartenenza, più che per meriti (sul punto basta leggere le chat contenute nel telefono del dott. Luca Palamara, riportate da alcuni organi di informazione e non smentite dai diretti interessati).
D’altra parte, certa politica ha tutto l’interesse a mantenere una magistratura assoggettata alle correnti, dunque pienamente controllabile tramite i capi interni, che sono collaterali alle varie fazioni politiche, in una osmosi che genera solo frutti perversi. In tal modo, attraverso il vulnus alla indipendenza interna si raggiunge anche il condizionamento esterno della magistratura, il tutto con modalità subdole e molto meno appariscenti, dunque più difficili da individuare e combattere.
Se il CSM è governato dalle correnti, che hanno connotazione politica - si è chiesto il conduttore ad inizio della trasmissione - come potrà svolgere il compito di alta amministrazione che la Costituzione gli riserva? Utilizzerà due pesi e due misure? I magistrati che appartengono al sistema correntizio verranno non solo agevolati nelle valutazioni di professionalità e nella progressione della carriera, ma anche protetti nel caso malaugurato di errori?
La Costituzione vuole i magistrati “liberi e indipendenti dalla politica. Ma se la politica gli arriva dalle sue correnti non deve essere neanche sottoposto alle correnti”, ha chiosato Paolo Liguori.
Ecco, quest’ultima considerazione - disarmante - rende palese che il sistema mente sapendo di mentire per nascondere la "frode" alla Costituzione messa in campo dal correntismo.
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